Archivi categoria: Sanità e Welfare

Il Ministro e l’ambulanza

Tra le perle di questa campagna elettorale mediatica entrerà certamente di diritto la “gita” ossolana del ministro della sanità Renato Balduzzi, salito in Val d’Ossola con un ambulanza del Movimento 5 Stelle per annunciare al mondo che si sta interessando del futuro del Punto Nascita dell’Ospedale San Biagio di Domodossola.
L’espediente mediatico del ministro, forse reso obbligatorio dall’assenza di folle plaudenti al suo arrivo, induce ad un paio di riflessioni.

La prima di carattere politico. Per quale motivo un esponente di governo, capolista della “Lista Monti” in questa circoscrizione, partecipa ad una iniziativa politica di un movimento a lui alternativo e concorrente come i grillini? Se fossi un elettore di Monti, mi chiederei se il mio consenso è correttamente depositato nelle mani di chi è pronto a questi strani inciuci con un movimento che è decisamente agli antipodi rispetto all’impostazione di “Scelta Civica”. Se fossi un elettore di Grillo, mi chiederei il motivo per il quale il movimento è giù pronto ai compromessi e agli accordi senza neanche essere entrato in Parlamento, e per di più con chi viene fieramente avversato in ogni dove. Oppure Balduzzi e Monti non fanno parte di quella “casta” che i grillini con grande veemenza sostengono di voler spazzare via?
La seconda è di merito.
Un ministro che ha avuto un anno di tempo per accorgersi del problema, e che tra un mese non avrà più questa responsabilità, improvvisamente scopre l’esigenza di “approfondire l’istruttoria sul problema delle nascite in montagna”. Meglio tardi che mai, verrebbe da dire. Sappiamo che prima non poteva accorgersene, immerso com’era nei tagli operati da lui e dal governo di cui fa parte al sociale e alla sanità pubblica. Ma se vuole dare un seguito alle parole, e non trasformarsi da tecnico in mestierante della politica, il ministro sul punto specifico può fare solo una cosa. Anziché utilizzare la Prefettura di Novara (Novara? Informatelo che il VCO è ancora provincia, per cui può utilizzare Villa Taranto così risparmiamo tutti sulla benzina) per la sua campagna elettorale, faccia un decreto con il quale modifica i parametri minimi dei parti nei territori montani italiani, adeguando i conseguenti protocolli medici, e convochi subito le commissioni sanità del parlamento per farlo ratificare. Così avremo risolto strutturalmente il problema di Domodossola, di Susa, di Cuorgnè e Borgosesia. Altrimenti non prenda in giro gli ossolani e i piemontesi , i quali sulla sanità ne hanno viste di tutte le specie e non sono gonzi per abboccare alle lenze dell’ultima ora.
Il tema della sanità è troppo delicato e serio per essere oggetto di speculazioni di questo tipo. Proprio per questo, come Partito Democratico, dedicheremo a questo argomento una giornata intera della nostra campagna elettorale il prossimo 9 febbraio nel VCO con il senatore Ignazio Marino. Con lui daremo risposte di sistema coerenti e serie ai problemi della sanità (nazionale, piemontese e locale), mettendoci in ascolto di tutti gli operatori e protagonisti del comparto a livello territoriale, e proponendo il nostro modello di sanità pubblica basato sull’universalità delle prestazioni e sulla sostenibilità economica di medio periodo, in alternativa al modello delle destre che smantella il pubblico per aprire la porta al meccanismo americano pre-Obama delle polizze assicurative e dei privati e che sta alla radice anche dei problemi del VCO.

