Archivi categoria: Sanità e Welfare

Le Residenze per Anziani abbandonate dalla Regione Piemonte. Aumentano le liste d’attesa e diminuiscono gli inserimenti. Un grave danno per le nostre comunità.

Il contenuto della lettera inviata dalle dieci Residenze per Anziani (RSA) del nostro territorio ai vertici ASL di inizio agosto era chiara: ci avete lasciato soli nella gestione dell’emergenza. Ma tra i tanti temi sollevati nella lettera un’altro era, ed è, è cruciale: i nuovi ingressi nelle strutture e le liste di attesa.
Infatti sono oltre mille gli inserimenti in meno nei primi otto mesi del 2020 rispetto al 2019 in tutta la regione Piemonte, in convenzione con le Asl. Ora però non si può continuare così. Se prima era una questione di gestione dell’emergenza, ora appare una scusa per risparmiare soldi da parte della regione Piemonte sulla pelle dei nostri anziani e delle loro famiglie.
Infatti meno inserimenti di anziani nelle Residenze si traducono in meno soldi versati alle RSA convenzionate dalla regione Piemonte: i calcoli del gruppo PD in Regione segnalano circa trenta milioni di euro (su base annuale) in meno alle RSA dalla Regione dovuti ai meno inserimenti e, purtroppo, anche ai decessi per Covid .
Meno inserimenti significa, purtroppo, che le liste di attesa aumentano. Un duro colpo per quelle famiglie che meritano di avere un servizio efficiente di aiuto e supporto ai propri anziani, dopo anni di sacrifici.
E meno anziani nelle RSA vuol dire anche mettere in difficoltà economica le stesse Residenze che contano ora su minore risorse, mettendo a rischio la loro sopravvivenza, ma anche e soprattutto causando la diminuzione di servizi, perché avendo meno ospiti vengono ridotte le ore di assistenza e l’assistenza ne viene pesantemente penalizzata.
Su questo la Regione tace e non muove un dito, “risparmia” soldi sulla pelle dei nostri anziani.
La regione Piemonte e la Giunta di centro destra, e i suoi esponenti locali, devono invertire al più presto la rotta, muovendosi velocemente per l’attivazione dei nuovi inserimenti in convenzione con le Asl, per diminuire le liste di attesa e aiutare le RSA e le famiglie.

Alice De Ambrogi
Segretaria Provinciale VCO

Monica Canalis
Vice Segretaria Pd Piemonte e Consigliera regionale

Partito Democratico

Ritardi per esami, prenotazioni, prestazioni sanitarie dell’ASL VCO: così non va! L’assessore alla sanità regionale Icardi assente.

Comunicato Stampa

Ritardi per esami, prenotazioni, prestazioni sanitarie dell’ASL VCO: così non va! Ritornare al più presto a un servizio efficiente. L’assessore alla sanità regionale Icardi assente. Sollecitano un intervento urgente il consigliere regionale Domenico Rossi e la segretaria provinciale PD Alice De Ambrogi

Le numerose proteste che si levano ogni giorno sulle clamorose carenze nei servizi sanitari, post Covid, forniti dall’ASL del VCO sono sotto gli occhi di tutti.
Ritardi, impossibilità di relazionarsi con il servizio telefonico di prenotazione (CUP), esami rimandati, impossibilità di accedere ai servizi basilari come un esame del sangue, con quelli urgenti anch’essi in difficoltà, i Distretti sanitari ancora di fatto al palo, segnalano una situazione delle prestazioni dei servizi sanitari dell’ASL del VCO assolutamente non accettabile. Bisogna al più presto ritornare alla normalità fornendo i servizi con funzionalità ed efficienza, non lasciando i cittadini senza risposte.

