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Energia la sfida di domani. Contributo del Presidente nazionale Uncem Enrico Borghi

image"Oggi i problemi fondamentali dell’Occidente sono: il terrorismo, l’incremento demografico e le fonti energetiche. Ma, mentre il terrorismo e il boom demografico hanno cause e motivazioni differenti, il problema delle fonti energetiche li ricomprende entrambi. Da un lato infatti, la spinta demografica fa aumentare in modo esponenziale il fabbisogno e i consumi energetici. Dall’altro proprio questo rende le fonti energetiche, come il gas o il petrolio, una risorsa strategica."

Questa frase è di Barack Obama, che appena eletto ha costituito una task force sul tema dell’energia guidata da Steven Chu, premio Nobel per la fisica 1997 precisando che nel 21° secolo tutti dobbiamo essere pienamente consapevoli che l’economia e la sicurezza nazionale di tutti i paesi occidentali sono strettamente connessi all’energia. E che su questo versante la nuova economia sarà fondata sull’uso di energie rinnovabili per ridurre la dipendenza dell’America dai paesi fornitori di petrolio.
Risorsa strategica vuol dire sia per la sicurezza dei popoli e delle nazioni, ma anche per lo sviluppo economico della nostra civiltà industriale.
Liberarsi dalla dipendenza dal petrolio è quindi per l’Europa e l’Occidente la vera sfida di domani, che apre nuovi scenari, e nuove opportunità. (segue)
L’ENERGIA IDROELETTRICA BASE DELLO SVILUPPO ECONOMICO ITALIANO ALL’INIZIO DEL NOVECENTO
Per noi Italiani occorre, anche in questo campo, imparare le lezioni che ci vengono dal passato, evitando di ripetere alcuni errori che hanno talora penalizzato la nostra industria idroelettrica e di cui anche l’Aem e la Valtellina, così strettamente legate nella storia energetica della nostra regione, hanno pagato il prezzo.
E fra le lezioni di ieri, una soprattutto va ricordata. L’Italia, povera di carbone, più di ogni altro paese europeo ha fondato il suo sviluppo economico-industriale del Novecento sull’energia idroelettrica.In Italia è nata nel 1898 la prima centrale idroelettrica d’Europa, la centrale Edison di Paderno d’Adda e, come tutti gli storici dell’economia hanno messo in rilievo, senza l’apporto energetico dell’industria idroelettrica sarebbe inimmaginabile il decollo dell’Italia industriale in età giolittiana fra il 1906 al 1914 quando prendono avvio i primi impianti dell’Aem in Valtellina che, insieme a quelli della Edison e della Falck, diventano il motore energetico dell’economia italiana.
Basti pensare che ancora nel 1895 la potenza installata dell’industria elettrica era di appena 86 MW, per metà di origine termica e per metà di origine idrica. Bene, nel 1912, cioè in meno di trent’anni questa potenza installata raggiunge in Italia 1.000MW, quasi interamente dovuti all’energia idroelettrica. Diventiamo così il 4° paese produttore di energia elettrica in Europa, il 6° nel mondo. I comuni illuminati con l’illuminazione elettrica passano in meno di vent’anni da 410 a 4.600, i capitali investiti da 31 milioni a 551 milioni, le obbligazioni emesse dalle industrie elettriche da zero a 140 milioni.

IL RUOLO DEL POLITECNICO E DELLA CULTURA TECNICO SCIENTIFICA

Quello che genera in Italia l’industria idroelettrica già alle sue origini è, insomma, un moto economico imponente che ha il suo epicentro a Milano, non solo perché è la capitale economica e finanziaria d’Italia, ma perché a Milano c’è il Politecnico, il maggiore istituto italiano di cultura tecnico-scientifica del tempo. Sono gli scienziati e i professori del Politecnico di Milano che mettono a punto la tecnologia del trasporto a distanza dell’energia, che ridà un nuovo significato e un nuovo contenuto economico al rapporto tra sistema alpino ed economia di pianura.
Ed è questa convergenza tra capacità impenditorial-finanziaria e cultura tecnico-scientifica universitaria ciò che ha reso immediatamente forte l’industria idroelettrica italiana in area lombarda-piemontese e ha consentito all’industria italiana di superare senza grossi danni la grave penuria di carbone che si genera negli anni della prima guerra mondiale e di rispondere senza problemi al grande incremento dei consumi elettrici del dopoguerra quando nell’arco di soli sei anni la capacità degli impianti idroelettrici quadruplica addirittura in Italia. Se noi, ad esempio, diamo uno sguardo all’industria prebellica italiana, noi vediamo che i settori di punta sono la metallurgia, la siderurgia, la chimica, ecc. Ma nel 1925 i settori di punta sono l’elettrometallurgia, l’elettromeccanica, l’elettrochimica, che sono tutti settori fortemente energivori e che senza l’industria idroelettrica in Italia in quegli anni non sarebbero nati. Ciò fa in modo che l’Italia, mentre nel 1914 importava quasi tutti i suoi macchinari elettrici dalla Germania, dopo la guerra diventa invece esportatrice in tutta Europa di generatori, trasformatori, fili e cavi elettrici, elettrodi, lampade a incandescenza, ecc.


