Riportiamo per informazione il resoconto fatto da un giornalista di Eco Risveglio sull’incontrno di domenca sera, 31 luglio a Domodossola tra Cota e i comitati nati in Ossola.
E’ stata una tregua armata quella siglata nell’atteso incontro tra il governatore Roberto Cota e i Comitati sanità dopo l’incontro avvenuto domenica sera in Comunità montana a Domodossola.
Un incontro fatto di scontri duri e aspri, di momenti di tensione ma conclusosi con una stretta di mano finale e, sembra, la reciproca volontà di superare l’impasse.
«Cota non sa quello che avviene qui – era il leit motiv dei Comitati e delle Mamme prima dell’incontro -. Monferino dice delle cose, poi all’Asl Vco fanno tutto il contrario». Di qui l’esigenza di chiarire al governatore la realtà delle cose, per bypassare il commissario Corrado Cattrini e il primario del reparto di Ostetricia Ginecologia.
All’arrivo di Cota il clima è visibilmente teso. Ad accoglierlo c’è un “cerchio magico” di leghisti: Michele Marinello e Roberto De Magistris, il vice presidente della provincia Paolo Marchioni, l’assessore Germano Bendotti e molti altri.
Nessun fischio o contestazione e l’incontro, che doveva essere ristretto ai rappresentanti dei Comitati, è stato pubblico.
L’inizio è stato duro, con Tiziana Zazzali del Comitato Mamme a lanciare un j’accuse articolato: «Ci è stato detto che il punto nascite chiudeva per mancanza di infermieri, poi di ginecologi, infine per la sicurezza. Intanto sappiamo che i ginecologi mancano, ma a Verbania dove ben 5 ginecologi ad agosto non ci sono (tre sono in ferie e due in maternità). A Domo sono nati 4mila bambini nel Punto nascite, senza decessi o lesioni neonatali imputabili al parto. Dei 32 punti nascita piemontesi ben 7 hanno meno di 500 parti ma chiude solo Domo. Siamo sempre sorteggiati dalla sfiga? Poi a Verbania – ha detto Zazzali tra gli applausi e le incitazioni del pubblico – una mamma che ha perso il bambino alla 38esima settimana è stata messa in stanza con due mamme che allattano e con una che sta facendo la terapia per ritardare il parto: questa è crudeltà».
Altra stoccata è arrivata sulle dichiarazioni di Cota che paragonava il reparto alla Thyssen: «Lei forse non ci ha pensato ma ha insultato le persone che ci lavorano» e la chiosa è stata: «Rivogliamo il maltolto, un punto nascite con i fiocchi con personale qualificato».
La replica di Cota ha subito creato malumori: «Non mi faccio spaventare» ha esordito il governatore. «Neanche noi» hanno replicato a muso duro i presenti.
Poi Cota è partito con un lungo resoconto sulla sanità: «Occorre riorganizzare la sanità, abbiamo bisogno di contenere la spese e dare servizi più capillari. Sui punti nascite il minimo in deroga è di 500 parti. Non c’entra la politica, la sicurezza sotto quei numeri non c’è. Il Vco dovrà avere un solo punto nascite. Se poi si vuole stabilire, in accordo con i sindaci e le comunità locali, di farlo a Domodossola, io sono assolutamente d’accordo. A me dispiace che qualcuno si sia offeso del paragone con Thyssen, ma io mi baso sulle relazioni tecniche. Qui poi c’è un numero anomalo di cesarei». «E’ falso, siamo nella media nazionale» hanno ribattuto i presenti. Poi Cota è partito all’attacco: «Ma lo sapete che qui manca un’emodinamica? Che se uno ha un infarto deve andare a Novara?».
«E se una deve partorire? – ha ribattuto una mamma – Lei forse non lo sa, ma l’emergenza non è ancora superata. Lei parla di sicurezza ma dall’11 luglio siamo senza un piano di emergenza, con un ginecologo reperibile e un chirurgo generico d’appoggio in caso di emergenza (problema poi forse risolto con il via libera all’assunzione di Pasquale Bonanno, ginecologo in pensione vicino ai Comitati: ndr). E’ questa la sicurezza che la Regione garantisce alle donne ossolane? Il 13 luglio il ginecologo al mattino non si è presentato, è arrivato solo alle 11 dopo le nostre denunce». «Lei si rivolge alla persona sbagliata – ha ribattuto Cota – io lavoro per potenziare e migliorare, con il piano che sta mettendo a punto Paolo Monferino (direttore generale alla Sanità e futuro assessore: ndr)».
