Antenna: riconosciuta la bellezza di Dumera pensiamo al suo futuro

antennaChe cosa resta del caso dell’antenna telefonica nella frazione di Dumera a Oggebbio? Una grande lezione di ascolto e comprensione delle istanze di chi vive i luoghi e li conosce bene.
Da quanto emerge dal parere espresso alcuni giorni fa dalla “Sovrintendenza per i beni architettonici e paesaggistici”, che ha detto no all’antenna, esistono responsabilità oggettive dell’amministrazione comunale che. affidandosi ad una documentazione progettuale definita “sviante sotto diversi profili”, ha consentito la posa dell’antenna pregiudicando, evidenziando al contempo un forte impatto sul paesaggio.
Colpisce la caparbietà con cui si è proceduto. Da una parte, si è paventata la reale possibilità di collocare l’antenna in altro sito, dall’altra si è proceduto senza attendere l’esito degli approfondimenti.
Oggi che l’antenna svetta nel paesaggio diventa insindacabile riconoscerne il forte impatto, la pregiudiziale che impone sull’attrattiva turistica di Dumera e, più in generale, sul valore ambientale di questo “quadro naturale di non comune bellezza” che sono le sponde del Lago Maggiore.
Disorienta apprendere che il Comune non informò la sovrintendenza delle prime valutazioni che fece la locale commissione del Paesaggio che in prima istanza non valutò soddisfacente la documentazione e le immagini progettuali prodotte.
Ora, ci aspettiamo che con altrettanta celerità si ripari al maltorto, rimuovendo l’antenna, e si riconosca ai cittadini il grande ruolo di promotori di un’istanza legittima e fondata che si ricollega a quanto sostenuto dall’On. Enrico Borghi nella sua visita al sito la scorsa estate: Dumera ha tutte le caratteristiche per partecipare a programmi europei e nazionali che mirano al finanziamento e al recupero dei borghi montani.

Salvaguardare e progettare un futuro compatibile dev’essere il nuovo obiettivo da perseguire.

Antonella Trapani
Segretario Provinciale PD

Ufficio Stampa

Posti per le degenze post-ospedaliere nel VCO: persone, non solo numeri. Intervento di Mauro Giudici

giudici mauroL’organizzazione dei posti di degenza temporanea extraospedaliera nel VCO va considerata ripor-tando al centro le persone e i servizi di cui queste hanno bisogno. Stiamo parlando, infatti, di pa-zienti che, dopo il superamento di una fase acuta di malattia o dopo un intervento chirurgico, ven-gono dimessi dall’ospedale, ma necessitano ancora di cure mediche o di interventi riabilitativi. Chiaramente, l’ideale sarebbe che questa assistenza potesse essere fornita a casa del paziente. Ragioni sanitarie, ma anche sociali e familiari, richiedono invece che le persone siano ospitate in strutture attrezzate per offrire cure adeguate, sia pure non così intense come quelle ospedaliere.

Il pieno recupero di una persona dopo un ricovero in ospedale non può limitarsi alla salute fisica, ma dipende anche dal suo benessere psicologico e generale. Per questo, nel periodo di degenza post-ospedaliera, che può durare fino a due mesi, è utile anche la vicinanza dei propri cari. In certe situazioni è anche importante la partecipazione attiva del medico di famiglia, per facilitare il suc-cessivo ritorno a casa del paziente.

Alcuni posti di degenza temporanea erano destinati anche a persone affette da malattie degenera-tive (l’Alzheimer, ad esempio) o colpite da malattie che aggravano patologie pregresse. Ci si riferi-va a questo servizio con il termine di “posti di sollievo”, perché spesso l’obiettivo era fornire alla famiglia un sostegno al superamento delle difficoltà quotidiane. Anche questi posti non sono più disponibili.

Stiamo quindi parlando di interventi che affiancano al trattamento sanitario anche servizi socio-assistenziali e che, pertanto, devono essere legati al territorio. Accentrare il servizio in una struttu-ra unica, che soprattutto nel VCO sarà lontana da molti centri abitati, provoca ovvie difficoltà ai cittadini.

