Fatto il rimpasto di giunta a Verbania: tutto come prima, o forse peggio

“Zacchera bis” dopo cinque mesi di faticosa e spassosa gestazione: stessa Giunta da record (dieci assessori), niente spazio al PID, abbandono polemico di Tigano, malpancismo diffuso nel PdL, strapotere della Lega Nord. Un vero successo politico.
Oggi s’aggiunge un altro cammeo alla straordinaria performance dell’Amministrazione Zacchera: si è finalmente chiuso il mitico “rimpasto di Giunta”.
Una titanica operazione politica partita più di quattro mesi fa, che a buon diritto s’iscrive tra le pagine “alte” della storia amministrativa cittadina: fuori Mantovani (PdL) e Airoldi (Lega), dentro Montani (Lega e senatore) e Marcovicchio (PdL). Un cammeo che si aggiunge ad altre purissime gemme di preziosa amministrazione: la giubilazione istantanea dell’assessore Preti, i cento giorni dell’aspettando Sottocornola, la delega “a porta girevole” di Parachini, il feroce siluramento della Mantovani, il tiro al bersaglio sui presidenti del Museo del Paesaggio, l’emorragia di consiglieri comunali dal PdL al PID (“Popolari Italia Domani”).

Ecco dunque per gli affezionati lettori di VB70 la sintesi degli straordinari accadimenti odierni. A mezzogiorno altisonante conferenza-stampa di presentazione della “nuova” (?) Giunta: i membri della Giunta, che il giorno prima erano nove, diventano  dieci, a puntuale conferma delle solenni dichiarazioni di Zacchera (“con il rimpasto ridurremo il numero degli assessori”); il “doppio incarico” si ripresenta con la gradevole variazione da sindaco-deputato ad assessore-senatore; qualche aggiustamento delle deleghe all’interno dell’affollatissima compagine di Giunta.

A mezzogiorno e mezza la prima reazione politica all’attesissimo rimpasto: il capogruppo del PdL in Consiglio Comunale sbatte la porta e se ne va. Per lettera contesta l’operazione appena varata, lascia l’incarico politico e diventa consigliere comunale indipendente. Il PID, lasciato fuori dalla porta con la “promessa condizionata” di un “vedremo più avanti, ma dovete fare i bravi”, osserva e silenzioso attende. La Lega Nord esce vincitrice dal “giro di valzer” degli incarichi: non soltanto rimanda al mittente la richiesta di rinunciare ad un posto in Giunta, ma porta a casa le deleghe alla Cultura, al Turismo e ai Grandi Eventi, mortificando più d’un assessore pdiellino. E alla “pancia” del PdL, cioè al numeroso Gruppo Consiliare in cui sono presenti diversi giovani e che in questi mesi ha molto sofferto la sostanziale estromissione dalle trattative per la nuova Giunta, Zacchera ha regalato questo raffinato e prezioso distillato di alta politica: “hanno capito che non si può far fare a tutti l’assessore“.
Questa operazione è un vero capolavoro di coesione! E s’annunciano due anni formidabili.

Intervento del consigliere del PD di Verbania Claudio Zanotti

Finanziamenti regionali al trasporto pubblico locale: i tagli saranno ancora piu’ pesanti del previsto. A rischio servizi e posti di lavoro

