‘Montagna e dintorni”: terre alte dell’Ossola in movimento per tre settimane di eventi

Lunedì 15 ottobre, presso la sede Uncem a Torino, è stata presentata alla stampa, ai sindaci e agli amministratori pubblici piemontesi, la nuova edizione di “Montagna e dintorni”, festival itinerante ricchissimo di appuntamenti, che si svolgerà dal 18 ottobre al 4 novembre nelle Valli dell’Ossola.
Sul sito internet www.montagnaedintorni.net si può accedere al programma dei numerosi appuntamenti.
Alla presentazione dell’evento, sono intervenuti il presidente nazionale dell’Uncem Enrico Borghi, il presidente dell’Uncem Piemonte Lido Riba, il presidente della Comunità montana Valli dell’Ossola Giovanni Francini.
Grazie alla nuova collaborazione di Uncem e quella di sempre di Trentofilmfestival, l’edizione di quest’anno di fa un salto di qualità e la Val d’Ossola diventa teatro di dibattiti sui temi nevralgici dello sviluppo montano, discussi insieme ai protagonisti istituzionali di levatura nazionale.
Solo per fare qualche nome, il ministro per la coesione territoriale Fabrizio Barca, il presidente della provincia di Trento Dellai e della regione Valle d’Aosta Rollandin, e ancora Marco Revelli, l’On. Ermete Realacci, il vicepresidente al Parlamento Europeo Gianni Pittella.
Protagonisti importanti di un territorio, quello montano, che ha tutte le carte in regola per vincere la sfida della crisi e per diventare la punta di diamante dell’economia del nostro Paese. A “Montagna e dintorni” c’è spazio anche per la cultura, il cinema, il teatro, la musica, lo sport: elementi chiave di una montagna che si apre a un nuovo turismo, più consapevole e capace di comprendere le nuove sfide delle Terre Alte.
La strategia alpina europea, la green economy e i nuovi utilizzi delle risorse della montagna e dell’acqua, l’incontro sempre più frenetico di diversità culturali, le politiche di coesione e le opportunità dai fondi comunitari sono solo alcuni dei temi che verranno affrontati durante gli appuntamenti Uncem e intorno a cui si snoderà il dibattito. Previsti anche incontri dedicati alla filiera bosco-legno-energia e al recupero del patrimonio edilizio dismesso delle Terre Alte.
Dal 18 ottobre al 4 novembre, la manifestazione avrà luogo tra il castello di Vogogna e le moderne strutture polifunzionali dell’Ossola.

Presentato ordine del giorno in Provincia sui farmaci per malati di epilessia.

Sollecitati da cittadini e dalle associazioni dei malati di epilessia (anche locali, come l’AICE) il capogruppo provinciale del PD Paolo Ravaioli ha presentato un ordine del giorno relativo all’acquisto oneroso di medicinali contenenti Levetiracetam e Topiramato.
Con le recenti disposizioni sulla spesa sanitaria, per le persone con epilessia molte famiglie quando oggi vanno a comprare il farmaco per fermare le crisi, contenente appunto Levetiracetam o Topiramato, se non accettano di acquistare il famaco cosidetto “equivalente” devono pagare decine di eruo in più.
Per chi deve assumere quotidianamente e per tutta la vita questi farmaci, è una situazione devastante. Infatti per chi ha raggiunto il controllo delle crisi cambiare il farmaco è una violenza ingiustificata.
Per questo abbiamo presentato un ordine del giorno nel quale invitiamo il Presidente della Provincia ad un sollecito intervento scritto all’assessorato regionale alla Tutela della Salute e Sanità per chiedere un cambio di indirizzo in materia, aderendo alla richiesta dell’AIFA. Per rettificare la circolare diramata agli associati da Federfarma Piemonte, nella quale si accoglieva la richiesta dell’Agenzia Italiana del Farmaco, con decisione che ha comportato l’applicazione del ticket sui farmaci in oggetto, con gravi conseguenze economiche per i pazienti che ne devono fare uso.

Paolo Ravaioli
Capogruppo Pd

 

Alla c.a.
Presidente del Consiglio provinciale

Ordine del giorno

OGGETTO: Differenza di prezzo tra i medicinali antiepilettici di marca e le equivalenti specialità generiche

Premesso che

· l’Agenzia italiana del farmaco (AIFA) ha recentemente inserito nella lista di trasparenza dei medicinali inseriti nell’elenco dei farmaci equivalenti le specialità medicinali antiepilettiche Levetiracetam (LEV) e Topiramato (TPM), presenti sul mercato italiano con il nome commerciale, rispettivamente, di Keppra e Topamax. La lista di trasparenza, aggiornata mensilmente dall’AIFA, riporta l’elenco dei principi attivi dei quali, scaduto il brevetto di proprietà della casa farmaceutica titolare della Autorizzazione all’Immissione in Commercio (AIC),è possibile trovare in farmacia il farmaco generico, contenente lo stesso principio attivo, ad un costo di solito sensibilmente inferiore rispetto a quello “di marca”;

