Serata “alternativa” quella organizzata dal PD di Omegna per sabato sera, 4 luglio, presso il Circolo Ferraris.
Programma:
– RIFLESSIONE CON ILLUSTRI OSPITI LOCALI, SU COSA VUOL DIRE OGGI ESSERE PD. Dalle ore 18,30 alle ore 20,00
– APERICENA (Caldo e Freddo). Dalle ore 20,00 alle ore 21,00
– VISIONE DEL FILM “VIVA LA LIBERTA”. Dalle ore 21,15
Brevi note sul film: il segretario del principale partito di centro sinistra, perde smalto e terreno nei sondaggi, tallonato da un compagno di partito grintoso, arrogante ed antipatico. Scappa depresso a Parigi e viene sostituito di nascosto dal gemello pazzo intellettuale, e ne succedono di tutti i colori. Film molto premiato, con un enorme Toni Servillo nella doppia parte del doppio segretario, ed uno straordinario Valerio Mastandrea, premiato con il David di Donatello.
Trattandosi anche di un momento di autofinanziamento per il Partito, il costo previsto per la serata, sarà pari ad € 15,00. Per Informazioni e/o prenotazioni, chiediamo di contattare i seguenti referenti: Alessandro Rondinelli 333-3336205, Alessandro Buzio 348-5218316.
Sperando di avere una partecipazione numerosa, vorremmo sottolineare come l’idea di questa prima serata organizzata dal Circolo di Omegna-Cusio, è quella di passare un momento conviviale tutti insieme, senza per questo rinunciare ad alcuni spunti di riflessione su quello che sta accadendo a livello Nazionale e Locale.
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Iniziative per il tesseramento al PD, sabato 20 giugno
In questi giorni si stanno organizzando sul territorio le iniziative pubbliche dei Circoli per il tesseramento 2015 al Partito Democratico. Iniziative pubbliche in cui è possibile iscriversi al Partito.
Ecco l’elenco delle prime iniziative di sabato 20 giugno.
– Omegna, gazebo portici municipio dalle ore 10 alle 16.
– Domodossola, presso la sede PD di via Dissegna, dalle ore 15 alle ore 18.
– Verbania, gazebo pubblico dalle ore 10.30 alle 16.oo in piazza Ranzoni.
– Villadossola, aperitivo presso la sede PD in via Vittoni dalle ore 10.30 alle 13.00.
Prossimamente si svolgeranno iniziative a Baveno (sabato 27 giugno), a Cambiasca ed in Valle Antrona (con due cene del tesseramento in data da definire) ed altre che saranno annunciate
La nuova tessera del Pd rappresenta un simbolo di partecipazione rivolto alla pluralità degli iscritti ed è un messaggio di appartenenza. Ogni iscritto al Partito Democratico è parte del grande puzzle che costituisce una storia scritta con il contributo di tutti per un percorso sempre più aperto al territorio, agli iscritti e a chiunque voglia partecipare al cambiamento del Paese.
La campagna di tesseramento si avvale di un nuovo modello di tessera che conterrà un codice unico per ogni singolo iscritto e che sarà valido per sempre. E’ un importante innovazione dal punto di vista tecnologico, che permette di migliorare gli strumenti di partecipazione consentendo di rafforzare il rapporto con gli iscritti al nostro partito.
Per qualsiasi informazione potete telefonare allo 0323 401272 nei seguenti orari:
– dal lunedì al venerdì dalle ore 14.00 alle 17.50,
-mercoledì, anche la mattina dalle ore 08.40 alle 12.30.
Vi aspettiamo per il rinnovo, cordiali saluti
Antonella Trapani
Segretario provinciale
Giovani e politica: incontro a Verbania venerdì 19 giugno
Continua la rassegna di incontri legata alla campagna del circolo PD “A Verbania facciamo il punto. Anzi 6” che arriva così al suo terzo appuntamento.