Enrico Borghi
candidato alla camera per il PD

Buco della sanità: tanta incertezza dalla giunta Cota

La discussione avvenuta oggi in quarta Commissione sulla relazione della società Deloitte sulla riconciliazione tra i bilanci delle Asl e quelli della Regione, che evidenzierebbe un buco vicino ai 900 milioni di euro, è la dimostrazione di come, per precisa scelta della Giunta Cota, invece di far chiarezza si rigirano sempre gli stessi dati.
La riconciliazione tra i bilanci delle Asl e i crediti vantati verso la Regione e i bilanci della Regione, per mandato del centrodestra, non è avvenuta attraverso la certificazione dei singoli bilanci e dei singoli crediti vantati, ma prendendo per buoni i dati forniti dalle aziende sanitarie e dalla Regione.
Questo non aggiunge nulla a quanto si poteva discernere esaminando le cifre, né viene in alcun modo individuato il periodo di formazione del disallineamento tra i bilanci Asl e quelli regionali, anche se a detta dell’assessore Monferino risalirebbe agli anni dal 2004 al 2006. Quindi non interamente attribuibili alla passata amministrazione regionale, come continua a fare in tutte le salse il presidente Cota.
La cosa buffa è che, dopo aver parlato dei risultati della relazione ad organi di stampa e tv, oggi in Commissione è stato chiesto ai consiglieri regionali di firmare un documento che impegna alla riservatezza sulla relazione. Naturalmente non lo abbiamo firmato, la riservatezza è un nostro impegno sempre, dovrebbe esserlo anche per la Giunta. Ma nello status del Consigliere regionale è previsto l’accesso agli atti, e forse una concezione più trasparente dei conti pubblici non nuocerebbe alla amministrazione Cota.
Del resto sul bilancio il centrodestra non ne azzecca una. Ieri l’assessore Quaglia doveva portare in Commissione la spalmatura del cosiddetto fondino per il bilancio 2013. Naturalmente non ce l’aveva, e la Commissione ha discusso di temi minori. Oggi pomeriggio la replica, con l’assessore che non si è neanche presentato e ha fatto sapere di non essere ancora in grado di presentare la spalmatura del fondino. La prima stesura del bilancio risale a settembre, ancora oggi ci sono direzioni importanti (trasporti, istruzione e formazione professionale, politiche sociali) con risorse pressoché azzerate.
Come pensa il centrodestra di approvare entro gennaio il bilancio 2013, se a 20 giorni dalla scadenza non è in grado neanche di discuterlo in Commissione? E’ evidente che quando diciamo che questa maggioranza non è capace a governare, e che il primo responsabile è il presidente Cota, diciamo semplicemente la verità.

 DICHIARAZIONE DI ALDO RESCHIGNA, capogruppo Pd in consiglio regionale

Presentato ordine del giorno in Provincia sui farmaci per malati di epilessia.

Sollecitati da cittadini e dalle associazioni dei malati di epilessia (anche locali, come l’AICE) il capogruppo provinciale del PD Paolo Ravaioli ha presentato un ordine del giorno relativo all’acquisto oneroso di medicinali contenenti Levetiracetam e Topiramato.
Con le recenti disposizioni sulla spesa sanitaria, per le persone con epilessia molte famiglie quando oggi vanno a comprare il farmaco per fermare le crisi, contenente appunto Levetiracetam o Topiramato, se non accettano di acquistare il famaco cosidetto “equivalente” devono pagare decine di eruo in più.
Per chi deve assumere quotidianamente e per tutta la vita questi farmaci, è una situazione devastante. Infatti per chi ha raggiunto il controllo delle crisi cambiare il farmaco è una violenza ingiustificata.
Per questo abbiamo presentato un ordine del giorno nel quale invitiamo il Presidente della Provincia ad un sollecito intervento scritto all’assessorato regionale alla Tutela della Salute e Sanità per chiedere un cambio di indirizzo in materia, aderendo alla richiesta dell’AIFA. Per rettificare la circolare diramata agli associati da Federfarma Piemonte, nella quale si accoglieva la richiesta dell’Agenzia Italiana del Farmaco, con decisione che ha comportato l’applicazione del ticket sui farmaci in oggetto, con gravi conseguenze economiche per i pazienti che ne devono fare uso.

Paolo Ravaioli
Capogruppo Pd

 

Alla c.a.
Presidente del Consiglio provinciale

Ordine del giorno

OGGETTO: Differenza di prezzo tra i medicinali antiepilettici di marca e le equivalenti specialità generiche

Premesso che

· l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha recentemente inserito nella lista di trasparenza dei medicinali inseriti nell’elenco dei farmaci equivalenti le specialità medicinali antiepilettiche Levetiracetam (LEV) e Topiramato (TPM), presenti sul mercato italiano con il nome commerciale, rispettivamente, di Keppra e Topamax. La lista di trasparenza, aggiornata mensilmente dall’AIFA, riporta l’elenco dei principi attivi dei quali, scaduto il brevetto di proprietà della casa farmaceutica titolare della Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC),è possibile trovare in farmacia il farmaco generico, contenente lo stesso principio attivo, ad un costo di solito sensibilmente inferiore rispetto a quello “di marca”;