E sull’emodinamica Zazzali ha detto: «Non ci stiamo alla logica del baratto, se c’è bisogno di emodinamica che la si metta, ma il punto nascite deve restare a Domo e non può essere oggetto di un baratto».
Poi è intevenuto Bernardino Gallo, Sos Ossola, che ha rincarato la dose: «Prima restituite il maltolto, poi parliamo di dove posizionare emodinamica. E poi Cota spieghi perché Borgosesia, che fa meno parti di Domo, non chiude ed è sicuro mentre qui si chiude. Emodinamica – aggiunge Gallo – deve andare a Domo, perché se va a Verbania porterà con sè Neurologia e Cardiologia e presto tutto il reparto di emergenza e rianimazione».
Anche Rocco Cento è intervenuto per chiedere al presidente di non lasciare decidere il futuro ai sindaci: «Lei non conosce la realtà, l’Ossola è in minoranza, è schiacciata tra Verbano e Cusio. Con questa provincia creata senza una logica di vera distribuzione dei servizi l’Ossola è sempre stata penalizzata e sarà di nuovo così. Siamo stufi di vederci sottrarre ogni reparto uno dopo l’altro. Se lei lascerà decidere i sindaci perderemo ancora. Lei è federalista, io le dico che qui sta prendendo piede un forte spirito autonomista e senza servizi l’Ossola andrà per conto suo».
Dopo questi interventi Cota ha cambiato tono e atteggiamento: «Forse all’inizio ci siamo presi un po’ male, vediamo di prenderci un po’ meglio. Io conosco questo territorio, il mio obiettivo è fare del bene, non togliere cose. Qui servono più servizi e più capillari, io non ho mai detto di cancellarne, casomai voglio aumentarli. E’ logico che i due ospedali lavorino in integrazione, con alcuni servizi a Domo e altri a Verbania, ma con pari dignità ai due ospedali. Mi impegno personalmente a fare questo, dandone mandato a Monferino e al commissario Asl Corrado Cattrini».
A sentire questo nome è scoppiata la bagarre: «Cattrini no, è come dare i pulcini in mano alle volpi» hanno urlato dalla sala. «A settembre vogliamo parlare con lei e Monferino» è stato detto.
Cota ha allora sintetizzato: «Martedì 2 agosto (l’altro ieri: ndr) sarà qui Monferino, poi tornerà a settembre a spiegare il nostro modello, che avrà una struttura unica organizzativa e un punto urgenza secondo il modello di ospedale in rete. Non escludo che questo reparto sia in Ossola. Ma questo è un fatto tecnico: io prometto che politicamente Domo avrà pari diritti di Verbania».
A quel punto è intervenuto Michele Marinello: «Questa situazione si è creata per responsabilità tecniche precise di personaggi ben precisi. La direzione si sta muovendo per rimuovere questo tipo di problemi. I tempi non saranno rapidissimi come è stato anche per l’assunzione di Bonanno che ha consentito di superare le emergenze».
A quel punto è intervenuta Jessica Fasoni, una delle mamme col pancione: «Le faccio una cronistoria. Il reparto è stato chiuso l’11 lugli senza piano d’emergenza dell’Asl. Il 12 abbiamo chiesto il piano a Monferino. Il 13 mancava il ginecologo. Io sono ignorante, ma al Dea di Domo so che gli infarti si curano. Ma se devo partorire dove vado? Questa è una discriminazione della figura femminile. La prossima chiusura sarà il Country pediatrico. Useremo il bonus bebè per pagare la benzina per andare a Verbania? Io di politica non me intendo, ma le chiedo: se avesse vinto Galvani ci sarebbero stati questi tagli?».
A darle manforte anche Debora Eustacquio, anche lei con il pancione: «Io due anni fa ho partorito a Domo con un cesareo d’urgenza. Se capita oggi cosa faccio? Se lei fosse mio marito cosa farebbe?».
Cota ha risposto spiegando: «Con mia moglie quando sono nati i miei figli ho fatto 50 km per raggiungere il suo ginecologo di fiducia. Io sto lavorando per risolvere i problemi, spero che mi sarà riconosciuto».
