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Lega Nord: la solita incredibile contraddizione. Anche sui luoghi di culto per il mondo islamico.

Sugli organi d’informazione spunta la possibilità che a Domodossola nasca un luogo di culto per il mondo islamico. Ed “ovviamente” la lega Nord apre una vergognosa polemica.
Il sindaco di Domodossola Cattrini risponde nella maniera più corretta e sensata: “non abbiamo riserve sul fatto che qualcuno chieda un posto dove pregare. Abbiamo dato il via libera ai Testimoni di Geova e non faremmo ostruzioni nemmeno a loro. Il nostro è un atteggiamento democratico. Ogni espressione di fede, se vuole avere un luogo per pregare, deve trovare una sua sistemazione”.
Anche il parroco di Domodossola afferma: “mai stato contrario, il diritto a pregare il Signore è sacrosanto”.
Indovinate un po’ chi invece fa fuoco e fiamme contro questa possibilità?
Ovviamente i leghisti nostrani, che al posto di provare a riparare ai disastri da loro fatti al Governo con la manovra di ferragosto non trovano di meglio che alimentare una bella polemica anti islam.
Ovviamente l’ex sindaco Michele Marinello, attuale consigliere regionale, e Riccardo Galvani, capogruppo del Carroccio in Consiglio comunale sparano a zero contro questa possibilità con i loro soliti toni sopra le righe.
Galvani è drastico: «Non intendiamo prendere in considerazione una simile proposta»!
Per una volta lasciamo perdere l’aspetto democratico della polemica, di una forza politica che vuole impedire a delle persone di professare il proprio credo.
Vogliamo solo sottolineare invece la solita incongruenza e inaffidabilità leghista.
Basta, infatti, spostarsi di qualche chilometro, ed andare a Gravellona Toce o ad Omegna dove la Lega Nord è al governo per scoprire che in quelle città esistono, “miracolo”, centri di culto  islamici.
Insomma come al solito la Lega Nord dimostra di essere “brava” solo a parole. Gonfiano il petto, strepitano, urlano ma come al solito non sono mai coerenti.
Perché a Gravellona Toce e ad Omegna, dove governano, questi centri islamici e/o luoghi di culto sono aperti? Perché non hanno mandato la loro “polizia padana” o qualche bella “ronda” a farli chiudere questi centri? (A proposito ma che fine hanno fatto le ronde? Qualcuno le ha mai più viste?)
Sono proprio e solo dei “quaquaraqua”. Gente che parla a vanvera.
A Domo urlano allo scandalo perché all’opposizione, a Gravellona Toce e ad Omegna, dove governano loro, i centri islamici continuano a svolgere la loro pacifica funzione.
La smettano perché i cittadini si stanno accorgendo di quanto le loro promesse e i loro proclami non siano mai seguiti dai fatti.