· i farmaci inseriti nella lista di trasparenza sono considerati dall’AIFA “equivalenti” a quelli di marca e, quindi, ad essi sostituibili senza rischi per le persone che li assumono, tuttavia, nel caso delle due specialità sopra citate, con comunicazione del 16 luglio 2012, approvata dalla Commissione Tecnico Scientifica, l’AIFA ha precisato che l’uso del farmaco generico equivalente può essere ritenuto sicuro ed efficace quando la sua assunzione avvenga già dalla prima prescrizione e raccomanda di non sostituire il farmaco a trattamento iniziato;

considerato che

· nella comunicazione del 16 luglio l’AIFA “raccomanda, nei casi in cui il medico decida la non sostituibilità del farmaco prescritto, che le autorità sanitarie territoriali non pongano a carico dell’assistito la differenza fra il prezzo più basso ed il prezzo del farmaco previsto”;

· tale raccomandazione, tuttavia, non è una disposizione normativa ed ha il valore di un mero “suggerimento” accogliendo il quale le Regioni assumerebbero a loro carico il costo della differenza di prezzo che, in base alle norme vigenti, dovrebbe gravare sull’assistito. Nel caso dei due medicinali citati tale differenza di prezzo è particolarmente elevata, ovvero circa 50 euro nel primo caso e quasi 100 euro nel secondo;

· Federfarma Piemonte il 19 settembre u.s. con un comunicato ufficiale ha già cercato di sensibilizzare l’Assessorato regionale in merito alla problematica esposta, ricordando che fino a quando la Regione non comunicherà la sua eventuale decisione di non richiedere all’assistito la differenza tra equivalente e farmaco di marca le farmacie saranno costrette a far pagare tale differenza ai cittadini;

constatato che

· viste le raccomandazioni espresse dall’AIFA, la scelta di molti pazienti in cura con farmaci antiepilettici di non ricorrere al farmaco generico ma di proseguire la terapia con le specialità di marca è di fatto una scelta obbligata che si traduce in un notevole aggravio di costi;

INVITA

il Presidente della Provincia

ad un sollecito intervento scritto all’assessorato regionale alla Tutela della Salute e Sanità per chiedere un cambio di indirizzo in materia, aderendo alla richiesta dell’AIFA, facendo rettificare la circolare diramata agli associati da Federfarma Piemonte, nella quale si accoglieva la richiesta dell’Agenzia Italiana dei Farmaco, con decisione che ha comportato l’applicazione del ticket sui farmaci in oggetto, con gravi conseguenze economiche per i pazienti che ne devono fare uso.

 

 

Disoccupazione frontalieri italiani in Svizzera: l’Onorevole Narducci (PD) chiede l’intervento del Ministro Fornero .

La crisi economica fa sentire i suoi effetti anche sulla Svizzera e non risparmia i lavoratori frontalieri, i meno tutelati quando cadono in disoccupazione visto che non possono accedere al sostegno dell’assicurazione disoccupazione vigente in Svizzera. Per questa ragione il Parlamento italiano emanò una legge specifica, la n.147 del 5 giugno 1997, alimentata con le somme inviate dalla Confederazione elvetica in base all’accordo bilaterale del 1978 fra Italia e Svizzera sulla retrocessione finanziaria in materia di indennità di disoccupazione per i lavoratori frontalieri.