· i farmaci inseriti nella lista di trasparenza sono considerati dall’AIFA “equivalenti” a quelli di marca e, quindi, ad essi sostituibili senza rischi per le persone che li assumono, tuttavia, nel caso delle due specialità sopra citate, con comunicazione del 16 luglio 2012, approvata dalla Commissione Tecnico Scientifica, l’AIFA ha precisato che l’uso del farmaco generico equivalente può essere ritenuto sicuro ed efficace quando la sua assunzione avvenga già dalla prima prescrizione e raccomanda di non sostituire il farmaco a trattamento iniziato;

considerato che

· nella comunicazione del 16 luglio l’AIFA “raccomanda, nei casi in cui il medico decida la non sostituibilità del farmaco prescritto, che le autorità sanitarie territoriali non pongano a carico dell’assistito la differenza fra il prezzo più basso ed il prezzo del farmaco previsto”;

· tale raccomandazione, tuttavia, non è una disposizione normativa ed ha il valore di un mero “suggerimento” accogliendo il quale le Regioni assumerebbero a loro carico il costo della differenza di prezzo che, in base alle norme vigenti, dovrebbe gravare sull’assistito. Nel caso dei due medicinali citati tale differenza di prezzo è particolarmente elevata, ovvero circa 50 euro nel primo caso e quasi 100 euro nel secondo;

· Federfarma Piemonte il 19 settembre u.s. con un comunicato ufficiale ha già cercato di sensibilizzare l’Assessorato regionale in merito alla problematica esposta, ricordando che fino a quando la Regione non comunicherà la sua eventuale decisione di non richiedere all’assistito la differenza tra equivalente e farmaco di marca le farmacie saranno costrette a far pagare tale differenza ai cittadini;

constatato che

· viste le raccomandazioni espresse dall’AIFA, la scelta di molti pazienti in cura con farmaci antiepilettici di non ricorrere al farmaco generico ma di proseguire la terapia con le specialità di marca è di fatto una scelta obbligata che si traduce in un notevole aggravio di costi;

INVITA

il Presidente della Provincia

ad un sollecito intervento scritto all’assessorato regionale alla Tutela della Salute e Sanità per chiedere un cambio di indirizzo in materia, aderendo alla richiesta dell’AIFA, facendo rettificare la circolare diramata agli associati da Federfarma Piemonte, nella quale si accoglieva la richiesta dell’Agenzia Italiana dei Farmaco, con decisione che ha comportato l’applicazione del ticket sui farmaci in oggetto, con gravi conseguenze economiche per i pazienti che ne devono fare uso.

 

 

Tagli alla sanità e riforme: ci vuole coerenza. Il senatore Zanetta si lamenta nel VCO mentre in Regione il suo partito è promotore dei tagli alla Guardia Medica.

