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Il programma del centro sinistra per Omegna

Pubblichiamo il programma amministrativo con cui Maria Adelaide Mellano si presenta alle elzioni amministrative del 6 e 7 maggio ad Omegna.
Programma condiviso con le forze politiche che sostengono la sua candidatura, a partire dal Partito Democratico. Insieme a Sinistra e Libertà, Italia dei valori, Federazione della Sinsistra e alal lista Civica “Noi ci siamo per Omegna”.

PROGRAMMA ELETTORALE AMMINISTRATIVE 2012

 Resistenza, Repubblica, Carta Costituzionale, Pace, Accoglienza, Non violenza, sono i Valori di riferimento di Omegna, che, quale città Medaglia d’Oro al Merito Civile per il contributo dato dalle proprie popolazioni alla Lotta di Liberazione nazionale, verso i quali occorre tenere vivi l’impegno e l’iniziativa.

Valori, quindi, che l’amministrazione comunale deve tenere testimoniare in continuità con le passate amministrazioni di centrosinistra che si sono succedute alla guida della città.

E’ ovvio che una coalizione fra le forze politiche diverse deve trovare la sua base su un progetto per la città, su di un programma elaborato insieme e condiviso anche dal maggior numero di cittadini che vogliono riportare al governo della città l’esperienza amministrativa dei partiti di centro sinistra.

A tale scopo è utile precisare che vi sia, da parte dei partiti della coalizione, la massima disponibilità nel ricercare l’intesa sul programma generale, e, per eventuali scelte da farsi al di fuori del programma concordato, il principio generale di scelta sarà su quale sia il bene primario della città e la maggiore utilità per la stessa.

IL METODO

Un Programma Elettorale per le Elezioni Amministrative dovrebbe sempre tenere conto della storia della città, ma anche della sua storia amministrativa della città sapendo individuare le possibili necessità contingenti e future, valutando anche, con attenzione, le reali risorse finanziarie e umane. Questo è stato il nostro obiettivo nel definire il Programma.

La nostra idea di Programma Elettorale è quindi quella di essere davvero un “Piano di Indirizzo Strategico” che, diviso in tre macro aree, definisce obiettivi generali e qualche idea significativa che abbia già in se elementi operativi circa obiettivi, risorse e tempi di realizzazione.

Una promessa va fatta subito: nei primi 100 la nuova amministrazione farà “l’inventario” di ciò che serve alla città e di quanto proposto con una campagna di ascolto, di proposta e di confronto serrato con quartieri, associazioni e altri soggetti cosiddetti “portatori di interessi”. Ogni cittadino potrà così dire la sua opinione, dare il suo contributo ed anche definire le propri responsabilità dirette ed i propri compiti per il bene di tutti.

Nello stesso modo, nei primi 30 giorni occorrerà fare una attenta verifica della “macchina comunale”, analizzarne le criticità ed i punti di forza, con particolare attenzione ai livelli apicali, all’organizzazione interna degli uffici, alla situazione di fatto delle retribuzioni. Lo scopo è ridefinire, soprattutto a livello di vertice, la funzionalità, la produttività, l’efficienza e l’efficacia della struttura “aziendale” del comune.

Amministrare significa avere la responsabilità di scegliere e non nascondersi dietro presunte colpe altrui. Amministrare significa lavorare “per responsabilità” non “per colpa”.

Ora più che mai si tratta, per tutti, di fare un esercizio di verità dando senso e condivisione ad ogni scelta, mettendo in luce le difficoltà e i pericoli che ci si trova e troverà davanti, non nascondendo nulla e decidendo, sempre con coraggio, anche iniziative che potrebbero essere dolorose per alcuni ma necessarie per il bene di tutti. E’ questo il senso vero di un’azione amministrativa che la nostra comunità deve esigere.

Al di là degli slogan elettorali, guardare alla sostanza delle cose è un imprescindibile dovere di chi vuole assumersi la responsabilità di amministrare e fa sempre la differenza con mostra solo di volere essere eletto solo per avere le prerogative della carica e il potere conseguente.

I candidati che si confronteranno alle primarie di coalizione sono, per i partiti che sottoscrivono e che aderiscono a questo Programma, la scelta giusta per dare alla città e agli elettori, la possibilità di scegliere chi amministrerà il bene comune, sulla base generale di quanto esposto in questo documento e con il metodo e le indicazioni condivise da tutta la coalizione di centro sinistra.

STRUMENTI GENERALI DI CONDIVISIONE E DI ASCOLTO

E’ necessario, prima di introdurre qualche idea strategica per la città, definire e fissare alcuni strumenti che permettano sia a chi amministra che ai cittadini di incontrarsi e confrontarsi, anche al di là delle sedi e delle occasioni istituzionalmente definite.

PIANO STRATEGICO: E’ il “filo interrotto” dalla  attuale amministrazione che deve essere ripreso e riproposto con forza perché è l’unico mezzo per poter ridefinire un’azione amministrativa che possa pensare davvero ad un programma di vasto respiro e di lungo periodo. Una forte determinazione nell’utilizzo di questo strumento è espressa da tutte le forze politiche che vogliono un reale cambiamento per avere uno strumento che sia centro della definizione degli obiettivi e della programmazione, nella piena condivisione di tutta la città. Partire dai dati e necessario, individuare obiettivi e tempi è la prima responsabilità per chi amministra. Così vogliamo fare, così faremo.

BANDI E FINANZIAMENTI: Sarà questo un altro dei temi strategici del futuro: ricercare bandi e fonti di finanziamento sui progetti di sviluppo che verranno individuati nello specifico del programma. La cultura nella ricerca e utilizzo di risorse dai bandi di Enti e Fondazioni esiste già nella macchina comunale, ma dovrà essere implementata per avere maggiori possibilità di raggiungere gli obiettivi definiti.

IMPOSTE E TASSE LOCALI: Dovrà essere rivista l’intera struttura della imposte e tasse locali, così come impostata e sostenuta una strategia di recupero dell’evasione. Una politica di equità fiscale e di corrette esenzioni sono la base di un sistema solidare e più giusto.

BILANCIO PARTECIPATO E PROGRAMMAZIONE TRIENNALE: RUOLO PUBBLICO E RUOLO DEI PRIVATI. Qualsiasi Comune non può più fare “economia a se”: occorre scegliere e concordare come gestire molti servizi erogati alla città anche attraverso imprese private. Un mutamento strutturale e culturale che non può più essere eluso e che deve essere gestito con le giuste competenze. Così deve essere per la comunicazione sulla vera disponibilità di risorse a disposizione della città, questo anche per ridefinire una nuova e diversa politica fiscale.

ASCOLTO CONTINUO: URP E ASSEMBLEE PUBBLICHE PERIODICHE PER TEMI. Il Comune di Omegna deve avere una comunicazione totale con i cittadini sfruttando tutti gli strumenti oggi disponibili, soprattutto quelli “digitali”. Sito web, social network, blog, sms: tutto deve essere utilizzato per comunicare e ricevere informazioni e sollecitazioni. Un servizio coinvolgente e svolto non solo attraverso un o più “impiegati filtro”, come avviene ora, ma attraverso una comunicazione più diretta ed efficace. Non solo strumenti digitali, sia chiaro, ma anche strumenti che possano raggiungere quei cittadini che si informano solo attraverso strumenti “tradizionali”.

RUOLO PIU’ FORTE DEL CONSIGLIO COMUNALE:  I Consiglieri Comunali con il nuovo ordinamento saranno di meno e dovranno essere necessariamente più impegnati di quanto non lo siano ora: non solo nei Consigli Comunali, ma anche in ruoli più attivi per seguire progetti, iniziative, obiettivi. La campagna di ascolto continua che si vuole attuare non può che avere come referenti coloro che hanno il mandato degli elettori, della città, con il voto e, quindi, di farsi interpreti delle esigenze della collettività. L’istituzione del Consiglio Comunale dei Ragazzi è un’idea che si vuole attuare e che nasce dalla necessità di una rinnovata “educazione civica”, quindi alla politica identificata come servizio alla polis e luogo di confronto democratico. Non vuole e non deve essere un esercizio retorico o un evento comunicazione, ma uno strumento sostanziale di formazione e con modalità di realizzazione che, seppur legate anche a norme di legge, verranno definite attraverso il confronto con coloro che ne saranno i protagonisti.

 

Omegna è un’idea.

Idee per Omegna.

Ogni omegnese ha la sua idea di Omegna, così come ogni visitatore se ne fa una sulla base di ciò che vede, di come viene accolto e di che cosa trova nella città in cui risiede o che attraversa soltanto.

L’idea di una città è complessa per definizione, perché è la somma di tante piccole realtà, comportamenti, occasioni. Un’idea è frutto della cultura in cui matura: oggi Omegna non è più quella di trent’anni fa, non ha più le stesse occasioni, idee, progetti, ma non riesce ancora ad esprimerlo.

