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Non c’è concerto senza “spina”

Pubblichiamo questo articolo scritto da Andrea Dallapina per il sito d’informazione Verbania news
EDITORIALE – L’ordinanza anti-birra al concerto che il sindaco deve spiegare. Scelta etica, ad personam o di ordine pubblico?
Vietare la birra a un concerto folk-rock è come vietare i popcorn al cinema. Un autogol. Autogol in chiave anche turistica. Dei 1.600 paganti che ieri sera erano al concerto all’Arena di Verbania di Davide Van De Sfroos, molti provenivano da fuori città; se ne tornano a casa con il ricordo di una città dove non si può nemmeno bere una birretta a un concerto.
E allora perché il sindaco Marco Zacchera ha firmato quell’ordinanza anti-alcolici in occasione del concerto di ieri sera?
Secondo le nostre informazioni l’ordinanza è stata predisposta dai vertici della polizia municipale in accordo con le indicazioni fornite dalla questura (leggete l’intervista al questore sull’argomento). Ma sgomberiamo subito il campo dalla motivazione normalmente utilizzata in questi casi: l’ordine pubblico. Comprensibile per eventi sportivi con tifoserie "calde" ma per un concerto di musica folk con giovani, famiglie col passeggino e anche qualche capello bianco (a partire da chi suona sul palco) che bisogno c’era di una simile ordinanza. Visto che peraltro è il terzo anno consecutivo che De Sfroos suona all’Arena. Perché penalizzare chi si vuol mangiare la salamella con una "bionda"? Perché rischiare liti tra persone che chiedono una birra e chi deve spiegare che non può dargliela con alle spalle venti fusti?
E allora il motivo dev’essere un altro.
 1) Si tratta di una scelta etica? Il sindaco vuole combattere una battaglia proibizionista e puritana contro l’alcool? Al di là del fatto che un esponente di un partito che si ispira alla storia liberale dovrebbe ben sapere che gli abusi non si prevengono con le proibizioni, se così fosse ci aspetteremmo analoghe ordinanze per tutte le feste di piazza e gli eventi, dalla 24X1 ora alle Notti di note, che richiamano anche oltre le 1.600 persone di ieri sera e che si prolungano sino a notte fonda. Ieri a mezzanotte gli amplificatori erano spenti. Ma sappiamo che simili provvedimenti segnerebbero la chiusura degli esercizi serali e la migrazione dei giovani locali.
2) Ma se non è una scelta etica allora è una scelta "ad personam"? Chi ieri sera pensava che si trattasse di un atto da inserire nel braccio di ferro tra amministrazione e gestore dell’Arena, in vista dello scioglimento del contratto per costruire il nuovo teatro, faceva peccato ma indovinava? Noi non crediamo che un politico responsabile possa scegliere queste vie nell’amministrazione della città e scartiamo l’ipotesi
3) E allora? Allora l’unica spiegazione è che il bersaglio era Van De Sfroos, reo di aver scritto e continuare a cantare una canzone che recita "Tucc in su la curiera". E si sa a Verbania l’unica battaglia ideologica rimasta da combattere non è quella sulla libera cultura ma sulla "cu…riera" libera.

