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IL CENTRO CONGRESSI A GRAVELLONA: MA CHI LO VUOLE ?

La recente vista al cantiere del Palazzetto di una delegazione del PD del VCO e di Grtavellona Toce non ha fatto altro che confermare ciò che ripetiamo da due anni: bloccare la costruzione delle piscine pubbliche per sostituirle con una vaga e molto improbabile idea di un centro congressi è stata una scelta sbagliata, irresponsabile, costosa e frutto di una miope logica politica che non ha tenuto conto un solo istante dello sviluppo della Città, dell’interesse della Regione che ha finanziato l’opera in questa grave crisi economica e della qualità della vita dei cittadini che aspettano da decenni nuovi servizi.
Leggiamo con amarezza nelle parole del Sindaco il reiterato e stanco messaggio fatto di roboanti promesse che hanno il solo scopo di nascondere la semplice verità che è una sola e che non va sottaciuta: un’opera di questa portata non si blocca a questo livello di costruzione perché così facendo, per le mille difficoltà insite naturalmente in appalti così ingenti, se ne decreta la distruzione con un enorme sperpero di denaro pubblico.
Il giudizio del Circolo PD di Gravellona dopo la visita al cantiere è ancora più duro con una crescente preoccupazione per i seguenti motivi:
– si abbandona il progetto delle piscine coperte senza il supporto di nessuno studio economico, su un servizio che il Sindaco, a parole o per sentito dire da suoi conoscenti, reputa fallimentare;
– si sottraggono somme ingenti di denaro dal finanziamento regionale, destinati alla costruzione dell’opera, per interrompere il rapporto con la ditta che regolarmente proseguiva con i lavori;
– si genera un consistente debito fuori bilancio che porrà l’Ente sotto la doverosa sorveglianza della Corte dei Conti;
– si rimanda per l’ennesima volta la costruzione di un servizio pubblico utile ai cittadini per dare la precedenza ad interessi privati di fantomatici enti congressuali continuamente smentiti da finti protocolli mai firmati o a quelli di privati costruttori di piscine a cui regalare per decenni superfici pubbliche.
E’ con dispiacere e amarezza che rischiamo di veder sfumare sotto gli occhi il progetto di una struttura sportiva che in poco tempo sarebbe stata utilizzata dalle nostre società sportive, dalle scuole, dagli anziani e dai tanti ragazzi che avrebbero l’urgente necessità di luoghi di crescita alternativi ai Centri Commerciali, per motivi che la gente non riesce a comprendere.
E’ una vicenda nata male sotto l’amministrazione Porini, a cui il sindaco Di Titta aveva cercato di porre rimedio tra molte difficoltà e a cui ora l’amministrazione Giro sta dando il colpo di grazia bloccandone il completamento.
La città di Gravellona non lo merita, così come i cittadini che vedono messi in secondo piano ancora una volta le loro forti e legittime domande di servizi. Per questo il PD di Gravellona Toce si impegnerà con ancora più forza affinché ciò non avvenga.

Il Coordinatore del Circolo PD Gravellona Toce
Roberto Birocco

Manovra economica: i Gazebo del pd.

Ecco l’elenco dei Gazebo organizzati dai circoli Pd del VCo per protestare contro la manovra economica del governo.  Ai gazebo c’è anche la possibilità di firmare i referendum (due) contro la legge elettorale.
– sabato 10 settembre dalle ore 09 alle 12, via sempione 74, a Crevoladossola
– sabato 10 settembre dalle ore 09.30 alle 12-30 in piazza Mercato a Domodossola
– sabato 10 settembre dalle ore 10.00 alle 18.00 in piazza ranzoni a Intra
– sabato 10 settembre dalle ore 09.30 alle 12-30, loc Pironia Cannobio
– domenica 11 settembre dalle 09 alle 12 in piazza fr sasso a Montescheno
– martedì 13 settembre dalle 09. alle 12 in zona mercato a Villadossola.
– mercoledì 14 settembre dalle 09. alle 12 in zona mercato a Gravellona Toce.
– venerdì 16 settembre dalle ore 15. alle 19, in piazza del Municipio ad Omegna (organizzano i giovani democratici).
– domenica 18 settembre, dalle 10 alle 18 all’Ipercoop a Gravellona Toce, (organizzano i giovani democratici).

