In ricordo di Giapparize Laurenti

Lunedì, a 93 anni, se n’è andato anche lui, chiudendo una bella vicenda nata tra le tragedie della guerra, tra il Lago Maggiore e le montagne.

Ho conosciuto Laurenti nei primi anni 80.
Per me è stato sempre un grande amico e compagno, ma Laurenti , per la sua cordialità e disponibilità al dialogo era, credo, l’amico di tutti.
Ci incontravamo spesso perchè abitiamo nello stesso Viale, a qualche centinaio di metri di distanza.
L’incontro era sempre l’occasione per scambiarci semplici e brevi considerazioni sulla situazione politica; una volta all’anno poi, in occasione del tesseramento al Partito, ci soffermavamo per uno scambio di informazioni più generali.
Fu in uno di questi incontri che mi rivelò che lui non votava perchè non aveva la cittadinanza italiana, nemmeno quella onoraria che forse sarebbe stato doveroso accordargli per il suo passato di partigiano e di cittadino esemplare.
Molto probabilmente quella cittadinanza lui non l’aveva mai chiesta e nessuno si era fatto carico di riconoscergliela.
Comunque lui era fiero di essere Georgiano, essendo nato e cresciuto a Gadei o Galei, un paese a circa 100 km da Tiblisi, il 19 aprile de 1919; ha sempre mantenuto i contatti con la sua terra e i suoi familiari.
A proposito del suo essere compagno, iscritto e sostenitore, prima del PCI, poi dei PDS, dei DS ed infine del Partito Democratico, vorrei ricordare un episodio del maggio/giugno dello scorso anno: giunto in auto da V.le San Giuseppe alla rotonda di via XXIV maggio, scorgevo Laurenti che venendo da casa sua, che si trova a pochi passi dalla rotonda, inciampava sul marciapiede e finiva a terra.
Immediatamente si bloccava un furgoncino per prestargli assistenza, anch’io bloccavo l’auto nella rotonda e lo aiutavo a rialzarsi: aveva le mani sanguinanti per qualche escoriazione subita nella caduta. Cercavo di convincerlo a ritornare a casa, ma lui si preoccupava della mia auto lasciata in un posto dove non è consentita la sosta. Lui continuava ad insistere di essere in grado di ritornare da solo a casa, ma prima di lasciarmi, infilava la mano nella tasca posteriore, estraeva 50 euro e me
li porgeva dicendomi: portami la tessera.
Io gli rispondevo che non mi sembrava proprio il caso e il momento di pensare alla tessera e comunque di stare tranquillo che gliela avrei portata e poi l’avrebbe pagata. Non c’è stato niente da fare: ho dovuto prendermi i 50 euro. Questo era il
compagno Laurenti Giapparize.
Quando qualche giorno dopo gli portai la tessera e dopo una lunga chiacchierata concordai con lui di registrare un intervista per lasciare traccia delle cose che ci raccontavamo.
L’intervista la feci il 27 dicembre dello scorso anno e lui mi raccontò, con il suo solito sorriso bonario, le vicende più dure e difficili della sua esistenza.
Gli chiesi: “Cosa ricordi del periodo della Resistenza in montagna?” Fame e freddo, fame e freddo, mi rispose, ripetendolo più volte e accompagnandolo con un amaro sorriso, come dire: è passato anche questo brutto periodo.
Laurenti, giunto in Italia con un plotone di georgiani, comandati da un ufficiale georgiano agli ordini dei tedeschi, durante la liberazione di Domodossola nel settembre del 1944 , con tutto il suo plotone, compreso il comandante, era passato dalla parte dei Partigiani. Durante la Repubblica dell’Ossola aveva conosciuto Dionigi Superti, il comandante del Valdossola, col quale ha mantenuto rapporti di amicizia e di lavoro anche dopo la Liberazione.
Dopo la caduta di Domodossola, nell’ottobre del 1944, Superti era sconfinato in Svizzera, da dove ritornerà solo qualche giorno prima del 25 aprile 1945; in diciassette giorgiani, tra cui Laurenti, scelsero invece di raggiungere la Valgrande e di aggregarsi alla 85^ Brigata Valgrande Martiri di Mario Muneghina, che successivamente darà vita insieme alle altre formazioni del Verbano alla divisione Mario Flaim.
In Valgrande aveva conosciuto Maria Peron, la famosa infermiera dei Partigiani, che sposerà a Cicogna nell’ agosto del 1945 e dalla quale avrà due figli. Laurenti Giapparize è stato sempre in prima fila nelle manifestazioni legati alla Resistenza e alla
Liberazione.
Ai figli le più sentite condoglianze per la scomparsa di un uomo che è stato per molti di noi anche maestro di vita.
Giuseppe Natoli