Walter Veltroni a Verbania: parla di jazz domenica 23 maggio

image Organizzato da "Teatro cultura 2010" , domenica 23 maggio appuntamento alle ore 18:00 per una conferenza sul JAZZ. Ospiti e relatori : On. Walter VELTRONI e Luciano LINZI, moderatore Franco FAYENZ.
Alle ore 21:00 Concerto Jazz "LA MUSICA DI NOI" colonna sonora del libro ‘NOI’ di Walter VELTRONI edito da RIZZOLI con Danilo REA (pianoforte), Stefano DI BATTISTA (saxofono), Roberto GATTO (batteria), Dario ROSCIGLIONE (contrabbasso).
Il tutto presso il palco adiacente Palazzo di Citta’ Lungolago di Pallanza (in caso di maltempo Conferenza e concerto si terranno c/o Auditorium della Scuola di Polizia Penitenziaria )
Prendete un romanzo (Noi, Rizzoli 2009) con i piedi ben piantati nel passato e lo sguardo felicemente rivolto verso il futuro che, attraverso gli occhi di quattro ragazzi, segue la storia del nostro Paese dal 1943 (il bombardamento di Roma) al 2025 Prendete nove indimenticabili classici della musica popolare italiana e internazionale, di quelli che vivono di linee melodiche che hanno sconfitto il tempo e che continuano a emozionare, ma anche a far pensare e divertire, e aggiungete un inedito – 2025 – (improvvisazione pura, con una melodia minimale sospesa nell’aria a rappresentare un futuro in assenza di atmosfera, che evoca lo spirito dello Stanley Kubric di 2001 Odissea nello spazio); prendete una nuova, coraggiosa e illuminata, etichetta discografica (Alice Records), che fa di qualità, ricerca e innovazione, bussola e sestante per orientare la sua navigazione; aggiungete un direttore artistico sui generis (Walter Veltroni), autore del romanzo in questione e grande appassionato di musica popolare e, infine, affidate il tutto a quattro tra i più grandi nomi del panorama jazz non solo italiano, ma internazionale: Dario Rosciglione (contrabbasso), Roberto Gatto (batteria), Danilo Rea (pianoforte) e Stefano Di Battista (sassofono): mescolate (non agitate) e lasciate decantare.
Otterrete Noi, una delle produzioni discografiche più interessanti del 2010: uno di quegli album che dimostrano che la musica ben scritta, ben arrangiata, ben suonata e ben prodotta non teme alcuna crisi, ma – anzi – rappresenta la risposta migliore a qualunque genere di crisi.
Nato da un’idea dello stesso Veltroni e di Raffaele Ranucci (fondatore, insieme a Dario Rosciglione e Giorgio Cipressi, di Alice Records) e registrato, in diretta, in due giorni di full immersion creativa presso gli studi Forum di Roma, Noi è uno di quei dischi (purtroppo sempre più rari) che vivono della felice combinazione tra il fil rouge di un’idea tematica guida (che lo rende a suo modo un concept), una selezione particolamente indovinata di brani popolari ma adatti ad essere vestiti di jazz e, naturalmente, la personalità, la creatività, le idee, il suono e il genio di quattro straordinari musicisti.
Risultato? Un pool tanto ricco quanto variegato di autori (Bixio, Rota, Karradine, Lennon, Stevens e Sting, solo per ricordare qualche nome), per una tracklist che suona come un particolarissimo e affascinante best of. Una lunga storia in musica nella quale si fondono, con invidiabile equilibrio, generi, linguaggi e stagioni tra loro molto diverse da Parlami d’amore Mariù (1932) a Video Killed The Radio Star (1979: l’unico brano realizzato in trio senza il sax, con qualche "invenzione armonica che migliora il pezzo e lo rende ancora più nobile" – parola di Roberto Gatto); da Una carezza in un pugno (1968) a Don’t Stand So Close To Me (1980); da 81/2 (1963; colonna sonora dell’omonimo film, premio Oscar per Fellini, anche se pochi sanno che, in realtà, il brano si chiama "Passerella d’addio") a Jealous Guy (1971), da Città vuota (1963), a Father And Son (1970) a I’m Easy (1975): Oscar come migliore canzone, nell’indimenticabile Nashville di Robert Altman.

Il merito di questa preziosa e raffinata fusione, che riesce a cucire – con intelligenza, gusto e sapienza musicale – il mare del pop al cielo del jazz, regalandoci un album in grado di incontrare cultura, gusti ed esigenze di pubblici molto diversi tra loro, va tutto alla sensibilità, all’espressività, all’invenzione di quattro straordinari musicisti. Quattro visioni, quattro suoni, quattro voci (quattro sono anche i protagonisti del romanzo di Veltroni e le generazioni oggetto del loro narrare) che, senza stravolgere ma rispettando spirito, identità e senso dei brani originali, ne offrono una lettura inedita, personale e affascinante, rivelandone proprietà, qualità e colori sconosciuti.