L’EDICOLA NEL SALOTTO.

Pubblichiamo un comunicato stampa del circolo cittadino del PD di Gravellona Toce. (clicca qui )
L’estate è agli sgoccioli e dei grandi Lavori Pubblici che avrebbero dovuto far impallidire la precedente amministrazione Di Titta, non si vede l’ombra. Della palestra esterna delle scuole elementari non si sa più nulla ed il travagliato progetto che doveva potenziare la vecchia scuola elementare è rimasto in qualche cassetto.
Dei lavori tanto annunciati in Piazza F.lli Di Dio, di cui l’assessore Nocilla a giugno aveva assicurato il rifacimento nel mese di agosto, grazie ad un discreto indebitamento con mutuo, non c’è traccia.
Solo una cosa la giunta Giro è riuscita a fare, creare notevoli problemi ad un’altra attività commerciale, l’edicola Gambero, costretta in fretta e furia a trovare una sistemazione più onerosa. Vista la storica posizione dell’edicola, testimoniata da tutte le fotografie che dal secolo scorso l’hanno sempre ritratta in quella piazza, perché non si è voluto valorizzarla integrandola nel nuovo progetto, sfruttando la ricorrenza del centenario del Comune ? Quello che nelle parole del Sindaco è stato più volte definito “il salotto della città” da recuperare alla pedonalità perché non potrebbe continuare a godere di un servizio che stimola l’incontro e la sosta dei cittadini ? Nel progetto che i gravellonesi hanno potuto conoscere vagamente dagli articoli di stampa, si parla del mantenimento dei 18 stalli per la sosta delle auto, della ricollocazione del pavè e della posa di un monumento. Cioè la situazione odierna senza l’edicola. Almeno si fosse pensato di collocare il monumento allo scalpellino proposto dal Cav. Savia qualche soldo lo si sarebbe risparmiato.
Il sospetto è che in tutta questa storia si accumuleranno ritardi e che chi ne pagherà le maggiori conseguenze sarà un’altra attività commerciale del centro-salotto, tanto caro al Sindaco.
Il Coordinatore cittadino PD Gravellona TOce
Roberto Birocco

Palazzetto dello sport di Gravellona Toce: sopralluogo del PD del VCO.

Si svolgerà venerdì 9 settembre alle ore 15 un sopralluogo, richiesto dai consiglieri comunali del Partito Democratico, all’interno del cantiere del Palazzetto dello sport di Gravellona Toce.
Un sopralluogo con contemporanea conferenza stampa per verificare lo stato dei lavori, presentare le proposte e le preoccupazioni del PD e capire lo stato dei lavori.
Ricordiamo che il cantiere è oramai fermo da più di un anno, da quando è stata stralciata dal progetto originale con una scelta dell’amministrazione del sindaco Giro, la realizzazione della prevista piscina.
Saranno presenti Aldo Reschigna, capogruppo in consiglio regionale, Antonella Trapani segretario provinciale, i consiglieri comunali Gianni Morandi e Anna Di Titta e il coordinatore del circolo Pd di Gravellona Toce Roberto Birocco.