Segreteria PD VCO
Segreteria Circolo PD Domodossola

PD VCO
Ufficio stampa

CINEMA SOCIALE DI PALLANZA. TEATRO, NON CONDOMINIO

Destinare l’intero volume dell’ex Sociale di Pallanza a teatro/auditorium di 400 posti: aggiungendo 3 o 4 milioni ai 5 milioni di euro che la Giunta di Centrosinistra ha lasciato in eredità per il nuovo teatro si darebbe alla città una struttura funzionale e dignitosa, con molti vantaggi per la collettività.
Sta maturando velocemente in città l’idea di destinare lo stabile dell’ex cinema Sociale di Pallanza a struttura culturale (teatro, cinema, sala conferenze, auditorium) in alternativa all’ibrido (teatro, sala congressi, polo espositiva, paradiscoteca e chissà che altro..) dell’arena.
E’ un’idea che ci convince e che sosterremo. Per molte ragioni. In primo luogo, consentirebbe di preservare l’area dell’arena e di Villa Maioni da ogni cementificazione, che ne snaturerebbe la vocazione ad essere area aperta, balneare, di libera fruizione, inserita in un contesto naturale irripetibile e preziosissimo; seconda, importantissima ragione: si eviterebbe di dilapidare una somma tra i 18 e i 20 milioni di euro in tempi in cui la gravissima crisi socio-economica e occupazionale richiede l’impiego di ogni risorsa finanziaria disponibile per creare occasioni di lavoro e di insediamento produttivo; terza ragione: impedire la realizzazione di una struttura incompleta (l’assenza di parcheggi è un limite enorme!) dagli astronomici costi di gestione, che sinora non si è neppure tentato di ipotizzare; infine, il recupero a fini culturali, artistici e sociali del volume dell’ex Sociale stornerebbe il rischio di una nuova e inutile edificazione condominiale e assicurerebbe alla frazione di Pallanza (e a tutta la città) una struttura compatibile con le esigenze e i bisogni essenziali delle associazioni teatrali, artistiche, cinematografie e musicali di Verbania, recuperando uno stabile esistente ed evitando cementificazioni devastanti come quelle che s’annunciano con il progetto Arroyo 2 all’arena.
Questo obiettivo non è però compatibile con destinazioni “ibride” dello stabile ex Sociale. Dunque, niente residenza condominiale (magari con qualche spazio commerciale, tanto per gradire) in cambio di una sala pubblica da 100/150 posti, ma acquisizione dell’intero stabile da parte del Comune e realizzazione, sfruttando il volume esistente, di una sala da 400 posti, con ampio palcoscenico, alcuni spazi logistici e attrezzature di scena.
L’Amministrazione di Centrosinistra ha lasciato in eredità a quella attuale qualcosa come 5 milioni di euro di denaro fresco finalizzato al teatro 2,8 milioni da Fondazione Cariplo e 2,4 milioni dalla gara del gas metano). Aggiungendo altri 3 o 4 milioni si potrebbe agevolmente comprare lo stabile attuale e fare ciò che abbiamo appena descritto. La città avrebbe un auditorium/teatro dignitoso e risparmierebbe 10 milioni di euro rispetto alla sconsiderata soluzione Arroyo2/Arena. Bisognerebbe cominciare a pensarci.

Articolo di Claudio Zanotti e Corrado De Ambrogi tratto da VERBANIASETTANTA, foglio virtuale di informazione prodotto da Claudio Zanotti, consigliere comunale di Verbania. All’indirizzo info@verbaniasettanta.it possono essere inviati contributi, riflessioni, testi, nuovi indirizzi di posta elettronica. Gli arretrati possono essere letti sul sito www.verbaniasettanta.it

Taglio del 5 per mille alle associazioni: il PD si mobilita.

image Il Partito Democratico del VCO presenterà nei prossimi giorni un ordine del giorno nei Comuni del VCO e, attraverso il gruppo, anche al consiglio della Provincia del Verbano Cusio Ossola per protestare contro il "bel regalo di Natale" che Tremonti ed il govewrno Berlusconi hanno fatto al volontariato nazionale (un "bel" regalo in vista del 2011 Anno Europeo del Volontariato!).
L’ordine del giorno chiede: "si ristabilisca il diritto dei cittadini a veder assegnato all’ente prescelto il 5 per mille delle proprie imposte e non solo una piccola parte. O che almeno si riduca il danno ripristinando il precedente stanziamento, al fine di non sottrarre risorse preziose al terzo settore e al mondo della ricerca scientifica e sanitaria, che ha utilizzato negli ultimi anni le risorse derivanti dal 5 per mille per fare fronte alla progressiva riduzione dei fondi statali alla ricerca".
Nel mirino il taglio previsto dalla Legge di stabilità presentata da tremonti e approvata dalla Camera, che riduce 75 per cento il 5 per mille versato dai contribuenti in favore di enti o associazioni di loro scelta.
Un taglio che limita in maniera drastica la possibilità di operare per molte associazioni di volontariato che basavano sugli introiti del 5 per mille dei cittadini alcune delle loro iniziative basilari. Pubblichiamo il testo dell’ODG (quello per il consiglio provinciale)

