C’è chi vuole rompere il sistema piemontese dei Sacri monti, in nome dell’autonomia di quello di Varallo a scapito degli altri.
La tentazione è emersa chiaramente già dall’avvio della discussione sulla nuova legge sulle aree protette. Dai banchi della Lega nord, in particolare, è venuta la richiesta di scorporare la gestione del Sacro Monte di Varallo da quella degli altri Sacri Monti.
Il tentativo, se dovesse riuscire, spezzerebbe un sistema importante come quello dei Sacri monti piemontesi, creando figli e figliastri e diversità di trattamento in un ambito che ha invece bisogno di coordinamento, di fare sistema, di scelte comuni e omogenee.
Contro questa ipotesi, osteggiata anche dalle comunità locali e dalle rappresentanze religiose ascoltate nelle audizioni, ci batteremo con forza.
Le aree protette, da un anno con gli organismi gestionali prorogati, hanno bisogno di nuove norme che diano equilibrio e rappresentanza nella loro
gestione.
Lo sforzo comune, durante i lavori di Commissione, è stato di trovare regole equilibrate che diano spazio alle esigenze regionali insieme a quelle delle
comunità locali. II blitz che viene ora preannunciato rischia di rompere un clima di confronto serio e di rendere tutto molto più difficile.
Aldo Reschigna
Capogruppo Consiliare Partito Democratico Regione Piemonte
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Mercedes Bresso alla festa democratica ad Omegna
Mercedes Bresso sarà ad Omegna in occasione della festa democratica del Cusio attualmente in svolgimento allo stadio “liberazione” a Cireggio sino a domenica 24 luglio.
Sarà giovedì alle 21.30 a discutere sul tema ” libertè, fraternitè, egalitè” in occasione, appunto, del 14 luglio, presa della Bastiglia.
Segnaliamo che la Bresso sarà invece alle ore 18 alla libreria Ubik, sempre ad Omegna, a presnetare il suo ultimo libro giallo dal titolo “il lato in ombra del lago”.
LA NUOVA FINANZIARIA METTE IN GINOCCHIO GLI ENTI LOCALI DEL VCO. “SEN. MONTANI E ZANETTA, ON. ZACCHERA FATE UN GESTO VERAMENTE FEDERALISTA: VOTATE CONTRO!”
Non si trovano più parole per qualificare l’azione di questo governo nei confronti degli enti locali.
Dal giorno del suo insediamento il governo Berlusconi ha da una parte dato avvio alla riforma sul federalismo fiscale, dall’altra, finanziaria dopo finanziaria, tutte a colpi di decreti e di voti di fiducia, si sono tagliati brutalmente i trasferimenti a Regioni, Province e Comuni che, ovviamente, sono ora in “rivolta”.
Stop a tutti gli incontri con il governo e le attività per l’attuazione del federalismo fiscale, “sciopero” dei sindaci nelle conferenze e richiesta immediata di una convocazione della Conferenza Unificata. E’ questo l’esito dell’ufficio di presidenza dell’Anci, riunitosi stamane e al quale ha partecipato anche il presidente dell’Uncem Enrico Borghi.
Dall’analisi del provvedimento varato dal governo, relativamente alle disposizioni di maggiore interesse per i Piccoli Comuni è emersa con chiarezza l’insostenibilità della manovra.
Le più pesanti ripercussioni sui comuni, infatti, sono il taglio del 35% del fondo di riequilibrio nel triennio (che rischia di colpire al cuore moltissimi comuni montani), un’ulteriore stretta sul patto di stabilità, la reintroduzione dell’obbligo di alienazione delle società partecipate sotto i 30.000 abitanti (che in montagna mette a rischio soprattutto le società pubbliche di gestione degli impianti di risalità e funiviarie e obbliga i comuni a vendere le proprie società patrimoniali).
Conseguenze previste anche nel comparto scuola in montagna, con la eliminazione del parametro di 300 alunni per istituto scolastico comprensivo previsto dalla legge sulla montagna 97/94 e l’innalzamento o a 500 alunni per assicurarsi l’autonomia scolastica.
A ciò si aggiunga la notizia di queste ultime ore, e cioè il fatto che il governo non ha dato seguito all’impegno assunto in Conferenza Stato-città del 31 giugno, facendo saltare la norma cosidetta “salva cassa” che assicurava i trasferimenti delle competenze spettanti ai Comuni ancora bloccate al Ministero dell’Interno, circostanza che rischia di compromettere l’equilibrio finanziario di molti enti.
