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Socioassistenziale: recuperare le risorse per le politiche sociali, a partire dai 60 milioni alla disponibilita’ del presidente Cota

Il gruppo regionale PD ha inviato stamane una lettera ai Presidenti dei Consorzi socioassistenziali del Piemonte per informarli sullo stato del dibattito in Commissione regionale sulle politiche sociali e i tagli annunciati dalla Giunta.
Nella lettera il capogruppo regionale PD Aldo Reschigna informa di aver ribadito in apertura dei lavori odierni della IV Commissione all’assessore Monferino “che la condizione di assoluta incertezza nell’attribuzione delle risorse al Sistema delle Politiche Sociali piemontesi per l’anno in corso, alla quale si aggiunge il fatto che nel Disegno di legge di bilancio per il 2012 sono iscritte risorse pari al 50% di quelle assegnate per il 2011, sta determinando l’avvio di procedimenti, da parte dei Soggetti gestori delle funzioni socio assistenziali, tesi, loro malgrado, a ridurre da subito, in modo fortemente significativo, i servizi in essere.
La suddetta riduzione creerà, inevitabilmente, una condizione di abbandono di taluni servizi sociali, nonché un serio e preoccupante problema occupazionale”.
Reschigna ha chiesto all’assessore Monferino “che, come legittimamente ottenuto dalla Città di Torino nell’incontro di martedì scorso, venga data altrettanta certezza sulle risorse minime a tutto il resto del Piemonte. Come noto, le intese raggiunte prevedono la garanzia minima di trasferimenti pari a 25 milioni di euro, a fronte dei 30 milioni effettivamente assegnati nel 2011, con una riduzione pari a circa il 17%. Venga quindi data rassicurazione ai soggetti gestori circa il fatto che tale percentuale sia la  massima in termini di riduzione rispetto ai trasferimenti del 2011, fatti salvi gli esiti derivanti dalla discussione sul bilancio per l’anno 2012, nella quale questo gruppo consiliare ha individuato tra le tre priorità quella delle Politiche Sociali”.
Per Reschigna la certezza delle risorse non deve essere garantita da ipotetici risparmi della sanità, ma dall’utilizzo “di parte del cosiddetto fondo indistinto, giacente presso il Gabinetto del Presidente della Giunta regionale, che ancora oggi vede la disponibilità di ben 60 milioni di euro”.
La lettera si conclude con la richiesta di organizzare urgentemente  “un incontro con tutti i rappresentanti dei soggetti gestori, al fine di affrontare concretamente questioni di così grande importanza e di assumere le conseguenti decisioni”.

 

PDVCO
Ufficio stampa

RIFORMA SANITARIA: SI PREDICA BENE E SI RAZZOLA MALE

La Commissione sanità tenutasi ieri ha rivelato la sempre più grande distanza che siamo costretti a registrare tra le affermazioni di principio dell’assessore Monferino sulla riforma sanitaria e la proposta concreta.
Abbiamo ben presente la determinazione con cui l’assessore ha più volte ribadito la necessità di politiche coerenti con la forte riduzione di trasferimenti di risorse da parte dello Stato, superando le incrostazioni di interessi locali per ridisegnare una sanità incentrata solo sulla compatibilità finanziaria e l’interesse dei cittadini che ne fruiscono. Ricordiamo la sua ostinata affermazione di sentirsi solo un tecnico, lontano dalle pratiche della politica anche nell’esercizio di una funzione eminentemente politica come quella dell’assessore.
I suoi comportamenti però lo smentiscono clamorosamente, e ieri ne abbiamo avuto la controprova. La tabella di classificazione degli ospedali presentata in Commissione è stata modificata dal mattino al pomeriggio in modo significativo. Alcuni esempi:  gli ospedali Maria Vittoria e Amedeo di Savoia di Torino, che in mattinata erano classificati ospedale cardine, nel pomeriggio sono diventati ospedale Hub, non si capisce bene in base a quale criterio tecnico. Con il risultato che nel torinese ci sono più ospedali hub che cardine.
Un altro esempio riguarda l’ospedale Maggiore di Novara, il secondo in Piemonte per grandezza e importante, che in mattinata era ospedale Hub e nel pomeriggio lo restava solo in compartecipazione con il sant’Andrea di Vercelli, un ospedale di tutt’altra dimensione. L’ospedale di Borgosesia, poi, al mattino era ospedale territoriale, per trasformarsi nel pomeriggio in ospedale cardine. Lo stesso ospedale che in almeno 4 delibere di Giunta era considerato territoriale, dotato di pronto soccorso, e che ora come cardine deve essere dotato di Dea.
Sono operazioni che, invece di un contenimento dei costi, portano con sè  un aggravio. E’ evidente che ancora una volta gli interessi particolari e le pressioni politiche locali del centrodestra hanno avuto il sopravvento, vanificando la coerenza del ridisegno della sanità sulla base del risparmio, dell’efficienza, della qualità del servizio, della compatibilità finanziaria. Un esempio della peggior politica che sta avendo come interprete proprio quell’assessore che si diceva lontano dalla politica e dalle sue degenerazioni.
Con che faccia si chiedono ora sacrifici ai cittadini e ai territori, quando gli stessi sacrifici si abbuonano a quei territori che hanno qualche santo nella maggioranza di centrodestra? Ci aspettiamo una risposta concreta, non le solite affermazioni di principio che a questo punto suonerebbero solo false e irridenti.
Aldo Reschigna
Presidente Gruppo Regionale Pd

