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UNA NUOVA PRIMAVERA DEI DIRITTI CIVILI

Sono arciconvinto che la battaglia per il riconoscimento dei diritti per tutti sia un fatto di puro buonsenso, dove non contano le appartenenze ma il tasso di civiltà. Dire, come ha fatto il segretario del Pd che è “inaccettabile che in Italia non vi sia un testo normativo che conferisca alle coppie omosessuali dignità sociale e presidio giuridico”, equivale a prendere atto di una realtà amara a cui porre riparo. Non è giustificabile che questo Parlamento non sia nemmeno riuscito a varare una legge contro l’omofobia. E’ su questi temi, legati alla regolarizzazione delle unioni civili, a cui vanno aggiunti il divorzio breve, l’introduzione del diritto di cittadinanza per i figli degli immigrati nati in Italia e il testamento biologico, che si giocherà la capacità di parlare al Paese da parte della classe politica più avveduta e aperta. L’esperienza europea ci dice che questi sono temi che fanno parte dell’identità delle persone progressiste. Dunque, l’apertura del leader del Pd sulle unioni civili è una posizione di maturità e di civiltà; e chi la contrasta sbaglia clamorosamente. C’è una domanda di cambiamento e di diritti che viene dal Paese e non può rimanere inascoltata, poiché tanta parte dell’opinione pubblica italiana si aspetta di vedere dei fatti concreti. Non è accettabile che ci siano cittadini senza diritti. L’ultimo rapporto Eurispes riportava, in percentuali, cosa ne pensano gli italiani su questi temi. E diceva che i nostri concittadini ( il 58,9%) si sono finalmente resi conto che urge una legge che regolarizzi le unioni civili, anche quelle omosessuali. Significa che una netta maggioranza ritiene l’omosessualità una forma legittima d’amore e che occorre tenerne conto rispondendo ad una domanda di civiltà e di modernità davanti alla quale non è più pensabile far finta di nulla. C’è un obiezione ricorrente: la crisi economica e sociale è la priorità assoluta su cui concentrare le attenzioni. Verissimo. Ma è pure altrettanto vero che i diritti civili non sono un ammennicolo ma una delle questioni-cardine di una moderna democrazia. Dunque, nessun alibi. Si può e si deve fare l’uno e l’altro, oltre gli schieramenti di appartenenza, per non restare il fanalino di coda dell’Europa. In Gran Bretagna il premier conservatore David Cameron ha aperto all’ipotesi di legalizzare le nozze gay entro il 2015. I due principali leader progressisti mondiali attualmente al governo, Barack Obama e Francois Hollande, si sono espressi a favore del diritto a sposarsi per le coppie gay. E la risoluzione approvata recentemente dal Parlamento di Strasburgo parla chiaro (per quanto non sia vincolante): i governi non devono imporre “definizioni restrittive di famiglia”. Credo sia tempo di proporre per l`Italia una nuova primavera dei diritti civili.

Marco Travaglini

CORDOGLIO PER GIULIO CESARE RATTAZZI

Il Partito Democratico del Vco esprime profondo cordoglio per la morte di Giulio Cesare Rattazzi il quale, nonostante da anni si era trasferito a Torino, è stato per molti un punto di riferimento per la vita politica ed amministrativa della città di Verbania.
Vice  Presidente del Consiglio comunale di  Torino e membro della segreteria regionale del Partito Democratico, Ratazzi ha creduto profondamente nel progetto democratico fin dai suoi albori.
“Per noi giovani amministratori era un esempio “ ricorda oggi con affetto  Aldo Reschigna. Ed è proprio il consigliere regionale del Pd a ricordare la lungimiranza politica di Rattazzi che, alla testa dell’assessorato alle finanze della città di Verbania istituì il consiglio tributario.  “E’ stato una antesignano dei tempi. Oggi si parla tanto di lotta all’evasione. Inizio anni ’90 quando istituì questo consiglio pochi capirono il suo scopo. Eppure era nato per lavorare in sinergia con l’agenzia dell’entrate “.
Alla sua famiglia e a tutti i suoi cari, va il nostro sentito cordoglio.

