Referendum mercoledì prossimo la decisione

Mercoledì 11 gennaio si riunisce in camera di consiglio  la Consulta per decidere l’ammissibilità dei referendum. Il nostro auspicio è che si esprima per il SI all’ammissibilità dei quesiti referendari per l’abolizione del cosiddetto Porcellum (così chiamato dallo stesso estensore della legge il leghista Calderoli che la definì una porcata). Nel caso la corte costituzionale ritenga inammissibili i quesiti referendari sulla legge elettorale, evento che molti disfattisti ritengono probabile, pretendiamo che il Parlamento tenga conto della volontà degli italiani, che è molto chiara: tornare ad eleggere i propri rappresentanti. Scriviamo questo perché la nostra esperienza è stata straordinaria e rivelatrice: i cittadini venivano a cercarci ai banchetti per lasciare la loro firma! Nella malaugurata ipotesi che la Consulta non accolga i referendum, il Parlamento segua la strada tracciata dal democratico Vannino Chiti che ha già lanciato l’idea di una “mozione di indirizzo” per una riforma parlamentare della legge elettorale.

Davide Bolognini, Alberto Nobili

Promotori Referendum contro Porcellum.

 

Cota: mai aumentato le tasse. Falso!

Roberto Cota uguale a Jean Claude (per sorridere.. si può?)

Il governatore del piemonte, il leghista Roberto Cota, continua a ripetere con continue dichiarazioni pubbliche di non aver alzato il carico fiscale, ma le mani nelle tasche dei piemontesi le ha messe, eccome: CARTA CANTA.
Chiamale tasse, accise o tariffe. Dal punto di vista tecnico e – secondo alcuni politico – sono provvedimenti differenti tra loro, ma di certo con un comune denominatore: un aumento delle entrate da parte dell’ente che li introduce e un sacrificio per il cittadino/contribuente.
Da giorni un iperattivo Roberto Cota continua a propinare ai giornali lo stesso refrain: “La Regione non ha aumentato e non aumenterà le tasse” ha detto nella conferenza stampa di fine anno e ribadito ancora nelle ultime ore alle agenzie. “Una linea che dovrebbe seguire anche il Governo Monti”. Affermazioni tecnicamente corrette, ma che di fatto rischiano di essere fuorvianti rispetto a provvedimenti varati quest’anno dall’amministrazione del Governatur.
A partire dall’accisa regionale sulla benzina. Un provvedimento approvato l’estate scorsa, attraverso il recepimento di una legge del 1993 mai applicata prima. Si tratta di 2,58 centesimi al litro in più in tutti i distributori del Piemonte, attraverso i quali piazza Castello conta di recuperare circa 27/28 milioni in un anno.
Non è finita. Tra i successi rivendicati dal presidente leghista, c’è anche il nuovo contratto sottoscritto con Ferrovie dello Stato nell’ambito del trasporto regionale su rotaia “dopo quattro anni di silenzio da parte della precedente amministrazione”. L’accordo con Trenitalia, intanto, ha portato a un aumento del 10% dei biglietti sui treni locali e del 18% sugli abbonamenti settimanali, mensili e annuali; e sono salite del 6% anche le tariffe dei biglietti degli autobus extraurbani.
Chiamale tasse o tariffe: il risultato non cambia: tasche vuote e, in certi casi, servizi sempre più scadenti vista la contestuale scelta di ostacolare in ogni modo l’arrivo di nuovi competitor sulle rotaie sabaude dell’amministrazione regionale (vedi il caso Arenaways sul quale l’assessore ai Trasporti Barbara Bonino fu costretta dal Consiglio a una clamorosa marcia indietro).
E poi c’è l’incremento dell’addizionale Irpef, l’applicazione dei ticket sanitari voluti dall’allora ministro dell’Economia Giulio Tremonti (e che altri suoi colleghi hanno rifiutato di utilizzare, compreso il compagno di partito Luca Zaia), il taglio dei trasferimenti ai comuni sul trasporto pubblico locale, che ha portato allo – sproporzionato a nostro avviso – aumento delle tariffe da parte di Gtt.
E non ci si può sempre nascondere dietro il recepimento di leggi nazionali, come pure sta facendo il governatore, perché nessuno ha imposto alle regioni un aumento delle accise sulla benzina o l’incremento delle addizionali Irpef: è stata offerta un’opportunità di incrementare le entrate che piazza Castello non si è lasciata sfuggire.
Sul tema interviene il capogruppo Pd a Palazzo Lascaris, Aldo Reschigna «Si prende dalle tasche dei cittadini non solo quando si aumentano le imposte, ma anche quando non si garantiscono più i livelli dei servizi, quando non si garantiscono più le borse di studio universitarie o, come succederà quest’anno, si diminuiscono gli interventi sulle politiche sociali e si tagliano i servizi incidendo anche in questo modo sulle persone e sulle comunità locali».

