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GRAVE ATTO DI VIOLAZIONE DEI TRATTATI

bambini immigrati donna Non c’è pace in Medio Oriente. Mentre l’Iraq è in fiamme, torna a farsi tesa la situazione al confine tra Israele e Siria. Di questi avvenimenti, come di altre tragedie umane, ne parliamo con più frequenza solo al verificarsi di un evento che in qualche modo coinvolge la nostra piccola comunità. Le guerre che spingono migliaia di persone alla fuga diventano ogni giorno più reali anche per noi, la nostra marginale realtà non po’ più esimersi dall’accogliere, aiutare e cercare di attuare i trattati e i programmi che mirano a salvaguardare i diritti di coloro che hanno perso la propria libertà. Già la libertà di vivere in pace nel proprio paese, di farvi crescere i figli e non di metterli ogni giorno a rischio di morte. Ma quando un paese non rispetta un trattato e la tragedia avviene ci rendiamo conto che la situazione sfugge al controllo e che i singoli non si sento umanamente responsabili di chi si trova in difficoltà e non vivono l’obbligo di rispettare un accordo internazionale. La nazione prende il sopravvento, prima mi salvo io poi penso al resto. Questo è quanto accaduto ad un giovane donna, siriana, in cinta e che durante la fuga è stata respinta dalla Francia, e dalla svizzera e portata in Italia. Qui ha trovato umanità. Purtroppo la sua bimba di sette mesi non ce l’ha fatta. Il PD si sente partecipe del suo dolore. Non spetta a noi agire su coloro che non hanno rispettato nessun trattato, in modo particolare il trattato di Dublino il quale prevede che le donne incinte hanno diritto a richiedere asilo, altri sono deputati a questo e siamo certi che agiranno. E pensare che si scrivono e si sottoscrivono accordi che mirano proprio ad evitare tragedie come queste.La verità è che la tragedia si può evitare se tutti ci interroghiamo sul processo complessivo, quello che dal paese di origine porta le persone a fughe disperate. Quello che spinge famiglie a ritenere che la situazione a casa loro sia più pericolosa di una viaggio sulle carrette del mare, o attraversare l’Europa con mezzi di fortuna e in attesa di partorire. I paesi confinanti con queste nazioni in guerra erigono muri di contenimento perché non ritengono di poter gestire in altro modo la situazione, perché le tensioni sociali interne rischiano di aggravarsi, perché, come la Turchia si è agito da soli per troppo tempo per esser oggi in grado di reggere e contribuire al miglioramento del sistema di accoglienza e sostegno sottoposto a grande tensione. Un sostegno che non sia assistenza indiscriminata, come una parte della politica vuole insinuare e che dipinge come assistenzialismo che grava sulle sole casse dello stato e sulle tasche dei contribuenti.
Nei giorni delle commemorazioni ai caduti delle nostre montagne ripetiamo che il loro fu un gesto di grande coraggio e che dobbiamo ricordare ed onorare il loro sacrificio. Per il Pd il miglior modo per dare forza alle parole sono le azioni: il governo nel semestre europeo ha l’obbligo di dare ancora più concretezza alle poltiche di integrazione, di pace ed estere sui confini di un Europa che rinnega la guerra e che ha trovato la pace. L’on. Enrico Borghi ha già promosso un’interrogazione urgente al ministro Alfano per fare luce su responsabilità e attuazione delle norme intrenazioanali. In altro modo non potremmo impedire il verificarsi di tragedie umane che straziano i cuori di alcuni, ma purtroppo non di tutti.