Nonostante le grida di allarme arrivate da più parti – dichiara la Segretaria del PD del VCO Alice De Ambrogi – non solo dagli utenti ma anche dai Sindaci e dagli Operatori Sanitari del territorio, nulla sembra muoversi e l’assessore alla sanità regionale Icardi latita nonostante i numerosi solleciti. Si possono intuire le difficoltà nel far ripartire a regime la macchina sanitaria ma, a oltre due mesi dalla fine del lock down, e con i cittadini ormai capaci di gestire le situazioni in materia di distanziamento, uso della mascherina ecc., non si può avere una macchina della sanità locale bloccata e con un motore che gira a bassi regimi.
La situazione risulta un vantaggio solo per i servizi sanitari privati accreditati o meno, ai quali molti cittadini esasperati si rivolgono, lasciando però scoperte le fasce economicamente più deboli che non hanno la possibilità di rivolgersi alle strutture private.
Serve subito una risposta forte dell’assessorato alla sanità regionale unitamente alla Direzione Generale dell’Asl locale. I cittadini, gli amministratori locali, gli operatori sanitari hanno diritto di sapere cosa si sta facendo e i tempi della risoluzione di questi problemi
,” conclude la Segretaria provinciale. 

Nonostante le interpellanze e l’informativa richiesta all’assessore Luigi Icardi in Commissione Sanità – sottolinea il vicepresidente della Commissione Sanità in regione Piemonte Domenico Rossi – non abbiamo ancora ricevuto risposte concrete sulle modalità di recupero delle visite e in vista delle nuove prenotazioni, se non solo una lista delle buone intenzioni. Manca una mappatura delle criticità maggiori e i ritardi delle aziende più in difficoltà vanno ad aumentare i problemi di efficienza del CUP regionale. Il rischio è quello di creare territori e cittadini di serie B, costretti a spostarsi anche per centinaia di chilometri per fare una visita.  Ricordo – conclude il consigliere democratico – che per evitare il sovraccarico di telefonate al CUP, è possibile ricorrere ai canali alternativi come l’app CUP Piemonte o il sito internet della Regione dedicato alle prenotazioni che non presentano al momento disservizi. Per questo abbiamo chiesto che parta al più presto la campagna comunicativa regionale per promuovere tali strumenti ed informarne la cittadinanza tutta”.

Cordiali saluti
Partito Democratico VCO

24 luglio 2020

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Per Preioni la stabilizzazione del Centro Ortopedico diQuadrante ad Omegna è stata una scelta errata!

Nell’incapacità di trovare una soluzione al bonus da dare agli operatori della sanità del Centro Ortopedico di Quadrante (C.O.Q.) di Omegna, il consigliere regionale e capogruppo della Lega Alberto Preioni dichiara, agli organi di stampa, che la “stabilizzazione voluta a suo tempo era errata” e che la colpa è di chi c’era prima e ha compiuto la scelta.
Veramente strano e incomprensibile che l’operazione compiuta dalla precedente Amministrazione  Regionale del Presidente Chiamparino e del Vice Presidente Reschigna, la stabilizzazione del C.O.Q. appunto, apprezzata da tutti (anche dall’attuale Sindaco della Lega di Omegna in testa, dai soci privati e da tutti gli operatori sanitari) venga oggi rappresentata da Preioni come sbagliata.
Probabilmente non sapendo cosa dire (e soprattutto cosa fare) in merito al bonus per gli operatori sanitari del C.O.Q., Preioni pensa che l’unica arma comunicativa da usare sia quella di dare la colpa a qualcun altro.
Non era possibile, per un Ospedale gestito da una società mista, intraprendere un’altra strada, se non quella assunta: e cioè dargli la veste giuridica di Ospedale privato accreditato. Altre possibilità non esistevano.
E questo dovrebbe saperlo bene il consigliere Preioni se, per una volta, avesse voglia di studiare e approfondire la materia.
Gli consigliamo di attivarsi veramente presso la Regione Piemonte e le sedi competenti per risolvere questo problema, perché la vita non è uno slogan.