Piu’ lavoro, piu’ uguaglianza, piu’ democrazia per guidare l’europa e l’italia fuori dalla crisi

Documento a cura di Sinistra in Rete – Coordinamento Piemonte 

Oggi, nel pieno della più drammatica crisi economica e sociale del dopoguerra, di fronte ad un Paese attonito e impaurito, schiacciato dalla morsa della recessione, privato di prospettive per il futuro che non siano all’insegna della precarietà, dell’incertezza e della drammatica riduzione di tutele, servizi, tenore e stili di vita, di fronte a pulsioni e tentazioni di riduzione e marginalizzazione della democrazia a favore delle scorciatoie populiste e delle deleghe tecnocratiche; il Partito Democratico ha la responsabilità di indicare, candidandosi alla guida del governo del Paese, il percorso per uscire dalla crisi, per restituire alla politica e alle istituzioni democratiche dignità e credibilità e per avviare una nuova stagione di crescita e di sviluppo per l’Italia e per l’Europa.

Ed è dall’Europa che dobbiamo partire; perché è l’Europa il campo di gioco economico, sociale e politico dal quale dipende il futuro dell’intero pianeta, gli equilibri che lo governeranno, la qualità sociale e democratica che segnerà le trasformazioni dei prossimi decenni. L’Europa, il suo modello sociale, il suo patrimonio culturale e di pensiero, la sua capacità di produrre e distribuire ricchezza e valore, la sua funzione di riferimento politico e democratico. Partire dall’Europa significa però porre il tema di una battaglia politica perché il destino del continente sia finalmente tolto dalle mani delle elite finanziarie, delle tecnocrazie cresciute in questi decenni all’ombra delle teorie e delle ricette neoliberiste, tanto affascinanti nelle loro suggestioni, quanto nefaste nelle loro pratiche applicazioni e riconsegnato al confronto democratico, alla politica. Sono le famiglie politiche europee, quella progressista, raccolta intorno al PSE, e quella conservatrice del PPE a dover competere perché si affermi una proposta politica di valore continentale e non più la sola protezione di singoli interessi nazionali.

I conservatori del PPE, che hanno guidato le istituzioni europee in questi anni, hanno fallito; è tempo che i progressisti e i riformisti europei avanzino con autorevolezza la loro visione dell’Europa e del suo futuro e presentino il loro programma per uscire dalla crisi nella quale le illusioni neoliberiste l’hanno precipitata. Il ruolo e la funzione del PD, in questa battaglia, sono fondamentali. La nostra assenza dal dibattito politico europeo è durata troppo tempo. I vaneggiamenti nuovisti che hanno segnato i primi anni di vita del nostro Partito, mortificandone la collocazione e la funzione internazionale, debbono essere posti definitivamente alle nostre spalle. E’ tempo che si consolidi, con un netto profilo strategico, la collaborazione con gli altri partiti del riformismo europeo, con i socialisti di Hollande, con l’SPD, con i laburisti inglesi e con tutto il PSE; fuori da questa famiglia politica il PD è orfano e solo; senza il PD il progressismo europeo è più debole e inefficace.

