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COQ E “ASSUNZIONI” ASL: REGNA L’INCERTEZZA E MANCANO DI RISPOSTE CHIARE

Oggi, rispondendo ad una interrogazione del consigliere Aldo Reschigna in consiglio regionale sulla stabilizzazione del Centro Ortopedico di Quadrante di Omegna, la Giunta Regionale ha affermato che non ha ancora valutato se la sperimentazione gestionale debba essere stabilizzata e come e quando si farà.
Ritengo inaccettabile – afferma Aldo Reschigna capogruppo regionale del PD in regione – che dopo molti anni di sperimentazione si debba ancora “valutare”, ed ancor più inaccettabile è che tutto ciò avviene dopo che il Consiglio regionale, con un ordine del giorno, ha impegnato la Giunta a farlo con molta celerità.
Non è possibile continuare ad alimentare incertezza ed insicurezza così come sta facendo la Giunta Regionale di Cota mentre parallelamente si annunciano tagli al personale del C.O.Q e mentre sta peggiorano la condizione della sanità nella nostra provincia come dimostrato dall’allungamento dei tempi di attesa per visite ed esami, denunciato in questi giorni dalla stessa Asl sugli organi di informazione.
E non è più accettabile che non ci siano scelte chiare, come sta avvenendo ad esempio anche sul capitolo delle “assunzioni”.
Qualche settimana fa – prosegue Reschigna – ho denunciato il fatto che non era chiaro se la promessa di assunzione dei ginecologi per il punto nascita di Domodossola sarebbe andata in deroga al turn-over o sarebbe andata a discapito dell’assunzione di psichiatri per il servizio di igiene mentale o di cardiologi.
Così purtroppo pare sia, come sembra in una lettera della Direzione dell’assessorato regionale alla sanità di questi giorni che, se fosse vera, crea l’ennesima guerra tra “poveri” mantenendo un servizio sottraendo però risorse ad un altro.
Basta farse, basta incertezze, la sanità del VCO ha bisogno di programmi e non di proclami.
Chi si ricorda – conclude Reschigna – i manifesti della Lega Nord di qualche mese che annunciavano più servizi e meno sprechi? La realtà appare amaramente un’altra.

Aldo Reschigna
PD Ufficio Stampa

TAGLI AL COQ? MASSIMO NOBILI STA A GUARDARE! COSA CI FA NEL CDA DELLO STESSO COQ SE NEMMENO DIFENDE GLI INTERESSI DEI SUOI CITTADINI?

Due operatori socio sanitari, sei infermieri professionali e due medici internisti a cui si aggiungeranno altre quattro/cinque unità nel 2012. Sono questi i numeri degli esuberi annunciati oggi dal Centro Ortepedico di Quadrante; il tutto a partire dal primo settembre. (Clicca qui per vedere il video del servizio TV).
Esuberi che si aggiungono al taglio del reparto di medicina sempre al COQ di Omegna.
Decisione conseguente alle politiche sanitarie imposte a livello regionale dal governatore leghista Cota per il famoso “ piano di rientro” che, appare chiaro a tutti, taglia servizi senza prospettare l’ombra di un piano socio sanitario complessivo per il VCO.
Cosa grave in se, ma peggiorata dal fatto che nel COQ a rappresentare la parte pubblica c’è anche il presidente della Provincia Massimo Nobili.
Noi lo riteniamo incompatibile in quel ruolo (per varie ragioni); lui ci ha sempre risposto un po’ sprezzante che era lì per rappresentare gli interessi dei cittadini del Vco; testualmente ha affermato agli organi di stampa: ”essere presente nel cda del COQ vuol dire far arrivare con più incisività e tempismo la voce della comunità laddove le scelte vengono assunte.”.
“Tempismo” ed “incisività” perfette; lo vediamo ora con questa decisione che taglia personale al COQ.
Altro che difendere gli interessi dei cittadini, il presidente Nobili sta a guardare i tagli alla sanità, anche al COQ, dove lui è consigliere d’amministrazione.
E non ci dica ora che si è opposto, magari votando contro nel consiglio d’amministrazione perché sarebbe pure una “pezza peggiore del buco”.
Perché se era contrario e il cda ha preso questa decisione vuol dire che il nostro Presidente non conta nulla.
Ed ora che si inventa il nostro Presidente? Che ci appare, oltre che incompatibile, anche un po’ inutile se non difende gli interessi dei suoi cittadini su un tema così importante come quello della sanità!
PD VCO
Ufficio stampa

