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Libero Bus a Verbania. Il regalo per il nuovo anno di Zacchera: si tornerà a pagare.

image È stato emesso dal Comune un comunicato-stampa sull’argomento che merita un pur breve commento da ultima ora. E’ infatti il preannuncio della soppressione sostanziale di questo servizio, unico in Italia. Ecco le parole del sindaco, tratte dal comunicato:
«Basta abusivi; così come sono contrario alla gratuità che porta a non apprezzare il valore del servizio. Vorrei che sempre più verbanesi utilizzassero l’autobus che offriremo ad un prezzo ”politico” di assoluta convenienza con in più un servizio migliore, pagando come Comune la differenza su biglietti ed abbonamenti». «l’intento non è di penalizzare l’utente, ma anzi di premiarlo. Finora LiberoBus è stato accessibile per tutti ma senza controlli. Noi pensiamo di dare a ciascun utente un biglietto o l’abbonamento. Lo si pagherà molto poco, ma lo si pagherà. Così si potranno controllare meglio gli eventuali abusi, mentre per le zone della città non coperte dal servizio si punta ad una convenzione con i tassisti cittadini».
In attesa di capire – perché davvero in queste parole regna la confusione – cosa sarà domani il trasporto pubblico a Verbania, cominciamo a registrare l’unica certezza. Si torneranno a pagare biglietti e abbonamenti e il “Bus” non sarà più “Libero”. Attenti, però: il sindaco dice che “l’intento non è di penalizzare l’utente, ma di premiarlo”. Il premio è il pagamento del biglietto, che prima non si pagava. Straordinario. un’invenzione geniale, seconda solo all’autoproclamazione di “Verbania capitale dei laghi europei”. E perché si paga il biglietto? Perché questo ambitissimo premio per l’utente? “Per controllare meglio gli eventuali abusi”. Che c’azzecca l’introduzione del pagamento del biglietto con gli abusi? Niente. Oggi il nostro biglietto per viaggiare in città si chiama Carta d’Identità. Nessun Verbanese abusa del bus gratuito; ne abusano invece eventuali utenti non verbanesi che viaggiano senza biglietto all’interno della città. Per contenere questo abuso è sufficiente che i controllori in città chiedano ai viaggiatori la Carta d’Identità; proprio come domani chiederanno il biglietto o l’abbonamento “a prezzo politico di assoluta convenienza”. Qual è la differenza? Che la carta d’Identità non si paga, mentre il biglietto sì. E il lavoro dei controllori non cambia di una virgola.
Ultima perla: “…sono contrario alla gratuità che porta a non apprezzare il valore del servizio”. Sbaglia il sindaco. LiberoBus non è gratuito, tanto che tecnicamente il servizio di chiama “abbonamento di municipalità”. Lo paghiamo tutti noi con uno 0,13% di addizionale Irfep comunale, che a Verbania è complessivamente dell’ 0,3%; tutti noi cittadini lo sappiamo e per questa ragione siamo perfettamente in grado di apprezzare il valore di LiberoBus. Sappiamo anche che a Novara (Giunta Lega-Pdl) l’Irpef comunale è dello 0,7% e non c’è mai stato LiberoBus. C’è il Centrosinistra e ci sono le Giunte Destra-Lega Nord. E si vede la differenza.
Claudio Zanotti, consigliere comunale PD

