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Le promesse “fuffa” di Marinello e De Magistris della Lega Nord: nemmeno un mese per essere smentiti!

Antonella Trapani

“La montagna rimane una priorità”. Così apriva il comunicato stampa (clicca per visionarlo) dei consiglieri regionali leghisti Marinello e De Magistris dello scorso 25 ottobre quando l’assessore Maccanti e l’assessore Quaglia avevano dichiarato e confermato che per quest’anno la Regione Piemonte garantiva il 100% dei trasferimenti   economici diretti alle comunità montane, al personale dei parchi e delle riserve naturali, e all’economia montana e forestale relativamente agli oneri collegati a operai e impiegati, relativi all’anno 2011.
Il comunicato stampa leghista recitava testualmente: “Si tratta di un grande segnale di sostegno al territorio e al pacchetto montagna che questa Giunta regionale vuole; ancora più importante nel contesto di enormi difficoltà in cui si trovano tutti i bilanci pubblici. E’ stato confermato l’impegno che era stato preso nei giorni scorsi che per il nostro territorio vuole dire che le tre comunità montane potranno coprire le spese correnti per l’anno senza problemi. Stesso discorso per le realtà dei parchi e dell’economia forestale. Questa è la dimostrazione concreta di come, in una realtà economica estremamente complessa, comunque la montagna rimanga una priorità”.
Esattamente a distanza di un mese,venerdì 25 novembre, – afferma il segretario provinciale del PD Antonella Trapani la Regione ha inviato una lettera a tutte le comunità montane annunciando la riduzione del 25% del fondo montagna per il 2011, ovvero ad esercizio in corso, anzi a soli cinque giorni di distanza dal termine ultimo per approvare gli assestamenti di bilancio“.
La stessa operazione di tagli già compiuta per quanto riguarda i Consorzi dei servizi sociali.
Complessivamente, il fondo montagna passa da 16.270.000 a 12.717.372 euro (- 3.552.328), Per la Comunità delle Valli dell’Ossola si passa da 1.866.526 a 1.438.547 euro (-427.979), per la Comunità dei due laghi, Cusio Mottarone e Val Strona si passa da 582.144 a 492.602 euro (-89.542) e per quella del Verbano da 433.349 a 350.997 (-82.352).
Nessuno nega le difficoltà in cui tutti gli enti si trovano, quello che è inaccettabile – continua il segretario Antonella Trapani –  è la mancanza di serietà di questa giunta a guida Lega-Pdl che dimostra con le promesse infrante a distanza di un mese, tutta la sua inadeguatezza nell’affrontare i problemi con chiarezza e responsabilità,  Speriamo che con l’approvazione dell’assestamento la Regione faccia marcia indietro e confermi quello che i suoi assessori e i consiglieri leghisti del territorio avevano promesso e diffuso alla stampa un mese fa“.
Gli impegni presi vanno assolutamente rispettati…soprattutto quando la promessa è stata fatta 30 giorni fa!

PD VCO
Ufficio Stampa

Piano sociosanitario della Regione: le critiche unitarie dalle Parrocchie e dai Sindacati del VCO