Sull’argomento oggi interviene anche il segretario cittadino del Pd. Marco Travaglini

Il dimezzamento dei posti letto nel reparto Medicina dell’ Ospedale  Madonna del Popolo di Omegna ( da 23 a 12, con dieci dipendenti in  esubero a partire da settembre ) testimonia la gravità della  situazione  della sanità cusiana. I tagli alle risorse previsti dalla Regione  si  tramutano in un ridimensionamento delle prestazioni e dei servizi, come  da tempo paventavamo.
Non solo. Questa situazione si aggiunge al depauperamento della medicina territoriale e di base che non viene  adeguatamente organizzata e finanziata nella misura necessaria a garantire il diritto alla salute, alla prevenzione e alla cura da parte dei cittadini. E’ una situazione non tollerabile, per la quale sollecitiamo il sindaco a promuovere ogni iniziative utile sulla base del mandato che ha avuto dal consiglio comunale che ha approvato  con voto unanime un impegnativo ordine del giorno sulla sanità proprio su nostra iniziativa.
Da parte nostra c’è sempre stata la volontà di trovare le soluzioni migliori per i cittadini  mettendo in condizione tutta la città di muoversi in piena unità e con tutto il  coinvolgimento necessario. Il COQ va stabilizzato al più presto, il reparto di medicina non va tagliato, la sanità territoriale va resa più diffusa e
efficiente.
Questo è il metro su cui giudicheremo l’impegno delle amministrazioni comunale, provinciale e regionale di centrodestra.
Non è più il tempo delle furbizie e degli scaricabarile. Il VCO ha diritto ad una politica sanitaria seria e moderna, senza logiche di contrapposizione territoriali ma avendo in mente il bene di tutti.
Chi amministra ha più responsabilità e deve dimostrare con chiarezza che cosa vuol fare in concreto per dare risposte altrettanto concrete ai bisogni dei cittadini.

Marco Travaglini, segretario del Pd di Omegna

Due risposte alla Pdl del Vco

Siamo lieti delle domande che ci rivolge il Popolo della Libertà del Vco (clicca qui per vedere il comunicato del PDL)perché crediamo sia giunto il momento per fare un po’ di chiarezza su diversi argomenti. E se per fare chiarezza ci vuole un partito che al momento sta all’opposizione … va bene!
Il sindaco di Domodossola da molte settimane, e il Pd Vco da molti mesi, pretende chiarezza e la presentazione “nero su bianco” delle scelte che i partiti di maggioranza regionale, Pdl e Lega, avrebbero in mente per la sanità del nostro territorio. Se, come dichiarato dal Presidente Cota, il Piano socio-sanitario regionale fosse stato pronto per marzo e se le scelte del piano di rientro si condividessero con le realtà locali, non ci troveremo nella condizione di veder riemergere tensioni tra i territori del Verbano e dell’Ossola. Lasciateci aggiungere che il Cusio sembra solo marginalmente escluso da questa disputa, ma noi raccogliamo una crescente preoccupazione ed incertezza per il Coq di Omegna, il cui futuro oggi non viene chiarito.

Ad essere imbarazzato dovrebbe essere il Pdl sia per le non scelte su un tema così delicato che è causa delle continue frizioni fra le nostre realtà come nel 2002 (allora con Ghigo al governo regionale) sia per un assessore alla sanità agli arresti domiciliari. Il Partito Democratico si è battuto e continua a credere nell’ospedale unico plurisede e nell’esperienza del Coq di Omegna. Quello che ci domandiamo è se realmente ci crede anche la Pdl e la Lega e se così fosse, ci associamo alla richiesta del sindaco On.Zacchera di avere il piano sanitario entro il prossimo 31 luglio.

Non si può continuare ad amministrare solo con “passaparola”, conferenze ristrette che non coinvolgono tutto il territorio, assemblee dei sindaci convocate a distanza di mesi quando tutto il sistema piemontese della sanità sta per esser stravolto. Sinceramente non si capisce più nulla.