Cambia il mondo, cambiano gli uomini, così Omegna che è cambiata negli anni anche attraverso le idee che gli omegnesi hanno saputo mettere in campo per creare il proprio futuro.

L’amministrazione comunale deve essere il luogo della partecipazione e della sintesi delle idee per arrivare a decisioni per il bene comune: scelte che dovranno essere attente, condivise e, ne siamo consapevoli, anche coraggiose. Questo è il compito di chi amministra: non inseguire “il consenso per il consenso”, ma decidere per il bene di tutti.

Non è facile anche solo intuire in quale contesto Omegna sarà inserita tra cinque anni, ma bisogna comunque definire un percorso e un quadro di riferimento che è, oggi più che mai, necessario per dare alla città un indirizzo e un obiettivo verso il quale tendere.

Omegna ha saputo essere, in anni non lontani, una capitale culturale del nostro territorio, questo anche grazie ad importanti iniziative imprenditoriali e culturali, quindi, alle donne e agli uomini che vi hanno operato e che hanno saputo valorizzare le specificità/peculiarità della città (la figura di Gianni Rodari con il Parco della Fantasia e la Ludoteca, la cultura industriale con il Forum, la Resistenza con le molte manifestazioni commemorative e il Premio Città di Omegna, il Cineforum, la Stagione Teatrale, strutture e luoghi di incontro per la popolazione anziana come l’Oasi della Vita, l’UNI3, la Pro Senectute e l’Auser, per fare solo alcuni esempi). Occorre riprendere questo percorso di idee e iniziative

1.

La nostra città come la casa di tutti.

AMBIENTE, LAVORI PUBBLICI E URBANISTICA

Il tema del governo urbanistico della città è sempre stato centrale per ogni amministrazione. Non c’è sviluppo di una città senza un attento sviluppo urbanistico si leggeva in qualche programma: oggi è ancora così, ma non è già più così.

La città di Omegna deve trovare la sua “dimensione” urbanistica con una definizione più netta delle scelte in questo settore. Invece di nuovo consumo di suolo, si deve pensare ad una riqualificazione di aree oggi “dismesse” (o, meglio, abbandonate) che possono, se utilizzate su progetti seri di sviluppo, portare lavoro e, quindi, una più definita idea di futuro per la città. A tale scopo occorre mettere mano al PRGI per un miglior governo del territorio, affinché sia anche uno strumento di acquisizione di risorse, così come un luogo di coordinamento delle iniziative di riqualificazione.

Un tema centrale è quello ambientale: non è più possibile pensare al futuro della città senza impostare una nuova politica che tenga conto della qualità eco-compatibile delle nuove realizzazioni così come delle ristrutturazioni, ma anche della riduzione del consumo dei combustibili fossili e l’incremento nella produzione e nell’uso delle energie alternative.

Si dovrò intraprendere, tra le altre iniziative a salvaguardia del territorio e della salubrità non solo dei luoghi di lavoro, un’azione di censimento di tutte le strutture contenenti amianto presenti sul territorio comunale, sia pubbliche che private, al fine di attivare una bonifica del territorio.  Una grande attenzione dovrà essere posta, quindi, a tutti gli aspetti dell’assetto idrogeologico del nostro territorio con un monitoraggio completo dell’alveo di fiumi e torrenti.

La tutela ambientale deve essere al centro della riqualificazione urbana che deve portare a realizzare anche il recupero o la risistemazione non impattante di alcune importanti aree verdi (es. Ponte Bria, la Fiumetta, Monte Zuoli, etc.).

Il recupero urbanistico deve affrontare temi importanti quali anche la riduzione nel consumo del suolo e nella corretta e chiara identificazione delle aree da riqualificare o sulle quali definire nuove realizzazioni. Ciò è tanto più necessario se si vuole avviare una effettiva “svolta turistica” della città che vede nella “qualità urbana” un elemento fondamentale di attrazione degli investimenti e dei flussi turistici.

• URBANISTICA: Non c’è serio sviluppo se non c’è un quadro chiaro dello sviluppo urbanistico della città. Partendo dalla consapevolezza che il consumo del suolo deve essere responsabile e inserito in una vasta prospettiva, occorre ridefinire l’idea stessa della città, sistemando il pregresso e dando seguito ad una pianificazione strategica coerente con gli obiettivi a medio e lungo termine.

• QUALITA’ URBANA: La qualità di una città è anche nella capacità di saper recuperare-riqualificare il patrimonio edilizio esistente promuovendo, negli edifici da ristrutturare soluzioni eco compatibili e, quindi, meno energivore delle attuali. Questa prospettiva può attivare risorse e aiutare l’avvio di nuove attività.

• VIABILITA’: Da anni la città chiede una ridefinizione della sua rete viaria anche con scelte coraggiose. Occorre trovare nuove aree per la sosta di veicoli e incentivare, con iniziative di informazione-formazione, l’utilizzo dei mezzi pubblici e della bicicletta. Individuare chiaramente le “isole pedonali” permanenti è necessario per permettere una chiara visione della rinnovata struttura della città e delle rinnovate esigenze di parcheggio. Siamo, per essere chiari su un punto in discussione, contrari alla “circonvallazione lunga” ad Agrano.

• I QUARTIERI – NON SOLO IL CENTRO: Omegna ha la sua identità nei suoi quartieri. La precedente amministrazione di centro-sinistra ha portato i quartieri ad essere un interlocutore stabile e frequente nelle scelte sulla città. E’ questo dovrà ancora essere nel futuro dando il corretto peso agli incontri con un rapporto frequente per sottolineare quanto fatto: richiesta del Quartiere/soluzione dell’Amministrazione. Ogni quartiere, com’è ovvio, ha la sua specificità che deve essere preservata e valorizzata. Un progetto specifico e condiviso per ogni realtà dovrà essere predisposto per determinare il quadro di riferimento per il progetto complessivo della città. Per il Centro, che è da sempre la vetrina della città, occorrono iniziative che lo portino ad essere un’area di interesse turistico ed anche il laboratorio di nuove esperienze commerciali. Occorre pensare, quindi, ad un’ampia zona pedonale, un’ “isola” che trovi la sua attuazione nella realizzazione di un nuovo piano dei parcheggi così come in percorsi ciclabili e pedonali.

• GRAFICA DEI LUOGHI/DECORO URBANO: Per intraprendere un percorso verso un modello di città che voglia essere compiutamente turistica, è necessario che Omegna si occupi di più e meglio della “grafica dei luoghi”, ossia della bellezza di ogni singola zona. Oltre alla pulizia e alla manutenzione dei luoghi, si deve davvero pensare all’immagine “grafica” di ogni parte della città. Solo in questo modo si può caratterizzare la nostra città e darle una identità specifica,  particolare e, alla fine, distintiva. Abbiamo, spontaneamente, visto definirsi degli “stilemi” che definiscono la base dell’identità locale generale e di ogni singolo quartiere. Si deve definire un progetto adeguato di valorizzazione e di miglioramento della qualità di Omegna perché una città più bella attrae turisti e visitatori e migliora la qualità della vita di chi ci abita.

• LAVORI PUBBLICI: IL RUOLO DEI QUARTIERI: I quartieri devono essere i primi interlocutori del Comune anche sul tema dei lavori pubblici. Dovranno essere i quartieri, infatti, a vagliare i programmi del Comune, valutando le necessità e definendo le priorità. Ad ogni quartiere, sulla base delle disponibilità di bilancio, dovrà essere assegnato un “budget” che potrebbe permettere ai quartieri stessi di eseguire piccoli lavori urgenti in economia (con l’acquisto di materiale per volontari che si presteranno) e così risolvere in poco tempo alcune urgenti necessità. Un programma di lavori non può prescindere dalla trasparenza, quindi, con una visibilità sul sito delle singole fasi di ogni realizzazione/appalto, così come fatto in passato, valorizzando ciò che si sta facendo per il bene di tutti.

• PER FARE UN’ESEMPIO: L’AREA DELLA “VECCHIA CANOTTIERI”: E’, dal punto di vista anche urbanistico, una risorsa turistica fondamentale per la città: il centro dell’affaccio a lago di tutta la riviera della città. Un serio progetto di valorizzazione deve essere affrontato dall’Amministrazione con attenzione, non escludendo strumenti di project financing con interlocutori privati.

• AREE DISMESSE E DIMENTICATE: Omegna ha delle aree, anche vaste, pubbliche e private che sembrano, più che dismesse, dimenticate. Sono risorse importanti che, ripensate e ridefinite in un piano generale di sviluppo, possono dare un nuovo volto alla città. Non solo le aree ex industriali (IRMEL, GIRMI, ex MANERA), ma anche le altre, piccole e grandi, che, in attesa di investimenti e sviluppi, dovrebbero essere riqualificate come giardini pubblici, aree gioco o feste per iniziative, le più diverse. Ascoltando la città, le molte associazioni sportive, si possono impostare progetti importanti e condivisi utilizzando aree che oggi appaiono non sfruttabili e attivando anche l’iniziativa di privati.