Pubblichiamo il documento di analisi e di (forte) critica alla bozza di Piano socio-sanitario 2011-2015 della regione Piemonte,  elaborato congiuntamente dalle Confederazioni di CGIL-CISL-UIL e dai Vicariati e Parrocchie e dalle Associazioni Conferenza di partecipazione del Verbano – Cusio – Ossola.
Le scriventi organizzazioni del Verbano-Cusio-Ossola desiderano con questo documento esporre alla IV Commissione del Consiglio regionale del Piemonte la propria opinione sulla bozza di Piano socio-sanitario 2011-2015.
Innanzitutto, rileviamo come – al di là di alcune affermazioni di principio (in parte anche condivisibili) – la bozza presentata non abbia la caratteristica di un Piano organico, ma piuttosto quella di una legge-delega, che affida di fatto alla sola Giunta regionale il mandato di decidere nel merito come realizzare un Piano, cioè quali azioni effettive predisporre di volta in volta.
In questo modo si rischia di NON avere nel Consiglio regionale un voto largamente condiviso attorno a uno strumento di questa portata e di limitare o di annullare la partecipazione dei territori a scelte essenziali per la vita delle persone.
Dopo la legge annuale finanziaria, la gestione del Piano socio-sanitario è l’impegno più importante della Regione, un impegno che assorbe oltre l’80% del bilancio; è questo un motivo in più per stimolare la pratica della partecipazione a tutti i livelli, al fine di garantire la massima condivisione delle scelte e la massima efficienza del sistema.
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Nel contenuto del documento NON condividiamo:
1) LA SEPARAZIONE DEGLI OSPEDALI DALLE ASL, che comporta la concentrazione delle decisioni a livelli lontani dal territorio e non in grado di percepirne le reali esigenze; ricordiamo che un recente riordino aveva già ridotto significativamente il numero delle ASL piemontesi;
2) ne viene di conseguenza LA SEPARAZIONE DELLA SANITA’ (affidata alle ASO) DALLA ASSISTENZA (affidata alle ASL), scelta che non tutela compiutamente i pazienti
3) LA CONCENTRAZIONE IN UN OSPEDALE DI “RIFERIMENTO”, quale l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, con un’area geograficamente molto estesa, comprendente ben una dozzina di ospedali e oltre 10.000 addetti sparsi in 4 provincie e un territorio come il VCO completamente montano (75 Comuni su 77), con gravi problemi di comunicazione (vallate, strade, autostrade, trasporto pubblico); ad esempio, quali trasporti e quali tempi di percorrenza tra il S. Biagio di Domodossola e l’Ospedale di Biella?
4) LA SOPPRESSIONE DELLA CONFERENZA DEI SINDACI E DEL COMITATO DI PARTECIPAZIONE DELLE ASL, quali strumenti di programmazione sanitaria e socio-assistenziale, che ben rappresentano le esigenze del territorio
5) IL FUTURO INDEFINITO DEI CISS e, quindi delle modalita’ dell’assistenza, che rischiano passi indietro significativi; la Regione, a un anno dalla legge di abrogazione, non ne ha ancora definito le nuove forme di regolamentazione e, a oggi, non vi e’ chiarezza sugli obiettivi che si vogliono perseguire
6) L’ACCORPAMENTO DI 4 ASL (Novara, Vercelli, VCO e Biella) IN UN’UNICA ASL DI QUADRANTE, con la creazione nel VCO di un solo distretto (popolazione minima per distretto 150.000 abitanti); vi saranno così una sola ASO e una sola ASL (a Novara), che gestiranno tutto, ospedali e territorio.
