Un direttore generale a Mergozzo: inutile e costoso!

image Riportiamo l’articolato intervento del coordinatore del circolo PD di Mergozzo Lorenzo Maffioli (e consigliere comunale) che contesta a nome del PD la scelta della maggioranza consigliare e del Sindaco Piralla di nominare, a sei mesi dalle elezioni, un direttore generale per il comune di Mergozzo.
"A cosa serve un direttore generale per un comune di 2000 abitanti? Non c’è nemmeno a Verbania o a Domodossola. In più ci costerà oltre 20.000 mila euro all’anno per una presenza di poche ore visto che il direttore generale lavorerà al 75% per il comune di Arona e il restante 25% nel nostro comune. È una scelta sbagliata: mi chiedo a cosa serva l’aumento delle tasse ai cittadini, fatto con l’irpef, se poi si spendono i soldi in questa maniera".
Di seguito il testo integrale dell’intervento in consiglio comunale di Maffioli La figura del direttore generale all’interno dell’Ente locale è istituzionalmente prevista dall’art.108 del Testo Unico degli Enti Locali. Trattasi di una nomina facoltativa prevista esclusivamente per i Comuni con popolazione superiore a 15.000 abitanti. Il direttore generale viene nominato dal Sindaco, previa deliberazione della Giunta, ed è ad esso legato da rapporto fiduciario tanto che la norma chiaramente prevede che la durata del suo incarico non può eccedere quella del mandato del Sindaco stesso. Le competenze principali attribuite a tale figura, per certi versi analoga a quella del city manager, è di provvedere all’attuazione degli indirizzi e degli obiettivi stabiliti dagli organi di governo dell’Ente, secondo le direttive impartite dal Sindaco, sovrintendere alla gestione dell’Ente perseguendo livelli ottimali di efficacia ed efficienza.
La ratio che il legislatore ha voluto perseguire introducendo nell’ordinamento degli Enti locali tale figura manageriale, è chiaramente avvertibile, oltre che dal carattere facoltativo, anche dalla soglia minima di abitanti prevista, 15.000, per poter nominare il direttore generale. Si è pertanto voluto dare la possibilità ai Sindaci degli enti locali di maggiori dimensioni e quindi, proporzionalmente, caratterizzati da maggiore complessità organizzativa e da problematiche più impegnative, di farsi affiancare da figure professionali caratterizzate da elevate competenze manageriali, evidentemente non presenti nella pianta organica dell’Ente, per la gestione della complessa macchina amministrativa per il tempo del mandato. Nel contempo si sono voluti escludere da tale possibilità gli enti medio-piccoli per una serie di ragioni facilmente comprensibili legati alla loro minore complessità dell’apparato amministrativo e delle relative problematicità, oltre, e forse soprattutto, al gravame che tale figura comporta per le casse comunali, come i numeri propostici nell’occasione di cui stiamo dibattendo ben dimostrano (oltre 90.000 euro). Si è pertanto voluto impedire il proliferare, nei piccoli Comuni, che sappiamo essere la maggioranza delle realtà italiane, di incarichi fiduciari che, oltre ad avere forti rilevanze sui bilanci comunali, proprio per il carattere meramente fiduciario, avrebbero potuto generare situazioni poco trasparenti, con lauti incarichi attribuiti più per amicizie e convenienze varie senza alcun beneficio per l’ente pubblico.