IL BACINO DEL TOCE CASO NAZIONALE

La “risalita a salmone” del capitale e della tecnologia milanese fece dell’Ossola e del bacino del Toce uno dei nodi focali dello sviluppo dell’industria nazionale dell’energia idroelettrica.Fu il gruppo Edison a “colonizzare” energeticamente il bacino ossolano. Alla vigilia della nazionalizzazione compiuta dal governo Fanfani (Il 6 dicembre 1962 viene emanata la Legge 1643 che prevedeva la nazionalizzazione del sistema elettrico e istituiva l’Ente Nazionale per l’Energia Elettrica (ENEL), cui venivano demandate
"tutte le attività di produzione, importazione ed esportazione, trasporto, trasformazione, distribuzione e vendita dell’energia elettrica da qualsiasi fonte prodotta") l’Edison controllava nel “distretto idroelettrico” del Toce una potenza installata ai motori primi di 644 MW, pari a poco meno del 20% di quella idroelettrica totale del gruppo e al 5% circa di quella idroelettrica nazionale.
I vertici dell’Edison diedero sempre una rilevanza precipua al complesso idrografico della Val d’Ossola, che si sostanziò nella creazione di 12 centrali (alcune delle quali autentiche perle di architettura industriale create dall’architetto milanese Piero Portaluppi e che furono alla base della nascita e del boom della “Umberto Girola s.p.a.”), alle quali affiancarono 8 centrali della Dinamo e 4 centrali della Sisma.
Lo sviluppo idroelettrico delle vallate ossolane produsse un fenomeno nuovo sotto il profilo occupazionale e sotto quello produttivo. A cascata delle assunzioni fatte per i nuovi profili occupazionali creati nel ciclo produttivo, l’innervamento aziendale produsse anche ripercussioni sul versante dell’infrastrutturazione turistica non solo dell’Ossola ma anche del Verbano (si pensi ai rifugi Maria Luisa, Mores e Città di Busto sorti sulle ceneri degli edifici di cantiere delle dighe, all’albergo Cervandone dell’Alpe Devero a disposizione dei dipendenti e dei pensionati aziendali, alla pensione di Rivasco e all’albergo Cascata del Toce assai frequentati dal personale delle società del gruppo, alla colonia estiva per i dipendenti del gruppo Edison realizzata a Suna, sul lago Maggiore). La Edison e la Dinamo, insomma, rappresentarono per almeno due decenni per l’Ossola ciò che la Fiat rappresentò per Torino: il tipico esempio di fordismo.
Del resto, ancora prima che l’Ossola fosse pervasa dallo slancio imprenditoriale delle grandi società elettrocommerciali, nella valle si avviavano iniziative pionieristiche locali per lo sfruttamento dell’elettricità a scopo di illuminazione.
Già nel 1886 gli ingegneri Ricci e Ceretti presentavano al sindaco di Domodossola un progetto per l’illuminazione ad energia elettrica comprendente 40 lampade ad incandescenza. E nel 1891 il comune di Domodossola concedeva ad una società milanese, la “Marazza, Castiglioni e Mantica” la concessione per 15 anni per “l’impianto e l’esercizio dell’illuminazione elettrica pubblica della città a mezzo lampade ad arco e ad incandescenza”. Nel 1894 l’ingresso in tale società di nuovi capitali bresciani trasformò la ragione sociale in società in accomandita semplice “Fraschini, Porta e c.” che si incarico di gestire l’illuminazione pubblica di Domodossola. Fino a che si aprì un forte scontro politico interno al Consiglio Comunale di Domodossola, alla fine del quale, dopo il coinvolgimento di una società terza (la “Società elettrica di Intra”) e l’intervento della Prefettura di Novara, la concessione elettrica venne rilasciata nel 1904 anche ad una compagnia di espressione locale, la “Società Idroelettrica Ossolana”, la quale aveva realizzato nel 1901 un impianto in val Bognanco che sfruttando un salto di 290 metri azionava 3 turbine per 750 HP complessivi, grazie ai quali la Idroelettrica Ossolana fu in grado di praticare una politica tariffaria di oltre il 50% inferiore rispetto alla concorrente bresciana. La storia qualcosa dovrebbe pure insegnarci…
Nel 1898 gli industriali siderurgici Ceretti realizzarono il primo impianto idroelettrico ossolano sull’Ovesca per scopi industriali, con una potenza di 400 HP.
Nel 1899 si costituì a Novara una società anonima con capitali raccolti nel Verbano, la “Società Elettrica Ossolana” che con investimenti realizzati nei bacini della Valle Antrona ricavò l’energia per l’illuminazione della città di Intra. Nello stesso anno la “Società per le Forze Motrici dell’Anza”, con sede a Milano, amministrazione a Novara e l’apporto di capitali svizzeri (la finanziaria della Brown-Boveri) iniziò la costruzione di una centrale elettrica a Piedimulera, che entrò in funzione nel 1907 per l’illuminazione dei centri del lago Maggiore, Orta e di Novara. Tale società si sarebbe fusa nel 1917 con la Dinamo, la quale a sua volta sarebbe passata sotto l’influenza della Edison due anni dopo e sotto il suo pieno controllo nel 1925. Nel 1928 la Dinamo assorbì anche la Società Elettrica Ossolana.
Seguendo così un inevitabile processo di concentrazione, quasi tutte le prime società elettrocommerciali nate nell’Ossola finirono a poco a poco nell’orbita del gruppo Edison.


LA NAZIONALIZZAZIONE DELl’ENERGIA NEL 1962 E I SUOI ERRORI

Per l’economia italiana e per quella ossolana, perciò, veramente l’energia idroelettrica è stata “il carbone bianco”, come diceva la grande scritta che campeggiava sopra uno degli stand del padiglione italiano all’Expo di New York del 1936. E lo è stata fino al 1962 quando tutta l’industria elettrica italiana viene nazionalizzata. Non è il caso qui di ripercorrere la grande discussione che allora si sviluppò sui pro e sui contro di questo atto del primo governo di centrosinistra. È appena il caso, però, di accennare al fatto che quella nazionalizzazione rappresentò un momento di svolta e di crisi per il comparto idroelettrico, non tanto a causa della nazionalizzazione in sé, che forse non era neppure sbagliata, ma per come venne concretamente attuata. Con la nazionalizzazione dell’energia elettrica, infatti, il monopolio della produzione e della distribuzione passa all’Enel, che, a differenza delle imprese private, non nasce per fare utili, ma per erogare un servizio.
Le perdite di bilancio vengono ogni anno ripianate dallo Stato che ne è il proprietario, mentre il Cip, il Comitato interministeriale prezzi, provvede, di tempo in tempo, ad adeguare le tariffe. Quando nel ’74, con la prima crisi petrolifera il prezzo del petrolio improvvisamente si impenna, questo meccanismo non basta più a reggere i costi, e il management dell’Enel inventa allora il cosiddetto sovrapprezzo termico che consente l’adeguamento automatico delle tariffe ai costi di produzione. Dal meccanismo del sovrapprezzo viene però escluso tutto il comparto idroelettrico che continua a vendere a un prezzo amministrato, cioè basso, senza poterlo adeguare ai maggiori costi di produzione. La produzione idroelettrica diventa così, per la prima volta, cosa assurda, meno conveniente e competitiva di quella termoelettrica . Ma, fatto ancora più grave, il management dell’Enel , proprio grazie al meccanismo del sovrapprezzo che gli consente di trasferire direttamente sui prezzi finali i maggiori costi del petrolio, diventa incapace di innovare e di entrare in settori nuovi come il nucleare. Che interesse avevano, del resto, i manager a innovare, cioè a ricercare nuove fonti energetiche per abbassare i costi di produzione, con quel comodo meccanismo del sovrapprezzo che gli consentiva di presentare bilanci aziendali non disastrosi? Questa è stata per l’Italia una delle conseguenze negative della nazionalizzazione unitamente, cosa ancora più grave, alla scomparsa della gloriosa industria elettromeccanica nazionale.