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LA NOSTRA PROPOSTA PER LA SANITA’
OSPEDALE:
LE ASL GARANTISCANO LA CONTINUITA’ “PREVENZIONE – OSPEDALE – TERRITORIO”. GLI OSPEDALI GENERALI DEL VCO (Castelli e S. Biagio) SIANO CONSIDERATI “OSPEDALE UNICO PLURISEDE”, a prevalenza chirurgica a Domodossola e medica a Verbania, CON DUE D.E.A..
Si propone che le scelte di collocazione delle diverse specialità avvengano sulla base di dati scientifici ed epidemiologici.
L’ASL VCO SIA DIRETTA DA UN DIRETTORE GENERALE, che gestisca congiuntamente gli ospedali e il territorio provinciale.
SIA RICONOSCIUTA nel concreto al VCO quella caratteristica di SPECIFICITÀ MONTANA, prevista dallo Statuto della Regione Piemonte.
COQ DI OMEGNA: VENGA STABILIZZATO, dopo 10 anni di sperimentazione, che consideriamo positiva.
SANITA’ PRIVATA: SIA CONSIDERATA UNA RISORSA COMPLEMENTARE alla sanità pubblica e valutata per la qualità dei servizi che offre e per l’apporto evidente all’economia del territorio.
In questa logica, si rende necessario prevedere un sostegno pubblico all’investimento privato, tramite la garanzia di convenzioni per quei servizi qualificati che la sanità pubblica non è in grado di offrire.
SPECIALISTICA AMBULATORIALE
Viene svolta sia in Ospedale sia nei Distretti. Dovrebbe essere gestita dai Distretti, ma il Piano Regionale non definisce tale collocazione; anzi, si intravede che sia gestita a livello ospedaliero, scelta che non possiamo condividere perché penalizzerebbe ulteriormente la mobilità dei cittadini.
DISTRETTI
La caratteristica montana della nostra Provincia (75 Comuni su 77, 3 Comunità montane, difficoltà di trasporto, lunghe distanze) impone che venga corretto in 50.000 abitanti il limite minimo per distretto, mantenendo l’attuale organizzazione su 3 distretti nel VCO.
FINANZIAMENTO DEI SERVIZI TERRITORIALI
Si chiede che il finanziamento sia riconosciuto rivedendo i parametri attuali e considerando una maggiorazione, in quanto il nostro territorio ampiamente montano sopporta costi superiori per garantire i servizi rispetto a Torino, dove 160.000 persone costituiscono un quartiere, con limitate distanze territoriali. Nei servizi territoriali consideriamo i Centri di cure primarie, la cui costituzione va incentivata,
sollecitando il positivo apporto dei medici di famiglia.
CENTRALE DI EMERGENZA 118
Mantenere la centrale operativa a VERBANIA, per tutto il quadrante, in quanto ristrutturata solo 2 anni fa. Risulta quella più tecnologicamente avanzata e con la migliore rete radio/GPS dell’intero Piemonte; perchè, quindi, spendere circa 1 milione di euro per costruire una nuova sede a Novara? La Giunta regionale ci dice che si devono contenere i costi; è questo un obiettivo strategico o no,
vale sempre o no?
RIDUZIONE DEI TEMPI DI ATTESA
Non è piu’ rinviabile procedere a un’ulteriore centralizzazione delle prenotazioni, collegata a una maggiore diffusione dei punti di accesso sul territorio di ogni Asl per le prenotazioni; nel piano non si individuano nè quanti di essi saranno ubicati nelle varie Asl nè i tempi di realizzazione
BISOGNO DI SALUTE PRIMA DELL’INSORGERE DELLA MALATTIA
Si condivide la frase concernente la valutazione di tale bisogno, ma il Piano è tutto impostato sulla centralità della medicina e dell’Ospedale (si privilegia la tecnica rispetto al sociale); cioè si risponde alla domanda di cura e non a quella di salute.