Antonella Trapani

Sette note a margine del voto

travaglini-2-piccola1. Sul “valore” del voto non ci sono dubbi. Comunque lo si guardi, il risultato è storico. Mai negli ultimi cinquant’anni e più un partito aveva superato la soglia del 40 per cento. Ci si aspettava un risultato positivo, ma sinceramente in queste proporzioni nessuno poteva immaginarlo.
2. Siamo un partito, e un partito è in primo luogo una comunità di senso. Detto ciò non saremmo onesti sul piano intellettuale se non dicessimo che nella forza di questo risultato c’è l’impronta fondamentale di Matteo Renzi. È vero, abbiamo remato tutti nella stessa direzione, ma è giusto oggi riconoscere il ruolo fondamentale del segretario e del presidente del consiglio.
3. Pur rispettando una forza che raccoglie oltre 5 milioni di voti nelle urne, resta il fatto che Grillo ha promosso una campagna elettorale letteralmente irresponsabile, per i toni, i contenuti, le forme. Quel risultato non significa che non esista un’area sociale e politica segnata dalla rabbia e da una ostilità nei confronti delle istituzioni e della classe dirigente. Ma c’è stata una parte più ampia del paese che di fronte al rischio di una furia distruttrice, ha scelto la carta della speranza e della fiducia in un cambiamento possibile. L’Italia poteva smarrirsi, perdersi come era accaduto in altri momenti. Si è voluta regalare un altro finale. Non è cosa da poco.
4. La responsabilità per il PD adesso è accresciuta. Ovunque e, ovviamente, anche nel VCO dove il successo è largo, importante, meritato. Ora però, in generale, dobbiamo aggredire le riforme che ci siamo proposti. Mettere lavoro e redditi al primo posto, semplificare e sburocratizzare un’economia prigioniera di riti insopportabili, investire risorse del pubblico per fare ripartire i motori della crescita rilanciando i diritti, i consumi interni, le chance anche per chi in questi anni è stato lasciato indietro. E poi accelerare sulla delega fiscale, sul principio di legalità, sulla lotta a sprechi e privilegi, sulla rinascita culturale e civile di un’Italia che si presenta al nastro del semestre di presidenza dell’Unione con un bonus e credenziali persino insperate.
5. Il PD. Usciamo dal voto con un consenso che nessuno di noi aveva mai conosciuto nel responso delle urne. Tutto ciò deve metterci nella condizione di discutere finalmente quale idea e modello di partito immaginiamo per l’Italia dei prossimi anni. Non è questione di assetti, di incarichi. E’ noto che sul terreno della partecipazione alla politica e alla vita democratica si è consumato negli anni il nostro ritardo più grande. Adesso siamo nella condizione di colmarlo. E per farlo serve riaprire il cantiere di una sinistra capace di allargarsi, coinvolgere forze, personalità, movimenti che devono trovare nel nostro partito le risposte che cercano. E’ un fatto importante che la lista Tsipras abbia superato la soglia. Dobbiamo parlare anche con loro, aprirci a quel fronte, allargare i confini. E’ tempo di una nuova grande forza della sinistra italiana che sta nel PSE.
6. La destra si è frantumata. Esito inevitabile di una concezione padronale e proprietaria di quel campo. La parabola del leader storico di quello schieramento si è consumata. Saranno loro a discutere forme e tempi di una riorganizzazione inevitabile. Se da questo confronto dovesse sortire una destra di impronta europea e moderna, la democrazia italiana ne guadagnerebbe in linguaggio, stile, salute.
7. A Verbania c’è il ballottaggio. C’è da lavorare per completare il successo di Silvia Marchionini, del Pd e del centrosinistra. Dobbiamo costruire le ragioni perché l’8 di giugno sia un’altra bella giornata.

Marco Travaglini

La reazione degli iscritti al voto per il Quirinale

Pubblichiamo alcune delle mail arrivate in queste ore (anche dopo la lettera inviata venerdì pomeriggio della segreteria Antonella Trapani clicca qui). Non abbiamo messo i nomi e cognomi per motivi di consenso alla privacy.

– Non saprei esprimere meglio il mio pensiero. Ho meditato ultimamente, anche in seguito agli sviluppi assurdi delle consultazioni per il presidente del consiglio prima e della Repubblica poi, di non interessarmi più della politica e pensare ai fatti miei, tanto sembra non serva a nulla nemmeno in questo partito. Tutti gli amici della nostra idea con cui ho parlato oggi mi hanno espresso più o meno gli stessi concetti. Sembra che solo gli addetti ai lavori nei livelli superiori non capiscano davvero cosa bolle in pentola nella testa dei cittadini. Sono sgomento e…. incazzato.

– Condivido pienamente le tue affermazioni. Appartengo a una famiglia comunista che ha subito le vessazioni fasciste. Avevo 6 anni quando, nel 1943, fui portato e rinchiuso con la mia famiglia, per due giorni, in una stanza di sicurezza della caserma Simonetta di Intra. Ho votato PC dagli anni 50, per arrivare ai giorni nostri con il PD pur non avendo condiviso la fusione con la Margherita.
Dopo quanto è accaduto ieri sera, ho subito una pesantissima delusione e ho maturato la decisione di non votare più il PD.
Mi è rimasta una speranza che mi auguro non sia un’utopia. La mia speranza che venga proposto alle prossime votazioni dal PD una figura di alto profilo invisa da Berlusconi.

