Formazione: la regione dimentica i corsi professionali

image In una conferenza stampa tenutasi ieri, i  consiglieri provinciali di opposizione Graziobelli e Scatamacchia hanno denunciato una problematica riguardante i corsi di formazione. Riportiamo il testo del loro intenrevmto.
I sottoscritti vogliono porre all’attenzione dei giornalisti e dei cittadini una problematica riguardante la formazione professionale, che troppo a lungo è rimasta “nascosta”.
Infatti è decisamente un’estate molto calda per chi lavora in questo mondo e che di riflesso riguarda anche centinaia di corsisti. La questione è relativa ai bandi sulla direttiva europea del mercato del lavoro (fondi a gestione regionale, che vengono poi trasferiti alle province), che, con un notevole ritardo ed impaccio regionale, devono ancora uscire, così bloccando di fatto le attività di tutte le agenzie di formazione presenti in tutto il territorio regionale. La grottesca vicenda prende avvio con il brevissimo (ma negativamente intenso) incarico avuto dell’ex Assessore regionale Rosso, il quale si è reso conto troppo tardi della sua incompatibilità con l’incarico di onorevole; pertanto ha scelto di lasciare l’Assessorato nella confusione più totale.
La conseguenza più rilevante è che si sono accumulati ritardi su ritardi. Ora la neo-Assessora (Porchietto) deve correre ai ripari, ma il danno è fatto!
Oltre alle difficoltà legate alla tempistica, che ha conseguenze anche economiche, sicuramente non irrilevanti, vi è il problema dell’offerta formativa. Infatti nella nostra Provincia si è molto discusso di mirare l’offerta in base alle reali esigenze del territorio, cercando di ampliare la formazione proprio in determinati settori dove vi è carenza di professionalità; in pratica si è cercato di rendere più flessibile la gestione dell’offerta formativa dei corsi in base alle necessità locali, con il coinvolgimento delle parti sociali (commisssione tripartita) e delle agenzie formative presenti in Provincia.
Da anni si sta tentando questo percorso al punto che la passata amministrazione provinciale, benchè avesse avuto l’opzione di scgliere tra la possibilità di emanare la direttiva per più anni, aveva optato per una scelta annuale proprio con l’intenzione di non ripetere la programmazione dell’anno precedente. Ma di fatto si sta andando proprio in questa direzione.
Le Province saranno costrette a REITERARE  i bandi dell’anno precedente proprio per non perdere ulteriore tempo (e denaro), precludendo la possibilità di impostare nuovi corsi mirati a migliorare l’offerta formativa del territorio e limitando di fatto la RISPOSTA AI REALI FABBISOGNI FORMATIVI espressi dalle parti sociali  e  il lavoro delle agenzie formative stesse:
alla faccia del federalismo e dell’autonomia tanto decantata dalle attuali maggioranze!  Ancora una volta la formazione professionale viene umiliata e bistrattata da una politica ignara e menefreghista delle conseguenze che ricadono sui cittadini.

I consiglieri provinciali:
Christian Scatamacchia (Rifondazione Comunista)
Liliana Graziobelli Partito Democratico)

Senza parole

image Pubblichiamo i due comunicati stampa sulla questione elezione Paolo Marchioni a Presidente FinPiemonte
Senza parole: due.
La risposta piccata e sopra le righe di Paolo Marchioni (clicca qui per leggerla) lascia intendere che abbiamo colpito nel segno.
Innanzitutto afferma che lui fa tutto e bene. Che è bravissimo a districarsi tra Torino, Roma e la provincia. Insomma è un “superman” della cosa pubblica, un top manager e non capisce perché lo critichiamo.
Permettiamo di continuare a dubitare, a sostenere che fare bene tre incarichi di prima rilevanza è davvero impossibile, che ci vuole tempo e non solo porzioni di esso e, soprattutto, che eticamente siamo per una testa un incarico.
Sulle indennità abbiamo capito che con la nuova carica di FinPiemonte, da questo mese, supererà tranquillamente i 200 mila euro. Il “poverino” si difende affermando che sono lordi, che su quelli deve pagare le tasse. Beh, ci mancherebbe altro!
Ovviamente Marchioni non si pone nessun problema e scarica bile contro altri. (segue)Ad esempio attacca in maniera sconclusionata Aldo Reschigna, “accusato” di ricevere un’indennità alta come consigliere regionale.
Primo: lui ha solo quell’incarico (essendosi dimesso da consigliere comunale di Verbania). Secondo: è stato eletto dai cittadini (lui no, è stato nominato). Terzo, l’indennità è uguale a quella di Marinello e De Magistris leghisti come lui.
Assurdo è un po’ avvilente accostare questa indennità al compenso che riceve da Saia. Per Reschigna è il suo lavoro da oltre vent’anni come per lui fare l’avvocato.
E scambiare il lavoro con un incarico è davvero inammissibile.
Il problema rimane: tre incarichi e 200 mila di euro di indennità.
I cittadini ne traggano le conclusioni.
Senza parole:
La nomina di Paolo Marchioni a Presidente di FinPiemonte lascia a dir poco perplessi.
Non entriamo nel merito delle competenze.
Rimaniamo senza parole perché su un’unica persona ricadono incarichi di enorme responsabilità, sia a livello amministrativo, economico e politico.
Essere nel consiglio d’amministrazione dell’ENI dovrebbe essere già una mansione totalizzante, visto che stiamo parlando della più grande azienda italiana (tra i primi cinque gruppi petroliferi del mondo), ed a questo sommare la carica di Vicepresidente della Provincia del Vco e la nuova carica di Presidente FinPiemonte partecipazione s.p.a. (il principale strumento di azione della Regione Piemonte con oltre 33 società controllate) ci sembra davvero troppo.
Come si fa a ricoprire, e bene, tre incarichi così importanti? Come si fa a districarsi tra consigli d’amministrazione a Torino, a Roma e sedute ed impegni istituzionali della Provincia? Ovviamente non si può. Ogni cittadino sa che questo è impossibile, qualunque giustificazione verrà data.
C’è il rischio innanzitutto di far male o dedicare poco tempo a tutte e tre le cose, come l’esempio dell’assenza di Zacchera all’ultimo consiglio comunale o la cancellazione dell’assemblea dei sindaci sulla sanità (per impegni a Roma) testimonia.
C’è il rischio che il sovrapporsi di competenze limiti la libertà d’azione nei singoli incarichi. C’è la nostra convinzione che in ambito pubblico bisognerebbe evitare il sovrapporsi di incarichi.
Oltre tutto responsabilità ben remunerate dal punto di visto economico.
E’ vero che sia più di 200 mila euro l’anno la cifra percepita da Marchioni?
Se fosse vero ci scapperebbe la battuta “alla faccia di Roma ladrona”.
Non era proprio possibile individuare altre figure?
Nella Lega Nord c’è solo Marchioni che può ricoprire tutti questi incarichi?
Noi pensiamo che altre scelte potessero essere fatte, perseguendo l’idea di una “testa un incarico” (soprattutto di questo livello).

