Manifestazione contro i tagli alla sanità a Torino

Sabato 17 settembre, alle ore 16.00, in Piazza Carignano, a TORINO, il Partito Democratico del Piemonte e il Gruppo consiliare regionale del PD organizzano una grande manifestazione dal titolo “LA SANITA’ NON SI TAGLIA. IL PIEMONTE SCENDE IN PIAZZA PER SALVARE I SERVIZI SOCIALI E SANITARI”.
Anche dal vco partira una delegazione in più Pullman (per partecipare telefona allo 0323 401272 – orari ufficio – o invia una email a info@partitodemocratico.vb.it
Amministratori, operatori della sanità e dei servizi sociali, famiglie e cittadini di tutte le Province del Piemonte scenderanno in piazza per testimoniare le grandi difficoltà in cui versano i servizi sociali e sanitari della nostra Regione a causa delle politiche della Giunta Cota e del Governo nazionale.

Manovra: la pagano i cittadini. La mobilitazione del pd.

I tagli ai comuni e agli enti locali nei fatti restano. A pagarne le conseguenze saranno i cittadini. La mobilitazione del pd.
E’ questo il titolo del comunicato stampa inviato oggi (martedì 30 agosto 2011) agli organi di stampa e che di seguito riportiamo.
La manovra del governo varata ieri è vergognosa e iniqua.
Azzerato il contributo di solidarietà per i più ricchi, nessuna misura contro gli evasori fiscali in compenso tagli alle pensioni e conferma dei tagli economici agli enti locali.
“La giustizia di Berlusconi e di Bossi è dunque la seguente: non si può rompere il patto con gli evasori fiscali e gli esportatori illeciti di capitali, ma lo si può rompere con chi è stato tanto fesso da servire il paese facendo il militare o da studiare e poi riscattare di tasca propria la laurea. Dopo il patto di ieri ad Arcore, i conti della manovra del governo tornano ancora di meno e le ingiustizie pesano ancora di più”.
Nel merito dei tagli alla politica l’eliminazione delle province e il dimezzamento dei parlamentari avverrà con una legge costituzionale. Ovvero tempi biblici e nessuna certezza che questo avverrà davvero.
In merito ai tagli agli enti locali se, da una parte, la battaglia dei sindaci ha ottenuto l’esclusione di scelte drastiche e unilaterali del governo in materia di riaccorpamento dei piccoli comuni, rimane il vero nodo dei tagli economici.
Dei previsti 9 miliardi di tagli ne rimangono ben 7 in questa manovra.
Ovvero 7 miliardi di euro in meno per i bilanci dei comuni, province e regioni.
Tagli che ricadranno pesantemente a cascata sui cittadini, anche del VCO.
Meno servizi per i più bisognosi, meno servizi per la scuola, gli asili, i disabili, i malati.
Non è retorica ma solo la verità.
Basta guardare cosa succede nel nostro territorio ai servizi sociali che denunciano l’impossibilità di proseguire a fornire servizi adeguati alle esigenze.
E ora un nuovo taglio che si aggiunge ai precedenti.
Ci aspettiamo che Zacchera e gli altri parlamentari, Montani e Zanetta, siano conseguenti alle loro promesse e non votino questa iniqua manovra.
Nei prossimi giorni il Partito Democratico del VCO lancerà una campagna di mobilitazione, contro questi provvedimenti, nei principali comuni organizzando banchetti per dire no alla manovra e presentare le nostre proposte alternative.
PD VCO
Ufficio Stampa

Manovra economica: il documento della segreteria del PD del VCO.

Pubblichiamo il documento elaborato da Antonella Trapani e dalla  segreteria PD VCO sul tema della manovra di ferragosto e presentato oggi (lunedì 29 agosto) in conferenza stampa (clicca qui).