Quanto succede sul nostro territorio in tema di sanità lascia sempre più increduli.
Da una parte il governatore della regione Cota si vanta della sua “lungimiranza” e dichiara: “nel decreto legge sulla sanità approvato dal Consiglio dei ministri, per la verità, sono stati ripresi alcuni punti del nostro Piano socio-sanitario e del nostro piano di governo: in particolare, per i medici H24 è stato copiato il nostro modello dei Cap, i Centri di assistenza primaria“.
Dall’altra parte gli amministratori della Lega e del Pdl (senatore Zanetta in testa) restano sorpresi dalle conseguenze sul territorio.
Oggi siamo di fronte alla riduzione della presenza della guardia medica sul nostro territorio alla quale non corrisponde un implemento di servizi dei medici di famiglia.
Per il momento assistiamo ancora una volta alla riduzione di un servizio, per altro già discriminato dalla gente che spesso ritiene più utile ed efficace il rivolgersi al 118 o direttamente ai Dea.
Vorremo sollecitare – afferma il segretario provinciale del Pd Antonella Trapaniil senatore Zanetta non tanto a sostenere la raccolta firme ma, se ne è in grado, ad attivarsi con i suoi contatti politici regionali, a partire dal presidente del consiglio regionale Valerio Cattaneo, per dare risposte tempestive a provvedimenti che sono condivisi da Lega e Pdl e mostrarci quali sono i vantaggi di tutto questo.
Qual è la medicina territoriale che si sta “costruendo” per questo territorio?
Le direttive ricevute dall’Asl sono chiare, e sono di origine politica: l’ASL VCO ha tagliato il servizio di continuità assistenziale (meglio noto come guardia medica) in attuazione della DGR n. 2-4474 del 6 agosto 2012 avente per oggetto “determinazione obiettivi economici-finanziari delle aziende sanitarie regionali per l’anno 2012” che nell’allegato B, punto C, stabilisce: “Il numero ottimale di medici inseribili nei servizi di continuità assistenziale di ciascuna ASL è definito dal rapporto un medico ogni 5000 abitanti residenti. Pur tenendo conto delle diverse caratteristiche orografiche esistenti non è possibile permettere nella situazione attuale scostamenti in eccesso per cui le Aziende che si trovano ancora in detta situazione devono rivedere l’organizzazione del servizio prevedendo un fabbisogno massimo di medici pari al numero previsto”.
Tutto questo fa parte di un modello sanitario – conclude Antonella Trapanial quale il Partito Democratico si oppone, e considerato che non sembra gradito neppure al Senatore di Baceno e ai sindaci di tutti i colori politici, ci chiediamo se oltre ad una sospensiva del provvedimento non sia il caso di rivedere l’impianto generale al fine di creare prima le condizioni di efficienza del servizio integrato medici di base e medici territoriali (guardia medica) costruendolo sulle nostre necessità orografiche invece che escludendole.
Ad esempio: non è forse giunto il momento di realizzare una piattaforma comune per lo scambio delle informazioni cliniche?
Basterebbe, a questo proposito, citare il fatto che «le postazioni di montagna della “continuità assistenziale”, non hanno in molti casi neppure collegamenti Adsl il che le esclude dall’accesso ai dati.
Come scritto, ci vuole coerenza.

Antonella Trapani
segretario provinciale

Ufficio Stampa

Punto nascite: odg del consigliere Costa

Pubblichiamo l’ordine del giorno indirizzato al Presidente  del Consiglio Provinciale del VCO da parte del consigliere del Pd Stefano Costa.
Odg sul tema del punto nascite di Domodossola che verrà discusso nel prossimo consiglio provinciale.
ORDINE DEL GIORNO IN MERITO ALLA PREVISTA CHIUSURA DEL PUNTO NASCITE DELL’OSPEDALE SAN BIAGIO DI DOMODOSSOLA
–        Ricordato che dal settembre 2002 la struttura ospedaliera complessa di Ginecologia ed Ostetricia dell’Ospedale San Biagio di Domodossola è stata trasformata in Punto Nascita;
–        ricordata la nota prot. N° 45770 del 7.7.11 a firma del Direttore Sanitario Aziendale dr. Sandrini congiuntamente al Commissario dr Cattrini ed il conseguente disposto del Direttore di Macrostruttura Ospedale Unico Plurisede dr. Garufi di pari data con il quale veniva chiesto di “procedere alla sospensione delle attività di degenza di Ostetricia.Ginecologia presso il Presidio di Domodossola a partire dalle ore 8.00  di lunedì 11 luglio e sino al 30 settembre 2011” a causa del venir meno delle condizioni di sicurezza per carenza del personale medico dovuta a motivi legati a turn-over e ferie delle stesso;
–        che il medesimo disposto, aveva causato la rinascita, a nove anni dalla chiusura del reparto di Ostetricia e Ginecologia al San Biagio di Domodossola, dello stesso movimento spontaneo di protesta, ben rappresentato dai comitati ossolani, con la conseguente occupazione pacifica della sala consigliare di Domodossola per oltre 90 giorni;
–        vista che la Deliberazione della Giunta Regionale 27 aprile 2012, n. 9-3719 a oggetto “Determinazione dei compensi dei direttori generali, sanitari ed amministrativi delle AASSRR. – modifica Allegato D DGR n. 65-7819 del 17.12.2007. Art. 3 bis D.Lgs. n. 502/1992 e s.m.i.. e nomina direttore generale dell’ASL VCO”, prevede nell’assegnazione degli obbiettivi di mandato (allegato A) al punto n° 6 “Attuare la chiusura del punto nascita dell’Ospedale di Domodossola e l’attivazione del Laboratorio di Emodinamica compresa la sua localizzazione”
–        ritenendo che l’Ossola continui ad essere un’area di indiscutibile difficoltà oro-geografica e che tale disposizione evidenzierebbe gravi problemi di sicurezza nell’assistenza alle partorienti residenti in Ossola;
–        preso atto favorevolmente della posizione a firma dell’Assessore Provinciale alla Montagna che in data 30.06 testualmente cita: “ la lega sul punto nascite di Domodossola deve  ricercare uno scatto di orgoglio , ascoltando le ragioni e le non ragioni della gente ossolana ed adoperarsi per trovare una soluzione che  non svilisca la dignità di una parte importante del  territorio provinciale, tramite un confronto e un percorso che comporti anche sacrifici, ma salvaguardi  all’interno della sacrosanta riforma sanitaria regionale la palese volontà della nostra gente di  continuare a  far nascere i propri figli anche  nell’ ospedale S. Biagio  di Domodossola ,ospedale che  la lega nord da sempre ha difeso senza se e ma ,ed oggi  si e’ adoperata per migliorarlo con altri servizi come emodinamica, sul punto nascita nonostante le difficoltà che comporta  la riforma  causa il valore aggiunto del  debito sanitario, dobbiamo essere in grado di raccogliere in misura maggiore le grida di dolore per la non accettata perdita  del punto nascite, rivedere posizioni formulate od acquisite non comporta alcun disonore , la gente comune, la nostra gente  vuole questo !!!…ascoltiamola…!!!

