Sanità. Raccolta di firme nelle parrocchie: “Non vengano penalizzate le fasce deboli come anziani e portatori di handicap”

In queste settimane la cronaca ha di nuovo portato in primo piano le difficoltà che caratterizzano l’Asl del Vco. Sono difficoltà che da mesi stanno incidendo negativamente sulla vita di molte persone, soprattutto delle più deboli. A quelle dell’Asl vanno aggiunte le difficoltà che stanno incontrando i servizi socio-assistenziali del territorio, in particolare i CISS (Consorzi Intercomunali dei Servizi Sociali).
A dispetto di un dibattito ricco di interventi, ci sembra di dover ancora registrare una carenza di dati sicuri e ben documentati. Sentiamo, assieme a tutta la popolazione del Verbano Cusio Ossola, l’esigenza di maggiore chiarezza.
La chiarezza dei dati e delle scelte conseguenti ci sembra importante anche per evitare la ricerca di soluzioni parziali, che non tengono adeguatamente presente il quadro complessivo e che rischiano proprio per questo di innescare deplorevoli contrapposizioni territoriali o di settore.
Ci preme sottolineare che in tale quadro contano, oltre ai servizi ospedalieri, anche i servizi territoriali, meno appariscenti, ma spesso più vitali e incidenti sulla qualità della vita.
Avvertiamo dunque l’esigenza che la popolazione venga correttamente informata circa il quadro complessivo della situazione dal punto di vista socio-sanitario e circa il progetto globale degli interventi che si rendono necessari.
Infine vorremmo segnalare l’attesa, che crediamo condivisa da tutti, che il progetto globale sia costruito a partire da una ricerca sincera di soluzioni orientate al bene comune. Questo per noi significa che le prime esigenze da tenere presenti nel progetto devono essere quelle degli ultimi, dei più deboli, dei meno garantiti.
Ci preoccupa in particolare:
La condizione dei malati psichici e delle loro famiglie, spesso senza supporto efficace, perché l’organico del personale qualificato è particolarmente carente anche rispetto a quanto previsto dalla legge.
La difficoltà degli anziani non autosufficienti a trovare un posto-letto nelle strutture convenzionate, con attese che ormai si calcolano in parecchi mesi e addirittura in anni.
La diminuzione significativa dei servizi offerti ai disabili (trasporto, sostegno scolastico, assistenza domiciliare, ecc.)
La riduzione delle risorse dei SERT che impediscono di fare progetti adeguati per la cura, la riabilitazione e il reinserimento delle persone afflitte da dipendenze gravi (droga, alcol, gioco)

A partire da queste premesse
AI RESPONSABILI DELLA REGIONE CHIEDIAMO

Scelte ponderate e giuste, costruite attraverso il dialogo costante con il territorio e il coinvolgimento diretto delle persone che dovranno portare il peso dei tagli di bilancio.
Attenzione alle categorie più disagiate, la cui voce flebile spesso non ha risonanza e resta inascoltata.
Salvaguardia delle rete sanitaria e assistenziale sul territorio, evitando da un lato che si creino spaccature e contrapposizioni e dall’altro che paghino la crisi soprattutto le persone fragili e già fortemente in difficoltà
In merito ci permettiamo di sottolineare la necessità di venire incontro prioritariamente alle esigenze delle famiglie con malati psichici, disabili, anziani non autosufficienti, persone soggette a dipendenze gravi.

ALLE COMUNITÀ ECCLESIALI CHIEDIAMO

Una adesione che manifesti la volontà di non restare alla finestra, ma di partecipare attivamente alla ricerca di soluzioni condivise.
Di esprimere un orientamento comune ispirato alla scelta evangelica in favore delle persone più deboli
La disponibilità a farsi carico in prima persona dei sacrifici che la situazione richiede, con il coraggio di fare rinunce anche economiche per il bene comune (ad es. desideriamo rilanciare in termini “forti” la “decima” a favore di più poveri, suggerendo – a tutti coloro che possono – di destinare una percentuale del loro reddito mensile alle persone in difficoltà).

I Vicari territoriali del VCO: don Roberto Salsa (Verbano), don Brunello Floriani (Cusio), don Luigi Preioni (Ossola)
Il Direttore della Caritas Diocesana don Dino Campiotti
I rappresentanti zonali della Caritas: Pier Mario Locatelli (Verbano), Antonio Larné (Cusio), Carlo Squizzi (Ossola)

Nelle comunità ecclesiali del VCO da domenica 24 luglio a domenica 31 luglio 2011 verranno raccolte firme a sostegno di questo appello.

Sanità e ruolo dei medici: se ne parla a Verbania.