LA NOSTRA PROPOSTA PER IL SOCIO ASSISTENZIALE
NUOVI ENTI PER LA GESTIONE DEI SERVIZI
Prevedere la costituzione di un unico Ente Socio Assistenziale per il VCO, nella logica della razionalizzazione delle risorse e di una qualità omogenea dei servizi; è indispensabile che ne facciano parte tutti i Comuni, con identica quota pro capite quale contributo e con identica
modalità dei servizi offerti.
COOPERATIVE SOCIALI
Non va poi dimenticato l’apporto considerevole da loro offerto; da molti anni vengono loro affidati degli appalti, più spesso per contenere i costi piuttosto che per ottenere una diversa qualità dei servizi. Non è accettabile che ora si taglino i fondi per la loro sopravvivenza, che le si costringa a ridurre le ore di lavoro e/o il personale, che non si saldino i crediti che vantano per il lavoro già prestato. Guardiamo con favore alla recente iniziativa del costituito Consorzio cooperative sociali, che sappia sempre meglio progettare e coordinare gli interventi.
FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA
E’ indispensabile (cosi’ come richiesto con forza con le 200.000 cartoline sottoscritte da cittadini piemontesi e consegnate dai sindacati al Presidente Cota il 5 ottobre 2011) per consentire al settore sociale la certezza di mantenere almeno i servizi erogati nell’anno 2010, prima dei tagli già effettuati. Va istituito con un’apposita legge regionale e le risorse devono essere commisurate alle “necessità delle persone”; quindi, la Regione deve impegnarsi a reperirle.
Il fondo deve poter garantire risposte adeguate in termini di posti letto per non autosufficienti, di ricovero di sollievo, di quote di compartecipazione delle famiglie, di efficienza dei servizi per le categorie protette.
Solo così si potranno ridurre le attuali liste di attesa; oggi nel VCO sono 450 le persone, che nella migliore delle condizioni aspettano in media 2 anni per essere inserite nelle strutture. E’ una situazione non piu’ tollerabile, che lede il “diritto alla salute” dei cittadini più deboli.
Peraltro, è stata proprio la Regione Piemonte a prevedere con la delibera di Giunta n. 46–528 del 4 agosto 2010 l’obiettivo del 3% dei posti letto per anziani. La nostra ASL, per contro, ha la percentuale più bassa in Piemonte (1,72%) e, quindi, si rende indilazionabile autorizzare subito i 100 posti letto già finanziati nel 2010.
Il fondo deve garantire l’applicazione dei LEA per TUTTE le persone riconosciute non autosufficienti (come prevedono le norme regionali); viste le gravi difficoltà finanziarie delle famiglie, si chiede di voler considerare una riduzione della loro compartecipazione alla spesa.
E’ prioritario prestare la massima attenzione alle esigenze degli ammalati psichici, dei disabili, delle persone afflitte da dipendenze gravi e delle loro famiglie. Difendere i piu’ deboli e bisognosi, cioè coloro che non hanno voce, è un obbligo non solo morale della nostra societa’
Per il reperimento delle risorse proponiamo di attingere alla fiscalità generale, anche sollecitando i Comuni ad attivare gli accordi, previsti dalla legge, con l’Ufficio delle entrate per la lotta all’evasione.
CULTURA dell’INTEGRAZIONE TRA SOCIALE E SANITARIO
Risulta molto ridotta nel Piano la parte riservata al sociale (solo 6 pagine): necessita, invece, rimarcare con forza il passaggio dal concetto del “medico figura centrale” a quello del “pazienteutente” al centro in tutte le fasi del bisogno. Solo così si può seriamente realizzare un percorso di presa in carico del paziente”.
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I SETTORI NON ESPLICITATI NEL PIANO, MA OBBLIGATORI
1) RIORDINO DELLA RETE OSPEDALIERA: con quali specialita’, con quali posti letto in ogni ospedale, con quale confronto con gli enti locali e con le associazioni territoriali?
2) EDILIZIA SANITARIA: non esiste alcuna programmazione di interventi da attuare nel periodo 2011-2015
3) STRUTTURE PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI: non si indica alcun programma, nè per nuove strutture pubbliche nè per nuove convenzioni e autorizzazioni, al fine di aumentare le attuali esigue disponibilità e di raggiungere l’obiettivo dichiarato con la delibera 4 agosto 2010 n. 46-528
4) POSTI LETTO “DI SOLLIEVO”: pur essendo insufficienti, non viene previsto alcun programma per realizzarne di nuovi nel quinquennio; anzi, se ne sta riducendo il numero, proprio mentre si vanno riducendo i periodi di degenza media ospedaliera
5) MALATTIA MENTALE: non si conoscono i percorsi che il paziente deve seguire nè quali azioni saranno svolte sia a livello ospedaliero sia sul territorio. Va assolutamente chiarito di chi sia la competenza (ospedale o territorio?), in un settore che ha vissuto in questo ultimo anno notevoli difficoltà degli utenti e delle loro famiglie, a causa dei gravi tagli decisi
6) SALUTE DELLE DONNE: non vi e’ alcun cenno a riconfermare il ruolo fondamentale dei “consultori”, in un tempo nel quale sia le famiglie in difficoltà sociali ed economiche sia le popolazioni di immigrati hanno notevole necessita’ di utilizzare tali strutture
7) RISPARMI CONSEGUITI NEL SETTORE SANITARIO: siano destinati a garantire il turn over del personale (sinonimo di continuità e qualità dei servizi) e a un ulteriore finanziamento del settore socio-assistenziale.
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LE NOSTRE CONCLUSIONI
Si tratta di un piano sanitario (e non socio-sanitario) assolutamente generico, che contiene molte ovvieta’; se ne desume una visione verticistica della programmazione sanitaria, tutta affidata agli organismi regionali (assessore – direttore assessorato – direttore Aress – direttori generali delle 6 Aso previste in Piemonte).
Viene eliminata la Conferenza dei sindaci, privando cosi’ i territori di qualcuno che li rappresenti.
Non viene riconosciuta alcuna partecipazione alle forze sociali e alle organizzazioni di volontariato dei territori, su un tema molto delicato quale quello del “diritto alla salute”.
Il Piano indica solo delle enunciazioni di principio e non dice come si svilupperanno negli anni 2011/2015 gli atti concreti di attuazione, ivi compreso il reperimento delle risorse finanziarie per gli investimenti e per la crescita.
Siamo assolutamente contrari a che – per la votazione sul Piano – la Giunta regionale ponga la “fiducia”, perche’ ciò testimonierebbe solo che con la forza dei numeri si vuole approvare un cosi’ importante documento, senza confronto, quindi senza il necessario approfondimento.