Articolo tratto da www.lospiffero.com

Bilancio politico 2011 del PD del Verbano Cusio Ossola

Tentare di riassumere nero su bianco l’attività provinciale del PD non è semplice.
E’ giusto però tentare di farlo anche per rendere contro del lavoro fatto sia agli iscritti, che ai simpatizzanti ed ai nostri elettori.
Pubblichiamo infatti un file con la sintesi delle principali iniziative svolte nel 2011, e che si possono riassumere così: oltre 25 iniziative pubbliche, nuovo sito PD con aumento del 41% di contatti nel 2011, oltre 150 tra comuncati e conferenza stampa, 41 news letter inviate agli oltre 4 mila contatti,  nuovo servizio agli iscritti e simpatizzanti di rassegna stampa settimanale, decine di riunioni  ed assemblee provinciali. Potete cliccare qui per scaricare il file completo del [download id=”90″]

Sanità: giunta regionale “costretta” al confronto. Non si può andare contro il territorio

Aldo Reschigna

Finalmente potremo discutere di Sanità nel merito: è la vera novità negli ultimi giorni.
E’ questo l’inizio di una intervista degli scorsi giorni al quotidfiano La Stampa di Aldo Reschigna, capogruppo del PD in Regione.
Reschigna apprezza l’apertura di una giunta che è stata “costretta” a comprendere di poter raggiungere gli stessi obiettivi attraverso il confronto e non con la mera difesa di posizioni di partito. Puoi scaricare cliccando qui [download id=”89″]. Nella stessa pagina intervista anche al presidente Cota.

Convocazione Prefettura per crisi SIT CUPRO in Fallimento

Sabato 7 gennaio 2012 alle ore 10.00 è stato convocato in Prefettura l’incontro presieduto dal sig. Prefetto, tra OO.SS., Curatore Fallimentare e Istituzioni.
L’incontro si è reso necessario per affrontare la problematica situazione che si è determinata.
Infatti, l’obbiettivo di questo incontro è quello di verificare l’eventuale possibilità di poter utilizzare ulteriori mesi di CIGS ed evitare/rinviare i licenziamenti dei lavoratori che, come noto, hanno già ricevuto la lettera che comunica la fine del rapporto di lavoro.
Questa necessità si rivela utile (indispensabile) per poter gestire una fase di riavvio dello stabilimento di Pieve Vergonte con la nuova società che ha acquistato dal Fallimento (VCO COPPER) e che vede, nel suo piano industriale, tempi lughi di attuazione.
I lavoratori, per conformità anagrafica, hanno quasi tutti 1 o 2 anni di Mobilità (pochi riescono ad avere il diritto al terzo anno) e i tempi di attuazione del piano industriale vanno oltre la copertura stessa degli ammortizzatori crendo un possibile scenario a rischio di “nessun lavoro e nessuna tutela”.
Riteniamo, come OO.SS., incoraggiante l’attenzione che Il Sig. Prefetto e le Istituzioni stanno dedicando in questa difficile e delicata fase e siamo convinti che ottenere ulteriore copertura di ammortizzatori sociali sia un obbiettivo raggiungibile e percorribile utile a salvaguardare posti di lavoro che, soprattutto su questo territorio, sono preziosi.

