Nucleare: mozione in regione

In pieno fermento la campagna per il voto ai Referendum del 12 e 13 giugno su Nucleare, Acqua e Giustizia.
Mentre a livello nazionale il governo in queste ora tenta lo “scippo” dei referendum con una inziativa parlamentare di finta moratoria (hanno evidente paura del superamento del quorum del 50%) il PD continua la sua mobilitazione.
Sia a livello locale con iniziative e gazebi nei comuni del VCO  ( è possibile scaricare il [download id=”57″] ) sia a livello regionale dove il Gruppo Consiliare regionale del Partito Democratico del Piemonte (primo firmatario Aldo Reschignaha presentato una richiesta di Sessione straordinaria del Consiglio regionale avente oggetto: “No al nucleare in Piemonte!”.
Tale richiesta nasce dall’attualità del tema sul quale, già nel mese di marzo 2011, è stata depositata una mozione, che di seguito presentiamo.
La data di convocazione del Consiglio, ai sensi del Regolamento consiliare, deve avvenire entro 15 gg. dalla ricezione di tale richiesta.

Al Presidente del
Consiglio regionale
del Piemonte
OGGETTO: No al nucleare in Piemonte!
Il Consiglio regionale del Piemonte,
premesso che
– con la legge 23 luglio 2009, n. 99 e il relativo decreto attuativo recante “Disposizioni per lo
sviluppo e l’internazionalizzazione delle imprese, nonché in materia di energia” il
Parlamento ha approvato la volontà del Governo di avviare iniziative finalizzate al ritorno
alla produzione di energia nucleare in Italia, con la costruzione di ben 10 centrali nucleari
sul territorio nazionale;
– lo scorso 2 febbraio la Corte Costituzionale con sentenza n. 33/2011 ha dichiarato illegittimo
l’articolo 4 del decreto delegato (D.lgs 15 febbraio 2010, n. 31) in materia di localizzazione
nucleare, stabilendo il necessario coinvolgimento delle Regioni interessate dai siti atomici le
quali dovranno, inoltre, esprimere un parere preventivo, obbligatorio anche se non
vincolante, rispetto alle scelte del Governo;
rilevato che
– Austria e Polonia non hanno avviato le loro centrali già costruite, Danimarca, Grecia,
Norvegia e Irlanda hanno rinunciato alla costruzione; Germania, Belgio, Olanda, Scozia,
Spagna e Svezia hanno deciso di frenare o addirittura non costruire più centrali nucleari nel
loro territorio, puntando sulle energie rinnovabili così come tanti altri Stati stanno
investendo grandi risorse sull’energia solare termica e fotovoltaica, sull’energia eolica, sulle
biomasse e l’idroelettrico nonché sulla promozione del risparmio energetico di edifici e
impianti;
– con il nucleare non ci si libera dalla dipendenza energetica dall’estero. Il nostro Paese è
infatti sprovvisto di riserve d’uranio nel proprio sottosuolo e questo risulta l’unico
combustibile utilizzabile per gli impianti nucleari, anzi il 90 per cento dello stesso è prodotto
in soli una decina di Stati nel mondo, tra i quali il Congo e il Sudafrica. Il costo dell’uranio
ha inoltre subito recentemente fortissimi aumenti passando dai 7 dollari a libbra del 2001 ai
137 del 2008;
– le riserve di uranio – calcolate dall’Unione europea – sono tali da permettere l’alimentazione
dell’attuale parco mondiale consistente in 443 centrali funzionanti per circacinquanta/sessanta anni, produzione che soddisfa solo il 5,8 per cento del fabbisogno
energetico dell’intero pianeta;
– l’ipotesi di costruire una centrale nucleare in Piemonte non può prescindere dall’analisi di
alcune notevoli criticità. In primo luogo, il rischio sismico. In secondo luogo, la forte
antropizzazione del territorio, ovvero la presenza di insediamenti abitativi diffusi, che
rendono impossibile collocare un impianto nucleare rispettando la distanza dai centri abitati
solitamente indicata per garantire i livelli minimi di sicurezza. In terzo luogo, la presenza di
una centrale nucleare potrebbe avere conseguenze negative sull’economia – anche turistica –
del Piemonte;
considerato che
– la ricerca nel settore nucleare sia per scopi energetici sia per usi diversi, anche medicostrumentali
è certamente da favorire e promuovere;
– la risoluzione sul clima approvata il 25 novembre 2009 dal Parlamento europeo a
maggioranza, riafferma il problema sicurezza ed esprime che “… pur sottolineando che una
transizione internazionale verso un’economia a basse emissioni di carbonio porterà il
nucleare ad essere elemento importante del mix energetico nel medio termine, pure precisa
che la questione sicurezza del ciclo va affrontata in modo adeguato e a livello
internazionale…” ;
– la strategia decisa in sede europea propugna di realizzare entro il 2020 almeno il 20 per
cento di riduzione di gas serra, in particolare la CO2, attraverso la produzione di almeno il
20 per cento di energia da fonti rinnovabili e il miglioramento del 20 per cento
dell’efficienza energetica di edifici e macchinari, obiettivi questi assai più impegnativi e
rilevanti del programma nucleare, del Governo;
– su questa strada può decollare – in particolare in Piemonte- una nuova epoca di greeneconomy
capace di promuovere ricerca, imprenditoria innovativa e nuove prospettive di
lavoro anche per maestranze diversamente qualificate; ovvero una nuova, ecologica e
diffusa spinta industriale;
– il mercato sta premiando l’innovazione, l’efficienza e il ricorso alle fonti rinnovabili e che
la spinta della green economy può produrre in Italia fino a un milione di posti di lavoro;
ritenuto che
– riguardo alla ripresa della produzione di energia nucleare in Italia ci si debba attenere alla
volontà popolare espressa nelle forme previste dalla Costituzione;
auspica
– la più ampia partecipazione alla prossima consultazione referendaria;
impegna la Giunta regionale
– ad esprimere fin da ora parere negativo all’eventualità di un insediamento in Regione
Piemonte di centrali nucleari, invitando il Governo della Repubblica a rispettare i pareri
espressi dalle Regioni;
– a elaborare un piano energetico regionale contenente forti programmi d’investimento per lo
sviluppo e la diffusione di tecnologie che utilizzino fonti di energia rinnovabili;
– a valutare l’istituzione di un congruo fondo per l’efficientizzazione energetica di edifici
pubblici e privati che intendano conseguire l’inserimento nella classe energetica B o A di
casa-clima;