PARCO VEGLIA DEVERO VALLE ANTRONA: UN PO’ DI CHIAREZZA SUI COMPENSI DEL PRESIDENTE

alpe Devero

E’ di venerdì 7 gennaio l’intervista apparsa nelle pagine locali del quotidiano “La Stampa” del neo presidente del Parco regionale Veglia Devero Valle Antrona.
Al di là di alcune affermazioni sulle quali vorremo evitare di ribattere, ma che cogliamo con un po’ di meraviglia, come quando il geometra Uttini elenca tra i suoi meriti per l’avvenuta  nomina a Presidente del  Parco regionale quello di essere da quattro anni presidente dello sci club valligiano, vogliamo porre l’attenzione dei media e dei cittadini,  sull’ultima affermazione del Presidente quando dice che il suo compenso, a causa della legge approvata dalla giunta Bresso, sarà di 1000 euro netti.
Letto ciò, ci siamo ricordati di un articolo apparso sempre sullo stesso quotidiano lo scorso 11 dicembre, nel quale, il Presidente Cattaneo, a risposta di un nostro comunicato stampa sempre al riguardo, affermava che quanto ai compensi il problema non esisteva: “Si tratta di cariche territoriali. Pertanto, in base alla legge “Salva Italia”, varata in questi giorni da Monti, queste sono cariche onorifiche per le quali sono stati cancellati i compensi”. Crediamo che il Presidente del Consiglio regionale si riferisse all’art. 22, capo III, del decreto poi tramutato in legge, che cita testualmente:” La titolarità di qualsiasi carica, ufficio o organo di natura elettiva di un ente territoriale non previsto dalla Costituzione è a titolo esclusivamente onorifico e non può essere fonte di alcuna forma di remunerazione, indennità o gettone di presenza, con esclusione dei comuni di cui all’articolo 2, comma 186, lettera b), della legge 23 dicembre 2009, n. 191, e successive modificazioni”.
Lasciamo perdere se un simile corrispettivo sia adeguato oppure no alle mansioni e alle responsabilità, non è questo l’oggetto del comunicato stampa, quello di cui vorremo fosse fatta chiarezza è se l’articolo 22 del citato testo si applica anche al Presidente del Parco oppure se il Presidente Cattaneo nella fregola di rispondere al nostro comunicato, abbia preso un abbaglio.
Infine, ci accodiamo a tutti coloro che in questi giorni hanno chiesto alla giunta regionale di fare chiarezza e di spiegare le regioni per le quali sono state scelte alcune persone. Sempre Cattaneo in quell’articolo rassicurava che sarebbero state:”Nominate le persone che hanno i migliori curricula”.  Sebbene non vogliamo sminuire l’importanza dello sci club, crediamo che questo titolo insieme a quelli elencati dal neo presidente non siano sufficienti a giustificare un incarico così delicato a meno che gli altri candidati avessero ancor meno credenziali.

PD VCO
Ufficio Stampa


 