Aldo Reschigna

Il presidente della regione Cota sta preparando una brutta sorpresa agli enti locali, alle imprese e alle associazioni dei consumatori che oggi incontrerà per illustrare la situazione dei finanziamenti regionali al trasporto locale. Una sorpresa – afferma il capogruppo in regione del PD Aldo Reschignache avrà pesantissime conseguenze anche sui cittadini piemontesi.
L’attesa di un taglio del 15% dei finanziamenti rispetto al 2010, già ventilato nelle scorse settimane, è solo una speranza ottimistica. Il taglio reale infatti – continua Reschigna – contenuto in una bozza di delibera regionale recentemente predisposta, sarà del 23% per il 2012, con decorrenza dal prossimo primo aprile.
Una vera e propria mazzata per le imprese e i lavoratori che operano nel settore, e anche per i cittadini che vedranno tagliati servizi indispensabili per la vita quotidiana.
Un solo esempio, quello di GTT e del servizio sull’area metropolitana torinese: il taglio porterà con sé una prevedibile riduzione di 14 milioni di km sui 55 milioni attualmente percorsi, di una corsa su quattro e un esubero di circa 670 autisti.
Sono dati per noi inaccettabili. E’ necessario – conclude Reschigna –  trovare le risposte indispensabili perché il settore non sia penalizzato in un modo così pesante. Non si può infatti discutere di incentivi alle imprese, e poi tagliare un settore che per numero di addetti e per servizi resi ha una così grande importanza sociale.
Per questo ci aspettiamo che al più presto in Consiglio regionale l’assessore competente Bonino venga a illustrarci la situazione reale. Da parte nostra avvieremo una campagna di informazione della cittadinanza su quanto intende fare la Giunta regionale, che contrasteremo nel nostro ruolo di opposizione in tutte le sedi istituzionali.

PD VCO
Ufficio Stampa

I mancati pagamenti da parte della regione Piemonte stanno strangolando i consorzi socioassistenziali. Cota apra una linea di credito con Finpiemonte. La sollecitazione del PD.

Il gruppo regionale del Pd, con  il consigliere Mino Taricco, ha presentato una interrogazione con risposta immediata per sapere cosa intende fare la Giunta regionale di fronte alla situazione finanziaria di grande crisi in cui versano i consorzi socio-assistenziali e conseguentemente tutta l’assistenza piemontese.
“L’abnorme situazione creditoria dei consorzi socio-assistenziali nei confronti della Regione e delle aziende sanitarie locali sta condizionando pesantemente l’attività dei consorzi stessi e, soprattutto, sta conducendo al dissesto economico il sistema dei fornitori di servizi e prestazioni a fasce di popolazione di per se stesse già deboli e vulnerabili”, scrive Taricco.
“I dati sui tempi dei pagamenti dovuti da parte della Regione Piemonte ai consorzi socio assistenziali piemontesi fotografano con precisione la serietà della situazione: infatti, nel biennio 2010-2011, i pagamenti effettivamente effettuati non superano il 65 per cento di quanto liquidato (i consorzi di fatto attendono ancora il pagamento di oltre 31 milioni per l’anno 2010 e di oltre 18 milioni per il 2011)”.
“E’ necessario un intervento immediato se non si vuole lo strangolamento dei consorzi e delle aziende fornitrici, tenuto conto che gli stessi consorzi hanno già subìto, nel 2011, una pesante decurtazione di risorse rispetto agli anni precedenti e tale situazione è ulteriormente aggravata dai notevoli ritardi nei pagamenti”.
“Cota faccia la sua parte e in fretta”, conclude Taricco, “proceda ad un’immediata erogazione di risorse ricorrendo, se necessario, ad uno specifico fondo di anticipazione presso Finpiemonte s.p.a., come per altro già avvenuto per altri settori”.

PD VCO
Ufficio Stampa

Bersani: “Con Monti senza se, senza ma e senza tacere le nostre idee”

