Giovedì 29 l’Auditorium de Il Chiostro era più che gremito di un pubblico vario, che desiderava capire il destino delle politiche sociali, quindi dei servizi e delle persone alle quali vengono rivolti.
La personalità, l’esperienza e i principi concreti di don Colmegna della Caritas milanese hanno tracciato per tutti noi un percorso più che condivisibile, ma questo non è bastato, perchè l’assenza dell’assessore regionale Monferino ha creato il vuoto che si temeva.
Infatti, non è sufficiente in queste occasioni farsi sostituire da un funzionario dell’assessorato, per quanto di alto livello e di sicura esperienza nel settore. Ci sono decisioni che attengono alla sfera della politica e che un funzionario può solo gestire, non creare.
In particolare, la consistenza di un fondo destinato alle politiche sociali, che – per quanto “rimpolpato” in queste ultime settimane – risulta assolutamente al di sotto delle necessità. Non si può far credere a nessuno che si sono fatti miracoli per trovare fondi, quando questi sono stati falcidiati in due soli anni; nè si può pensare di caricare questo peso sui Comuni, che già devono arrangiarsi con i pesanti tagli ai loro bilanci.
E’ del tutto evidente che “costringere” enti e cittadini a fare i conti con quei quattro soldi stanziati, significa solo gestire una guerra tra poveri, mentre non si vanno a cercare i soldi dove ci sono: negli sprechi (di cui pure tutti parlano), nell’evasione fiscale (che è fin troppo nota), nelle consulenze milionarie (ne scopriamo una in più ogni giorno), negli scandali delle mazzette e degli appalti (la sanità ne riempie la cronaca), nelle inutili e costosissime forniture di armi.
Se, poi, l’idea che aleggia (molto chiara) è che si possono “scaricare” i costi sul privato sociale e sul volontariato, allora il quadro risulta preciso e per nulla condivisibile. A complicarci la vita (ne avevamo giusto bisogno) l’assoluta indeterminatezza sul futuro dei CISS, sciolti per legge prima di sapere in quale modo i servizi possono e debbono essere gestiti.
Per tutto questo era indispensabile che giovedì sera parlassero solo i dipendenti dei CISS e delle cooperative sociali, le famiglie e i pazienti, le associazioni di volontariato. E la loro attesa è andata assolutamente delusa.
Davvero un’occasione perduta.
Bruno Lo Duca, segretario Spi-CGIL
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ACCOLTA LA MAGGIOR PARTE DELLE RICHIESTE DEL PD SUL NUOVO PIANO SANITARIO
La disponibilità data dall’assessore Monferino oggi, in apertura di seduta, alla maggioranza delle nostre richieste avanzate negli emendamenti, riporta il dibattito in aula sul piano del merito piuttosto che sulla forzatura regolamentare.
Abbiamo apprezzato l’apertura dell’assessore su alcune nostre proposte. In particolare abbiamo accolto con soddisfazione l’impegno assunto dall’assessore a trasferire nel 2012 110 milioni di euro agli enti gestori delle politiche sociali. E’ un impegno politico che consideriamo vincolante per la Giunta e che chiediamo venga trasmesso agli enti gestori, in modo che non vengano assunte da questi a breve decisioni negative, sulla base delle ultime brutte notizie riguardo ai tagli dei trasferimenti.
Consideriamo positivamente la disponibilità a non dare vita all’azienda regionale sul 118, riportando all’interno della direzione sanità dell’assessorato la funzione di controllo dell’intero servizio. Così come siamo soddisfatti dell’accettazione del nostro emendamento che incentiva nei trasferimenti delle risorse i nuovi soggetti gestori delle politiche sociali che coincidono con i dipartimenti sanitari.
Infine, il tema delle federazioni. Siamo soddisfatti dell’accoglimento della nostra proposta di eliminare la programmazione tra le loro funzioni, e la riduzione a uno da tre dei membri del collegio sindacale, o soluzioni analoghe che non accrescano i costi. Resta però forte la nostra opposizione alla costituzione di nuovi enti che faranno crescere i costi sanitari. Si sarebbe potuto ricorrere a soluzioni diverse per mantenere le funzioni delle federazioni senza costi aggiuntivi. Per questo confermiamo la nostra opposizione al piano. Ma consideriamo una nostra vittoria che la gran parte delle nostre proposte siano state accolte, e che si sia scelto il confronto di merito alla prova muscolare.
