Antonella Trapani: Distretto Turistico dei Laghi, basta con il manuale Cencelli!

Abbiamo letto oggi, sugli organi d’informazione locali, che in merito al rinnovo del consiglio del Consiglio d’amministrazione del Distretto Turistico dei Laghi ci sarebbe una distribuzione delle cariche da “manuale Cencelli alla mano”, in cui anche il Pd avrebbe fatto un nome di proprio gradimento.
La segreteria provinciale del Pd del VCO precisa che non ha indicato a nessuno e in nessuna sede un nome per questo rinnovo, anzi aggiunge che mai si è discusso in sede politica con altri partiti o autorevole esponenti degli stessi.
Tra l’altro, nemmeno tre settimane fa, con un comunicato stampa (scaricabile cliccando a questo link) avevamo affermato che era necessario  rivedere in maniera radicale  l’assetto istituzionale degli enti, rispondendo alla provocazione dell’assessore al turismo di Verbania, il  leghista nonché Senatore Enrico Montani,  che aveva dichiarato che “va rivisto il ruolo delle Aziende turistiche locali – come il nostro distretto –  che certamente non stanno svolgendo il lavoro che avevano pensato quando le hanno istituite”.
Ribadiamo quanto scritto tre settimane fa: la prima cosa da fare è stabilire chi fa che cosa evitando di avere più enti con medesime competenze. Di turismo se ne occupa il Distretto Turistico dei Laghi (società mista pubblico privata), la Provincia, le Comunità montane, i Comuni, le Unioni dei Comuni, il Gal “laghi e monti del VCO” (altra società mista pubblico privata).
A noi sembra – dichiara Antonella Trapani segretario provinciale del PD – che questo sia il tipico caso in cui il denaro pubblico è disperso in mille rivoli producendo meno del dovuto; con un paragone con la fisica possiamo tranquillamente affermare che l’efficienza della macchina è molto bassa. Ci aspettiamo che in questa assemblea si affrontino i veri nodi del problema e non la semplice rielezione di un nuovo consiglio d’amministrazione. Spetta a chi governa questo territorio, a partire dalla Provincia, mettere in campo questo strumento. Noi siamo pronti a parteciparvi per dare il nostro contributo“.
Queste precisazioni non hanno nulla a che vedere con la persona indicata sui giornali in quota Pd, sig. Oreste Pastore, del quale conosciamo competenze e capacità e al quale rivolgiamo stima per il lavoro svolto.
Ma se la sua riconferma viene attribuita ad una spartizione politica va da sé che la politica lo debba almeno sapere e crediamo, concordi con noi, nell’affermare che prima di ogni cosa le nomine vanno legate ad un programma, ad una proposta da realizzare durante il proprio mandato amministrativo sulla base del quale a fine mandato si possano tirare le somme.
Non ci stancheremo mai di ripeterlo, è ora che la politica ragioni di temi, obiettivi, programmi e che trovi poi le persone più adatte per realizzarli.

Ufficio Stampa Pd VCO

Per non dimenticare: fiaccolata a Verbania per le vittime delle mafie

Segnaliamo la Fiaccolata per le vie di Verbania di mercoledì 21 marzo 2012 in occasione della XVII giornata nazionale della memoria e dell’impegno in ricordo delle vittime delle mafie.
Ore 20:30 ritrovo presso Palazzo Flaim;
ore 21:00 partenza fiaccolata;
ore 22:00 arrivo in piazza Ranzoni, lettura dei nomi delle vittime.
Le forze politiche, associazioni e movimenti sono invitate a partecipare senza esporre simboli o bandiere di appartenenza.
La serata è organizzata dal coordinamento di “Libera. Associazioni, nomi e numeri contro le mafie” della provincia del Verbano Cusio Ossola che comprende alcune realtà associazionistiche del territorio: le sezioni verbanese dell’Anpi e del Gruppo Abele, Sottosopra, la sezione di Stresa di Legambiente, associazione 21Marzo, Contorno Viola, Spi-Cgil, Arci Vco, Associazioni a Distinguere e Presidio Giorgio Ambrosoli.

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Cota conferma la scadenza di fine marzo per il piano sociosanitario: per noi va respinto, il Pd non si fa intimidire dalle minacce di dimissioni