La crisi ha messo l’acceleratore alle richieste di riforma che provengono dai cittadini e ha fatto partorire al Governo un decreto che, il Partito Democratico del Vco, respinge fortemente perché assolutamente inadeguato all’esigenza di far crescere il Paese e perché colpisce i “soliti noti” e non chi finora non ha mai pagato: ossia gli evasori fiscali. Si parla di 20 miliardi recuperati da deleghe assistenziali e fiscali di cui non si sa nulla, mentre le clausole di salvaguardia sono un taglio colossale delle detrazioni fiscali pari al 20%, a scapito delle famiglie, e all’incremento di tassazioni indirette e accise. Siamo di fronte ad un complesso di provvedimenti che mettono in discussione la tenuta dello stato sociale e che prevedono un’ulteriore e insostenibile riduzione del perimetro di intervento del pubblico. La soppressione delle festività civili implica, oltre ad un impatto culturale inaccettabile, un effetto depressivo sui consumi, senza miglioramenti significativi sulla produttività. Gli interventi sulle relazioni industriali e sui rapporti di lavoro sono un’intromissione nell’autonomia delle parti sociali.
Il Partito Democratico intende correggere alla radice le iniquità della manovra ed introdurre interventi per lo sviluppo sostenibile ed è per questo che ha presentato a livello nazionale un suo pacchetto di proposte alternative. Come è sempre più chiaro, è la battaglia per la crescita e l’occupazione, in particolare giovanile e femminile, la vera sfida da vincere nel rispetto degli ineludibili vincoli di finanza pubblica. E’ una sfida che riguarda l’Italia e l’Europa.
Per quanto riguarda la riforma dello Stato e degli enti locali, il Partito Democratico del Vco ritiene che una riorganizzazione non debba essere finalizzata ad un nuovo equilibrio interno ai poteri della Repubblica ma ad offrire a cittadini, comunità ed imprese servizi sociali ed economici degni di un paese occidentale. Ed inoltre una riforma è impossibile farla se continuano i tagli orizzontali ai loro bilanci, che stanno riducendo a quasi “zero” l’autonomia di questi enti. Altro che federalismo.
Bisogna cambiare radicalmente l’ottica della manovra, mettendo però da parte ogni autoreferenzialità ed ogni tentazione conservatrice. Per questo non ci dobbiamo sottrarre al confronto e siamo contrari ad un’impostazione puramente rivolta al mantenimento dello status quo.
Le istituzioni che fronteggiano la globalizzazione, la crisi economica mondiale, le nuove questioni di fondo del pianeta (clima, migrazioni, cibo, rivoluzione numerica) non possono essere le stesse che ci hanno retto fino ad oggi. Bisogna innovare, pena una crisi di autorevolezza della democrazia locale. C’è il rischio che se non si prendono le dovute contromisure, i cittadini confondano i costi della politica con i costi della democrazia e della rappresentanza: è un pericolo che come partito non possiamo far correre al paese, ma per compiere ciò bisogna farla finita con i distinguo e con le difese ad oltranza di tutto. Il Paese va modernizzato, ce lo chiedono i cittadini, i lavoratori, le imprese, i giovani. Per il PD la via è chiara: non si salverà la giusta e necessaria funzione pubblica degli enti locali se non rinnovandola, qualificandola, correggendone i limiti e le storture.
Ciò che riteniamo inoltre inaccettabile è che si voglia riformare il sistema degli enti locali a colpi di decreto, facendo leva sull’eccezionalità della crisi e non attraverso il confronto con le autonomie locali. Per questo chiediamo che siano stralciati dal decreto gli art. 15 e 16 (che limita la rappresentanza democratica e non produce reali risparmi di spesa) e che si dia mandato al Parlamento di riprendere la legge sulla “carta delle autonomie” fermo al Senato e di portare a conclusione il suo iter entro la fine di settembre.
Il Partito Democratico nazionale “da sempre ha ribadito la necessità del superamento delle province con l’istituzione delle città metropolitane, la contrarietà all’istituzione di nuove province e la riduzione delle province esistenti” (dalle dichiarazioni ufficiali di Bersani e Franceschini sul sito ufficiale del PD nazionale) ed è per questo ha presentato a luglio un suo progetto di legge in materia che delega le competenze per le ripartizioni alle Regioni.
Crediamo che il Vco possa continuare ad esistere come Provincia solo se adeguatamente provvisto di risorse e nuove funzioni: non ha senso una battaglia di difesa fine a sé stessa, magari solo per rincorrere qualcuno del centro destra. La riforma deve ottenere il superamento delle duplicazioni, delle sovrapposizioni di competenza, della confusione di ruoli tra Stato, Regioni ed Enti locali. Purtroppo ancora siamo lontani da questo traguardo.
Non può esistere una provincia come la nostra senza una radicale riduzione delle società partecipate ed eliminazione di enti, agenzie ed organismi, intermedi e strumentali, con attribuzione delle funzioni e delle rispettive risorse alla stessa provincia. Per questo abbiamo sostenuto la battaglia sull’approvazione dell’autonomia del VCO. L’attuale sistema riduce la forza programmatrice e di governo spezzettando le stesse competenze in più soggetti.