2.

LA QUALITA’ DELLA VITA:

i servizi alla persona, dai servizi sociali alla cultura.

La qualità della vita di una città dipende dai “servizi” e dalle occasioni culturali che si forniscono e propongono ai cittadini. Nulla, purtroppo, a causa delle attuali condizioni economiche degli enti pubblici, è più garantito e tutto deve essere frutto di una scelta ponderata e condivisa, aperta e trasparente.

Omegna ha acquisito negli anni, grazie alle molte amministrazioni che si sono succedute, un livello di servizi scolastici e sociali di qualità che hanno rappresentato una risorsa non secondaria per le famiglie. Anche il grado di civismo della città è sempre stato elevato, così come la solidarietà e l’attenzione agli ultimi. Un patrimonio che, negli ultimi anni, è sembrato essersi perduto ma che, ne siamo convinti, è solo rimasto sopito di fronte a scelte amministrative vaghe, casuali, quando non incomprensibili. Ora occorre, pur piegati e piagati dalla crisi, sollevare lo sguardo e riacquistare il senso di una comunità capace di guardare a se stessa come ad un luogo di condivisione e di accoglienza per lo sviluppo.

• SANITA’ E SERVIZI SOCIO ASSISTENZIALI: Omegna ha, negli anni, subito il depauperamento delle strutture preposte alla cura delle persone nei momenti di maggior fragilità legati a malattia, vecchiaia, disabilità, etc. In un periodo storico nel quale tutte le analisi da un lato segnalano un sempre maggior invecchiamento della popolazione (con conseguente aumento dei problemi connessi), dall’altro una diminuzione delle risorse pubbliche per il welfare e una diminuzione drammatica dei redditi medio-bassi, il problema dell’assistenza agli anziani sarà una delle priorità, così come di tutte le fasce deboli e disagiate. Il senso di una comunità si legge anche in questi aspetti di attenzione e solidarietà. Sul tema della sanità occorrerà saper affrontare a stabilizzazione del COQ di Omegna con una più forte integrazione di servizi di assistenza territoriale. Il CISS del Cusio deve trovare il suo corretto inquadramento istituzionale ed avere gli adeguati investimenti per far sì che continui ad essere un sicuro riferimento per le fasce più deboli ed esposte della nostra comunità.

• SERVIZI ALLA PERSONA: Occorre continuare nell’opera di praticare politiche tariffarie a favore delle fasce deboli della popolazione e delle comunità locali, con particolare attenzione ai disoccupati, cassaintegrati e persone in mobilità. E’ necessario, inoltre, operare concretamente per l’inserimento sociale degli immigrati, attraverso l’azione concertata di accoglienza, con il coinvolgimento delle scuole (luogo principe di interscambio e convivenza), e l’intero mondo del volontariato.  A Omegna l’esistenza ed il rapido sviluppo di diversi gruppi di acquisto testimonia di una spiccata sensibilità di numerosi nostri concittadini verso i temi dell’acquisto a “filiera corta” e riteniamo sia una risorsa per rendere la nostra città più attenta, solidale e ricettiva. Un’amministrazione comunale progressista deve sostenere e incentivare tali forme di associazionismo e mutualismo, anche attraverso la concessione a questi gruppi di strutture, attrezzature e di spazi che possono agevolarne l’iniziativa e le attività. Una estensione dell’area WI FI è necessaria per dare la possibilità di accesso gratuito a tutta la città estendendo così servizi di comunicazione e informazione.

• ISTRUZIONE: E’ necessario continuare nel processo di riqualificazione di tutti gli altri istituti scolastici, così da permettere che tutti gli alunni possano godere di luoghi di crescita sicuri e sani che li avviino alla cultura della sicurezza nei luoghi di incontro, di studio e di lavoro. Sarà necessario un notevole impegno da parte dell’Amministrazione per attrarre risorse da Regione e Provincia per risolvere gli annosi problemi riguardanti l’edilizia scolastica, soprattutto alla luce del prossimo riordino degli Istituti cittadini di primo grado. Sarà altresì necessario un forte impegno per continuare a garantire agli studenti servizi ormai indispensabili, quali l’accesso alla mensa, ai trasporti e ai servizi di pre e dopo scuola per continuare a fornire un importante contenimento delle quote a carico delle famiglie. Si dovrà, inoltre, cercare di garantire il mantenimento e il potenziamento degli asili nido, cercando di offrire un servizio sempre adeguato alle richieste dell’utenza. Il neonato liceo musicale e l’accorpamento delle sedi liceali contribuisce a creare un autentico polo scolastico d’eccellenza. Tuttavia, occorre che la città interagisca con le istituzioni scolastiche e favorisca l’ampliamento dell’offerta formativa degli studenti e dei cittadini. In città manca una stagione concertistica di rilievo (cosa che in una sede di Liceo musicale è deprecabile); esiste la concreta possibilità, attraverso la collaborazione con associazioni musicali e conservatori, di aprire un cartellone concertistico serio. Inoltre la nuova sede del Liceo, una volta pronta potrà ospitare Eventi musicali, Convegni e Masterclass aperti a tutti, che favorirebbero e svilupperebbero concretamente l’offerta del liceo stesso. Omegna, ospitando il Liceo musicale si candida naturalmente ad essere, in futuro, una città della musica  favorendo anche l’aspetto turistico della città. Anche l’idea di una Festa della Musica, che coinvolga gli spazi cittadini, con possibilità di valorizzare il talento giovanile, può far crescere culturalmente la comunità.

• POLITICHE GIOVANILI: Si deve partire dal presupposto che i giovani sono la grande risorse della città. Il loro futuro è il futuro di Omegna, quindi uscire dal pregiudizio che tutti, indistintamente siano solo una fonte di pericolo o disturbo. I giovani sono importanti  sia in una prospettiva futura ma soprattutto per il presente della nostra città. L’amministrazione comunale ha quindi il dovere di sostenere e proporre iniziative che permettano ai giovani di coltivare interessi e talenti e realizzare progetti attraverso i quali arricchirsi culturalmente e umanamente. Per fare questo è necessario investire ed implementare i servizi oggi a loro disposizione, così come favorire la realizzazione di un Centro Culturale Giovanile come un efficace/reale punto di riferimento per tutti i giovani. Esso dovrebbe svolgere sia funzioni di infopoint , garantendo un’informazione quotidiana su quello che accade localmente in ambito culturale, politico, lavorativo, sociale, sportivo; sia funzioni di carattere creativo/collaborativo. Così si permetterà ai giovani di trovare un appoggio per la realizzazione di idee e dei più diversi progetti, ed anche, creando iniziative, coinvolgere un ampio numero di persone, anche favorendo anche il processo di integrazione con i ragazzi provenienti da paesi e culture differenti, e la collaborazione tra associazioni e attività commerciali e non dislocate sulla zona.

• LUDOTECA-PARCO DELLA FANTASIA: E’ necessario ritrovare il modello delle origini, quello vincente e di successo, per tornare ad essere riconosciuti e distintivi rispetto alle altre strutture. L’integrazione con il Forum è una conquista preziosa, ma deve essere rivista, così la convenzione tra Comune e Fondazione, che deve tenere conto delle esperienze (sicuramente anche positive) di questi ultimi anni. Il Parco della Fantasia deve poter attrarre investimenti e definirsi davvero come “struttura di eccellenza” in Italia e realizzare collaborazioni sinergiche con altre città del territorio provinciale (es. Verbania e Domodossola) diventando modello e luogo di riferimento anche sul territorio provinciale. E’ necessario ritrovare la centralità rodariana con un impegno forte a portare qui il Fondo Rodari, un prezioso ed importante materiale per gli studiosi e appassionati delle opere e delle idee di Gianni Rodari. Avere Rodari al centro e non solo come un accessorio che può tornare utile in qualche occasione celebrativa. Si può, ad esempio, pensare ad un “Festival Rodari” che torni ad associare di più e meglio la città di Omegna con il grande scrittore per l’infanzia.