EFFETTI DELLA NAZIONALIZZAZIONE

Come ha reagito il comparto idroelettrico a questa situazione? Grazie al potere espresso dalla classe politica milanese , la municipalizzata di Milano, l’Azienda Energetica Milanese – AEM riuscì nel ’62 a sottrarsi alla nazionalizzazione e a firmare con l’Enel un accordo per cui il mercato milanese della distribuzione dell’energia veniva diviso esattamente a metà. Il caso dell’Aem aveva poi fatto testo sul piano nazionale, salvando di fatto tutte le municipalizzate. E con le municipalizzate anche le aziende come la Edison e la Falck erano riusciti a salvare i propri impianti. La Edison, che era uscita dal settore elettrico per entrare nella chimica fondendosi con la Montecatini, aveva conferito tutti i propri impianti alla Selm (Società elettrica Montedison), mentre la Falck aveva dato vita nell’82 coi propri alla Sondel. Sia la Selm che la Sondel, due società entrambe quotate in Borsa, nascevano allora da una logica finanziaria, ma operavano comunque in una logica imprenditoriale di mercato formando il nucleo catalizzatore di ciò che sarebbe avvenuto in seguito negli anni Novanta con il ritorno alla liberalizzazione del mercato dell’energia.
La Val d’Ossola, e più in generale il VCO, che non avevano conosciuto l’esperienza delle municipalizzate a seguito delle scelte fatte all’inizio del secolo dalla classe politica domese dell’epoca, rientrò pertanto totalmente all’interno del perimetro di quella che allora venne definita “mamma Enel”.La quale assicurava – grazie alla sua natura pubblica – un posto di lavoro praticamente garantito a tutti coloro che vi trovavano impiego, ma che al tempo stesso svolgeva una
funzione sostanzialmente assistenziale soprattutto nelle vallate alte dell’Ossola, dove il posto sicuro all’Enel veniva visto come una affrancazione sociale da un passato di povertà contraddistinto dall’agricoltura di montagna a basso valore aggiunto e dalle emigrazioni.
Il drenaggio occupazionale dell’Enel, così, se da un lato risolse il problema della occupazione in vallate montane altrimenti a rischio di desertificazione, dall’altro compresse lo spirito di iniziativa e di intrapresa delle popolazioni locali che attiveranno processi di riscoperta delle tradizionali filiere legate alle risorse economiche locali (turismo, zootecnia, enogastronomia) sono in coincidenza con l’estinguersi del ruolo pubblico dell’ente elettrico.

UNA NUOVA FASE NELLA STORIA: LA TRASFORMAZIONE IN SPA E LA QUOTAZIONE IN BORSA, LA LIBERALIZZAZIONE

L’ingresso dell’Italia in Europa con la sottoscrizione del Trattato di Maastricht nel 1991, unito ad una sostanziale degenerazione partitocratica che avviluppava via via sempre più tutte le Partecipazioni Statali e dalla quale l’Enel non poteva essere esente, impose all’inizio degli anni ’90 un radicale cambio di direzione e di marcia
È infatti nel 1992, quando i partiti storici uno dopo l’altro entrano in crisi, che viene varato il “decreto Amato” che imponeva sia ad Enel che alle municipalizzate il passaggio a spa, spalancandone l’ingresso in Borsa. Il decreto Amato del ’92 e poi il decreto Bersani del ’99 che liberalizza il mercato dell’energia, rompevano lo schema monopolista creato all’inizio degli anni ’60 e costituivano in questi anni la base legislativa per lo sbarco in Borsa di Enel. Grazie a quel decreto è stato possibile all’Aem, ad esempio, dar vita con la Edison, la Atel ed altri alla Edipower e condurre a termine nel 2002 la grande operazione di acquisizione dall’Enel di Eurogen.
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LA NASCITA DI A2A: IL SUO SIGNIFICATO STORICO E IL “VUOTO” DEL VCO

E sempre grazie al decreto Bersani del 1999 è stato possibile condurre in porto l’altra grande operazione di questi anni che è stata la fusione con Brescia e la nascita di A2A.
A2A non è solo un importante evento economico che rimescola le carte sul mercato italiano dell’energia, ma rappresenta per la Lombardia un evento socio-culturale di grande rilievo. In essa, infatti, confluiscono la tradizione del riformismo socialista milanese, impersonata dalla Aem, con quella del solidarismo cattolico bresciano di cui è espressione l’Asm, a dimostrazione che certi fatti non avvengono a caso, non sono solo frutto delle strategie contingenti del momento, ma sono il risultato del lento lavorio della storia e della sua logica di lungo periodo di cui gli uomini, con le proprie scelte, si fanno interpreti. Ecco perché molti ritengono che la nascita di A2A sia uno di quegli eventi destinati a segnare la nostra storia economico- sociale del XXI secolo, allo stesso modo in cui la nascita dell’Aem nel 1910 ha segnato quella del Novecento lombardo.
E già qui possiamo fare una riflessione per notare almeno due punti di cesura tra la realtà del VCO e altri territori simili: il primo primo e rappresentato dal fatto che agli albori del secolo il capitalismo locale aveva rinunciato a farsi guida di un processo, dopo il timido tentativo della Società Idroelettrica Ossolana presto riassorbita dal gigante Edison e senza la volontà della classe liberale dell’epoca di attuare in Ossola ciò che il giolittismo indicava con la legge sui servizi pubblici locali che porterà alla nascita delle potenti municipalizzate nelle città lombarde, Milano e Brescia in testa.
E il secondo punto di rottura sta nel fatto che nel VCO le amministrazioni pubbliche si sono si fatto “addormentate” rispetto al tema dell’energia, pensando che questo fosse sostanzialmente appannaggio esclusivo dell’Enel per quanto attiene alle grandi concessioni di derivazione e del mercato sostanzialmente speculativo locale privato per quanto attiene alle piccole concessioni.


LIBERO MERCATO IN MANO AI PRIVATI O RUOLO GUIDA DEL PUBBLICO?

La liberalizzazione del mercato e il processo di fusione e riaggregazione che ne è seguito ha portato alla nascita di nuovi “colossi” nati dalle ceneri delle precedenti municipalizzate: A2A nasce come fusione tra Milano e Brescia, e stringe relazioni e alleanze industriali
strette con le società elettriche di Trento, Bolzano e dell’Emilia Romagna.
Torino procede integrando la AEM Torino con la AMGA di Genova e lancia in borsa Iride S.p.A, che diventa il terzo operatore nazionale nel settore dei servizi a rete (produzione, vendita e distribuzione di energia, gestione servizi idrici e servizi alle pubbliche amministrazioni), che sottoscrive un patto parasociale con la emiliana Enìa (nata a sua volta dalla fusione avvenuta nel marzo del 2005 tra la Agac di Reggio Emilia, la Amps di Parma e la Tesa di Piacenza).
Noi dobbiamo oggi onestamente prendere atto che la liberalizzazione del mercato dell’energia in Italia non ha comportato quella riduzione dei prezzi che tutti si attendevano. Ci si torna perciò giustamente a chiedere, e lo ha fatto fatto anche il ministro Giulio Tremonti, se il libero mercato totalmente in mano agli operatori privati sia una soluzione obbligata, oppure se per certe attività e per certi settori, come quello dell’energia appunto, non sia più ragionevole che il settore pubblico torni ad avere un ruolo guida. Allo stato attuale è bene dunque ribadire un concetto di fondo : il controllo delle strategie del settore energetico sia fatto da parte del pubblico, la gestione venga effettuata in base alle regole di mercato.
Questo per il Verbano Cusio Ossola rappresenterebbe una autentica rivoluzione, visto che qui il pubblico non ha fatto una autentica strategia, e le regole del mercato non sono mai esistite visto che non è stata fatta UNA SOLA GARA delle attuali 161 concessioni idroelettriche PUBBLICHE rilasciate nel territorio provinciale per una straordinaria potenza media nominale installata di 391.872,18 kW!