In Europa, quindi, ma allo stesso modo in Italia, è tempo che il Partito Democratico assolva con determinazione alla sua funzione storica, che è quella di rappresentare e tradurre in un’efficace, credibile e vincente proposta di governo, la propria vocazione riformista e di sinistra, il suo essere grande forza del progressismo europeo. Le teorie politiche ed economiche neoliberiste che hanno dominato negli ultimi quindici anni sono la causa della più grave crisi mai conosciuta dall’Europa. Quelle teorie non possono essere presentate oggi come la cura, esse, invece, sono la malattia, l’agente patogeno che solo una proposta politica riformista, saldamente ancorata alla sinistra europea, può debellare.

Il PD ha dimostrato uno straordinario senso di responsabilità contribuendo alla nascita del
governo tecnico di Mario Monti e sostenendone l’azione. Un governo di emergenza che ha il compito, nel tempo concesso dall’attuale legislatura, di allontanare il Paese dal baratro nel quale l’aveva condotta Berlusconi, mettendolo in sicurezza dagli attacchi speculativi al debito e ricostruendo condizioni di credibilità e affidabilità nei confronti dei nostri interlocutori internazionali, dei mercati, delle istituzioni comunitarie. Lo stesso senso di responsabilità deve essere dimostrato dal Pd, nel dichiarare il proprio impegno ad assumere, alla naturale conclusione del mandato affidato a Monti, la titolarità politica del governo del Paese. Non potrebbe, infatti, essere compreso un ulteriore delega a soluzioni tecniche non legittimate da un chiaro mandato elettorale; mandato che non può che essere rivendicato dalla politica e dal dovere che essa ha di adempiere le funzioni che le sono assegnate dalla Costituzione.

“Tocca a noi”; è in questa sintesi indicata da Pierluigi Bersani il senso di ciò che siamo chiamati a compiere, il ruolo che dobbiamo esercitare. Quel tocca a noi, deve essere riempito da una poderosa azione politica, di analisi e comprensione dell’oggi, di progetto e di proposta, di confronto e condivisione con la società, di agenda delle cose da fare, di strumenti da attivare. Il percorso che ci convince, nel quale ci riconosciamo e sul quale ci dichiariamo pronti all’impegno è quello tracciato da Pierluigi Bersani nella Direzione nazionale dell’8 giugno e nell’assemblea nazionale del 14 luglio. Nei suoi interventi in quelle sedi, Bersani ha indicato le direttrici di riferimento cui ancorare l’azione politica del PD; quelle direttrici sono le nostre e noi intendiamo impegnarci affinché esse siano prevalenti e maggioritarie nel Partito Democratico.

Noi, quindi, sosteniamo la proposta politica avanzata dal segretario nazionale e riteniamo che essa sia la base fondante della candidatura di Pierluigi Bersani alla guida della coalizione di governo che affronterà, nella primavera del 2013, il giudizio elettorale. Sostenere la candidatura di Bersani ha quindi, per noi, un valore politico, di sostegno a un progetto e a un coerente programma di azioni per realizzarlo. Non scegliamo una biografia, scegliamo una proposta politica. Il Partito Democratico non ha bisogno, e meno che mai ne hanno bisogno gli elettori del Paese, di una competizione sulla leadership nel Partito, per quella ci sono i congressi e il nostro si celebrerà nell’autunno del 2013.

Il Partito Democratico può invece scegliere oggi, modificando il proprio Statuto, di sottoporre a primarie la competizione fra diverse opzioni per la guida del Paese. E’ di questo che dovremmo discutere, non della geografia interna del PD, e nel discutere di questo, della proposta di governo del paese, noi poniamo al centro anche il tema della squadra, perchè il rinnovamento della classe dirigente, delle donne e degli uomini chiamati a responsabilità politiche e di governo, è un’esigenza di tutto il Partito, non è una tesi congressuale, né una mozione di candidatura. Accanto al tema delle primarie per il leader, quindi, si pone, ancora una volta, il tema di come sceglieremo i nostri candidati al Parlamento e noi riteniamo che la barra del timone sia fissa su due principi: il primo è il rispetto del limite dei tre mandati, perché si può essere preziosi per il pd, anche se non si è parlamentari. Il secondo, in assenza di una nuova legge elettorale, o di una riforma che non reintroducesse le preferenze, è lo svolgimento delle primarie per i parlamentari, perché siano i nostri elettori a scegliere i loro rappresentanti. Il rinnovamento si pratica, non si proclama.