ACQUA. DESTRA E LEGA VOTANO L’AUMENTO: +12% RETROATTIVO

image Sugli aumenti e le conseguenti polemiche sul tema acqua riportiamo due interventi di Claudio Zanotti e Gianni Desanti del PD del VCO.
Ci sono notizie che non costituiscono assolutamente una sorpresa, ma mettono malinconia. Una di queste è l’aumento delle tariffa dell’acqua in tutti i Comuni delle province di Novara e Verbano Cusio Ossola. l’aumento è del 12% e si applicherà retroattivamente sulle bollette del 2009, ormai finito. l’aumento è stato deliberato lo scorso 16 dicembre dalla Conferenza dell’ATO, i cui principali soggetti (le due Province, i Comuni di Novara e Verbania, le tre Comunità Montane del Vco) sono amministrate da Pdl e Lega Nord. Aumento scandaloso?
No. Con l’aumento l’acqua nel 2009 viene pagata mediamente 1,081 € al metro cubo: un euro per mille litri di acqua potabile, con cui pagare captazione, acquedotti, pozzi, depuratori, fognature, gestione ordinaria, investimenti. A Verbania, la tariffa sale a 1,15 euro/mc. Il ricavo delle bollette emesse per gli utenti delle due province è di circa 50 milioni di €/anno e garantirà sia l’equilibrio della gestione sia investimenti in vent’anni per oltre 400 milioni di euro. Tutto ciò – beninteso! – se la gestione resterà in mano alla società pubblica prevalente (Acqua Novara Vco spa); se invece passerà la privatizzazione approvata il mese scorso in Parlamento dal governo Berlusconi, lo scenario cambierà radicalmente. In peggio. Ciò che scandalizza (o, più modestamente, mette malinconia) è il grazioso giro di valzer fatto da Pdl e Lega Nord. Ve li ricordate? Per tutto il 2008 e poi in campagna elettorale: “nessun aumento di tariffa!”; “vogliamo un ATO per il solo VCO!”; “basta carrozzoni mangiasoldi”. Vinte le elezioni e accomodatisi nei posti di comando dei cosiddetti “carrozzoni” (Presidenza dell’Ato, Consigli di Amministrazione delle Società di Gestione), che cosa hanno scoperto? Che i “carrozzoni” non esistono, ma si tratta di aziende operative che svolgono servizi fondamentali; che l’Ato unica tra Novara e Vco è una “mano santa” per la nostra provincia, che con un terzo degli abitanti riceve la metà degli investimenti; che l’aumento delle tariffe è graduale, ragionevole e finalizzato a fare importanti investimenti (pensate al raddoppio in corso del depuratore di Verbania o all’impianto di potabilizzazione dell’acqua del lago di Mergozzo). Il grande lavoro fatto tra 2005 e 2007 dal Centrosinistra, allora al governo nelle due province, al Comune di Verbania e in diverse Comunità Montane, si è mostrato così solido e convincente che Destra e Lega, dopo averlo per anni demonizzato, lo hanno felicemente ereditato. Aumento tariffario compreso. Tutto bene, allora? Forse, se non ci fosse una mina vagante. Ed è quella inserita nella delibera dell’Ato per le tariffe del 2010. Si prevede per l’anno prossimo non più l’avvicinamento graduale alla tariffa unica d’Ambito, ma la differenziazione delle tariffe a seconda delle singole zone “omogenee” di Vco e del Novarese. Qui si nasconde un rischio gravissimo per il Vco, che farà invece la felicità del Novarese: nella nostra provincia il gettito tariffario sarà decisamente basso, perché abbiamo un terzo degli abitanti della provincia di Novara. Ma i costi di investimento, di manutenzione e di gestione sono molto, molto più alti che nel Novarese, perché abbiamo acquedotti, fognature e depuratori che servono molta montagna (tanti chilometri, pochi utenti e pochi ricavi). Senza i soldi delle bollette del Novarese (tanti utenti, molta pianura, pochi costi e alti ricavi) le nostre zone “omogenee” si troveranno a pagare bollette molto più alte per assicurare gestione, investimenti e manutenzioni decisamente più onerose che nella pianura novarese. Speriamo che qualche amministratore del Vco lo capisca.
Claudio Zanotti