Alice De Ambrogi, Segretaria Partito Democratico VCO
e segreteria PD VCO

Sanità nel VCO: Icardi e la regione Piemonte ancora una volta senza uno straccio di documento per una scelta che vuole privatizzare parte dei servizi ospedalieri

La riposta dell’assessore alla sanità piemontese Icardi, e dei dirigenti della lega del VCO Preioni e Montani, sul tema della sanità nel VCO ancora una volta rimane generica e scritta sul “nulla”.
La loro scelta di abbandonare la strada della costruzione di un nuovo ospedale baricentrico affiancato da una forte presenza della medicina territoriale e delle Case della Salute (progetto approvato a suo tempo dalla larga maggioranza dei Sindaci del VCO) per noi è un errore.
La loro proposta di un nuovo piccolo ospedale a Domodossola, la privatizzazione di quello di Verbania senza DEA e con molti meno servizi e reparti, la mancanza di un potenziamento della medicina territoriale e delle Case della Salute (progetto respinto dalla maggioranza dei Sindaci del VCO) rimane una scelta sbagliata e ad oggi, nei fatti, solo un annuncio.
Un progetto sbagliato perché si ispira al modello lombardo, con la scelta di voler privatizzare l’ospedale Castelli di Verbania (senza DEA e senza molti servizi e reparti) e senza investire sulla medicina territoriale e di prossimità per i cittadini con le Case della Salute. Un modello, quello lombardo che, ad esempio, sull’emergenza Covid si è dimostrato non all’altezza della sfida perché penalizza la parte pubblica; proprio come vuol fare la regione Piemonte nel VCO.
Dall’altra parte il loro progetto è ancora, dopo un anno di annunci, solo tale.
Dove sono le delibere caro Assessore? Le lettere? Dove è il progetto? Dove sono i documenti da leggere e approfondire?
Una sola cosa è certa. Il progetto dell’ospedale nuovo baricentrico, come annunciato nei giorni scorsi dal nostro Deputato Enrico Borghi, aveva e ha i soldi per essere realizzato (i 60 milioni di euro stanziati dal Governo e confermati in questi giorni, quelli dell’INAIL e la quota parte della Regione) e aveva già un iter avviato con le scelte urbanistiche compiute dal comune di Ornavasso.
Il tema rimane sempre quello: la proposta del centro destra guarda alla privatizzazione dei servizi e rischia di rendere ancor di più marginale la qualità dei servizi ospedalieri nel VCO.

Alice De Ambrogi
Segretaria Provinciale PD VCO
e Segreteria Provinciale

Ospedale unico Vco: a Roma confermate le risorse per Ornavasso, Regione Piemonte non ha dato nessuna comunicazione contraria al Ministero in più di un anno dall’annuncio dell’ipotesi Domodossola

Ha del clamoroso la notizia emersa nelle ultime ore dal Ministero della Coesione Territoriale. Da una comunicazione ufficiale pubblicata sul sito del Ministero, nell’aggiornamento delle risorse allocate sui fondi FSC (Sviluppo e Coesione),è emerso come siano stati formalmente stanziate le risorse economiche per la realizzazione del nuovo ospedale Unico di Ornavasso, ad oggi disponibili per Regione Piemonte per poter essere utilizzate nella realizzazione del nuovo presidio ospedaliero.

“Ad oggi, a un anno di distanza dall’annuncio rispetto alla volontà regionale di realizzare un nuovo ospedale nella piana tra Domodossola e Villadossola – commenta l’On. Enrico Borghi – nessuna comunicazione ufficiale, nè nessun tipo di atto, sono stati inviati da Regione Piemonte per smentire l’opzione Ornavasso. Ovviamente, e giustamente, il ministero è andato avanti con la allocazione delle risorse statali, che ora sono ufficialmente a disposizione della Regione e del territorio. Da oggi, insomma, i 60 milioni dello Stato per il nuovo ospedale del VCO sono ufficialmente sul tavolo. La vicenda è paradossale, agli annunci non è seguito nessun tipo di atto concreto dall’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte e, per di più, ad oggi le risorse sono già stanziate e non vengono spese per un’opera di fondamentale importanza per il nostro territorio.”
“Icardi e la Giunta Regionale facciano immediata chiarezza sulla vicenda – conclude il parlamentare Ossolano – ad oggi la sensazione è che l’unica cosa che a Torino hanno pensato di fare è quello di buttare la palla in tribuna, facendo perdere tempo e risorse per non dover affrontare i problemi della sanità del Verbano Cusio Ossola. Col rischio, in caso di inazione, di perdere queste risorse qualora una volta impegnate non venissero spese “