-Il nostro partito dovrebbe proporre di costringere gli elettori del presidente ,entro 2/ 3gg altrimenti non si esce.eliminare di 2 terzi le spese del quirinale, e non pagare i politici finchè non c’è un governo, vincerebbero le elezioni a grande maggioranza,ma sono tutti troppo ricchi e i ricchi se ne fregano del popolo. cordiali saluti, a furia di cincischiare perderemo tutti i voti che lo si faccia x regalare all’orrido gangster,l’italia intera ? so che paga bene. cordiali saluti

-Condivido totalmente quanto ha scrtto Antonella,cambiamo subito pagina altrimenti non c’è più motivo di far parte di questo partito

– …ottima riflessione Antonella, personalmente ho sempre, e ripeto, sempre sostenuto Bersani, ma i fatti di questi giorni mi hanno deluso, non so se è tutta opera di Bersani, ma di una cosa sono certo, la politica in generale porta sempre alla stessa cosa…accordi sotto banco.

– Concordo con quanto scritto da Antonella .
Anche io, se il PD continua su questa linea, non mi iscriverò più al PD e non lo voterò più.
Ho creduto nel progetto di un rinnovamento della vita politica e sociale italiana, aderendo al PD fin dalla sua nascita .
Ho sostenuto Bersani in questi anni e mi sento più che smarrito: INDIGNATO !
Quello che Bersani sta facendo è veramente troppo : ma come si fa a fare ancora accordi con Berlusconi e con Monti ?
Se questo è il partito del cambiamento, MI VERGOGNO di avere esposto dal balcone di casa la bandiera PD !
Perché Bersani non vuole Rodotà: forse perché sgradito a Dalema ?
Siamo stufi di questi giochetti .
E forse stanno prevalendo le logiche del potere, che ha troppi cadaveri da nascondere negli armadi…
Antonella per favore: se una lettera in più può servire, fai pure girare anche questa mia protesta

– DOPO MARINI
MI AUGURO CHE BERSANI (VISTO CHE HA FATTO L’ACCORDO CON BERLUSCONI) SI DIMETTA.
E DIRE CHE L’HO VOTATO ALLE PRIMARIE.

– Finalmente qualche giovane come te e me hanno capito. Io dopo la sconfitta di renzi ho voluto comunque dare fiducia al pd ma per l’ultima volta. Spero che ora Bersani lo capisca si dimetta e si possa e soprattutto in nuovo pd possa prendere in mano il paese e voltare pagina. Basta baratti basta inciuci basta urla. Ma fatti. La gente non ce la fa più il paese non ce la fa più.

– Antonella condivido, brava. Suggerirei in indirizzo di mandarne una copia al ns. On. Enrico Borghi

– SONO ASSOLUTAMENTE D’ACCORDO CON TE (anche se alle primarie ho votato Bersani)

– Mi spiace, ma se verrà confermato l’inciucio con Berlusconi (la causa principale del disastro in cui vive l’Italia) con l’elezione di Marini presidente perderete il mio voto. Il popolo che vi ha votato vuole Rodotà.
Così regalerete solo voti a Grillo.
Profondamente deluso.

