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L’uscita di Sergio Cofferati dal Pd è una ferita che pone un tema più generale di democrazia nel Pd

Marco Travaglini
Marco Travaglini

L’uscita di Sergio Cofferati dal Pd è una ferita per chiunque abbia creduto con passione alla costruzione di una grande forza della sinistra.
Lo è in sé, per la storia e la biografia di Sergio. Lo è doppiamente per le ragioni che la motivano. È sbagliato e offensivo liquidare la decisione di Cofferati come una reazione stizzita all’esito delle primarie in Liguria. E farebbero bene i vertici del partito a tacitare reazioni improntate a questo tenore.
Sergio lascia il Pd denunciando pratiche e inquinamenti che hanno alterato non il risultato di alcuni seggi ma la natura di uno strumento di partecipazione e decisione come le primarie. Nelle sue parole  c’è la denuncia non solo di un malcostume, ma di una mutazione della identità del Pd.
Mi domando:Si può reagire a un fatto simile con una scrollata di spalle? E’ una domanda che interroga tutti, che pone un tema reale e delicato. In molti ci siamo posti, e non da ora,  con tutta la preoccupazione del caso  e anche con qualche amarezza, una domanda: si può fingere che nulla sia accaduto e voltare pagina magari con l’atteggiamento di chi pensa “tutto sommato, un problema di meno“?
Ovviamente penso, e pensiamo,  di no, che non si possa e non si debba fare. A livello nazionale è indispensabile aprire un confronto su quanto sta accadendo. E’ evidente che che ci si augura un ripensamento di Cofferati che, in tante e tanti, vedremmo come un atto di disponibilità da parte di una personalità preziosa per la sinistra italiana e il Partito Democratico.
In politica si può vincere o perdere, difendendo un’idea e un punto di vista. Ma in Liguria e altrove il tema è ben diverso e riguarda regole e contenuti, posizioni politiche e alleanze, contenuti ne credibilità.
Non basta la buona volontà dei singoli quando occorrono scelte politiche che tendano ad includere, a far vivere la democrazia in modo pieno, a rispettare le opinioni di chi la pensa diversamente e mette se stesso, la sua storia, la sua dignità al servizio di un’idea più grande dell’impegno politico, sociale e culturale. In molti hanno scelto la strada del disimpegno, non ritrovandosi più in questo Pd. In tanti abbiamo deciso di provare ancora a dare battaglia sulle idee stando dentro il partito per migliorarne, dal nostro punto di vista, le scelte e la strategia politica.
Mi auguro che si attuino i cambiamenti necessari, ad ogni livello, affinché questi sforzi non siano destinati ad infrangersi davanti ad un muro di sordità e indifferenza.

Marco Travaglini , componente assemblea provinciale PD

Assolto Aldo Reschigna ed i consiglieri PD: le dichiarazioni

Aldo Reschigna
Aldo Reschigna

“Assolti  i nove consiglieri regionali: la sentenza del gup Daniela Rispoli riconosce la buona fede di quei politici e per il giudice il fatto non costituisce reato, ovvero non c’è dolo nel loro comportamento. D’altra parte anche i pm Enrica Gabetta e Giancarlo Avenati Bassi  condividevano questa linea e avevano chiesto l’assoluzione dei nove imputati, che avevano scelto il rito abbreviato.
In realtà già alla conclusione dell’inchiesta i pm avevano chiesto l’archiviazione delle loro posizioni ma il gip Roberto Ruscello l’aveva respinta e aveva disposto l’imputazione coatta. Ma per la procura restava evidente la differenza tra questo filone di Rimborsopoli e quello degli ex consiglieri, principalmente del centrodestra, tra cui l’ex governatore Roberto Cota, che sono stati rinviati a giudizio e saranno in aula il prossimo 26 gennaio.”: (Da Repubblica.it)

Il vicepresidente della Regione Piemonte, Aldo Reschigna (Pd), commenta cosi: “per me c’era qualcosa di molto piu’ importante in gioco che continuare a fare l’assessore, ossia riuscire a preservare l’immagine di persona che per 30 anni aveva svolto lavoro politico in modo onesto”.
E’ stata un’esperienza difficile, che ho tentato di vivere con serenita’. Ringrazio innanzitutto il presidente Chiamparino. Se fossi stato condannato mi sarei dimesso immediatamente“.

E’ una sentenza che, ovviamente, abbiamo atteso con ansia, pur continuando a riporre fiducia nella magistratura, e che accogliamo con grande soddisfazione. Per quanto ci riguarda la fiducia nel vicepresidente Aldo Reschigna non è mai mancata; a lui e alla sua famiglia và tutta la nostra sincera stima per il momento difficile vissuto con grande dignitàsotto i riflettori di molti che hanno giudicato preventivamente in maniera ingenerosa.
 Antonella Trapani,Segretario Provinciale PD VCOL’assoluzione di Aldo Reschigna è motivo di gioia per tutto il Circolo del Pd di Verbania. Ora più che mai sentiamo l’orgoglio di fare parte di un Partito che si prende la responsabilità di governare il Territorio con onestà e dedizione.