“Si stanno creando pesantissime ripercussioni sul sistema dei Comuni – osserva Enrico Borghi– e se la manovra non verrà modificata la conseguenza è lo strozzamento di moltissimi piccoli Comuni, soprattutto in montagna dove il fondo perequativo è essenziale per evidenti motivi. Abbiamo chiesto l’immediata convocazione della Conferenza Unificata con il ministro Tremonti, perchè il governo si deve rendere conto delle conseguenze pesanti per i cittadini che tali provvedimenti arrecherebbero. Non ci tiriamo certo indietro dall’esigenza di contribuire al risanamento del paese, ma serve proporzionalità e non lo scarico delle responsabilità sugli enti locali come accade con queste misure, alcune delle quali -si pensi ad esempio all’obbligo di dismissione delle società comunali- prive di assoluto rilievo contabile per lo Stato“.
Crediamo che in queste condizioni gli enti locali saranno costretti a chiudere e a tagliare servizi essenziali per i cittadini o a mettere nuovi balzelli (come in questi giorni con la tassa di soggiorno).
Questo quadro, conferma che ci troviamo di fronte a scelte centraliste mai viste durante gli ultimi decenni della nostra Repubblica.
“Come può la Lega Nord – afferma Antonella Trapani segretario provinciale del PD – continuare a umiliare così i territori, gli amministratori locali, i cittadini? E’ questo il federalismo di cui tanto si sporcano la bocca?
Come possono giustificare le ricadute che la manovra avrà su servizi, sanità, assistenza sociale, trasporto pubblico e sostegno alle imprese, già profondamente toccate dai tagli fatti precedentemente?
Pensiamo alla sanità, se già oggi stiamo giornalmente assistendo ai tagli continui di servizi, di prestazioni, di reparti, di personale, cosa dovremo aspettarci nei prossimi mesi?
Per questo – continua Antonella Trapani, segretario provinciale del PD – invitiamo i rappresentanti del nostro territorio seduti in parlamento, i Senatori Montani e Zanetta e soprattutto l’on Zacchera, che è anche Sindaco, a mettersi di “traverso” a questa manovra, votando contro questi assurdi tagli.
Sarebbe sì, questo, un gesto veramente federalista. Un voto per aiutare il proprio territorio”.
PD VCO
Ufficio Stampa
CENTRO ORTOPEDICO DI QUADRANTE: NOBILI È COMPATIBILE CON IL SUO INCARICO NEL CDA?
E’ stata presentata in provincia dal gruppo consigliare del partito democratico, primo firmatario il consigliere Francesco Pesce, un’interpellanza in cui si chiedono chiarimenti in merito alla possibile incompatibilità del Presidente della Provincia Massimo Nobili con la carica di amministratore del CDA della società di capitali COQ di Omegna (Centro Ortopedico di Quadrante), nomina avvenuta lo scorso marzo.
Già nei giorni successivi alla nomina, a mezzo stampa, la segretaria provinciale del Partito Democratico aveva dichiarato che tale nomina, oltre ad essere “poco opportuna” non avendo la Provincia alcuna competenza in campo sanitario, potesse “addirittura” essere al limite di incompatibilità in quanto il Presidente Nobili è un pubblico dipendente della ASL VCO.
Ricordiamo che il COQ è una società di capitali che vede la ASL VCO socia di maggioranza, ASL VCO di cui il Presidente Nobili è dipendente.
Non avendo letto fino ad oggi, a seguito delle citate notizie, alcuna pubblica precisazione del Presidente Nobili sulla questione sollevata, il gruppo consigliare chiede, con questa interpellanza, un chiarimento sul fatto direttamente al Presidente.
E più precisamente se:
“…. vi sia, per un pubblico dipendente, come il Sig. Massimo Nobili risulta ad oggi ancora essere (ancorché in aspettativa per poter assolvere il suo incarico amministrativo di Presidente della Giunta Provinciale), una diretta incompetenza con la nomina ad amministratore di una società di capitali”;
“… esistano norme di legge o regolamenti che possano chiarire se vi sia incompatibilità o meno del Presidente della Provincia Massimo Nobili, in qualità di pubblico dipendente dell’ASL VCO, con la carica di amministratore di società di capitali e, in particolare, di quella che gestisce il Centro Ortopedico di Quadrante di Omegna”;
“… per la massima chiarezza, il Presidente della Provincia sia in aspettativa dall’Ente pubblico ASL VCO, di cui è dipendente e, se sì, da quanto tempo e se ciò è sufficiente a sottrarlo a qualunque condizione di incompatibilità”.
Per il gruppo consigliare provinciale del PD
Il consigliere Francesco Pesce
PD VCO
RISTORNI AI FRONTALIERI: LE “SOLITE” PROMESSE MANCATE DEL PDL E DELLA LEGA NORD
Qualcuno se li ricorda gli annunci roboanti e ultimativi del centro-destra dopo la la vittoria della Lega ticinese?
Il Pd del VCO aveva espresso preoccupazione alla luce della vittoria della Lega ticinese, per un possibile inasprimento dei rapporti con i lavoratori italiani in Svizzera e possibili ricadute sul ristrono dei frontalieri.
Il centro destra ci aveva risposto in malo modo affermando che alimentavamo paure infondate.