Alla luce di tutto questo, è veramente difficile capire le motivazioni delle decisioni della giunta Cota sui posti di degenza post-ospedaliera. Scelte di questo tipo non possono cadere dall’alto senza coinvolgere gli operatori e le istituzioni del territorio; queste ultime devono mostrare responsabili-tà e devono superare assurde e anacronistiche divisioni campanilistiche.

Il compito delle amministrazioni e della politica è risolvere i problemi delle persone. Il governo re-gionale guidato da Cota non lo ha fatto! Per fortuna, tra poco, in Piemonte si aprirà una nuova stagione, che permetterà di tornare a pianificare i servizi sanitari e socio-assistenziali, rimettendo le persone e il loro ben-essere al centro dell’attenzione!

Mauro Giudici ,
responsabile provinciale dipartimento “Salute e Benessere” PD VCO

Silvia Marchionini: TROBASO, una proposta rifondativa

verbania trobasoLa scomparsa delle fabbriche che costituivano la cintura industriale di Trobaso e Possaccio dall’inizio del secolo scorso e fino agli anni ’80, ha provocato il progressivo declino della quarta frazione di Verbania storicamente caratterizzata da un forte insediamento popolare ed operaio.
Via della Repubblica è in uno stato di totale abbandono privata delle innumerevoli attività commerciali che la animavano.
Tre decenni fa venne proposto come misura preventiva alla crisi la trasformazione di via San Pietro, dalla piazza alla chiesa, in un luogo di attrazione proponendo la costituzione di una “ruga” o “contrada” della frazione trobasese. Questa intuizione, tralasciata nel tempo, può essere riproposta come elemento trainante della via principale di Trobaso, che necessita di una disciplina del traffico (controllo della
velocità innanzitutto, che interessa anche la via Renco).
Si propone un ruolo dell’Amministrazione Comunale per individuare attività (di servizio, tempo libero, artistiche e/o commerciali di qualità innovativa, da inserire nei locali sfitti della via: la negoziazione, e la firma del contratto di insediamento potrebbe avere il Municipio come garante così da rendere simbolicamente evidente il contrasto agli immobili vuoti. L’A.C. dovrà farsi carico di un’opera di convincimento presso i proprietari per affitti più equi, che, in una prima fase potrebbero essere calmierati dal Comune (con recupero successivo).
Esiste in città una esperienza di esposizioni artigianali a Madonna di Campagna che può fornire suggerimenti preziosi. Vi è la necessità di collegarsi, oltre la nostra città, con valide esperienze nel settore, quali ad esempio l’associazione “L’artigianato in fiera” che raccoglie a
Milano ben 3.000 espositori/produttori, da assumere come modello (dura da 17 anni) e imitarne le fattibili applicazioni.
Altre idee da realizzare nel tempo:
Parco della storia in via Scavini (la strà liscia): in accordo con il Museo del Paesaggio, che può continuare la consulenza, vi venne trasportato il busto di Garibaldi, tolto da decenni dall’inizio del corso omonimo. Si può continuare con iniziative analoghe e istituire visite guidate delle scuole cittadine e limitrofe oltre alla promozione della cultura popolare svolta dalla SOMS.
Prolungamento della ciclabile dal parco della Gera al ponte del Plusc che va utilizzato come stazione di partenza del sistema bike-sharing.
Per Trubas da suta un progetto di arredo urbano.
Le piccole manutenzioni: asfaltatura in via Martiri di Pogallo, cordoli in via Battaglione Intra, pulizia tombini e il potenziamento dell’illuminazione pubblica, anche nel “nuovo parcheggio” di via Cuboni, che non solo non ha risolto la richiesta di posti auto ma ha “mutilato” un parco giochi, un’area verde esterna alla scuola “G.Bachelet”,che era una splendida realtà.
Uno dei luoghi vitali è il centro sociale di Renco, sede dell’Auser: non vi è dubbio che senza questo riferimento la socialità, (e il “fare comunità” è uno dei capisaldi della programmazione di fondi pubblici) ne sarebbe impoverita. Pertanto la possibile collocazione, che aleggia come “voce”, da qualche mese della Farmacia Comunale rappresenta solo una soluzione tecnico-funzionale che non può essere condivisiva: crediamo che altre strutture siano pensabili senza sacrificare una “ricchezza” costruita in 40 anni di attività e attaccamento (anche nelle opere volontaristiche) che vengono svolte dai residenti.
Verbania, 11 gennaio 2014 Silvia Marchionini