Per quanta riguarda il secondo quesito, non abbiamo problemi a ribadire che auspichiamo l’approvazione della legge sull’autonomia del Vco. Siamo tuttavia convinti che l’assetto istituzionale locale, anche alla luce dei provvedimenti che il governo nazionale, a guida Pdl Lega, hanno introdotto non possa rimanere così com’è oggi. Detto ciò, non possiamo più attendere, non possiamo più aspettare perché se la provincia del Vco rimanesse così com’è, incapace di dare risposte concrete ai vari disagi che sta vivendo il territorio a partire dal lavoro, allora sarebbe necessario rivedere tutto l’assetto generale. In sintesi, o una provincia autonoma con competenze e con risorse sufficienti (quelle previste oggi non lo sono) a rispondere alle domande del territorio oppure chiediamo di aprire un dibattito serio e sereno, senza pregiudizi,  sul futuro degli enti locali.  Ci chiediamo, ad esempio,  se è utile per i cittadini l’esistenza contemporanea di una provincia così piccola e di tre comunità montane. La gente chiede con forza riforme e capacità di innovazione. Non possiamo rimanere fermi senza ascoltare queste voci. A settembre dovrebbe approdare in aula la legge sull’autonomia, se passasse allora accoglieremo con gioia questo passaggio che, come detto nel comunicato della Pdl, è stato voluto da tutto il territorio e i suoi amministratori. In caso contrario o in caso di un ridimensionamento del provvedimento, apriamo seriamente il confronto sul futuro del Vco.

PD VCO

Ufficio Stampa

 

LA FARSA CONTINUA

Aldo Reschigna

Credo che dopo la video conferenza di stamane la farsa continua.
Adesso ci viene comunicato che dopo l’estate il punto nascita di Domodossola riaprirà: ma “non era pericoloso alla stregua della Thissen” come ha dichiarato il Presidente della Regione Cota non più tardi di Giovedì scorso?
Ed è possibile sapere con quali risorse umane e se le assunzioni disposte per poterlo riaprire sono in deroga rispetto alla delibera della Giunta regionale o se le stesse andranno a diminuire i concorsi previsti per psichiatria o cardiologia?
Sono interrogativi che pongo con una convinzione: ho la sensazione che l’incontro di oggi non abbia risolto nulla ma abbia spostato in là il momento della decisione.
E’ il momento che in questa nostra Provincia si abbandonino i tatticismi e si affronti la vera questione: dobbiamo essere noi nel VCO ad immaginare un progetto di riorganizzazione della sanità ospedaliera equilibrato dentro il quale ci può anche stare il trasferimento dell’area tutela materno infantile a Domodossola in modo definitivo all’interno di un progetto di qualificazione in ambito chirurgico dell’ospedale San Biagio e con la contestuale caratterizzazione in ambito medico dell’ospedale di Verbania.
Solo questo progetto potrà rassicurare definitivamente il nostro territorio.
In questo accordo locale va inserito anche come elemento centrale il tema dei servizi territoriali che stanno soffrendo in modo forte.
E’ bene che di fronte alla confusione in atto sulla sanità da parte della Giunta Regionale nasca un progetto complessivo per la sanità.

Aldo Reschigna
capogruppo PD in consiglio regionale
PD VCO
Ufficio Stampa

COTA: IL PUNTO NASCITE DI DOMODOSSOLA PERICOLOSO COME LA THYSSEN!

Roberto Cota uguale a Jean Claude (per sorridere.. si può?)