Domani, martedì 19 luglio, alle ore 21.15 dibattito su : “il ruolo dei medici di famiglia per migliorare l’organizzazione della sanità“, relatore dr. Flavio Ravasio, partecipano Aldo Reschigna cons. regionale e Bruno Lo Duca comitato salute vco.
Tutto questo alla Festa democratica di Verbania in corso sino al 24 luglio presso l’area della “casa del Popolo” a Trobaso.

COTA: IL PUNTO NASCITE DI DOMODOSSOLA PERICOLOSO COME LA THYSSEN!

Roberto Cota uguale a Jean Claude (per sorridere.. si può?)

Le ultime dichiarazioni di Roberto Cota (POTETE VEDERE L’ARTICOLO ALL’INTERNO DELLA RASSEGNA STAMPA NELL’AREA DOCUMENTI)  sul punto nascita di Domodossola dimostrano ancora una volta l’inesistenza di una politica sanitaria della Giunta regionale, incapace di gestire i numerosi conflitti che si aprono sul
territorio anche perché assume provvedimenti senza alcun confronto preventivo con le comunità locali.
E’ allucinante che martedì scorso il direttore generale della sanità ing. Monferino (ma a questo punto viene da chiedersi a quale titolo si presenta ai confronti) abbia ricevuto su iniziativa di un consigliere regionale della Lega nord gli amministratori ossolani e il comitato mamme di Domodossola e abbia autorizzato l’asl ad assumere in deroga quattro medici per la riapertura del servizio nella cittadina, nonché ad aumentare il numero delle ambulanze medicalizzate – da 3 a 4 – per metterne una in pianta stabile sotto l’ospedale di Domodossola per trasferire le partorienti all’ospedale di Verbania, quando finora ha sostenuto la diminuzione delle ambulanze medicalizzate.
Due giorni dopo il presidente Cota, a un dibattito del Pdl, dichiara che il punto nascita di Domodossola è pericoloso come la Thyssen e va chiuso.
E’ ora che la politica sanitaria in questa regione venga affrontata con serietà, non cambiando opinione ogni due giorni.
Cota si convinca che ci vuole coerenza di comportamento. Lo dimostrano i fatti, non è in grado di gestire la sanità.
La risposta a Cota è nella grande manifestazione delle mamme tenutasi ieri sera a Domodossola, che in qualche momento ha fatto riemergere una contrapposizione tra la cittadina e Verbania. Un conflitto che, se si riaprisse, sarebbe pericoloso perché divide un territorio che deve restare unito e farsi promotore di una proposta che non penalizzi alcuna realtà, ma che valorizzi l’intera comunità del VCO.
Del resto le ultime esternazioni del presidente Cota dimostrano come l’obiettivo della protesta non può che essere la politica sanitaria della Giunta e i comportamenti totalmente ambigui e contraddittori del suo presidente.
Aldo Reschigna
Ufficio Stampa Gruppo Consiliare Partito Democratico

Sacri Monti. La Lega vuole rompere il sistema di gestione

Sacro Monte Calvario Domodossola

C’è chi vuole rompere il sistema piemontese dei Sacri monti, in nome dell’autonomia di quello di Varallo a scapito degli altri.
La tentazione è emersa chiaramente già dall’avvio della discussione sulla nuova legge sulle aree protette. Dai banchi della Lega nord, in particolare, è venuta la richiesta di scorporare la gestione del Sacro Monte di Varallo da quella degli altri Sacri Monti.
Il tentativo, se dovesse riuscire, spezzerebbe un sistema importante come quello dei Sacri monti piemontesi, creando figli e figliastri e diversità di trattamento in un ambito che ha invece bisogno di coordinamento, di fare sistema, di scelte comuni e omogenee.
Contro questa ipotesi, osteggiata anche dalle comunità locali e dalle rappresentanze religiose ascoltate nelle audizioni, ci batteremo con forza.
Le aree protette, da un anno con gli organismi gestionali prorogati, hanno bisogno di nuove norme che diano equilibrio e rappresentanza nella loro
gestione.
Lo sforzo comune, durante i lavori di Commissione, è stato di trovare regole equilibrate che diano spazio alle esigenze regionali insieme a quelle delle
comunità locali. II blitz che viene ora preannunciato rischia di rompere un clima di confronto serio e di rendere tutto molto più difficile.
Aldo Reschigna
Capogruppo Consiliare Partito Democratico Regione Piemonte

Rifiuti: immobilismo della provincia. Ghisolfi di conservco (PDL) lo conferma.