Verbania 23 novembre 2011

Confederazioni CGIL-CISL-UIL Pensionati SPI-FNP-UILP
Vicariati e Parrocchie Associazioni Conferenza di partecipazione

Il riordino delle Autonomie locali in Piemonte. La proposta del PD. Convegno a Torino con Reschigna e Borghi

Si svolgerà venerdì 2 dicembre 2011 dalle ore 16,00 presso l’Hotel NH Ligure in P.za Carlo Felice a Torino un convegno promosso dal Pd Piemontese dal titolo “Il riordino del sistema delle Autonomie locali in Piemonte. UNA PROPOSTA DEL PD“.
Il tema della cooperazione intercomunale e della modernizzazione del sistema degli enti locali è diventato di stringente attualità, anche in relazione alla necessità di individuare modalità di gestione di servizi fondamentali per le nostre comunità.
Appare sempre più evidente la necessità di coniugare la difesa dell’autonomia dei comuni, che sono presidio di democrazia e di autogoverno, con la costruzione di concrete modalità di gestione comune di competenze e di servizi.
Il Gruppo regionale del Partito Democratico ha predisposto un documento di riflessione e di proposta, che intendiamo discutere con gli amministratori vicini al PD, e con tutti coloro che sono interessati a costruire con noi una posizione. Per questo abbiamo organizzato l’incontro di cui alleghiamo il programma. Si tratta di una questione di grande importanza, su cui ci permettiamo di sollecitare attenzione e partecipazione.

Programma
INTRODUZIONE
Lorenzo Gentile, Responsabile Enti Locali PD Piemonte
COMUNICAZIONI
La proposta del PD sul riordino del sistema delle autonomie Locali in Piemonte Aldo Reschigna, Presidente Gruppo PD Consiglio Regionale
Carta delle autonomie: a che punto sono i lavori Mauro Maria Marino, Commissione Affari Costituzionali del Senato
Cosa succede sul Federalismo Fiscale? Marco Stradiotto, Commissione parlamentare per l’attuazione del federalismo
DIBATTITO
Sono previsti tra gli altri gli interventi di:
Andrea Ballarè, Sindaco di Novara, Enrico Borghi, Vicepresidente ANCI, Umberto D’Ottavio, Presidente Lega Autonomie Piemonte, Amalia Neirotti, Presidente ANCI Piemonte, Lido riba, Presidente UNCEM Piemonte, Antonio Saitta, Presidente della Provincia di Torino, Alberto Valmaggia, Sindaco di Cuneo
INTERVENTO DI Piero Fassino, Sindaco di Torino
CONCLUSIONI Gianfranco Morgando, Segretario Regionale PD

Fallimento CO.VER: le prese di posizione.