Le ultime dichiarazioni di Roberto Cota (POTETE VEDERE L’ARTICOLO ALL’INTERNO DELLA RASSEGNA STAMPA NELL’AREA DOCUMENTI)  sul punto nascita di Domodossola dimostrano ancora una volta l’inesistenza di una politica sanitaria della Giunta regionale, incapace di gestire i numerosi conflitti che si aprono sul
territorio anche perché assume provvedimenti senza alcun confronto preventivo con le comunità locali.
E’ allucinante che martedì scorso il direttore generale della sanità ing. Monferino (ma a questo punto viene da chiedersi a quale titolo si presenta ai confronti) abbia ricevuto su iniziativa di un consigliere regionale della Lega nord gli amministratori ossolani e il comitato mamme di Domodossola e abbia autorizzato l’asl ad assumere in deroga quattro medici per la riapertura del servizio nella cittadina, nonché ad aumentare il numero delle ambulanze medicalizzate – da 3 a 4 – per metterne una in pianta stabile sotto l’ospedale di Domodossola per trasferire le partorienti all’ospedale di Verbania, quando finora ha sostenuto la diminuzione delle ambulanze medicalizzate.
Due giorni dopo il presidente Cota, a un dibattito del Pdl, dichiara che il punto nascita di Domodossola è pericoloso come la Thyssen e va chiuso.
E’ ora che la politica sanitaria in questa regione venga affrontata con serietà, non cambiando opinione ogni due giorni.
Cota si convinca che ci vuole coerenza di comportamento. Lo dimostrano i fatti, non è in grado di gestire la sanità.
La risposta a Cota è nella grande manifestazione delle mamme tenutasi ieri sera a Domodossola, che in qualche momento ha fatto riemergere una contrapposizione tra la cittadina e Verbania. Un conflitto che, se si riaprisse, sarebbe pericoloso perché divide un territorio che deve restare unito e farsi promotore di una proposta che non penalizzi alcuna realtà, ma che valorizzi l’intera comunità del VCO.
Del resto le ultime esternazioni del presidente Cota dimostrano come l’obiettivo della protesta non può che essere la politica sanitaria della Giunta e i comportamenti totalmente ambigui e contraddittori del suo presidente.
Aldo Reschigna
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico

OSPEDALE UNICO PLURISEDE: SCELTA CHIARA, DIFFICILE, OBBLIGATA. UNIRE E NON DIVIDERE!

Claudio Zanotti

Pubblichiamo gli interventi di Claudio Zanotti e Aldo Reschigna sulla questione sanità.
OSPEDALE UNICO PLURISEDE: SCELTA CHIARA, DIFFICILE, OBBLIGATA
Un ospedale “cardine” provinciale costruito sui due nosocomi esistenti, in grado di assicurare cure “ad alta intensità” e di elevata qualità sia a Domodossola sia a Verbania. Questo il senso del Consiglio Comunale “aperto” sulla Sanità.
La seduta “aperta” di Consiglio Comunale sulla sanità, voluta dai Gruppi di Minoranza e tenutasi lunedì 11, è stata un’occasione utile per iniziare a fare chiarezza sulle numerose e gravi questioni che nel breve volgere di qualche settimana hanno saturato e ingolfato il dibattito politico nell’intera provincia. I lettori di VB70 che volessero rinfrescarsi la memoria sui non hanno altro da fare che cliccare qui: http://www.verbaniasettanta.it/?cat=14.
Il dibattito in Consiglio è ruotato intorno a questo interrogativo: è ancora attuale il modello di “ospedale unico plurisede” che dalla fine del 2006 Regione e Asl si sono impegnate a realizzare gradualmente nelle due strutture del “Castelli” e del “San Biagio”? Interrogativo non peregrino. Se infatti questo modello viene accantonato, il destino dei due ospedali pubblici del Vco è segnato, esattamente nei termini da noi richiamato nello scorso numero (cfr.: http://www.verbaniasettanta.it/?p=3199) e ripresi quasi verbum de verbo dal consigliere e medico Sergio Cozzi durante la seduta di Consiglio: il “San Biagio” diventa ospedale pubblico provinciale (ospedale “cardine” di fascia B), il “Castelli” diventa ospedale pubblico “di prossimità” (fascia C), con specializzazione in oncologia medica e radioterapia.
Il Commissario Straordinario dell’Asl ha sostenuto che il modello di ospedale unico plurisede è ancora attuale. Se è davvero così, la strada da percorrere è chiara, difficile e obbligata. Chiara, perché avremo nel Vco un solo ospedale pubblico “cardine” di fascia C, articolato su due sedi; difficile, perché ci vorranno molti soldi per sistemare adeguatamente le due strutture e molta determinazione per integrare davvero due ospedali che sino ad oggi hanno viaggiato separatamente, nonostante la dicitura di “ospedale unico plurisede”; obbligata, perché non esisterà alternativa o “piano B” che non sia quella avere due ospedali separati, uno “cardine” e uno “di prossimità”.
La prima condizione perché questo disegno si realizzi è il rafforzamento della potenzialità chirurgica del “Castelli”, oggi fragilissima sotto il profilo impiantistico, logistico ed organizzativo. In questo senso va la richiesta del Gruppo Consiliare del Pd di realizzare al “Castelli” l’annunciato nuovo servizio di Emodinamica: solo così sarà possibile mantenere al “Castelli” un vero e proprio Dea e dare continuità – rafforzandola – alla vocazione chirurgica dell’ospedale. C’è poi una seconda condizione, che coinvolge entrambi gli ospedali e consiste nel costruire un ospedale unico plurisede ad alta intensità di cura, in grado cioè di assicurare prestazioni di qualità elevata per il tipo di ospedale (“provinciale” e di fascia B) in entrambe le sedi operative del “San Biagio” e del “Castelli”.
In altre parole: se è inevitabile che alcune prestazioni debbano vedere un’esclusività di erogazione specialistica in uno solo dei sue presidi (si pensi – a mo’ di esempio – a Neurologia e stoke unit a Domo e a Oncologia e Radioterapia a Verbania), le altre più significative prestazioni medico-chirurgiche devono poter essere erogate e fruite con i medesimi standard qualitativi al “San Biagio” e al “Castelli”. Ed è per questa ragione che sono indispensabili sia a Domo sia a Verbania i Dea, le sale operatorie moderne e funzionali, le Rianimazioni/Utic.
Poiché queste sono le condizioni minime e indispensabili perchè non vada vanificato il progetto di ospedale unico plurisede, a questo obiettivo devono essere subordinate altre esigenze o altre ambizioni, siano esse di “status” territoriale o di business sanitario privato.
Claudio Zanotti