• SPORT – ASSOCIAZIONI – CENTRO SPORTIVO: Omegna ha dei temi sportivi che la contraddistinguono: basket, calcio, pallavolo, nuoto, canottaggio sono i principali. Occorre fare un censimento delle associazioni, dei luoghi necessarie e delle risorse. Ogni disciplina sportiva deve essere vista come uno strumento di aggregazione sociale prima ancora dell’attività specifica che rappresenta. Il Centro Sportivo e tutti i luoghi dove fare sport devono essere “messi in rete” e comunicati, quindi sostenuti con l’intervento di privati (sponsor) e associazioni. L’attuale gestione della “Palestra del Forum” deve essere sostenuta e valorizzata. Il tema della gestione dei luoghi dello sport deve essere affrontato con maggiore coraggio dando alle associazioni la responsabilità della gestione, associazioni che, negli anni, hanno dimostrato la maturità e capacità necessaria ad una attenta gestione. Naturalmente, le strutture comunali concesse in gestione alle società sportive dovranno essere a norma così da poter svolgere la propria attività nelle migliori condizioni. Lo sport è e deve essere un volano per il turismo, quindi l’Amministrazione deve supportare le iniziative delle società sportive e soprattutto quelle relative ai più giovani. Saranno da riprendere iniziative come “Acroaria”, che ha una attrattività e una visibilità internazionale, così come, ad esempio, altre come “Omegna premia lo sport”, che hanno lo scopo di premiare e valorizzare gli atleti o le squadre locali che, nel corso degli anni, si sono particolarmente distinti, oppure “diamo un calcio alle barriere – pro UILDM”, “un canestro nel cuore”, etc.   finalizzate alla solidarietà e alla beneficenza. Tra le iniziative sportive occorre rilanciare il Palio dei Rioni, importante veicolo di socialità tra i quartieri.

• NUOVE AREE PER LO SPORT E ALTRE ATTIVITA’ SOCIALI: La messa “in rete” delle strutture esistenti, delle diverse esperienze di gestione, delle domande, non può prescindere dalla individuazione di nuove aree dove organizzare e far svolgere attività sportive. Questo è parte di un’idea di città più vivibile e turisticamente più attraente.

• FORUM: Ridefinire il ruolo del nostro Museo come luogo di studio e di ricerca è obiettivo legato all’identità stessa della nostra città. Occorre ritornare al progetto già definito dalle precedenti amministrazioni di centro sinistra, che hanno posto al centro non più e non solo “il casalingo”, ma “il domestico” con tutte le implicazioni progettuali e di sviluppo questo può comportare. Se nel futuro della città non c’è più la produzione su vasta scala di casalinghi, ma la loro ideazione legata alla ricerca e allo sviluppo, nel Forum deve esserci la manifestazione simbolica di questa rinnovata volontà di incidere in un settore che da sempre ha visto Omegna protagonista. La Collezione Permanente deve essere rinnovata e gestita con curatori competenti e capaci nella aree scelte e definite della struttura del Forum.

• PREMIO DELLA RESISTENZA CITTA’ DI OMEGNA: E’ necessario tornare a valorizzare il Premio come evento non solo culturale-letterario, ma identitario per Omegna. La sua collocazione a novembre aveva strategicamente il senso, non solo di valorizzare due date della storia della Resistenza (il 26 e 30 novembre), ma di creare attenzione in un periodo con poche iniziative perché tradizionalmente vissuto come di attesa prima di Natale. E’ stato realizzato, qualche anno fa, il libro sulla storia del Premio, quindi erano previsti ben tre giorni di eventi e di spettacoli per valorizzare il Premio: così dovrà tornare ad essere nel futuro, riallacciando i necessari legami per la promozione e diffusione con la Fabbrica di Carta di Villadossola e la Fiera del Libro di Torino. La cadenza del Premio deve tornare ad essere annuale per non mortificarne la storia e la tradizione. Il Premio della Resistenza Citta di Omegna è un patrimonio culturale importante, com’è anche testimoniato dagli importanti autori a cui è stato conferito, che può e deve essere sviluppato con il concorso di Regione e Provincia che non possono esimersi dal riconoscerne il valore così com’è stato anche in passato.

• STAGIONE TEATRALE: L’amministrazione precedente all’attuale ha portato gli abbonati della Stagione Teatrale omegnese, con una scelta di spettacoli e un’attenta promozione, da pochissimi a oltre 200 e oggi la rassegna vive (per fortuna!) ancora su quella rendita. Si tratta di ridarle nuovo smalto ed anche attenzione a chi la gestisce direttamente (la preziosa SOMS che si è assunta il compito di gestire il Cinema Teatro Sociale), investendo anche in compagnie locali (es. Teatro delle Selve) con cui c’erano già un accordi di collaborazione. Possono poi essere organizzati corsi di animazione e di recitazione (anche per le scuole), così come definire accordi di collaborazione con le altre stagioni teatrali della provincia e non solo.

• UNI3: L’iniziativa del comune era stata potenziata e sostenuta dall’amministrazione precedente all’attuale fino ad arrivare a circa 30 corsi e quasi 700 iscrizioni: un successo senza precedenti sul nostro territorio che ha visto anche nascere iniziative “collaterali” come il coro, corsi di fotografia, etc. che hanno avuto una loro storia parallela di successo e di aggregazione. Oggi si tratta di ripensare la formula e trovare sponsor privati per i singoli corsi. Una vecchia idea che nessuno ha più raccolto e che può ridare risorse per nuovi sviluppi.

• BIBLIOTECA CIVICA. Le Biblioteche civiche stanno sempre più assumendo nelle realtà medi-piccole il ruolo concreto di mediatore culturale. Il potenziamento dei servizi bibliografico-informativi (una maggiore presenza di postazioni internet, la possibilità di fornire servizi didattici specifici, di sfruttare le amplissime possibilità di documentazione web) e sociali (ad esempio un serio ripensamento degli spazi stessi della biblioteca, un incremento delle attività “straordinarie” con aperture serali e organizzazione di convegni e rassegne letterarie) favorirebbe una maggiore partecipazione dei cittadini alle iniziative culturali della città. La biblioteca, non è solo un luogo di studio ma anche un luogo dove ottenere informazioni di base sui servizi. Inoltre sarebbe auspicabile che la  Biblioteca abbia un nome intitolandola a Rodari o a Boggiani.

3.

GUARDANDO OLTRE:

idee per una città che deve crescere.

L’economia di una città, spesso, è generata dallo sfruttamento di un’occasione, di una risorsa, di un’idea. Oggi, in un sistema economico fortemente interconnesso, abbiamo visto (e subito) il fenomeno della “delocalizzazione”, ossia la produzione (povera di contenuti intrinseci) esportata dove “le braccia” costano meno, dove il lavoro è una variabile ancora indipendente dai diritti minimi essenziali. Nonostante la stortura etica e sociale che una simile scelta definisce, costretti dalle leggi non governate del mercato, anche molte aziende del nostro territorio hanno portato le loro produzioni all’estero, ma pochissime hanno saputo tenere forte “la testa” a casa.

Il mondo ci dice che il “valore aggiunto” di una produzione è nelle idee, nei progetti, nella ricerca e nello sviluppo: la cultura di un luogo ne definisce le potenzialità, la coscienza di saper sviluppare competenze che possano trovare lavoro sul territorio deve essere acquisita. E’ questa la vera sfida.

Il mondo ci dice che nei prossimi anni si passerà di crisi in crisi: alla crisi economica (di difficile sbocco) si aggiungerà la crisi ambientale, quindi quella energetica ed ancora quella demografica e alimentare. Nessuna di queste ci lascerà ai margini perché ogni lontana decisione porterà conseguenze anche per noi. Per questo è necessario saper guardare ciò che accade nel mondo meglio e di più e reagire per non subire.

L’economia di Omegna non può prescindere dalla piccola e media industria, così come dalle imprese artigiane, ma anche dal commercio, sapendo che la risorsa “turismo” è ancora tutta da esplorare compiutamente.

Se è vero che l’Amministrazione non può svolgere, per risorse e competenze, il ruolo di artefice di proposte turistiche dirette, l’offerta della città verso il mercato turistico potrà e dovrà essere sostenuta dall’amministrazione concordando con gli operatori l’offerta di maggiori servizi e iniziative.

• RIPOSIZIONARE OMEGNA NEI RAPPORTI CON LA PROVINCIA E REGIONE: Le province (viste le attuali scelte) spariranno e il rapporto con la Regione sarà necessariamente sempre più stretto. Occorre comprendere e dare subito un quadro generale delle esigenze del territorio e ideare una strategia che possa essere condivisa al più presto con la Regione per lo sviluppo locale.

• NUOVE GENERAZIONI AL CENTRO: Omegna rischia di diventare una città “vecchia”, non tanto e non solo demograficamente, ma soprattutto culturalmente: per questo è necessario che le nuove generazioni abbiamo una diversa considerazione, attenzione e ascolto, nonché coinvolgimento, per le scelte sul futuro della città.

• UNA CITTA’ VIVA E NON DORMITORIO: L’obiettivo è quello di ricreare una città completa che non sia solo un “dormitorio” per chi lavora altrove, ma attiva sempre, tutti i giorni tutto il giorno. Questo non deve essere solo uno slogan, ma iniziative per creare nuove occasioni di lavoro per i molti giovani che oggi sembrano non avere prospettive e che sono, al contrario, i trascurati protagonisti del futuro della città. A loro, alle forze fresche ed entusiaste di una città che oggi appare ingrigita e stanca, occorre chiedere idee, energia ed entusiasmo per creare nuove opportunità imprenditoriali e di lavoro. E’ necessaria una Consulta Permanente dei Giovani che sia l’antenna per le idee e per le iniziative che, spesso, per avere successo, devono solo essere correttamente coordinate e comunicate.

