Lega Nord e le firme contro il centro islamico nell’Ossola: la solita demagogia.

Massimiliano Testore

Il Circolo del Partito Democratico di Domodossola, Trontano e Masera, PRESO ATTO del fatto che la Lega Nord ha presentato al Sindaco Cattrini, prima del consiglio comunale di Domodossola del 30.11.2011, l’esito di una raccolta firme contro la “costruzione di una moschea in Ossola”; evidenzia quanto segue:
–    la Lega, tentando di recuperare il consenso elettorale, perduto negli anni di pessimo governo nazionale e locale, si è esercitata nella sua peggiore caratteristica: quella di suscitare immotivati timori nei cittadini sollecitando inesistenti problemi ben lontani dalla realtà dell’Ossola;
–    la recente raccolta di firme è la dimostrazione della incapacità da parte della Lega di leggere, interpretare, comprendere ed affrontare le reali e attuali gravissime difficoltà che toccano i cittadini Ossolani e dell’Italia intera;
Il Circolo del Partito Democratico di Domodossola, Trontano e Masera, precisa che precisa che
–    non risulta esservi alcuna richiesta da parte di alcuna comunità religiosa di costruire templi di religioni diverse da quella cattolica nel territorio di Domodossola;
–    pertanto la questione suscitata dalla Lega è palesemente astratta e avulsa dal contesto cittadino;
–    nel merito, si deve comunque ricordare che la Costituzione della Repubblica garantisce la libertà di culto e pertanto l’azione della Lega si pone ancora un volta al di fuori dalla nostra Carta Fondamentale e dalle convenzioni internazionali che riconoscono i diritti inviolabili di tutte le persone;
–    infine merita un cenno il fatto che “proibire” il libero culto o comunque l’incontro alla luce del sole di qualunque comunità o minoranza non può che provocare segregazione, esclusione e difficoltà di integrazione, con drammatici rischi per la sicurezza e la civile convivenza.

Massimiliano Testore,
coordinatore circolo PD Domodososola

Domodossola, 01.12.2011

Le promesse “fuffa” di Marinello e De Magistris della Lega Nord: nemmeno un mese per essere smentiti!

Antonella Trapani

“La montagna rimane una priorità”. Così apriva il comunicato stampa (clicca per visionarlo) dei consiglieri regionali leghisti Marinello e De Magistris dello scorso 25 ottobre quando l’assessore Maccanti e l’assessore Quaglia avevano dichiarato e confermato che per quest’anno la Regione Piemonte garantiva il 100% dei trasferimenti   economici diretti alle comunità montane, al personale dei parchi e delle riserve naturali, e all’economia montana e forestale relativamente agli oneri collegati a operai e impiegati, relativi all’anno 2011.
Il comunicato stampa leghista recitava testualmente: “Si tratta di un grande segnale di sostegno al territorio e al pacchetto montagna che questa Giunta regionale vuole; ancora più importante nel contesto di enormi difficoltà in cui si trovano tutti i bilanci pubblici. E’ stato confermato l’impegno che era stato preso nei giorni scorsi che per il nostro territorio vuole dire che le tre comunità montane potranno coprire le spese correnti per l’anno senza problemi. Stesso discorso per le realtà dei parchi e dell’economia forestale. Questa è la dimostrazione concreta di come, in una realtà economica estremamente complessa, comunque la montagna rimanga una priorità”.
Esattamente a distanza di un mese,venerdì 25 novembre, – afferma il segretario provinciale del PD Antonella Trapani la Regione ha inviato una lettera a tutte le comunità montane annunciando la riduzione del 25% del fondo montagna per il 2011, ovvero ad esercizio in corso, anzi a soli cinque giorni di distanza dal termine ultimo per approvare gli assestamenti di bilancio“.
La stessa operazione di tagli già compiuta per quanto riguarda i Consorzi dei servizi sociali.
Complessivamente, il fondo montagna passa da 16.270.000 a 12.717.372 euro (- 3.552.328), Per la Comunità delle Valli dell’Ossola si passa da 1.866.526 a 1.438.547 euro (-427.979), per la Comunità dei due laghi, Cusio Mottarone e Val Strona si passa da 582.144 a 492.602 euro (-89.542) e per quella del Verbano da 433.349 a 350.997 (-82.352).
Nessuno nega le difficoltà in cui tutti gli enti si trovano, quello che è inaccettabile – continua il segretario Antonella Trapani –  è la mancanza di serietà di questa giunta a guida Lega-Pdl che dimostra con le promesse infrante a distanza di un mese, tutta la sua inadeguatezza nell’affrontare i problemi con chiarezza e responsabilità,  Speriamo che con l’approvazione dell’assestamento la Regione faccia marcia indietro e confermi quello che i suoi assessori e i consiglieri leghisti del territorio avevano promesso e diffuso alla stampa un mese fa“.
Gli impegni presi vanno assolutamente rispettati…soprattutto quando la promessa è stata fatta 30 giorni fa!