Il Consiglio Provinciale del Verbano Cusio Ossola
Premesso che

• Nella legge di stabilità approvata dalla Camera dei Deputati sono previsti pesantissimi tagli ai fondi per il sociale, che non possono non creare forte preoccupazione per il peggioramento delle condizioni di vita che nei prossimi anni dovranno affrontare le cittadine e i cittadini italiani più bisognosi di un supporto pubblico. A questi si aggiunge un taglio del 75% ai fondi del 5 per mille, che avrebbero dovuto essere risorse aggiuntive ma in realtà in questi anni hanno rappresentato una forma di integrazione dei minori stanziamenti di risorse pubbliche per il terzo settore;
• questa scelta equivale ad una vera e propria provocazione per tutto il Terzo Settore e rappresenta un attacco alle associazioni di volontariato che rischiano seriamente di non poter più aiutare i cittadini più fragili e bisognosi;
• in questo modo quasi quindici milioni di cittadini contribuenti che hanno scelto di sostenere il volontariato e il Terzo Settore con il 5 per mille, vengono traditi nella loro libera scelta.
• questo provvedimento è solo l’ultimo schiaffo per il non profit. Da marzo infatti sono state cancellate le agevolazioni sulle tariffe postali e così oggi inviare bollettini e comunicazioni ai sostenitori costa il 340% in più. C’è inoltre il taglio al fondo nazionale per le politiche sociali: 435 milioni nel 2010, 35 nel 2011.
• nel testo ora all’esame del Senato viene ridotto drasticamente il Fondo per il diritto al lavoro del disabili (L.68), si passa infatti da un assestato per il 2010 di 42 milioni di euro, a 11,76 milioni di euro per il 2011, con una riduzione di ben 30,24 milioni. Ed è previsto per gli anni 2012 e 2013 un ulteriore taglio, arrivando al 2013 con soli 2,73 milioni. Queste risorse sono quelle che vengono date come sgravi contributivi alle aziende, proprio per favorire l’inserimento lavorativo dei disabili. Senza queste risorse si rischia che questo processo attivato con la L. 68 si interrompa, che i disabili siano riconsegnati ad una vita di non lavoro, scaricati sulla propria famiglia e sui servizi sociali (che però non avranno nessuna possibilità di prendersene cura, visti i tagli agli Enti Locali);
• Viene azzerato il fondo per la non autosufficienza. Dai 300 milioni del 2010 allo zero euro del 2011. Ed è noto quanto sia crescente il bisogno di servizi e di assistenza per una fetta di popolazione in continuo aumento.
Nel fare nostre le preoccupazioni di Andrea Olivero, presidente del Forum del terzo settore quando afferma che «La riduzione delle risorse ci dice anche che la sussidiarietà non è l’architrave del nostro welfare, ma solo un lusso che oggi non possiamo più permetterci».

Sostiene

le richieste del terzo settore chiedendo al Governo e al Parlamento di onorare gli impegni, di ascoltare il non-profit e di non colpire i servizi sociali, di non togliere quelle risorse che in applicazione del principio di sussidiarietà i cittadini danno al Volontariato e al Terzo Settore.

Considerato inoltre che
il 2011 è l’Anno Europeo del Volontariato

Nel 2011 verrà infatti celebrato anche il 10° anniversario dell’Anno Internazionale del Volontariato delle Nazioni Unite che nel 2001 dimostrò l’alto livello di attenzione dall’opinione pubblica per i volontari e il loro contributo alla società

Chiede

che si ristabilisca il diritto dei cittadini a veder assegnato all’ente prescelto il 5 per mille delle proprie imposte e non solo una piccola parte. O che almeno si riduca il danno ripristinando il precedente stanziamento, al fine di non sottrarre risorse preziose al terzo settore e al mondo della ricerca scientifica e sanitaria, che ha utilizzato negli ultimi anni le risorse derivanti dal 5 per mille per fare fronte alla progressiva riduzione dei fondi statali alla ricerca.

Impegna

a intraprendere, anche attraverso la commissione consigliare di riferimento, un percorso di ascolto delle realtà e dei soggetti rappresentativi del non profit del Vco per consentire l’adozione di politiche pubbliche utili e condivise al fine della valorizzazione di questi soggetti come protagonisti fondamentali e preziosi del nostro territorio

la Giunta Provinciale a sostenere in ogni sede le istanze del presente ordine del giorno

Centro antiviolenza sulle donne del VCO: c’è il rischio di un vuoto operativo!

