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Partecipate pubbliche. Necessaria una profonda revisione. C’è bisogno di un tavolo provinciale.

3127 sono i cosiddetti “enti strumentali”, ovvero società, consorzi e centri studi in mano a regioni, province e comuni cui uno studio dell’UPI, risalente al luglio 2012, attribuisce un peso sulle casse pubbliche di 7 miliardi di euro.
Più interessante risulta essere l’analisi del numero delle partecipate dai Comuni, per il Piemonte: sono 576, una ogni 7 mila abitanti.
Ai comuni piemontesi secondo il CONSOC sono costate, complessivamente, 932,6 milioni di euro, hanno avuto bisogno di aumenti di capitale (ricapitalizzazioni) per 49,2 milioni di euro e di coperture per disavanzi per 1,89 milioni di euro, hanno distribuito dividendi per 37,7 milioni di euro. Sono questi i dati di sintesi per il Piemonte che emergono dallo “Studio sulle partecipate dei comuni italiani”, redatto dal Dipartimento della Funzione pubblica e riferito alla chiusura di esercizio dei comuni al 31 dicembre 2011. Per lucrare i 37,7 milioni di euro di dividendi, si sono sborsati “cash” 51,1 milioni per aumenti di capitale e copertura dei disavanzi. Il risultato economico dell’operazione non è esaltante.
Entrando nel merito verifichiamo, diversamente da quanto sarebbe dovuto avvenire, che si tratta a volte di duplicati di assessorati che esternalizzano funzioni interne, in altri casi sono enti di dubbia utilità o che l’utilità l’hanno persa con le modificate condizioni economiche e di sviluppo.
Ciò naturalmente ha consentito (e consente) di dare corso a forme clientelari da tanti punti di vista: nomine negli organi delle partecipate, assunzioni non permesse all’ente, acquisti senza applicazione di procedure competitive.
Basta scorrere la composizione dei consigli di amministrazione e “scopriamo” che pullulano di amici di e/o familiari di.
Ma la riflessione che dobbiamo fare oggi sta, anche, in altro. Se andiamo a leggere la lista delle partecipate di comuni, province e regioni ci accorgiamo della loro eterogeneità. Abbiamo società che gestiscono parcheggi, istituti che si occupano di lavoro quando già sono presenti gli assessorati competenti, e poi tante e tante immobiliari. Di queste ultime fanno parte per la nostra realtà Saia spa con la sua controllata Cesa, ed un ramo di Tecnoparco. La madre di queste società si chiama Finpiemonte società a partecipazione pubblica regionale che a sua volta controlla 35 società!
Restando nella nostra provincia oltre alla già citata SAIA spa – Società Aree Industriali e Artigiane – di cui la provincia detiene il 2,76% abbiamo Centro Servizi Lapideo del Verbano Cusio Ossola spa – quota 38,54%, Distretto Turistico dei Laghi, Monti e Valli d’Ossola scrl – quota 5,83%, Terme Premia srl – quota 4,97%, G.A.L. – Gruppo Azione Locale Laghi e Monti del V.C.O – quota 13,61%. Da questa prima immagine verifichiamo la partecipazione in due enti che promuovano lo sviluppo e l’azione turistica.
A queste dobbiamo aggiungere i consorzi EcoMuseo del Lago d’Orta e Mottarone, Amici dei Navigli – Istituto per i Navigli, Enoteca Regionale della Serra, ARS.UNI.VCO – Associazione per lo sviluppo della cultura, degli studi universitari e della ricerca nel Verbano Cusio Ossola, Società dei Verbanisti – Sodalizio per la storia, l’arte e la cultura del Lago Maggiore, Associazione Locarno – Milano – Venezia, Orchestra Sinfonica Giovanile del Verbano Cusio Ossola, Settimane Musicali di Stresa e del Lago Maggiore, Associazione Casa della Resistenza.
Non dimentichiamoci inoltre le società che gestiscono il bene acqua che pur, con una forte razionalizzazione avvenuta in questi anni, contano sul territorio vari soggetti pubblici di gestione (Acque Nord, Acque Novara/Vco, Idra Blu, Comuni Riuniti ecc).
Considerato il dato iniziale non finirà che per che per mantenere galassie (spesso improduttive) di partecipate gli amministratori mandino in rosso i bilanci comunali? Le difficoltà di alcune società sono rese pubbliche, esempio recente Cesa spa e ConserVco, per altre sapremo man mano che i conti non saranno più risanabili.
Il DL 78/2010, L. 122/2010 e la legge sulla revisione della spesa pubblica (DL 95/2012, L. 135/2012) cercano di dare un taglio alle partecipazioni imponendo un limite di partecipazioni per numero di abitanti e di sciogliere le società strumentali che erogano più del 90% della loro attività all’ente locale, o di metterne in vendita le partecipazioni.
A breve inizieranno i cambi di molti consigli di amministrazione ed è giunto il momento di compiere scelte che siano portatrici di un indirizzo societario forte, fin anche la liberalizzazione delle società. Non si tratta di difendere o accusare la gestione pubblica ma di ridisegnare la sua partecipazione.
Dal centro destra che “governa” indirettamente attraverso provincia, regione, comune di Verbania non sembra però arrivare una disponibilità al dialogo. Ciò è apparso evidente nell’ultima assemblea dei soci di VCO trasporti dove il comune di Verbania (socio di maggioranza), si è rifiutato di rinviare la nomina del nuovo cda, come proposto da alcuni comuni (anche di centro sinistra) soci dello stesso ente
Crediamo necessario e urgente la costituzione di tavolo tecnico/politico provinciale (di cui facciano parte anche i privati presenti in queste società) che faccia il punto complessivo della situazione e che cerchi di capire quali società siano davvero utili ed economicamente difendibili e quali invece rispetto alla loro “mission” inziale possano essere chiuse.

