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Lotta contro le mafie: iniziativa di Libera a Verbania.

L’Associazione 21 Marzo e il Presidio Giorgio Ambrosoli di LIBERA di Verbania organizzano la proiezione del film Biùtiful Cauntri,  di Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero, giovedì 22 dicembre alle ore 21.00 presso il Kantiere di Possaccio (Vb)
A seguire ci sarà una degustazione dei vini di Libera Terra prodotti nei beni e terreni confiscati alle mafie.

Biùtiful cauntri è un film documentario realizzato nel 2007 da Esmeralda Calabria, Andrea D’Ambrosio e Peppe Ruggiero. Affronta il tema dell'”emergenza rifiuti” e dell’inquinamento in Campania, focalizzandosi sui problemi delle innumerevoli discariche abusive, dell’ecomafia e delle conseguenze dell’inquinamento sull’allevamento, in particolare delle pecore, e sull’agricoltura, oltre a fornire degli indizi sul fatturato derivante dallo smaltimento illegale dei rifuti. Il film rappresenta l’avvelenamento lento della popolazione a causa dell’inquinamento causato dalla camorra e sfrenato dai politici e il governo.

Regione: giusta la proposta per l’abolizione dei vitalizi. Però anticipiamola al prossimo anno.

La proposta dell’Ufficio di presidenza del Consiglio regionale di eliminare i vitalizi dalla prossima legislatura è un punto di partenza importante, che non a caso abbiamo sottoscritto. E’ un primo passo, che ci auguriamo possa diventare legge prima di Natale.
Siamo però convinti che, di fronte alla pesante crisi di fiducia che la politica registra tra i cittadini, questo non esaurisca la necessità di una riflessione complessiva sul tema, avviata in Consiglio regionale con la nostra proposta di legge e la convocazione delle audizioni il prossimo 13 gennaio.
In quella sede, convinti che siano necessari atti concreti e immediati che aiutino a ricostruire un rapporto necessario per la vita democratica del paese, proporremo che l’abolizione dei vitalizi venga anticipata dalla fine della legislatura al prossimo anno.
Sarebbe il segno di una nuova responsabilità della politica, diversa da chi, come il presidente Cota, ha conquistato anche quest’anno il record negativo di presenze in Consiglio regionale, inferiori alle sue partecipazioni ai talk show televisivi nazionali.
Aldo Reschigna,
Presidente Gruppo Regionale PD

Rilascio delle concessioni idroelettriche.Il PD alla Provincia: si muova, approvi lunedì in consiglio una nostra mozione in materia

A distanza di oltre una settimana, dalla richiesta da parte del consigliere provinciale del PD Stefano Costa, di una convocazione delle commissioni consigliari interessate, in merito ad una urgente verifica sull’applicazione dei criteri di rilascio delle concessioni idroelettriche previsti nella delibera adottata dal consiglio provinciale lo scorso mese di giugno, non è pervenuta nessuna risposta.
Per questo il capogruppo consigliare provinciale del Partito Democratico, Giuseppe Grieco, ha presentato ieri pomeriggio una mozione urgente (in allegato) da discutere al prossimo consiglio provinciale in programma lunedì 19 dicembre.
Il criterio di urgenza è determinato dal fatto che oggi in calendario una seduta della conferenza dei servizi che avrà il compito di  valutare la fattibilità della centralina in Comune di Crevoladossola, il cui iter recente ha evidenziato, in modo palese, i difetti nell’applicazione dei criteri vigenti, che, nel caso specifico, consentono una ricaduta di beneficio pubblico su un comune non direttamente interessato né dall’ubicazione dell’impianto né dall’ubicazione dell’opera, e per il fatto che è stato rilasciato dagli uffici provinciali, nelle scorse settimane un rinnovo di concessione sino al 2031 ad un’azienda del gruppo Beltrame nonostante questa avesse chiuso, nei mesi scorsi, lo stabilimento ex sisma di Villadossola.
Qesta mozione chiede al Presidente della Provincia che, alla luce della situazione di conflittualità creatasi, si ponga come obbiettivo la ridefinizione dei criteri di rilascio di concessioni per nuove derivazioni idroelettriche o per il rinnovo di concessioni  in scadenza per evitare che si verifichino altri casi nei quali i benefici ricadano unicamente su società private senza beneficio alcuno per la collettività o ricadano su territori estranei a quelli interessati dall’opera.

