Ipotesi Liceo Sportivo a Verbania: non caliamo dall’alto qualsiasi scelta.

In merito alla presentazione della candidatura del Liceo Cavalieri di Verbania per l’istituzione del “liceo dello sport” il Partito Democratico precisa che tale proposta è meritevole solo se è intesa nell’ottica di un ampliamento dell’offerta formativa del territorio di Verbania e, più in generale, della provincia del VCO.
Teniamo però a precisare in modo chiaro che la questione non può e non deve essere calata dall’alto, ma deve essere condivisa con la dirigenza ed il collegio dei docenti del Liceo Cavalieri prima di essere portata in consiglio comunale, come richiesto in commissione dal nostro commissario Riccardo Brezza.
Questa è condizione necessaria al nostro sostegno alla proposta avanzata. Riteniamo che questa possa essere valida solo se ritenuta funzionale dalla scuola stessa e non se usata come slogan dall’amministrazione senza verificare nella realtà la fattibilità di questo progetto.
Per quanto riguarda il litigio, tutto interno al PDL, puntualizziamo che il nostro gruppo è basito dal comportamento del consigliere Fara Attalla che, regolamento alla mano, ha cercato di impedire la discussione del punto che è stato discusso solo grazie alla determinazione del consigliere Immovilli sostenuto da tutta la minoranza.
Purtroppo, spesso ai proclami del nostro sindaco, non sono poi seguite le azioni conseguenti. In questo caso il nostro gruppo pensa che, anche se l’argomento non è di stretta competenza dell’amministrazione comunale, questa non possa lasciare da sole le scuole in difficoltà, ed invitiamo l’amministrazione a proseguire l’impegno per fare avere al liceo cavalieri, in termini ufficiali e definitivi, la deroga che serve alla scuola per mantenere la propria dirigenza e quindi la propria autonomia.

Gian Maria Giani –
della segreteria provinciale del PD
responsabile Commissione scuola PD VCO

La società di cui Massimo Nobili è presidente (CESA) ha realizzato lavori per la costruzione della sua abitazione privata!

Nella conferenza stampa di questa mattina, martedì 14 febbraio, il Pd del VCo con il suo segreteraio provinciale Antonella Trapani, ha denunciato alcune situazioni che riguardano il presidente della provincia Massimo Nobili, fatti politicamente gravi e inopportuni.
Riportiamo una sintesi della conferenza stampa e cliccando qui potete vedere il video dell’intervista
(In queste ore Massimo Nobili ha risposto confermando le nostre accuse: la sua casa privata ha visto dei lavori fatti dalla società pubblica di cui è presidente, appunto Cesa: clicca qui per vedere il comunicato di Nobili).
La crisi economica ha evidenziato alcuni grandi vizi del nostro paese. Ci ha mostrato con grande evidenza dove la politica ha sbagliato. Ha sbagliato pensando che fossero necessarie una miriade di società partecipate con soldi pubblici la cui gestione è stata affidata a “uomini di partito” per offrire servizi migliori ed efficienti. Oggi rileviamo che il risultato di questo processo è aver generato  alcune cose buone, ma molti rami secchi che non sempre hanno prodotto economia e servizi.  In questo periodo di grandi ristrettezze economiche è indispensabile tagliare quelle spese cui non corrisponde un servizio effettivo e il cui finanziamento è di origine pubblico, ma non direttamente controllato dai cittadini.

Austerity sì e per tutti. Se gli amministatori comunali non possono certo dirsi dei paperoni, con gettoni di presenza di poche decine di euro lordi, c’è chi, invece, non se la passa per niente male… e non deve nemmeno rispondere agli elettori. Stiamo parlando dei posti di “sottogoverno “, ovvero i CDA delle società pubbliche o miste pubbliche dove i compensi, per quanto non siano stratosferici, sono decisamente alti.
Tra queste c’è CESA  spa, nata nel 2002, il cui presidente è Massimo Nobili, la quale ha permesso a SAIA (Società per azioni a capitale pubblico/privato ,58% pubblico) e alla propria clientela, di poter usufruire di una impresa edile grazie alla quale effettuare interventi tempestivi nelle aree  industriali e, in particolare, urbanizzare direttamente quelle non soggette a finanziamenti pubblici. SAIA controlla il 98% di Cesa, la restante quota è di Tecnoverde, società occupata nel settore florovivaistico.
Da qualche mese si rincorrono voci di crisi societaria che coinvolge una quindicina di dipendenti e che avrebbe “costretto” la società a dedicarsi all’edilizia privata e non più solo a quella industriale, finanche alla realizzazione di alcune villette tra le quali, sembrerebbe, anche quella del presidente della società. CESA svolgeva la sua attività in via quasi esclusiva per progetti e interventi di SAIA, mediante la realizzazione sia delle opere di urbanizzazioni delle aree, sia per la costruzione di eventuali strutture edilizie industriali e di servizi. E’ necessario, secondo noi, chiarire la situazione, evitando polemiche, ma nella convinzione che sia necessaria maggiore trasparenza.
Per questo poniamo le seguenti domande al Presidente Nobili:

– corrisponde al vero che CESA avrebbe realizzato lavori (e per quale importo?) per la costruzione della sua abitazione privata? Come, eventualmente, questo si concilierebbe  con la mission della società nata per realizzare aree industriali?