Diego Brignoli: consolidiamo la Verbania città degli studi

IC-Trobaso-verbania-e1350916285931Ho trovato particolarmente interessante un passaggio della recente intervista (la Repubblica domenica 5 gennaio 2014) al Ministro della Pubblica Istruzione Maria Chiara Carrozza dedicata al lancio della “Costituente della scuola” attraverso un referendum on line: oggi la scuola italiana è fortemente centralizzata, ma il funzionamento dei singoli istituti dipende dai singoli presidi. Se sono capaci, le loro scuole funzionano. È così, ma non saprei dire perché: le consultazioni mi aiuteranno.

Mi pare apprezzabile che un ministro, che di scuola se ne intende sicuramente più di me (insegna bioingegneria industriale ed è rettore della Scuola Superiore S.Anna di Pisa) chieda il contributo di tutti per capire e cambiare quel che non va nella scuola.
Impossibile non pensare alla questione Cobianchi e Scienze Umane e Sociali che in queste settimane preoccupa fortemente e tanti malumori ha sollevato. Si tratta di questione complessa, sulla quale occorre ragionare non solo in modo contingente ed emergenziale, ma soprattutto in termini di futura programmazione, su cosa si potrà e si dovrà fare.
La prossima Amministrazione comunale non potrà occuparsi esclusivamente dell’edilizia e dei servizi destinati alla scuola primaria e secondaria inferiore, dovrà invece impegnarsi fortemente a rafforzare e consolidare la “Verbania città degli studi” superiori, una storica tradizione della nostra città e del nostro territorio, ma soprattutto uno dei requisiti necessari al rilancio dell’occupazione giovanile nel territorio.
La Provincia, oltretutto in una situazione di forte precarietà, ha assunto la decisione del progressivo trasferimento presso il Liceo Cavalieri di Scienze Umane e Sociali. Una decisione fortemente contestata, in contrasto con i deliberati degli organi collegiali competenti del Cobianchi, perché in realtà comporta la cancellazione di un’esperienza quarantennale (la delibera parla di istituzione dell’indirizzo presso il Liceo Cavalieri e contestuale soppressione dello stesso presso l’ITIS Cobianchi). Ma, soprattutto, una soluzione fittizia e temporanea: la messa a disposizione di poche aule al Cavalieri è infatti insufficiente a risolvere il problema degli spazi lamentato dal Cobianchi, significa semplicemente spostare in là di 2 o 3 anni il problema. Poi saremmo da capo.
La questione, dicevo, è ben più complessa. Si tratta con ogni evidenza di un problema strutturale del sistema scolastico cittadino oggi sottodimensionato e inadeguato alle oscillazioni della domanda. L’innalzamento dell’età dell’obbligo scolastico, la capacità di attrazione dell’offerta scolastica verbanese e la crescita demografica del primo decennio del Duemila, non particolarmente forte ma in netta controtendenza rispetto al calo di natalità registrato nei decenni precedenti, fanno infatti prevedere un ulteriore aumento della popolazione scolastica superiore già per il prossimo futuro.
Che fare allora?
Nell’immediato non resta che cercare seriamente nuovi spazi. Ancorché provvisori e parziali. La città è piena di strutture vuote e inutilizzate; saremo anche in presenza di normative più restrittive di quelle del passato, di difficoltà economiche, ma pare inimmaginabile non riuscire a reperire una quindicina di aule (di questo in fondo si tratta). Succursali, certo, che magari sarà anche un po’ complicato gestire, ma chi ha vissuto gli anni della forte espansione, con succursali sparse in tutta la città, è riuscito non solo a sopravvivere, ma nel contempo a innovare a fondo l’offerta scolastica adeguandola alle nuove esigenze.
Differente, come ovvio, l’approccio per il futuro. Dato che si tratta con tutta evidenza di un problema strutturale, gli enti responsabili e interessati, in primo luogo il Comune e la Provincia di Verbania, costituiscano un tavolo di lavoro che individui e analizzi tutti i problemi (strutturali, didattici, degli insegnanti, degli allievi) che i cambiamenti in corso generano, li studi e indichi soluzioni serie. I risultati di questo lavoro andranno raccolti in un sistema articolato di proposte che la prossima Amministrazione comunale si farà certamente carico, per quanto di sua competenza, di attuare.
Una proposta concreta, realizzabile e condivisa, che tenga conto della partecipazione e della collaborazione di tutti gli interessati e di tutti gli organi competenti. Un metodo basato sul confronto e non sullo scontro. Un percorso in tutto simile a quello che saggiamente propone il ministro Carrozza.