Nel suo intervento il sindaco di Crevoladossola Gianni Rondinelli ha spiegato la posizione dei sindaci: «Ho partecipato a tutti gli incontri trovando in Monferino una persona eccellente. Il sindaco di Verbania Marco Zacchera ha convocato solo a inizio luglio, nonostante i nostri solleciti, la conferenza dei sindaci, dove ci è stato comunicata la chiusura del Punto nascite, con la promesso di riaprirlo a settembre. A quel punto a noi interessava soprattutto il discorso dell’emergenza in quanto l’Asl non aveva approntato nessun piano per affrontarla. Nell’incontro del 19 luglio Monferino ci ha garantito la riapertura del reparto entro i primi 15 giorni di settembre e per la gestione dell’emergenza ha dato il suo via libera all’assunzione del dottor Pasquale Bonanno come ginecologo. Finita la videoconferenza con Monferino i vertici locali dell’Asl hanno iniziato a stravolgere il piano, mettendo tantissimi ostacoli. A quel punto il 28 luglio i sindaci ossolani si sono riuniti e hanno detto che fino a che non verrà garantita la sicurezza con il piano dell’emergenza attivato avrebbero restituito al prefetto la delega per la salute pubblica, non essendo più in grado di garantirla. Per quanto riguarda emodinamica abbiamo chiesto alla regione un Piano sanitario preciso. La destinazione dell’emodinamica andrà concertato e discusso nella conferenza dei sindaci, ma fino alla riapertura del punto nascite noi non parteciperemo alla conferenza dei sindaci».
Alla fine Cota ha concluso impegnandosi a sentire martedì Monferino «per sapere come è andata. Tra due mesi ci sarà un incontro dove illustreremo a tutti il modello di sanità che intendiamo portare sul territorio. Però nessuno deve pensare di fare poltica sfruttando la sanità, perché è sulla sanità che noi prenderemo i voti».
In conclusione l’impressione finale dei Comitati si divide in due fazioni.
Il partito degli ottimisti sostiene che Cota non sapeva molte delle cose che capitano nella nostra Asl e che alla fine porrà rimedio. I più pessimisti dicono invece che l’emergenza sul Punto nascite è stata creata ad arte per distrarre l’Ossola dalla partita dell’Emodinamica: «E’ già tutto deciso – diceva qualcuno – alla fine daranno il Materno infantile a Domo ed Emodinamica a Verbania. Ma le mamme di Verbania andranno a partorie a Borgomanero, non a Domo, e alla fine tempo qualche anno chiuderà anche il punto nascite domese. Nel frattempo l’emergenza sarà scappata sul lago e noi rimarremo con il cerino in mano». E qualcuno aggiungeva che dietro il posizionamento di Emodinamica a Verbania ci sarebbero anche interessi di privati, pronti ad entrare pesantemente sul territorio. Dietrologie senza senso o realtà? Non si sa. Solo il tempo potrà dirlo.
ro.bi.
Tratto da Eco Risveglio
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Digitale terrestre: la mazzata alle tv locali per favorire berlusconi.
Le tv locali subiranno nelle prossime settimane quello che si configura come un vero e proprio esproprio di frequenze televisive.
Non solo. Alle emittenti verrà negato il diritto di ricorrere alla giustizia amministrativa: chi si ribella, si troverà in casa la polizia, con la prospettiva di tre anni di carcere. Autore di questa incredibile scelta il ministro del PDL Paolo Romani.
Infatti, a settembre si terranno due gare per l`ulteriore assegnazione di frequenze digitali, di cui la prima riservata agli operatori di telefonia mobile, mentre la seconda assegnerà sei super-frequenze digitali, in grado di trasportare ciascuna sei canali televisivi.
In pratica, saranno i concorrenti dai punteggi più alti per quel che concerne requisiti tecnici e commerciali ad accaparrarsi (gratuitamente) l`ambito premio: è del tutto evidente che si tratterà di Mediaset e Rai.
«A scapito degli editori emergenti», rileva il deputato Pd Vinicio Peluffo, membro della commissione dì vigilanza Rai. Che mette il dito nella piaga: «Le tv locali sono beffate due volte: i nove segnali destinati a essere venduti all`asta agli operatori di telecomunicazione erano stati assegnati alle tv locali solo sei mesi fa. Un regalo che vale 300 milioni.