E’ questa l’ora per farlo.

Segreteria PD VCO

 

1° maggio nel VCO: manifestazione ad Omegna

Cgil, Cisl e Uil hanno presentato ieri il programma per la manifestazione provinciale del Primo maggio: il ritrovo è alle 9 in piazza Madonna del Popolo a Omegna, l’inizio del corteo alle 9,15 e il comizio alle 11,30 in piazza XXIV aprile con Graziella Rogolino, segretaria regionale Cgil.

Lo slogan è «Priorità lavoro»: «Ammortizzatori sociali e politiche economiche possono rilanciare il sistema industriale che altrimenti rischia la desertificazione – ha detto il segretario provinciale della Cgil Giuseppe Mantovan -. Le imprese sono stremate e riescono ad aggiustarsi solo nel breve periodo, senza contare la situazione delle istituzioni, con una Regione caratterizzata da rissosità interne, una Provincia traballante e il Comune di Verbania che si avvia al commissariamento».

Da La Stampa

Borghi: buone notizie per la Treibacher di Domodossola. Sbloccato il decreto sugli sgravi fiscali energetici

E’ stato firmato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze, Vittorio Grilli, e dal ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, il decreto intermisteriale che, in applicazione all’articolo 39 del decreto 83/2012, consente la definizione delle imprese a forte consumo di energia e determina gli indirizzi per la definizione di sgravi fiscali a favore delle imprese energivore.
Ne dà notizia il deputato democratico Enrico Borghi, che puntualizza: “I parametri definiti all’ìnterno del decreto consentono l’inserimento dello stabilimento Treibacher di Domodossola tra le industrie energivore nei confronti delle quali sarà possibile applicare gli sgravi fiscali e sostenere la produzione. Il tema era stato oggetto di specifici incontri che avevamo fatto in campagna elettorale con la dirigenza dell’azienda e le organizzazioni sindacali, e ora auspico vivamente che a seguito dell’emanazione di questo provvedimento la proprietà aziendale riconsideri l’ipotesi di chiudere il forno di Domodossola e garantisca la prosecuzione produttiva del sito industriale ossolano”.
A seguito del provvedimento, infatti, viene istituito presso la Cassa Conguaglio per il Settore Elettrico l’elenco annuale delle imprese a forte consumo di energia nei confronti delle quali applicare sgravi fiscali sul consumo dei prodotti energetici che consentiranno un minore esborso da parte delle aziende sulla base di parametri di progressività legati al quantitativo di energia consumata e al rapporto tra il costo effettivo del quantitativo complessivo di utilizzo dell’energia e il valore del fatturato.
Non si tratta di un regalo alle aziende –precisa Borghi- ma dell’applicazione di una direttiva comunitaria, che va incontro alle imprese energivore come appunto Treibacher, oppure Tessenderlo, che per gli alti costi dell’energia italiana vengono fortemente penalizzate nei confronti soprattutto dei competitor stranieri. Il costo per le componenti compensative oggetto della norma fa parte di un fondo compreso tra gli oneri di sistema del settore elettrico, e non viene quindi scaricato sulla fiscalità generale”.

PD VCO
Ufficio stampa 

Interrogazione del PD in Parlamento sui CUD ai pensionati.

