Come siamo soliti fare, accettiamo e rispettiamo il parere dei giudici che ha sospeso il riconteggio dei voti, ma che non si pronuncia nel merito dei ricorsi.
Le irregolarità delle liste, secondo noi rimangono, e tali irregolarità potrebbero avere influito pesantemente sull’esito elettorale.
Continueremo ad esercitare il ruolo di opposizione e di controllo nei confronti del governo regionale per il bene del nostro territorio e per i suoi cittadini. Speriamo che da oggi, il Presidente Cota possa essere più presente per le questioni del Piemonte dedicando quel tempo che fino ad oggi ha dedicato ad altro.
Pd Vco
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Centro destra irresponsabile
Anche oggi abbiamo assistito all’irresponsabilità di una maggioranza che dopo quattro mesi ha trovato l’intesa sulle nomine Atc oltre l’ultimo minuto, bloccando in mattinata i lavori del Consiglio. l’assenza del presidente Cota, ormai un’abitudine, non ha aiutato la soluzione dei problemi del centrodestra.
E’ una maggioranza che pratica il totale disprezzo nei confronti dell’opposizione, negando il confronto necessario su cui abbiamo dato disponibilità, e così impedisce la nomina del rappresentante mancante di un istituto statutario come la Commissione di garanzia.
Una maggioranza squassata da contrasti interni che anche oggi hanno portato al rinvio delle nomine al Coresa, alla Ctu e al Museo della Resistenza: unita solo nel far man bassa il più possibile di cariche, senza garantire alla minoranza ciò che era stato garantito al centrodestra, allora in minoranza, nella passata legislatura.
Aldo Reschigna
Sabato 16 ottobre, incontro su fondi CGIL per ospedale a Gaza
Più di 900 persone nel compilare la dichiarazione dei redditi presso i Caaf della Cgil, hanno destinato il 5 x mille al “progetto sviluppo Cgil”: una somma pari a 15 mila e 187 euro.
l’intera somma raccolta sarà destinata per l’acquisto di attrezzature mediche del reparto di pediatria dell’ospedale di Gaza, distrutto dall’operazione di guerra “Piombo fuso”.
l’associazione “Progetto sviluppo Cgil” e altre organizzazioni non governative sono impegnate nel portare avanti e sostenere il progetto “Ali della colomba” del centro “La torre del fenicottero” a Gerusalemme. “Il progetto consiste -ha spiegato Renzo Caddeo, di Progetto Sviluppo- nel raccogliere delle risorse per aiutare i bambini del centro “La torre del fenicottero di Gerusalemme est” ad andare a scuola.
Il centro d’incontro a Gerusalemme est -prosegue il segretario della Cgil Antonello De Stefano-, oltre ad ospitare i bambini palestinesi, è un luogo che assiste anche gli anziani e le persone rimaste senza un’occupazione”. Una delegazione di volontari piemontesi di più associazioni si recherà alla fine del mese di ottobre a Gerusalemme est. “Ci recheremo a fine mese, a Gerusalemme -ha dichiarato il segretario della Cgil De Stefano-, assieme ad altre associazioni e organizzazioni non governative, per valutare lo stato di avanzamento del progetto “Ali della colomba”, un progetto che ci ha visti impegnati nei mesi scorsi a raccogliere dei finanziamenti, attraverso iniziative come quella che abbiamo promosso sabato 16 ottobre a Verbania presso il centro di incontro di S. Anna.
Durante Antonello De Stefano, ha ringraziato le persone che hanno scelto di dare il 5 x mille al progetto per il reparto pediatrico dell’ospedale di Gaza. “E’ la dimostrazione -ha fatto presente De Stefano- che anche un territorio sofferente economicamente e socialmente come il Vco, si possano conseguire e realizzare progetti di solidarietà per le popolazioni della Palestina a Gaza e in Israele”.
All’incontro di sabato 16 ottobre, a Verbania, presso il centro di incontro di S. Anna, parteciperanno i genitori di Angelo Frammartino, il responsabile regionale di Progetto sviluppo Cgil Renzo Caddeo, il segretario Cgil confederale del Vco, Antonello De Stefano e il segretario provinciale della FP, Vittorio Origgi. La tavola rotonda sarà coordinata dalla giornalista Arianna Parsi di Eco Risveglio. Al termine la compagnia teatrale “Umoristica dello Skander Teatro” di Torino, metterà in scena la commedia “La Giara” in un atto unico di Luigi Pirandello, ripresa da una sua novella composta nel 1906 e pubblicata nella raccolta novelle per un anno nel 1917. La storia rappresentata e ripercorre con umorismo molti dei temi cari allo scrittore agrigentino, tra cui la molteplicità dei punti di vista, l’ambiente siciliano e i conflitti interpersonali.
Verbania, 13.10.2010
Giovani Democratici del VCO sabato a congresso
Giovani democratici del Verbano Cusio Ossola a congresso, nel quale ci sarà l’elezione del nuovo segretario provinciale, dopo la fine dei due mandati del segretario uscente Marco Tartari.
Per i GD un momento di importante confronto che segnerà la strada futura, un’occasione per cominciare un nuovo percorso, forti delle esperienze passate.
In congresso, aperto a tutti, si svolgerà sabato 18 settembre 2010 dalle ore ore 15.30 presso la sala riunioni del Circolo ARCI di Ramate a Casale Corte Cerro.
Presentazione del libro “Una storia silenziosa. Gli italiani che scelsero Tito”
Giovedì 16 settembre alle ore 21 presso la "Casa della resistenza" a Verbania Fondotoce, presentazione del libro "Una storia silenziosa. Gli italiani che scelsero Tito" di Luigi Lusenti.
