Presentazione del libro “QUELLO CHE SIAMO STATE. Storia e memoria di donne in fabbrica.

Verrà presentato dall’autrice Virginia Paravati il giorno giovedì 25 giugno 2009 alle ore 17.15 il libro “Quello che siamo state. Storia e memoria di donne in fabbrica. Lo iutificio di Villadossola (1900-1950)”, all’interno dell’iniziativa promossa dal Comune di Villadossola e dalla Commissione Regionale per la realizzazione delle Pari Opportunità tra uomo e donna, “Più donne per una politica che cambia”, presso la Sala del Teatro La Fabbrica a Villadossola.
La partecipazione è aperta a tutti e gratuita.  A Villadossola, nella prima metà del secolo scorso, è esistita la più importante fabbrica con manodopera prettamente femminile di tutta l’Ossola. Si trattò di uno iutificio che sotto varie denominazioni, da Jutificio Ossolano a Sasa, diede lavoro a centinaia di giovani donne.
Ragazze, anche adolescenti, che tra le anguste mura di quella azienda ebbero modo di crescere e di costruire un’identità operaia fondata sulla dignità e il rispetto del proprio mestiere.
I ricordi del lavoro, dello stare assieme, dell’emancipazione individuale e di gruppo, delle lotte per una migliore qualità della vita sono gli argomenti del libro.
Dalle pagine di questa avvincente storia, che si concluderà con sette mesi di occupazione della fabbrica contro la sua chiusura, emerge il rilievo della cultura femminile del lavoro industriale e del contributo fornito dalle donne di una vallata dell’alto Piemonte.
La stampa del libro è stata finanziata dalla Consigliera di Parità provinciale Tatiana Giovanetti e dall’Assessorato alle Pari opportunità della Provincia del Verbano Cusio Ossola.

Poste: livelli occupazioni preoccupanti. Interrogazione del PD in regione.

image Pubblichiamo l’interrogazione, presentata ieri al consiglio regionale, riguardante i temi dei livelli occupazionali nelle Poste e le conseguenti garanzie del livello del servizio postale nel VCO, presentata da Marco TRAVAGLINI e Aldo RESCHIGNA
INTERROGAZIONE – OGGETTO: Occupazione nelle Poste e conseguente garanzia del livello del servizio postale nel VCO
Premesso che, nel 2008, Poste Italiane S.p.A., Società per azioni a partecipazione pubblica, ha chiuso il settimo bilancio positivo consecutivo con un utile netto di 720 milioni di euro ed è, pertanto, una delle poche società sane del panorama economico italiano, positività che deve essere mantenuta in preparazione alla liberalizzazione del mercato postale del 2011.
Appreso che il personale applicato a livello provinciale è in lento, ma costante calo e che il servizio di recapito viene garantito soltanto con la continua assunzione di personale flessibile e che per quest’estate, sono state richieste 31 assunzioni flessibili, a fronte delle 22 effettuate nel 2008 per l’intera Provincia del Verbano Cusio Ossola. Rilevato che, nella sportelleria, invece di assumere personale flessibile come gli altri anni per garantire servizi ai cittadini e ferie ai dipendenti si è preferito chiudere gli uffici postali a doppio turno e che ogni anno aumentano le chiusure in maniera lenta e costante, con conseguenti ripercussioni su un servizio importante per la popolazione.
Ritenuto fondamentale che si ponga un freno ad una situazione che sta penalizzando l’occupazione ed il servizio ai cittadini, proprio in un’azienda che chiede risultati in termini di ricavi per bilanci sempre più ricchi, ma che non intende reinvestire in risorse umane, prevedendo un piano industriale di sviluppo vero.
Sottolineato come sia necessaria la creazione di un Centro Secondario di Distribuzione anche a Domodossola, in zona baricentrica, come già fatto ad Intra ed Omegna, al fine di rendere più funzionale il servizio e rafforzare lo sviluppo anche occupazionale dell’azienda.
INTERROGA
la Giunta regionale e l’Assessore competente in materia
per sapere se sono a conoscenza della grave situazione sopra descritta e quali provvedimenti intendono adottare per cercare di risolverla.