Con lungimiranza il legislatore ha previsto una possibilità di deroga alla soglia minima dei 15.000 abitanti, prevedendo la possibilità di nomina del direttore generale nel caso di stipula di convenzione tra comuni le cui popolazioni assommate raggiungano i 15.000 abitanti. Sembrerebbe il caso proposto all’esame di questa Assemblea, tuttavia un’attenta lettura del dettato normativo dovrebbe farci riflettere in quanto è espressamente stabilito dalla legge che “… In tal caso il direttore generale dovrà provvedere anche alla gestione coordinata o unitaria dei servizi tra i comuni interessati”. La lettura complessiva del comma che qui ci interessa sembrerebbe consentire la nomina di un direttore generale, tramite convenzione tra più comuni, nel caso in cui tra di essi fossero in essere forme associative di gestione di particolari servizi secondo le forme ed i criteri previsti dallo stesso Testo Unico: Convenzione, Consorzio, Unione. In tale accezione si capisce perché il legislatore ha concesso la possibilità di nomina del direttore anche a comuni di piccole dimensioni in quanto questi, affidando in forma associata tra loro la gestione di uno o più servizi, potrebbero, proprio per le loro ridotte dimensioni, essere sprovvisti all’interno delle loro singole piante organiche di figure professionalmente qualificate per tali gestioni sovra comunali e quindi, solo in tale evenienza, potrebbe concretizzarsi l’ipotesi di nomina del direttore generale in convenzione tra di loro al fine di garantire a tale associazionismo il rispetto dei criteri di efficienza, efficacia e, non dimentichiamolo, economicità del servizio.
Ora non risulta che tra il Comune di Arona e quello di Mergozzo siano in essere, ovvero siano ipotizzabili per il futuro, forme di gestione coordinata o unitaria di servizi, il che non sorprende trattandosi di due Enti appartenenti a Province diverse, con problematiche sicuramente diverse, distanti peraltro anche dal punto di vista chilometrico oltre che retti da giunte di orientamento politico apparentemente poco omogeneo. Tutto questo fa sorgere apparenti dubbi di legittimità circa l’assunzione di un atto che appare esclusivamente un sotterfugio per consentire al Comune di Arona, che non raggiunge la popolazione necessaria, di dotarsi del tanto agognato direttore generale. Non si capirebbe altrimenti per quale motivo il Comune di Mergozzo, che ribadiamo con Arona non ha mai avuto a che fare, sia stato individuato da Arona, dopo “un’ampia indagine sul territorio” quale “ente funzionalmente più consono alla stipula della convenzione”, formule di rito in perfetto stile “burocratichese” ma che nulla hanno a che fare con quei principi di trasparenza e di motivazione degli atti che devono caratterizzare la gestione amministrativa e che, al contrario, danno adito non solo a dubbi di legittimità ma anche sospetti in merito alla moralità di un modo di far politica che questo gruppo consiliare non condivide assolutamente.
Un altro aspetto ci appare alquanto discutibile ed è legato alla durata della convenzione. Come precedentemente si è avuto modo di dire, la figura del direttore generale si basa su uno stretto rapporto fiduciario con il Sindaco tanto che la durata dell’incarico non può eccedere quella del mandato del Sindaco. Ora la bozza di convenzione riporta una durata sino all’anno 2010 e più precisamente il 120° giorno successivo all’elezione del Sindaco del Comune capofila. Peccato che per il Comune di Mergozzo si prospettano per la prossima primavera le elezioni amministrative; ora nelle beneaugurata ipotesi di cambio di amministrazione, il nuovo Sindaco si troverebbe ad avere alle proprie dipendenze, ovvero a carico delle casse comunali, un direttore generale non scelto da lui, venendo meno pertanto quel rapporto fiduciario che sta alla base del sistema. Esiste, è vero, la possibilità di recedere dalla convenzione ma i tempi previsti “decorrenza dal 1° gennaio dell’anno successivo con preavviso di almeno mesi sei da comunicarsi a mezzo raccomandata A.R. agli altri comuni”, fanno apparire chiaro che, nella migliore delle ipotesi, per l’intero anno 2009 il Comune di Mergozzo avrà a busta paga questo “indispensabile” direttore generale e che i Mergozzesi tutti dovranno contribuirvi per oltre 20.000,00 euro.