Apprendiamo, con profonda preoccupazione, della notizia del fallimento di Co-ver industrial.
Ormai non si contano più le aziende che in questi ultimi anni hanno chiuso i battenti nel nostro martoriato territorio.
Come Partito Democratico del Verbano Cusio Ossola non possiamo che esprimere solidarietà a tutti i lavoratori e alle loro famiglie, ma intendiamo anche chiedere con tutta la forza politica possibile che le istituzioni si mobilitino per cercare di salvare gli altri rami della holding verbanese.
Se è vero che stiamo vivendo una crisi mondiale senza precedenti, è altrettanto vero che l’Italia è più in crisi di altri paesi e che il Verbano Cusio Ossola lo è addirittura di più.
Chiediamo che la Provincia convochi al più presto il tavolo di crisi alla presenza del Presidente della Regione e dell’Assessore alle Attività Produttive Giordano per affrontare il tema; inoltre speriamo che dopo il rinoscimento del VCO come “area di crisi complessa” ci si mobiliti affinchè arrivino quelle risorse economiche in grado di dare, a questo riconoscimento per ora solo formale, concreto sostegno  al fine di mettere in campo strategie e progetti per uscire dalla crisi.
Chiediamo, infine, che già da questa sera, il consiglio comunale di Verbania faccia sentire forte la sua voce a sostegno dei lavoratori e delle loro famiglie.

PD VCO
Ufficio Stampa

Comunicato Stampa su CO-VER Industrial dei sindacati
La dichiarazione del fallimento della CO-VER Industrial srl è un fatto grave e pesante sul piano sociale
per tutto il VCO, ma non del tutto inaspettato.
La proposta concordataria, respinta dai creditori, obbliga tutti gli attori istituzionali, a partire dal
presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola e quelli economici-sociali, a definire in tempi
rapidi una strategia finalizzata a mantenere il maggior numero di posti di lavoro nel nostro territorio.
Al fine di evitare la dispersione di capitale umano, professionale e produttivo dell’azienda è
necessario che si recuperi e si manifesti fiducia per tutto il gruppo CO-VER.
Affinché possibili e potenziali acquirenti manifestino interesse e possano intervenire, è necessario che
si proceda e non si interrompa il lavoro di messa in trasparenza dell’intera situazione del gruppo.
È convocata l’assemblea dei lavoratori per lunedì 28 novembre alle ore 9 presso la sede aziendale di
fondotoce per fare il punto della nuova situazione e per decidere le migliori strategie da adottare per
concretizzare gli indirizzi sopra citati.
FIM FIOM UILM del VCO

 

La dichiarazione di fallimento da parte del Tribunale di Verbania della Cover Industry è lʼennesima tegola che colpisce 200 famiglie e un pezzo importante dellʼeconomia del VCO.
Di fronte allʼelenco lunghissimo di aziende chiuse o fallite negli ultimi mesi, è bene che il territorio sappia reagire con urgenza, lasciando da parte ogni timidezza e affrontando questa crisi per quello che é: la crisi più drammatica che dal dopoguerra ad oggi ha attraversato la nostra comunità.
Di fronte alla drammaticità della situazione servono con urgenza provvedimenti straordinari.
Aldo Reschigna, capogruppo PD in consiglio regionale