SANITA’: UNIRE E NON DIVIDERE, COINVOLGENDO TUTTI I SINDACI.
Solo stamattina (ieri12.07.2011 ndr) ho saputo dell’incontro organizzato dal consigliere regionale Marinello con il direttore generale della sanità piemontese l’ing.Monferrino ed alcuni sindaci ossolani.
Non voglio assolutamente mancare di rispetto nei confronti dei Sindaci ossolani ma non parteciperò all’incontro e non solo perché ne ho avuto conferma solo stamane.
La ragione vera della mia mancata partecipazione sta nel fatto che non accetto che un tema così importante, quello quale della riorganizzazione della sanità nel VCO come in tutta la regione, venga affrontato senza coerenza e non assumendosi fino in fondo la responsabilità delle scelte e dei comportamenti.
Chi è oggi maggioranza in regione deve assumersi la responsabilità nel bene e nel male delle decisioni politiche che in Regione vengono assunte sulla sanità come su altro.
Chi è oggi maggioranza in Regione non può organizzare incontri solo con alcuni sindaci, perchè così facendo indebolisce un territorio e perché accentua le divisioni che stanno ritornando in modo prepotente.
Chi è oggi in maggioranza in regione deve assumersi la responsabilità di dire che quanto sta facendo il commissario straordinario dell’asl, di “fede leghista” come lui stesso si è autodefinito, è niente di più e niente di meno ciò che la Regione Piemonte vuole; e qualunque cosa verrà detta non cambierà lo scenario dei prossimi mesi.
Per queste ragioni io credo che tutto il Vco deve prendere consapevolezza delle scelte sbagliate che si stanno portando avanti, deve costruire un proprio progetto e poi tutti assieme deve rivendicare attenzione da parte della Giunta Regionale.
Un progetto che deve avere due punti comuni: i DEA nei due ospedali ed i posti letto di rianimazione nei due ospedali e poi tutto il resto distribuito in un’operazione di forte specializzazione dei due ospedali che garantisca qualità e sicurezza e tutela delle persone.
Un progetto che non guardi solo agli ospedali ma anche alla tutela, minacciata, dei servizi territoriali e dell’emergenza territoriale.
Aldo Reschigna
Capogruppo PD in Consiglio regionale