LE SFIDE CHE ABBIAMO DI FRONTE

Questa può essere una buona base per affrontare le vere sfide strategiche che ci vengono dal contesto globale del mercato dell’energia.
1) La prima è l’esplosione demografica di paesi come la Cina, l’India o il Brasile, con la conseguente crescita esponenziale della domanda di energia. E’ questo un dato che non possiamo fermare e che non sarebbe neppure giusto fermare, perché non si può negare ai paesi emergenti il diritto di crescere e di svilupparsi come noi abbiamo fatto.
2) Avremo quindi sempre più bisogno – e questo è il secondo punto – di energia in quantità crescente, facilmente disponibile e a basso costo, che ci sottragga ai ricatti del terrorismo e alle trappole della geopolitica. E che ponga il Verbano Cusio Ossola in un’ottica di competitività e di attrazione per aziende industriali e manifatturiere di nuova generazione che siano interessate all’impiego di energia rinnovabile
3) Ma avremo anche sempre più necessità di rispettare l’ambiente e gli equilibri ecologici del pianeta che potrebbero essere seriamente compromessi dall’uso massiccio di fonti energetiche inquinanti.


IL RINNOVO DELLE CONCESSIONI E LE LINEE DI UN NUOVO RAPPORTO CON IL TERRITORIO DEL VCO: IL MODELLO BOLZANO E TRENTO

Se guardiamo agli ultimi cento anni, il VCO – e la Val d’Ossola in particolare – è stato con le proprie risorse idriche protagonista della vita economica regionale e nazionale. Ma lo è stato passivamente come terra di conquista e di colonizzazione. Dell’Edison e della Dinamo dapprima, dell’Enel successivamente. E poi della pletora di piccoli produttori, selezionati in maniera eccessivamente rapida, sbrigativa e burocratica senza che si sia attivata una reale politica di competizione e di conseguente maggiore ritorno sul territorio.
Noi ora vogliamo che il nostro territorio sia protagonista anche nel nuovo scenario strategico internazionale che ho disegnato. E che lo sia in forme più strette e più forti che in passato, non più solo come territorio produttore del bene acqua e del bene energia monetizzato in maniera quasi esilarante con il concetto ormai datato dei sovracanoni di bacino imbrifero montano , ma come vero e proprio partner territoriale di un progetto industriale. Questo, insomma, non è e non deve essere più per noi un territorio dove lasciare qualche regalia e qualche compensazione, ma è un territorio che noi vogliamo rendere soggetto attivo nel nuovo scenario energetico internazionale.
Non lasciamoci spaventare dalle nostre dimensioni piccole! Se guardiamo un piccolo territorio svizzero come Poschiavo, piccolo comune di 3.500 abitanti nei Grigioni, ci accorgiamo che qui ha sede una società, la Rezia Energia, che oggi vende e distribuisce energia in mezza Europa, fra cui l’Italia. Guardiamo un altro piccolo paese della vicina Svizzera, Olten nel canton Soletta grande come Omegna con i suoi 16.000 abitanti dove ha sede la Atel, ora riassorbita nel gruppo “Alpiq Holding SA” un’altra società che in più di cento anni di vita è riuscita a diventare un piccolo colosso mondiale dell’energia.
Perché ciò che è stato possibile a due passi da noi, non deve essere possibile qui, nel Verbano Cusio Ossola?
Il rinnovo delle concessioni idroelettriche può diventare – e deve diventare – l’occasione per rifondare su basi nuove il rapporto fra i produttori idroelettrici e la Provincia del VCO col decollo di un’Azienda di Valle, che potremmo chiamare “Azienda Energetica delle Valli Lepontine” o “VCO Energia” a partecipazione pubblico-privata, inserita in un più vasto progetto industriale in grande di darle immediatamente una prospettiva nazionale e internazionale. Ma in questa direzione occorrerà stabilire alcuni punti fermi :
– Il primo è che la risorsa acque è una risorsa del territorio e dunque la sua gestione non può essere delegata alla Regione, ma deve far capo alla Provincia in stretto raccordo con i Comuni dove insistono le opere di presa e di lavorazione e con le Comunità Montane per effettuare la necessaria perequazione funzionale ad una seria operazione di equilibrio ambientale e socio-economico.
– Il secondo è che, accanto alle istituzioni, una Azienda energetica delle nostre Valli deve vedere come soggetti protagonisti al proprio interno anche gli industriali, le forze imprenditoriali e le banche del territorio, in primis la Banca Popolare di Intra che avrebbe in tal modo l’occasione concreta per fugare ogni dubbio che spesso aleggia circa la sua reale volontà di rimanere radicata sul territorio nel quale è nata.
Il modello cui guardare è quello già sperimentato con le Province di Trento e di Bolzano, dove con successo si è unita la capacità del pubblico di guidare le strategie e la logica di mercato per la gestione del comparto.
Solo così il Verbano Cusio Ossola potrà compiere quel salto di qualità che la sua economia oggi richiede e che solo in questo quadro si potrà discutere di energia a basso costo o a costo zero e di altri vantaggi territoriali altrimenti impossibili da conseguire.
Per il VCO l’inedia, l’inerzia o peggio ancora l’ignavia su questo tema non solo sarebbe uno schiaffo inaccettabile, ma anche un vero e proprio danno per le generazioni future. Questo è dunque il bivio dinnanzi a cui si trova oggi la Provincia del VCO.
Cogliere, in coincidenza con la scadenza delle concessioni, l’occasione di un’apertura da protagonista sul mercato internazionale dell’energia, che significa gestire direttamente in prima persona le proprie risorse idriche riscattando un secolo di sostanziale colonizzazione, oppure rimanere chiusa nel proprio risentito e rancoroso rivendicazionismo di piccoli vantaggi territoriali e monetari, condannandosi a rimanere incapaci di sostenere un progetto di sviluppo per queste valli entro lo scenario energetico che si apre di fronte a noi.