Lilliana Graziobelli

PD VCO
Ufficio stampa

Alla festa di Villadossola appuntamenti con Beppino Englaro e Sergio Chiamparino

image Inizierà giovedì la Festa Nazionale dei Democratici sulla Montagna a Villadossola, area La Lucciola, ed inizierà con due importanti appuntamenti tra giovedì e venerdì. Cliccate qui per scaricare il pdf del depliant della festa.
Giovedi’ 5 agosto alle ore 18 (nello spazio dibattiti) incontro sul tema "Testamento biologico: la liberta’ e la vita". Intervista di Alessandro Garavaldi (diretore Eco Risveglio) e confronto con Beppino Englaro. Modera Moreno Minacci, Presidente assemblea provinciale PD VCO. Un confronto per raccontare, capire, affrontare il tema del testamento biologico con il papà di Eluana.
Venerdì 6, sempre alle 18, invece è la volta di Sergio Chiamparino sindaco di Torino. Intervistato da Maurizio De Paoli, caporedattre di Famiglia Cristiana, si affronteranno i temi dell’attualita’ politica. Modera Lilliana Graziobelli, segretario provinciale PD VCO, interviene Marzio Bartolucci Sindaco di Villadosola.

L’Expo 2015 è ferma al palo. Anche il VCO ne pagherà il prezzo.

image l’Expo, grande esposizione universale, è in se un evento della modernità. Lo è stato fin dalla prima edizione londinese del 1851, toccano l’apice con quelle di Parigi del 1889 – quando fu costruita la Torre Eiffel – e del 1900, che superò i 50 milioni di visitatori e che vide l’inaugurazione della metropolitana.
Milano ospitò l’evento nel 1906 e l’immagine simbolo di quell’esposizione – dedicata ai trasporti – era il traforo del Sempione, completato proprio in quell’anno , rendendo possibile la prima linea ferroviaria diretta tra Milano e Parigi. Quando, nella primavera del 2008, è stata assegnata a Milano l’edizione del 2015 ( battendo la concorrenza di Smirne) l’entusiasmo fu grande. Si apriva una speranza di rilancio la metropoli lombarda e per tutte le aree contigue, tra le quali il VCO. l’Expo ha rappresentato, e rappresenta, una delle più rilevanti fonti d’ispirazione per gli scenari futuri. Ma, a distanza di due anni, come stanno le cose? Leggendo le cronache c’è di che preoccuparsi. Tutto appare fermo, immobile. Il clima di collaborazione tra le istituzioni che aveva consentito di vincere la sfida della “nomination” ? Sfumato tra le polemiche. Con il rischio (serio) di pregiudicare l’immagine di Milano capitale dell’efficienza. Si parlava di cifre iperboliche: venti miliardi di euro di investimenti fra quartiere fieristico e infrastrutture; 70.000 nuovi posti di lavoro; 29 milioni di turisti nei sei mesi dell’esposizione; 44 miliardi di euro in più per il fatturato del mondo imprenditoriale locale e una ricaduta sui territori limitrofi ( il VCO, tra questi).
Tutto bene?In teoria, sì. In pratica, dopo due anni la «macchina Expo» non è ancora partita. è successo che sull’ affare “Expo 2015” è scoppiata una guerra fra i vari potentati locali, e questa guerra è in gran parte la responsabile della paralisi. La colpa di chi è? Chi sono quelli che litigano, rinviano, modificano? Gli amministratori del centrodestra al Comune di Milano e in Regione Lombardia.
Intanto il finanziamento statale è stato ridotto da 4 a 1,4 miliardi di euro, da centellinare in cinque anni. Pare che i terreni dello spazio espositivo non siano ancora stati comperati. Manca ancora, per molti, un vero e proprio progetto: il tema proposto è «Nutrire il pianeta. Energia per la vita». Non pochi, negli ambienti dell’economia e della finanza, nutrono perplessità per la sua genericità: non si capisce bene quale prodotto verrà proposto ai visitatori. l’Expo non avrà introiti fino alla fine del 2014, e i soldi in cassa sono sempre meno. Bene che vada, sarà un’Expo molto ridimensionata. Che dire? Molti anche nel VCO avevano riposto grandi speranze in quest’evento. Resteranno appese ad un chiodo malfermo?. Mi auguro di no.

Marco Travaglini, esecutivo PD VCO