Assemblea nazionale sul lavoro.

Anna Bozzuto, Alessandro Buzio e Davide Bolognini (nella foto) sono i tre delegati del PD Vco che hanno partecipato alla conferenza nazionale per il lavoro del Pd che si è svolta a Genova nei giorni scorsi.
Riportiamo un commento di Alessandro Buzio, segretario dei Giovani democratici del VCO
Eravamo troppi e tantissimi sono stati gli interventi che avevano qualcosa da dire.
Una Conferenza, quella conclusasi  col comizio trascinante di Bersani, che è stata ben di più di un momento mediatico o di una celebrazione autoreferenziale vecchio stampo. E’ stata l’occasione per rimettere al centro del dibattito politico italiano il tema del lavoro, le sue sfaccettature, i suoi legami con l’economia da una parte e con le storie e le vite delle persone dall’altra.
Lo spirito con cui si è affrontato il tema del lavoro è stato quello del rilancio delle politiche di welfare  accompagnato ad incentivi per la crescita economica, senza la quale il lavoro non può esserci. Il welfare costa, e il tema delle risorse è stato discusso da tutti, essendo coscienti che la Conferenza non avrebbe dovuto scrivere un libro dei sogni, bensì una bozza di programma che il PD sottoporrà ai cittadini e agli alleati. Siamo conviti che gli sprechi ingenti, i clientelismi diffusi, la scarsa incisività della lotta alla grande evasione fiscale, la ridotta tassazione delle rendite finanziarie e provvedimenti quali lo scudo fiscale e la cancellazione dell’ICI sulla prima casa abbiano pesato sulle casse già provate del nostro paese, rendendo impossibili una serie di azioni rivolte tanto allo sviluppo quanto alla redistribuzione equa e ad una fiscalità meno punitiva verso le fasce deboli della popolazione.
La Conferenza è stata l’occasione di lanciare il documento politico firmato da Stefano Fassina e dal suo dipartimento. Complessivamente, considerate sia la relazione di Fassina sia l’analisi sulle risorse sia l’esito del dibattito, il PD si impegna in:
– riforma fiscale che alleggerisca imprese e lavoro ed aggravi un po’ sulle rendite e le transazioni finanziarie, esclusi i titoli di stato;
– piano per gli investimenti industriali e per gli sgravi fiscali sugli investimenti privati vincolati a progetti sostenibili dal punto di vista ambientale e sociale;
– un piano di rilancio della contrattazione, attraverso una riforma della rappresentanza sindacale con l’accordo di tutte le maggiori sigle sindacali italiane;
– maggiore spazio per la contrattazione aziendale, di secondo livello, senza che si venga meno ai contratti nazionali;
– maggior costo del lavoro atipico perché venga ripagata la flessibilità con maggiori retribuzioni;
– parificazione dei contributi previdenziali tra le tipologie contrattuali;
– possibilità di totalizzazione dei contributi raccolti in diversi lavori senza oneri per il contribuente;
– riforma dell’apprendistato, riduzione funzionale dei contratti atipici, fondi per maternità e paternità;
– incentivi verso il riconoscimento d’un rimborso spese minimo per stagisti, tirocinanti e praticanti;
– introduzione dello statuto del lavoro autonomo;
– defiscalizzazione integrale per i progetti imprenditoriali di giovani;
– reinserimento delle tracciabilità per combattere l’evasione fiscale (i risparmi, oltre a una riduzione della spesa corrente, dovrebbero finanziare i provvedimenti qui sopra);
– reddito minimo universale per ogni forma di contratto;
– introduzione del reato penale di caporalato;
Naturalmente, ciascuno di questi punti è stato discusso, integrato, perfezionato, studiato, dibattuto tra le forze sociali e i delegati presenti in Conferenza, la quale si è distinta per concretezza e ricchezza di contributi e contenuti. Non si è voluto discutere in maniera astratta e tecnicista di politiche economiche e del lavoro, ma si è partiti dalle persone, dalle esperienze del lavoro che c’è, che è intermittente, che è a rischio o che non c’è più, nelle manifatture e nei servizi, nelle professioni e tra i precari. Unendo analisi politica ed economica, esperienze umane e sociali e infine proposta programmatica, si è voluta esprimere l’idea che il lavoro non è solo un capitolo dei tanti della politica e della vita delle persone, ma qualcosa di più. Esso è, come ha detto bene Bersani, la nostra “quota, più o meno piccola, di trasformazione del mondo”, di interazione con la collettività, di dialogo con la società, di scambio. Il lavoro ha mille facce: il nostro partito si è colorato di tutte queste facce, e si tratta di colori veri, concreti, contro il grigiore del sistema mediatico che premia le chiacchiere da retrobottega o il “teatrino della politica”, per dir così.
Colorare dei colori del lavoro, della giustizia sociale e dell’uguaglianza la nostra partecipazione politica, civica e pubblica significa dare questa riscossa civica al paese di cui tanto parliamo e che altrimenti resterebbe astratta e inattuale; è un compito, questo, che come Giovani Democratici sentiamo profondamente nostro e al quale ci atterremo con lo slancio e l’entusiasmo di cui c’è bisogno perché questa occasione di riscossa non vada perduta, sprecata o non si esaurisca.