– ad invitare i parlamentari piemontesi ad attivarsi per promuovere una modifica della legge
in premessa che salvaguardi il diritto alla autodeterminazione anche in materia energetica,
previsto dal titolo V della Costituzione.
Torino, 25 Marzo 2011

PRIMO FIRMATARIO Aldo Reschigna

Assemblea a Mergozzo

Il circolo PD di Mergozzo ha organizzato un incontro dibattito per martedì 24 maggio alle ore 21.oo presso la sala polivalente dell’Asilo Infantile in via Bracchio.
Una serata di confronto con gli Amministratori, comunali, a partire dal Sindaco, per discutere sul tema del Bilancio 2011 e delle opere in programma per Mergozzo.
Un confronto su temi che ci interessano da vicino. Un’occasione concreta per sapere di più.
A presiedere la serata Lorenzo Maffioli coordinatore circolo PD Mergozzo

La mobilitazione per Cattrini sindaco

Sabato 21 maggio, dalle ore 10.00,  presso i Gazebo organizzati a Domodossola per sostenere il voto per Mariano  Cattrini sindaco, sarà presente il Sen. Pietro MARCENARO (PD), Presidente della Commissionestrordianria Diritti Umani del Senato.

Pietro Marcenaro

gazebo in
– P.zza Municipio ((fronte Anagrafe) Dalle 8 alle 20
– Corso P. Ferraris (Carpisa) Dalle 9,30 alle 19,30
– Corso P. Ferraris (CIAO-CIAO) tav. Dalle 9,30 alle 19,30
-Piazza Chiossi

Premio letterario della resistenza ad Omegna

Ricordiamo a tutti due importanti appuntamenti per Sabato 21 maggio sui temi della resistenza
A OMEGNA PREMIO LETTERARIO DELLA RESISTENZA, SABATO 21 MAGGIO ore 17.30  presso l’Auditorium del Forum di Omegna.
VINCITORE DELL’EDIZIONE 2010-2011 il libro  “BIANCA LA ROSSA”, di BIANCA GUIDETTI SERRA, con SANTINA MOBIGLIA Einaudi editore
Interverrà GIAN GIACOMO MIGONE Docente di storia presso la Facoltà di Scienze Politiche dell’Università degli Studi di Torino e primo direttore de L’indice dei libri del mese.

A NONIO La presentazione del libro storico “Nonio, Brolo, Oira – storia e memorie di una comunità” e contestualmente delle opere di restauro del quadro “Il martirio di San Biagio” si terranno sabato 21 maggio alle ore 10.00 presso la Chiesa Parrocchiale di San Biagio a Nonio.
Il libro contiene una parte dedicata alla memoria di episodi e personaggi della Resistenza, cui la nostra Sezione ha collaborato.

