Bendotti-Nobili: la commedia degli equivoci

La messinscena del Presidente Nobili e del suo Assessore Bendotti ha tutte le caratteristiche di una commedia degli equivoci, nella quale l’elemento comico si fonde a quello tragico e propriamente drammatico che purtroppo, in questo caso, è la tromba d’aria che ha colpito duramente la città di Verbania.
Da quella notte nascono gli equivoci e gli errori che portano a prese di posizione dure dell’assessore Bendotti che accusa il Presidente della provincia di non averlo nemmeno avvisato e di aver appreso la notizia solo da alcuni conoscenti.. La replica non si fa attendere, il Presidente a capo del regime toglie le deleghe alla protezione civile addirittura utilizzando la polizia provinciale (sic!) che le consegna direttamente a casa del povero assessore.
La confusione a questo punto si impadronisce della scena, le accuse e le contraccuse non lasciano nulla al caso, costringendo altri protagonisti ad intervenire a difesa dell’uno o dell’altro.
Passano i giorni nei quali le azioni importanti non si svolgono più in scena, ma dietro le quinte fino all’incontro di ieri sera tra le due fazioni che porta alla retromarcia del Presidente Nobili il quale dichiara che hanno appurato che qualcosa a livello di comunicazione interna al servizio provinciale alla protezione civile quella notte non ha funzionato, ecco l’equivoco, e che forse sono stati fuorviati anche da bollettini che non prevedevano un fenomeno meteorologico di tale intensità.
Con questa ultima dichiarazione cala il sipario su questa commedia e forse anche su questa provincia che, dopotutto, meritava una fine più gloriosa.

P.S.
Si vocifera che il sindaco di Roma Alemmano, appresa la motivazione del presidente Nobili relativa ai bollettini meteorologici, voglia accusare Nobili per plagio in quanto avrebbe copiato le sue dichiarazioni rilasciate dopo la grande nevicata che bloccò Roma lo scorso febbraio.

Paolo Ravaioli
Capogruppo Pd

La commedia degli equivoci

La messinscena del Presidente Nobili e del suo Assessore Bendotti ha tutte le caratteristiche di una commedia degli equivoci, nella quale l’elemento comico si fonde a quello tragico e propriamente drammatico che purtroppo, in questo caso, è la tromba d’aria che ha colpito duramente la città di Verbania.Da quella notte nascono gli equivoci e gli errori che portano a prese di posizione dure dell’assessore Bendotti che accusa il Presidente della provincia di non averlo nemmeno avvisato e di aver appreso la notizia solo da alcuni conoscenti.. La replica non si fa attendere, il Presidente a capo del regime toglie le deleghe alla protezione civile addirittura utilizzando la polizia provinciale (sic!) che le consegna direttamente a casa del povero assessore.La confusione a questo punto si impadronisce della scena, le accuse e le contraccuse non lasciano nulla al caso, costringendo altri protagonisti ad intervenire a difesa dell’uno o dell’altro.Passano i giorni nei quali le azioni importanti non si svolgono più in scena, ma dietro le quinte fino all’incontro di ieri sera tra le due fazioni che porta alla retromarcia del Presidente Nobili il quale dichiara che hanno appurato che qualcosa a livello di comunicazione interna al servizio provinciale alla protezione civile quella notte non ha funzionato, ecco l’equivoco, e che forse sono stati fuorviati anche da bollettini che non prevedevano un fenomeno meteorologico di tale intensità. Con questa ultima dichiarazione cala il sipario su questa commedia e forse anche su questa provincia che, dopotutto, meritava una fine più gloriosa.

P.S.
Si vocifera che il sindaco di Roma Alemmano, appresa la motivazione del presidente Nobili relativa ai bollettini meteorologici, voglia accusare Nobili per plagio in quanto avrebbe copiato le sue dichiarazioni rilasciate dopo la grande nevicata che bloccò Roma lo scorso febbraio.

Paolo Ravaioli
Capogruppo Pd

nel centrodestra firmano la presenza in 29 ma votano solo 23. Un’altra giornata nera per il consiglio regionale.

