No agli aumenti agli amministratori del Coub: le proposte del PD

image Sul caso i servizi di teleVCO (clicca qui) e di VCO SAT (clicca qui).
Parola d’ordine: contenere i costi della politica.
Così la pensa il coordinamento del Pd del Vco in una conferenza stampa organizzata questa mattina .
Il concetto è già stato espresso a gran voce l’altro giorno ad Ornavasso, nel corso dei lavori dell’assemblea del neonato Coub. l’ente di secondo grado chiamato a gestire le politiche sui rifiuti nel Vco. In quella occasione – i sindaci del centro sinistra – non solo hanno bocciato la decisione di rivedere al rialzo i compensi dei vertici del Consorzio ma, sono riusciti anche a bloccarne ogni decisione.
Nulla di definitivo per la verità. l’assemblea infatti, si è sciolta con la promessa di riportare ad una prossima riunione la partita. Per la cronaca va detto che quest’ultima proposta era stata formulata ribassando i compensi che la legge stabilisce per i cda degli enti consortili: ovvero 24.000 euro annui per il presidente; 18.000 euro annui per il vice; 14.400 per i 3 consiglieri e 30 euro il gettone di presenza per i componenti l’assemblea.
Comunque troppo per il Pd che formula invece una proposta alternativa per una spesa complessiva di circa 25mila euro. “Speriamo la nostra proposta possa essere accolta.
Crediamo che un compenso mensile lordo di 1000 Euro per il presidente, 500 per il suo vice e 200 per i componenti il Cda possano bastare” rimarca la coordinatrice del Democratici del Vco, Liliana Graziobelli. Il Pd giura che farà del contenimento dei costi della politica un cavallo di battaglia – politica s’intende – e ad esempio porta quello dell’amministrazione di Villadossola “da noi un assessore ha completamente rinunciato al compenso. Gli altri, me compreso abbiamo ridotto del 20% le spese. Era una promessa fatta in campagna elettorale” ha sottolineato il sindaco Marzio Bartolucci.
(dal sito di TeleVCO)

Prima promessa non mantenuta: niente assessore per il Vco.

image l’avevano detto più volte in campagna elettorale. 
Lo hanno dichiarato i vari esponenti locali del centro destra, il neo consigliere Valerio Cattaneo in testa, l’aveva assicurato anche il neo eletto presidente Cota.
Il VCO avrà un assessore nella nuova giunta.
Così non è stato – e sarà contento Luigi Songa – : nella giunta presentata poche ore fa dal presidente Cota nessuno del Vco è presente.
Il centro destra ancora una volta dimostra la distanza siderale tra quanto afferma e promette in campagna elettorale e quanto poi fa concretamente.
Una presenza in giunta sarebbe stata importante anche per la situazione di profonda crisi economica che vive il nostro territorio.
E non basta certo la carica di presidente del consiglio a mitigare questa mancata entrata del Vco in giunta regionale.
Dopo pochi giorni il centro destra non mantiene una promessa fatta ai cittadini del VCO.
Coordinamento provinciale PD VCO
 

LAVORO: IL GOVERNO SCONGIURI LA DELOCALIZZAZIONE DELLA BIALETTI

image Ricordando la manifestazione dei lavoratori della Bialetti giovedì 15 aprile delle 16.30 davati allo stabilimento di Crusinallo, riportiamo una dichiarazione di Cesare Damiano, responsabile nazionale del Pd sui temi del lavoro.
"Dopo l’annuncio della decisione della Bialetti di chiudere lo storico stabilimento di Omegna per spostare la produzione delle caffettiere in Cina, il Pd ha presentato un’interrogazione al governo."
Lo dichiara il deputato democratico Cesare Damiano, primo firmatario dell’atto parlamentare sottoscritto anche da tutti gli altri componenti della commissione Lavoro alla Camera.
"Con la delocalizzazione della Bialetti, azienda simbolo dell’industria italiana e del made in Italy saranno messi in mobilita’ piu’ di un centinaio di dipendenti nel giro di pochissimi giorni.
Questa chiusura andra’ ad aggravare la gia’ pesantissima situazione occupazionale della provincia di Verbano Cusio Ossola in cui si profila nei prossimi mesi la chiusura di altre quattro aziende. Sacconi e Scajola – conclude il deputato – devono spiegare cosa intendono fare per scongiurare quest’ennesima fuga delle aziende italiane dal territorio e per tutelare la sicurezza lavorativa dei tanti dipendenti coinvolti".