25 OTTOBRE: I SEGGI DOVE POTER VOTARE PER LE PRIMARIE DEL PD

image Sono quaranta i seggi nel VCO in cui gli elettori del PD e gli iscritti potranno votare per decidere chi sarà il segretario nazionale e regionale del Partito democratico.
Potete scaricare il volantino con l’ubicazione dei seggli: clicca qui per l’ossola, clicca qui per il verbano, clicca qui per il cusio.
Si vota Domenica 25 ottobre, dalle ore 07 alle 20. I cittadini (dai 16 anni in su) possono votare solo nel seggio corrispondente al proprio comune; bisogna portare la tessera elettorale e la carta d’identità, dichiarare di essere un elettore del PD e versare una sottoscrizione di almeno 2 euro.
Per ulteriori informazioni: 0323 401272.
I candidati a segretario nazionale sono Pier Luigi Bersani, Ignazio Marino e Dario Franceschini, mentre concorrono alla segreteria regionale Gianfranco Morgando (mozione Bersani), Cesare Damiano (mozione Franceschini) e Roberto Tricarico (mozione Marino).
Pubblichiamo qui di seguito l’elenco dei seggi nel VCO Comuni di Arizzano, Vignone, Bee e Premeno, si vota al Municipio di Arizzano

Comune di Baveno, si vota al Municipio di Baveno, piazza Dante Alighieri 14

Comune di Belgirate, si vota alla Sala biblioteca del Municipio a Belgirate

Comuni di Cambiasca, Miazzina e Valle Intrasca, si vota alla sala ex ufficio postale piazza roma, a Cambiasca

Comuni di Cannobio, Cannero, Trarego Viggiona e Valle Cannobina; si vota presso la Sede PD, via Giovanola, Cannobio

Comune di Cossogno; si vota al Circolo operaio a Cossogno in via Solferino 1.

Comuni di Ghiffa e Oggebbio, si vota la mattina Lungolago Ghiffa (in caso di pioggia zona Panizza),
pomeriggio piazza Carciago, a Ghiffa

Comune di San Bernardino Verbano, si vota alla Sala ex posta c/o municipio S. Bernardino V.

Comuni di Stresa, Gignese e Brovello Carpugnino, si vota alla Palazzina Liberty, via De Amicis, Stresa

Verbania 1 Intra, (votano i cittadini di VB elettori nei seggi elettorali n. 21-22-23-24-25-26-29-30-31-32-33) imbarcadero "vecchio" a Intra, corso Mameli.

Verbania 2 (votano i cittadini di VB elettori nei seggi elettorali n° seggi elettorali 1-2-3-4-5) Piazza Garibaldi sotto portici Municipio, Verbania

Verbania 3 (votano i cittadini di VB elettori nei seggi elettorali n seggi elettorali 16-17-18-19 – 20-27-28) Casa del Popolo Arci Trobaso, via renco 91, Verbania

Verbania 4 (votano i cittadini di VB elettori nei seggi elettorali 6-7-8-9) S.Anna, gazebo piazza Città Gemellate (in caso di cattivo tempo Centro Sociale S.Anna)

Verbania 5 (votano i cittadini di VB elettori nei seggi elettorali 10-11-12-13-14-15) Suna, imbarcadero (con cattivo tempo sala circoscrizione ex opera Pia Rossi)

Comune di Casale Corte Cerro, si vota nella Sala Biblioteca, piazza Chiesa, Casale Corte Cerro

Comuni di Cesara e Nonio, si vota all’Aula Municipio Nonio, piazza Chiesa

Comune di Gravellona Toce, si vota al Municipio di Gravellona Toce, piazza F.lli Di Dio

Comuni di Madonna del Sasso e Arola; si vota al Circolo Arci di Boleto, via folina 3, Madonna del Sasso

Omegna 1 e Valle Strona (votano i cittadini dei seggi elettorali n. 1-2-3-4-5-6-7-17 e della Valle Strona, si vota Salone Santa Marta – via Cavallotti, Omegna

Omegna 2 (votano i cittadini seggi elettorali 13 – 14 – 15 – 16), si vota al Circolo Arci, via IV Novembre, Omegna

Omegna 3 e Quarna sotto, Quarna sopra (votano i cittadini dei seggi elettorali 10 – 11 – 12 e Quarna sotto, Quarna sopra); dsi vota nella Sede quartiere Cireggio, Omegna

Omegna 4 ( votano i cittadini dei seggi elettorali 8 – 9) Sede quartiere Bagnella, casa dei Frati, Omegna

Comuni di Beura Cardezza e Trontano, si vota a Trontano, Circolo della Stazione

Comune di Crevoladossola, si vota alla Sede PD, via Sempione 111, Crevoladossola

Comuni di Domodossola, Bognanco, Masera, Montecrestese, si vota presso la cappella Mellerio, piazza Rovereto (vicino al Municipio) a Domodossola.

Comune di Mergozzo, si vota presso la Sede Protezione Civile, via Sempione, Mergozzo

Comune di Ornavasso e Anzola d’Ossola, presso la Sala Riunioni sopra Circolo Operaio, Piazza Stazione, Ornavasso

Comuni di Piedimulera e Pallanzeno, si vota a Sala Don Musetta, ex cinema, Piedimulera

Comune di Pieve Vergonte, si vota presso il Municipio Pieve Vergonte, via Cicoletti 33

Comuni della Valle Formazza, si vota nell’Atrio del Municipio di Baceno

Comuni della Valle Anzasca, si vota presso c/o Municipio, Vanzone Con San Carlo

Comuni della Valle Antrona, si vota alla Sala Comunale, Montescheno

Comuni della Valle Vigezzo, si vota al Circolo Arci, di Malesco

Comuni di Varzo e Trasquera, si vota alla Ludoteca, piazzale Trieste, Varzo

Villadossola 1 (votano i cittadini dei seggi elettorali 1-2-3-4-5-6-9) Sala Consigliare Municipio, via Marconi 19 – Villadossola

Villadossola 2 (votano i cittadini dei seggi 7-8-) Villaggio, portici piazzale Motta