PD VCO
Ufficio Stampa

10 milioni di euro in meno per i servizi sociali: i tagli di Cota in Piemonte

Aldo Reschigna

Quanto annunciato oggi dalla Giunta Cota a sindacati e autonomie locali conferma purtroppo come fosse reale il rischio che avevamo denunciato la settimana scorsa.
Con la conferma di una riduzione degli impegni di oltre 10 milioni di euro sui 160 previsti nell’accordo siglato solo lo scorso luglio – che già risentiva pesantemente dei tagli provocati dalla manovra Tremonti – la Giunta Cota ha dimostrato la sua inaffidabilità. Neanche le intese che firma é in grado di mantenere.
Questa ultima riduzione di risorse colpisce in particolare gli interventi per le famiglie, gli anziani non autosufficienti e i malati di mente, insieme con gli enti gestori dell’area metropolitana che erano stati particolarmente colpiti dai tagli precedenti.
Con questo ulteriore taglio Cota si assume la responsabilità gravissima di mettere i consorzi socioassistenziali in una condizione molto difficile, sull’orlo del tracollo finanziario. Non è infatti più possibile per i Comuni e gli enti gestori fare variazioni di bilancio che compensino i mancati introiti.
Questa è una ulteriore dimostrazione che agli impegni e alle promesse la Giunta regionale non é in grado di far seguire i fatti.
Stupisce infine che all’incontro di oggi con le parti sociali e le associazioni degli enti locali, in un momento così delicato per il sistema del welfare Piemonte, fosse assente l’assessore all’assistenza Monferino. Non è questo il modo di onorare la nuova delega, che a questo punto auspichiamo non sia solo un’attribuzione formale.

Dichiarazione di Aldo Reschigna

Piano sociosanitario della Regione: le critiche unitarie dalle Parrocchie e dai Sindacati del VCO