Tanto varrebbe allora, e qui formalmente lo proponiamo a Questa Assemblea, modificare il testo convenzionale da sottoporre a votazione inserendo all’art.3. la seguente dicitura “la convenzione, per ognuno dei Comuni associati, avrà scadenza il 60° giorno successivo all’elezione dei nuovi Sindaci, fatto salva la possibilità di rinnovo prevista dal successivo articolo 4”. In questo modo si salvaguarderebbe il principio del rapporto fiduciario sindaco-direttore generale nonché la possibilità di recedere, in tempi brevi, qualora la nuova amministrazione non volesse più usufruire del servizio di direzione generale senza dovercene invece accollare l’onere, nella migliore delle ipotesi, per tutto il 2009. Ribadiamo comunque la contrarietà di questo gruppo consigliare alla proposta nel suo complesso ma riteniamo perlomeno che questa piccola modifica al testo propostoci possa meglio garantire gli interessi di questo Comune.
Ma allora qual è il senso di un operazione di questo tipo a pochi mesi ormai dalla scadenza naturale della legislatura. Avrebbe potuto avere un senso, condivisibile o meno, ad inizio mandato, ma ora. Pochi mesi fa abbiano assistito ad un aumento dell’addizionale comunale di oltre 60.000 euro, soldi nostri dei mergozzesi tutti, cui la minoranza tutta si è opposta. A giustificazione di ciò qualche consigliere di maggioranza allora aveva definito tale manovra come un necessario sacrificio chiesto ai mergozzesi per consentire la realizzazione del nuovo plesso scolastico, ora improvvisamente scopriamo che oltre 20.000 euro all’anno andranno impegnati per pagare il direttore generale. E non veniteci a parlare di risparmi, di minore spesa nella gestione della segreteria da investire nella direzione generale anche perché se si possono raggiungere risparmi sulla spesa corrente non ne vediamo la necessità di vanificarli immediatamente. E si perché va aggiunto che la figura del direttore generale non può sostituire quella del segretario comunale, prevista per legge. Pertanto ci troveremo con un segretario, che tanto o poco andrà retribuito, ed un direttore sulla cui retribuzione si è detto, tra l’altro bisognerà trovare anche un segretario disponibile ad avere la “balia” del direttore generale con tutte le competenze ad esso attribuite da questa convenzione.
In un contesto storico in cui tra crisi finanziarie, ipotesi di federalismo fiscale, tagli dei trasferimenti dello stato, diminuzione del gettito ICI, ipotesi di blocco del turn-over, le pubbliche amministrazioni faticano a garantire le stabilità dei bilanci, in cui l’indirizzo politico è chiaramente orientato ad un contenimento della spesa corrente, il Comune di Mergozzo, i cui bilanci non ci sembrano poi così floridi, ha la brillante idea di istituire il direttore generale. Non c’è che dire: Geniale! . Ma vi siete mai chiesti come mai, per restare nel solo nostro ambito territoriale, il Comune di Verbania, Città Capoluogo, Domodossola od Omega, i maggiori Comuni del V.C.O., pur disponendo i paramentri di popolazione necessari, non hanno istituito la figura del direttore generale, perché il Comune di Arona non ha avanzato tale proposta di convenzione con realtà territoriali contermini, alcune delle quali anche di particolare rilevanza (Borgomanero, Castelletto, Borgoticino, Meina solo per fare qualche esempio). Perché allora proprio Mergozzo, così diverso e così distante: a proposito al direttore generale non ci toccherà mica pagare anche le spese di trasferimento Arona – Mergozzo, ci raccomandiamo di non fare mancare niente al “povero” direttore generale. Ma è possibile che pensiamo di essere proprio così furbi?
l’ipotesi più plausibile cui l’amministrazione potrebbe aggrapparsi per giustificare tale scelta è legata alla supposta necessità di dover supplire, con una figura di alto profilo professionale ed acquisita esperienza, ad una carenza di professionalità riscontrata e non acquisibile all’interno della pianta organica dell’Ente o con altre forme di collaborazione.
