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Nuova legge regionale per piccoli editori e periodici locali

image La riduzione dell’Irap e l’erogazione di contributi per sostenere le piccole case editrici ed i numerosi periodici di informazione sono le principali misure della nuova legge sull’editoria piemontese e l’informazione locale, recentemente approvata dal Consiglio regionale. La legge stanzia complessivamente un milione e mezzo di euro (metà per l’editoria e metà per l’informazione) nel 2008. Sono previsti interventi finalizzati ai periodici locali a condizione che sia comprovata la loro esistenza da almeno 2 anni, abbiano una tiratura non inferiore alle 3000 copie, la copertura di capoluoghi provinciali e sovracomunali, la frequenza almeno settimanale ma non quotidiana, almeno il 55% dello spazio dedicato all’informazione locale, una foliazione minima di 16 pagine ed un massimo del 45% di pubblicità. Le imprese ammesse ai benefici di legge dovranno inoltre avere almeno 2 dipendenti e la redazione dovrà appoggiarsi ad almeno 2 collaboratori giornalisti pubblicisti regolarmente retribuiti. La nuova legge dispone anche  la riduzione dell’Irap al 2,25% a partire dal 2009, l’erogazione di contributi per l’accesso ai mutui bancari a tasso agevolato, per l’acquisto della carta, per l’abbonamento ad un massimo di 2 agenzie di stampa e di informazione regionale ed un sostegno economico fino ad un massimo del 20% del costo di produzione dell’azienda. Insomma, una serie di contributi che però, nel loro complesso, non potranno superare i 30 mila euro annui. Per i piccoli editori, invece,  i requisiti per l’accesso ai benefici della legge comprendono l’iscrizione al registro delle imprese della Regione Piemonte da almeno 2 anni, la sede legale e produttiva in Piemonte. Invece, il prodotto e distribuito da queste aziende, anche fuori dal territorio regionale, deve consistere ad almeno 5 e a non più di 500 titoli. Tra gli interventi a favore dei piccoli editori vanno ricordati – tra gli altri – l’erogazione di contributi per l’accesso ai mutui agevolati per ristrutturazione aziendale e ammodernamento tecnologico, il potenziamento della distribuzione fuori dal Piemonte, il sostegno alla produzione di riviste periodiche monografiche. Vi potrà essere, da parte della Regione, l’acquisto di un opera in un quantitativo tale da coprire non oltre il 40% del costo globale di edizione delle copie prodotte, anche in eventuale coedizione, da editori piemontesi. La nuova legge regionale si prefigge quindi, non solo di fornire, laddove ve ne siano i requisiti, il sostegno economico ai piccoli editori, ma di incentivare forme associative e corsi di formazione. Non ultimo l’interessante progetto del catalogo telematico delle pubblicazioni edite dagli editori piemontesi ed il sostegno alla realizzazione di mostre culturali di sensibilizzazione ed avvicinamento al mondo editoriale. E non è che l’inizio: allo studio c’è anche un provvedimento per radio e tv ( che oggi godono di finanziamenti nazionali).

Marco Travaglini e Aldo Reschigna, consiglieri regionali Pd

DALLA REGIONE FONDI DESTINATI ALLE OPERE PUBBLICHE DEL VCO

l’Assessorato alle Opere Pubbliche della Regione Piemonte ha destinato un importo pari  a 925.000 euro a 23 Comuni del Verbano Cusio Ossola che hanno partecipato al Bando sulla Legge 18/84 per il miglioramento e la sistemazione di infrastrutture stradali, sedi municipali ed opere cimiteriali.
I Consiglieri regionali del VCO, Aldo Reschigna e Marco Travaglini del Partito Democratico hanno sottolineato l’importanza di tale atto per questo territorio, affermando: “La Regione Piemonte ha, anche quest’anno, voluto, nel limite delle proprie disponibilità economiche, prevedere un’importante aiuto ai Comuni del Verbano Cusio Ossola che si trovano spesso in difficoltà nell’attuare le opere pubbliche di propria competenza, a causa di bilanci molto limitati e delle mancanza di fondi”. (continua)“Questo – continuano Reschigna e Travaglini – è un provvedimento fondamentale per  alcuni Comuni del nostro territorio che hanno presentato domanda e che potranno  procedere ad interventi su strade, sedi municipali, opere cimiteriali. Nell’ambito dell’erogazione dei contributi sono stati privilegiate le domande che presentavano criteri di particolare urgenza, nonché richieste di salvaguardia di infrastrutture esistenti e di loro messa in sicurezza”.
“Il fondo regionale di 925.000 euro – concludono Aldo Reschigna e Marco Travaglini – verrà ripartito tra 23 Comuni del VCO che avranno nel fondo regionale un’importante base di partenza per poter realizzare i progetti predisposti e migliorare la qualità delle proprie strutture”.
Ufficio Stampa Gruppo consiliare Partito Democratico 