• RISORSE UMANE: QUADRO D’INSIEME. Una banca dati sulla situazione occupazionale legata ad un piano strategico può essere uno strumento di incontro tra offerta e domanda di manodopera. Programmi di incentivazione al proseguimento degli studi superiori e universitari è necessario, così come la formazione continua sulla base di reali indirizzi economici locali: nuove imprese, turismo, etc. Tutto questo è da progettare con gli enti di riferimento che hanno dati specifici sull’occupazione e i riferimenti legislativi sulle iniziative finanziate.

TURISMO

• TURISMO: Turismo è accoglienza e cultura dell’offerta di opportunità di svago per il più interessante utilizzo del proprio tempo libero. Il turismo è anche legato alla cura dei luoghi di accoglienza, alla qualità urbana, alle scelte ambientali ed estetiche di un territorio. E’ quindi la somma di molti elementi che devono trovare un coordinamento nella definizione di obiettivi precisi. La scelta turistica, come tutte le iniziative, ha dei prezzi per la cittadinanza in termini di possibile minore tranquillità serale in alcune zone, così come di selezione degli esercizi commerciali, quindi incide anche su abitudini sociali consolidate. E’ un tema vasto che deve essere affrontato come “IL progetto” di prospettiva.

• RIPOSIZIONARE OMEGNA NEL PANORAMA TURISTICO: Omegna deve riacquisire una sua identità che prescinda dall’identità della singola festa (es. i fuochi artificiali di S. Vito) e dalla altre iniziative, ma che ne rafforzi l’immagine. Tutto deve concorrere a questo obiettivo, dalle scelte urbanistiche, fino alle più apparentemente trascurabili nei singoli quartieri. L’idea di Omegna turistica deve essere tra le “idee al centro” di ogni iniziativa.

• RIQUALIFICARE LE STRUTTURE RICETTIVE: Sarebbe velleitario pensare al turismo senza avere adeguate strutture che garantiscano l’accoglienza delle più diverse fasce di turisti. Una attenta analisi dell’esistente deve essere fatta per poter progettare ciò che è necessario: non si può infatti, in campo turistico, proporre solo “quello che si ha”, ma “quello che serve”. Esempi di strutture, solo indicativi la cui realizzazione è da verificare sulla base di risorse da investire, reali flussi turistici e la possibilità di ristrutturare strutture presenti, potrebbero essere aree campeggio, alberghi, ostelli e albergo diffuso.

• CARAVANSERRAGLIO – STAGIONE LUNGA: Il Caravanserraglio è stata un’esperienza importante e ottusamente avversata dall’attuale Giunta. L’obiettivo strategico era quello di allungare la stagione turistica omegnese e affermare che Omegna non è solo San Vito, ma molto di più. Era una autentica risorsa anche per altri aspetti della vita della città tornando a legare eventi per l’attrazione turistica a iniziative della tradizione cittadina come il Palio dei Rioni. E’ necessario pensare ad un simile “contenitore” che possa contribuire a riposizionare Omegna nell’offerta turistica locale e non solo.

 

• S. VITO: E’ la festa che, da decenni, caratterizza l’Omegna turistica ed oggi appare un po’ in affanno, quasi appannata se non nella sua più evidente manifestazione degli spettacoli pirotecnici. Riteniamo che la festa debba essere ripensata, anche nella sua gestione che deve essere più trasparente con un coordinamento che deve vedere all’interno del Comitato sicuramente una rappresentanza del Comune. L’investimento è così importante che la trasparenza è una necessità della città al fine, quando sarà possibile, di investire anche di più per riqualificarla come merita.

• ACROARIA E MOLTE ALTRE OCCASIONI PERDUTE: La dov’è ancora possibile, riportare ad Omegna manifestazioni che portano visibilità alla città grazie alla loro capacità di attrazione e alla loro qualità. Portare occasioni che creino un indotto turistico che permetta, passo dopo passo, di incrementare l’economia di questa risorsa.

INDUSTRIA, ARTIGIANATO E COMMERCIO

• RIPOSIZIONARE OMEGNA NEL PANORAMA INDUSTRIALE: Omegna ha una tradizione industriale che l’ha vista per quasi un secolo all’avanguardia nella tecnologia e nel design di prodotti per la casa. Oggi soffre gli effetti della crisi e ha quasi una crisi di identità causata da una mancanza di indirizzo politico e imprenditoriale su questo fronte. Omegna è città industriale prima di tutto e deve ritrovare la sua vocazione con idee nuove legate all’industria “green”, eco compatibile, etc. Per territorio e rinnovata cultura Omegna lo può fare. Omegna, con la sua importante cultura della produzione, può e deve cercare opportunità puntando su creatività e innovazione, che hanno sempre distinto i prodotti “Made in Omegna”. Puntare all’eccellenza, alla qualità nella e della produzione è l’unica chiave per poter produrre e vendere ancora prodotti che abbiano valore aggiunto e quella redditività necessaria a garantire investimenti e lavoro. Inseguire il low-cost significa inseguire una povertà diffusa, una tendenza di mercato che ha già dimostrato tutti i suoi limiti. L’industria è parte dell’attuale identità di Omegna dalla quale, ancora per molti anni, non si può prescindere per creare lavoro e sviluppo. Occorre però trovare nuove strade, cogliendo le nuove tendenze di mercato e nuovi metodi di produzione. I modelli positivi ad Omegna ci sono e vale la pena sostenerli.

• COMMERCIO: Omegna ha un tessuto commerciale che risente, più di altri, delle crisi economiche generali e della concorrenza con altri centri limitrofi dove si sono insediati centri commerciali che hanno, com’era prevedibile, drenato risorse altrimenti spese in città. Il tessuto commerciale di Omegna ha la necessità di riqualificarsi con un progetto che abbia in tutta la città un alleato forte e  consapevole. Il commercio deve essere sempre di più sinonimo di servizio ed è in questi termini che le iniziative di rilancio devono indirizzarsi

• COMMERCIO – L’OTTAVO QUARTIERE: Il tessuto commerciale della città, diffuso in modi diversi nel vari quartieri della città, sarà considerato dalla nuova amministrazione “l’ottavo quartiere” della città, quindi ascoltato con frequenza e continuità come sarà con i quartieri per progetti, iniziative e un generale coordinamento delle politiche specifiche.

• COMMERCIO – CENTRO COMMERCIALE NATURALE: Il centro storico e i negozi sparsi sul territorio di Omegna devono formare un unico tessuto commerciale che possa diventare non “accessorio”, ma “essenziale” per gli omegnesi. Non si può fare concorrenza ai veri centri commerciali, a meno che non si lavori sul servizi e sul vantaggio della prossimità che nessuno sembra valutare fino in fondo come valore aggiunto. Il tempo dell’acquisto deve ritornare ad essere un tempo davvero accessorio della propria vita, non un tempo principale, quindi il fatto di perdere meno tempo, di fare meno strada per fare acquisti deve essere un valore da rimettere al centro dell’attenzione. Per fare questo, sarà utile definire una commissione che ascolti la città, elabori progetti e li sottoponga ai commercianti assistendoli  in tutti gli aspetti operativi.

Antonella Trapani: Distretto Turistico dei Laghi, basta con il manuale Cencelli!

Abbiamo letto oggi, sugli organi d’informazione locali, che in merito al rinnovo del consiglio del Consiglio d’amministrazione del Distretto Turistico dei Laghi ci sarebbe una distribuzione delle cariche da “manuale Cencelli alla mano”, in cui anche il Pd avrebbe fatto un nome di proprio gradimento.
La segreteria provinciale del Pd del VCO precisa che non ha indicato a nessuno e in nessuna sede un nome per questo rinnovo, anzi aggiunge che mai si è discusso in sede politica con altri partiti o autorevole esponenti degli stessi.
Tra l’altro, nemmeno tre settimane fa, con un comunicato stampa (scaricabile cliccando a questo link) avevamo affermato che era necessario  rivedere in maniera radicale  l’assetto istituzionale degli enti, rispondendo alla provocazione dell’assessore al turismo di Verbania, il  leghista nonché Senatore Enrico Montani,  che aveva dichiarato che “va rivisto il ruolo delle Aziende turistiche locali – come il nostro distretto –  che certamente non stanno svolgendo il lavoro che avevano pensato quando le hanno istituite”.
Ribadiamo quanto scritto tre settimane fa: la prima cosa da fare è stabilire chi fa che cosa evitando di avere più enti con medesime competenze. Di turismo se ne occupa il Distretto Turistico dei Laghi (società mista pubblico privata), la Provincia, le Comunità montane, i Comuni, le Unioni dei Comuni, il Gal “laghi e monti del VCO” (altra società mista pubblico privata).
A noi sembra – dichiara Antonella Trapani segretario provinciale del PD – che questo sia il tipico caso in cui il denaro pubblico è disperso in mille rivoli producendo meno del dovuto; con un paragone con la fisica possiamo tranquillamente affermare che l’efficienza della macchina è molto bassa. Ci aspettiamo che in questa assemblea si affrontino i veri nodi del problema e non la semplice rielezione di un nuovo consiglio d’amministrazione. Spetta a chi governa questo territorio, a partire dalla Provincia, mettere in campo questo strumento. Noi siamo pronti a parteciparvi per dare il nostro contributo“.
Queste precisazioni non hanno nulla a che vedere con la persona indicata sui giornali in quota Pd, sig. Oreste Pastore, del quale conosciamo competenze e capacità e al quale rivolgiamo stima per il lavoro svolto.
Ma se la sua riconferma viene attribuita ad una spartizione politica va da sé che la politica lo debba almeno sapere e crediamo, concordi con noi, nell’affermare che prima di ogni cosa le nomine vanno legate ad un programma, ad una proposta da realizzare durante il proprio mandato amministrativo sulla base del quale a fine mandato si possano tirare le somme.
Non ci stancheremo mai di ripeterlo, è ora che la politica ragioni di temi, obiettivi, programmi e che trovi poi le persone più adatte per realizzarli.