PRIMO FIRMATARIO   
Marco TRAVAGLINI
Aldo RESCHIGNA

Approvata la legge sui Parchi in Regioni

imageÈ stato approvato dal Consiglio Regionale il Testo Unico sulle aree protette, una delle leggi più importanti dell’VIII legislatura. Con il “via libera” a questa legge – della quale sono stato  relatore in aula – si è ottenuto un traguardo importante che conclude un lavoro molto lungo e laborioso, iniziato nel 2006. In un unica legge – abrogandone ben 150 –  viene riassunto l’intero tema della tutela del territorio naturale piemontese, riconducendo la politica della salvaguardia ambientale alla pianificazione territoriale, coinvolgendo attivamente le comunità locali, accorpando e riducendo della metà gli enti di gestione. Nel VCO avremo l’ente delle aree protette dell’Ossola che raggrupperà l’attuale parco Veglia-Devero con quello di Antrona ( quando verrà costituito) mentre la riserva di Fondotoce farà parte dell’ente delle aree protette del Ticino e del Lago Maggiore. La tutela viene esercitata sul Sistema delle aree protette (parchi e riserve) e sulle aree facenti parte della Rete Natura 2000 definita da Direttive Europee. Uno dei passaggi salienti ed innovativi del  Testo Unico sarà proprio la  realizzazione della rete ecologica attraverso l’integrazione e la regolamentazione dei Siti di Importanza Comunitaria e delle Zone di Protezione Speciale, che sono complementari e differenti rispetto al trentennale sistema naturale della aree protette, attuando così le direttive comunitarie "Habitat" e "Uccelli". Con il Testo Unico viene rimarcata l’indispensabilità di un coordinamento permanente delle politiche di tutela con quelle urbanistiche e territoriali per ottenere un completo governo del territorio. (segue)In quest’ottica la Carta della Natura Regionale costituisce stralcio del Piano Territoriale Regionale. Sottolineo anche l’importanza del Piano Economico Sociale, redatto dalla Comunità dell’Area Protetta, che rappresenterà il principale strumento di indirizzo e di definizione delle politiche del territorio.
Si prevede anche la valorizzazione dei parchi internazionali e interregionali, rendendo possibile agli enti gestionali per le aree naturali protette di procedere a collaborazioni internazionali e interregionali. Aumenterà il potere decisionale affidato al territorio attraverso la valorizzazione della comunità delle aree protette, rinsaldando quel “patto” tra territorio ad alto valore ambientale e popolazioni locali che rappresenta l’unica vera “chance” per una tutela attiva e positiva. Stesso discorso per le attività produttive che, dentro un quadro di compatibilità ambientali, non solo potranno svolgersi nelle aree protette (come già oggi accade) ma rappresenteranno un’occasione (come accade per il turismo, per l’agricoltura o la zootecnia, per le produzioni tipiche) per dare più valore a queste realtà. Abbiamo definito puntualmente i criteri di tutela e – nel caso dei Sacri Monti – si è convenuto sulla scelta di un unico ente gestionale per le sette realtà che rappresentano un patrimonio ambientale, devozionale ed architettonico di notevole pregio. Non solo: per ogni Sacro Monte, dove la rappresentanza sarà paritetica tra comunità religiosa e rappresentanza istituzionale, sono state messe in luce le “vocazioni” affinché possano svolgere un ruolo di riferimento e di “capofila”. Ad esempio, il Calvario di Domodossola sarà il centro più importante per le attività religiose e devozionali, quello di Oropa per il turismo, quello di Varallo Sesia per le opere di restauro e conservazione.Con questa riforma, il Piemonte si conferma come la regione capofila nelle politiche di tutela dell’ambiente e del patrimonio naturalistico. Una politica, non va dimenticato, inaugurata in Italia proprio dalla Regione Piemonte a metà degli anni ’70 con l’istituzione del primo parco regionale che, guarda caso, si trovava proprio nel VCO, ai confini con la Svizzera: la bellissima conca alpina dell’alpe Veglia.
Marco Travaglini, consigliere regionale Pd