Elenco dei Comuni finanziati.        
               
     COMUNE    IMPORTO-EURO        
1    AROLA    20000       
2    AURANO    30000       
3    BEE’    30000       
4    CASALE CORTE CERRO     40000       
5    CAVAGLIO SPOCCIA    80000       
6    COSSOGNO    50000       
7    CURSOLO ORASSO    50000       
8    GERMAGNO    30000       
9    GHIFFA    50000       
10    MACUGNAGA    35000       
11    MADONNA DEL SASSO    35000       
12    MALESCO    65000       
13    MASERA    30000       
14    MONTESCHENO    30000       
15    OGGEBBIO     30000       
16    PIEDIMULERA    30000       
17    PREMOSELLO CHIOVENDA    45000       
18    QUARNA SOTTO    60000       
19    S. BERNARDINO VERBANO    50000       
20    SEPPIANA    30000       
21    TRAREGO VIGGIONA    35000       
22    VARZO    40000       
23    VOGOGNA    30000       
 

Entro l’anno l’Autonomia del Vco sarà realtà.

image Dopo la sua presenza come ospite al festival “Letteraltura” la presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso congiuntamente al presidente della provincia del VCO, Paolo Ravaioli, hanno annunciato, in una conferenza stampa, l’accordo sulla autonomia possibile per il Vco.
Infatti nei prossimi giorni i due Presidenti presenteranno alle rispettive giunte la bozza di accordo trovata tra provincia e regione. Questo documeno, dopo l’estate, si trasformerà in un disegno di legge per l’autonomia del Vco che dovrebbe poi essere votata entro l’anno dal consiglio regionale.
Si tratta naturalmente di un’autonomia in alcuni settori importanti, come il turismo, la partita dei canoni idrici che tante polemiche ha sollevato negli ultimi tempi, le acque minerali, agricoltura, caccia, pesca , patrimonio forestale, aree protette, il bonus benzina ecc.
Auotonomia che vuol dire non solo un numero maggiore di deleghe treasferita da Torino al Vco, ma anche uno spostamento di risorse dalla regione alla provincia per oltre 10 milioni di euro. 
Un grande risultato per il Vco grazie anche al lavoro dei consiglieri regionali Aldo Reschigna e Marco Travaglini, come riconosciuto dalla stesso Bresso e Ravaioli.

La riforma delle comunità montane è legge.