Comuni di Vogogna e Premosello Chiovenda, si vota al Palazzo Pretorio, Vogogna

DALLA REGIONE 525.000 EURO DESTINATI ALLE OPERE PUBBLICHE DEL VCO

image l’Assessorato alle Opere Pubbliche della Regione Piemonte ha assegnato contributi pari a 525.000 euro a 15 Comuni del Verbano Cusio Ossola che hanno presentato domanda sulla base del Bando sulla Legge 18/84 per il miglioramento e la sistemazione di infrastrutture stradali, sedi municipali, opere cimiteriali, illuminazione.
I Consiglieri regionali del VCO, Aldo Reschigna e Marco Travaglini del Partito Democratico hanno sottolineato l’importanza di tale atto per questo territorio, affermando: “La Regione Piemonte ha, anche quest’anno, voluto, nel limite delle proprie disponibilità economiche, prevedere un’importante aiuto ai Comuni del Verbano Cusio Ossola che si trovano spesso in difficoltà nell’attuare opere di sistemazione di strade, illuminazione pubblica, sedi municipali, cimiteri a causa di bilanci molto limitati e delle mancanza di fondi”. “Questo – continuano Reschigna e Travaglini – è un provvedimento fondamentale per alcuni Comuni del nostro territorio che hanno presentato domanda e che potranno intervenire, ora, su opere pubbliche importanti per la propria collettività. Nell’ambito dell’erogazione dei contributi sono stati privilegiate le domande che presentavano criteri di particolare urgenza, nonché richieste di salvaguardia di infrastrutture esistenti e di loro messa in sicurezza”.
“Il fondo regionale di 525.000 euro – concludono Aldo Reschigna e Marco Travaglini – è stato ripartito fra 15 Comuni della nostra Provincia: Arizzano, Baceno, Bannio Anzino, Baveno, Belgirate, Bognanco, Cannero Riviera, Cavaglio Spoccia, Ceppo Morelli, Craveggia, Nonio, Pallanzeno, Santa Maria Maggiore, Stresa, Vanzone con San Carlo”.
Ufficio Stampa Gruppo consiliare Partito Democratico

I primi rifugi montani in rete con Internet: 7 sono nel VCO

image Sono già 53 i rifugi montani dotati di parabola satellitare per il collegamento a Internet e nel corso del 2009 se ne aggiungeranno altri 15 grazie ad un finanziamento nell’ambito del programma Wi-Pie della Regione Piemonte per la riduzione del divario digitale.
Sette si trovano sulle montagne del VCO: i rifugi Andolla e Città di Novara in Valle Antrona, la foresteria del parco ed il rifugio Capanna Castiglioni all’alpe Devero, il rifugio Alpe Laghetto a Bognanco, il rifugio Eugenio Margaroli in alta Val Formazza ed il rifugio dell’ Alpe Straolgio a Malesco.
Tra i tanti interventi che abbiamo promosso come Regione a vantaggio del sistema turistico d’alta quota, quello della "messa in rete" dei rifugi è particolarmente importante. La connessione satellitare ad Internet costituisce per i rifugi una preziosa risorsa, innanzitutto, per il miglioramento dei servizi al pubblico, per la maggiore visibilità nel Web e anche per i vantaggi che la rete di per sé comporta per una piccola impresa turistica, quali la promozione ed il marketing. Senza dimenticare quanto può essere utile questo sistema in caso di guasto nelle comunicazione radiotelefoniche tradizionali oppure nella realizzazione di sistemi trasmissione video e videosorveglianza o nei sistemi alternativi di gestione delle emergenze.
Del resto è noto come la banda larga sia ormai un servizio primario per garantire uno sviluppo economico complessivo del territorio piemontese. Il diritto di cittadinanza digitale deve essere assicurato a tutti e per i rifugi costituisce un punto di forza attraverso cui valorizzare il turismo e la frequentazione delle nostre montagne.
La connessione satellitare rientra in un più ampio contesto di interventi che la Regione ha di recente avviato per incentivare la fruizione escursionistica nelle aree montane e migliorare la qualità dell’accoglienza nelle strutture ricettive. Entro l’anno è prevista l’approvazione di una mappa della rete sentieristica,strumento indispensabile per pianificare gli interventi di valorizzazione previsti dal piano di sviluppo rurale 2007-2013 che incentiva e finanzia la creazione di itinerari escursionistici percorribili a piedi, in bicicletta ed a cavallo.
Va sottolineato come, grazie al progetto strategico di cooperazione territoriale transfrontaliera Italia-Svizzera, saranno sviluppate azioni per migliorare la frequentazione turistica dei rifugi delle province del Piemonte nordorientale, tra cui l’area del VCO.
Infine, sempre in relazione ai rifugi, saranno avviate iniziative pilota di tipo tecnologico ed infrastrutturale per creare modelli di buone pratiche nei sistemi di approvvigionamento energetico, di smaltimento dei rifiuti e di gestione della sicurezza dei turisti in collaborazione con il dipartimento di Scienze merceologiche dell’Università di Torino.

Marco Travaglini, consigliere regionale PD

sabato 23 febbraio partecipa alla costruzione dei Circoli del PD nel Verbano Cusio Ossola.

image Si svolgeranno in contemporanea questo sabato 23 febbraio le 32 assemblee che sanciranno la nascita dei 32 circoli territoriali del Partito Democratico nel Vco.Tutti potranno parteciparvi: sia chi ha votato alle primarie dell’ottobre scorso, sia chi non l’ha fatto.
Si voteranno il candidato alla carica di coordinatore del circolo territoriale, e chi vuole con due preferenze (obbligatoriamente una per un uomo e una per una donna) potrà scegliere anche i componenti del coordinamento terriroriale della propria realtà su una lista di nomi che troverete sulla scheda.
Alle persone che voteranno verrà consegnato l’attestato di fondatore del PD firmato da Veltroni. Chi vorrà potrà anche preaderire al PD, ritirando la tessera 2008 e versando un contributo economico.
Di seguito i luoghi e gli orari di dove si vota.
  