Venerdì 19 giugno alle 20.45 presso la Biblioteca Civica a Verbania parleremo di giovani e politica, di partecipazione nei partiti e problematiche. Interverranno:
l’On. Davide Mattiello (Deputato PD);
il Dott. Riccardo Grassi (Sociologo);
Alessandro Rondinelli (membro segreteria PD di Omegna).
Modererà la serata il segretario del PD di Verbania, Riccardo Brezza.
Vi aspettiamo tutti, venerdì 19 giugno alle ore 20.45 presso la Biblioteca Civica Pietro Ceretti di Verbania in Via Vittorio Veneto 138.
Cordiali saluti
La Segreteria PD Verbania
Tesseramento PD 2015
Europa al bivio: incontro pubblico ad Omegna
Europa al bivio: immigrazione, crisi ucraina e polveriera mediorientale.
E’ questo il titolo dell’incontro pubblico sul tema del ruolo dell”Europa al bivio tra protagonismo e subalternità.
Incontro che si svolgerà venerdì 22 maggio alle ore 21.oo, presso Villa Liberty (area Forum) ad Omegna.
Partecipa l’europarlamentare del PD Mercedes Bresso.
Organizza il circolo PD di Omegna/Cusio
Dopo l’Italicum, il Pd e la sinistra
Viviamo un periodo difficile per tutti, certamente di più per chi ha scelto di non votare la fiducia al governo sulla legge elettorale.
Non si tratta della “sinistra masochista”, espressione che lascia il tempo che trova e che qualifica ( non bene) chi l’ha pronunciata. Semmai si tratta di donne e uomini che vogliono dare una mano per un coraggio maggiore nel fare leggi buone, dare un senso al cambiamento del paese e affrontare le tante emergenze davanti a noi. A cominciare dalla tragedia del Mediterraneo.
Persino l’Europa con il presidente della Commissione, Juncker, ha dichiarato che sospendere Mare Nostrum è stato un errore. Si potrebbe dire che è un riconoscimento tardivo e non restituirà la vita a qualche migliaio di donne e uomini disperati.
C’è il Mediterraneo, cimitero a cielo aperto, ma ci sono anche i problemi di milioni di famiglie che non reggono l’urto della crisi. I dati dell’economia reale non spingono all’ottimismo e questo rende ancora più urgente il varo di un provvedimento mirato contro la povertà e per una integrazione al reddito di chi è rimasto più solo e più indietro.
In questi giorni c’è anche l’emergenza scuola con una riforma che va discussa e rivista in tante sue parti. Ma è chiaro che il voto sull’Italicum ha lasciato delle ferite ed è giusto tornarci sopra. La minoranza del Pd ha sempre detto che le riforme andavano fatte e nei tempi previsti.
Fino dal giorno successivo al “patto del Nazareno” si è sostenuto che era giusto cercare l’accordo con una parte almeno delle opposizioni (quella disponibile) e che però quell’accordo non poteva impedire al Parlamento di discutere e migliorare le riforme anche come garanzia di una condivisione larga delle scelte che si andavano a fare.
Purtroppo, e per mesi, la risposta è stata che nulla di quelle riforme (della Costituzione e della legge elettorale) si poteva cambiare senza un accordo preventivo con Berlusconi. Il risultato è stato che il Parlamento ha finito col ratificare, passo dopo passo, decisioni e scelte assunte altrove.
Questo fino alla rottura del patto con Forza Italia quando abbiamo pensato che fosse finalmente possibile trovare i contrappesi dovuti per una riforma destinata a cambiare la nostra forma di governo con uno slittamento del potere legislativo dal Parlamento all’Esecutivo. Invece, ancora una volta si è risposto che nulla si poteva modificare e che la legge elettorale andava approvata com’era.
Sino all’ultimo dalla minoranza è venuta una dimostrazione di lealtà, fino al punto di aver garantito il numero legale nell’Aula della Camera la notte in cui tutte le opposizioni hanno abbandonato i lavori sulla riforma costituzionale. In quelle ore la minoranza ha rispettato con rigore la disciplina del gruppo respingendo anche gli emendamenti che si condividevano.