Riportiamo testuale dagli organi d’informazione locali delle scorse settimane:
“Rispondendo a un’interrogazione parlamentare del parlamentare Pdl e sindaco di Verbania Marco Zacchera il sottosegretario agli Affari Esteri ,Alfredo Mantica, ha comunicato ufficialmente l’intenzione della Confederazione Elvetica di non rivedere la quota di ristorno delle tasse dei frontalieri. “Il governo federale non ha per il momento intenzione di modificarle – conferma Zacchera citando la risposta del Governo – poiché i ristorni dei frontalieri sono parte integrante della convenzione bilaterale per la doppia imposizione approvata da Italia e Svizzera il 9 marzo 1976 e entrata in vigore il 27 marzo 1979”.
Il consigliere regionale Roberto De Magistris: “Ci auguriamo di togliere qualsiasi dubbio sull’immutabilità dei ristorni anche per il futuro: la Lega Nord, unico partito che abbia realmente a cuore la difesa delle centinaia di piccole medio imprese e dei frontalieri che tutti i giorni si recano in Ticino per produrre, continuerà a fare tutto il necessario affinchè si trovi il giusto equilibrio tra le richieste del Ticino e le necessità dei lavoratori piemontesi e lombardi.”
E’ di poche ore fa l’annuncio invece ufficiale che Il Consiglio di Stato (l’equivalente del governo regionale) di Bellinzona ha deliberato il 30 giugno di non versare il 50% delle imposte prelevate dalle buste paga dei lavoratori italiani e che devono essere girate al’Italia; a conti fatti si tratta di 22 milioni di euro.
Ora che diranno? Che le nostre preoccupazioni erano sbagliate?
PD VCO
Ufficio Stampa
Caso Giovine: rispettare le sentenze
Dichiarazioni di Antonella Trapani e Aldo Reschigna.
La condanna a due anni e otto mesi, l’interdizione ai pubblici uffici per due anni e la sospensione del diritto elettorale per cinque, del consigliere regionale della lista Pensionati per Cota, Michele Giovine, non fanno certo gioire.
Anche se la giustizia ha davanti ancora due gradi di giudizio – afferma Antonella Trapani, segretario provinciale del PD VCO – quanto successo è in generale un brutto colpo per chi cerca, con il suo operato, di cambiare la percezione negativa che la gente ha della politica.
Nessuno può pensare di vincere le elezioni, la massima espressione del popolo, cercando di sfuggire alle regole.
Quante volte i cittadini per ottenere un allacciamento ad un servizio pubblico si sballottano da un ufficio all’altro o si imbattono in moduli complicati? Eppure fanno tutta la trafila, rispettando le regole, burocratiche che siano.
Il minimo che i loro rappresentanti delle istituzioni dovrebbero fare è comportarsi secondo le norme per partecipare: così chi vince può amministrare con la giusta autorevolezza e rispetto da parte di tutti i cittadini … a prescindere che ne abbia ricevuto il voto o meno.
Preoccupano per questo le uscite del PDL che con la ripetizione dello slogan “Cota ha vinto con i voti della gente” e gli attacchi al centro sinistra, difendono implicitamente chi, regole e leggi, sembra averle infrante.
Non si può vincere “con i voti della gente” senza però rispettare le leggi.
Come al solito il PD – conclude la Trapani – aspetterà con serenità e tranquillità gli esiti di tutti i processi e delle procedure in corso, rispettandone sempre e comunque gli esiti.
Facciano così anche gli esponenti del centro destra. Non sono al di sopra delle leggi.
PD VCO
Ufficio Stampa
Con la condanna in primo grado di Michele Giovine, i giudici hanno certificato la falsità delle firme e la non presentabilità di una lista che, con i suoi 27 mila voti, è stata determinante per l’elezione di Cota a presidente della Regione Piemonte.
Il dato giuridico sarà definito dall’ultimo grado di giudizio, sempre che Giovine opponga appello.
Il dato politico è ormai chiaro a tutti: Cota è stato eletto grazie a voti che non dovevano essere contati. Senza quei voti avrebbe perso.
In attesa della sentenza della magistratura amministrativa, Cota pensa di andare avanti come se nulla fosse accaduto? Si rende conto che dopo questa sentenza la sua autorevolezza politica è ancora diminuita? Pensa di poter gestire una riforma sanitaria fatta di tagli pesanti non solo senza il consenso dei cittadini, ma sapendo che è stato eletto da una minoranza dei piemontesi? Pensa di poter continuare a invitare l’opposizione a tacere o al massimo a convenire con lui sulle sue scelte, sapendo che l’opposizione dovrebbe essere maggioranza?
E’ ora che Cota si comporti con senso di responsabilità, riconoscendo quello che oramai è chiaro a tutti: lui è il presidente di una minoranza. Non può pensare di continuare a governare nascondendo la testa sotto la sabbia.
Aldo Reschigna, Presidente gruppo Pd Consiglio regionale