La replica del Segretario del PD Pier Luigi Bersani, ha concluso sabato 21 gennaio i lavori dell’Assemblea Nazionale del Partito, facendo una sintesi degli elementi emersi nei dibattiti in plenaria. (Leggi la relazione di apertura dei lavori)
Bersani ha ricordato, introducendo il suo intervento, l’anniversario della morte di Enrico Micheli, definito dal Segretario ‘un pilastro autentico delle politiche del centrosinistra, un democratico ante litteram’.
“Questa è stata una bella discussione – ha commentato Bersani – perché quando non ci sono posizionamenti, siamo un gruppo dirigente che si ascolta. È stata un’Assemblea sobria senza lazzi, frizzi e cotillons, perché in questo luogo si discute per cercare di dare la strada giusta ad un grande Partito quale è il nostro. Ieri c’è stata una raffigurazione del protagonismo e comprensione dei grandi temi europei. E in questo senso il nostro Partito possiede la tematica europea più di altri, nel panorama politico”.
Secondo il Segretario però “la domanda che è rimasta inevasa nella discussione di ieri è: perché l’ Europa è andata nell’epicentro della crisi? Dopo l’urto della crisi mondiale – secondo Bersani – si è scoperto che l’Europa non aveva le risorse per agire, e questo perché? Per istituzioni non coerenti, come diceva Gualtieri?”
Il Segretario si è dichiarato d’accordo con questa interpretazione: “C’è un deficit politico in Europa, non ci sono risorse politiche sufficienti. La globalizzazione mondiale, mentre in altri Paesi dell’America Latina ad esempio ha dato una spinta positiva, in Europa ha dato una frustrata micidiale al modello sociale europeo, trapelando una forte carenza di welfare strutturato, una tutela alta del lavoro. Questo è stato scompaginato. Inoltre – ha evidenziato il Segretario – la difesa della frustata, ogni Paese europeo se l’è fatta a casa sua, senza riconoscere nell’Europa un luogo dove si potessero difendere dei diritti acquisiti”.
“Mentre costruiamo la piattaforma europea il tema di fondo è come rifacciamo il nuovo modello di welfare. Noi come PD dobbiamo dare una mano a garantire i meccanismi di crescita tutelando lavoro e o mettendoli in equilibrio il sistema. Tutto in una dimensione europea altrimenti facciamo fatica ad uscire dalla crisi.
Noi siamo a sostegno del governo senza se, senza ma e senza tacere le nostre idee. Più chiaro di così non si può. Siamo stati limpidi chiari e coerenti e diremo la nostra a fin di bene.
Sulle liberalizzazioni siamo entusiasti che sia un governo che sta 8 ore su un pacchetto largo di manovre che abbracciano un universo vastissimo e non 9 minuti e mezzo come il precedente governo. Proporremo in Parlamento di fare di più con emendamenti precisi.
Lavoreremo per incalzare il governo e vorremmo che non si tentasse a riscrivere la storia o a inventare le notizie. Chi ha fatto le liberalizzazioni qualche hanno fa? Sull’Enel, per la telefonia, per le banche? Lo abbiamo fatto noi con una politica coraggiosa a discapito di una destra che ha fatto solo marce indietro. Noi abbiamo il diritto di parlare!”
Pugno di ferro contro i blocchi in Sicilia: “Capiamo il disagio, il problema, c’è stata una prima adesione anche della popolazione a una protesta che è parsa spontanea”, ha spiegato il segretario. “Ma adesso in molte zone della Sicilia un anziano che scende a fare la spesa non trova niente, ci sono blocchi e intimidazioni”, ha ricordato. Dunque, in vista dell’incontro di mercoledi’ del presidente Raffaele Lombardo con il premier Mario Monti, “o fermano il blocco o se non sbloccano si chiamano i prefetti”, ha ammonito.
“La preoccupazione non deve diventare paura, lo ribadiamo. Bisogna esserci e senza paura. Il paese deve percepire che c’è un governo che c’è affronta le difficoltà. Mettiamoci dentro anche il calore della solidarietà. Dopo l’incompetenze e le bugie che ci hanno dato negli ultimi tre anni è bellissimo che finalmente si parla di come affrontare i problemi seriamente.
Noi siamo nel Paese. Ci fermano per strada e ci chiedono risposte. Noi siamo effettivamente a disposizione di chi ci ferma per strada. La porta della nostra casa è solida, noi garantiamo grande impegno e responsabilità.
Ci siamo rafforzati ma abbiamo davanti problemi più importanti su come è messo il paese. Basta con gli umori pessimistici, trasmettiamo solidarietà e unità. Nel panorama storico, non siamo solo un partito: noi siamo una certa idea di democrazia per il nostro paese. Stiamo testardamente portando avanti un modo d’essere di partito perché abbiamo in mente un modo d’essere di democrazia e di politica costruita sul collettivo e fuori da modelli populisti. Abbiamo un mestiere che nessun altro può fare. Come gruppi dirigenti dobbiamo trasmettere fiducia e solidarietà. Solidarietà significa sentirsi definitivamente un partito. Andiamo avanti”.