– votate marini e non avrete mai piu il mio voto

– Cara Antonella o meglio cara segretaria visto che questa mia esternazione non è rivolta a te come persona ma alla linea politica della nostra federazione provinciale.
Hai indubbiamente molte ragioni sulla politica espressa da Bersani, che però, almeno fino a ieri, ha avuto il merito di essere stata l’unica in grado di garantire l’unità del partito e di garantirci da una scissione e dalle sue rovinose conseguenze.
Personalmente, e non credo di essere il solo, non apprezzo comunque affatto la politica espressa da Renzi, affermo anzi qui molto chiaramente che se sarà tale linea a prevalere la mia appartenenza a questo partito finirà. Il motivo è banalmente semplice. Renzi è un liberale, mentre io ho creduto e credo ancora in un possibile perfezionamento di una forma di governo che parta da presupposti socialisti. Mi va bene il compromesso con i cattolici, mi va bene il necessario adeguamento alla situazione internazionale e mi va bene il cammino verso la modernità, ma se questo significa l’appiattimento su politiche liberali che peggio ancora derivano dalle storiche degenerazioni di origine reganiana e taceriana, questo non è più il mio partito. Parto dal principio che la passione politica derivi dalla nascita di alcune idee e dal tentativo di convincere ed aggregare altre persone intorno a tali idee. Ciò che invece attualmente sta passando nel nostro partito, e il renzismo ne è la più evidente espressione, è il concetto che la cosa più importante sia vincere e che per raggiungere tale scopo, le idee possano essere abbandonate per abbracciare quelle che godono tra la gente di una più larga diffusione. Vorrei ricordare a te e a tutti che alla nascita del fascismo e del nazional socialismo quelle erano le idee più largamente diffuse tra i popoli interessati eppure si sono rivelate tragicamente distruttive. Questo risponde anche al metodo falsamente democratico che i grillini vorrebbero contrabbandare come democrazia diretta.
Un abbraccio con la speranza che gli sviluppi futuri possano vederci ancora sullo stesso fronte.

– consentitemi,
abbiamo inseguito il movimento cinque stelle per trovare un percorso veso il cambiamento
abbiamo continuamente dichiarato che il nostro futuro è di rottura con il passato conservatore e berlusconiano
abbiamo continuamente dichiarato che bisogna rivoltare i vecchi abiti della politica
e mi proponete MARINI!!!
alle prossime elezioni, saranno anche pochi, ma avremo certamente quattro voti in meno
Cordialmente,

– L’errore c’e’ stato ,
adesso cerchiamo di rimediare senza fomentare divisioni che farebbero solo il gioco del centrodestra,
ieri sera ho seguito Civati alla 7 mi sembra che abbia spiegato bene la situazione

– grazie per la sua risposta aspettiamo e vediamo speriamo nel rinnovamento nel partito non possiamo buttare via tutta la nostra storia e consegnare il paese a berlusconi

–  Completamente d’accordo con le parole del segretario provinciale.

– Posso solo risponderVi che non avete dimostrato un contegno etico con gli elettori, e ricordarVi che in politica conta quello che appare, anche se poi le intenzioni potrebbero dare una giustificazione. D’ora in poi sto con Rodotà, ci siamo capiti?Grazie comunque per i messaggi tardivi.

–  e brava Antonella, è esattamente il mio pensiero, speriamo, ma siamo disperati…..

– Grazie Antonella, esprimi perfettamente il mio pensiero quindi sei perfettamente il mio segretario! sono annichilito dal risultato della elezione definitiva e se seguirò qualcuno saranno e sono solo persone di alto spessore come te, grazie ancora 

– A COSA SERVONO
Ieri dopo l’ultima votazione

A Bersani sono scese alcune lacrime
Anch’io sarei tentato dal pianto
Se penso a tutto il tempo perso
Nel tentare insieme ad altri di dare un volto
Di costruire una proposta capace di solidarietà e dialogo
Attraverso manifestazioni e dibattiti, incontri e riunioni
Un tempo tolto ad altro che ora appare perso
Anch’io sarei tentato dal pianto
Nel vedere un gruppo di eletti
Incaricati di portare sincerità e coraggio
Trasformarsi in franchi traditori
Traditori di una visione di società che si fonda sul rispetto,
sulla condivisione e sulla capacità di confronto
Un gruppo dirigente incomprensibile e arrogante
Tutti, eletti e dirigenti
Capaci alla fine di applaudire alla loro incapacità di governare
Di proporre una visione di comunità
Di sostenere progetti e motivare azioni
Mostrando invece con gesti superficiali, meschini e un poco vili
Di maltrattare le energie e le speranze di tutti

Anch’io sarei tentato dal pianto
Ma a cosa serve
A cosa serve se nel 96, 2008 e ieri
Si è sentita la stessa triste musica
Sopportato il riso beffardo dell’avversario
Veder in un lampo trasformarsi una vittoria in sconfitta

A cosa serve
Chiedere fiducia se non la si sa offrire
Chiedere ascolto se non si sa ascoltare
Cercare condivisione se ci si sa solo dividere
A cosa servono le lacrime..