Ufficio Stampa Pd VCO

Le bugie della destra ad Omegna: il bisogno di voltar pagina!

La Giunta Quaretta ( PDL-LEGA NORD) è al capolinea dopo anni in cui si è distinta  per non aver fatto nulla di buono, limitandosi alla gestione quotidiana di piccole cose, senza un’idea compiuta di città. Unica cosa certa è che lascerà una pesante eredità alla nuova amministrazione che uscirà dalle urne con il voto del 6 e 7 maggio prossimi.
Per questo oggi non è consentito loro di autoassolversi, falsando la realtà, negando il fallimento che ha contraddistinto la loro amministrazione. Hanno avuto l’occasione di occuparsi della cosa pubblica a Omegna e hanno dimostrato di non essere all’altezza del compito. Alle elezioni andranno divisi e litigiosi. Eppure , in questi cinque anni, si sono tenuti a braccetto gli uni con gli altri , nella stessa coalizione.
Omegna, in questi anni, ha perso ruolo e funzioni per responsabilità di un’amministrazione distratta e dedita solo alla propaganda, chiusa ed arroccata a difesa dei propri brandelli di potere.
Lo testimoniano alcuni fatti concreti:
•    l’immagine sempre più sbiadita della città, la crisi del centro storico, del turismo e del commercio, l’inadeguatezza di politiche di sostegno ad imprese e famiglie, colpite dalla pesante crisi economica in corso;
•    i tagli ai servizi sociali a danno dei più deboli, l’aumento di tasse e tariffe nonostante il peggioramento della quantità e qualità dei servizi, la mancanza assoluta di nuovi investimenti ed i ritardi nella gestione dei lavori progettati o lasciati in corso d’opera dalle precedenti amministrazioni;
•    il fallimento delle politiche culturali, con la crisi della Ludoteca, della città di Rodari e del Premio Omegna. La perdita del ruolo di comune capofila nell’ambito del Cusio, sia per avviare nuove iniziative sul turismo, sia per battersi sempre e con coerenza per la difesa della sanità del territorio, dai servizi sanitari a quelli socioassistenziali;
•    il deficit della SPL di oltre 500 mila euro va imputato alla gestione presieduta da Massimo Nobili sulla quale l’amministrazione comunale non ha saputo (o voluto) esercitare nessun controllo;
•     Il deficit sui derivati finanziari l’ineffabile Bisoglio lo attribuisce alla sinistra ben sapendo che è responsabilità sua e del sindaco Quaretta se questa partita non è stata gestita correttamente. Dovevano far funzionare gli uffici e contestare al sistema bancario la cattiva gestione del denaro pubblico e non ne sono stati capaci. Altri comuni l’hanno fatto e hanno ottenuto ragione in giudizio.
E’ la rappresentazione, sintetica e veritiera del pessimo risultato che è stato conseguito, principalmente, dal PDL e della LEGA NORD.
Gli stessi  che oggi parlano con un linguaggio tale da apparire dei fuoriusciti rientrati da poco in città dopo essere stati anni e anni all’estero, tentando di farsi passare per anime innocenti quando di innocente non hanno nemmeno l’ombra.
Ma ci facciano il piacere!!
Per questo le prossime elezioni saranno decisive: Omegna potrà rimanere ferma ancora a lungo ad ascoltare le loro chiacchiere da bar, rischiando grosso,  oppure ritrovare la sua ragion d’ essere, l’ anima, la sua identità per dare nuove speranze di sviluppo e benessere a coloro che vivono e amano questa comunità.
Come democratici e come coalizione di centrosinistra abbiamo scelto Adelaide Mellano come candidata sindaco per guidare le forze di progresso in quest’impresa.
Noi tutti abbiamo consapevolezza che Omegna è bella, ha una storia, una tradizione, un forte senso civico, ma bisogna che sviluppi un’idea nuova, una prospettiva diversa, un progetto concreto affinché tutti i cittadini possano immaginarla e viverla nel futuro.
Il programma con cui ci presentiamo alle elezioni rappresenta uno degli elementi qualificanti di una politica rinnovata.
E’ stato costruito con un confronto largo e decine di incontri, dibattiti, iniziative in città. Non è un libro dei sogni ma un insieme di progetti realizzabili che hanno un anima, una cornice, uno scenario preciso: rinnovare e far rivivere Omegna, farla tornare una città rispettabile e rispettata.
Non abbiamo voluto affastellare promesse irrealizzabili perché con le promesse e con le bugie si può anche ingannare e vincere ma si condannerebbe Omegna al declino.
Meglio la responsabilità e l’impegno su fatti reali, ipotesi concrete, impegni verificabili in tempi di ristrettezze e di crisi.

PD Circolo di Omegna

PD VCO
Ufficio Stampa

Gioco d’azzardo e immigrazione: il Pd ha presentato due Ordini del giorni in Provincia

A gioco d’azzardo e cittadinanza dei minori figli di immigrati nati in Italia sono dedicati due ordini del giorno presentati dal gruppo  Pd in Consiglio Provinciale, con il consigliere Diego Brignoli alla presenza del segretario provinciale Antonella Trapani. Puoi vedere qui il video della conferenza stampa.
Il primo impegna il governo Nobili ad emanare un atto di indirizzo a sostegno dell’ordinanza del Comune di Verbania che limita il tempo di gioco (atto però annullato dal TAR Piemonte con successiva richiesta di risarcimento da parte della società interessata), a promuovere iniziative di sensibilizzazione ai rischi collegati al gioco d’azzardo anche in collaborazione con soggetti che già operano sul territorio come l’Asl e ad avviare un monitoraggio sulla diffusione delle forme di gioco problematico.
<Secondo Lottomatica in Italia la spesa annuale pro-capite è di 1.260 euro; non ha senso arrivare al proibizionismo ma occorre riportare il gioco d’azzardo alla dimensione ludica> ha commentato il primo firmatario Diego Brignoli nel corso di una conferenza stampa.
Il secondo ordine del giorno è volto a sollecitare una soluzione rispetto al ‘limbo’dei giovani figli di immigrati che vivono in Italia in attesa di cittadinanza. Attualmente se i padri la ottengono (dopo 10 anni di residenza legale), si trasmette anche ai figli; altrimenti i minori stranieri nati nel nostro Paese possono richiederla a 18 anni dimostrando di aver vissuto ininterrottamente sul territorio italiano.<Riteniamo opportuni una presa di posizione della Provincia, da trasmettere poi alle autorità competenti, e un gesto simbolico come la concessione della cittadinanza onoraria. Noi siamo per una società multietnica – ha concluso la segretaria Trapani– e questi problemi vanno affrontati>.
Dal sito di TeleVco