Nomine Cob Vco: fermati gli aumenti di indennità agli amministratori, voluti dalla Lega e dal PDL

image Sul tema l’intervista di Graziobelli a VCO Sat (clicca qui).
l’assemblea dei sindaci del VCO ha eletto ieri, Giuseppe Monti, nuovo presidente del COB unico per il VCO per la programmazione della gestione dei rifiuti; ente unico che ha unificato i due precedenti consorzi.
Insieme a Monti il nuovo consiglio di amministrazione sarà composto da Maurizio Oldrini, Virgilio Varnelli, Giovanni Rubini e da Michele Ricci.
Fin qui nulla di strano: il centro destra ha vinto le elezioni e sceglie i vertici di questo nuovo ente.
Peccato però che, in barba alla crisi economica e rimangiandosi le parole di una politica attenta al controllo dei costi, gli amministratori della Lega Nord e del PDL hanno proposto di aumentare (e di molto) i compensi agli amministratori del nuovo ente.
24 mila euro al Presidente, 18 mila al vice, 14.440 agli altri consiglieri del Cda e l’aggiunta di un gettone a tutti i partecipanti alle assemblee, per un totale dei costi ben superiore alla somma dei due precedenti consorzi.
”Costi che pagheranno i cittadini in bolletta – afferma il segretario provinciale del PD Lilliana Graziobelli -. Un consorzio nato per rendere più semplice la gestione dei rifiuti e per risparmiare, con le proposte del centro destra e della Lega Nord, vede aumentare i costi e non diminuirli. A bloccare questa scelta, per fortuna, ieri sono intervenuti gli amministratori vicini al Partito Democratico e al centro sinistra che, in assemblea, si sono fatti sentire e hanno ribadito la loro forte contrarietà a queste proposte.”
Il centro destra ha così dovuto ritirare questo punto all’ordine del giorno, per formulare una nuova proposta alla prossima assemblea.
“Vigileremo – continua Graziobelli – come Partito Democratico che non facciano i furbi e che le indennità siano consone al ruolo di questo Cda e non superino la somma di quelli precedenti.
Bisogna rispettare un sentire comune dei cittadini che, in questo periodo di forte crisi economica, chiedono alle forze politiche e agli amministratori più sobrietà.”
Rimane da sottolineare come le parole e gli slogan di cambiamento della politica della Lega Nord risuonino, dopo queste scelte, ancora una volta vuote ed una presa in giro dei suoi elettori.

PD
Ufficio Stampa

La crisi ed il ruolo dei politici…

image Pubblichiamo la lettera inviata da Enrico Borghi al direttore di AzzurraTV Maurizio Depaoli.
Caro Direttore, ho ascoltato il tuo editoriale di sabato dedicato all’ultima candelina della Bialetti, e più in generale alla crisi industriale del nostro territorio posta in relazione con il cosiddetto “peso politico” del VCO. Vorrei provare, essendo stato chiamato giustamente in causa, ad indicare almeno quattro strade sulle quali a mio giudizio il settore pubblico può intervenire con tempi relativamente brevi per cercare di dare una risposta di carattere occupazionale al nostro territorio. Con una premessa. Sono convinto che la crisi che sta attraversando il VCO sia l’apice di una “maturazione” di attività manifatturiere, non sostituite da un’imprenditoria dinamica e innovativa pronta a rimpiazzare il capitalismo familiare ormai defunto e anzi in qualche caso (vedi Bialetti, SitCupro, Acetati, temo presto Tessenderlo) pronta a sganciarsi dal territorio quando ha ultimato le sue finalità sostanzialmente speculative. Questo assegna al settore pubblico un ruolo diverso rispetto al passato. Il “pubblico” nel VCO deve attribuirsi due compiti: da un lato intervenire direttamente sulla domanda aggregata, con operazioni di tipo keynesiano, per attivare politiche industriali nei settori di competenza al fine soprattutto di tenere alti i livelli occupazionali. Dall’altro creare le condizioni per le quali le imprese innovative e realmente interessate al nostro territorio investano, senza briglie burocratiche e con un contesto sociale di sostegno e di incentivo. Sul primo versante, credo che stia nella responsabilità delle amministrazioni pubbliche innescare in tempi rapidi due filoni che potrebbero dare ricadute positive sotto il profilo dell’occupazione.

1 – una politica industriale per il ciclo idrico Il Parlamento ha recentemente abolito gli ATO acqua e rifiuti, rimandando alle Regioni il compito di ridefinire il governo del sistema entro un anno. Proposta: perché non fare un’ATO asciuttissima e senza costi, composta dalle tre nuove comunità montane e dal Comune di Verbania, che assegni direttamente ad una nuova società interamente pubblica frutto della fusione tra Idrablu, Acque Nord e Comuni Riuniti la gestione integrata del ciclo idrico del VCO? La nuova società potrebbe utilizzare i dispositivi della legge sugli appalti attivando la procedura negoziata con imprese locali, per attivare lavori pubblici nel campo degli acquedotti e delle fognature di cui i nostri comuni hanno bisogno come il pane. Il tutto preceduto da un “patto” tra imprese, sindacati e istituzioni col quale le imprese beneficiarie si impegnerebbero ad utilizzare in questo settore maestranze – adeguatamente formate- espulse dalle aziende industriali in fase di chiusura. Si attiverebbe così una politica industriale utilizzando una risorsa naturale come l’acqua con concrete ricadute locali. Sarebbe un’occasione di maturità per la classe politica della zona di mettere al bando populismi e tatticismi su questo tema, e rispondere a tre problemi oggettivi: la carenza di infrastrutture, il lavoro per le imprese della zona e un possibile assorbimento di manodopera espulsa dai cicli produttivi.