–  Ottimo esito delle elezioni presidenziali.Ringraziate Bersani da parte nostra ed il suo gruppo dirigente, non hanno avuto la minima percezione della realtà che il paese sta vivendo. Riconsegnata l Italia alla destra con tutti gli onori. Siamo stati sempre solo capaci di perdere, o bisticciare !!!  È questo con tutto il rispetto per un grande presidente come Napolitano.

– Basta, ottomilioniemezzo di italiani sono il patrimonio del Partito Democratico, non certamente questo gruppo dirigente. Tutti a casa! Per il 25 aprile proponiamo iniziative in tutti i luoghi per riprendere in mano il “nostro” partito.

– Vi prego di non mandarmi più mail e di cancellarmi dagli iscritti. Governo di cambiamento mai col pdl….. Bel partito. 

– Con la presente vorrei esprimere le mie più vive congratulazioni a quanti del nostro circolo , e non solo , hanno scelto a suo tempo Bersani invece di Ignazio Marino. Ma se possibile mi congratulo ancora di più per avere di nuovo preferito Bersani a Renzi : bravissimi !
Mi ricordo un mio intervento ad una assemblea provinciale dopo la vittoria di Bersani su Marino : “ dio non esiste , perché se esistesse avrebbe fatto vincere Ignazio Marino ! “.
Al limite del ridicolo e del blasfemo confermo quanto detto allora.
Spero almeno che i fatti di questi giorni abbiano contribuito a chiarire a qualcuno le  idee , anche se ormai è troppo tardi.
D’ora in avanti nel partito dividiamoci tra inciucisti e non inciucisti , facciamo due gruppi e vediamo di non incontrarci mai.

– avrei voluto rispondere alla tua mail, ma sono troppo arrabbiato con tutto il partito – e dico proprio tutto il partito! – per cui meglio lasciare stare. L’unico da cui sento proposte serie rimane Pippo Civati.

– Trovo veramente molto triste quello che sta accadendo.

– Ho creduto, appoggiato, condiviso, le mie lacrime, di oggi e di ieri sera, le imputo all’incapacità, alla grettezza delle vecchie mummie che pur di non perdere il loro potere schiacciano i giovani, non permettendo loro di esprimersi e di non aiutarli a crescere e formarsi.
Non ho votato Renzi , e mi sono pentita subito dopo essere uscita dalla cabina.
Del resto lo specchio della nostra provincia, della nostra città rispecchia quello di tutto il paese.
Con molta amarezza, auguro buona riflessione a tutti.

– Ciao,
se non vi offendete mi permetto di dare del tu perchè è da 21 anni che voto PD / DS, e provengo da una famiglia dove votiamo tutti PD / DS, da sempre.
Le ultime elezioni ammetto che ho votato Bersani con estrema fatica e ad oggi il grado di delusione e sconcerto è veramente grande.
Qualcuno di voi è in grado di spiegarmi che cosa sta accadendo?
Quando sono state proposte le primarie, ero fiero di essere rappresentato da un partito che mostrava un volto nuovo, un progetto nuovo, che dimostrava di essere diverso da tutti gli altri, che fine ha fatto quello spirito? perchè la spinta riformatrice è stata fermata?
Perchè il partito ha paura di rinnovarsi, prendendo spunto da tutte le caratteristiche positive che lo hanno sempre caratterizzato e si sta rintanando nelle aule di Palazzo?
Perchè la dirigenza non ha imparato dalla lezione data dall’elezione di Pisapia a Milano, dove il candidato imposto dalla dirigenza è stato sconfitto alle primarie da una persona che ha catalizzato il favore della base?
Perchè, ancora oggi, una persona di un certo spessore come Stefano Rodotà, correggetemi se sbaglio, di area di centro sinistra non viene appoggiato dalla dirigenza?
Perchè la sua candidatura, che potrebbe portare ad una nuova fase politica è osteggiata?
Mi dispiace, ma ho il cuore pieno di rammarico perchè non mi sento piu’ rappresentato dal mio partito ae quello che mi addolora è la sensazione di aver buttato via ognuno dei 21 anni che ho trascorso difendendo le scelte che il centrosinistra ha fatto.
Chiunque tu sia che stai leggendo questa mia mail, ti ringrazio per avermi dedicato 5 minuti del tuo tempo.
Spero tu comprenda lo stato in cui ci troviamo noi della base o almeno di una parte di essa.
Ti ringrazio anticipatamente per ogni tuo feedback

 