La posizione del PD: tre Si ai Referendum

image Il segretario del PD Dario Franceschini in merito al referendum ha dichiarato che il Pd ha preso una decisione per tre SI sulla quale gli organismi direttivi del partito si sono espressi.
Ha poi sottolineato che se al referendum elettorale vincesse il no, "anche attraverso la via dell’astensione", il messaggio sarebbe che "la legge non si cambia più".
"Non condividiamo il meccanismo che esce dai quesiti – ha aggiunto Franceschini – ma interpreteremo il segnale, che è: ‘vogliamo una legge migliore’, e poi avremo quattro anni per farlo".
"La posizione del partito è quella che esprimo io, si è votato, 100 persone hanno detto sì, 5 hanno votato contro."
"Il referendum non l’abbiamo proposto noi, ma di fronte alla domanda se vogliamo abolire la legge porcata, noi che l’abbiamo sempre contrastata, non possiamo che rispondere di sì. Poi avremo tempo quattro anni per fare una nuova legge". "Invito anche i politologi – ha concluso Franceschini per ribattere alla critica di voler favorire Berlusconi – a considerare che, se Berlusconi decidesse di andare da solo per avere il premio di maggioranza tutto per lui, potrebbe farlo anche con la legge attuale".

I quesiti referendari: si vota domenica 21 e lunedì22

Si vota domenica 21 (dalle 07 alle 22) e lunedì 22 giugno (dalle 07.00 alle 15.00) per i tre refeferendum sui quesiti elettorali.
Di seguito riportiamo i contenuti dei tre quesiti.
Il 1° e il 2° quesito: premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento.
Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti.
Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione è notevolmente aumentata.
Il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste.
In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi.
 Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioé, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato.
In sintesi: la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata,
All’esito dell’abrogazione, resteranno comunque in vigore le norme vigenti relative all’indicazione del “capo della forza politica” (il candidato premier) ed al programma elettorale.
Gli effetti politico-istituzionali del 1° e del 2° quesito
Il sistema elettorale risultante dal referendum spingerà gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase pre-elettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche e incentivando la riaggregazione nel sistema partitico. Si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica. La frammentazione si ridurrà drasticamente. Non essendoci più le coalizioni scomparirà l’attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione. Con l’effetto che i partiti sono insieme il giorno delle elezioni e, dal giorno successivo, si combattono dentro la coalizione.
Sulla scheda apparirà un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza.
Le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all’autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico, una cosa sola. Nessuno potrà rivendicare la propria “quota” di consensi. E sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza. Lo scioglimento del Parlamento una volta che è entrata in crisi una maggioranza votata compattamente dagli elettori potrebbe essere politicamente molto probabile.
l’eliminazione di composite e rissose coalizioni imporrà al sistema politico una sterzata esattamente opposta all’attuale. Piuttosto che l’inarrestabile frammentazione in liste e listine, minacce di scissioni e continue trattative tra i partiti, il nuovo sistema imporrà una notevole semplificazione, lasciando comunque un diritto di rappresentanza anche alle forze che non intendano correre per ottenere una maggioranza di Governo, purché abbiano un consenso significativo e superino la soglia di sbarramento.

Il 3° quesito: abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica
Un terzo quesito referendario colpisce un altro aspetto di scandalo. Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto”). Questi, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia. Egli così, di fatto, dispone del destino degli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria scelta. Se sceglie per sé il seggio “A” favorisce l’elezione del primo dei non eletti nella circoscrizione “B”; se sceglie il seggio “B” favorisce il primo dei non eletti nella circoscrizione “A”. Nell’attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. In altri termini: 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto e diventano parlamentari per grazia ricevuta. Un esempio macroscopico di cooptazione!
E’ inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Inoltre i parlamentari subentranti (1/3, come si è detto) debbono la propria elezione non alle proprie capacità, ma alla fedeltà ad un notabile, che li premia scegliendoli per sostituirlo.
Con l’approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.