Da segnalare, all’interno di un insieme estremamente godibile e assolutamente privo di ombre od opacità, 81/2 (che Dario Rosciglione considera "particolarmente impegnativo da volgere al jazz, considerati lo stile circense e la natura bandistica dell’originale" e che ha catturato e divertito particolarmente Stefano Di Battista, per il "sorprendente contrasto tra una partenza molto lirica e un finale così libero da risultare quasi free"), Una carezza in un pugno (secondo Rosciglione, "il più impegnativo da rileggere in chiave jazz", anche perché – concorda Gatto – "è uno di quei pezzi che col jazz hanno poco a che fare" e che, come Città vuota, sono venuti talmente bene all’origine e sono così ben caratterizzati che, quando hai in testa la versione originale, è davvero molto difficile metterci le mani"), Parlami d’amore Mariù (qui in una pregevole versione jazz-waltz) e Jealous Guy, che – sebbene sia, come tutti i brani di Noi del resto, un pezzo esclusivamente strumentale – si presenta, secondo Rosciglione, "con le carte in regola per diventare una vera e propria radio-hit, almeno sulle frequenze e nei programmi che ospitano questo genere di produzioni". E proprio il brano di John Lennon è il preferito di Danilo Rea.
"Spesso – rileva Rea – si pensa che i compositori pop siano fragili, che le loro melodie siano banali e che nell’armonia non ci siano gli accordi giusti. Ma è un errore: più il tema è intellegibile e più comunica e la meravigliosa semplicità della sintesi del brano di Lennon ne è una straordinaria testimonianza".
Si deve a Rosciglione e Rea la stesura del canovaccio armonico dei diversi brani, sul quale ha preso vita l’improvvisazione dei quattro musicisti, in un procedere all’impronta, classico del jazz, con gli arrangiamenti che prendevano forma durante le esecuzioni. Secondo Stefano Di Battista, inizialmente dubbioso ("ho sempre un po’ di paura – confessa – ad intervenire all’interno di melodie così belle e così conosciute"), "in studio si è creata quella magia – quel quid che o nasce o non nasce – che ha portato la serenità e l’entusiasmo necessari a liberare la creatività, pur nel rispetto della natura di brani così importanti e significativi".
Una piacevole sorpresa anche per Roberto Gatto – "il gruppo si è praticamente formato per l’occasione e, anche se ci conosciamo bene, non avevamo mai suonato insieme" – per un lavoro che, "sebbene realizzato in tempi strettissimi, direttamente in studio e senza prove, è riuscito a dar vita ad un album particolarmente intenso e ricco di musica."
Di questo, infatti, si tratta: un disco nel quale quattro grandi esploratori del pianeta musica hanno ritrovato brani e autori che avevano accompagnato la loro formazione personale e musicale, per restituire loro parte di quanto a suo tempo ricevuto, aggiungendo la suggestione, l’energia, l’invenzione del loro vivere nella e per la musica e contribuendo a fare di questo Noi un piccolo classico: uno di quei dischi che – parafrasando Calvino – non smettono mai di dire ciò che hanno da dire.

Giovedìsera al Chiostro si parla di scuola. Appuntamento con il corso del Centro Natale Menotti

image Giovedì 13 maggio alle 21 nella sala Rosmini della Famiglia Studenti-Il Chiostro prosegue il corso di formazione etico-politica del Centro Natale Menotti quest’anno dedicato a "Cittadinanza attiva e progetto politico locale".
Tema dell’incontro di giovedì è  "C’era una volta…! Dalla Scuola di Barbiana alla scuola che vogliamo".
Testimone d’eccezione Edoardo Martinelli, già alunno di don Lorenzo Milani e ora responsabile del Centro Formazione e Ricerca della Scuola di Barbiana.
Partecipano la dirigente dell’Ufficio scolastico provinciale, Franca Giordano; il coordinatore Scienze Umane e Sociali dell’Iti Cobianchi, Guido Boschini; la referente Studenti internazionali dell’Iti Cobianchi, Maria Pia Zocchi; l’insegnante di scuola primaria, Marianna Tinazzo;  Angelica Sassi del coordinamento dei genitori Vco; Giacomo Molinari del collettivo studentesco Punto a capo. Coordina Silvia Magistrini. Ingresso libero. Prossimo appuntamento il 27 maggio alle 21 sempre alla Famiglia Studenti con "Spettatori o cittadini? – Le impervie vie della rappresentanza e della partecipazione" con Marco Granelli, consigliere comunale di Milano, Michele Marinello, sindaco di Domodossola e consigliere regionale, Francesco Pesce, consigliere provinciale. Coordina Andrea Dallapina, direttore di Verbania News