SULL’ACQUA È BENE DARE INFORMAZIONI PRECISE E CORRETTE
Una colonna della tabella, pubblicata venerdì scorso su “La Stampa” unitamente all’articolo che parla degli aumenti del costo dell’acqua, definita “scenario precedente” è totalmente inventata salvo che per la prima riga dove c’è il valore “medio” di 1,097 Euro al mc per l’intero ATO. Questo valore medio viene arbitrariamente declinato per i vari gestori locali ma non mi riulta sia mai stato deliberato in precedenza, al massimo è una proiezione arbitraria di uno scenario solo immaginato; evidentemente lo si fa per giustificare un minore aumento rispetto al piano d’ambito originario. Ci tengo a rilevare che il piano d’ambito ha sempre previsto solo valori medi, mentre quelli articolati per Comuni e aree di gestione vanno decisi anno per anno. Viene totalmente dimenticato, anche nell’articolo, che il piano d’ambito prevede una tariffa “unitaria” entro il 2011 con unificazione contestuale delle gestioni. Sarebbe stato logico immaginare che progressivamente si arrivasse a questo; la recente deliberazione di cui il centro destra è totalmente responsabile va in tutt’altra direzione. Le tariffe, invece che avvicinarsi, si differenziano sempre più a favore (guarda caso) della città di Novara gestita da SIN&VE. Era possibile e doveroso stabilire aumenti più equi a prescindere dai costi di gestione delle singole gestioni poiché è del tutto evidente che “oggettivamente” è più semplice e meno oneroso gestire tanti utenti concentrati in una grande città, piuttosto che pochi utenti dispersi in una rete corrispondente ad un territorio ampio e poco popolato. Se si ipotizza di arrivare a due gestioni separate tra nord e sud dell’ATO si determinerebbe, come da noi sempre sostenuto, un vero disastro con costi molto elevati nel VCO e costi più bassi nel novarese, alla faccia del criterio della compensazione degli squilibri tra tante piccole aree che era (al momento ancora è…) il pilastro principale della normativa nazionale e regionale. Se poi il tutto si inserirà nella forzosa “privatizzazione” dell’acqua sarà ancora peggio. Invito gli ex pasdaran del centro destra a riflettere, ma soprattutto chiedo ai cittadini di contrastare un disegno complessivo assolutamente sbagliato e di gran lunga penalizzante rispetto a quello che demagogicamente era stato criticato negli anni scorsi
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Gianni Desanti

Universita del VCO: il presidente dopo appena 4 mesi si dimette.

image Non certo un bel risultato per il Presidente della provincia Massimo Nobili. Dopo appena 4 mesi e per mancanza di fondi, il presidente  indicato dall sua amministrazione si dimette. Riportiamo le sue dichiarazioni.
A quattro mesi dalla sua nomina Bruno Rota si è dimesso da presidente di Ars uni Vco. Prima di formalizzare l’abbandono Rota ha comunciato le sue intenzioni al presidente della Provincia Nobili. Nel pomeriggio è stata la volta dei consiglieri di Ars.Uni. Quello dell’oramai ex presidente è uno sfogo in piena regola: “Il nostro obiettivo – spiega – era quello di razionalizzare l’esistente e promuovere nuovi corsi ma con l’assoluta mancanza di fondi è già stato dificile a mantenere i corsi avviati lo scorso anno e far partire quello in Economia montana delle Terre Alte”. 
Le parole di Rota suonano amare all’orecchio di quanti in Ars uni avevano creduto. “Non si può andare avanti così, non voglio fare polemiche con nessuno ma basta dire che a gennaio arriveranno i soldi per pagare gli stipendi ai professori che hanno tenuto i corsi nel 2008. In questi mesi ho cominciato a proporre in giro per l’Italia Ars.Uni.Vco ed i suoi corsi di specializzazione, ma gli enti e le aziende con cui interloquivo mi domandavano quanto avevamo a disposizione per i singoli progetti. Avevo l’impressione di girare a vuoto. Penso che abbiamo fatto comunque delle cose importanti, come un taglio dell’11% delle spese dei corsi, con dispiacere però voglio ritirarmi dall’incarico”. (dal sito di televco)

Esenzione ticket sui farmaci: valida sino a giugno 2010

image E’ prorogata l’esenzione per reddito dal ticket sui farmaci. La Regione ha infatti portato dal 31 dicembre 2009 al 30 giugno 2010 la validità dell’esenzione del ticket sulle medicine.
I cittadini già in possesso dell’attestato che, sulla base del reddito, assicura l’esenzione non devono fare nulla perché il documento è automaticamente reso valido sino alla nuova scadenza. Chi invece dovesse acquisire il diritto all’esonero dal pagamento del ticket nei prossimi mesi, riceverà un nuovo attestato con scadenza 30 giugno 2010. (comunicato stampa Asl VCO).