Cota conferma la scadenza di fine marzo per il piano sociosanitario: per noi va respinto, il Pd non si fa intimidire dalle minacce di dimissioni
Anche oggi il presidente Cota ha posto il 31 marzo come termine entro cui approvare il piano sociosanitario, motivandolo con la necessità di arrivare alla nomina dei nuovi direttori generali.
Una scusa tecnica che non regge, visto che le Asl resterebbero le stesse di ora e il presidente Cota è già adesso in condizione di nominare i direttori generali. Resta evidentemente il problema politico degli equilibri interni al centrodestra, anche rispetto alle nasciture federazioni. Se il presidente Cota crede di ottenere risultati minacciando le dimissioni, almeno per quanto riguarda il Pd si sbaglia.
Noi siamo pronti ad andare a casa. Questo non è un argomento che può essere usato come arma di ricatto nei confronti dell’opposizione, che intende discutere fino in fondo del nuovo strumento programmatico sanitario, senza accettare ultimatum o scadenze precostituite.
Il consigliere Burzi, d’altro canto, ci accusa di essere un partito di lotta e di governo.
Lo rassicuriamo, il Pd è un partito di opposizione che svolge il suo compito di controllo e di proposta sulle scelte della maggioranza. Un’azione che ha portato a una profonda modifica del piano sociosanitario, che noi intendiamo ancora modificare in aula nella discussione in atto. Se Burzi ritiene che l’assessore si è confrontato più con noi che con il suo partito, il Pdl, non ha che da essere coerente e votare contro il piano, come faremo noi.
Aldo Reschigna, capogruppo consigliare pd in regione Piemonte
Tagli ai servizi sociali: continua l’impegno del PD per recuperare i fondi.
Con l’avvio della discussione in aula sul piano sociosanitario regionale prosegue l’impegno del gruppo regionale PD a favore del settore socioassistenziale, sia sul piano legislativo che su quello del recupero delle risorse.
Stamane abbiamo presentato un emendamento al piano che prevede la moratoria dei consigli di amministrazione dei consorzi socioassistenziali fino a che non venga approvata la carta delle autonomie. L’obiettivo è quello di garantire la prosecuzione della esperienza dei consorzi e la conseguente gestione di servizi importanti che altrimenti verrebbero cancellati.
Oggi molti sindaci e consorzi si stanno rivolgendo ai prefetti per capire cosa fare. Il fatto che non si rivolgano alla Regione è un altro evidente segno di come la Regione si sta disinteressando della loro situazione. E’ ora che la Giunta regionale assuma per intero le proprie responsabilità.
Sempre a palazzo Lascaris si è svolto ieri un incontro: l’ennesima occasione nella quale i consorzi hanno ribadito che la riduzione degli stanziamenti sulle politiche sociali determinerà situazioni di abbandono e di non protezione sociale e licenziamenti nell’ambito delle politiche sociali.
Consideriamo scandaloso che non fosse presente nessun esponente della Giunta regionale, nonostante l’assessore Monferrino fosse presente in Consiglio regionale. E’ evidente il disimpegno della Giunta regionale su questo tema, disimpegno che rischia di decimare un settore di fondamentale importanza per la tenuta delle comunità locali.
Aldo Reschigna, capogruppo Pd in consiglio regionale
Servizio 118: il “pasticcio” del personale
La confusione regna sovrana nella sanità regionale, anche nella gestione del ridisegnato 118.
Abbiamo posto in quarta Commissione a Torino il problema della gestione del personale della centrale unica nel nostro quadrante. E’ infatti evidente che trasferire i dipendenti da Biella e Verbania nella nuova sede di Novara è un problema, vista la distanza tra le città e le norme vigenti sulla mobilità del personale.
L’assessore Monferino ci ha risposto sdrammatizzando il problema, e ha prospettato l’ipotesi di mantenere il personale nelle sedi attuali e potenziare quello di Novara attraverso nuove assunzioni.
In Regione si è poi discusso tra le parti della situazione. Ma la soluzione così chiaramente prospettataci solo qualche giorno fa non è stata neanche proposta dall’assessore. Si è invece discusso di come trasferire il personale e, a quanto ci risulta, senza trovare un accordo. L’assessore ha infatti alla fine bocciato la soluzione emersa.
E’ un altro brutto segnale di come la gestione della sanità, in un momento di grave crisi delle casse regionali, sembra affidata più all’improvvisazione e ai repentini cambiamenti di posizione.