Pubblichiamo il documento di analisi e di (forte) critica alla bozza di Piano socio-sanitario 2011-2015 della regione Piemonte,  elaborato congiuntamente dalle Confederazioni di CGIL-CISL-UIL e dai Vicariati e Parrocchie e dalle Associazioni Conferenza di partecipazione del Verbano – Cusio – Ossola.
Le scriventi organizzazioni del Verbano-Cusio-Ossola desiderano con questo documento esporre alla IV Commissione del Consiglio regionale del Piemonte la propria opinione sulla bozza di Piano socio-sanitario 2011-2015.
Innanzitutto, rileviamo come – al di là di alcune affermazioni di principio (in parte anche condivisibili) – la bozza presentata non abbia la caratteristica di un Piano organico, ma piuttosto quella di una legge-delega, che affida di fatto alla sola Giunta regionale il mandato di decidere nel merito come realizzare un Piano, cioè quali azioni effettive predisporre di volta in volta.
In questo modo si rischia di NON avere nel Consiglio regionale un voto largamente condiviso attorno a uno strumento di questa portata e di limitare o di annullare la partecipazione dei territori a scelte essenziali per la vita delle persone.
Dopo la legge annuale finanziaria, la gestione del Piano socio-sanitario è l’impegno più importante della Regione, un impegno che assorbe oltre l’80% del bilancio; è questo un motivo in più per stimolare la pratica della partecipazione a tutti i livelli, al fine di garantire la massima condivisione delle scelte e la massima efficienza del sistema.
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Nel contenuto del documento NON condividiamo:
1) LA SEPARAZIONE DEGLI OSPEDALI DALLE ASL, che comporta la concentrazione delle decisioni a livelli lontani dal territorio e non in grado di percepirne le reali esigenze; ricordiamo che un recente riordino aveva già ridotto significativamente il numero delle ASL piemontesi;
2) ne viene di conseguenza LA SEPARAZIONE DELLA SANITA’ (affidata alle ASO) DALLA ASSISTENZA (affidata alle ASL), scelta che non tutela compiutamente i pazienti
3) LA CONCENTRAZIONE IN UN OSPEDALE DI “RIFERIMENTO”, quale l’Ospedale Maggiore della Carità di Novara, con un’area geograficamente molto estesa, comprendente ben una dozzina di ospedali e oltre 10.000 addetti sparsi in 4 provincie e un territorio come il VCO completamente montano (75 Comuni su 77), con gravi problemi di comunicazione (vallate, strade, autostrade, trasporto pubblico); ad esempio, quali trasporti e quali tempi di percorrenza tra il S. Biagio di Domodossola e l’Ospedale di Biella?
4) LA SOPPRESSIONE DELLA CONFERENZA DEI SINDACI E DEL COMITATO DI PARTECIPAZIONE DELLE ASL, quali strumenti di programmazione sanitaria e socio-assistenziale, che ben rappresentano le esigenze del territorio
5) IL FUTURO INDEFINITO DEI CISS e, quindi delle modalita’ dell’assistenza, che rischiano passi indietro significativi; la Regione, a un anno dalla legge di abrogazione, non ne ha ancora definito le nuove forme di regolamentazione e, a oggi, non vi e’ chiarezza sugli obiettivi che si vogliono perseguire
6) L’ACCORPAMENTO DI 4 ASL (Novara, Vercelli, VCO e Biella) IN UN’UNICA ASL DI QUADRANTE, con la creazione nel VCO di un solo distretto (popolazione minima per distretto 150.000 abitanti); vi saranno così una sola ASO e una sola ASL (a Novara), che gestiranno tutto, ospedali e territorio.
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LA NOSTRA PROPOSTA PER LA SANITA’
OSPEDALE:
LE ASL GARANTISCANO LA CONTINUITA’ “PREVENZIONE – OSPEDALE – TERRITORIO”. GLI OSPEDALI GENERALI DEL VCO (Castelli e S. Biagio) SIANO CONSIDERATI “OSPEDALE UNICO PLURISEDE”, a prevalenza chirurgica a Domodossola e medica a Verbania, CON DUE D.E.A..
Si propone che le scelte di collocazione delle diverse specialità avvengano sulla base di dati scientifici ed epidemiologici.
L’ASL VCO SIA DIRETTA DA UN DIRETTORE GENERALE, che gestisca congiuntamente gli ospedali e il territorio provinciale.
SIA RICONOSCIUTA nel concreto al VCO quella caratteristica di SPECIFICITÀ MONTANA, prevista dallo Statuto della Regione Piemonte.
COQ DI OMEGNA: VENGA STABILIZZATO, dopo 10 anni di sperimentazione, che consideriamo positiva.
SANITA’ PRIVATA: SIA CONSIDERATA UNA RISORSA COMPLEMENTARE alla sanità pubblica e valutata per la qualità dei servizi che offre e per l’apporto evidente all’economia del territorio.
In questa logica, si rende necessario prevedere un sostegno pubblico all’investimento privato, tramite la garanzia di convenzioni per quei servizi qualificati che la sanità pubblica non è in grado di offrire.
SPECIALISTICA AMBULATORIALE
Viene svolta sia in Ospedale sia nei Distretti. Dovrebbe essere gestita dai Distretti, ma il Piano Regionale non definisce tale collocazione; anzi, si intravede che sia gestita a livello ospedaliero, scelta che non possiamo condividere perché penalizzerebbe ulteriormente la mobilità dei cittadini.
DISTRETTI
La caratteristica montana della nostra Provincia (75 Comuni su 77, 3 Comunità montane, difficoltà di trasporto, lunghe distanze) impone che venga corretto in 50.000 abitanti il limite minimo per distretto, mantenendo l’attuale organizzazione su 3 distretti nel VCO.
FINANZIAMENTO DEI SERVIZI TERRITORIALI
Si chiede che il finanziamento sia riconosciuto rivedendo i parametri attuali e considerando una maggiorazione, in quanto il nostro territorio ampiamente montano sopporta costi superiori per garantire i servizi rispetto a Torino, dove 160.000 persone costituiscono un quartiere, con limitate distanze territoriali. Nei servizi territoriali consideriamo i Centri di cure primarie, la cui costituzione va incentivata,
sollecitando il positivo apporto dei medici di famiglia.
CENTRALE DI EMERGENZA 118
Mantenere la centrale operativa a VERBANIA, per tutto il quadrante, in quanto ristrutturata solo 2 anni fa. Risulta quella più tecnologicamente avanzata e con la migliore rete radio/GPS dell’intero Piemonte; perchè, quindi, spendere circa 1 milione di euro per costruire una nuova sede a Novara? La Giunta regionale ci dice che si devono contenere i costi; è questo un obiettivo strategico o no,
vale sempre o no?
RIDUZIONE DEI TEMPI DI ATTESA
Non è piu’ rinviabile procedere a un’ulteriore centralizzazione delle prenotazioni, collegata a una maggiore diffusione dei punti di accesso sul territorio di ogni Asl per le prenotazioni; nel piano non si individuano nè quanti di essi saranno ubicati nelle varie Asl nè i tempi di realizzazione
BISOGNO DI SALUTE PRIMA DELL’INSORGERE DELLA MALATTIA
Si condivide la frase concernente la valutazione di tale bisogno, ma il Piano è tutto impostato sulla centralità della medicina e dell’Ospedale (si privilegia la tecnica rispetto al sociale); cioè si risponde alla domanda di cura e non a quella di salute.