Il PD ha bisogno di una discussione approfondita sulla sua capacità, come forza organizzata e presente sui territori, di sostenere e radicare il proprio progetto di governo; non basta un segretario nazionale, per quanto capace di risultati straordinari, e non basta un candidato premier. Abbiamo bisogno di un partito che nelle realtà locali e sul territorio si dimostri vitale, autorevole, ascoltato. Qui, a cominciare dai nostri territori e dal Piemonte noi mostriamo gravi limiti ed insufficienze. Non funziona il nostro modello di governance, gli organismi dirigenti non sono posti nelle condizioni di decidere, né di prendere posizione anche, come è naturale in un soggetto democratico, a maggioranza.

Occorre soprattutto una maggiore capacità di proposta e d’iniziativa politica da parte di chi
ha la responsabilità di guidare, in Piemonte e nelle varie realtà, il Partito e, soprattutto, una
maggiore autonomia dalle aree e correnti di provenienza. Su questo noi auspichiamo segnali concreti d’inversione di tendenza, dell’apertura di una nuova fase. Serve una definita e visibile agenda politica che indichi alcune priorità per il futuro della nostra Regione.(battaglia per mettere in crisi la giunta Cota ma con proposte vere di politiche regionali: infrastrutture, trasporti, energia, città della salute, sostegno vero alle imprese, politiche per il credito. Un’agenda che affronti il tema dello sviluppo economico per un rilancio del Piemonte, con interventi veri di riorganizzazione delle istituzioni locali, e di semplificazione amministrativa, a cominciare dalle Unioni di Comuni, con politiche a favore del lavoro e delle imprese e strumenti di area vasta per attirare investimenti, con un nuovo patto strategico tra parti sociali e istituzioni e interventi in tempo reale.

Per questi obiettivi si deve selezionare una classe dirigente, rinnovandola e offrendola al giudizio degli elettori per capacità e credibilità, mettendo in campo le forze migliori maturate nelle positive esperienze dei governi locali e dell’impegno nel mondo del lavoro e della società. Con questo spirito, con questi obiettivi, con la determinazione che è richiesta per affrontare una battaglia politica di straordinaria importanza per il futuro del Paese, per le responsabilità che abbiamo assunto verso i nostri elettori dando vita al PD, noi intendiamo dedicare il nostro impegno e ogni nostro sforzo per sostenere la sfida lanciata dal Partito Democratico e da Pierluigi Bersani alla guida del Paese.

Per contatti e adesioni : Marco Travaglini ( travaglini.m@tiscali.it)

I numeri vincenti della festa di Villadossola

Si è conclusa giovedì scorso con un clamoroso successo, la Festa nazionale dei Democratici sulla Montagna, che per 13 giorni in questo agosto 2012 ha portato alla Lucciola di Villadossola migliaia di persone.
Stand gastronomici pieni, spettacoli sempre affollati, dibattiti seguiti con interesse, un edizione insomma da ricordare con numeri da record.
Pubblichiamo inoltre i numeri vincenti della sottoscrizione del banco di Beneficenza: Scooter numero 13295, Viaggio 15719.
Grazie  a tutti quelli che hanno partecipato alla Festa ed alle centinaia di volontari che hanno reso possibile questo appuntamento.

I dibattiti alla festa di Villadossola: mafia nel VCO, resistenza, montagna, regione

Cliccando qua il programma completo.
Continuano i dibattiti presso la Festa nazionale dei Democratici sulla Montagna a Villadossola sino a giovedì 16 agosto presso l’area feste della Lucciola.