Va rilevato però che nell’organizzazione interna dell’Ente esistono le figure dei responsabili del servizio che, nel caso concreto di Mergozzo, in forza di legge, corrispondono al Sindaco ed agli Assessori, ovvero l’organo politico coincide con quello gestionale. Ora il termine responsabile del servizio indica quella figura incaricata di sovrintendere ed organizzare le aree di competenza garantendo il buon andamento degli uffici e dei servizi e la realizzazione dell’indirizzo politico, ovvero del programma elettorale. Non vorremmo che accortisi dell’incapacità di gestire gli incarichi assunti, finalmente dopo solo 4 anni e mezzo di amministrazione, i responsabili dei servizi, ovvero la Giunta, peraltro recentemente pesantemente rimaneggiata, abbia voluto garantire, almeno per quel poco che manca alla fine del mandato, un minimo di capacità gestionale per cercare di colmare quel vuoto di progettualità, idee, organizzazione che è drammaticamente sotto lo sguardo di tutti, a meno di non volerci fermare alla superficialità delle cose, alle numerose manifestazioni, giochi pirotecnici, eventi promozionali, cene e cenette varie che, tra l’altro, dati di bilancio alla mano, hanno comportato una maggiore spesa, rispetto alle previsioni, di oltre 32.000 euro. Ma forse, e questa è la nostra opinione, amministrare ed amministrare bene è sicuramente qualcosa d’altro è non fermarsi all’apparenza delle cose, alle bandiere o bandierine che fanno bella mostra di sé ma che, se accostate a quanto promesso e non realizzato, mettono veramente tanta tristezza. E allora, visti i pessimi risultati sin qui ottenuti da questi brillanti amministratori, affidiamoci alle mani esperte del direttore generale, forse gli riuscirà il miracolo, nel caso contrario garantiremo, magari ad un amico, un buon posto di lavoro per un anno, contribuendo, in un periodo difficile, alla crescita del tasso di occupazione. Complimenti !
C’è poi un ultimo punto su cui, al di là delle schermaglie politiche, invitiamo tutti i consiglieri comunali a riflettere profondamente e che attiene alla moralità della politica. Sono giunte insistenti voci da Arona, voci confermate anche dagli organi di informazioni (TV locali, stampa), circa l’individuazione della figura del direttore generale, come se le procedure di nomina, previste dall’art.8 della convenzione su cui testé ci esprimeremo (“idonea pubblicizzazione con obbligatoria acquisizione agli atti dei curriculum dei candidati”), fossero date per espletate ed i giochi ormai fatti, il nome lo conosciamo ormai tutti inutile nasconderlo. Non esprimiamo giudizi sulla professionalità della persona, ma forti dubbi non tanto sulla legittimità quanto sull’opportunità dell’intera operazione così come si va prospettando e su cui vorremmo che rifletteste senza vincoli di appartenenza a schieramenti diversi. Non vorremmo essere, noi poveri consiglieri della piccola Mergozzo, delle semplici pedine inserite in un gioco torbido che si disputa esclusivamente sulla piazza di Arona: l’assessore a bilancio e personale del Comune di Arona che diventa, col nostro indispensabile contributo, direttore generale assumendone oneri ed onori, vedi alla voce stipendio, tanto che da esponenti dell’opposizione aronese la vicenda è stata dipinta come “una macchina per dare degli stipendi che incidono sulle tasche dei cittadini”. Si potrebbe obiettare che sono problemi di Arona tuttavia pensiamo che per chi fa politica come noi, e ci rivolgiamo a tutti i consiglieri comunali presenti, senza trarne alcun beneficio ma svolgendo il proprio compito con orgoglio, sacrificio ed onestà, nell’interesse esclusivo della comunità che rappresentiamo, di fronte a vicende poco chiare e dagli aspetti discutibili non possa rimanere indifferente o votare per ordine di scuderia magari “turandosi” per così dire il naso.
Questo gruppo consigliare invita pertanto ognuno dei presenti ad assumersi la responsabilità di votare questo provvedimento individualmente e secondo coscienza, puntualizzando che, al di là del nostro voto chiaramente contrario per le motivazioni sopra espresse, il nostro impegno proseguirà affinché, nella malaugurata ipotesi di adozione della presente convenzione, il direttore generale rappresenti per Mergozzo una parentesi quanto più breve e meno onerosa possibile per noi tutti mergozzesi, definiamolo un precario di breve periodo, riproponendo in primo piano quella buona politica e capacità amministrativa che non ha bisogno di direttori generali super pagati dai cittadini.