 “Il Cud ai pensionati: la scelta della distribuzione per via telematica può generare confusione, disagi e spese aggiuntive”.
È questa la considerazione che ha spinto alcuni deputati del Partito Democratico – Cristina Bargero, Gianluca Benamati, Massimo Fiorio, Enrico Borghi, Chiara Gribaudo, Stefania Covello – a presentare un’interrogazione al Ministro del Lavoro, per conoscere “quali procedure abbia messo in essere Inps per porre rimedio a tali problemi e se in presenza di riscontri negativi sulle procedure in essere siano stati approntati idonei mezzi correttivi”.
Il rilascio solo per via telematica ai pensionati dei modelli Cud, salvo espressa richiesta dell’interessato, è una delle disposizioni contenute nella Legge di Stabilità 2013 dello scorso dicembre. “Larga parte dei pensionati – sottolineano i parlamentari – non dispone di personal computer né di connessione internet e le richieste del Cud cartaceo dirette all’ Inps devono avvenire seguendo precise procedure, con relativi costi aggiuntivi a carico dei pensionatstessi. Tutto ciò può generare costi, confusione e disagi fra gli utenti, ai quali si devono invece risposte chiare, procedure semplificate e certamente non onerose”. 

Conferenza stampa con Trapani, Borghi, Grieco e Reschigna

Una conferenza stampa su vari temi di attualità è stata convocata presso la sede del Pd a Verbania martedì 3 aprile, presenti la segretaria provinciale Antonella Trapani, il capogruppo del partito in consiglio regionale Aldo Reschigna, il capogruppo in consiglio provinciale Giuseppe Grieco e l’onorevole Enrico Borghi.
Quest’ultimo si è soffermato sulla mozione presentata alla Camera a proposito dei crediti delle imprese verso la pubblica amministrazione e del patto di stabilità che consente di intervenire liberando risorse per la cui assegnazione dovrà intervenire una commissione speciale per istruire il relativo decreto.
Con la mozione si chiede di utilizzare le risorse a disposizione dei Comuni per procedere al più presto al pagamento dei debiti pregressi nei confronti delle imprese, di applicare una regola che comporti equilibrio della parte corrente e della politica degli investimenti e di escludere l’applicazione delle regole del patto di stabilità interno per i Comuni fra 1000 e 5000 abitanti.
Borghi ha aggiunto che il Pd chiede il rinvio della Tares al 2014 per evitare un eccessivo carico fiscale sulle famiglie nel prossimo mese di giugno e ha presentato un’altra mozione per aprire un tavolo di confronto impegnato nel predisporre l’impianto di uno statuto dei lavoratori frontalieri; a proposito di questi ultimi ha anche annunciato la presentazione in aula di un’interrogazione urgente al Ministro degli esteri a proposito della nuova campagna xenofoba nei loro confronti lanciata dall’Udc in Canton Ticino. Reschigna e Grieco si sono soffermati sulle condizioni di emergenza in cui versa la Provincia, denunciando che essa ha un bilancio ormai fuori controllo e che nel quadro generale di crisi dei rapporti tra Regione e Province proprio il Vco vive la situazione più drammatica e pesante per le numerose deleghe assegnate che non si possono più gestire per mancanza di fondi e per promesse non mantenute a livello politico a cominciare dagli oltre 4 milioni di canoni idrici inseriti a bilancio e che la Regione non pagherà. In sostanza si è ormai prossimi al momento in cui la Provincia non potrà più svolgere alcun tipo di funzione e occorre prenderne atto al più presto.
Il segretario Trapani ha sottolineato la fine indecorosa dell’ente, dopo che l’Amministrazione non ha voluto affrontare l’argomento ne’ tenere conto degli avvertimenti avanzati da tempo dal principale partito di minoranza.

Dal sito di Vco Azzura TV

Frontalieri: in parlamento mozione ed interrogazione

Pubblichiamo la mozione e l’interrogazione che l’On. Enrico Borghi ha presentato in queste ore sui temi del frontalioerato.
Una mozione  per impegnare il Governo a promuovere l’apertura di un tavolo di confronto con le rappresentanze delle Associazioni Sindacali e dei Lavoratori dei territori di confine, ed un’interrogazione per al fine di conoscere quali iniziative immediati ed urgenti intenda assumere il Governo Italiano nei confronti delle autorità della Confederazione Elvetica e del Canton Ticino tese a interrompere immediatamente ogni iniziativa discriminatoria, xenofoba e offensiva nei confronti dei lavoratori italiani occupati in Canton Ticino.