Anche oggi il presidente Cota ha posto il 31 marzo come termine entro cui approvare il piano sociosanitario, motivandolo con la necessità di arrivare alla nomina dei nuovi direttori generali.
Una scusa tecnica che non regge, visto che le Asl resterebbero le stesse di ora e il presidente Cota è già adesso in condizione di nominare i direttori generali. Resta evidentemente il problema politico degli equilibri interni al centrodestra, anche rispetto alle nasciture federazioni. Se il presidente Cota crede di ottenere risultati minacciando le dimissioni, almeno per quanto riguarda il Pd si sbaglia.
Noi siamo pronti ad andare a casa. Questo non è un argomento che può essere usato come arma di ricatto nei confronti dell’opposizione, che intende discutere fino in fondo del nuovo strumento programmatico sanitario, senza accettare ultimatum o scadenze precostituite.
Il consigliere Burzi, d’altro canto, ci accusa di essere un partito di lotta e di governo.
Lo rassicuriamo, il Pd è un partito di opposizione che svolge il suo compito di controllo e di proposta sulle scelte della maggioranza. Un’azione che ha portato a una profonda modifica del piano sociosanitario, che noi intendiamo ancora modificare in aula nella discussione in atto. Se Burzi ritiene che l’assessore si è confrontato più con noi che con il suo partito, il Pdl, non ha che da essere coerente e votare contro il piano, come faremo noi.
Aldo Reschigna, capogruppo consigliare pd in regione Piemonte

Frontalieri: l’on. Narducci e l’on. Braga del Pd presentano un’interrogazione al Ministro degli Affari esteri e al Ministro dell’economia e delle Finanze sulla questione dei ristorni

Lo scorso venerdì 16 marzo l’on Franco Narducci del Pd ha presentato un’interrogazione in Commissione affari esteri della Camera e, un’altra interrogazione al ministro dell’economia e delle Finanza, è stata presentata sempre il 16 marzo da parte dell’On. Del Partito Democratico, Chiara Braga.
Interrogazioni presentate in seguito alla notizia dell’approvazione, nel Parlamento elvetico, di una mozione sostenuta dall’intera delegazione del Cantone Ticino con cui si chiede di modificare la quota di ristorno del prelievo fiscale sul reddito dei lavoratori frontalieri italiani in Svizzera diminuendolo dall’attuale 38,8 per cento al 12,5%,
L’on, Franco Narducci, dopo aver evidenziato le gravi ripercussioni per la decisione unilaterale del Canton Ticino del blocco del 50% dei ristorni fiscali all’Italia, facendo venire meno una fonte importante di finanziamento per gli enti locali di frontiera da cui provengono i circa 50 mila lavoratori frontalieri, ha messo in guardia dalle conseguenze disastrose per le casse di detti comuni se la percentuale del ristorno fosse portata dal 38,8 al 12,5 per cento.
Narducci, preoccupato della mancanza di un dialogo tra il nostro Paese e la Confederazione elvetica è convinto che “riprendere i negoziati sarà sicuramente di giovamento per le buone relazioni tra i due Paesi, per lo sviluppo dell’economia e servirà anche ad adeguare ai tempi una legislazione datata”, ha chiesto al Ministro degli Affari esteri “quali siano le motivazioni che hanno impedito la ripresa del dialogo tra Italia e Svizzera e l’apertura di un tavolo negoziale coerentemente con la mozione approvata all’unanimità il 7 giugno 2011 dalla Camera dei Deputati, con il parere favorevole del Governo, nonché con successivi ordini del giorno in linea con lo spirito della summenzionata mozione, accolti parimenti dal Governo”.
Infine, il parlamentare eletto all’estero, entrando ancora di più nel merito delle questioni, ha chiesto Governo di sapere “quali procedure intende attivare per accelerare il trasferimento dei ristorni fiscali versati dalla Svizzera ai Comuni che ne hanno diritto, già alle prese con le enormi difficoltà finanziarie prodotte dalle ripetute manovre di contenimento della spesa pubblica”.
“Nell’interrogazione – spiega l’onorevole del Pd Chiara Braga – chiedo al Governo quali iniziative e misure intende adottare per tutelare e garantire il pieno riconoscimento dei ristorni ai Comuni di confine, sia in riferimento al congelamento del 50 per cento dei ristorni del 2010, corrispondente, è bene ricordarlo, a circa 23 milioni di euro depositati, dal giugno dello scorso anno, presso un conto vincolato della Banca di Stato ticinese, che all’eventuale proposta, intrapresa unilateralmente in questi giorni dalla Confederazione elvetica, di ridurre al 12,5 per cento la quota dei trasferimenti da versare all’Italia”
“Ma non solo. Chiedo inoltre – continua la deputata comasca – quali siano le ragioni che impediscono la necessaria ripresa di un dialogo tra il nostro Paese e la Confederazione elvetica, e di avere notizia dell’impegno preso a suo tempo dell’Esecutivo, di convocare un apposito tavolo di confronto italo-svizzero. Infine interrogo il Governo anche sull’opportunità di garantire comunque, attraverso l’anticipazione di risorse proprie, il pieno riconoscimento dei ristorni agli enti locali di frontiera, affinché le questioni delicate aperte, a partire da quelle relative agli aspetti fiscali, possano essere risolte senza subire forme di pressione non rispettose degli accordi bilaterali in essere e senza far ricadere le conseguenze sui Comuni di confine e i lavoratori frontalieri”.

Ufficio Stampa

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