Ordine del giorno del PD sui tagli alla Scuola

image Pubblichiamo l’ordine del giorno che il Partito Democratico del VCO sta presentando in molti consigli comunali della nostra provincia per dire no ad una riforma della scuola che non sia condivisa,ma imposta senza nessuna discussione, e soprattutto per dire no ai tagli indiscrimanati alle scuole di montagna.
L’ordine del giorno è già stato presentato in consiglio provinciale, al comune di Verbania, di Domodossola, di Villadossola, ad Omegna, Gravellona Toce, Crevoladossola e casale Corte Cerro. Nei giorni prossimi sarà presentato anche in molti altri comuni.
Ordine del Giorno
Al Signor Presidente del Consiglio Comunale di
Il Consiglio Comunale della citta di _____________ Considerato che
Il piano presentato dal Ministro Gelmini non può essere presentato come una Riforma in quanto non ha come presupposto quello di contribuire a risolvere i problemi ma è semplicemente l’attuazione dell’articolo 64 della legge
133/08 (legge finanziaria).Esso, infatti, prevede quasi esclusivamente azioni che vanno nella direzione di un considerevole taglio delle (poche) risorse di cui la scuola dispone.
Preoccupato per
• la considerevole riduzione dell’orario di lezione nelle scuole dell’infanzia e nella scuola primaria, che non prevederà più, in pratica, il tempo prolungato, togliendo, in primo luogo, ai nostri ragazzi opportunità formative e mettendo in difficoltà le famiglie che saranno di fatto obbligate a una spesa ulteriore per coprire l’eliminazione del tempo pieno;
• un provvedimento sulla scuola primaria che va ad incidere pesantemente e negativamente sulla scuola primaria considerata un fiore all’occhiello del nostro paese e considerate tra le migliori in Europa;
• la banalizzazione di fenomeni pericolosi quali il “bullismo”. Il Ministro liquida una preoccupante emergenza in modo estremamente superficiale con la reintroduzione del voto di condotta, come se fosse sufficiente per arginare il
problema;
• l’impoverimento della formazione negli istituti tecnici e professionale dovuta ad una riduzione di orario e al taglio dell’attività pratica e dei laboratori;
• l’accorpamento degli istituti scolastici che, tra l’altro prevederà l’eliminazione di tutte le scuole con un numero di studenti non superiore a 50 (e quindi della quasi totalità delle scuole di montagna); nella nostra Provincia, se non saranno previste deroghe per le zone di montagna e disagiate (nel Verbano Cusio Ossola i comuni con scuole di montagna sono 59 su 77), dovrà prevedere nel piano di dimensionamento scolastico la chiusura di 82 sedi su 179 (46,3%) di erogazione del servizio (plessi o sezioni staccate) poichè con un numero di allievi inferiore ai 50, e dovrà anche prevedere l’aggregazione di due istituti superiori (il “Pacle” e il “Dalla Chiesa” di Omegna) poiché sotto la
soglia dei 300 alunni.
• l’innalzamento del coefficiente di studenti per classe superando quello attuale (già eccessivo) di trenta studenti;
• il taglio degli insegnanti di sostegno. Ancora una volta si penalizzano ulteriormente studenti e famiglie in situazione di difficoltà impedendone, di fatto, l’integrazione con il resto della classe e determinando l’aumento di insuccessi scolastici.
Dichiara
ferma contrarietà nei confronti di un provvedimento fatto passare come riforma ma che riforma non è.
Un paese che si dice evoluto non può considerare la scuola come un istituzione in cui effettuare esclusivamente tagli
di risorse. La scuola è una fonte di ricchezza, opportunità, sapere. Deve essere contributo alla crescita delle nuove generazioni che sono il nostro futuro e quindi essere difesa.