LA NOSTRA PROPOSTA PER IL SOCIO ASSISTENZIALE
NUOVI ENTI PER LA GESTIONE DEI SERVIZI
Prevedere la costituzione di un unico Ente Socio Assistenziale per il VCO, nella logica della razionalizzazione delle risorse e di una qualità omogenea dei servizi; è indispensabile che ne facciano parte tutti i Comuni, con identica quota pro capite quale contributo e con identica
modalità dei servizi offerti.
COOPERATIVE SOCIALI
Non va poi dimenticato l’apporto considerevole da loro offerto; da molti anni vengono loro affidati degli appalti, più spesso per contenere i costi piuttosto che per ottenere una diversa qualità dei servizi. Non è accettabile che ora si taglino i fondi per la loro sopravvivenza, che le si costringa a ridurre le ore di lavoro e/o il personale, che non si saldino i crediti che vantano per il lavoro già prestato. Guardiamo con favore alla recente iniziativa del costituito Consorzio cooperative sociali, che sappia sempre meglio progettare e coordinare gli interventi.
FONDO PER LA NON AUTOSUFFICIENZA
E’ indispensabile (cosi’ come richiesto con forza con le 200.000 cartoline sottoscritte da cittadini piemontesi e consegnate dai sindacati al Presidente Cota il 5 ottobre 2011) per consentire al settore sociale la certezza di mantenere almeno i servizi erogati nell’anno 2010, prima dei tagli già effettuati. Va istituito con un’apposita legge regionale e le risorse devono essere commisurate alle “necessità delle persone”; quindi, la Regione deve impegnarsi a reperirle.
Il fondo deve poter garantire risposte adeguate in termini di posti letto per non autosufficienti, di ricovero di sollievo, di quote di compartecipazione delle famiglie, di efficienza dei servizi per le categorie protette.
Solo così si potranno ridurre le attuali liste di attesa; oggi nel VCO sono 450 le persone, che nella migliore delle condizioni aspettano in media 2 anni per essere inserite nelle strutture. E’ una situazione non piu’ tollerabile, che lede il “diritto alla salute” dei cittadini più deboli.
Peraltro, è stata proprio la Regione Piemonte a prevedere con la delibera di Giunta n. 46–528 del 4 agosto 2010 l’obiettivo del 3% dei posti letto per anziani. La nostra ASL, per contro, ha la percentuale più bassa in Piemonte (1,72%) e, quindi, si rende indilazionabile autorizzare subito i 100 posti letto già finanziati nel 2010.
Il fondo deve garantire l’applicazione dei LEA per TUTTE le persone riconosciute non autosufficienti (come prevedono le norme regionali); viste le gravi difficoltà finanziarie delle famiglie, si chiede di voler considerare una riduzione della loro compartecipazione alla spesa.
E’ prioritario prestare la massima attenzione alle esigenze degli ammalati psichici, dei disabili, delle persone afflitte da dipendenze gravi e delle loro famiglie. Difendere i piu’ deboli e bisognosi, cioè coloro che non hanno voce, è un obbligo non solo morale della nostra societa’
Per il reperimento delle risorse proponiamo di attingere alla fiscalità generale, anche sollecitando i Comuni ad attivare gli accordi, previsti dalla legge, con l’Ufficio delle entrate per la lotta all’evasione.
CULTURA dell’INTEGRAZIONE TRA SOCIALE E SANITARIO
Risulta molto ridotta nel Piano la parte riservata al sociale (solo 6 pagine): necessita, invece, rimarcare con forza il passaggio dal concetto del “medico figura centrale” a quello del “pazienteutente” al centro in tutte le fasi del bisogno. Solo così si può seriamente realizzare un percorso di presa in carico del paziente”.
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I SETTORI NON ESPLICITATI NEL PIANO, MA OBBLIGATORI
1) RIORDINO DELLA RETE OSPEDALIERA: con quali specialita’, con quali posti letto in ogni ospedale, con quale confronto con gli enti locali e con le associazioni territoriali?
2) EDILIZIA SANITARIA: non esiste alcuna programmazione di interventi da attuare nel periodo 2011-2015
3) STRUTTURE PER ANZIANI NON AUTOSUFFICIENTI: non si indica alcun programma, nè per nuove strutture pubbliche nè per nuove convenzioni e autorizzazioni, al fine di aumentare le attuali esigue disponibilità e di raggiungere l’obiettivo dichiarato con la delibera 4 agosto 2010 n. 46-528
4) POSTI LETTO “DI SOLLIEVO”: pur essendo insufficienti, non viene previsto alcun programma per realizzarne di nuovi nel quinquennio; anzi, se ne sta riducendo il numero, proprio mentre si vanno riducendo i periodi di degenza media ospedaliera
5) MALATTIA MENTALE: non si conoscono i percorsi che il paziente deve seguire nè quali azioni saranno svolte sia a livello ospedaliero sia sul territorio. Va assolutamente chiarito di chi sia la competenza (ospedale o territorio?), in un settore che ha vissuto in questo ultimo anno notevoli difficoltà degli utenti e delle loro famiglie, a causa dei gravi tagli decisi
6) SALUTE DELLE DONNE: non vi e’ alcun cenno a riconfermare il ruolo fondamentale dei “consultori”, in un tempo nel quale sia le famiglie in difficoltà sociali ed economiche sia le popolazioni di immigrati hanno notevole necessita’ di utilizzare tali strutture
7) RISPARMI CONSEGUITI NEL SETTORE SANITARIO: siano destinati a garantire il turn over del personale (sinonimo di continuità e qualità dei servizi) e a un ulteriore finanziamento del settore socio-assistenziale.
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LE NOSTRE CONCLUSIONI
Si tratta di un piano sanitario (e non socio-sanitario) assolutamente generico, che contiene molte ovvieta’; se ne desume una visione verticistica della programmazione sanitaria, tutta affidata agli organismi regionali (assessore – direttore assessorato – direttore Aress – direttori generali delle 6 Aso previste in Piemonte).
Viene eliminata la Conferenza dei sindaci, privando cosi’ i territori di qualcuno che li rappresenti.
Non viene riconosciuta alcuna partecipazione alle forze sociali e alle organizzazioni di volontariato dei territori, su un tema molto delicato quale quello del “diritto alla salute”.
Il Piano indica solo delle enunciazioni di principio e non dice come si svilupperanno negli anni 2011/2015 gli atti concreti di attuazione, ivi compreso il reperimento delle risorse finanziarie per gli investimenti e per la crescita.
Siamo assolutamente contrari a che – per la votazione sul Piano – la Giunta regionale ponga la “fiducia”, perche’ ciò testimonierebbe solo che con la forza dei numeri si vuole approvare un cosi’ importante documento, senza confronto, quindi senza il necessario approfondimento.