PD VCO
Ufficio Stampa

Ma vai a ca..re, pagliaccio!

Enrico MontaniQualcuno si aspetterà che questa frase scurrile sia stata proferita per un rigore non dato in una partito di calcio, o per qualche altro fatto da stadio. In effetti il calcio c’entra perché l’autorevole esponente protagonista di questo epiteto è il senatore leghista Enrico Montani “patron” del Verbania Calcio.
Peccato che non si sia lasciato andare allo stadio di Verbania, ma ieri al Senato della Repubblica, inviando questo insulto all’indirizzo o del Presidente del Consiglio Mario Monti o del Presidente del Senato Schifani (tra le più alte cariche dello Stato) che in quel momento stavano parlando.
Insulti che hanno portato ad una “Censura” da parte del presidente del Senato, Renato Schifani, al senatore della Lega: “Dal resoconto d’Aula – ha spiegato Schifani – risultano evidenti le espressioni pronunciate, che non riferisco in questa sede, rivolte nei confronti di questa presidenza”.
Ovviamente frase finita su tutte le prime pagine dei giornali e sui telegiornali nazionali. Triste esempio di cosa rimarrà di questi anni da Senatore di Montani.
Qualcuno si ricorderà di una sua proposta di legge, di un suo lavoro utile per il nostro territorio? Ovviamente no, però questa sua “cavernicola creatività” (“ma vai a ca..re, pagliaccio!”) ci rimarrà, indelebile, negli anni. Finalmente Montani ha lasciato il segno da Senatore.
E non a caso, probabilmente, questo suo gesto verrà premiato dal suo collega il sindaco Zacchera (quello che non si dimette da Onorevole nemmeno dopo le sentenze dei Tribunali) con un suo trionfale ingresso nella giunta della città di Verbania.

PD VCO
Ufficio Stampa

Riordino delle autonomie locali della regione Piemonte: “la proposta distrugge comunita’ montane e consorzi assistenziali

La proposta di legge della Giunta regionale per il riordino delle autonomie locali è inaccettabile perché distruggerebbe l’esperienza delle Comunità montane e dei Consorzi socioassistenziali senza sostituirli con qualcosa di  almeno altrettanto efficace.
Non si può pensare di improvvisare nuovi enti al posto di quelli cancellati senza tener conto degli aspetti positivi delle esperienze finora attuate.
La proposta della Giunta crea anche molte incertezze per il personale della Comunità montane. I 435 dipendenti andrebbero in una lista di mobilità cui dovrebbero attingere gli enti locali. Ma, in questa situazione di profonda crisi, quale Comune è in grado di assumere nuovi dipendenti?
Immaginare poi, come propone la Giunta Cota, di porre come limite i 15.000 abitanti in montagna e collina ed i 20.000 abitanti in pianura per la gestione delle politiche sociali non significa valorizzare i comuni, ma distruggere la possibilità che venga garantita adeguata protezione e tutela sociale a tutta la popolazione piemontese. Vi è il forte rischio che solo nelle aree urbane si garantiranno i servizi.
La nostra proposta di legge tende invece a una organizzazione dei poteri locali che salvi il valore dei municipi e delle piccole comunità locali, ma che nello stesso tempo spinga verso una gestione associata dei servizi. In questo senso va la proposta di trasformare le comunità montane in unioni montane di Comuni e di chiedere un analogo impegno alle comunità collinari.
Intendiamo anche salvaguardare le esperienze dei consorzi dei servizi sociali: sono 54 oggi in Piemonte, servono una popolazione che varia da 80.000 a 120.000 abitanti. Siamo per introdurre elementi di evoluzione e razionalizzazione, per valorizzare l’integrazione con i Distretti socio-sanitari, ma, a differenza della Giunta, non per destrutturare l’organizzazione esistente.
Come Gruppo Consiliare del PD in Regione avevamo presentato una mozione in aula con la quale chiedevamo alla Giunta regionale di proporre ricorso alla Corte Costituzionale contro l’art. 16 della manovra di agosto,  proprio quello sul riordino dei poteri locali, così come fatto non solo dalle Regioni di centrosinistra, ma dalla stessa regione Lombardia. La Giunta regionale e la maggioranza avevano votato contro la nostra richiesta.
Ora invece la Giunta regionale ha deciso di proporre ricorso alla Corte Costituzionale contro la norma contenuta nel decreto legge del Governo Monti che riguarda le province: prendiamo atto che ci sono due pesi e due misure e che le scelte della Giunta regionale sono fortemente influenzate non dalla tutela della comunità piemontese, ma dalla collocazione politica nazionale della Lega Nord.
Aldo Reschigna
Capogruppo PD in consiglio regionale