COSTI POLITICA, RESCHIGNA (PD): “A PAROLE TUTTI VOGLIONO TAGLIARLI, MA QUANDO E’ ORA SI DEFILANO IN TANTI”

Ancora una volta la maggioranza ha dimostrato oggi quanto è difficile passare dalle parole ai fatti, anche su un tema delicato e improrogabile come quello dei costi della politica.
Nella riunione congiunta prima commissione – capigruppo il Partito Democratico ha proposto di partire dalla riduzione dei componenti del Consiglio Regionale (da 60 a 50) e della Giunta (da 14 a 11), perché si tratta della questione più lunga e complessa sotto il profilo procedurale.
Infatti, mentre gli altri temi dei costi della politica si possono affrontare con leggi ordinarie o atti deliberativi del Consiglio, per la riduzione di Consiglieri ed Assessori occorre una modifica statutaria che prevede una doppia lettura da parte dell’Assemblea a distanza di due mesi (art. 101). Ed è a tutti evidente che tale questione è strettamente connessa a quella del varo della legge elettorale regionale.
Di fronte al momento delle decisioni, la maggioranza si è divisa tra un tiepido sì, un ni e un netto no. Una coerente coalizione organica!
A favore si sono detti IdV, FdS, UdC. Favorevoli anche Lega Nord e M5S, anche se Carossa e Bono hanno dichiarato che preferirebbero partire da altre questioni. Pedrale (PdL) è rimasto sul vago, mentre un netto no è giunto da Burzi (Progett’Azione), Lupi e Giovine.
Non ci sottraiamo certo ad affrontare anche altre questioni, a cominciare da quella della ridefinizione dei finanziamenti ai gruppi consiliari, infatti da tempo abbiamo presentato le nostre proposte (n.173 del 19 ottobre 2011), ma non accettiamo che sulla riduzione di Consiglieri e Assessori si cerchi di prendere tempo rinviando così ogni decisione.
A fine settembre l’Ufficio di Presidenza aveva presentato una proposta di legge di modifica statutaria (n. 164) e in questi nove mesi non è accaduto assolutamente nulla. Deve essere a tutti chiaro che chi gioca al rinvio semplicemente non vuole affrontare il problema della riduzione e lasciare le cose così come stanno. Visto che non affrontare ora questo tema significa non affrontarlo più, non intendiamo arretrare dalla nostra proposta e pretendiamo chiarezza da parte di tutte le forze politiche, in particolare di maggioranza.”

ACCOLTA LA MAGGIOR PARTE DELLE RICHIESTE DEL PD SUL NUOVO PIANO SANITARIO

La disponibilità data dall’assessore Monferino oggi, in apertura di seduta, alla maggioranza delle nostre richieste avanzate negli emendamenti, riporta il dibattito in aula sul piano del merito piuttosto che sulla forzatura regolamentare.
Abbiamo apprezzato l’apertura dell’assessore su alcune nostre proposte. In particolare abbiamo accolto con soddisfazione l’impegno assunto dall’assessore a trasferire nel 2012 110 milioni di euro agli enti gestori delle politiche sociali. E’ un impegno politico che consideriamo vincolante per la Giunta e che chiediamo venga trasmesso agli enti gestori, in modo che non vengano assunte da questi a breve decisioni negative, sulla base delle ultime brutte notizie riguardo ai tagli dei trasferimenti.
Consideriamo positivamente la disponibilità a non dare vita all’azienda regionale sul 118, riportando all’interno della direzione sanità dell’assessorato la funzione di controllo dell’intero servizio. Così come siamo soddisfatti dell’accettazione del nostro emendamento che incentiva nei trasferimenti delle risorse i nuovi soggetti gestori delle politiche sociali che coincidono con i dipartimenti sanitari.
Infine, il tema delle federazioni. Siamo soddisfatti dell’accoglimento della nostra proposta di eliminare la programmazione tra le loro funzioni, e la riduzione a uno da tre dei membri del collegio sindacale, o soluzioni analoghe che non accrescano i costi. Resta però forte la nostra opposizione alla costituzione di nuovi enti che faranno crescere i costi sanitari. Si sarebbe potuto ricorrere a soluzioni diverse per mantenere le funzioni delle federazioni senza costi aggiuntivi. Per questo confermiamo la nostra opposizione al piano. Ma consideriamo una nostra vittoria che la gran parte delle nostre proposte siano state accolte, e che si sia scelto il confronto di merito alla prova muscolare.