Reschigna ha vissuto tutto questo periodo di processo con dignità, sobrietà e assoluto rispetto della magistratura. Non sottraendosi a nulla, nemmeno ai processi “sommari” dei media e di alcuni avversari  politici.
Oggi una sentenza dice definitivamente quello che noi abbiamo sempre saputo: Aldo Reschigna è un uomo onesto e un’amministratore credibile e merita tutto il sostegno della sua comunità per continuare nel lavoro di vicepresidente che  porta avanti con grande responsabilità e competenza.
Davide Lo Duca
Capogruppo PD Verbania
Riccardo Brezza
Segretario PD Verbania

Abbiamo ampiamente dimostrato che non c’e’ stato dolo. La giunta Chiamparino puo’ andare avanti“. Il segretario piemontese del Pd e capogruppo in Consiglio regionale del Piemonte, Davide Gariglio, commenta cosi’ l’assoluzione degli imputati nel processo-bis per la ‘rimborsopoli’ piemontese.   “Sono contento e soddisfatto, sia per me che per gli altri imputati”, commenta a caldo Gariglio, ricordando che. in Piemonte abbiamo gia’ sottratto i gruppi consiliari dalla possibilita’ di disporre di denaro pubblico“.

Da questo momento in avanti abbiamo tutte la serenità necessaria per impegnarci ancora di più sull’importante lavoro di riordino e di rilancio della Regione“. Così il presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino,. “Sono state assolte – sottolinea – persone che ho sempre ritenuto essere persone oneste, dichiarandolo anche pubblicamente”.

 

Le nuove frontiere degli estremismi: incontro con Emanuele Fiano

fiano emanueleLe nuove frontiere degli estremismi nel mondo: da dove originano, perchè sono sempre più diffusi e pericolosi e come fermarli“.
E’ questo il titolo dell’incontro/lezione con Emanuele Fiano, deputato PD, membro della Segreteria nazionale e presidente del forum sicurezza.
Il tutto si svolgerà presso la sede del circolo PD di Domodossola venerdì 10 ottobre ore 20.45, nell’ambito della’iniziativa “Pensieri Democratici” – clicca qui – .

Profilo di Emanuele Fiano – clicca qui

Fermare la guerra tra Israele e Palestina

israele palestinaL’agenda della politica sembra inchiodata sul tema delle riforme, sul quale si sta battagliando in Parlamento.
Credo però che ci siano anche altri temi sui quali l’attenzione va richiamata e tenuta alta. Premetto che sono convinco del fatto che le riforme vadano fatte presto e bene. Non perché servono a qualcuno, ma perché servono al Paese, alla necessità di ammodernarne l’impianto istituzionale, rendendo più rapido il processo legislativo e più salda la stessa democrazia. In fondo è su questo che si “tiene” il patto tra cittadini e istituzioni.
Per questo l’ostruzionismo è un errore, così come sarebbe un errore – ora che siamo vicini al traguardo – rinunciare a tener conto delle proposte che possono migliorare il contenuto delle riforme stesse. Non entro nel merito non perché non si abbiano idee e proposte in merito ( del resto pubbliche e note,recentemente richiamate da Gianni Cuperlo, e da me condivise) ma perché mi preme porre l’altra questione a cui facevo cenno.
Una sinistra che è tale nella natura e nell’azione non credo dubiti nel pensare che la priorità è ciò che accade a Gaza. Lì ci sono 1000 morti palestinesi e 36 vittime israeliane. Una tregua di poche ore non può bastare. Ogni sforzo diplomatico e di mobilitazione deve porsi l’obiettivo di un cessate il fuoco stabile.
L’Europa ha dato di sé una prova non buona, fino ad ora. Uscire dall’immobilismo e attivarsi con le altre istituzioni internazionali , assumendo un’iniziativa politica e umanitaria è il minimo che occorre fare. La proposta di una forza di interposizione schierata sul terreno sul modello del Libano va in quella direzione. In Medio Oriente si consuma un’altra fase di questa tragedia e l’Europa una voce deve ritrovarla, dedicando tempo e scelte senza arrovellarsi sulle caselle dei posto della Commissione da riempire .
Il nostro segretario l’ha detto con chiarezza: prima le cose da fare, le idee e il progetti, poi i nomi. Bene, qui c’è da fermare un macello, superando ritardi e timidezze nella reazione di questi giorni. Sono tra coloro che si ostinano a credere nel bisogno di azioni di solidarietà verso le popolazioni e le strutture colpite, supportando l’azione delle Ong che operano in quel teatro di guerra.
E’ giusto – e normale – che il Pd, prima forza del socialismo europeo, si mobiliti in un’azione politica e di solidarietà a difesa dei diritti umani e del dialogo. Promuoviamo aiuti umanitari, appelli, presidi, iniziative, nella linea di ieri e di sempre: due popoli e due Stati.

E’ urgente farlo perché è l’afonia dell’Europa che impressiona, rinunciando a svolgere con decisione la funzione di soggetto politico globale. L’Italia può e deve avere un suo ruolo come fece il governo Prodi in Libano nel 2006. Allora si riuscì a raggiungere un risultato che oggi tutti riconoscono.
Quel che succede In Israele e Palestina dovrebbe rammentarci che una sinistra che rinuncia a sollevare lo sguardo sul mondo, sui conflitti, le contraddizioni, le opportunità semplicemente rinuncia a se stessa. Non vogliamo più chiamarlo internazionalismo?
Bene, cerchiamo insieme un nome che garbi di più. Un nome per dire ancora che ciò che accade attorno a noi, vicino o lontano, accade anche a noi.

Marco Travaglini
Direzione regionale PD

Futuro delle province: dibattito con Borghi, Marchionini, Nobili e Reschigna

vco A questo link (cliccare qui) potete vedere la puntata della trasmissione di Azzurra TV il Sasso nello stagno – puntata 31.
In discussione il tema di come sarà il nuovo ente di area vasta che nascerà sulle ceneri della Provincia.
Ospiti di Maurizio de Paoli, il parlamentare PD Enrico Borghi, il vice presidente della Regione Aldo Reschigna, il presidente della Provincia Massimo Nobili e il sindaco di Verbania Silvia Marchionini.