Diego Brignoli – candidato Sindaco alle primarie del centro-sinistra di Verbania

 

Sentenza del Tar: Cota a casa, si ritorni subito alle urne. DIchiarazioni di Trapani, Reschigna e Borghi

La sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale del Piemonte, che ha annullato le elezioni regionali del 2010 a causa delle firme false della lista “Pensionati”, sono lo stop definitivo alla vicenda politica del governatore “Cota” in Piemonte.

cotabressoDa una parte c’è il fallimento politico del governatore leghista che abbiamo più volte denunciato, come Partito Democratico,.con la nostra campagna “Cota a Casa” di questi mesi.

Nella sanità si sono susseguiti tre assessori in tre anni con risultati negativi: i servizi si sono ridotti, le liste di attesa allungate, le strutture non sono state ammodernate.
Nel trasporto pubblico locale la Giunta Cota ha tagliato le linee e aumentato le tariffe, con pesanti problemi per i pendolari.
Nel welfare non ha fatto meglio: ha tagliato i servizi assistenziali, messo in campo meno risorse per i comuni e le famiglie, per la casa e il lavoro, ha aumentato le tariffe per i non autosufficienti.

Dall’altra parte, quella legale, è arrivata oggi la sentenza definitiva dei giudici che sancisce che quelle elezioni del 2010 non erano valide. Elezioni da rifare

La nostra speranza – affermano il segretario provinciale del PD Antonella Trapani e il capogruppo PD in consiglio regionale Aldo Reschignaè che si torni a votare al più presto, possibilmente nello stesso giorno delle elezioni europee ed amministrative di maggio.
Elezioni nelle quali il Partito Democratico saprà proporre un suo progetto per riparare gli errori di gestione del governo Cota e per rilanciare con un progetto complessivo il Piemonte”.