La sanità del futuro. Le proposte del PD VCO

La sanità del FUTURO

La recente, e non ancora conclusa, pandemia per covid-19 ha messo a nudo nuove criticità ma anche inedite opportunità per il nostro sistema sanitario.

Per questo, sin da ora, è utile e necessario pensare alle strategie di breve periodo, per eventuali ondate di ritorno del virus ipotizzabili nel prossimo autunno così come, e di prospettiva, a seguito di un’esperienza che ha posto l’intero sistema sotto un altissimo livello di stress, con un ambizioso programma di riorganizzazione delle strutture e dell’offerta sanitaria facendo tesoro di quanto abbiamo imparato e mettendo queste nozioni a servizio di un futuro in cui si ipotizza un graduale ritorno alla normalità ma che, tuttavia, non potrà essere la stessa che conoscevamo prima.

COSA FARE SUBITO

La Regione in questi giorni ha deliberato, sulla base delle richieste e dei parametri del Ministero della Salute, la quantificazione e la relativa distribuzione dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva nonché gli investimenti necessari per creare percorsi differenziati di accesso ai DEA ed ai pronti soccorso.

La priorità, ora, è investire sulle persone. È evidente che senza un adeguamento del personale non si possa andare molto lontano, pertanto, nuove assunzioni e stabilizzazioni degli operatori sanitari assunti durante l’emergenza sono l’unica strada per onorare le promesse fatte.

La parola d’ordine del prossimo periodo dovrà essere FLESSIBILITA’.

Solo attraverso l’innesto di meccanismi di elasticità del sistema sanitario nella sua interezza (Ospedali, medicina territoriale, USCA, Medici di Famiglia, RSA) sarà possibile contenere le eventuali ondate d’urto a cui il virus potrebbe sottoporci nei prossimi mesi. Questo vuol dire predisporre le strutture ad essere pronte ad eventuali cambiamenti “in itinere” e potranno farlo soltanto con una organizzazione regionale ben definita e organica.

Infine, l’impatto del virus ha dimostrato che sono probabili livelli di cronicità più alti per alcune patologie legate a cuore, reni, polmone. Per questo, la necessità di investire su centri riabilitativi potrà dare una risposta efficace a questa nuova prospettiva.

LE RISORSE: come usarle?

Il Governo, con il Partito Democratico in prima linea, ha richiesto ed ottenuto che lo sforzo dell’Europa si orientasse, come non lo era mai stato prima, nella direzione di un futuro più giusto, meno ragionieristico e più sociale della gestione delle risorse disponibili per investimenti degli Stati membri.

Da qui è nata la rinegoziazione del cosiddetto MES, che non è altro che il metodo attraverso il quale gli Stati regolano i propri equilibri di stabilità, che ha definito una maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi (36/37 miliardi circa di prestito disponibili per il nostro Paese ad un tasso di 0,115% da rimborsare in 10 anni e che non grava sul rapporto deficit/PIL) che potranno essere utilizzati per strutture edilizie, dotazioni tecnologiche, infrastrutture digitali, in particolare per potenziare:

●          Struttura e rete ospedaliera nazionale

●          Centri di cura e strutture di prossimità

●          Laboratori e rete diagnostica

●          Lungo degenza e centri riabilitativi

Non è difficile capire che si tratta di un’occasione straordinaria per rendere davvero efficiente e tecnologicamente avanzato il sistema sanitario, trovando un giusto equilibrio tra ospedalizzazione, assistenza territoriale e prevenzione.