Lavoro: i sindacati preoccupati per i risultati della “cabina di regia provinciale”

CGIL CISL e UIL del VCO esprimono tutta la loro preoccupazione riguardo al metodo ed alla tempistica con i quali sta procedendo il confronto sulle strategie e i finanziamenti da dedicare alla ripresa territoriale, all’interno della cabina di regia provinciale.
Infatti, nell’ultimo incontro svoltosi il 16.05.2011 è stato comunicato che il documento inviato al Ministero dello Sviluppo Economico, nel quale la Regione Piemonte ha preso atto del nostro “piano strategico”, non è sufficiente per avere il riconoscimento di “zona di crisi complessa” e conseguentemente ottenere i finanziamenti dedicati alla ripresa territoriale.
Questo significa un ulteriore prolungamento dei tempi riguardo alla concretizzazione di strumenti che possano aiutarci ad uscire dalla crisi, ma anche una non sufficiente attenzione da  parte degli assessori provinciali competenti, ad un tema come la crisi e la ripresa del lavoro.
Preoccupazione ulteriormente rafforzata dal fatto che mentre noi siamo ancora fermi, altre province italiane hanno già avuto assegnato lo status di “zona di crisi” e altri territori piemontesi stanno avviando la procedura per ottenere il riconoscimento.
Ora più che mai è indispensabile che a partire dai Consiglieri Regionali, dalla Provincia ai Parlamentari si facciano le pressioni indispensabili ad avere il riconoscimento della crisi territoriale, dimostrando di essere concretamente quella lobby territoriale in grado di fare gli interessi del VCO, cosa purtroppo fino ad oggi poco evidente.
E’ però indispensabile muoversi in fretta, perché il rischio che si corre è che il VCO sia  scavalcato da altre Province con una rappresentanza e un peso politico e istituzionale più significativo del nostro, relegando il nostro territorio, già ai margini, in una situazione di crisi perenne.
Come già dichiarato nella riunione del 16.05.2011 CGIL CISL e UIL sono disponibili a fare la loro parte, sia attraverso le Segreterie Regionali sia con una mobilitazione di tutto il territorio (istituzioni, politica, rappresentanza sociale) che permetta di recuperare quel peso politico e quella visibilità che fino ad oggi non siamo stati in grado di avere.
Una mobilitazione non contro qualcuno ma PER il territorio, sostenuta da tutti nell’interesse del VCO.
I Segretari provinciali
CGIL CISL UIL
Aldera C. Caretti L. Borsotti F.

Intervista a Mariano Cattrini

Si aspettava questo risultato positivo?
«Non di queste dimensioni: speravo nel ballottaggio, non di arrivare a tre lunghezze dal centrodestra».
Nel 2007 il divario era di quasi 40 punti percentuale, cos’è cambiato?
«Allora il centrosinistra si presentò diviso e l’elettore non ha fiducia di partiti dello stesso schieramento che si muovono indipendentemente l’uno dall’altro».
L’arma vincente quindi è stata l’unione a sinistra?
«E’ stata fondamentale».
Lucio Pizzi del Pdl ha preso 344 preferenze, più del sindaco uscente, capolista della Lega, Michele Marinello,
che ne ha avute 279. Cosa ne pensa?
«E’ il segnale emblematico di una tensione interna al centrodestra. Dal punto di vista strategico, poi, c’è stato un errore di fondo della Lega nord nell’aver voluto imporre un suo sindaco».
Non la stupisce che sommando i voti di Galvani e Folino non si arrivi al 50 per cento dei consensi?
«E’ un dato che va visto alla luce del quadro nazionale, con la flessione dell’appeal di Berlusconi e del centrodestra. Un riflesso che si registra anche nella nostra città, a cui va aggiunto il fatto di un sindaco che se n’è andato in Regione e di una coalizione che non riesce a darsi unità di azione».
L’addio diMarinello ha pesato sul voto?
«E’ lampante dai risultati che ha ottenuto».
Né i grillini né la lista Sterpone vi hanno tolto preferenze. Comemai?
«L’area a cui si sono riferiti è comunque di sinistra, ma nel caso dei grillini si tratta di elettori scontenti della politica fatta dal centrosinistra. Per Sterpone è diverso, tutela gli interessi legittimi di alcuni cittadini con una puntualità che viene premiata».
Perché ha rifiutato Sterpone nella sua coalizione?
«E’ una scelta relativa al passato, quando la sua linea non era in sintonia con la mia. Non aveva senso riproporre una nuova coabitazione all’interno della nostra coalizione».
Il suo risultato è anche frutto delle liste civiche che l’hanno appoggiata?
«Il fatto nuovo per Domo è una presenza giovanile massiccia e indipendente dall’organizzazione dei partiti. Ragazzi che non chiedono azioni a loro favore ma solo attenzione verso un mondo che oggi non ha un punto di riferimento.
E’ bello si sentano in sintonia con ilmio operato».
Pensate di aver già vinto?
«L’errore più grave è pensare di arrendersi: nel 1997 avevo un distacco abissale e non c’era una minima ipotesi di successo. Possiamo vincere senza apparentamenti e senza il timore reverenziale verso gli altri».
Si pente di aver già escluso alleanze?
«No, la chiarezza è la cosa più bella del mio modo di fare politica.
Dalla Stampa di mercoledì 18 maggio