Alle 15, 29 di ieri i consiglieri della maggioranza hanno firmato la presenza nell’aula del Consiglio regionale, ma alle 15.30 a votare erano solo 23.
Nei giorni dello scandalo in lazio, un’altra giornata nera per il Consiglio, con una maggioranza latitante anche nella discussione della nuova legge sugli enti locali, che deve essere approvata entro il 30 settembre, pena l’entrata in vigore della normativa nazionale.
E’ una vergogna, un fatto immorale, che firmino in 29 e solo 23 siano presenti”, ha commentato in aula il capogruppo PD Aldo Reschigna.Dalla maggioranza scrivono comunicati di tagli dei costi della politica, poi si comportano così. Proprio per l’importanza della legge e per senso di responsabilità abbiamo garantito il numero legale come PD fino alla votazione del primo articolo del provvedimento”.
Con la votazione del primo emendamento del secondo articolo è mancato nuovamente il numero legale, e il presidente Cattaneo ha chiuso la seduta.
Che la maggioranza sia in profonda crisi è evidente”, commenta Reschigna. “Questo però non può giustificare comportamenti lesivi del ruolo e della dignità del Consiglio regionale. Quando si firma la presenza bisogna poi essere davvero presenti. Come occorre fare al tavolo di concertazione sui costi della politica, da noi voluto e dove registriamo assenze importanti, che non aiutano il confronto sulle misure da assumere

PD VCO Ufficio Stampa

Domodossola: la solita ipocrisia della lega Nord

La Lega Nord non ha lasciato perdere l’occasione di mandare in becera polemica una iniziativa di alto valore simbolico promossa dall‘amministrazione comunale Domese.
Il fatto che la Lega abbia annunciato di non voler partecipare alle commemorazioni in occasione dell’anniversario della Repubblica dell’Ossola, motivando questo per la scelta del comune di Domodossola di inserire nell’ambito dei festeggiamenti la consegna della cittadinanza onoraria ai minorenni nati e residenti a Domodossola ma di famiglia straniera, esemplifica l’incapacità ormai chiara ed assodata della Lega di leggere l’attuale società Europea, Italiana e ancor di più Ossolana.
Non sorprende del resto che la Lega ponga fine all’ipocrisia di partecipare alle commemorazioni per la Repubblica dell’Ossola: infatti nessuno dei valori che hanno informato la Giunta della zona liberata possono ritrovarsi nei modi di porsi degli esponenti della Lega, tanto che i dirigenti nazionali si sono sempre distinti per offese alla Bandiera e per disconoscimento dei valori di solidarietà che sono alla base della Costituzione repubblicana la quale ha trovato prima linfa proprio nell’esperienza della zona liberata di Domodossola.

Massimiliano Testore
Coordinatore circolo PD DOmodossola

Fai cambiare idea al Sindaco Zacchera. Raccolta firme a Verbania per dirottare i fondi del Pisu per i danni del tornado

Una raccolta firme per chiedere al sindaco Marco Zacchera di utilizzare i fondi del Pisu, 12 milioni di euro, per riparare i danni causati dalla tromba d’aria dello scorso 25 agosto. L’iniziativa è del Pd, appoggiato dai gruppi di minoranza consigliari.
Cliccando qui è possibile scaricare il modulo e il volantino della raccolta firme. L’invito è a far firmare ed a restituire il modulo presso la sede Pd di via Roma 24 a Verbania.
“La nostra non è una strumentalizzazione di quanto accaduto – spiega il coordinatore cittadino Corrado De Ambrogi -, ma una proposta concreta da buoni padri di famiglia: abbiamo già i fondi che sono destinati a riqualificare la città. Si tratta di un atto di responsabilità”.
Il capogruppo in consiglio regionale del Pd Aldo Reschigna aggiunge: “C’è la possibilità tecnica di utilizzare quei fondi per altro che non sia il Cem. IL progetto del teatro ha in qualche modo diviso e immobilizzato la città, questa è l’occasione per scegliere un investimento certo: penso all’unione di Villa San Remigio e Villa Taranto, opera che porterebbe di certo un beneficio economico al territorio. Non bastano gli appelli per trovare milioni di euro di questi tempi. Utilizziamo i fondi già a disposizione, Villa Taranto deve riaprire a primavera”.

Dal sito di tele vco

Entrare nel merito. Dalla politica urlata al progetto condiviso per Verbania

Urlare non serve. Quando poi in gioco vi è il futuro della nostra città serve ancor meno. Entrare nel merito è sicuramente utile, proviamoci.