E nell`ultima manovra appena varata il responsabile dell`economia Tremonti ha pure inserito una norma che blocca la possibilità delle tv locali di ricorrere al Tar: «E se non saranno acquiescenti – spiega Peluffo – la polizia interverrà a blindare gli impianti, con l`avvio di procedimenti penali con reclusione di tre anni, addebito di danni e interessi nonché privazione del risarcimento. Una follia.
Secondo le associazioni di settore l`esproprio riguarderebbe circa 200 emittenti.
Le quali, nel loro complesso, sono già duramente segnate dal passaggio alle “meraviglie del digitale terrestre” .
La promessa era stata quella di più spazio per tutti, con la magnifica prospettiva di maggiore pluralismo. Figurarsi: Rai e Mediaset hanno occupato l`occupabile, le tv locali sono state spinte nel fondo più buio della galassia digitale, più o meno alle cifre triple del vostro telecomando.
Con un conseguente calo di ascolti e una flessione dei fatturati pubblicitari, fagocitati pur’essi da Publitalia del presidente Berlusconi che, avendo molto più spazio da offrire, spalmato su più canali, evidentemente ha allargato la sua concorrenza agli ambiti che finora erano di pertinenza delle private.
Peluffo attacca « è ovvio che così si apra la strada ad una caterva di ricorsi, perché siamo di fronte ad un vero e proprio mostro giuridico. Un`ennesima dimostrazione del conflitto d`interessi e dei provincialismo italiano in campo televisivo. Per questo, come già avanzato da Paolo Gentiloni, chiediamo al governo di assegnare queste frequenze agli operatori locali, già costretti a liberare la banda destinata all`accesso a Internet».
Il PD si impegnerà in tutte le sedi per provare ad impedire questo scempio.
PD VCO
Ristorni ai frontalieri: la lega nord si risveglia dal letargo e scarica su altri le proprie responsabilità!
In merito alle notizie comparse, sugli organi di stampa locali (clicca qui per vedere articolo) , della riunione con i sindaci a Varese del capogruppo della lega Nord Reguzzoni in merito alla questione “ristorni dei frontalieri” vogliamo sottolineare quanto segue.
Per due anni il Governo – di cui fa parte la Lega Nord – ha mortificato nel modo più assoluto la controparte Svizzera, rifiutando praticamente ogni forma di dialogo e bloccando, di fatto, il negoziato sulla nuova Convenzione contro le doppie imposizioni fiscali, ovvero il trattato fondamentale per ristabilire un corretto rapporto tra i due Paesi.
Soltanto grazie alla mozione presentata dal Partito Democratico – primo firmatario l’onorevole Franco Narducci (componente della commissione esteri) – annunciata alla Camera il 20 aprile, discussa il 6 giugno e approvata il 7 giugno – si è finalmente mosso qualcosa e si sono ripresi i contatti a livello diplomatico.
La mozione del PD ha indotto, come da prassi camerale, gli altri gruppi parlamentari a presentare poi una la loro mozione (Lega compresa).
Rivendichiamo di avere preso la difesa dei frontalieri da sempre e non soltanto ora che il Canton Ticino esercita pressioni sull’attuale Governo attraverso il blocco di parte dei ristorni.
La mozione presentata dalla Lega Nord inoltre, contiene un impegno assurdo e demagogico, ovvero quello di intervenire affinché “gli organismi internazionali tolgano la Svizzera dalla Black List”.
Un impegno impossibile da mantenere perché è solo il Governo italiano che deve compiere questo passo e non gli organismi internazionali. E’ anche per questa ragione che il Canton Ticino, non fidandosi, ha bloccato il 50% dei ristorni fiscali.
Inoltre la mozione del PD contiene, nel dispositivo accolto dal Governo, impegni per la difesa dei lavoratori e delle lavoratrici frontalieri ed un impegno sulla nuova Convenzione con la Svizzera contro le doppie imposizioni fiscali, secondo i parametri OCSE, che è l’atto fondamentale per togliere sostanzialmente la Svizzera dalla black list (cosa che hanno già fatto oltre 30 nazioni).
Senza questo impegno del Governo (e non di altri) le dichiarazioni di Reguzzoni e della Lega Nord sono “fumo negli occhi”, perché vogliono scaricare su altri (gli enti internazionali) una responsabilità che è solo del Governo Italiano.
PD VCO
Ufficio Stampa
COTA AUMENTA IL COSTO DELLA BENZINA! IL FEDERALSIMO CHE AVANZA!