Occupazione: le preoccupazioni del PD di Villadossola

image Riportiamo un comunicato stampa del circolo PD di Villadossola.
La situazione lavorativa a Villa preoccupa le famiglie e tutta la popolazione.
Il PD di Villadossola, nei giorni scorsi, ha incontrato una rappresentanza dei lavoratori della SIDER SCAL.
La precarietà della situazione evidenziata è un’ulteriore sollecitazione al ribadire che deve essere prioritario il porre attenzione ai problemi occupazionali.
La situazione economica nazionale e la poca attenzione a chi si trova nell’incertezza del futuro devono ritornare ad essere al centro dell’agire politico.
Nel ribadire che con tutti i mezzi ci si sentirà obbligati ad intervenire nelle sedi istituzionali  locali indicendo specifici incontri con gli Amministratori dei Comuni e della Provincia del VCO,oltre che con i rappresentanti nella Regione, ribadiamo con forza la necessità di mantenere in vita, con le lavorazioni attualmente in essere, gli stabilimenti di Villadossola.
PRIMA DI TUTTO IL LAVORO.

È nato il Parco Naturale dell’Alta Valle Antrona. Soddisfazione del PD della Valle

image Il consiglio Regionale ha approvato il disegno di legge redatto dalla giunta Regionale che intende istituire il Parco naturale dell’Alta Valle Antrona.
è questo un passaggio importante fortemente perché voluto e sollecitato dalle comunità locali . Ancora recentemente i Sindaci di Viganella e Antrona avevano sollecitato il Consiglio Regionale ad una celere approvazione del DdL.
Vi è da sottolineare che l’istituzione del Parco non determina assolutamente la nascita di un nuovo Ente in quanto la gestione dell’area protetta è affidata  all’Ente di Gestione del Veglia e Devero.
La nuova area protetta  interessa  una superficie complessiva di 8.548 ettari dei quali 7.720 nel Comune di Antrona e 828 nel Comune di Viganella.
l’integrazione di questo nuovo territorio porta a 34.427 gli ettari  in aree protette nella Provincia del VCO.
I consiglieri regionali Aldo Reschigna, Marco Travaglini
Soddisfazione viene espressa dal Partito Democratico della Valle Antrona per l’approvazione in Consiglio regionale della legge che istituisce il Parco naturale dell’Alta Valle Antrona.  Si è trattato di un iter lungo che ha visto la forte collaborazione delle amministrazioni comunali che si sono succedute in questi anni e che sono state le promotrici del parco.  L’istituzione del Parco naturale dell’Alta Valle Antrona, in considerazione degli obiettivi generali propri delle aree protette, può contribuire a garantire la conservazione, il ripristino e la valorizzazione dei caratteri naturalistici e degli aspetti della cultura e delle tradizioni locali; di salvaguardare e di ripristinare gli aspetti e le componenti del paesaggio caratterizzanti il territorio e documento delle sua particolare storia e dell’azione umana in considerazione delle particolari condizioni ambientali proprie della valle; di promuovere e sostenere il recupero e il riuso dell’ingente patrimonio edilizio diffuso sul territorio della valle anche attraverso la reinterpretazione delle modalità costruttive tradizionali; di sostenere gli interventi di manutenzione del territorio e delle infrastrutture anche attraverso il rilancio delle attività agricole e forestali da riorganizzare negli obiettivi, nelle pratiche e nella rete distributiva per una gestione che garantisca il massimo delle ricadute sulla realtà locale. In sintesi l’Istituzione di questo Parco può essere il volano che può spingere la Valle Antrona, una delle valli più belle e meglio conservate dell’intero arco alpino, a diventare punto di riferimento per il turismo naturalistico regionale e nazionale.
Moreno Minacci, Coordinatore Pd Valle Antrona