La bufera di sabato scorso ha provocato una ferita profonda nella città. Ne ha deturpato l’immagine, compromesso la fruizione, messo a rischio una già precaria economia devastando i principali motivi di interesse e richiamo turistico. Ha provocato poi danni a privati cittadini, molti dei quali andrebbero quantomeno sostenuti e aiutati. Questa la realtà.
Che fare allora? Sperare in aiuti esterni è difficile. Poco o nulla è arrivato nell’Emilia del terremoto, cosa ci possiamo aspettare noi? I fondi regionali per le emergenze pare addirittura non siano disponibili. Reperire nuove risorse dai cittadini non è certo una via percorribile.
Proporre, come molti stanno facendo, una diversa destinazione dei fondi PISU non è una provocazione, non è strumentalizzazione, è forse il solo modo di uscire da una situazione drammatica, una chance sulla quale puntare con avvedutezza e condivisione.
Il leit motiv della passata campagna elettorale, il perentorio “No al teatro di Zanotti” oggi potrebbe trovare riposta in un altrettanto perentorio “No al CEM di Zacchera”. Ma queste sono le “urla” che in questo momento non servono, anche perché entrambe le affermazioni sono ora inutili, decadute, non più attuali e realistiche. Troppo tempo è passato, troppo è stato speso, le ragioni dell’uno (riqualificare la piazza) non sono più attuali, le ragioni dell’altro (la grande opera destinata a rilanciare Verbania) rimangono troppo aleatorie, entrambe superate da una situazione che vede ben altre urgenze e ben altri bisogni di riqualificazione. Per di più in una città che al progetto Teatro/Centro Eventi ha smesso di credere, di appassionarsi, presa com’è da una realtà e una quotidianità difficile che il tornado ha ulteriormente compromesso. Rimane il bisogno di un teatro, di un luogo per spettacoli, incontri, convegni…ma ci possiamo accontentare di qualcosa di meno sfarzoso.
Dobbiamo avere la forza e il coraggio di trasformare un malaugurato evento in un’occasione, un’opportunità, uno stimolo per ripensare e rilanciare Verbania.

Parchi e giardini devastati non vanno semplicemente ripristinati, più o meno riaggiustati (li mettiamo in sicurezza, ripiantiamo qualche albero, sistemiamo qualche panchina, lo scivolo per i bambini…); va colta l’occasione per rivederne l’intero sistema. L’intera fascia da Parco Cavallotti a Villa Maioni ha subito danni più o meno consistenti, ripensarne la progettazione significa dare un nuovo aspetto alla città, valorizzandone l’affaccio a lago, il cuore della nostra città, e rivedendo al tempo stesso i collegamenti con le zone verdi più interne (San Giuseppe, la Pastura…). Una straordinaria opportunità per gli imprenditori locali, florovivaisti innanzitutto.
Un ragionamento a parte meritano poi le due grandi aree di Villa Taranto e San Remigio. Abituati da sempre alla loro presenza, molti di noi non si sono mai pienamente resi conto del loro valore, ma ora che li vediamo feriti così gravemente è cresciuta la consapevolezza di poter perdere una ricchezza di tutti. Villa Taranto è conosciuta ovunque, in Italia e all’estero, i giornali di mezzo mondo ne hanno parlato, oltre 150.000 persone la visitano ogni anno. Villa San Remigio è un gioiello tutto da scoprire e valorizzare Poco importa che siano una di proprietà dello Stato e l’altra della Regione; sono un patrimonio della nostra città, che sarebbe finalmente il momento di integrare tra loro, e dal loro rilancio dipende gran parte dell’economia della città intera. Il Comune deve però agire da protagonista, facendosi promotore e coordinatore dell’intera operazione. “Come ti ricostruisco un parco”, ecco un tema che potrebbe essere sviluppato all’interno di Editoria e Giardini.
Occorre agire presto e le difficoltà non sono poche: iter avviati, procedure iniziate, soldi spesi, impegni assunti….Ma non dimentichiamo che i fondi PISU sono destinati al recupero e rilancio di aree degradate e rivederne l’utilizzo in questo senso significherebbe ricollocarli pienamente nella loro destinazione originaria. Gli impegni assunti vanno onorati, ma ad oggi non risultano ancora contratti sottoscritti, e si è comunque verificato un fatto grave, qualcosa di non prevedibile, e riconsiderare gli obiettivi è comprensibile, giustificabile e doveroso. Ridurre l’intervento sul Centro Eventi e rimodulare (perché non con gli stessi operatori e progettisti che si vedrebbero così indennizzare della mancata aggiudicazione) una progettazione complessiva dell’intera sponda lacuale, coerente con ipotesi già formulate in passato, è ancora possibile e ci metterebbe nella condizione di chiedere a Governo e Regione di fare la loro parte non nella posizione di questuanti passivi ma di protagonisti del loro destino che pretendono un giusto sostegno al proprio impegno.
Si tratta di ipotesi, di proposte di cui verificare la fattiva realizzazione. Ma è in momenti come questi che la politica deve trovare il giusto slancio, la forza e la volontà di affermare il ruolo che le compete, la propria supremazia rispetto alle norme e alla burocrazia, in buona sostanza il primato del saper scegliere e decidere da protagonisti.

Contributo di Diego Brignoli, presidente Ciss Verbano