Verbania: opposizioni all’attacco. Zacchera venga in commissione

Noi siamo disposti a discutere del bilancio ma nelle sedi opportune». L’opposizione unita risponde così al sindaco Marco Zacchera che nei giorni scorsi l’aveva accusata di sottrarsi al confronto. «Noi – spiega il segretario cittadino del Pd Corrado De Ambrogi – siamo disposti a discuterne ma nelle sedi istituzionali preposte, la commissione e il Consiglio comunale». Quanto alle accuse che il Pd a Roma sta con il governo Monti e qui non si fa carico delle responsabilità conseguenti alle scelte centrali De Ambrogi aggiunge: «Non ci risulta che a Verbania ci sia un sindaco tecnico».
Anche gli altri gruppi consiliari invitano il primo cittadino al confronto nella commissione Bilancio. «Noi siamo sempre disponibili al dibattito – dice Vladimiro Di Gregorio di Rifondazione Comunisti Italiani – purché lo si faccia nelle sedi istituzionali. Quanto al confronto con Roma ci sembra inadeguato. Il caso Omegna è emblematico, si va alle elezioni con Pdl e Lega spaccati mentre la sinistra è unita». Sottolinea poi Savino Bombace dell’Italia dei Valori: «Noi sul Bilancio avevamo fatto delle proposte ma la maggioranza le ha bocciate. Ciò vuol dire che non c’è alcuna volontà di dialogo e allora perché incontraci?».
Per Felice Iracà della lista Cittadini con Voi la maggioranza ha perso la capacità di comunicare: «Preoccupa che il sindaco non sappia più parlare ai cittadini. Ormai sta lavorando ad un solo progetto, quello del nuovo teatro». Aggiunge il suo collega Carlo Bava: «Una minoranza trattata male dal sindaco fin dall’inizio perché dovrebbe collaborare». Infine Claudio Zanotti commenta: «Chi si è distinta per incoerenza finora è la coalizione Pdl-Lega che ha perso pezzi fin dall’inizio. A me pare che Zacchera abbia bisogno di confrontarsi e trovare accordi dentro la sua maggioranza sempre più litigiosa».
tratto da La Stampa 22.03.2012

Zagrebelsky ricorda Scalfaro a un mese dalla scomparsa, serata a Novara

Un ricordo di Oscar Luigi Scalfaro, novarese, presidente emerito della Repubblica Italiana, a un mese dalla sua scomparsa.
E’ quanto promuove il Partito democratico della provincia di Novara, con l’evento “Zagrebelsky ricorda Oscar Luigi Scalfaro”; in programma lunedì 5 marzo, dalle 21, alla Sala Borsa.
“Scalfaro – spiega Elena Ferrara, segretaria provinciale del Pd – ha rivestito il ruolo di Capo dello Stato in un momento estremamente critico della nostra storia repubblicana. “Un moderato di cui fidarsi” titolò un corsivo del quotidiano comunista L’Unità il giorno successivo alla sua elezione. Mai parole si rivelarono tanto esatte. Nei suo settennato Scalfaro tenne ben saldo il timone a difesa della Carta costituzionale e a presidio delle istituzioni repubblicane. Lunedì lo ricorda, a un mese dalla scomparsa, Gustavo Zagrebelsky, professore emerito di Diritto Costituzionale all’Università di Torino, già Presidente emerito della Corte Costituzionale. In uno degli innumerevoli discorsi che Scalfaro negli ultimi anni tenne al cospetto di giovani affermò “Quante volte, nella realtà, si vede la giustizia perdere le cause e l’ingiustizia, il sopruso, la manovra sporca, l’astuzia, i soldi vincere. Però sono tutte tappe. I valori, i principi arrivano sempre a destinazione”.