Consultazioni nel VCO sul piano sociosanitario: tra critiche e perplessità

Aldo Reschigna

Le consultazioni – tranne un paio di eccezioni alle quali ha “casualmente” assistito anche il presidente Cota che si è “perso” tutte le
criticità emerse – hanno confermato le forti critiche e perplessità che in tutte le province vengono espresse sulle proposte della Giunta regionale sul piano sociosanitario.
Le critiche vertono in particolare sulla separazione ospedale-territorio, sullʼinconsistenza dei contenuti delle politiche sociali allʼinterno del piano sociosanitario, sulla mancanza di azioni concrete capaci di trasformare in un piano vero e proprio uno strumento che ad oggi appare fortemente generico.
Se le consultazioni hanno – come noi riteniamo – un significato di reale partecipazione da parte delle comunità locali alla vita della Regione, è
evidente che la Giunta regionale non potrà non trarne le necessarie conseguenze.
Aldo Reschigna capogruppo PD in regione Piemonte

Via libera a Emodinamica a Domodossola, ma molti perplessità sul punto nascite. L’assessore regionale alla Sanità Paolo Monferino ieri nel Vco ha incontrato amministratori, sindacati e associazioni per presentare le linee guida del Piano Sanitario. Coniando anche un neologismo: «Trattandosi di un ospedale unico su due sedi l’ho chiamato VerbOssola – ha detto l’assessore -. Non ci saranno reparti doppione, ma solo due Dea che sono indispensabili. L’ospedale di Domodossola ha sale operatori belle e dovrà puntare sull’area chirurgica e quello di Verbania sulla medicina».
La riforma tocca profondamente la provincia. «Tecnicamente il punto nascite avrebbe dovuto essere già chiuso perché non ha senso tenere in piedi questa struttura, con 29 persone, con una media di nascite bassa – ha detto l’assessore -. Quelle sono risorse che possono essere utilizzate meglio per dare adeguate risposte alla popolazione. Il futuro di questa struttura sarà però condiviso con il territorio».
Monferino, accompagnato dalla presidente della Commissione regionale alla Sanità Carla Spagnuolo e dal direttore dell’Aress Claudio Zanon, ha delineato le linee guida del piano che dovrà essere visto in Commissione e poi approvato dal Consiglio regionale. «Siamo venuti per ascoltare – hanno detto Spagnuolo e Monferino – abbiamo cercato di capire le esigenze di questo territorio e le criticità. Sono emerse considerazioni, come la situazione socio assistenziale, che dovremo considerare».
Monferino ha messo il dito nella piaga della spesa sanitaria: 5,8 miliardi di euro l’anno con una crescita esponenziale del 5% in più all’anno negli ultimi cinque anni, l’82% del bilancio della Regione, che impone una radicale riforma. In Piemonte ci saranno sei reti ospedaliere: per il Vco la struttura di riferimento sarà Novara. «Il sistema sanitario sarà su tre livelli: ospedali di alta specializzazione, di media intensità e di prossimità – ha detto l’assessore -: questa struttura ci permetterà di avere ciò che serve sul piano della qualità. I risparmi, che saranno nell’ordine di centinaia di milioni, ci consentiranno di puntare sulla sanità territoriale che sarà slegata dagli ospedali. L’ospedale del “VerbOssola” si colloca certamente bene in questa struttura».
Su questa separazione però non concorda il Pd con il capogruppo Aldo Reschigna che dichiara: «Non è funzionale al territorio piemontese. Inoltre mancano dei contenuti sociali all’interno del piano che è troppo generico». E’ intervenuto anche il comitato San Biagio di Domodossola che ha chiesto di dotare il San Biagio di un punto nascite adeguato oltre che dell’Emodinamica.
“DOPPIO DEA «Sarà l’unico reparto che ci sarà sia al Castelli sia al San Biagio»”
Da La Stampa del 23.11.2011