La Lega Nord minaccia Zacchera e la giunta di Verbania.

«Il sindaco vuole tagliare numero di assessori e indennità? L’avevamo sconsigliato, in ogni caso queste decisioni vanno concordate. Non dobbiamo leggerle sui giornali. A questo punto la Lega è pronta a uscire dalla giunta, se è il caso anche dalla maggioranza. Così Zacchera non avrà problemi ad accontentare il nuovo gruppo dei Popolari per l’Italia di domani». Enrico Montani, senatore leghista, è furibondo. Nei piani di Marco Zacchera, che a Verbania amministra con una coalizione di centrodestra, l’ex coordinatore provinciale del Carroccio avrebbe dovuto addirittura entrare in giunta nel rimpasto conseguente alle dimissioni di Roberta Mantovani, assessore del Pdl.
Uno schema semplice: dentro Montani fuori i leghisti Luigi Airoldi (presidente Saia) e Fabrizio Sottocornola. Con un avvicendamento su un’altra poltrona della giunta per fermarsi a quota otto. La tesi di Zacchera, condivisa dal gruppo Pdl: «Non possiamo chiedere sacrifici alla gente senza dare il buon esempio. Ma la Lega sembra non comprendere la necessità di dare una risposta concreta da parte dell’intera giunta, anche riducendo indenntià e numero di assessori». Apriti cielo. «Vogliono insegnare a noi l’etica della politica? – si chiede Montani -. Mi sembra che non ci sono più le condizioni per stare insieme. Non siamo noi quelli delle cadreghe, non ci interessano. Certe cose Zacchera poteva farle in An, partito che ha contribuito a radere al suolo o nel Pdl, dove sono ormai in uno stato confusionale. Noi abbiamo sempre fatto la nostra parte di alleati ma chiediamo che le nostre posizioni vengano rispettate. Prima di tutto ascoltandoci».
Zacchera, inoltre, entro il 14 gennaio dovrà scegliere tra l’incarico di sindaco e quello di deputato. Annunciando i tagli a giunta e indennità ha anticipato che entro Natale si dimetterà dalla Camera. Una misura che nulla c’entra, secondo l’opposizione che va dal Pd all’Italia dei valori, con il balletto della politica cittadina e tanto meno con la volontà di dare esempi virtuosi. «C’è una sentenza della Corte Costituzionale – dice Claudio Zanotti, ex sindaco Pd – che sancisce l’illegittimità del doppio incarico. L’abbiamo invitato a rispettarla, anche con un ordine del giorno che sarà discusso nel prossimo consiglio. E potrebbero votarlo anche molti della maggioranza».
Articolo La stampa 12.12.2011