PD VCO
Circolo di Gravellona Toce

Tagli ai comuni: conferenza stampa del gruppo consigliare Pd di Omegna

Alberto Buzio

Riportiamo la sintesi dei contenuti della conferenza stampa tenuta dal  gruppo consigliare del partito democratico di Omegna lo scorso  1  settembre 2011
L’unico vero taglio della manovra riguarda i comuni e le regioni.
Piccoli comuni: per  ora 7,2 miliardi;  per i comuni si tratta dell’ennesimo taglio di trasferimenti che li mette in condizioni di non operare, prestare servizi alla persona, fare l’ordinaria amministrazione.
Non c’e’ piu’ il sindaco-podesta’ ma, salvo mutamenti, permane l’obbligo di associarsi sotto i 1000 abitamti.
Ssenza fare ambiti ottimali il rischio e’ che questa aggregazione metta insieme comuni senza relazioni tra loro.  Lo stato confusionale del governo e’ evidente . Ii comuni non saranno d’accordo a fare unioni illogiche.
I tagli alle regioni sono di fatto tagli alla sanita: procediamo a grandi passi  verso livelli minimi di assistenza inaccettabili. Pagheranno le persone piu’ deboli e in difficolta’.
Vogliono coinvolgere i comuni nella lotta all’evasione fiscale: va bene, ma con quali mezzi ? Se sottraggono fondi ai comuni  li obbligano a tassare i cittadini. i comuni metteranno le mani nelle tasche degli italiani costretti dal governo. si prenderanno le colpe e saranno becchi e bastonati.
La provincia del vco va difesa nonostante lo stato confusionale del governo e la  gestione negativa dell’attuale amministrazione provinciale.
La cancellazione delle province e il dimezzamento dei parlamentari ci dice solo che c’e’ un rinvio a tempo indeterminato. tutto per ora rimane com’e’. Questa non e’ una manovra finanziaria ; e’ una presa in giro.
Sulla provincia del vco siamo d’accordo nel sostenere la battaglia per il mantenimento di una provincia montana per le quali rimangono valide le ragioni che hanno spinto i comuni e le forze politiche  a costituirla. Il presidente Nobili chiede l’intervento dei padri fondatori.  E’ giusto dato che lui ha sempre sostenuto Quaretta, anche nella sua prima giunta, quando fu sfiduciato per aver tentato di fermare l’iter di istituzione della provincia.
La difesa della provincia del vco non cambia assolutamente il giudizio negativo sull’operato dell’amministrazione provinciale che e’ preoccupata solo di inseguire il consenso con tanta propaganda e distribuzione clientelare di fondi.
La provincia deve star vicino ai problemi dei comuni  e delle comunita’ montane . favorire e sostenere le forme associative. investire sull’assetto idrogeologico dei comuni di  valle, tutti in sofferenza, non sprecare soldi per opere inutili, ma concordare coi comuni le priorita’, fare azioni significative per sostenere l’economia del vco, coinvolgendo tutte le forze politiche e sociali del territorio.
Alberto Buzio, capogruppo consigliare PD Omegna

Manovra economica: il documento della segreteria del PD del VCO.

Pubblichiamo il documento elaborato da Antonella Trapani e dalla  segreteria PD VCO sul tema della manovra di ferragosto e presentato oggi (lunedì 29 agosto) in conferenza stampa (clicca qui).