Ufficio Stampa

BORGHI (PD): “SI CHIUDE UNA DELLE PAGINE PIU’ BRUTTE DELLA STORIA DELLA REGIONE PIEMONTE”
“Con la sentenza del Tribunale Amministrativo regionale di oggi, si chiude dopo troppo tempo una delle pagine più brutte della storia della Regione Piemonte.
Quattro anni persi, da recuperare con determinazione”. Lo afferma l’on. Enrico Borghi, deputato piemontese e presidente del Gruppo del Partito Democratico nella Commissione Ambiente alla Camera dei Deputati. “Il Tar ha accolto il ricorso di Mercedes Bresso confermando quanto avevamo sostenuto con molti esponenti politici di tutti i partiti.
Da una parte l’inganno verso i Piemontesi, presi in giro con le liste presentate alle elezioni regionali del 2010 con firme false. Dall’altra, il totale fallimento di un governo, in mano a Cota e alla Lega Nord, che ha sbandato fino a degenerare e a portare nel precipizio il Piemonte. I fallimentari risultati sono sotto gli occhi di tutti.
Penso alla riforma ridicola della sanità, alla presunta e millantata riforma del trasporto pubblico che ha solo generato aumenti di biglietti e abbonamenti, così come alla crescente tassazione verso i cittadini e le imprese, senza alcuna risposta reale alla crisi economica che in Piemonte sta avendo effetti devastanti.
Tre anni nei quali sono mancate soluzioni ai problemi veri di quanti vivono in Piemonte. Per finire con lo scandalo dei rimborsi e all’indagine che porterà al rinvio al giudizio del presidente della Regione e di gran parte dei Consiglieri della maggioranza. Per tutti questi motivi, bisogna mettere fine a questa legislatura e tornare alle urne”.
“Il centrosinistra, con il Partito Democratico e una forte coalizione fatta di persone capaci e competenti, guidata da Sergio Chiamparino, può essere il motore del cambiamento. Abbiamo una seria e concreta alternativa per il Piemonte. Con le elezioni in primavera – evidenzia l’on. Borghi – possiamo restituire democrazia e voce ai cittadini. Sono loro stessi a chiedercelo. Le sfide per ricostruire il Piemonte sono tante, impegnative, ma sono certo che il Pd saprà scrivere una storia nuova, riportando nella Regione la fiducia dei piemontesi. Questo è l’impegno che tutti dobbiamo prenderci”.venda

SUS COBIANCHI, BORGHI: “PRIORITA’ DEV’ESSERE QUALITA’ FORMATIVA”

cobianchi-scuolaEsprime preoccupazione l’On. Enrico Borghi per la decisione presa nelle scorse settimane dalla provincia del Vco di chiudere il corso di Scienze Umane e Sociali dell’Istituto Cobianchi con successiva apertura di un nuovo indirizzo al Liceo Cavalieri.
“Ho fatto un sopralluogo al Cobianchi nei giorni passati – commenta il parlamentare del Partito Democratico – incontrando diverse parti in causa, e mi sono state riportate le criticità che questa scelta porterà con sé sia dal punto di vista dell’organizzazione dell’offerta didattica che della possibilità di fruizione della stessa da parte degli studenti provenienti dalle zone extraVerbania per la capacità della struttura del Cavalieri di accogliere le numerose iscrizioni alle classe prime.”
“SUS del Cobianchi rappresenta indubbiamente una delle eccellenze dell’offerta formativa della nostra provincia – continua Borghi – negli ultimi anni sono stati sviluppati numerosi progetti innovativi di notevole rilevanza oltre a Convegni e Pubblicazioni.”
“ Occorre a questo riguardo essere coscienti che alcuni di questi progetti non potrebbero avere continuità in un’altra struttura scolastica – sostiene Borghi – penso ad esempio al progetto Cobipad, presentato a Roma nel 2012 e che non potrebbe continuare nella struttura del Cavalieri perchè non supportata adeguatamente dal punto di vista tecnologico.
A cio’ si aggiunga anche la singolarita’ di una scelta assunta da una Provincia ormai in scadenza in splendida solitudine, con il parere
contrario degli organismi scolastici preposti e nel silenzio dell’amministrazione cittadina commissariata che non viene coinvolta per le parti di propria, specifica competenza. Rischia di profilarsi un danno certo per la qualita’ formativa e una situazione di ingestibilita’ a settembre
scaricata in capo al nuovo Sindaco di Verbania”. “Per fare chiarezza sulla questione e affinchè venga trovata rapidamente una soluzione – conclude il parlamentare ossolano – ho chiesto all’assessore regionale all’istruzione Alberto Cirio e al Presidente della VI Commissione in Regione Piemonte Michele Marinello di portare sul tavolo della Regione le osservazioni e le preoccupazioni dei docenti e dei rappresentanti del Comitato nato in questi giorni affinchè venga riaperta la discussione sul merito di questo spostamento. La Regione, se vuole, puo’ e a mio avviso e’ il caso che intervenga”
“Inoltre – continua Borghi – sempre questa mattina ho inoltrato alla Camera una specifica interrogazione al Ministro dell’Istruzione perchè la delicatezza e importanza della questione non può e non deve essere sottovalutata”