Sarà presente lo stesso autore, introducono marika Spezia e Gian maria Orttolini. In collaborazione con Biblioteca Aldo Aniasi e Arci VCO.
Luigi Lusenti , Gigi per noi che lo conosciamo da tanti anni e che con lui abbiamo condiviso una parte della storia di ARCI, dice di se stesso: sono nato a Milano il 19 febbraio del 1953. Qui ho frequentato tutte le scuole, fino all’università. Scrivo da sempre. Ho pubblicato: “Profughi – Testimonianze dalla ex Jugoslavia”, “La soglia di Gorizia”, “State lasciando il settore americano” (romanzo), “Vite da cantiere” e “Una storia silenziosa – gli italiani che scelsero Tito”. Nonostante che quasi sempre racconto fatti di storia, non sono uno storico e ci tengo a dirlo. Sono una persona a cui piace raccontare la storia attraverso le vicende di altre persone raccogliendo, a volte, come nel libro che presenteremo, anche le testimonianze dei protagonisti.
Ho la passione per la fotografia. Ho fatto alcune mostre delle mie foto su argomenti quali: la caduta del muro di Berlino oppure sul conflitto in Libano ma anche su alcuni aspetti della città di Milano.
I FATTI DI TORINO: NO ALLA VIOLENZA, SI’ ALLA DEMOCRAZIA
Le vicende accadute ieri alla nostra Festa Democratica nazionale di Torino , con lo squadristico assalto dei centri sociali al segretario della Cisl Raffaele Bonanni, meritano una netta posizione e una riflessione politica.
La netta posizione è sull’uso della violenza. Purtroppo c’è ancora qualcuno in Italia che ritiene che si possa incidere sulle decisioni politiche urlando, minacciando, impedendo il libero confronto, alzando le mani, minacciando l’incolumità delle persone e mettendone a repentaglio la vita. Non sto esagerando. Ero presente ieri in piazza Castello, ed è esattamente quello che è accaduto. Come se la storia italiana non avesse insegnato nulla, come se la lunga scia di sangue degli anni ’70 e ’80 iniziata con i cattivi maestri e Autonomia Operaia e finita con le mitragliette Skorpio delle Brigate Rosse e le P 38 di Prima Linea fosse solo un’invenzione, qualcuno vuole far tornare indietro il film e infilare nelle relazioni tra capitale e lavoro lo scontro fisico, la sopraffazione,la violenza (verbale prima e fisica poi). Su questo non possono esserci margini di dubbio, o peggio ancora di ambiguità. Chi ritiene che questi siano mezzi di lotta politica per noi è fuori dal gioco, non è interlocutore e non è nel solco della democrazia. Chi giustifica o avalla simili metodi non è, e non può essere, né nostro amico né nostro alleato. Chi –peggio ancora- strizza l’occhio a questa concezione della politica è un cattivo maestro da cui guardarsi, e sta in una parte del campo politico che non è, e non sarà mai, la nostra.
In Italia c’è già stato chi, vestito con una maglietta nera (come quella che portavano ieri i ragazzotti dei centri sociali) impediva con violenza il libero confronto democratico: era il fascismo. Ieri come oggi, chi è dalla parte della libertà e della democrazia rifiuta e condanna l’uso della violenza. Senza se e senza ma.
Abbiamo le nostre idee delle relazioni industriali e sindacali, abbiamo opinioni difformi nel merito talvolta con questo o con quel sindacato, con questa o con quella organizzazione di categoria. E la giornata di ieri, con il confronto tra il nostro vicesegretario nazionale e il segretario della Cisl, doveva servire per entrare nel merito del confronto, e cercare il bandolo della matassa di una situazione molto complicata dove si devono legare le ragioni dello sviluppo e della crescita economica con quelle del diritto ad un lavoro dignitoso e adeguato. Impedire questo confronto con prepotenza –in un momento di alta tensione tra le forze politiche e tra le forze sindacali- significa giocare allo sfascio. Noi non ci stiamo, e nell’esprimere la nostra solidarietà alla Cisl e al suo segretario rilanciamo la nostra idea di democrazia, fatta di regole e di diritti, e di libertà, dove le minoranze urlanti e prepotenti non possono sostituirsi alla stragrande maggioranza dei cittadini pensanti.
E c’è una riflessione politica da fare, che parte proprio dai fatti di ieri. Evidentemente c’è qualcuno a cui da fastidio, tremendamente fastidio, un Pd che si mette al centro del dialogo e del confronto, che di fronte allo sfacelo di una destra in preda al collasso punta ad essere il perno e il traino dell’alternativa. Evidentemente c’è qualcuno che preferirebbe spingere il Pd verso l’angolo dorato del frazionismo e dell’estremismo, dove più si urla e meno si conta. E da dove si assistono alle dinamiche fatte da altri, dove ci si lava la coscienza urlando contro il “padrone” e dove qualche mente fragile mette mano ai razzi da lanciare contro il “nemico di classe”. E’ li che ci portano le predicazioni verbali violente di chi, ogni giorno, non perde l’occasione per cercare di dimostrare la propria presunta purezza per lucrare qualche consenso in più alle nostre spalle e mettere in crisi il nostro progetto politico.
Siamo in mezzo al guado. Anche qui, è già accaduto nella storia che l’estremismo si mettesse in campo per condizionare, spaventare e orientare le forze politiche. Possiamo e dobbiamo fare la nostra parte perché l’uscita dell’Italia dal berlusconismo non significhi l’esplodere del radicalismo e la sconfitta storica del centro sinistra italiano, ma al contrario ne sancisca la maturità e la capacità di guidare un processo di democrazia e di libertà.
Enrico Borghi
Direzione Nazionale PD