SABATO 11 AGOSTO ore 18
Resistenza 1945/2012: generazioni a confronto” Incontro con il cons. regionale Roberto Placido presidente comitato regionale resistenza e costituzione, Alessandra Gebbia consigliere comunale Omegna e collaboratrice della Casa della Resistenza di Fondotoce e Massimo Zoppi sindaco di Baveno.

DOMENICA 12 AGOSTO ore 18
Mafia e cultura mafiosa nel nord” Presentazione della ricerca/libro sul tema con l’autrice Giulia Rodari ed Eugenio Bonolis presidente di Libera Vco

LUNEDÌ13AGOSTO ore 18
Una regione lontana dal Piemonte e dal VCO?” Incontro con gli amministratori locali. Con Aldo Reschigna capogruppo PD in consiglio regionale e Paolo Ravaioli capogruppo PD in consiglio provinciale.

MARTEDÌ 14 AGOSTO ore 18
“Politiche per la montagna, a che punto siamo?” Incontro con Enrico Borghi, vice-presidente nazionale ANCI e Moreno Minacci responsabile provinciale enti locali.

già svolti-

– VENERDI’ 3 AGOSTO, ore 18
“Il PD verso le elezioni del 2013”: Apertura della festa con il segretario regionale Gian Franco Morgando, il segretario provinciale Pd Antonella Trapani e i segretari dei circoli di Domodossola e Villadossola Massimiliano Testore e Francesco Squizzi.

SABATO 4 AGOSTO, ore 18,
“La questione mediorientale: tra diritti e integrazione” Incontro con la già vicepresidente del Parlamento Europeo On.Luisa Morgantini.

DOMENICA 5 AGOSTO, ore 18
Presentazione del libro a fumetti “Cena con Gramsci”, incontro con il curatore del Progetto Roberto Rampi. Letture teatrali di Marta Galli e Stefano Annoni (ArteVOX Teatro)

LUNEDÌ6 AGOSTO ore 18
“Domodossola-Villadossola: prove d’intesa?” Incontro con i sindaci Mariano Cattrini e Marzio Bartolucci sul futuro dei due enti.

MARTEDÌ 7 AGOSTO ore 18
“Rifiuti zero? E’ possibile!” Incontro con Paolo De Toni del comitato milanese “Rifiuti zero”, Sauro Zani responsabile ambiente PD VCO, Giovanni Morandi consigliere comunale Gravellona Toce.

MERCOLEDÌ 8 AGOSTO ore 17 Convegno a cura dell’associazione GSH Sempione 82 ASD  sulle agevolazioni fiscali per le persone disabili nel corso della 5ª Edizione – Giornata sui diritti e solidarietà dedicata al mondo dei diversamente abili
dalle ore 15:00 musica di Paolo a cura della Associazione ANFFAS VCO – e giochi di diverse discipline con gli atleti GSH Sempione 82 ASD. Alle ore 17:00 è previsto il convegno, interverranno:
dottor Raffaele Russo – Ufficio delle Entrate Provinciale di Verbania
arch. Vincenzo Bosco – Responsabile della sede Provinciale INAIL del VCO,
dott. Giuseppe La Padula – Responsabile Funzione Lavoratori INAIL VCO
cav. Angelo Petrulli Presidente GSH Sempione 82 ASD
Lilliana Graziobelli – Assessore ai servizi Sociali del Comune di Domodossola
Andrea Paganoni – Assessore ai servizi Sociali del Comune di Villadossola

GIOVEDÌ 9 AGOSTO ore 18
Presentazione del libro “1800-1945. Industrie e case operaie nel territorio di Villadossola”, Incontro con l’autore Lizzio Concetto

VENERDI’ 10 agosto ore 18.30
Tumore al seno: Conoscere per vincere. Dibattito sulla prevenzione e la cura organizzato da Scuola Italiana di Senologia. Partecipa il Direttore scientifico dott. Claudio Andreoli. Intervista Leonetta Bentivoglio (La Repubblica), modera Lidia Bramani Presidente Scuola Italiana di Senologia