Tale legge affida all’INPS la gestione fuori bilancio delle risorse retrocesse dalla Svizzera – prelevate sui salari dei nostri connazionali frontalieri – e la corresponsione delle indennità di disoccupazione, nella misura di quanto stabilito dal Governo.
In attuazione degli accordi bilaterali sottoscritti tra l’Unione Europea e la Svizzera in materia di libera circolazione delle persone e coordinamento delle assicurazioni sociali, l’Accordo bilaterale del 1978 ha terminato di produrre effetti dal 1 luglio 2009, mentre nel 2011 sono state retrocesse le ultime somme al fondo in gestione separata INPS che contemplava pertanto una dotazione di circa 300 milioni di euro. A tal proposito giova ricordare che il tesoretto accumulato dall’INPS in tutti questi anni è il frutto delle trattenute salariali sul lavoro dei frontalieri, nonché il dettato della legge n. 147/97 dove si sancisce che le somme provenienti dalla Svizzera devono essere utilizzate in favore dei frontalieri fino ad esaurimento. In tal senso si sono pronunciati i Governi precedenti, in risposta a interrogazioni presentate dai Parlamentari e tale obbligo è stato ribadito nel testo unificato di modifica alla legge n. 147/97, recentemente approvato dalla Camera ed ora all’esame del Senato.
Pertanto la decisione assunta dall’INPS di Como e Varese di erogare ai frontalieri, caduti in disoccupazione non per colpa propria, l’indennità di disoccupazione ordinaria prevista dalla legislazione italiana anziché il trattamento speciale di disoccupazione previsto dalla legge n. 147/1997, oltre a penalizzare pesantemente questi lavoratori e lavoratrici, risulta essere contraria alla legge vigente e alle sue modifiche già approvate in un ramo del Parlamento.
Il fondo istituito presso l’INPS per la gestione separata del trattamento di disoccupazione dei frontalieri italiani in Svizzera è il frutto del loro lavoro e bisogna dunque respingere ogni tentativo di stornare nel calderone del bilancio generale dell’INPS le risorse di cui è dotato il fondo stesso. I frontalieri hanno contribuito alla crescita del nostro Paese portando ricchezza nei Comuni di confine, sarebbe profondamente ingiusto non riconoscere loro quanto dovuto e un errore gravissimo deprimere ulteriormente i consumi in quelle aree di frontiera, confrontate con tanti problemi di difficile soluzione.
Per questa ragione l’on. Franco Narducci dopo aver presentato, assieme ai colleghi Chiara Braga, Daniele Marantelli, Lucia Codurelli e Cesare Damiano, già ministro del Lavoro, una interrogazione urgente in Commissione Lavoro sul trattamento di disoccupazione dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera ha inviato una lettera al Ministro Fornero, anche a nome degli altri colleghi firmatari dell’interrogazione, chiedendole di intervenire al più presto affinché le sedi INPS delle zone di frontiera con la Svizzera continuino a pagare le indennità di disoccupazione dei frontalieri secondo quanto stabilito dalla legge e cioè attingendo al fondo creato a norma della legge 147/97, fino ad esaurimento.

Ufficio Stampa

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO

Campagna per la sovranità alimentare: domenica 14 ottobre a Verbania

L’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) celebra il World Food Day – Giornata Mondiale dell’Alimentazione 2012. Gli obiettivi della giornata sono la sensibilizzazione dell’opinione pubblica sul tema della fame nel mondo, il rafforzamento della solidarietà internazionale nella lotta alla malnutrizione e alla povertà e la promozione del trasferimento di conoscenze tecniche ai paesi in via di sviluppo. siamo tutti sovrani.
A Verbania domenica 14 ottobre l’associazione Mani Tese (clicca qui) di Verbania organizza due iniziative:
ore 16.30 marcia per la sovranita’ alimentare: partenza da palazzo di citta’ a Pallanza con la banda musicale Rulli Frulli di reggio Emilia.
ore 21.00 con ingresso libero “Quando mangio mi sento un re”: spettacolo teatrale al centro d’incontro di s.Anna a Pallanza.
Vieni anche tu per affermare che il cibo e’ un diritto di tutti e non un privilegio per pochi perche’ la sovranita’ alimentare  non e’ un sogno…
per info: 3498782849

Fusione dei comuni. Parola ai cittadini

L’incontro svoltosi a Viganella lunedì 8 ottobre, promosso dal Sindaco Colombo, ha avuto il merito di lanciare l’idea di un referendum per chiedere ai cittadini dei quattro comuni se sono oppure no d’accordo di procedere con la fusione di Antrona, Viganella, Seppiana e Montescheno. Insomma è forse giunto il momento di dar vita ad un unico comune della Valle Antrona.

Si tratta di un argomento delicato, ma che il particolare momento storico che stiamo vivendo ci obbliga a prendere in considerazione con maggiore concretezza la discussione che da tempo è in atto nei bar o nelle feste patronali. Sia il sindaco di Viganella che quello di Seppiana, sebbene appartengono a due formazioni politiche molto diverse, hanno accolto la proposta e si sono detti pronti a verificare la possibilità di ascoltare la voce dei loro cittadini, facendo coincidere, legge permettendo, la consultazione comunale alle elezioni politiche.
Crediamo che le osservazioni lette in questi giorni sui giornali locali del sindaco di Montescheno e quello di Antrona siano corrette e giustificate, ma il referendum serve proprio a superare queste preoccupazioni nel modo più democratico, chiedendo direttamente ai cittadini di esprimersi sul merito dell’accorpamento attraverso l’espressione del loro diritto di voto, e quindi di opinione.
Come Pd di Valle riteniamo che la fusione dei comuni sia non solo auspicabile, ma inevitabile, prima che altri prendano queste decisioni al nostro posto. Vogliamo una decisione consapevole che parta dal basso e non una legge nazionale di bilancio che prenda per noi questa decisione.
Speriamo che la richiesta del referendum sia accolta anche da quei sindaci e amministratori che, legittimamente, nutrono dei dubbi perché nessuno deve temere il giudizio dei propri cittadini e perché potrebbe succedere che, alla fine, il voto dia ragione loro.