– è vero o no che gli operai della società sarbbero in cassa integrazione e che i lavori sarebbero stati eseguiti da un’ulteriore società?

– è vero o falso che ci sarebbero rimborsi per spese del CDA, in gran parte telefoniche, di circa 10000 euro, oltre alle indennità di carica (oltre 30.000 euro lorde annue al Presidente)?

Ci auguriamo che siano voci infondate o esagerate e, per questo, chiediamo al Presidente Nobili di rispondere tempestivamente sgomberando il campo da illazioni che danneggiano il mondo politico. Oggi è evidente la necessità, per chi fa politica o ricopre incarichi importanti, di agire con trasparenza e chiarezza.
Dobbiamo mostrare a tutti di aver compreso la lezione che la crisi economica ci ha evidenziato e per questo ritengo sia necessario un intervento globale su tutte queste società.  Bisogna verificare se sono ancora funzionali per raggiungere gli obiettivi per le quali erano nate e, nel caso che lo fossero verificarne l’efficienza e renderle più congrue alla realtà che stiamo vivendo. Nel caso opposto, non dobbiamo ostinarci al loro mantenimento.

PD VCO
Ufficio Stampa

PD VCO: I CDA dei parchi vanno azzerati

«I consigli di amministrazione delle aree protette del Piemonte vanno azzerati perché le comunità locali sono state estromesse dalla loro gestione. La politica faccia un passo indietro per permettere di rafforzare il ruolo delle comunità, delle associazioni e degli operatori nella gestione delle aree naturali. E’ quanto chiederemo mercoledì nel consiglio straordinario che il Pd ha fatto convocare in Regione».
Aldo Reschigna, capogruppo regionale del Partito democratico,  va all’attacco delle modalità di nomina dei presidenti delle aree protette piemontesi. Nomine, secondo Reschigna e il Pd, «guidate nel 60 per cento dei casi dall’assessore regionale ai parchi William Casoni», colpevole di aver applicato uno «spoils system selvaggio» che ha tagliato fuori candidature di alto profilo a favore di persone che hanno sempre dimostrato scarso interesse per i parchi e altre che sino a ieri erano addirittura contrarie alle aree protette.
L’accusa arriva dalla conferenza stampa svolta da Reschigna con il responsabile ambiente PD VCO Sauro Zani e il consigliere provinciale Stefano Costa, nella sede del Partito democratico a Domodossola sabato 11 febbraio.
«Con la nomina dei presidenti delle aree protette – denuncia il capogruppo regionale – si è persa una grande occasione, minando le prerogative di salvaguardia delle aree».
Il Partito democratico dice di aver raccolto una corposa documentazione che presenterà in una conferenza stampa mercoledì a Torino. Denuncia che «Casoni, il Pdl e la Lega Nord hanno oltrepassato ogni limite della decenza nella nomina dei presidenti delle aree protette. Casoni ha scavalcato le comunità locali, imponendo suoi candidati. Le intese locali sono state ignorate e sono stai imposti candidati che i sindaci non volevano».
Un esempio? Il Verbano Cusio Ossola. «Il parco Veglia Devero Antrona aveva diverse persone di alto profilo: si è preferito un presidente che non ha alcuna competenza specifica» dice il consigliere provinciale del Vco, Stefano Costa facendo riferimento alla nomina di Graziano Uttini di Baceno, ritenuto «uomo» del senatore Pdl, Valter Zanetta.
Alle accuse, l’assessore regionale ai Parchi e alle aree protette, William Casoni, non si scompone: «Giudicate più avanti il lavoro di commissari e presidenti, che già mi sembra stiano lavorando bene richiamando investimenti sui territori». E il criterio delle nomine? «Le persone sono state condivise dal territorio. Sono stati vagliati dalla maggioranza dei sindaci. Le procedure si sono svolte con larghissima maggioranza, in modo democratico. Scelte condivise, ci sono i verbali che confermano che la Regione fa le sue proposte ma che tutti i sindaci danno il loro parere. Questo per evitare ci fossero decisioni non condivise».
Tratto da La Stampa dell’11 febbraio

Referendum sulla caccia: il Tar obbliga Cota ad indire il referendum. Ennesima brutta figura del presidente Leghista