Giovani a Verbania: lettera aperta

Pubblichiamo una lettera aperta inviata ai mass media locali da Riccardo Brezza, membro della commissione giovani del comune di Verbania a nome del Partito Democratico.
"Le scrivo in merito alla mancata partecipazione dell’assessore alle politiche giovanili, Adriana Balzarini, all’assemblea pubblica indetta dalla maggioranza per avere un confronto con i giovani che utilizzano la pista da skate di Verbania e non sono d’accordo allo spostamento della struttura.
Già molti sono stati i comunicati stampa riguardanti questo fatto, ma ho voluto scriverle per fare alcune considerazioni sulla risposta che l’assessore ha dato sulle pagine di Ecorisveglio. In primo luogo penso, anzi ne sono fermamente convinto, che non sia giusto parlare di “giovani strumentalizzati” solo perché questi decidono di partecipare a momenti di confronto democratico su tematiche che li riguardano. Le accuse dell’assessore denotano una scarsa considerazione delle potenzialità dei giovani e della loro capacità di prendere libere scelte senza essere strumentalizzati da nessuno.
Secondariamente in merito all’incontro mancato tra i giovani e l’assessore penso, da cittadino, che debbano essere gli amministratori ad andare incontro alla popolazione.
Intendendo la politica come servizio sono convinto che un buon sindaco o assessore debba, in prima persona, andare là dove i cittadini di una realtà si riuniscono per dialogare con loro, senza aspettare che siano questi a cercare incontri in uffici troppo spesso lontani dai cittadini e ancor di più dai giovani.
Concludendo vorrei porre qualche domanda all’assessore: perché ha scelto di deliberare lo spostamento della pista senza prima sentire le ragioni dei ragazzi che la utilizzano? Perché non si è premurata di concordare con i suoi consiglierei di maggioranza una data in cui convocare l’assemblea, così da evitare la sua assenza? Perché pensa che un gruppo di ragazzi che cercano di dialogare con la politica, mondo così lontano da loro, debbano essere manovrati appositamente da chissà chi?
Ed infine, non pensa che una scelta presa per accontentare una parte di elettorato, che nuocerà a molti ragazzi di Verbania, che non potranno farle capire il loro dissenso attraverso il voto perché minorenni, non sia molto in linea con le promesse fatte in campagna elettorale riguardanti l’attenzione ai giovani?. Aspettando un’eventuale risposta dell’Assessore, porgo i miei distinti saluti.