image Il 25 novembre, Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne, rischia per il VCO di non essere onorato come dovrebbe.
Nel VCO esiste un Centro antiviolenza sulle donne: una struttura dove le donne vittime di maltrattamenti fisici e psicologici, di stupri e abusi sessuali intra ed extra familiari possano ricevere, oltre all’accoglienza, aiuto concreto per superare le situazioni di grave disagio in cui versano.
Finora l’assistenza alle donne in difficoltà è stata garantita dallo “Sportello Donna” della Provincia gestito dalla cooperativa “la Bitta”, la cui convenzione con l’Amministrazione Provinciale per la gestione del servizio scade il 30 novembre, senza che, al momento, gli Enti locali e i Consorzi sociali del nostro territorio abbiano provveduto a istituire il Centro antiviolenza del VCO e senza che dalla Regione del presidente leghista Cota siano state trasferite le risorse previste per la completa attuazione della normativa. Infatti, la legge Regionale n. 16 del 29/05/2009, avente per oggetto “Istituzione dei Centri antiviolenza con case rifugio”, contempla siano istituiti, in ciascuna Provincia piemontese queste strutture gestiti dai Comuni o dagli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali.
Si prospetta dunque, tra il 30 novembre, data di chiusura dello “Sportello Donna” provinciale, sino all’istituzione del nuovo Centro antiviolenza previsto dalla L.R. n. 16/2009, un “vuoto” operativo che peserà in modo grave sulle donne del VCO che necessitano di sostegno a seguito di maltrattamenti e abusi sessuali.
Su questo caso il Gruppo provinciale del PD in consiglio provinciale ha presentato un’interpellanza urgente al Presidente Nobili per sapere quale sia il numero delle utenti che si sono rivolte nei tre anni di attività allo “Sportello Donna” e, soprattutto, quali misure ha in progetto la Giunta Provinciale per tenere attivo il servizio in attesa della completa attuazione delle novità introdotte dalla Legge Regionale n. 16 del 29/05/2009. 
Il rischio serio è che ci sia un vuoto operativo. Non si può dismettere un servizio così delicato rivolto alle donne in difficoltà, senza avere la certezza di una continuità operativa.
 
PD – Gruppo Provinciale
PD _ Coordinamento provinciale

Qui trovate il testo integrale dell’interpellanza

Al Presidente della Provincia del  Verbano Cusio Ossola

La Legge Regionale n. 16 del 29/05/2009, avente per oggetto “Istituzione dei Centri antiviolenza con case rifugio”, contempla siano istituiti, in ciascuna Provincia piemontese, delle strutture ove le donne vittime di maltrattamenti fisici e psicologici, di stupri e abusi sessuali intra ed extra familiari possano ricevere, oltre all’accoglienza, aiuto concreto per superare le situazioni di grave disagio in cui versano.

La normativa citata prevede che i Centri antiviolenza siano istituiti e gestiti dai Comuni o dagli Enti gestori delle funzioni socio-assistenziali.

Finora l’assistenza alle donne in difficoltà è stata garantita dallo “Sportello Donna” della Provincia gestito dalla cooperativa “la Bitta”, la cui convenzione con l’Amministrazione Provinciale per la gestione del servizio scade il 30 novembre, senza che, al momento, gli Enti locali e i Consorzi sociali del nostro territorio abbiano provveduto a istituire il Centro antiviolenza del VCO e senza che dalla Regione siano state trasferite le risorse previste per la completa attuazione della normativa.

Si prospetta dunque, tra il 30 novembre, data di chiusura dello “Sportello Donna” provinciale, sino all’istituzione del nuovo Centro antiviolenza previsto dalla L.R. n. 16/2009, un “vuoto” operativo che peserà in modo grave sulle donne del VCO che necessitano di sostegno a seguito di maltrattamenti e abusi sessuali.

Tutto ciò premesso e considerato

SI INTERPELLA  LA S.V.

per sapere quale sia il numero delle utenti che si sono rivolte nei tre anni di attività allo “Sportello Donna” e, soprattutto, quali misure ha in progetto la Giunta Provinciale per tenere attivo il servizio in attesa della completa attuazione delle novità introdotte dalla Legge Regionale n. 16 del 29/05/2009. 

Gli studenti tornano in piazza

image Gli studenti delle superiori, dopo mesi di silenzio, tornano in piazza contro i tagli della riforma Gelmini.
l’appuntamento, preannunciato da volantinaggi davanti alle scuole, è per mercoledì a Verbania con l’astensione dalle lezioni e una manifestazione alla quale dovrebbero aderire anche studenti delle scuole di Omegna, Domodossola, Stresa e Crodo.
Il ritrovo sarà davanti al liceo Cavalieri alle 9, da dove partirà il corteo che si concluderà in piazza Ranzoni a Intra.
Alla base della mobilitazione c’è la protesta per le risorse tolte alle scuole: per questo, nei giorni scorsi, i ragazzi si sono presentati ai volantinaggi con una forbice gigante di cartone a simboleggiare i tagli operati dal ministro Gelmini: «Nella mia scuola – spiega Elisa Bacchetta, delegata provinciale della Federazione degli studenti – la ripercussione è stata la drastica riduzione delle ore di laboratorio e la sparizione delle iniziative culturali, a partire dalle gite.
Per non parlare dei posti di lavoro dei nostri insegnanti». E aggiunge: «I segnali di una scuola abbandonata a se stessa li vediamo attraverso le piccole cose. Dobbiamo portarci le risme di carta da casa per fare le fotocopie, in laboratorio non ci danno più i guanti né la carta per asciugare le provette».
Il disagio degli insegnanti, invece, in alcune scuole si è manifestato con l’astensione da tutte le attività extradidattiche, dalle gite alla consegna dei pagellini di metà quadrimestre. I lavoratori della scuola che aderisconoa Fl-Cgil mercoledì sciopereranno disertando la prima ora di lezione.
Articolo tratto da La stampa del 14.11.2010