2 – la bonifica area ex Enichem Sono ormai quattordici anni che parliamo della bonifica dell’area attorno allo stabilimento chimico di Pieve Vergonte. Proposta: avvalendoci anche della presenza del board Eni del vicepresidente della Provincia, “staniamo” finalmente Ministero e Syndial, e costruiamo poi capitolati speciali d’appalto in modo tale che sia possibile coinvolgere nella grande operazione di bonifica imprese locali e assorbire manodopera locale, senza ricorrere al concetto di “general contractor” che strozza sul filo del subappalto i piccoli artigiani locali e attua una concorrenza sul costo spesso a scapito della qualità, facendo arrivare in zona oltre tutto aziende esterne che spesso di regolare hanno solo il certificato! Sul secondo versante, quello degli incentivi alla produzione locale, sono convinto di possa lavorare anche qui rapidamente su due livelli:

1 – un’Azienda Energetica delle Valli Lepontine Barack Obama ha detto che i problemi fondamentali dell’Occidente oggi sono tre: il terrorismo, l’incremento demografico e le fonti energetiche. Sappiamo tutti qual è stato il ciclo dell’energia idroelettrica nel VCO. E sappiamo che le nostre acque saranno preziose perché oggi serve energia in quantità crescente, facilmente disponibile, a basso costo e ambientalmente sostenibile. Oggi sul tappeto ci sono i rinnovi di alcune concessioni idroelettriche, e altre arriveranno in futuro. Proposta: perché non rifondare su basi nuove il rapporto tra i produttori idroelettrici e il territorio, facendo decollare una “Azienda Energetica delle Valli Lepontine” o una “VCO energia” pubblico-privata, partecipata dalle banche locali, dalla Regione e dagli enti locali, che si inserisca in un più vasto progetto industriale di dimensione nazionale e internazionale? Non fermiamoci alle dimensioni: nella piccola valle svizzera di Poschiavo è stata fondata una società, la Rezia Energia, che oggi vende e distribuisce energia in mezza Europa, Italia compresa. A Olten, piccolo paese elvetico, ha sede la Atel, che in cento anni di vita è riuscita a diventare un piccolo colosso mondiale dell’energia. I nostri imprenditori soffrono perché pagano l’energia mediamente il 30 per cento in più di altre realtà europee. Mettiamo ad un tavolo le istituzioni, gli industriali che credono al territorio e le banche della zona e buttiamo il cuore oltre l’ostacolo. Iniziando, magari, dalla costituzione di un consorzio di acquisto energetico per spuntare condizioni di fornitura più vantaggiose rispetto ai concorrenti e far cogliere alle aziende del VCO i vantaggi derivanti dalla liberalizzazione del settore elettrico.

2 – una sinergia Polo dell’Innovazione/Enti Locali Il Polo dell’Innovazione presso il Tecnoparco del Lago Maggiore sta iniziando a dare risposte. Ci sono importanti adesioni, e altre se ne annunciano. Dobbiamo fare in modo, però, che quando le imprese avranno studiato i prototipi essi arrivino subito sul mercato. In almeno due settori (quello del mini-idroelettrico e dell’auto elettrica) essi potrebbero farlo se nei propri capitolati le amministrazioni pubbliche inserissero tali tecnologie. Proposta: facciamo un patto tra produttori e pubbliche amministrazioni, sotto la regia del Polo dell’Innovazione, per conseguire questo obiettivo? Sono temi complessi e che meriterebbero maggiori approfondimenti, che spero possano essere fatti anche attraverso un dibattito pubblico. Per conseguirli abbiamo bisogno di un confronto politico, istituzionale e sindacale di alto profilo, liberandoci di piccole furbizie e di tatticismi. Su questi temi è in gioco l’esistenza del Verbano Cusio Ossola come soggettività politicoeconomica, e se saremo davvero classe dirigente all’altezza l’autonomia ce la conquisteremo sul campo. Altrimenti ci aspetta un futuro da colonia. Politica ed economica. Motivo in più per impegnarsi, ciascuno secondo le proprie responsabilità, per evitare che ciò accada.
Enrico Borghi presidente Uncem