Il futuro dei CISS

Giovedì 30 giugno 2011 alle ore 20:30 presso l’Ex Cinema di Villadossola (in Via Boldrini 38, sul lungo Ovesca), si terrà un incontro pubblico: “Consorzio Socio-Assistenziale: quale futuro?” con la relazione introduttiva del Direttore del Ciss Ossola Mauro Ferrari. Interverranno l’Assessore alle politiche Sociali di Domodossola, Lilliana Graziobelli, il Presidente del Ciss Verbano Diego Brignoli,  il capogruppo regionale Pd Aldo Reschigna.
Sono invitati tutti i cittadini, i lavoratori, gli amministratori locali, i rappresentanti delle forze sociali, sindacali ed economiche della provincia. Vogliamo riflettere insieme sulle politiche sociali del nostro territorio e sulla riorganizzazione che la legge nazionale impone ai consorzi. Ciò ci sembra particolarmente importante stante anche la situazione di centinaia di assistiti che fanno riferimento alla struttura di pubblica assisstenza, al modificarsi delle esigenze e degli utenti che necessitano di aiuto e delle figurte professionali coinvolte. Occorre intervenire con urgenza proprio adesso che la crisi economica si stà manifestando nelle sue pesanti conseguenze e i fenomeni di povertà, violenza, razzismo, bullismo, disgregazione familiare si diffondono con più incidenza tra la popolazione creando ostilità e preoccupazione nella collettività. C’è bisogno di servizi comunali, c’è bisogno della collaborazione territoriale  che sappia prevenire e risolvere situazioni di grave difficoltà rispondendo con professionalità e competenza specifiche alle esigenze di accoglienza e di tutela espresse dai cittadini.

Verbania & i nuovi bisogni: consulte di cittadini contro il declino?

Da alcuni mesi i media locali danno ampio spazio alle notizie di chiusura, o di ridimensionamento di importanti servizi alla popolazione: dalle poste (sportello di Suna), allo smantellamento di uffici statali, alla marginalità della stazione ferroviaria di Fondotoce, fino al culmine delle incertezze legate al piano sanitario-ospedaliero. Riorganizzare, ridimensionare sono le parole, che volutamente tecniche, nascondono l’obiettivo tutto politico, di ridurre i costi, l’imperativo che dal centro arriva alla periferia. Finora tale scelta riguardava i comuni montani mentre ora coinvolge anche città “medie” e il capoluogo. Se poi aggiungiamo “l’affanno” e i gridi d’allarme lanciati dai piccoli commercianti (un esempio su tutti: la chiusura di molti negozi a Trobaso) che vivono una prolungata difficoltà, appare oltremodo giustificata la preoccupazione dei cittadini di veder tagliati i servizi (con un abbassamento della qualità della vita). Se infine introduciamo “l’emergenza” lavoro, le oggettive scarse opportunità di impiego per i giovani, il successo dei “banchi” e delle collette alimentari, le indagini sull’impoverimento delle famiglie, il risultato è il declino di un territorio, la percezione di non aver (più) un futuro. Se è vero che questa sensazione di “crisi” è ampiamente diffusa nell’immaginario collettivo, lo stesso però pretende da chi governa delle risposte robuste e tempestive ai nuovi bisogni. Agli Enti Locali vengono sempre più attribuiti compiti di organizzazione del territorio e di protezione sociale della popolazione. Essi hanno, perciò, bisogno di maggiori risorse. L’evocazione di formule quali il federalismo fiscale e la definizione dei “livelli standard”, assegna di fatto a Regioni, Province  e Comuni la possibilità (troppe volte verificatasi) di reperire nuove entrate attraverso l’aumento della pressione fiscale. Questa si attua anche mediante le tariffe, oltre che con l’istituzione di nuove imposte locali (addizionale irpef comunale, tassa di soggiorno ecct). Si può osservare come amministrare e governare sia diventata un’attività che nessun Ente possiede più in esclusiva; progetti e decisioni devono essere condivisi e devono essere portati avanti attuando un producente coordinamento tra i diversi livelli istituzionali. Non vi è dubbio che l’unione dei servizi municipali possa costituire una nuova frontiera amministrativa che il personale politico impegnato negli enti locali deve dimostrare di voler attuare. Il rapporto con Verbania, capoluogo della Provincia, e città di gravitazione dei Comuni collinari, deve comportare una reciprocità di intenzioni, funzionali a soluzioni possibili attraverso un’attenta ricerca dei finanziamenti sui bandi pubblici e delle Fondazioni bancarie. Perchè non utilizzare i prossimi mesi per analizzare la realtà in profondo cambiamento e dare avvio a delle consulte, aperte, di cittadini nei vari quartieri e paesi? Lo sforzo, ambizioso, potrebbe essere l’elaborazione di strategie di azione su alcune questioni:

1.Lavoro: l’impresa che si può creare fra lago e montagna;

2.Territorio: la riqualificazione delle aree dismesse in città e dei nuclei antichi;

3.Servizi: come riformare le società di gestione (dall’acqua, ai rifiuti, trasporti ecct) con attenzione ai costi a carico dei cittadini e alla semplificazione delle pratiche burocratiche.

L’ultima consultazione referendaria, la partecipazione con i social networks e i comitati spontanei su tematiche specifiche (il teatro, la sanità ecct) hanno riportato al centro l’interesse per il bene collettivo, esprimendo l’esigenza dei cittadini di contare, privilegiando l’essenzialità dei problemi all’ideologia: proviamo a rappresentare la nuova voglia di far politica per costruire il nostro futuro di comunità verbanese.

 

Silvia Marchionini (Segreteria provinciale Pd)

Piano di emergenza per il trasporto nucleare

Dal Bollettino Ufficiale della Regione Piemonte pubblicato il 16 giugno, apprendiamo che con Deliberazione n. 64-2063 del 17 maggio 2011 la Giunta Regionale ha approvato il Piano provinciale di emergenza per il trasporto di materiale radioattivo predisposto dalla Prefettura del Verbano Cusio Ossola. Intesa ex paragrafo 3.2 del DPCM 10 febbraio 2006. Si tratta di un piano predisposto:

a)      dal Prefetto;

b)      sulla base di un rapporto tecnico elaborato dall’ISPRA (L’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale);

c)      d’intesa con la Regione;

d)      e sentite le amministrazioni locali interessate;

Ora, dal DGR emerge che alle amministrazioni locali (Provincia VCO e Comuni interessati) è stata inviata con nota dell’8 febbraio 2011 il Piano di Emergenza predisposto dalla Prefettura e la richiesta di voler fornire eventuali osservazioni entro la fine del mese di febbraio ma queste ultime non hanno fatto pervenire alcuna osservazione.Da mesi quindi, il tema dei trasporti di materiale nucleare sul nostro territorio e del conseguente piano di sicurezza sono sul tavolo della Provincia del VCO e di alcuni comuni ma non sembra sia stata riservata loro alcuna attenzione né tanto meno si è pensato di coinvolgere in qualche misura i cittadini e le associazioni interessate. Tutto ciò nonostante sia stato recentemente istituito il Tavolo di trasparenza e partecipazione nucleare (DGR 17 maggio 2011, n. 66-2065) dove “i programmi e lo stato di avanzamento degli iter autorizzativi inerenti i trasporti di materiale nucleare e combustibile irraggiato” vengono illustrati coinvolgendo le associazioni di tutela ambientale, gli enti locali, le associazioni di categoria e le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative. Il Partito Democratico del VCO denuncia quindi l’inerzia della Provincia, la mancanza di trasparenza e di coinvolgimento dei cittadini su un tema particolarmente delicato e sentito ed  intende, inoltre, verificare le ragioni per la mancata convocazione del Tavolo di trasparenza e partecipazione e metterà in atto le azioni a sua disposizione per una sua convocazione e lavorerà affinché situazioni di questo tipo siano affrontate in futuro in modo più trasparente e chiaro per i cittadini.

 

67° anniversario della strage di Fondotoce

Ancora una volta, la sensibilità e il ricordo dei cittadini dei valori della resistenza si sono concretizzati questa mattina a Fondotoce, dove era in programma la celebrazione dell’eccidio dei 42 martiri avvenuto il 20 giugno 1944. Oltre alle autorità locali, era presente il sindaco di Petella Salto, città natale dell’unica donna dei 43 fucilati (42 morti e un solo sopravvissuto Carlo Suzzi) la partigiana Cleonice Tomassetti, volto noto perché era stata “incaricata” dagli aguzzini nazifascisti di aprire il macabro corteo che da Intra portò i condannati a Fondotoce. Molto applaudito l’intervento dell’oratrice Antonella Braga, ricercatrice e storica la quale come i valori della resistenza devono essere ancora il fondamento della vita sociale e democratica del nostro paese.