Ribadiamo e denunciamo il fatto  che oggi la provincia del Vco non riesce a togliersi di dosso il ruolo di supercomune clientelare che distribuisce prebende, una specie di “fondazione” bancaria che elargisce fondi, pochi, a enti locali, sempre più impoveriti.  Il fatto di avere risorse economiche in questo senso non è così importante se si abdica al proprio ruolo di programmazione.
C’è da decidere. O una Provincia forte con la soppressione degli enti intermedi e lo spostamento delle competenze ad essa o una provincia più grande con la valorizzazione degli enti intermedi, magari prevedendo una forma unica di gestione pubblica per i servizi e i beni pubblici del territorio, come ad esempio, acqua, rifiuti, trasporti ed energia. Alla base della nostra proposta ci deve essere l’impegno a definire con chiarezza “chi fa cosa”, cancellando le zone d’ombra, le posizioni di rendita, i poteri di interdizione. Anche se, l’esito della discussione di questi giorni sulla manovra in parlamento, potrebbe portare ad una soppressione totale delle province, riaprendo quindi un nuovo scenario.
Siamo contrari alla cancellazione forzata dei piccoli Comuni perché si abbandonerebbero dei territori e si chiuderebbe un rapporto tra le comunità e le istituzioni che, anche in momenti difficili, è stato salvaguardato dal Comune, siamo invece favorevoli a una forte modernizzazione dei poteri locali che così non possono.
Questa scelta “venduta” come una delle misure necessarie per operare i risparmi che si rendono non più rinviabili è, francamente, una stupidaggine che può creare molti problemi senza raggiungere un solo risultato utile, soprattutto nella parte che prevede l’accorpamento obbligatorio delle realtà municipali inferiori ai mille abitanti e la soppressione delle Giunte e dei Consigli comunali in queste realtà, introducendo la figura antidemocratica del sindaco-podestà.
I comuni vanno sostenuti con strumenti concreti (come ha fatto la precedente giunta di centrosinistra in Regione): incentivando le funzioni associate, semplificando le procedure amministrative, riducendo il co-finanziamento a loro carico nell’accedere alle risorse regionali, favorendo il riequilibrio insediativo e il recupero del patrimonio edilizio dei centri abitati nelle piccole realtà montane, attraverso finanziamenti per chi trasferisce in montagna residenza e attività economica sostenendo le attività commerciali in quelli più marginali e con meno abitanti, attraverso agevolazioni tributarie e interventi di sostegno a queste attività.
Pensiamo anche che la fusione dei piccoli comuni sia auspicabile, ma debba arrivare con una decisione delle comunità locali (anche per via referendaria) e non dai decreti. Ricordiamo che in alcuni comuni di Valle spesso si organizzano liste importando candidati da varie parti della provincia o con candidati sindaco non residente. La partecipazione è ai minimi storici, i piccoli e medi comuni hanno problemi di organico, una maternità di fatto può bloccare un ufficio per un anno, molti servizi non hanno un responsabile in pianta stabile, i segretari comunali sono sempre e comunque a scavalco, ci sono difficoltà a gestire i servizi che spesso devono essere esternalizzati con costi aggiuntivi. I bilanci sono sempre assolutamente e perennemente in difficoltà e ovviamente non si può pensare di avere più risorse a breve.
Il pulviscolo e la frammentazione amministrativa e gestionale vanno superati. E deve risultare chiaro che la messa a fattore comune dei poteri per un governo più efficace ed efficiente è l’altra faccia o l’altra possibilità rispetto all’eventuale riduzione dei livelli istituzionali previsti dalla Costituzione. Ineludibile è il risultato da raggiungere, condizione per la ripresa di un rapporto positivo e di fiducia con i cittadini.
Infine riesce difficile definire l’atteggiamento che i leader locali del Popolo della Liberta e della Lega Nord hanno assunto in merito alla soppressione della Provincia e sull’accorpamento dei comuni. Cattaneo, Zanetta, Nobili, Zacchera, Montani, Airoldi, Bendotti (!) si sono spintonati sui giornali per dirci quanto sia intollerabile la perdita della provincia e insopportabile quella dei piccoli comuni. Ma non provano un briciolo di vergogna, visto che la decisione di sopprimere province e comuni è stata presa da un Governo formato dai loro stessi partiti? Non si vergognano gli Zacchera, i Montani, gli Zanetta di essere stati nominati (non eletti!) in una coalizione che nel 2008 sbandierava proprio la soppressione delle province come uno dei punti qualificanti del programma Berlusconi Presidente? Non misurano costoro il discredito che vanno raccogliendo a piene mani nell’opinione pubblica in questi giorni, tentando pateticamente di scindere le loro responsabilità da quelle del Governo che sostengono in Parlamento e sul territorio?