1. Circolo PD della Valle Anzasca: ore 14 / 18. Seggio presso Albergo Mondo d’Oro a Ceppo Morelli,
2. Circolo PD Baveno: ore 14 / 18. Seggio presso la sala Consigliare del Municipio a Baveno
3. Circolo PD Belgirate: ore 14/ 18. Seggio presso la Sala biblioteca comunale a Belgirate
4. Circolo PD Crevoladossola: seggio ore 14 / 16 presso la Sala Consigliare del municipio. Dalle 16 alle 18 gazebo presso Tabaccheria Marasca in via sempione 74 a Crevoladossola
5. Circolo PD San Bernardino Verbano: ore 14 / 18. Seggio pressa la Sala Consigliare del Municipio a San Bernardino Verbano
6. Circolo PD Arizzano: ore 14 / 18. Seggio presso il Circolo Borella Ivo – Via Arizzano, 1 FR Cissano
7. Circolo PD Valle Vigezzo: dore 14/18 seggio presso Circolo Arci di Malesco
8. Circolo PD Ghiffa e Oggebbio: ore 14 / 18. Seggio presso il Circolo Arci Susellese, in C.so Dante 19 a Ghiffa
9. Circolo PD Masera e Montecrestese: ore 14 / 18. Presso seggio elettorale in Via Provinciale a Masera
10. Circolo PD Casale Corte Cerro: ore 14 / 18. Seggio presso il Centro culturale "Il Cerro" a Ramate
11. Circolo PD Pieve Vergonte: ore 14 / 18. Seggio presso Centro culturale “Massari” a Pieve Vergonte
12. Circolo PD Vogogna e Premosello: ore 14 / 18. Seggio presso Palazzo Pretorio a Vogogna
13. Circolo PD Ornavasso e Anzola: ore 14 / 18, seggio presso Sala Riunioni sopra ex circolo operaio ad Ornavasso
14. Circolo PD Domodossola e Bognanco: ore 14 / 18, seggio presso la Sala della Comunità Montana Valle Ossola, via romita 13, a Domodossola
15. Circolo PD Valle Antrona: seggio presso Sala comunale piazza E. Minacci a Montescheno (ore 14-16); seggio presso Sala consigliare Municipio Antrona (ore 16,30-18,30)
16. Circolo PD Piedimulera:ore 14 / 18, seggio presso Sala Don Musetta a Piedimulera
17. Circolo PD Gravellona Toce: ore 14 / 18, seggio presso la Sala del Consiglio comunale, Municipio di Gravellona Toce
18. Circolo Omegna; Quarna Sopra e Quarna Sotto, Valle Strona: dalle ore 09 alle ore 18. 1 seggio presso Circolo Operaio di Crusinallo (Via IV Novembre). 2 seggio Ex sede Marherita (via manzoni). 3 seggio sede del quartiere a Cireggio
19. Circolo PD Vignone Bee e Premeno: ore 14 / 18, seggio presso Sala Consigliare Municipio di Vignone
20. Circolo PD Verbania: ore 14 / 18. 1 seggio presso Auditorium Il Chiostro a Intra. 2 seggio Centro sociale di Renco. 3 seggio portici municipio di Pallanza
21. Circolo PD Valle Antigorio e Formazza: ore 14 / 18, seggio presso la Sala riunioni presso Municipio di Baceno
22. Circolo PD Beura Cardezza: ore 14 / 18, seggio presso Sala Consigliare, in p.zza Matteotti 6 a Beura Cardezza
23. Circolo PD Varzo e Trasquera: ore 14 / 18, seggio presso Gazebo in piazzale Trieste a Varzo
24. Circolo PD Cambiasca, Miazzina e Valle Intrasca: ore 14 / 18, seggio presso Circolo sportivo cambiaschese a Cambiasca
25. Circolo PD Stresa, Gignese e Brovello: ore 14 / 18, seggio presso Palazzina Liberty, Via De Amicis, Stresa
26. Circolo PD Cossogno: ore 14 / 18, seggio presso Circolo Operaio cossognese, via solferino 1, a Cossogno
27. Circolo PD Trontano: ore 14 / 18, seggio presso Cooperativa Stazione, P.zza Ferraris Trontano
28. Circolo PD Cesara e Nonio ore 14 / 18, Salone Polifunzionale Mons. Garga, Cesara
29. Circolo PD Villadossola e Pallanzeno: ore 14 / 18. Seggio presso Sala consigliare presso il Municipio a Villadossola
30. Circolo PD Cannobio, Cannero, Trarego e Valle Cannobina: ore 14 / 18. Seggio presso la Sede Ulivo, Via Giovanola a Cannobio
31. Circolo PD Mergozzo: ore 14 / 18. Seggio presso la Sede della protezione Civile, via sempione a Mergozzo
32. Circolo PD San Maurizio d’Opaglio, Madonna del Sasso e Arola, data da definre
 