La crisi ha messo l’acceleratore alle richieste di riforma che provengono dai cittadini e ha fatto partorire al Governo un decreto che, il Partito Democratico del Vco, respinge fortemente perché assolutamente inadeguato all’esigenza di far crescere il Paese e perché colpisce i “soliti noti” e non chi finora non ha mai pagato: ossia gli evasori fiscali. Si parla di 20 miliardi recuperati da deleghe assistenziali e fiscali di cui non si sa nulla, mentre le clausole di salvaguardia sono un taglio colossale delle detrazioni fiscali pari al 20%, a scapito delle famiglie, e all’incremento di tassazioni indirette e accise. Siamo di fronte ad un complesso di provvedimenti che mettono in discussione la tenuta dello stato sociale e che prevedono un’ulteriore e insostenibile riduzione del perimetro di intervento del pubblico. La soppressione delle festività civili implica, oltre ad un impatto culturale inaccettabile, un effetto depressivo sui consumi, senza miglioramenti significativi sulla produttività. Gli interventi sulle relazioni industriali e sui rapporti di lavoro sono un’intromissione nell’autonomia delle parti sociali.
Il Partito Democratico intende correggere alla radice le iniquità della manovra ed introdurre interventi per lo sviluppo sostenibile ed è per questo che ha presentato a livello nazionale un suo pacchetto di proposte alternative. Come è sempre più chiaro, è la battaglia per la crescita e l’occupazione, in particolare giovanile e femminile, la vera sfida da vincere nel rispetto degli ineludibili vincoli di finanza pubblica. E’ una sfida che riguarda l’Italia e l’Europa.
Per quanto riguarda la riforma dello Stato e degli enti locali, il Partito Democratico del Vco ritiene che una riorganizzazione non debba essere finalizzata ad un nuovo equilibrio interno ai poteri della Repubblica ma ad offrire a cittadini, comunità ed imprese servizi sociali ed economici degni di un paese occidentale. Ed inoltre una riforma è impossibile farla se continuano i tagli orizzontali ai loro bilanci, che stanno riducendo a quasi “zero” l’autonomia di questi enti. Altro che federalismo.
Bisogna cambiare radicalmente l’ottica della manovra, mettendo però da parte ogni autoreferenzialità ed ogni tentazione conservatrice. Per questo non ci dobbiamo sottrarre al confronto e siamo contrari ad un’impostazione puramente rivolta al mantenimento dello status quo.
Le istituzioni che fronteggiano la globalizzazione, la crisi economica mondiale, le nuove questioni di fondo del pianeta (clima, migrazioni, cibo, rivoluzione numerica) non possono essere le stesse che ci hanno retto fino ad oggi. Bisogna innovare, pena una crisi di autorevolezza della democrazia locale. C’è il rischio che se non si prendono le dovute contromisure, i cittadini confondano i costi della politica con i costi della democrazia e della rappresentanza: è un pericolo che come partito non possiamo far correre al paese, ma per compiere ciò bisogna farla finita con i distinguo e con le difese ad oltranza di tutto. Il Paese va modernizzato, ce lo chiedono i cittadini, i lavoratori, le imprese, i giovani. Per il PD la via è chiara: non si salverà la giusta e necessaria funzione pubblica degli enti locali se non rinnovandola, qualificandola, correggendone i limiti e le storture.
Ciò che riteniamo inoltre inaccettabile è che si voglia riformare il sistema degli enti locali a colpi di decreto, facendo leva sull’eccezionalità della crisi e non attraverso il confronto con le autonomie locali. Per questo chiediamo che siano stralciati dal decreto gli art. 15 e 16 (che limita la rappresentanza democratica e non produce reali risparmi di spesa) e che si dia mandato al Parlamento di riprendere la legge sulla “carta delle autonomie” fermo al Senato e di portare a conclusione il suo iter entro la fine di settembre.
Il Partito Democratico nazionale “da sempre ha ribadito la necessità del superamento delle province con l’istituzione delle città metropolitane, la contrarietà all’istituzione di nuove province e la riduzione delle province esistenti” (dalle dichiarazioni ufficiali di Bersani e Franceschini sul sito ufficiale del PD nazionale) ed è per questo ha presentato a luglio un suo progetto di legge in materia che delega le competenze per le ripartizioni alle Regioni.
Crediamo che il Vco possa continuare ad esistere come Provincia solo se adeguatamente provvisto di risorse e nuove funzioni: non ha senso una battaglia di difesa fine a sé stessa, magari solo per rincorrere qualcuno del centro destra. La riforma deve ottenere il superamento delle duplicazioni, delle sovrapposizioni di competenza, della confusione di ruoli tra Stato, Regioni ed Enti locali. Purtroppo ancora siamo lontani da questo traguardo.
Non può esistere una provincia come la nostra senza una radicale riduzione delle società partecipate ed eliminazione di enti, agenzie ed organismi, intermedi e strumentali, con attribuzione delle funzioni e delle rispettive risorse alla stessa provincia. Per questo abbiamo sostenuto la battaglia sull’approvazione dell’autonomia del VCO. L’attuale sistema riduce la forza programmatrice e di governo spezzettando le stesse competenze in più soggetti.