Le dichiarazioni alla stampa, apparse mercoledì 13 luglio su EcoRisveglio, del presidente di Conservco Ghisolfi (in quota PDL) che sembrano, neanche troppo velatamente, in contraddizione con le politiche della Provincia e del suo assessore all’ambiente Pizzi (sempre del PDL), confermano semplicemente la mancanza di una strategia per il futuro, senza sapere che “pesci pigliare”.
Le nostre proposte in merito allo smaltimento rifiuti – afferma Gianni Desanti, responsabile ambiente del PD VCO – come Partito Democratico le abbiamo scritte e comunicate in assemblee pubbliche: chiusura del forno entro l’ottobre 2012 e, contemporaneamente, investimenti per impianto di biogas ed un forte impegno per un incremento ulteriore della raccolta differenziata e la costruzione di impianti di trattamento a freddo per diminuire drasticamente la parte residua del rifiuto indifferenziato.
Il problema è che su questo nulla si muove: nessun investimento per aumentare la raccolta differenziata, non ci sono progetti per trattare la parte del rifiuto indifferenziato, il “nero”, che viene bruciato al forno inceneritore.
Sull’impianto di biogas (per trattare la parte umida ed evitare i costi del suo smaltimento altrove) il Piano Territoriale Provinciale – così come era adottato e trasmesso alla Regione nel 2009 – prevedeva la sua costruzione sul sito di Mergozzo per altri interventi a tecnologia complessa come la trasformazione dell’impianto di incenerimento in impianto a biogas, salvo la “non approvazione” da parte della Regione di quanto scritto nel PTP.
Cosa aspetta la Provincia – afferma ancora Desanti – a verificare tutto ciò con la Regione a più di due anni di distanza? Se venisse considerato improponibile il sito di Mergozzo da un punto di vista urbanistico, si imporrebbe la sua bonifica e il trasferimento altrove di tutte le attività che in esso insistono (ovviamente con costi elevatissimi).
Nel nostro documento affermiamo che il rischio più grande per la gestione dei rifiuti nel nostro territorio consiste proprio nell’immobilismo e nelle “non scelte”.
Ed è quello che sta avvenendo da parte della Provincia.
Cosa succederà quando chiuderà il forno inceneritore? Cosa succederà alle tonnellate di rifiuti che in esso si bruciano?
Finiranno o in un altro forno inceneritore o in qualche altra discarica (con conseguenti e relativi costi).
Nulla invece si muove per impegnarsi a ridurre drasticamente questa parte dei rifiuti con gli investimenti necessari.

PD VCO
Ufficio stampa

OSPEDALE UNICO PLURISEDE: SCELTA CHIARA, DIFFICILE, OBBLIGATA. UNIRE E NON DIVIDERE!