Di seguito riportiamo i due ODG

ORDINE DEL GIORNO
Il segretario del Partito Democratico Pier Luigi Bersani nel corso del dibattito sulla fiducia al Governo Monti ha risollevato il tema della cittadinanza ai figli di immigrati  “abbiamo centinaia di migliaia di figli di immigrati che pagano le tasse, vanno a scuola e parlano italiano e che non sono né immigrati né italiani, non sanno chi sono. È una vergogna”
A distanza di pochi giorni il Capo dello Stato è tornato con decisione sull’argomento.“Mi auguro che in Parlamento si possa affrontare anche la questione della cittadinanza ai bambini nati in Italia da immigrati stranieri. Negarla è un’autentica follia, un’assurdità. I bambini hanno questa aspirazione” ha detto Giorgio Napolitano durante un incontro al Quirinale con la Federazione delle chiese evangeliche.
Attualmente la legge italiana (legge 91 del 1992) non prevede lo Jus soli, il diritto di cittadinanza acquisito per il semplice fatto di essere nati in Italia. La condizione giuridica dei bambini di origine straniera nati in Italia è da un lato strettamente legato alla condizione dei genitori: se i padri ottengono la cittadinanza – dopo 10 anni di residenza legale – questa si trasmette anche ai figli sulla base dello Jus sanguinis. Dall’altro, la legge prevede che i minori di origine straniera nati in Italia possano fare richiesta di cittadinanza al compimento del 18° anno di età (ed entro il compimento del 19°) a condizione che siano in grado di dimostrare di aver vissuto ininterrottamente sul territorio italiano.
In questo quadro normativo, la condizione di questi bambini è esposta a una serie di fragilità di natura burocratica e di fatto che rendono spesso difficile l’acquisizione dei requisiti previsti dalla legge. Basta, ad esempio, che un minore sia rientrato per qualche mese nel Paese dei genitori per interrompere il decorso dei termini; anche essere stati iscritti in ritardo all’anagrafe, magari per la temporanea condizione di irregolarità del genitore, fa slittare l’inizio del termine dal quale far decorrere i 18 anni minimi per poter fare domanda.
Il risultato pratico delle scelte legislative italiane in fatto di cittadinanza è che centinaia di migliaia di bambini di origine straniera vivono in una sorta di limbo del diritto, essendo italiani di fatto (per essere nati, cresciuti ed aver fatto le scuole in Italia), ma restando esclusi da tutta una serie di diritti per i quali è prevista espressamente la cittadinanza italiana.
Dopo l’intervento di Napolitano, il senatore del Pd Ignazio Marino, ha depositato un disegno legge firmato da 113 senatori che modifica la legge del 1992 e assegna la cittadinanza ad ogni nato in Italia indipendentemente da quella dei genitori
Il ministro dell’Interno, Annamaria Cancellieri, ritiene che il diritto di cittadinanza non possa essere concesso a chiunque: niente cittadinanza automatica a ogni bambino straniero che i genitori abbiano deciso di far nascere in Italia. Sì, invece, a una cittadinanza che “derivi da un insieme di fattori. Se un bambino è nato in Italia, i genitori sono stabilmente in Italia e magari ha già fatto parte degli studi qua ed è inserito, allora credo sia giusto”.
In altre parole lo Jus culturae, come aveva proposto il ministro per l’Integrazione Andrea Riccardi, che aveva sottolineato: “Deve prevalere non lo jus soli o lo jus sanguinis ma lo jus culturae, perché questi giovani sono cresciuti immersi nella cultura italiana”.
Ha suscitato particolare interesse la sortita del presidente della Provincia di Pesaro Urbino Matteo Ricci, che, in attesa della riforma legislativa, ha deciso di concedere la cittadinanza onoraria a oltre 4mila bambini, figli di immigrati che lavorano nel nostro Paese. La mossa del presidente Ricci è solo uno spot, non ha alcun valore giuridico, ma apre la strada a una riforma la cui esigenza è  fortemente sentita da più parti, si pensi ad esempio al Presidente della Camera Gianfranco Fini che sottoscrive la provocazione affinché i giovani non trascorrano “gli anni decisivi della loro formazione umana e civile nella condizione dello straniero”.
Il progetto del Presidente della Provincia di Pesaro Urbino è stato particolarmente apprezzato dal Quirinale. Tanto che la consulente per i problemi della coesione sociale, Giovanna Zincone, ha auspicato che l’esempio della Provincia di Pesaro Urbino “possa essere seguito anche da altre realtà territoriali” e che la cittadinanza onoraria possa essere “la premessa all’effettivo riconoscimento della cittadinanza italiana a quanti nascono nel nostro Paese da genitori stranieri stabilmente residenti”.
Appare dunque sempre più urgente che il Parlamento legiferi in merito ad una questione che rappresenta un’esigenza di civiltà, che non diventi un tema di divisione e scontro politico, ma invece un elemento unificante. Su questa linea, rispondendo alle sollecitazioni che arrivano in primo luogo dal Quirinale, si ritiene opportuna una presa di posizione anche della nostra Provincia che
si impegna
–    a verificare il numero dei minorenni figli di immigrati stranieri presenti sul territorio della Provincia del Verbano Cusio Ossola
–    a promuovere un gesto simbolico ma sicuramente pieno di significato quale la concessione della cittadinanza onoraria
–    a trasmettere alle autorità competenti la decisione della Provincia del Verbano Cusio Ossola al fine di sollecitare il Parlamento a legiferare in merito
ORDINE DEL GIORNO
È opinione comune e condivisa che il gioco più o meno d’azzardo, il vasto mondo fatto di gratta e vinci, lotterie, lotto, slot machine, scommesse sportive, poker on line…. necessiti di regolamentazioni e azioni di contenimento di un fenomeno che sta assumendo livelli sempre più preoccupanti. Un fatturato di oltre 76 miliardi di euro (e ci riferiamo al solo gioco legale), Lottomatica che nel 2011 aumenta i ricavi del 28,5%, una spesa pro-capite di 1.260 euro, 800 mila persone dipendenti da gioco d’azzardo e quasi 2 milioni di giocatori a rischio; 140 mila punti vendita, 100 mila occupati, 5.800 imprese, una federazione per le imprese del settore costituita all’interno di Confindustria, oltre 9 miliardi di incassi per lo Stato. Cifre che portano il nostro Paese ad occupare il primo posto in Europa (e terzo nel mondo) tra i paesi che giocano di più. Un fenomeno  ancor più stridente con la realtà di un italiano su quattro a rischio povertà e il 16% delle famiglie con serie difficoltà ad arrivare alla fine del mese (indagine ISTAT).
Non sono mancate azioni, interventi e prese di posizione:
–    Il disegno di legge promosso dal Presidente del Consiglio Regionale Valerio Cattaneo, già votato in modo compatto e trasversale dall’assemblea di Palazzo Lascaris, per vietare slot machine e video poker nei locali pubblici.
–    L’unanime approvazione nella nostra Assemblea dell’ordine del giorno proposto dal collega Francesco Pesce a sostegno del disegno di legge  regionale
–    L’ordinanza del 2005 del Comune di Verbania con cui si “restringeva” il tempo di gioco imponendo delle fasce orarie. Ordinanza  che il Tar del Piemonte, riprendendo una sentenza della Corte costituzionale che attribuisce allo Stato e non al Comune il compito di regolamentare questa materia, ha annullato aprendo la strada a una richiesta di risarcimento da parte di Euromatic, l’azienda che gestisce le macchine da gioco che ha stimato le perdite subite per l’intervento del Comune in qualcosa come 1 milione e 350 mila euro. Una cifra che si commenta da sola e che da sola evidenzia le dimensioni del business.
L’enorme affare rappresentato dall’industria del gioco giustifica gli enormi investimenti che si possono permettere di sostenere le aziende del settore  dedicati alle pubbliche relazioni e alla pubblicità che alimentano la febbre da gioco: intere pagine sui giornali, spot radio televisivi accattivanti con sportivi e attori famosi nel ruolo di rassicuranti protagonisti, incalzanti banner che appaiono sui nostri computer non appena li accendiamo, messaggi che inevitabilmente terminano con l’ipocrisia dell’invito a giocare il giusto, giocare responsabile, oppure con la sottolineatura delle finalità filantropiche (ricostruzione delle zone terremotate o restauro di beni architettonici).
Lo spaventoso intreccio tra affari, interessi, abili seduzioni, desideri di riscatto, sottocultura, disperazione… rende estremamente difficile qualsiasi approccio e giustifica un certo scetticismo circa l’effettiva possibilità di intervento. Proprio per questo, come già si diceva nel corso della discussione a proposito del ricordato ordine del giorno, occorre un forte e adeguato impegno da parte di tutti, a cominciare dalle istituzioni, intervenendo sui diversi versanti della questione:
–    normativo (autorizzazioni, controlli e sanzioni)
–    educativo e informativo
–    di prevenzione e cura delle patologie di dipendenza da gioco
–    culturale e formativo
Fare ricorso a sistemi proibizionistici sarebbe inopportuno, inutile e probabilmente controproducente, altrettanto sbagliato colpevolizzare gli operatori del settore. Occorre invece intervenire sul fronte delle  assunzioni di responsabilità tanto delle istituzioni quanto dei gestori delle attività.
Va inoltre ricordato, come dice Giuseppe Roma presidente del Censis-servizi, che “I giochi fanno parte integrante delle attività del tempo libero. Pertanto il gioco va  sempre riportato alla sua dimensione  di intrattenimento, di emozione, di sfida, di ingegno e di accortezza. Mentre va depotenziata  ogni motivazione di riscatto sociale e di rischio calcolato per facili guadagni.”
Alcune fondamentali proposte di intervento sono state presentate a Governo e Parlamento  fin dal dicembre del 2010 dalle associazioni ALEA (associazione per lo studio del gioco d’azzardo e dei comportamenti a rischio)  e CONAGGA  (coordinamento nazionale gruppi per giocatori d’azzardo) e sostenute da LIBERA:
1.    definire una legge quadro sul gioco d’azzardo che ridefinisca le procedure autorizzative
2.    limitare messaggi pubblicitari e di marketing garantendo un’informazione reale e corretta
3.    destinare il 5% degli introiti da gioco e il 5% dei premi non riscossi ad attività di ricerca, cura e prevenzione sul tema del gioco
4.    promuovere iniziative di sensibilizzazione ai rischi del gioco attraverso campagne di informazione
5.    promuovere iniziative di formazione per gli esercenti
6.    recepire l’indicazione dell’OMS che individua nel gioco d’azzardo compulsivo una forma morbosa che  può rappresentare un’autentica malattia sociale
7.    consentire ai giocatori d’azzardo patologici e ai loro familiari il diritto alla cura
8.    emanare un atto di indirizzo che sostenga le iniziative a livello regionale  per la messa in atto misure di prevenzione, cura e riabilitazione delle patologia da gioco
9.    avviare studi e ricerche da carattere epidemiologico per monitorare la diffusione delle forme di gioco problematiche e patologico
10.    realizzare iniziative sperimentali di prevenzione e di  trattamento e cura per chi risulta già dipendente
Alcune di queste proposte travalicano come ovvio le competenze del Consiglio Provinciale  che
si impegna
–    ad avviare un monitoraggio sulla diffusione delle forme di  gioco problematico e patologico nel nostro territorio
–    a emanare un atto di indirizzo che sostenga la citata ordinanza  del Comune di Verbania, ne promuova la diffusione sull’intero territorio provinciale tramite l’assunzione di analoghi provvedimenti da parte di altre Amministrazioni Comunali e affianchi l’Amministrazione di Verbania nell’azione di opposizione alla sentenza del TAR del Piemonte anche alla luce della sentenza della Corte Costituzionale n° 300 del 10 novembre 2011
–    a promuovere iniziative di sensibilizzazione ai rischi collegati al gioco d’azzardo attraverso la collaborazione con  Enti e Associazioni attivi sul territorio provinciale