Mozione

Premesso che

Sono circa 80.000 le lavoratrici e i lavoratori italiani che ogni giorno attraversano i confini nazionali per prestare la loro attività lavorativa all’estero con il permesso di frontaliere;di questi olre 45.000 provengono dalle province di Como, Varese e Sondrio;

il frontalierato è a tutti gli effetti un fenomeno strutturale del mercato del lavoro ed un aspetto rilevante nei rapporti dell’Italia con i Paesi di confine; ha rappresentato nel corso del tempo e rappresenta tuttora un importante contributo alo sviluppo di questi Paesi ed una elevata risorsa per l’economia delle province italiane di confine;

la particolare condizione di vita e di lavoro dei frontalieri li espone tuttavia ad una serie complessa di problematiche di natura fiscale, previdenziale, di sicurezza sociale e regolazione del lavoro, derivanti dal fatto di essere a tutti gli effetti cittadini italiani ma prestatori di lavoro in uno Stato estero;

nonostante la rilevanza del fenomeno il nostro Paese non dispone di una specifica disciplina legislativa in grado di riconoscerne pienamente il valore e l’importanza del lavoro frontaliero per il contesto economico e sociale delle aree territoriali ove è presente; al contrario diversi provvedimenti governativi adottati negli ultimi anni hanno ignorato la specificità dello status di lavoratore frontaliere, generando talvolta una sottovalutazione se non un aggravamento dei tanti problemi aperti;

a titolo esemplificativo le recenti controversie maturate in ordine al riconoscimento dell’indennità di disoccupazione speciale per i frontalieri attivi in Svizzera, così come le contraddittorie comunicazioni fiscali circa la dichiarazione di conti stipendi e le velate accuse di infondati privilegi, hanno evidenziato l’esistenza di uno spettro assai più ampio di problematiche;

considerato opportuno stimolare un più convinto impegno per arrivare al più presto all’approvazione di uno Statuto dei lavoratori frontalieri, che definisca un quadro di diritti e doveri chiari legati a questa peculiare condizione di lavoro e dia soluzione ai problemi in essere, generati principalmente dalla mancanza di una regolamentazione specifica;

impegna il Governo

a promuovere l’apertura di un tavolo di confronto con le rappresentanze delle Associazioni Sindacali e dei Lavoratori dei territori di confine e le Regioni territorialmente coinvolte, con l’obiettivo di predisporre l’impianto di uno Statuto dei lavoratori frontalieri utile alla ripresa dei negoziati internazionali in grado di produrre accordi bilaterali con i Paesi di confine, che prevedano una specifica ed appropriata disciplina del lavoro frontaliero.

Roma, 27.03.2013
Braga, Guerra, Dell’Aringa, Marantelli, Gadda, Senaldi, Borghi, Baretta, Farina, Tentori, Fragomeli, Orlando, Arlotti, Petitti

INTERROGAZIONE IN FORMA URGENTE
Al Ministro degli Esteri
Premesso che
– nei giorni scorsi in tutto il territorio del Canton Ticino, appartenente alla Confederazione Elvetica confinante con la Repubblica Italiana, è stata avviata un’intensa campagna di stampa e mass-mediatica con uso di manifesti stradali da parte di un partito politico (l’Unione Democratica di Centro- UDC Ticinese) nei quali si è attivata una vera e propria campagna xenofoba nei confronti dei lavoratori italiani occupati presso aziende ticinesi;
– che tale iniziativa fa seguito di due anni ad una precedente ed analoga campagna, nella quale i lavoratori italiani vennero additati alla pubblica opinione elvetica -in maniera volgare e offensiva come questa volta- come soggetti che derubano la ricchezza e il diritto al lavoro dei cittadini svizzeri
– che sono quasi 50.000 i cittadini italiani che quotidianamente si recano dall’Italia alla Svizzera per motivi di lavoro, provenienti segnatamente dalle province di Varese, Como, Sondrio e Lecco per la Regione Lombardia e dalla provincia del Verbano Cusio Ossola dalla Regione Piemonte
– che le mansioni che i nostri cittadini occupano sono in molti casi di rilievo e di elevata professionalità, e che la loro attività è regolata e garantita da uno specifico accordo bilaterale tra Italia e Svizzera.
Ritenuta inaccettabile ogni campagna discriminatoria, con sfondo razzista e xenofobo nei confronti di chiunque, e pertanto a maggior ragione nei confronti di cittadini della Repubblica Italiana che in maniera onesta e corretta esplicano il diritto al lavoro garantito dalla nostra Costituzione in un confinante Stato estero
Ritenendo indispensabile un passo diplomatico dell’Italia a tutela dell’onore e dei diritti dei nostri cittadini, lavoratori transfrontalieri, al fine di far cessare una pericolosa e perniciosa campagna di stampa ai danni dei medesimi
Interroga la SV
al fine di conoscere quali iniziative immediati ed urgenti intenda assumere il Governo Italiano nei confronti delle autorità della Confederazione Elvetica e del Canton Ticino tese a interrompere immediatamente ogni iniziativa discriminatoria, xenofoba e offensiva nei confronti dei lavoratori italiani occupati in Canton Ticino
on. Enrico Borghi
on. Daniele Marantelli
on. Chiara Braga
on. Mauro Guerra