Ribadiamo e denunciamo il fatto  che oggi la provincia del Vco non riesce a togliersi di dosso il ruolo di supercomune clientelare che distribuisce prebende, una specie di “fondazione” bancaria che elargisce fondi, pochi, a enti locali, sempre più impoveriti.  Il fatto di avere risorse economiche in questo senso non è così importante se si abdica al proprio ruolo di programmazione.
C’è da decidere. O una Provincia forte con la soppressione degli enti intermedi e lo spostamento delle competenze ad essa o una provincia più grande con la valorizzazione degli enti intermedi, magari prevedendo una forma unica di gestione pubblica per i servizi e i beni pubblici del territorio, come ad esempio, acqua, rifiuti, trasporti ed energia. Alla base della nostra proposta ci deve essere l’impegno a definire con chiarezza “chi fa cosa”, cancellando le zone d’ombra, le posizioni di rendita, i poteri di interdizione. Anche se, l’esito della discussione di questi giorni sulla manovra in parlamento, potrebbe portare ad una soppressione totale delle province, riaprendo quindi un nuovo scenario.
Siamo contrari alla cancellazione forzata dei piccoli Comuni perché si abbandonerebbero dei territori e si chiuderebbe un rapporto tra le comunità e le istituzioni che, anche in momenti difficili, è stato salvaguardato dal Comune, siamo invece favorevoli a una forte modernizzazione dei poteri locali che così non possono.
Questa scelta “venduta” come una delle misure necessarie per operare i risparmi che si rendono non più rinviabili è, francamente, una stupidaggine che può creare molti problemi senza raggiungere un solo risultato utile, soprattutto nella parte che prevede l’accorpamento obbligatorio delle realtà municipali inferiori ai mille abitanti e la soppressione delle Giunte e dei Consigli comunali in queste realtà, introducendo la figura antidemocratica del sindaco-podestà.
I comuni vanno sostenuti con strumenti concreti (come ha fatto la precedente giunta di centrosinistra in Regione): incentivando le funzioni associate, semplificando le procedure amministrative, riducendo il co-finanziamento a loro carico nell’accedere alle risorse regionali, favorendo il riequilibrio insediativo e il recupero del patrimonio edilizio dei centri abitati nelle piccole realtà montane, attraverso finanziamenti per chi trasferisce in montagna residenza e attività economica sostenendo le attività commerciali in quelli più marginali e con meno abitanti, attraverso agevolazioni tributarie e interventi di sostegno a queste attività.
Pensiamo anche che la fusione dei piccoli comuni sia auspicabile, ma debba arrivare con una decisione delle comunità locali (anche per via referendaria) e non dai decreti. Ricordiamo che in alcuni comuni di Valle spesso si organizzano liste importando candidati da varie parti della provincia o con candidati sindaco non residente. La partecipazione è ai minimi storici, i piccoli e medi comuni hanno problemi di organico, una maternità di fatto può bloccare un ufficio per un anno, molti servizi non hanno un responsabile in pianta stabile, i segretari comunali sono sempre e comunque a scavalco, ci sono difficoltà a gestire i servizi che spesso devono essere esternalizzati con costi aggiuntivi. I bilanci sono sempre assolutamente e perennemente in difficoltà e ovviamente non si può pensare di avere più risorse a breve.
Il pulviscolo e la frammentazione amministrativa e gestionale vanno superati. E deve risultare chiaro che la messa a fattore comune dei poteri per un governo più efficace ed efficiente è l’altra faccia o l’altra possibilità rispetto all’eventuale riduzione dei livelli istituzionali previsti dalla Costituzione. Ineludibile è il risultato da raggiungere, condizione per la ripresa di un rapporto positivo e di fiducia con i cittadini.
Infine riesce difficile definire l’atteggiamento che i leader locali del Popolo della Liberta e della Lega Nord hanno assunto in merito alla soppressione della Provincia e sull’accorpamento dei comuni. Cattaneo, Zanetta, Nobili, Zacchera, Montani, Airoldi, Bendotti (!) si sono spintonati sui giornali per dirci quanto sia intollerabile la perdita della provincia e insopportabile quella dei piccoli comuni. Ma non provano un briciolo di vergogna, visto che la decisione di sopprimere province e comuni è stata presa da un Governo formato dai loro stessi partiti? Non si vergognano gli Zacchera, i Montani, gli Zanetta di essere stati nominati (non eletti!) in una coalizione che nel 2008 sbandierava proprio la soppressione delle province come uno dei punti qualificanti del programma Berlusconi Presidente? Non misurano costoro il discredito che vanno raccogliendo a piene mani nell’opinione pubblica in questi giorni, tentando pateticamente di scindere le loro responsabilità da quelle del Governo che sostengono in Parlamento e sul territorio?