Chiede
che il Ministro dell’Istruzione apra, per il bene delle nuove generazioni, un profondo dibattito su come riformare la scuola italiana, coinvolgendo in esso gli attori principali del sistema quali famiglie, studenti e insegnanti. Una vera riforma che non parta da come e dove tagliare risorse, ma da come migliorare una istituzione che, soprattutto a livelli superiori, ci vede agli ultimi posti fra i paesi più industrializzati.
Auspica
che i parlamentari piemontesi facciano proprie le preoccupazioni del Consiglio, comportandosi coerentemente nelle aule parlamentari.

Non succede solo negli stadi. Ma anche nel Vco.

Non succede solo negli stadi. Non succede solo in Bulgaria. Ma anche nel Vco.
"Una vergogna quei cori. Bisognerebbe chiedere scusa alla Bulgaria. Se fossi stato lì mi sarei vergognato. Non c’è nessuna giustificazione storico-politica per questa gente” (dichiarazioni del ministro della Difesa, Ignazio La Russa).
”Non ci si può comportare così né dentro né fuori gli stadi” (Roberto Maroni, ministro degli Interni).
Sono le parole sui fatti successi sabato sera in Bulgaria durante la partita della nazionale Italiana. Parole che ci vedono pienamente concordi.
Ma quello che succede negli stadi non è così lontano.
Sabato 18 ottobre a Mergozzo, organizzato da casa Pound VCO, si profila un concerto dove a farla da padrona sarà, come sempre in questi casi, tutto l’armamentario legato all’esaltazione di valori che si rifanno al fascismo e al nazismo.
Basta guardare i siti che annunciano l’avvenimento, i forum di discussione, il blog della band in questione per capire quali sono i messaggi che vengono propinati: ovvero la solita accozzaglia di revisionismo e l’idea che il fascismo e il nazismo furono una cosa positiva.
D’altronde da una band musicale che incide per un’etichetta che si chiama "la musica dei vecchi uomini BIANCHI" che cosa ci si può aspettare? Concerti e iniziative varie che servono, come per le curve allo stadio, ad organizzare presenze per dare spazio, tra braccia tese, croci celtiche e svastiche, ad estremisti che arriveranno da molte parti d’Italia. Non si tratta solo della presenza casuale di frange o di gruppuscoli, ma dal calcio alla musica questo è lo specchio, in maniera lampante, di dinamiche preoccupanti in atto nella nostra società.
Ci troviamo di fronte ad un fenomeno davanti al quale non si può fare finta di nulla, e sul quale sono necessari interventi decisi.
Qui non ci si può appellare alla libertà d’espressione, ma è necessario evitare che gruppi organizzati sfruttino queste occasioni per dar sfogo alla violenza politica e xenofoba che anima i loro atti.
Ricordiamo che l’apologia del fascismo è un reato previsto dalla legge 20 giugno 1952, anche detta "legge Scelba", che all’art. 4 sancisce il reato commesso da chiunque "pubblicamente esalta esponenti, principi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche".
Se da una parte ci auguriamo che le autorità preposte vigilino e impediscano qualsiasi violazione di questa legge, dall’altro invitiamo tutte le forze democratiche a non sottovalutare questi avvenimenti e a far sentire la propria voce.
Non è una polemica tra destra e sinistra.
Si tratta invece di unire tutte le forze democratiche per respingere chi pensa che quel passato, fatto di regimi totalitari e campi di sterminio, possa essere un esempio per i giovani del futuro.
ufficio stampa PD VCO

Verbania: 4° capoluogo in Italia nel Dossier Ecosistema Urbano


Lunedì 13 Ottobre 2008 a Belluno Legambiente e Sole 24 Ore presentano il Dossier 2009 di Ecosistema Urbano, che contiene gli indicatori di efficienza relativi alle caratteristiche ambientali dei 104 Capoluoghi di Provincia italiani.

Verbania migliora in maniera molto significativa le posizioni dello scorso anno, passando dal 16° al 4° posto a livello nazionale e diventa il Capoluogo ambientalmente più virtuoso dell’Italia del nord-ovest.