Riccardo Brezza

VERBANIA: “ATTENZIONE AI GIOVANI” E L’ASSESSORE DISERTA

image Forse non avevamo capito il significato profondo di un altro slogan elettorale della giunta Pdl-Lega e Zacchera:
"Attenzione ai giovani" non era un invito affinché la politica si avvicinasse alle esigenze delle nuove generazioni, sempre meno rappresentate dall’amministrazione, piuttosto si trattava di un timoroso avvertimento che l’assessore Balzarini iero ha colto in pieno, non presentandosi all’assemblea pubblica organizzata dalla sua stessa commissione comunale "Politohe giovanili."
"L’assessore si scusa ma non riesce a venire" hanno timidamente commentato i consiglieri comunali di maggioranza Colombo e Immovilli a loro volta sbigottiti per questo autogol politico del centro-destra. "Abbiamo provato a contattarla tre volte, per un incontro senza riuscire ad ottenere un appuntamento!" la risposta dei giovani skaters verbanesi accorsi per esprimere il loro punto di vista, sbigottiti, increduli per il confronto mancato con l’amministrazione.
Forse proprio questo teme la giunta Zacchera: il confronto, cosciente di aver fatto scelte quantomeno superficiali e sbagliate per i giovani che fra una settimana non avranno più gli autobus gratis, allibiti dall’assenza di luoghi di ritrovo in una città a vocazione turistica, che vedranno chiudere i parcogiochi e spostati campi da basket e skatepark al parco Robinson, accanto al cimitero di Intra, a disturbare chi non può più lamentarsi per le loro grida gioiose.
E ancora una volta ci scusiamo noi cittadini per non aver capito il messaggio: "cambia Verbania", in peggio. Sicuri di non sbagliare più alla prossima tornata elettorale.
Giovani Democratici VCO

Nel VCO gli studenti si mobilitano contro la riforma Gelmini

image Venerdì 5 marzo dalle ore 10.00 a Domodossola in Piazza mercato e sabato 6 marzo 2010 dalle ore 10.00 a Verbania in Piazza Ranzoni.
Sono questi gli appuntamento, due sit.in, organizzati dalla FDS (Federazione degli Studenti) al quale sono invitati tutti gli studenti del VCO in Piazza a Domo e Verbania per far sentire la loro voce!
Questa la piattaforma delle loro proposte LA FINE DEL PUNTO “G”
Dal prossimo settembre cambia tutto (ancora una volta).
Una nuovo, finto punto “G” di “Gelmini” che non vi piacerà affatto!
ridurrà la scelta ai corsi superiori a 6 licei, 2 professionali e 2 tecnici con l’impossibilità di cambiare corsi e "casta" in caso di ripensamenti e l’obbligo scolastico scenderà a 13 anni.
Solo i liceali potranno accedere all’università; scelta che determinerà per sempre la vita di un giovane!

GUERRE STRADALI
Ci toglieranno il "Libero Bus", l’essenziale servizio pubblico di Verbania, per questioni (secondo loro) di mancanza di fondi.
Ciò è assolutamente falso, non dobbiamo permettere che ce lo portino via.
In sostituzione Zacchera ha proposto il servizio "Più Bus", che incrementerà i costi, e farà pagare ai cittadini il biglietto degli autobus.
Non è solo una questione di soldi, ma subdola propaganda elettorale.

PRENDETE ESEMPIO DA HEIDI
perchépagare un diritto? Tutti dobbiamo poter studiare. Anche se abitiamo in cima alle valli, come tutti i ragazzi che dall’anno prossimo dovranno scendere in città per poter studiare. Questo perchéchiuderanno tutte le piccole scuole di montagna. Risultato? genitori che lavorano che devono portare i figli a scuola.
Noi proponiamo autobus e servizi pubblici pagati dai comuni per ridurre i costi alle famiglie.

IL TREN L’È VIA…
Il Sindaco di Verbania Zacchera, dopo aver cercato di affittare un treno, richiesta assurda e bocciata perfino dai suoi, dopo gli accordi con Trenitalia è riuscito a far aumentare del 20% le tariffe tra Verbania e Milano. Grazie! La prossima volta è meglio non faccia nulla!
Il costo del biglietto è magicamente aumentato (eppure Milano è sempre lì).
Come fa uno studente ad andare all’università se gliela chiudono qui e se gli viene tolto pure il treno?

MAI PIU’ RAGAZZI DI CAMPAGNA
Universitari di tutta Italia, affrettatevi a laurearvi. A meno che non stiate studiando in una grande città. Prossimamente tutte le sedi universitarie distaccate verranno chiuse. E chissà perché??? Semplice, per tagliare i costi delle università si riversano i costi sulle famiglie per abbonamenti e tasse che aumenteranno a dismisura.
Ciò ostacolerà molti dei vostri sogni, abbassando ancor di più il triste livello d’istruzione! Grazie, No!