Da Reschigna atto di serietà, il gruppo respinga le dimissioni

Con riferimento agli avvisi di garanzia recapitati ai consiglieri regionali piemontesi legati all’inchiesta sui rimborsi, il capogruppo regionale Aldo Reschigna ha annunciato che rimetterà il mandato.
Conosco, e non sono l’unico, la storia personale, amministrativa e politica di Aldo Reschigna, e ho avuto modo di constatare la sua personale correttezza e serietà che sono convinto riuscirà a dimostrare nella circostanza.
Auspico vivamente, in omaggio ai principi garantisti secondo i quali l’avviso di garanzia non è una condanna, ma una tutela dell’indagato, che questa vicenda non venga usata per regolamenti di conti politici interni.
Pertanto, nel pieno rispetto dei ruoli e dell’autonomia del gruppo regionale, invito il gruppo regionale e la segreteria regionale a respingere le dimissioni di Aldo Reschigna dal ruolo di capogruppo.
Nel contempo, esprimo a tutti i miei colleghi di partito che hanno ricevuto l’avviso di garanzia un sentimento di amicizia e vicinanza, nonchè la più totale e incondizionata fiducia nella Procura di Torino e nel procuratore dottor Giancarlo Caselli nella certezza che tutti i fatti saranno riportati nella giusta luce.

Enrico Borghi – deputato Pd

Ufficio stampa

Interrogazione del PD in Parlamento sui CUD ai pensionati.

 “Il Cud ai pensionati: la scelta della distribuzione per via telematica può generare confusione, disagi e spese aggiuntive”.
È questa la considerazione che ha spinto alcuni deputati del Partito Democratico – Cristina Bargero, Gianluca Benamati, Massimo Fiorio, Enrico Borghi, Chiara Gribaudo, Stefania Covello – a presentare un’interrogazione al Ministro del Lavoro, per conoscere “quali procedure abbia messo in essere Inps per porre rimedio a tali problemi e se in presenza di riscontri negativi sulle procedure in essere siano stati approntati idonei mezzi correttivi”.
Il rilascio solo per via telematica ai pensionati dei modelli Cud, salvo espressa richiesta dell’interessato, è una delle disposizioni contenute nella Legge di Stabilità 2013 dello scorso dicembre. “Larga parte dei pensionati – sottolineano i parlamentari – non dispone di personal computer né di connessione internet e le richieste del Cud cartaceo dirette all’ Inps devono avvenire seguendo precise procedure, con relativi costi aggiuntivi a carico dei pensionatstessi. Tutto ciò può generare costi, confusione e disagi fra gli utenti, ai quali si devono invece risposte chiare, procedure semplificate e certamente non onerose”. 

Cota paralizzato nell’attivita’ legislativa. Slitta ancora il bilancio, sul trasporto pubblico locale nessuna garanzia.

Il movimentismo delle dichiarazioni di intenti del presidente della Regione Cota è inversamente proporzionale al dinamismo della sua attività amministrativa. 
Un giorno annuncia che ridurrà il numero degli assessori, un vero triplo salto mortale, visto che nel frattempo è aumentato il numero dei partiti che sostengono la Giunta regionale. Un altro propone la vicepresidenza della Giunta al coordinatore nazionale di un partito che ha perso le elezioni, forse per solidarietà con chi ha vissuto la sua stessa vicenda elettorale. Assicurata, naturalmente, la rabbia del principale partito della maggioranza, quel Pdl perennemente bistrattato da Cota.
Altrettanto naturalmente al momento delle scelte concrete, si gioca al rinvio. Un film già visto.
Nel frattempo l’attività amministrativa e quella legislativa della Regione sono alla paralisi. Questa settimana la maggioranza ha scelto di far slittare di nuovo l’esame del bilancio 2013, se ne parlerà la prossima settimana, ma con calma, non c’è mica fretta.
Nulla di nuovo neanche negli altri settori. Ad esempio il taglio di 100 milioni sul trasporto pubblico locale, che effetti avrà (crediamo dirompenti) sul tessuto di imprese del settore? Di tutto questo non si discute, ci mancherebbe altro, né si forniscono soluzioni o garanzie. Lo stesso succede su altri temi.
Il Piemonte è abbandonato a se stesso. Il presidente Cota parla sempre della macroregione, ma della sua regione si è ormai dimenticato.

una dichiarazione di Aldo Reschigna