FIOM CGIL del VCO

L’Arena area degradata? IL PISU di Verbania dice il falso.

Il capogruppo Pd in Regione, Aldo Reschigna, contesta formalmente l’esito della valutazione del Pisu del Comune di Verbania e chiede la revoca del giudizio di ammissibilità che ha dato il “via libera” al mastodonte cementizio all’arena.
I Gruppi di Minoranza in Comune lo scorso marzo con un circostanziato Esposto alla Regione Piemonte avevano radicalmente contestato l’ammissibilità del finanziamento al cosiddetto Centro Eventi dell’arena per mancanza del requisito fondamentale richiesto dal Bando, cioè la condizione “di degrado” dell’area interessata all’intervento. Oggi il capogruppo Pd in Regione chiede la revoca dell’ammissibilità del finanziamento per la stessa, inoppugnabile ragione. Qui di seguito potete leggere l’intervento di Aldo Reschigna.

Martedì ho scritto una lettera all’Assessore Giordano, al Direttore delle Attività produttive ed ai componenti il Comitato di valutazione del PISU di Verbania, per chiedere di mettere in atto l’autotutela amministrativa tesa a revocare il giudizio di ammissibilità, espresso in data 12 ottobre 2011, sul progetto presentato dal Comune di Verbania e che prevede la costruzione del nuovo teatro sulla foce del torrente S. Bernardino. Ho molto riflettuto prima di compiere questo atto perché la conseguenza potrebbe essere la revoca del finanziamento regionale di 12,5 milioni di euro. Ma, poi, ho deciso che era mio dovere farlo, anche se riceverò critiche da più parti.
Nel formulare la lettera non ho pensato alla polemica che da almeno 7 anni attraversa il dibattito cittadino sull’utilità della costruzione del teatro e sul dove farlo. Ho le mie opinioni al riguardo, non le ho mai nascoste e considero sbagliato che in Amministrazione si parli solo di questo tema, quando la città vive una condizione economica e sociale difficile. Così come considero sbagliato che una tra le poche opportunità di finanziamento per la città venga utilizzata per un intervento che non apporterà alcun beneficio economico per la città, perché di centri congressi sul lago ce ne sono molti altri. Ma queste sono opinioni sul merito.
Nello scrivere la lettera all’Assessore Giordano ha prevalso in me un valore a cui non voglio rinunciare, che è quello della correttezza nella pratica amministrativa. Cerco di spiegarmi. La Regione ha stabilito alcuni criteri nell’esame delle domande, alcuni dei quali venivano, dalla stessa, considerati indispensabili perché il progetto fosse considerato ammissibile. Voglio richiamare l’attenzione su alcuni aspetti che a me appaiono tutt’altro che chiari. Tra i criteri di valutazione di merito vi era un punteggio minimo di otto su dieci, pena la non ammissibilità del progetto, riferito alla “idoneità dell’investimento ad ovviare ad una dimostrata situazione di degrado”; la commissione ha assegnato al progetto di Verbania 8 punti. Ma come può essere considerata l’area adiacente a Villa Maioni “di dimostrata situazione di degrado”? Quell’area era di degrado quando è stato dismesso l’impianto di lavorazione di inerti. Quell’area è stata recuperata con un finanziamento della Comunità Economica Europea, della Regione e dello Stato. Quell’area, oggi, è un parcheggio, un parco con percorsi pedonali, una spiaggia attrezzata, un chiosco ed una arena per gli spettacoli. Come può la commissione aver considerato tutto ciò “degrado”?
Lo stesso ragionamento lo si può fare su un altro requisito, considerato indispensabile, che è riferito al completamento con interventi già finanziati con risorse regionali, comunitarie e nazionali. Completare non significa sostituire o distruggere quello che è stato fatto. Sono queste le ragioni per le quali la Regione deve tornare sui suoi passi e sulla scelta compiuta, ripristinando una condizione di rispondenza con i criteri che la stessa si era data, che è stata alterata, probabilmente, a seguito di pressanti pressioni politiche.