Verbania 23 novembre 2011

Confederazioni CGIL-CISL-UIL Pensionati SPI-FNP-UILP
Vicariati e Parrocchie Associazioni Conferenza di partecipazione

In consiglio provinciale, PD in pressing sul dimensionamento scolastico.

Consiglio provinciale tecnico quest’oggi a Villa San Remigio con l’approvazione della variante di bilancio di assestamento che è passata con i voti favorevoli della maggioranza e l’astensione di tutte le minoranze, che prevede fra le altre voci l’acquisto di un terreno a Crodo che sarà poi trasferito all’istituto Agrario e la rottamazione di12 autovetture in essere alla provincia.
Particolarmente acceso il confronto sul tema dimensionamento scolastico. Il PD ha presentato un ordine del giorno con la quale invita l’amministrazione provinciale “a non avere fretta – ha detto il capogruppo dei democratici Giuseppe Grieco – nell’elaborare un piano che potrebbe pregiudicare l’eccellenza della formazione costituendo 3 nuovi istituti comprensivi e con il mancato rinnovo dei loro contratti a tempo determinato per 12 persone.”
Il consigliere del PDL, Lidia Carazoni, ha ricordato come nell’area di Verbania si è giunti ad un accordo con tutti i soggetti interessati andando a costituire due istituti comprensivi alla Quasimodo, alla Ranzoni ed una a carattere prettamente montano a Bee.
Ed anche l’assessore all’istruzione, Claudio Cottini, ha voluto rimarcare come l’accordo raggiunto nell’area montana di Verbania possa legare in modo stabile il territorio. Ordine del giorno che non è passato con i voti contrari della maggioranza consigliare ed i voti favorevoli delle minoranze. In conclusione il PD ha chiesto all’assessore Marcella Severino, con la delega al bilancio, di intensificare il pressing sulla Regione per garantire anche l’anno prossimo i fondi necessari per finanziare il bonus benzina.

Dal sito di teleVco