Omegna: luna park nel parco della Fantasia ad Omegna?

image Riceviamo e pubblichiamo questa nota.
Omegna da circa un decennio possiede un tesoro prezioso: è la Città dei Bambini.
Nella città dei bambini si trova un parco letterario – IL PARCO DELLA FANTASIA – dove ogni anno molti studenti possono sperimentare interessanti attività ludico-esperienziali volte a far conoscere il fantastico mondo del lavoro di Gianni Rodari.
L’ANFITEATRO e la PIAZZA DEGLI ARCOBALENI sono spazi utilizzati a corredo delle attività del parco letterario ma anche destinati ad eventi inseriti nel calendario delle manifestazioni cittadine:nei prossimi fine settimana di giugno e luglio per esempio si svolgeranno alcuni incontri dedicati alla divulgazione delle scienze tramite alcuni divertenti esperimenti.
Ultimamente però in città si mormora dell’incredibile decisione che l’Amministrazione Comunale di Omegna avrebbe assunto, di utilizzare il Parco della Fantasia come area destinata al Luna Park nel periodo delle festività di San Vito. Ciò vuol dire che per consentire le movimentazioni dei mezzi e la posa delle giostre il Parco della Fantasia dovrà essere quasi totalmente smontato (leggi distrutto). Si dice anche che la distruzione e si spera ricostruzione del parco sarà a spese dei giostrai (nessuno però è a conoscenza delle tempistiche e delle modalità). Immaginiamo lo scenario: la Piazza degli Arcobaleni viene completamente rasa al suolo, rimane in piedi l’anfiteatro. I Tir forse passando dall’area di cantiere delle scuole in costruzione, che per l’occasione potrebbe essere modificata, entrano nel prato del parco della fantasia che non è in piano ma in pendenza e le giostre vengono montate dopo aver realizzato i terrapieni per garantire la sicurezza e la stabilità delle strutture. In caso di pioggia il prato, già sufficientemente violato dai pesanti mezzi e dalle stesse giostre, si trasformerebbe in un tremendo pantano.
Molti cittadini si chiedono per quale ragione si sia scelta l’area del parco della fantasia e non per esempio quella del vicino campo sportivo della Verta, di più facile accesso, pianeggiante e non direttamente confinante con la strada. Qualcuno dice che sia perchéil campo viene seminato per essere pronto per il campionato.
Forse questo vuol dire che il parco della fantasia non verrà più ripristinato a verde? Oppure vuol dire che un grande sforzo economico che è stato assunto da precedenti amministrazioni sarà vanificato per soli dieci giorni di luna park?
È incredibile come spesso i nostri amministratori parlino di rilancio di Omegna, di ricerca di nuove opportunità e, per contro, non facciano una piega nel prendere decisioni suicide come questa.
Io, purtroppo da semplice cittadino in una scelta del genere leggo un’assurda volontà di distruggere ciò che altri hanno creato e in cui hanno investito risorse economiche e progettuali quali la promozione della città attraverso attività culturali.
Mi chiedo inoltre se questa amministazione faccia l’interesse economico dei suoi cittadini, smantellando e, speriamo bene, ricostruendo una struttura che è nuova e soprattutto utilizzata dalla popolazione e quando sarà nuovamente disponibile.
Mi viene inoltre da pensare come mai l’amministrazione comunale, che da anni sa di dover mettere in cantiere il polo liceale, non abbia mai pensato ad un’alternativa valida per le aree destinate alle giostre e debba ad un mese e mezzo da San Vito adottare scelte dettate solo dalla fretta, e quindi poco ponderate, come questa.
Distruggere ed occupare irrispettosamente uno spazio tutto dedicato ai bambini mi preoccupa e mi fa riflettere: chissà quale filastrocca avrebbe scritto in questo caso Gianni Rodari?
Cordiali saluti
LETTERA FIRMATA da un lettore del blog buarotti.it