–        constatato l’evidente disaccordo della nota a firma dell’Assessore Provinciale sig. Bendotti con le determinazioni che la sua stessa forza politica persegue in sede di governo regionale, possa contribuire ad una presa di posizione di codesta amministrazione provinciale a difesa dell’Ospedale San Biagio di Domodossola;

–        il Consiglio Provinciale

DELIBERA

di richiedere alla Regione Piemonte, nel tempo più breve possibile, la modifica del punto n. 6 della Deliberazione della Giunta Regionale 27 aprile 2012, n. 9-3719 all’allegato A “Individuazione ed assegnazione degli obiettivi di mandato (art. 3 bis comma 5 D.lgs n. 502/1992 e s.m.i.).” attraverso la cancellazione della frase “ Attuare la chiusura del punto nascita dell’Ospedale di Domodossola”.
Il  CONSIGLIERE PROVINCIALE   DEL GRUPPO DEL PD Stefano Costa

Debiti regionali: no allo scaricabarile

Il quadro descritto oggi dall’assessore Monferino conferma la grave situazione debitoria in cui versa la Regione. Il gioco allo scaricabarile delle responsabilità, già avviato da qualcuno, è il modo più sbagliato e controproducente per affrontare il problema
La situazione odierna è andata formandosi negli ultimi 15 anni.
A chi attribuisce alla passata amministrazione le colpe più gravi, ricordo solo un dato: il debito di Asl e Aso è passato dal 31 dicembre 2005 al 31 dicembre 2010 da 3,021 mld di euro a 4,219 mld. E’ evidente che l’eredità era già molto pesante.
Se si vuole affrontare seriamente la situazione, occorre mettere da parte ogni strumentalità. Anche perché nel corso del 2011- anche se non ci sono ancora i dati definitivi – nonostante il tanto sbandierato risparmio sul conto economico pagato sulla qualità del servizio, il debito del sistema sanitario è cresciuto di almeno un altro centinaio di milioni.
Se a tutto questo si aggiunge il taglio dei trasferimenti centrali (-930 mln sul 2010), è evidente a tutti che occorre il più in fretta possibile mettere in campo una ricetta credibile.
Va bene il fondo immobiliare chiuso (ma tenendo fuori gli ospedali), anche se un anno fa, quando lo proponemmo, venne bocciato, e arriviamo ora con un anno di ritardo. Va bene la spending review, contenuta in un nostro emendamento. Ma questo non basta.
Occorre una programmazione seria di 10 anni per il rientro dal debito. Occorre, ancora di più, che il bilancio rifletta davvero la reale situazione patrimoniale della Regione, cosa che evidentemente non fa.
Ma occorre soprattutto mettere mano a una riforma generale che alleggerisca la struttura regionale. Lo avevamo proposto in occasione di questa finanziaria, è stato bocciato. Ma se non si alleggerisce la Regione, liberandola da una serie di pesi che in questa situazione non hanno più ragione di essere, ci si preclude la possibilità di avviare una vera azione di risanamento che abbia nel medio-lungo periodo una reale possibilità di successo.

Dichiarazione del capogruppo pd in regione Aldo Reschigna