Poi, nelle settimane successive, c’è stato chi, come Gianni Cuperlo e tanti altri, si sono sgolati nel provare a trovare il giusto equilibrio correggendo la riforma del Senato dal momento che ad oggi non siamo in presenza né di una vera Camera delle garanzie e neppure di una coerente Camera delle autonomie.
Modificando la riforma costituzionale, si sosteneva, era possibile compensare i limiti e le storture dell’Italicum (che a quel punto si sarebbe potuto votare senza modifiche come richiesto dal premier). Si sarebbe ottenuto in un colpo solo di migliorare le riforme, unire il Pd e allargare lo schieramento a favore della nuova Costituzione e della legge elettorale.
Si è fatta la scelta opposta: mettere la fiducia sull’Italicum nonostante lo strappo istituzionale che questa scelta comporta e approvare la nuova legge fondamentale della rappresentanza con i soli voti della maggioranza di governo, neppure a ranghi completi e con un dissenso dentro il Pd.
E’ legittimo continuare a chiedere il perché. Perché si è voluto questo sbrego della prassi? Perché si è scelto di ridurre il campo delle forze a sostegno delle riforme? Non siamo sempre stati noi (il Pd e Renzi per primo) a dire che le regole si scrivono assieme? Non aver partecipato al voto di fiducia è stata la risposta che in 38 deputati hanno dato a questo strappo. Sono pochi? Sono molti? Ciascuno può e deve giudicare, magari chiedendosi cosa avrebbe fatto al loro posto ( per quanto mi riguarda, avrei fatto esattamente come loro).
Poche certezze e molti dubbi sono legittimi, tanto più in un passaggio così complesso e carico di significato. Però tutti – anche la maggioranza che oggi guida il Pd – forse dovrebbero chiedersi cosa vuol dire la scelta di non partecipare al voto da parte di persone che appartengono a generazioni e storie diverse. Cosa significa votare contro le scelte, ritenute sbagliate, della propria parte.
Qual è lo strappo? Quello di chi reagisce a una decisione (la fiducia) ingiustificabile anche perché non c’era da parte delle opposizioni alcuna volontà di usare le armi dell’ostruzionismo? O quello di chi ha sottratto al Parlamento il diritto di discutere ed eventualmente emendare una legge che secondo molti conserva ancora gravi limiti? Alcune volte dire dei No costa più di un Sì. Ma è necessario, per non scadere nell’ipocrisia. E adesso? Si rimane nel Pd? Si guarda altrove?
La prima risposta, da parte dei più, è che si resta nel Pd. Questo è il nostro partito e anche se oggi non è ciò che abbiamo pensato e che avremmo voluto. Dunque, in molti sceglieranno di continuare a battersi dentro. Ma anche quelli che hanno fatto o faranno la scelta di lasciare, meritano rispetto.
Per questo è giusto discutere su cosa rischiamo di diventare e su come correggere un profilo e uno stile che ci stanno allontanando da tante e tanti che non capiscono più il senso di una forza dove nessuno si agita se una parte degli iscritti e dei militanti se ne va e pochi si interrogano se alle primarie di Agrigento vince un esponente vicino a Forza Italia, se si fanno alleanze in Campania con personaggi dubbi per poi dire che sono “impresentabili”.
Avere diverse idee è una ricchezza e circondarsi di “fedeli” non è mai una buona scelta. Per questo molti sono ancora in campo. Al governo e al Pd la richiesta è non solo di “dire” ma di “fare” delle cose giuste: per i profughi in mare, i poveri senza rispetto, chi lavora senza diritti e chi un lavoro lo cerca senza garanzie. Si chiede al governo più coraggio sui diritti civili, per le donne e sulla qualità della democrazia.
E’ difficile, molto difficile ma, per chi se la sente, è ancora possibile ( necessario lo è sempre stato) lavorare per tutto questo sapendo che un Pd dove la sinistra, i suoi valori e principi, non sia di casa, semplicemente non sarebbe più il Pd.
Marco Travaglini