La Regione è obbligata ad indire il referendum sulla caccia: in caso contrario il presidente Roberto Cota verrà sostituito per i compiti referendari dal Prefetto di Torino, Alberto Di Pace, inoltre deve accollarsi tutte le spese del ricorso presentato dalle associazioni promotrici a cui si aggiungeranno quelle che, nell’ipotesi del “commissariamento” prefettizio, l’ufficio territoriale del Governo dovrà farsi carico. È questa la sentenza emessa dal Tar del Piemonte.
In questi mesi la maggioranza che governa la nostra Regione anche su questo tema – afferma il capogruppo del PD in regione Aldo Reschigna – si è dimostrata incapace di affrontare la situazione e di trovare una soluzione politica alle domande poste dai sostenitori del referendum e alle diverse sensibilità che su questo tema sono presenti in Piemonte. Nella discussione in Commissione, l’assessore Sacchetto non è stato capace di fare altro che modificare l’attuale legge non nel senso delle richieste dei promotori del referendum e degli emendamenti da noi proposti, ma in senso completamente opposto, aumentando le specie cacciabili e deregolamentando tutta la materia.
Un comportamento irresponsabile – continua Reschigna – che lo ha portato a bocciare tutte le nostre proposte che tendevano a trovare una soluzione che legasse la caccia alle condizioni ambientali e reali in cui si trova la fauna piemontese e definisse nuove regole in grado da una parte di tutelarne l’esistenza, e dall’altra di limitarne il sovrannumero là dove avviene.
Sacchetto e Cota hanno scelto di dare voce alle frange più oltranziste dei cacciatori – conclude Reschigna – nascondendo la testo sotto la sabbia di fronte alle diverse sentenze che imponevano il referendum. Il risultato non poteva che essere questo.

PD VCO
Ufficio Stampa

Enti locali: le proposte del PD in un incontro pubblico venerdì 10 febbraio ad Omegna

Confronto con le forze del territorio, amministratori, categorie economich e sociali, sulla proposta di disegno di legge regionale presentato dal gruppo consigliare del Partito Democratico in materia di enti locali. Venerdì 10 febbraio 2012 alle ore 20.45 presso il Forum ad Omegna verranno presentate le proposte di riforma del Partito Democratico piemontese.  Cliccando qui potete leggere la [download id=”92″]
Ad illustrarle sarà Aldo Reschigna Capogruppo Consigliare del PD in regione Piemonte; partecipano Antonella Trapani Segretario provinciale del  PD, Enrico Borghi vicepresidente nazionale ANCI, Maria Adelaide Mellano candidata sindaco di Omegna.

Invitati al funerale della Provincia del VCO.

«Non è stato approvato un ordine del giorno di poco conto martedì scorso in consiglio provinciale eppure mi sembra che il tutto sia

Antonella Trapani

passato sotto silenzio. Ci hanno invitato a celebrare il funerale della Provincia e nessuno se ne è accorto».
Per la segretaria provinciale del Pd Antonella Trapani il documento approvato all’unanimità dal Consiglio Provinciale al Tecnoparco di Fondotoce di fatto solo in apparenza sarebbe nato con l’intento di salvare le Province ma al contrario avrebbe segnato in modo chiaro la fine del Vco.
«Nell’ordine del giorno – continua Trapani – si parla di Province in termini molto generali ma si dice anche che è indispensabile rivederne i confini, le funzioni. L’Upi (Unione province italiane) ha sollecitato i consigli provinciali ad approvarlo ma in realtà ci sono molte Province che hanno preferito aspettare, rimandarlo al mittente o comunque tentare di modificarlo.
Nel Vco non è avvenuto nulla di tutto questo. Non c’è stata alcuna discussione su questo argomento. Forse
ci va bene tornare insieme a Novara? Siamo tutti d’accordo? Potevamo almeno parlarne.
Pensavo sinceramente che fossimo ancora nella fase della difesa della Provincia del Vco e invece mi sembra che l’abbiamo superata e la Lega nord non dice niente, è d’accordo».
Con l’odg approvato martedì il consiglio provinciale del Vco chiede ai parlamentari del territorio di farsi promotori in di iniziative “volte a garantire l’esistenza delle Province intese come strumento di partecipazione democratica dei cittadini nel governo del territorio”; alle organizzazioni sindacali di “mobilitarsi contro l’abolizione o lo svuotamento delle Province, per tutelare le persone che ci lavorano”; alle forze economico-sociali di “mobilitarsi per ristabilire un punto di riferimento istituzionale certo nel territorio, per garantire il rilancio degli investimenti per lo sviluppo locale”; ai cittadini tutti, “agli uomini di cultura, alle associazioni e ai gruppi di volontariato di manifestare il loro amore per il territorio, opponendosi all’abolizione o allo svuotamento delle nostre Province, o alla loro trasformazione in enti nominati dai partiti e non eletti direttamente dal popolo”.
Intervista tratta da Eco Risveglio