La decisione della maggioranza di varare stamani in Commissione l’aumento delle accise sui carburanti di 2,58 centesimi di euro – una scelta che abbiamo duramente osteggiato nella discussione e con il voto contrario – è una scelta profondamente sbagliata e ingiusta, che ancora una volta sarà pagata in Piemonte soprattutto dai ceti più deboli. (Clicca qui per vedere il video della notizia in TV).
Dopo i ticket, il secondo “regalo” del centrodestra in una settimana.
Originata da una decisione nazionale del centrodestra di far pagare direttamente alle Regioni i danni da eventi calamitosi, o con risorse proprie o autorizzando l’aumento delle accise, il centrodestra ha deciso subito di applicarla per far fronte agli ingenti danni dell’alluvione dello scorso marzo, aumentando i prezzi di benzina, gasolio e Gpl in un momento in cui hanno rotto ogni tetto precedentemente raggiunto, e superato abbondantemente la soglia di 1,5 euro al litro.
La decisione del centrodestra è doppiamente ingiusta perchè il prelievo colpisce soprattutto i ceti più deboli. Non essendo infatti parametrato alle diverse fasce di reddito, ma colpendo tutti nella stessa misura, sarà molto più doloroso per i redditi bassi che per i più elevati.
Il peso dei 27 milioni di euro all’anno che saranno rastrellati con l’aumento ricadrà soprattutto sui meno abbienti. Inoltre aiuterà l’incremento dell’inflazione, nota come “tassa sulla povertà”.
La scelta del governo Berlusconi di rompere la solidarietà nazionale, imponendo a ciascuna Regione il compito di pagare da sola i propri danni da eventi calamitosi, è stata subito fatta propria dalla Regione Piemonte che, invece di provare a forzare per un cambiamento della norma nazionale, si è accodata, come già fatto in occasione dei tagli dei trasferimenti, alle decisioni del governo.
Un altro segnale di come questa Giunta e questa maggioranza abbiano davvero poca considerazione delle difficoltà in cui si dibattono i cittadini piemontesi.
E’ anche la riprova di come il federalismo fiscale si tradurrà non nell’utilizzo delle risorse proprie da parte delle comunità locali, ma in un aumento delle
tasse per i cittadini e le imprese.
Dichiarazione di Aldo Reschigna
Capogruppo Consiliare Partito Democratico
MONTANI: PERSA UN OCCASIONE PER STARE ZITTO. SOLIDARIETA’ A COTA E MARINELLO
Riportiamo due comunicati stampa fatti in pochi minuti: il primo di solidarietà, il secondo dopo pochi minuti in risposta alle dichirazioni del Sen Montani (per vederle cliccate qui)
MONTANI: PERSA UN OCCASIONE PER STARE ZITTO.
Nemmeno il tempo di esprimere sincera solidarietà a Marinello e Cota per le frasi ingiuriose apparse a Domodossola e condanna agli autori dello sconsiderato gesto, e mi tocca leggere la risposta rovinosa del Senatore Mantani, segretario provinciale della Lega Nord, che individua il sindaco Cattrini e alcuni giornalisti di essere i “mandanti morali” delle scritte a causa del clima da loro generato.
Credo che abbia perso un occasione per stare zitto perchè in quanto a fomentatori di bassi istinti la Lega Nord non deve imparare da nessuno. Rimane la solidarietà a Marinello e a Cota, ma rigettiamo con sdegno queste accuse gratuite al sindaco di Domodossola ed ai giornalisti locali che hanno come unica “colpa” quella di aver denunciato una mancanza di programmazione politica della giunta regionale sul tema sanità.
Antonella Trapani
Segretario Pd Vco
SOLIDARIETA’ A COTA E MARINELLO
In merito alle frasi ingiuriose appare sui muri di Domodossola nei confronti del governatore Cota e del consigliere regionale Marinello, esprimo a nome di tutto il Partito Democratico del Vco, la mia sincera solidarietà alle persone coinvolte e condanna per lo stupido gesto . Il dibattito politico può essere acceso, a volte anche aspro, le posizioni diametralmente opposte, ma alla base deve esserci sempre il rispetto alle persone. Chi pensa di poter difendere il territorio, le proprie idee con l’insulto gratuito, oltre tutto nascondendosi nell’anonimato, ha già perso in partenza.