Frontalieri: incredibile Lega Nord, che faccia tosta! Adesso sono i difensori degli immigrati!

image Difendere i frontalieri insultati dallo spot dei Leghisti ticinesi (sembra, infatti, da loro commissionato a sentire gli organi di stampa) è cosa ovvia e normale. Quando si esagera al limite del razzismo, quando si calpesta il buongusto, oltre che il buon senso politico e civile, queste azioni vanno condannate senza se e senza ma.
Cosa regolarmente fatta dal PD attraverso il suo esponente in consiglio regionale Aldo Reschigna (trovate il comunicato in fondo all’articolo).
Quello che appare incredibile è invece la doppiezza dei Leghisti nostrani, a partire dai locali, dal consigliere regionale Michele Marinello ad esempio.
Una massima dice “non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te ”.
I leghisti italiani fanno invece di tutta un’erba un fascio, sparando ad alzo zero contro gli immigrati che arrivano in Italia, usano epiteti irripetibili, buttano benzina sul fuoco ma, cosa più grave, sono al governo da molti anni e i problemi dell’immigrazione non vengono risolti. Ci ricordiamo tutti le uscite del leghista Borghezio, la maglietta dei “porci” del ministro Calderoli, ci ricordiamo gli ultimi slogan in campagna elettorale come "un voto in più alla Lega un albanese in meno a Milano", “padroni a casa nostra, tornatevene a casa vostra”, l’attacco indistinto ad intere comunità, Mussulmani, Rom, ecc?
Ora invece ci troviamo i Leghisti difensori degli immigrati, in questo caso i nostri frontalieri italiani. Ma dove sta la coerenza?
Insomma La Lega Nord afferma che è una “porcata” (dice Marinello) toccare l’immigrato Italiano che va all’estero (affermazione giusta e sacrosanta ma poi la Lega insulta, in maniera indistinta, l’immigrato che arriva dall’estero in Italia.
Marinello afferma che “ i lavoratori frontalieri stanno contribuendo alla ricchezza e allo sviluppo della vicina Svizzera” (verissimo), contemporaneamente però per i Leghisti i lavoratori, tutti, che arrivano dall’estero in Italia rubano il lavoro agli italiani.
Insomma dicono una cosa ed il suo contrario.
La situazione immigrazione è difficile in tutta Europa e per gestirla servirebbero politiche intelligenti, che tengano assieme sicurezza e accoglienza, rigore e diritti dei cittadini, lavoro e sviluppo.
Invece la Nega Nord ha sempre risposto in questi anni con demagogia, sparando nel mucchio, alimentando paura ed intolleranza.
Trovarla ora difensore degli immigrati italiani contro un’iniziativa dei loro fratelli Leghisti ticinesi fa davvero uscire tutta la loro incredibile incoerenza.
Sono assurde le prese di posizioni contro i ratti italiani: ma la Lega Nord non ha certo le carte a posto per difendere i nostri immigrati e frontalieri.

PD VCO
Ufficio Stampa

Canton Ticino: attacco strumentale ai nostri frontalieri

Di fronte alla campagna avviata nel Canton Ticino, da alcuni soggetti, contro i lavoratori italiani transfrontalieri voglio anzitutto esprimere grande vicinanza ai tanti lavoratori del VCO e sottolineare la forte preoccupazione per tale campagna, che rischia di provocare divisioni e rendere ancora più difficile la vita ai nostri concittadini.
Voglio anche affermare che la reazione nostra di fronte ad episodi di questo tipo deve essere quella di rafforzare i legami storici che legano il VCO con il Canton Ticino ed il Vallese, rendendo più forti i rapporti tra le istituzioni e le comunità locali.

Aldo Reschigna
Presidente gruppo PD in consiglio regionale