Dichiarazione di Aldo Reschigna, capogruppo Pd in consiglio regionale
Servizi sociali: i comuni si mobilitano. Odg a Cesara
Pubblichiamo la mozione presentata nel comune di Cesara legata alla mobilitazione contro i tagli ai servizi sociali da parte della regione Piemonte. Mozione approvata dal consiglio comunale.
Mozione “Assicurare con urgenza le risorse per i servizi socio assistenziali per tutto il Piemonte”
L’assemblea dei Sindaci del C.I.S.S. zona Cusio in liquidazione PREMESSO CHE:
– nel disegno di Legge del Bilancio Regionale per il 2012 sono iscritte risorse pari al 50% di quelle assegnate per il 2011 al Sistema delle Politiche Sociali Piemontesi
– tali fondi sono utilizzati, tra l’altro, per trasferire agli Enti gestori della funzione socio assistenziale le risorse per assicurare ai cittadini servizi fondamentali quali, ad esempio, l’assistenza domiciliare e l’inserimento in residenze per persone anziane, servizi residenziali e diurni per persone con disabilità, presa in carico di minori privi di nucleo familiare, sostegni necessari alla sussistenza degli indigenti, nonché numerosi altri servizi imprescindibili per la parte più debole e vulnerabile della popolazione;
– tale previsione di riduzioni, nello specifico, sta portando il C.I.S.S. Cusio ad ipotizzare misure drastiche di riduzione dei servizi in essere che, conseguentemente, avrà una seria e preoccupante ricaduta occupazionale sul personale in appalto coinvolto.
– nello specifico il C.I.S.S. Cusio non può attendere deroghe, considerato che la proroga dell’appalto del personale sui numerosi servizi esternalizzati scadrà il 29/02/2012
APPRESO CHE:
– anche a seguito delle circostanze sopra richiamate, in data 21 febbraio 2012 il Presidente della Regione Piemonte, nell’ambito di un incontro con il Sindaco di Torino, ha assicurato la messa a disposizione della Città di Torino di risorse pari a ulteriori 25 milioni di Euro a sostegno della spesa socio assistenziale della Città con una riduzione pari al 17% circa delle risorse rispetto all’anno 2011
CONSIDERATO CHE:
– appare del tutto condivisibile ed apprezzabile la determinazione dell’Amministrazione regionale ad accogliere le richieste del Sindaco di Torino;
– le problematiche evidenziate in premessa interessano tuttavia l’intero territorio regionale, dal momento che tutti gli enti gestori piemontesi versano infatti in situazioni analoghe a quelle della Città di Torino;
– non vi sono ragioni dunque per un trattamento diversificato tra i diversi enti gestori;
– nello specifico l’Assemblea dei Sindaci del C.I.S.S. Cusio, prima del 29/02/2012, in assenza di comunicazioni della Regione diverse dalle previsioni attuali, dovrà assumere, suo malgrado, decisioni gravissime relative alla drammatica riduzione del 60% dei servizi in appalto e
conseguenti ricadute occupazionali,
– a fronte di tale situazione l’Assemblea dei sindaci nella seduta odierna delibera l’aumento della quota pro-capite consentendo così di garantire il mantenimento dei servizi ai livelli attuali per il mese di marzo;
CHIEDE CON URGENZA all’Assessore Regionale Monferrino
– che, così come legittimamente ottenuto dalla Città di Torino nell’incontro di martedì 21/02/2012, venga data altrettanta certezza, a parità di trattamento, sulle risorse minime a disposizione di tutti gli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali del Piemonte;
– che, nello specifico del C.I.S.S. Cusio, vista la scadenza dei servizi in appalto prorogata al 31/03 p.v., prima di quella data, a tutela del mantenimento dei servizi e del personale in addetto, si ottengano indicazioni certe e rassicuranti determinanti per una definizione accettabile dei servizi;
– di organizzare urgentemente un incontro con tutti i rappresentanti dei soggetti gestori, al fine di affrontare concretamente questioni di così grande importanza e di assumere le conseguenti decisioni
IMPEGNA
il Commissario Liquidatore ed il Segretario-Direttore del C.I.S.S. a trasmettere, con urgenza, copia della presente mozione all’Assessore Regionale Tutela della Salute e Sanità – Politiche Sociali e Politiche per la Famiglia, al Presidente della Giunta Regionale, ai Consiglieri Regionali del territorio ed ai capigruppo, agli Enti gestori dei servizi sociali territoriali del Piemonte.