Sanità. Raccolta di firme nelle parrocchie: “Non vengano penalizzate le fasce deboli come anziani e portatori di handicap”
In queste settimane la cronaca ha di nuovo portato in primo piano le difficoltà che caratterizzano l’Asl del Vco. Sono difficoltà che da mesi stanno incidendo negativamente sulla vita di molte persone, soprattutto delle più deboli. A quelle dell’Asl vanno aggiunte le difficoltà che stanno incontrando i servizi socio-assistenziali del territorio, in particolare i CISS (Consorzi Intercomunali dei Servizi Sociali).
A dispetto di un dibattito ricco di interventi, ci sembra di dover ancora registrare una carenza di dati sicuri e ben documentati. Sentiamo, assieme a tutta la popolazione del Verbano Cusio Ossola, l’esigenza di maggiore chiarezza.
La chiarezza dei dati e delle scelte conseguenti ci sembra importante anche per evitare la ricerca di soluzioni parziali, che non tengono adeguatamente presente il quadro complessivo e che rischiano proprio per questo di innescare deplorevoli contrapposizioni territoriali o di settore.
Ci preme sottolineare che in tale quadro contano, oltre ai servizi ospedalieri, anche i servizi territoriali, meno appariscenti, ma spesso più vitali e incidenti sulla qualità della vita.
Avvertiamo dunque l’esigenza che la popolazione venga correttamente informata circa il quadro complessivo della situazione dal punto di vista socio-sanitario e circa il progetto globale degli interventi che si rendono necessari.
Infine vorremmo segnalare l’attesa, che crediamo condivisa da tutti, che il progetto globale sia costruito a partire da una ricerca sincera di soluzioni orientate al bene comune. Questo per noi significa che le prime esigenze da tenere presenti nel progetto devono essere quelle degli ultimi, dei più deboli, dei meno garantiti.
Ci preoccupa in particolare:
La condizione dei malati psichici e delle loro famiglie, spesso senza supporto efficace, perché l’organico del personale qualificato è particolarmente carente anche rispetto a quanto previsto dalla legge.
La difficoltà degli anziani non autosufficienti a trovare un posto-letto nelle strutture convenzionate, con attese che ormai si calcolano in parecchi mesi e addirittura in anni.
La diminuzione significativa dei servizi offerti ai disabili (trasporto, sostegno scolastico, assistenza domiciliare, ecc.)
La riduzione delle risorse dei SERT che impediscono di fare progetti adeguati per la cura, la riabilitazione e il reinserimento delle persone afflitte da dipendenze gravi (droga, alcol, gioco)
A partire da queste premesse
AI RESPONSABILI DELLA REGIONE CHIEDIAMO
Scelte ponderate e giuste, costruite attraverso il dialogo costante con il territorio e il coinvolgimento diretto delle persone che dovranno portare il peso dei tagli di bilancio.
Attenzione alle categorie più disagiate, la cui voce flebile spesso non ha risonanza e resta inascoltata.
Salvaguardia delle rete sanitaria e assistenziale sul territorio, evitando da un lato che si creino spaccature e contrapposizioni e dall’altro che paghino la crisi soprattutto le persone fragili e già fortemente in difficoltà
In merito ci permettiamo di sottolineare la necessità di venire incontro prioritariamente alle esigenze delle famiglie con malati psichici, disabili, anziani non autosufficienti, persone soggette a dipendenze gravi.
ALLE COMUNITÀ ECCLESIALI CHIEDIAMO
Una adesione che manifesti la volontà di non restare alla finestra, ma di partecipare attivamente alla ricerca di soluzioni condivise.
Di esprimere un orientamento comune ispirato alla scelta evangelica in favore delle persone più deboli
La disponibilità a farsi carico in prima persona dei sacrifici che la situazione richiede, con il coraggio di fare rinunce anche economiche per il bene comune (ad es. desideriamo rilanciare in termini “forti” la “decima” a favore di più poveri, suggerendo – a tutti coloro che possono – di destinare una percentuale del loro reddito mensile alle persone in difficoltà).
I Vicari territoriali del VCO: don Roberto Salsa (Verbano), don Brunello Floriani (Cusio), don Luigi Preioni (Ossola)
Il Direttore della Caritas Diocesana don Dino Campiotti
I rappresentanti zonali della Caritas: Pier Mario Locatelli (Verbano), Antonio Larné (Cusio), Carlo Squizzi (Ossola)
Nelle comunità ecclesiali del VCO da domenica 24 luglio a domenica 31 luglio 2011 verranno raccolte firme a sostegno di questo appello.