NUOVA LEGGE SULLA CACCIA: LA MAGGIORANZA TENTA IL BLITZ PER CANCELLARE IL REFERENDUM

Con un vero e proprio blitz, oggi l’assessore regionale all’agricoltura Sacchetto, nella Commissione riunita in sede redigente per esaminare le diverse proposte sulla caccia, ha presentato un emendamento per abrogare l’attuale legge regionale sulla caccia, in modo da evitare così il referendum che si dovrà tenere in primavera. La nostra opposizione ha impedito che si arrivasse a un voto sull’emendamento, voto che avrebbe gettato l’intero settore nell’incertezza. Abbiamo chiesto di avere un parere giuridico chiaro sulle conseguenze, per poter avviare il confronto sul merito. Il tentativo ci pare comunque assurdo. Intendevamo aiutare una discussione sulla nuova legge che, per noi, non poteva che andare nella direzione di un miglioramento della situazione faunistica regionale e di un miglior funzionamento delle norme. Una legge che in sostanza non vietasse la caccia, difesa da una norma costituzionale, ma aiutasse un esercizio responsabile dell’attività venatoria, che tenga cioè conto delle condizioni ambientali e reali in cui si trova la fauna piemontese e definisca regole in grado da una parte di tutelarne l’esistenza, e dall’altra di limitarne il sovrannumero là dove avviene.Il blitz ha dimostrato come la maggioranza non avesse alcuna intenzione di discutere nel merito, ma intendesse solo trovare un escamotage per impedire un referendum cui il centrodestra è arrivato completamente impreparato. Un atteggiamento per noi inaccettabile e che ancora una volta mina i rapporti tra maggioranza e opposizione. Resta la nostra disponibilità a trovare una soluzione legislativa che tenga conto della situazione attuale e la affronti con la massima trasparenza e responsabilità.

Aldo Reschigna

Referendum mercoledì prossimo la decisione

Mercoledì 11 gennaio si riunisce in camera di consiglio  la Consulta per decidere l’ammissibilità dei referendum. Il nostro auspicio è che si esprima per il SI all’ammissibilità dei quesiti referendari per l’abolizione del cosiddetto Porcellum (così chiamato dallo stesso estensore della legge il leghista Calderoli che la definì una porcata). Nel caso la corte costituzionale ritenga inammissibili i quesiti referendari sulla legge elettorale, evento che molti disfattisti ritengono probabile, pretendiamo che il Parlamento tenga conto della volontà degli italiani, che è molto chiara: tornare ad eleggere i propri rappresentanti. Scriviamo questo perché la nostra esperienza è stata straordinaria e rivelatrice: i cittadini venivano a cercarci ai banchetti per lasciare la loro firma! Nella malaugurata ipotesi che la Consulta non accolga i referendum, il Parlamento segua la strada tracciata dal democratico Vannino Chiti che ha già lanciato l’idea di una “mozione di indirizzo” per una riforma parlamentare della legge elettorale.

Davide Bolognini, Alberto Nobili

Promotori Referendum contro Porcellum.

 

Nomine agli enti parco: si dia spazio al merito

Fra qualche settimana la giunta regionale nominerà i nuovi consigli di amministrazione degli enti parco.
Oltre un mese fa sul BUR regionale è stata pubblicata la notizia del bando da inviare presso gli uffici regionali per candidature alla presidenza ed a consigliere (n°1+2 posti), mentre sabato 18 c.m. scadrà il bando indetto dalla Comunità del Parco delle Valli dell’Ossola per gli ultimi 2 posti da consigliere, (costituita dai sindaci di Baceno, Crodo, Varzo, Trasquera, Antrona e Viganella, dal Presidente della Comunità Montana e dal Presidente della Provincia del VCO).
Crediamo che molti cittadini comuni abbiano provveduto a spedire il proprio curriculum.
Dal momento che siamo di questo mondo, siamo al corrente che in queste occasioni quando si demandano le scelte alla giunta regionale o alla comunità del parco, indipendentemente dal suo colore, le “scelte” rischiano di essere viziate dal presupposto dell’appartenenza politica.
Riteniamo, tuttavia, che l’importanza rivestita dagli enti parco sul nostro territorio, la situazione delicata che sta vivendo il paese e il clima di diffidenza nei confronti di tutta la classe politica, consenta di fare di questa nomina un esempio tangibile di buona politica e per questo chiediamo alla giunta regionale e in particolare, ai consiglieri regionali del territorio e a tutti gli amministratori che hanno la responsabilità di scegliere questi componenti, di mettere al primo posto come criterio il merito oltre una provata esperienza amministrativa.
Ci auguriamo che non prevalgano le solite logiche per le quali questi incarichi si trasformano nel sottobosco politico nel quale relegare i soliti noti della politica, i trombati, i figli dei figli oppure i factotum di questo oppure di quell’altro politico.
Il difficile momento che sta vivendo il nostro paese obbliga chi ha responsabilità politiche a cambiare i metodi utilizzati in questi anni e che hanno, non solo mandato l’Italia sull’orlo del baratro, ma allontanato i cittadini dai luoghi delle decisioni e quindi dal loro ruolo di controllo. La politica se vuole tornare ad essere credibile, deve tornare ad essere trasparente e basare le proprie scelte sulla base di criteri oggettivi, quali appunto il merito.
Speriamo che questa sia l’occasione buona per iniziare.  Se così sarà, daremo il giusto riconoscimento alla giunta regionale ed agli amministratori locali, se prevarranno le solite logiche diremo con forza che ancora una volta che si sarà persa una buona occasione

PD VCO
Ufficio stampa