Ciò vuol dire che la Regione si troverà nel giro di pochi mesi a dover iniziare una profonda riflessione sul loro utilizzo, e che molto dipenderà dall’impostazione concettuale che intenderà dare: conservativa oppure di svolta e modernità. Noi pensiamo che queste risorse, dedicate esclusivamente alla sanità, debbano essere utilizzate con efficacia e coraggio.

In primo luogo, con un piano di assunzioni straordinario sulla falsa riga di quanto fatto nella scorsa legislatura nel 2018 deliberando l’assunzione di 1400 persone su tre anni. Ora i tre anni sono passati e bisogna assumere almeno altre 1500 persone.

Inoltre, scegliere di non investire in innovazione tecnologica, in strutture ospedaliere nuove, non far partire per davvero la medicina territoriale sarebbe un errore che pagherebbero le generazioni future e che segnerebbe l’inadeguatezza ad affrontare le sfide più importanti della classe politica di oggi.

COSA FARE NEL VCO

La nostra Provincia trova spesso motivi di grande divisione sulle questioni legate alla Sanità. Pensiamo che sia il momento di fare un passo avanti e di assumere decisioni importanti e lungimiranti, non divisive (ascoltando tutti Sindaci, Tecnici, operatori, sindacati) senza posizioni ideologiche, risolvendo definitivamente questa situazione che perdura ormai da troppi anni.

Noi proponiamo:

●          Edilizia sanitaria: si riapra un tavolo di concertazione serio con il territorio. La soluzione proposta dalla Regione non sta in piedi, e tutto ciò è ancora più evidente dopo la dolorosa esperienza della pandemia. Le Regioni che avevano una medicina territoriale strutturata (Emilia-Romagna e Veneto, per esempio) sono quelle che hanno retto meglio la fase acuta. Davvero il nostro modello deve essere la Lombardia? L’attivazione della medicina territoriale (con le Case della Salute, le Unità speciali di continuità assistenziale, la collaborazione stretta coi medici di famiglia ecc.) insieme ad un ospedale nuovo, baricentrico e tecnologicamente avanzato rappresenterebbe il vero salto di qualità per il territorio. Il progetto immaginato dalla Regione (Ospedale nuovo ma depotenziato a Domodossola, declassamento del Castelli, nessun cenno alla medicina territoriale) non risponde a nessuna delle necessità reali della nostra Provincia: cosa sarebbe successo se il Castelli fosse stato senza DEA ed in mano ai privati e senza nessuna sanità territoriale? Il progetto del centro destra rappresenta, ancor di più alla luce del covid-19, un autogol clamoroso di cui le generazioni future pagheranno pesantemente le conseguenze

●          Ricerca: si investa in ricerca ed innovazione tecnologica, nuovi macchinari, si rifletta davvero su come spendere le risorse.

●          Personale: alcune delle inefficienze del nostro sistema sanitario sono, da tempo, neutralizzate dalla straordinaria professionalità ed abnegazione del personale. L’emergenza Covid-19 ha accentuato lo sforzo degli operatori ed ora vi è il problema del recupero delle prestazioni rinviate nella fase acuta che li costringerebbe ad uno sforzo ulteriore e prolungato. La Regione riprenda in mano il piano di assunzioni previsto dalla Giunta Chiamparino e proceda velocemente a stabilizzare il personale assunto durante il periodo di emergenza perché il potenziamento delle rianimazioni è giusto e conforme alle direttive del Governo ma impossibile senza il personale adeguato.

●          CUP: arrivano molte proteste da utenti del VCO perché il servizio di prenotazione centralizzato risulta inefficiente e con scarsa conoscenza della nostra realtà territoriale, le Regione trovi una soluzione, non è accettabile che i cittadini perdano ore per una semplice prenotazione di una visita.

Segreteria Provinciale
Partito Democratico Verbano Cusio Ossola

Giugno 2020