«Il Vco per le sue caratteristiche montane gode di un’attenzione particolare: la riorganizzazione non priverà il territorio di alcun servizio, semmai ne aggiungerà visto l’arrivo di Emodinamica». Roberto Cota ha risposto così alle sollecitazioni di comitati, sindacati, sindaci e amministratori intervenuti ieri mattina al Tecnoparco all’audizione della commissione sanità della Regione mirata a raccogliere proposte e posizioni del territorio in vista del nuovo assetto di ospedali e servizi. L’incontro ha preceduto la conferenza pubblica ad Omegna dell’assessore alla Sanità Paolo Monferino. Cota ha partecipato alla prima fase del dibattito che nell’accogliere gli interventi ha invece chiuso le porte ai giornalisti, costretti a restare fuori dalla sala Ravasio e a intercettare indirettamente gli interventi. La richieste di fatto ricalcano quanto già si discute da mesi: dalla necessità di mantenere sugli stessi livelli il servizio del Dea a Verbania e Domodossola, a una ridistribuzione dei servizi che non penalizzi una parte del territorio a scapito di altre.
«Basta con le guerre di campanile, se si è stabilito che la parte medica va a Verbania e quella chirurgica a Domodossola si faccia – dice il sindaco di Verbania Marco Zacchera -. Oltre agli ospedali dobbiamo sapere per tempo cosa succederà sul capitolo dei consorzi dei servizi sociali». Da Bernardino Gallo del comitato «Sos Ossola» l’invito a una «sperimentazione seria e senza giochetti o tatticismi sui numeri per Emodinamica a Domodossola». Di «divisione pretestuosa tra polo medico e chirurgico» ha parlato il tribunale del malato di Domodossola, mentre da quello di Verbania arriva la sollecitazione a «investire in un fondo regionale per i non autosufficienti», mentre i sindacati hanno consegnato il documento comune elaborato con i vicariati.
Da La Stampa del 23.11.2011

Crescere bene, crescere insieme

Domenica 20 novembre 2011, nella Giornata Mondiale per i Diritti dell’Infanzia, il Partito Democratico promuove la prima Conferenza Nazionale per le Politiche educative 0-6 anni “Crescere bene, crescere insieme”, in programma a Torino, nelle sale del Centro Congressi Lingotto

La Conferenza avrà inizio alle ore 9,30 con l’accredito dei partecipanti. Alle ore 10 si apriranno i lavori in assemblea plenaria con l’intervento del Sindaco di Torino, Piero Fassino. Successivamente si proseguirà in due sessioni: il primo gruppo di lavoro discuterà di “Definizione dei Livelli Essenziali dei Servizi e buone prassi”; il secondo gruppo di lavoro di “Servizi educativi per l’Infanzia e modelli di Governance pubblica”. La conclusione dei lavori è prevista per le ore 18.

Siamo convinti che solo un grande investimento sulla prima infanzia possa aiutare le giovani generazioni a recuperare gli svantaggi di partenza, offrendo pari opportunità a tutti e a tutte. Vogliamo una scuola che sappia praticare l’incontro tra le culture e l’inclusione sociale e che rappresenti la spina dorsale di un percorso per garantire ai bambini, agli adolescenti, ai giovani un pieno diritto di cittadinanza.
Dobbiamo contrastare le politiche del Governo, che tagliando i bilanci degli Enti Locali e ponendo vincoli sempre più stringenti con il Patto di Stabilità interno, mettono a serio rischio la sostenibilità delle politiche educative per la prima infanzia e nulla fanno per estendere le risposte ai bisogni dei bambini, delle bambine e delle loro famiglie.
Vogliamo rilanciare l’educazione 0-6, perché fornire servizi di buona qualità educativa è la risposta giusta per creare benessere e sviluppo integrale di ogni bambino, per sostenere la genitorialità, per favorire l’occupazione femminile e la conciliazione tra tempi di vita e lavoro.

Ulteriori informazioni o per iscrizionivisitate la seguente pagina