Continuano le assemblee aperte dei circoli PD in tutto il VCO

Continua la campagna di riunioni dei circoli PD aperte ad iscritti, votanti delle primarie, elettori e simpatizzanti che saranno organizzate tra febbraio e marzo in tutto il Verbano Cusio Ossola.
All’ordine del giorno la situazione politica nazionale e locale, le prossime iniziative da mettere in campo e il lancio del tesseramento 2012. Parteciperanno ad ogni assemblea il segretario provinciale Antonella Trapani, il capogruppo PD in consiglio regionale Aldo Reschigna e gli amministratori locali.

Ecco l’elenco delle prime riunioni convocate:


– giovedì 22 marzo,
circolo Pieve Vergonte presso sala consigliare del Municipio, ore 20.45
venerdì 23 marzo, circolo Varzo/Trasquera, presso la Torre mediovale a Varzo, ore 20.45
– lunedì 26 marzo, circolo di Vogogna/Premosello Chiovenda presso la sala parrocchiale a Vogogna, p.zza chiesa, ore 20.45
sabato 31 marzo, circolo Valle Vigezzo (luogo e orario da definire)

Già svolte
-lunedì 30 gennaio, circolo di Baveno presso Sala consigliare Baveno, ore 20,45
-mercoledì 8 febbraio, circolo di Casale Corte Cerro, presso  Salone circolo arci Ramate, ore 20.45
-giovedì 9 febbraio, circolo Ghiffa-Oggebbio, presso Circolo Susello a Ghiffa, ore 20.45
-lunedì 13 febbraio, circolo Piedimulera/Valle Anzasca, Centro Com C/o Croce Rossa Piedimulera ore 20.45
-venerdì 17 febbraio, circolo Pd di Villadossola, Sala ex Cinema, ore 20.45
-lunedì 20 febbraio, circolo di Stresa/Belgirate, sede Pd via rosmini Stresa, ore 20.45
-giovedì 23 febbraio, circolo di Gravellona Toce, Salone Casa del Popolo in via Roma, ore 20.45
– mercoledì 29 febbraio, circolo di Omegna presso sala Santa Marta in via Cavallotti ore 20.45
– giovedì 1 marzo, circolo di Verbania, Cossogno e collina, Salone Villa Olimpia ore 20.45
– martedì 6 marzo, circolo Crevoladossola/Valle Formazza,  sala consigliere Crevoladossola ore 20.45
– venerdì 9 marzo, circolo di Domodossola/Trontano, sede Pd  via Dissegna a Domodossola ore 20.45
– giovedì 15 marzo, circolo di Mergozzo/Ornavasso (luogo da definire)

L’Italia sta vivendo uno dei momenti più difficili e complicati dal dopoguerra. Il rischio di un fallimento dell’Italia e dell’euro segnerebbe la fine di un’era, la più importante della storia europea durante la quale il Vecchio Continente ha vissuto in pace e ha conosciuto un progressivo sviluppo economico che ha consentito l’affermazione del modello sociale invidiato dal resto del mondo.
Dopo quattro anni di crisi con il Governo Berlusconi impegnato a negare l’evidenza, dallo scorso novembre, grazie al forte impegno parlamentare del Pd, l’Italia ha un nuovo esecutivo che sta tentando di toglierci dal pantano in cui siamo stati condotti.
“Stiamo con Monti senza se, senza ma e senza tacere le nostre idee”, ha detto Bersani all’assemblea nazionale del PD di pochi giorni fa.
La manovra “Salva Italia” è indiscutibilmente un atto molto importante, difficile da digerire, ma assolutamente necessaria per evitare il fallimento del paese. La situazione è ancora molto grave e l’operato di questo Governo ancora molto impervio, a partire dal positivo pacchetto di liberalizzazioni e semplificazioni approvato pochi giorni fa, e dal pacchetto lavoro in fase di preparazione.
A cascata tutte le amministrazioni pubbliche stanno vivendo un momento difficile che si ripercuote sulla vita di tutti i cittadini sia attraverso nuove imposte, sia attraverso la diminuzione dei servizi.
Tuttavia, ci sono situazioni come quella della Regione Piemonte che stanno diventando imbarazzanti in quanto incapaci di affrontare la burrasca con provvedimenti chiari, repentini ed equi. Ogni giorno si susseguono voci, provvedimenti, delibere che quasi automaticamente sono smentite, ritirati o cambiate il giorno seguente.  Un pressapochismo che rischia di aggravare una crisi già di per sé cruda.
Saranno questi i contenuti in disussione alle riunioni.

Presentata la lista del Pd per le elezioni comunali ad Omegna

Presentata con una conferenza stampa nei giorni scorsi la lista del PD per le prossime elezioni comunali del 6/7 maggio 2012 di Omegna a sostegno della candidatura a sindaco di Maria Adelaide Mellano.
La lista è composta da 16 candidati (7 donne e 9 uomini). Vi sono rappresentate le categorie economiche e sociali della città, l’associazionismo culturale e sportivo, la realtà dei quartieri.  Accanto a consolidate esperienze amministrative si è operato un deciso rinnovamento. L’età media dei candidati è di  47 anni  ( 49 per le donne, 45 per gli  uomini). La lista è composta da:
Alessandro Buzio, 28 anni, studente, segretario provinciale giovani democratici del VCO
Claudia Cappelli, 46 anni, operaia Alessi
Alessandro Colucci, 24 anni, agente di polizia locale, dirigente dei giovani democratici
Concetta Castanò, 53 anni, ostetrica al distretto di Omegna ASL VCO
Gianni Desanti, 62 anni, insegnante in pensione, già assessore comunale e provinciale
Enza D’Incal, 57 anni Operatrice socio Sanitaria del CISS Cusio
Arrigo Iori, 46 anni, operaio, del consiglio di fabbrica Alessi
Barbara Ferraris, 42 anni, commerciante, attivista di Emergency Lago d’Orta
Rosario Oliveri, 67 anni, impresario artigiano edile, consigliere uscente
Claudia Fortis, 62 anni, pensionata, CdA COUB rifiuti VCO, già assessore a Omegna
Francesco Pesce, 48 anni, consulente aziendale, consigliere provinciale Pd, già assessore
Alessandra Gebbia, 29 anni, operatrice Casa Resistenza, responsabile ambiente segreteria  regionale dei giovani democratici piemontesi
Giancarlo Ricca, 61 anni, pensionato, già responsabile ufficio commercio e polizia amministrativa comune di Omegna e sindaco di Cesara  Rosarita Varallo 55 anni, Funzionario Asl VCO, della segreteria provinciale Pd, consigliere uscente
Marco Tagliaferri, 36 anni, Chiropratico, presidente del Comitato di Quartiere di Bagnella
Domenico Vono, 35 anni, commerciante, già capitano dell’Omegna calcio