image Il Consiglio regionale ha approvato la riforma delle Comunità montane del Piemonte. Attualmente sono 48, con la riforma verranno ridotte a un numero massimo di 23. Tra VCO e novarese passeranno da 11 a 4, di cui una interprovinciale. Il Consiglio regionale, con apposita delibera, ridefinirà entro 4 mesi gli ambiti territoriali delle nuove comunità. Il provvedimento non ne riduce solo il numero, ma ridefinisce, rafforzandoli, compiti e ruolo delle Comunità, e riforma le procedure di elezione dei membri, riducendone il numero ma garantendo rappresentatività e democrazia. Le nuove comunità vedono rafforzato il ruolo di gestore associato dei servizi comunali presenti, e assumono anche il compito di “agenzia per lo sviluppo” del territorio montano che rappresentano. Avranno anche funzioni proprie nell’artigianato artistico, nell’energia, nel patrimonio forestale, nelle produzioni tipiche e nel turismo. Sul piano istituzionale viene introdotta l’assemblea dei sindaci e l’ elezione diretta del presidente svolta dai consigli comunali che ne fanno parte. Ridotte anche le indennità di presidente e dei componenti dell’organo esecutivo. “Con questo provvedimento – dichiarano Marco Travaglini e Aldo Reschigna abbiamo rispettato i termini temporali definiti dalla finanziaria e l’impegno a ridurre i costi delle comunità montane. Ma abbiamo anche riconosciuto e rafforzato il ruolo di enti che svolgono un’azione fondamentale di salvaguardia e sviluppo dei nostri territori montani. (continua)Speriamo che questa riforma piemontese possa essere da modello per un ridisegno più generale dell’ente, e soprattutto serva a scongiurare la minaccia di abolizione delle comunità montane e di cancellazione delle risorse finora erogate, ribadita più volte dal nuovo esecutivo nazionale”.
E, sempre a proposito del riordino varato oggi in Consiglio Regionale, il presidente nazionale dell’Uncem, l’ossolano Enrico Borghi, commenta: “Non è retorica definire storico questo momento, nel quale la regione nella quale venne scritta la carta di Chivasso, che ha dato i natali ai primi Consigli di Valle e nella quale nacque l’Uncem, riordina il sistema delle Comunità montane piemontesi con un provvedimento che ci auguriamo possa fare scuola sull’intero territorio nazionale.
La scelta di diminuire drasticamente il numero degli enti per attribuir loro funzioni proprie nel campo della gestione delle risorse montane e di supporto dei piccoli Comuni apparirà presto come coraggiosa e lungimirante. Desidero esprimere in questo momento il ringraziamento dell’Uncem nazionale al presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso , all’assessore alla Montagna Bruna Sibille, al presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio e all’intero consiglio regionale per avere operato secondo le aspettative e le attese degli amministratori della montagna piemontese, che da oggi nelle nuove e riformate Comunità montane hanno uno strumento fondamentale per il riscatto delle popolazioni montane piemontesi”.
Dal sito di televco

Incredibile: il CAI a rischio cancellazione.

image Dopo gli annunci dell’eliminazione delle Comunità Montane (se ne riparlerà in autunno) ed i tagli, già in vigore, ai fondi di Comuni e Province, un’altra scelta a dir poco discutibile è stata compiuta dal governo nazionale.
Infatti, passata sotto silenzio, nell’ultimo Dpef del Governo (approvato in questi giorni) tra gli enti pubblici non economici che il Governo intende sopprimere, spunta, incredibilmente, anche il CAI !
Sì proprio il CAI, il Club Alpino Italiano. Un altro regalo al Nord.
Il Club alpino italiano ha solo 25 dipendenti e – non raggiungendo la soglia dei 50 – andrebbe considerato un ente inutile da sopprimere secondo quanto previsto nel documento proposto da Giulio Tremonti.
Ovviamente riteniamo questa una scelta sbagliata, perché considerare il CAI un ente inutile è qualcosa che pare a dir poco incredibile.
Se ne è accorta persino la Gazzetta dello Sport che proprio oggi sulle pagine della “politica” regala un articolo nel merito. (continua)Ovviamente come partito democratico ci adopereremo in tutte le sedi, a livello nazionale, regionale e locale affinché questa scelta sciagurata sia cambiata, rivedendo il parametro del numero dei dipendenti come discrimine per gli enti pubblici da eliminare.
Il CAI conta sì su 25 dipendenti stipendiati, ma al tempo stesso “attiva 305 mila soci che operano in regime di totale volontariato. Il bilancio del CAI è coperto solo al 30% dai fondi pubblici, inoltre i responsabili locali non prendono un euro, ma i soci del Club fanno risparmiare un bel po’ di soldi all’Erario occupandosi di soccorso alpino, gestendo 761 rifugi e bivacchi (con 22.681 posti letto), tenendo in efficienza 72 mila chilometri di sentieri, formando istruttori, accompagnatori e operatori scientifici, sostenendo il Museo Nazionale della Montagna al Monte di Cappuccini, la Biblioteca Nazionale a Torino, il Centro di formazione per la montagna e molto altro ancora”.
Senza dimenticare quanto il CAI fa nel nostro territorio e nella nostra provincia attraverso i suoi molti club e i moltissimi volontari.
Speriamo che Tremonti non abbia altre geniali idee per “aiutare” il Nord.

PD VCO
Ufficio Stampa