Chiediamo in sintesi che i sindaci si attivino subito per verificare la possibilità di far coincidere le consultazioni e che all’incontro promosso da Viganella ne seguano altri. Dobbiamo entrare nel merito. I cittadini devono capire le reali differenze tra l’unione e l’accorpamento, quali saranno le ricadute sui servizi in un caso o nell’atro e che si mettano sul tavolo pregi e criticità.

Pd Valle Antrona.

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO
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Riordino degli enti locali: la posizione del Pd di Omegna

Dopo l’approvazione della Legge Regionale 26.9.2012 i comuni saranno chiamati a pronunciarsi sugli ambiti ottimale per le funzioni associate. Il nostro partito, PD, pur auspicando che le tre Comunità Montane del VCO si trasformino in Unione dei Comuni montani, per quanto riguarda la CM Due Laghi/CusioMottarone/Valstrona, ritiene di dare una chiara ‘indicazione’ per quanto riguarda le prospettive del territorio dell’attuale Comunità Montana in via di estinzione.  Una indicazione per gli enti locali, le forze politiche e sociali e tutti i cittadini, da sempre sostenuta, supportata da una storia concreta e consolidata nel tempo, e cioè:

A)  L’area corrispondente al bacino del Cusio (20 comuni)

B)  L’area corrispondente al Basso – Verbano

a)    Per quanto concerne il riordino dei comuni della Comunità Montana e dei comuni cusiani fuori dalla comunità:

Il bacino del lago d’Orta è sempre stata una subarea amministrativa dello stato e degli enti locali (uffici giudiziari, finanziari, uff. mandamentale elettorale, scuole superiori, ospedale, etc.). Nel tempo anche il Comprensorio del VCO abbracciava tutto il bacino del Cusio. Il primo vulnus avvenne quando fu istituita la Provincia del VCO, per cui alcuni comuni optarono per Novara.
I comuni rimasero comunque nella realtà del servizio sanitario o sociale corrispondenti al bacino cusiano (l’ASL, il CIS (Consorzio Socioassistenziale)) o che hanno il Cusio all’interno (Comunità Montana) o realtà di carattere turistico-ambientale che ne riprendono i confini (Consorzio Acque, Consorzio Comuni Rivieraschi, Distretto turistico interprovinciale, Ecomuseo etc.).  L’Unione dei Comuni montani prevista dalla Regione ha una popolazione inferiore a quella prevista dallo Stato (10.000) e cioè 3000 abitanti per le aree montane e collinari.
Noi ritieniamo che l’area ottimale debba essere ampia in modo che l’unione possa al suo interno lavorare per subaree attraverso le convenzioni, attraverso bacini omogenei (la subarea Omegna – Casale – Gravellona; la subarea della Valstrona; Omegna e le Quarne;  Omegna e Cusio Ovest; S.Maurizio e Cusio Ovest;  Armeno e Cusio Est; altre possibilità di associazione nascono poi dalle esigenze).

 

 

Il Cusio ha quindi  molte e forti motivazioni per essere unito:

a)    La sua storia amministrativa, le esperienze passate e recenti di collaborazione tra comuni; la specificità del suo territorio per l’ambiente, il turismo lacuale e montano, la pianificazione territoriale nelle aree a intensa urbanizzazione,  la necessaria pianificazione dei comuni rivieraschi per l’area lacuale, l’economia montana, la rete dei servizi sociali e culturali;

b)   I benefici  ai territori montani, quando il riferimento è l’unione dei comuni montani derivanti dalla soppressione della CMCMV2L (ciò vale soprattutto per l’area di S.Maurizio che non avrebbe questi benefici se si unisse a comuni collinari);

c)     L’aggregazione intorno alla realtà dei servizi sociali (il Consorzio socioassistenziale che è stato salvaguardato; il distretto cusiano dell’ASL 14 che, anche in presenza di una modifica della perimetrazione delle ASL a livello regionale, deve permanere;

d)   Nel caso di Provincia di Quadrante una realtà di 43000 abitanti è realtà forte che può interloquire con Provincia, sia pur nei limiti delle sue funzioni, e con la Regione Piemonte;

e)   Un Unione dei Comuni di poco più di 43000 abitanti, corrispondente alla popolazione del Cusio, avrebbe un numero di consiglieri pari a 30. Tutti i comuni (20) potrebbero essere rappresentatti nell’Assemblea dell’Unione.

La stessa cosa si può dire per il Basso Verbano che , con Baveno e Stresa  che assommano a quasi 10.000 abitanti,  e tutta l’area del Vergante  con altrettanta popolazione, è  di fatto una realtà omogenea, integrata per servizi, vocazione turistica all’interno di una pianificazione che riguarda l’area montana-collinare e quella lacuale fino all’aronese.

Pd Circolo di Omegna