La nostra città spicca nelle classifiche della raccolta differenziata (1° posto), delle isole pedonali (2° posto), della sostenibilità ambientale delle imprese (2° posto), nell’estensione di piste ciclabili (4° posto), delle zone a traffico limitato (6° posto), della qualità dell’aria (3° posto).Questo risultato, che si aggiunge a quelli recentemente ottenuti in rilevazioni a carattere nazionale (percezione della sicurezza, basso livello di imposizione fiscale, primato da raccolta rifiuti, trasporti pubblici gratuiti, livello di qualità dei servizi comunali), conferma la qualità del lavoro amministrativo realizzato dal 2004 ad oggi in tutti i settori della vita cittadina, con particolare riferimento alle tematiche ambientali, della vivibilità urbana e della mobilità sostenibile.
Scarica il dossier integrale di Ecosostenibilità Urbana 2009.

Il governo vuole chiudere 816 suole in Piemonte. Quasi tutte di montagna

image Il governo ha deciso di tagliare 816 scuole in Piemonte. È una delle sorprese contenute nel decreto legge 154 emanato dal governo Berlusconi il 7 ottobre, legato alla "riforma" della scuola del ministro Gelmini: la denuncia è della presidente della Regione Piemonte, Mercedes Bresso, che sottolinea come questo sarebbe il risultato del provvedimento, che impone al Piemonte il taglio di 456 milioni di euro da realizzare cancellando le sedi scolastiche con meno di 50 allievi.
Ma in Piemonte, dove il 52% del territorio è montano – spiega Bresso – le scuole materne, elementari e medie con meno di 50 alunni sono appunto 816, tutte concentrate in zone periferiche e montane, con grandi difficoltà di accessibilità e trasporti, soprattutto nella stagione invernale.
Come ognuno può ben intuire questo taglio avrà pesanti ricadute anche nel territorio del Verbano Cusio Ossola. “Ancora non sappiamo con esatezza il numero delle scuole a rischio, ma ci mobiliteremo per evitare che questa scure colpisca anche il Verbano Cusio Ossola che è di scuole in montagna, visto la nostra morfologia, ne ha molte”. Sono queste le prime parole del coordinatore provinciale del PD Aldo Reschigna che annuncia iniziative istituzionali e politiche per far cambiare idea al governo. Il provvedimento, sottolinea ancora la Bresso ,prevede addirittura il commissariamento per le Regioni che non riusciranno a predisporre un piano di tagli entro il 15 dicembre. E tutto ciò, rimarca, non è stato concertato e neppure annunciato E gli oneri derivanti dall’attivazione di trasporti e dall’adeguamento delle strutture edilizie – conclude – dovrà essere pagato dalle Regioni e dagli altri enti locali, ovviamente con risorse loro.
Già è vergognoso – afferma la presidente del Piemonte – che un governo distrugga finanziariamente una funzione essenziale che passerà alle Regioni fra un anno senza confrontarsi con gli amministratori che si ritroveranno a gestirla con fondi molto inferiori a quelli avuti a disposizione da loro. Ora il governo decide anche che le Regioni dovranno provvedere a ulteriori tagli per 456 milioni di euro. E come dire ’noi non ci siamo riusciti, fatelo voi, cancellando le sedi scolastiche con meno di 50 allievi. è una scelta obbligatoria contenuta nel decreto, ma che formalmente dovrebbero fare le Regioni. Forse al governo non se ne sono accorti, ma l’Italia è morfologicamente complessa e zeppa di comuni piccoli.
Raramente – commenta – si è visto in Italia un esecutivo più centralista di questo che, a parole e nell’impegno di alcuni esponenti, dovrebbe essere invece federalista. Ma a ogni teorico passo avanti ne corrispondono tre indietro. è giusto che la gente sappia: i soldi delle tasse dei cittadini, quelli destinati alle Regioni, ma anche quelli delle altre autonomie locali, vengono gestiti dal governo come se fossero di sua proprietà, senza alcun confronto, contraddicendo gli accordi presi.
PD Ufficio stampa