Claudio Zanotti

Pubblichiamo gli interventi di Claudio Zanotti e Aldo Reschigna sulla questione sanità.
OSPEDALE UNICO PLURISEDE: SCELTA CHIARA, DIFFICILE, OBBLIGATA
Un ospedale “cardine” provinciale costruito sui due nosocomi esistenti, in grado di assicurare cure “ad alta intensità” e di elevata qualità sia a Domodossola sia a Verbania. Questo il senso del Consiglio Comunale “aperto” sulla Sanità.
La seduta “aperta” di Consiglio Comunale sulla sanità, voluta dai Gruppi di Minoranza e tenutasi lunedì 11, è stata un’occasione utile per iniziare a fare chiarezza sulle numerose e gravi questioni che nel breve volgere di qualche settimana hanno saturato e ingolfato il dibattito politico nell’intera provincia. I lettori di VB70 che volessero rinfrescarsi la memoria sui non hanno altro da fare che cliccare qui: http://www.verbaniasettanta.it/?cat=14.
Il dibattito in Consiglio è ruotato intorno a questo interrogativo: è ancora attuale il modello di “ospedale unico plurisede” che dalla fine del 2006 Regione e Asl si sono impegnate a realizzare gradualmente nelle due strutture del “Castelli” e del “San Biagio”? Interrogativo non peregrino. Se infatti questo modello viene accantonato, il destino dei due ospedali pubblici del Vco è segnato, esattamente nei termini da noi richiamato nello scorso numero (cfr.: http://www.verbaniasettanta.it/?p=3199) e ripresi quasi verbum de verbo dal consigliere e medico Sergio Cozzi durante la seduta di Consiglio: il “San Biagio” diventa ospedale pubblico provinciale (ospedale “cardine” di fascia B), il “Castelli” diventa ospedale pubblico “di prossimità” (fascia C), con specializzazione in oncologia medica e radioterapia.
Il Commissario Straordinario dell’Asl ha sostenuto che il modello di ospedale unico plurisede è ancora attuale. Se è davvero così, la strada da percorrere è chiara, difficile e obbligata. Chiara, perché avremo nel Vco un solo ospedale pubblico “cardine” di fascia C, articolato su due sedi; difficile, perché ci vorranno molti soldi per sistemare adeguatamente le due strutture e molta determinazione per integrare davvero due ospedali che sino ad oggi hanno viaggiato separatamente, nonostante la dicitura di “ospedale unico plurisede”; obbligata, perché non esisterà alternativa o “piano B” che non sia quella avere due ospedali separati, uno “cardine” e uno “di prossimità”.
La prima condizione perché questo disegno si realizzi è il rafforzamento della potenzialità chirurgica del “Castelli”, oggi fragilissima sotto il profilo impiantistico, logistico ed organizzativo. In questo senso va la richiesta del Gruppo Consiliare del Pd di realizzare al “Castelli” l’annunciato nuovo servizio di Emodinamica: solo così sarà possibile mantenere al “Castelli” un vero e proprio Dea e dare continuità – rafforzandola – alla vocazione chirurgica dell’ospedale. C’è poi una seconda condizione, che coinvolge entrambi gli ospedali e consiste nel costruire un ospedale unico plurisede ad alta intensità di cura, in grado cioè di assicurare prestazioni di qualità elevata per il tipo di ospedale (“provinciale” e di fascia B) in entrambe le sedi operative del “San Biagio” e del “Castelli”.
In altre parole: se è inevitabile che alcune prestazioni debbano vedere un’esclusività di erogazione specialistica in uno solo dei sue presidi (si pensi – a mo’ di esempio – a Neurologia e stoke unit a Domo e a Oncologia e Radioterapia a Verbania), le altre più significative prestazioni medico-chirurgiche devono poter essere erogate e fruite con i medesimi standard qualitativi al “San Biagio” e al “Castelli”. Ed è per questa ragione che sono indispensabili sia a Domo sia a Verbania i Dea, le sale operatorie moderne e funzionali, le Rianimazioni/Utic.
Poiché queste sono le condizioni minime e indispensabili perchè non vada vanificato il progetto di ospedale unico plurisede, a questo obiettivo devono essere subordinate altre esigenze o altre ambizioni, siano esse di “status” territoriale o di business sanitario privato.
Claudio Zanotti

SANITA’: UNIRE E NON DIVIDERE, COINVOLGENDO TUTTI I SINDACI.
Solo stamattina (ieri12.07.2011 ndr) ho saputo dell’incontro organizzato dal consigliere regionale Marinello con il direttore generale della sanità piemontese l’ing.Monferrino ed alcuni sindaci ossolani.
Non voglio assolutamente mancare di rispetto nei confronti dei Sindaci ossolani ma non parteciperò all’incontro e non solo perché ne ho avuto conferma solo stamane.
La ragione vera della mia mancata partecipazione sta nel fatto che non accetto che un tema così importante, quello quale della riorganizzazione della sanità nel VCO come in tutta la regione, venga affrontato senza coerenza e non assumendosi fino in fondo la responsabilità delle scelte e dei comportamenti.
Chi è oggi maggioranza in regione deve assumersi la responsabilità nel bene e nel male delle decisioni politiche che in Regione vengono assunte sulla sanità come su altro.
Chi è oggi maggioranza in Regione non può organizzare incontri solo con alcuni sindaci, perchè così facendo indebolisce un territorio e perché accentua le divisioni che stanno ritornando in modo prepotente.
Chi è oggi in maggioranza in regione deve assumersi la responsabilità di dire che quanto sta facendo il commissario straordinario dell’asl, di “fede leghista” come lui stesso si è autodefinito, è niente di più e niente di meno ciò che la Regione Piemonte vuole; e qualunque cosa verrà detta non cambierà lo scenario dei prossimi mesi.
Per queste ragioni io credo che tutto il Vco deve prendere consapevolezza delle scelte sbagliate che si stanno portando avanti, deve costruire un proprio progetto e poi tutti assieme deve rivendicare attenzione da parte della Giunta Regionale.
Un progetto che deve avere due punti comuni: i DEA nei due ospedali ed i posti letto di rianimazione nei due ospedali e poi tutto il resto distribuito in un’operazione di forte specializzazione dei due ospedali che garantisca qualità e sicurezza e tutela delle persone.
Un progetto che non guardi solo agli ospedali ma anche alla tutela, minacciata, dei servizi territoriali e dell’emergenza territoriale.
Aldo Reschigna
Capogruppo PD in Consiglio regionale