Al via 34 assemblee del PD nel Vco per costruire i circoli territoriali

Dopo l’appuntamento delle primarie di ottobre (che nella nostra provincia ha visto la partecipazione di 6 mila cittadini), il 23 febbraio in tutta la provincia del Vco verranno costituiti più di trenta circoli locali del Partito Democratico.
image Per preparare l’appuntamento del 23 febbraio, per raccogliere le disponibilità a candidarsi, per ragionare assieme sui compiti e le funzioni dei circoli territoriali, il PD del Vco ha organizzato 34 assemblee sul territorio che si svolgeranno dal 5 al 16 febbraio (trovate l’elenco delle assemblee qui nell’articolo oppure a sinistra nell’agenda).
Queste assemblee vedranno la partecipazione, tra gli altri, del segretario regionale Senatore Gianfranco Morgando a Verbania e Villadossola, l’onorevole Pietro Marcenaro a Domodossola e il presidente dell’assemblea costituente regionale Sergio Soave.
 Sarà un ulteriore momento importante per far nascere concretamente in ogni realtà territoriale il Partito Democratico, ed è una fase che vogliamo vivere e costruire con lo stesso spirito e le stesse motivazioni con le quali è nato il Partito Democratico. Essere cioè uno spazio plurale e aperto al contributo di tutti.
Far nascere i circoli territoriali significa ampliare i momenti di incontro e di confronto, significa accrescere la presenza di un Partito che in ogni realtà e ad ogni livello territoriale deve essere in grado di produrre idee e proposte. Chiunque può candidarsi nei circoli territoriali e per favorire al massimo le possibilità di partecipazione abbiamo promosso incontri a livello comunale o sovracomunale.
Per questo chiediamo a tutti di diventare protagonista e di aiutarci con le loro idee a costruire veramente un Partito nuovo. .
Potranno partecipare alla nascita dei circoli territoriali anche persone che, pur non avendo votato alle primarie del 14 ottobre, intendono aderire al Partito Democratico attraverso modalità che saranno illustrate nell’incontro programmato e, pertanto, estendiamo l’invito a tutti i cittadini del Vco.
le assemble:
Martedì 5 Febbraio, ore 20.30 Macugnaga; Ceppomorelli; Vanzone; Calasca Castiglione; Bannio Anzino, C/o Sede Comunità Montana Monte Rosa 33 frazione Pontegrande a Bannio Anzino. Presiedono Claudio Sonzogni (consigliere provinciale PD); Moreno Minacci (Commissione garanzia)
Martedì 5 Febbraio, ore 21.00, Baveno Circolo Operaio, via libertà 30. Presiedono Aldo Reschigna (coordinatore PD Vco), Paola Bertinotti (esecutivo Pd Vco)
Mercoledì 6 Febbraio, ore 21.00, Belgirate Sala biblioteca comunale. Presiedono Aldo Reschigna (coordinatore PD Vco), Giancarlo Zoppi (Presidente Consiglio provinciale)
Giovedì 7 febbraio, ore 21.00, Crevoladossola Sala consigliare del municipio. Presiedono Aldo Reschigna (coordinatore PD Vco), Irene Vesci (cordinamento PD Vco)
Giovedì 7 febbraio, ore 21.00, San Bernardino Verbano presso il Ristorante S. Antonio, in Via per Fondotoce 1, Fr Bieno. Presiedono Silvia Marchionini (esecutivo PD vco); Barbara Bienati (segreteria regionale PD)
Giovedì 7 febbraio, ore 21.00, Arizzano Circolo Borella Ivo, Via Arizzano, 1 FR Cissano. Presiedono Anna Bozzuto (esecutivo PD Vco); Pino Grieco (vice presidente della Provincia)
Venerdì 8 Febbraio, ore 20.30, Druogno; Santa Maria M.; Malesco; Toceno; Villette, Craveggia; Re, presso Circolo Arci di Malesco. Presiedono Moreno Minacci (Commissione garanzia PD)
Venerdì 8 Febbraio, ore 21.00, Ghiffa e Oggebbio, presso il Circolo Arci Susellese, in C.so Dante 19 a Ghiffa. Presiedono Giancarlo Zoppi (Presidente Consiglio provinciale)
Venerdì 8 febbraio, ore 21.00, Masera; Montecrestese, presso seggio elettorale in Via Provinciale a Masera. Presiedono Lilliana Graziobelli (assessore provinciale), Cristina Giuliani (coordinamento Provinciale PD)
Venerdì 8 febbraio, ore 21.00, Casale Corte Cerro, Circolo Arci di Ramate. Presiedono Mauro Giudici (coordinamento provinciale PD); Paola Ravaioli (Presidente della Provincia)
Venerdì 8 febbraio, ore 21.00, Pieve Vergonte Sala Consigliare. Presiedono Aldo Reschigna (coordinatore PD Vco), Fausto Sgrò (assessore provinciale),
Venerdì 8 Febbraio, ore 20.30, Vogogna e Premosello. Palazzo Pretorio. Presiedono Gianni Desanti (assessore provinciale) ed Enrico Borghi (Esecutivo provinciale PD)
Sabato 9 Febbraio, ore 15.oo, Ornavasso e Anzola, Sala Riunioni sopra ex circolo operaio ad Ornavasso. Presiedono Moreno Minacci(Commissione garanzia PD) ; Anna Bozzuto (esecutivo Pd Vco)
Sabato 9 Febbraio, ore 15.00, Domodossola; Bognanco, Sala della Comunità Montana Valle Ossola, via romita 13 a Domodossola. Presiedono On. Pietro Marcenaro (gruppo PD alla Camera), Aldo Reschigna (coordinatore PD Vco)
Lunedì 11 Febbraio, ore 21.00, Montescheno, Seppiana, Sala comunale piazza E. Minacci a Montescheno. Presiedono Moreno Minacci (collaboratore del gruppo regionale PD), Marino Barassi (coordinamento provinciale PD),
Lunedì 11 Febbraio, ore 21.00, Piedimulera, Circolo Arci di Piedimulera in Via Monterosa. Presiedono Fausto Sgrò (assessore provinciale); Paolo Ravaioli (Presidente della Provincia)
Lunedì 11 Febbraio, ore 21.00, Gravellona Toce, Sala del Consiglio comunale, Municipio di Gravellona Toce. Presiedono Aldo Reschigna (coordinatore PD Vco), Alberto Nobili (esecutivo PD Vco)
Martedì 12 Febbraio, ore 21.00, Omegna; Quarna Sopra e Quarna Sotto, presso il Forum ad Omegna. Presiedono Sergio Soave (Presidente assemblea costituente regionale PD), Marco Travaglini (consigliere regionale)
Martedì 12 Febbraio, ore 21.00, Vignone Bee e Premeno, presso la Sala Consigliare Municipio di Vignone. Presiedono Diego Caretti (assessore provinciale), Silvia Marchionini (esecutivo PD vco)
Martedì 12 Febbraio, ore 21.00, Verbania Palazzo Flaim. Presiedono On. Gianfranco Morgando (segretario regionale PD), Aldo Reschigna (coordinatore PD Vco)
Martedì 12 Febbraio, ore 21.00, Valstrona; Germanio; Loreglia; Massiola, presso la Sala Consigliare Municipio di Valstrona. Presiedono Rolando Balestroni
Mercoledì 13 febbraio, ore 20.45, Formazza; Baceno, Crodo e Premia Sala riunioni presso Municipio di Baceno. Presiedono Irene Vesci (coordinamento provinciale PD), Stefano Costa (Sindaco di Baceno)
Mercoledì 13 Febbraio, ore 21.00, Beura Cardezza, Circolo Arci, via mazzini 5. Presiedono Fausto Sgrò (assessore provinciale)
Mercoledì 13 Febbraio, ore 21.00, Varzo; Trasquera, presso la Torre di Varzo. Presiedono Lilliana Graziobelli (assessore provinciale), Moreno Minacci (Commissione garanzia PD)
Mercoledì 13 febbraio, ore 21.00, Aurano; Intragna; Cambiasca; Miazzina; Caprezzo, presso Circolo sportivo cambiaschese. Presiedono Diego Caretti (assessore provinciale), Silvia Marchionini (esecutivo PD vco)
Mercoledì 13 Febbraio, ore 21.00, Stresa; Gignese e Brovello, presso Palazzina Liberty, Via De Amicis, Stresa. Presiedono Aldo Reschigna (coordinatore PD Vco), Marco Maierna (Tesorie PD Vco)
Giovedì 14 Febbraio, ore 21.00, Cossogno Circolo Operaio cossognese, via solferino 1, a Cossogno. Presiedono Silvia Marchionini (esecutivo PD vco); Paola Bertinotti (Esecutivo provinciale)
Giovedi 14 Febbraio ore 21.00, Trontano presso Cooperativa Stazione, P.zza Ferraris Trontano. Presiedono Irene Vesci (coordinamento provinciale PD), Lilliana Graziobelli (assessore provinciale)
Giovedì 14 Febbraio, ore 21.00, Cesara e Nonio, presso Salone Polifunzionale Mons. Garga a Cesara. Presiedono Gianni Desanti (assessore provinciale), Barbara Bienati (segreteria regionale PD)
Giovedì 14 Febbraio, ore 20.45, Antrona ; Viganella, presso Sala Consigliare Municipio di Antrona Schieranco. Presiedono Aldo Reschigna (coordinatore PD Vco); Moreno Minacci (Commissione garanzia PD)
Venerdì 15 Febbraio, ore 21.00, Villadossola; Pallanzeno, presso la Sala consigliare presso il Municipio a Villadossola. Presiedono On. Gianfranco Morgando (segretario regionale PD) , Aldo Reschigna (consigliere regionale), Paolo Ravaioli (Presidente della provincia)
Venerdì 15 Febbraio, ore 21.00, Cannobio; Cannero; Trarego; Gurro; Falmenta; Cavaglio Spoccia e Cursolo Orasso, presso la Sede Ulivo, Via Giovanola a Cannobio. Presiedono Marco Travaglini (consigliere regionale), Silvia Marchionini (esecutivo PD Vco)
Sabato 16 Febbraio, ore 15.00, Mergozzo presso Ristorante La Terrazza (ex casa della gioventù). Presiedono Diego Caretti (assessore provinciale), Paola Bertinotti (esecutivo provinciale PD)
da definire, San maurizio d’Opaglio, Madonna del Sasso e Arola