Il PD del VCO presente alla festa nazionale del PD a Pesaro

“L’Italia di domani”: è lo slogan della Festa Democratica 2011 che si svolgerà a Pesaro dal 27 Agosto all’11 Settembre. (clicca qui per il link al sito della festa).
Vogliamo sottolineare, con una punta di orgoglio, che quest’anno anche il Vco sarà presente a Pesaro arricchendo la già ampia scelta gastronomica.
Fra i tanti luoghi diversi e altrettanti menù intriganti e per tutti i gusti è stata offerta la possibilità al Circolo PD di Villadossola di esportare un’esperienza che da alcuni anni caratterizza l’offerta di ristoro della nostra Festa Democratica nazionale sulla Montagna:  il RISTORANTE “LE REGIONI D’ITALIA” di Via Gavardini a Pesaro sarà gestito dai Circoli PD Cinque Torri – Le Colline – e Villadossola.
Ogni sera il menù sarà ricco di piatti tipici e caratteristici, facendo da specchio alla regione protagonista della serata. Il ristorante proporrà anche un gustoso menù per bambini.
In generale saranno oltre 100 i dibattiti politici che segneranno la volontà del PD ad aprire il confronto con tutti per delineare l’Italia di Domani.
Un invito rivolto a tutti, partiti di governo e di opposizione, forze sociali e associazionismo. Di grande importanza gli appuntamenti politici che vedranno la partecipazione di tutti i dirigenti del PD,che si confronteranno con gli altri leader dell’opposizione da Casini a Vendola a Di Pietro a Rutelli, da Italo Bocchino a Oliviero Diliberto, a Paolo Ferrero, Angelo Bonelli e Mario Staderini.
Ci sarà il Ministro degli Interni Roberto Maroni  e i leader sindacali,Camusso, Bonanni, Angeletti, con i nuovi sindaci Fassino, Pisapia e De Magistris e con tutti i principali protagonisti della politica italiana. Gran finale conPierluigi Bersani che chiuderà la Festa il 10 Settembre in piazza del Popolo.
Un Festival che si snoda nello splendido centro storico di Pesaro, con le piazze e i cortili che faranno da cornice ai dibattiti e ad una sorta di “seconda serata” dedicata agli incontri con le storie di uomini e donne che hanno fatto delle scelte importanti: “La vita, istruzioni per l’uso”, da Franca Valeri a Carla Fracci a Monica Guerritore,da Don Mazzi a Giuseppe Di Piazza, da Marco Bellochio aValerio Massimo Manfredi,da Margaret Mazzantini ad Alessandro Bergonzoni a Renzo Arbore al campione di nuoto Filippo Magnini, daPierluigi Vigna a Piero Grasso, a un protagonista della primavera araba come il blogger Hassan Al Djhami, con tantissimi altri ospiti.
Insieme alla rassegna dei film al Cinema Astra dedicata a Ettore Scola, presente alla Festa il 28 agosto, di grande rilievo le presentazioni di libri, più di 50 titoli, momenti d’impegno e occasione di socialità.

Assembela aperta della CGIL martedì a Fondotoce.

Riceviamo con richiesta di pubblicazione.
La Segreteria Nazionale della CGIL ha proclamato per Martedì 6 Settembre 2011 OTTO ORE DI SCIOPERO GENARALE.
La gravità della crisi, la inadeguatezza e le ingiustizie presenti nei provvedimenti che il Governo intende adottare rendono straordinaria la nostra iniziativa .
Per preparare al meglio l’iniziativa , per una puntuale informazione sulle proposte della CGIL e sulle motivazioni che hanno portato a questa situazione , oltre alla preparazione sul territorio, si rende necessario convocare un ATTIVO PROVINCIALE aperto dei Delegati, delle RSU e degli attivisti sindacali MARTEDI’ 30 AGOSTO ORE 9,00 Presso CASA della RESISTENZA Verbania Fondotoce .
Vista l’importanza della riunione, sarà presente il Segretario Generale della CGIL Piemontese Alberto Tomasso.
In attesa di incontrarci, vi invio fraterni saluti.
Il Segretario Generale della CGIL VCO
Giuseppe Mantovan