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STRADE PROVINCIALI: IN ARRIVO RISPOSTE CONCRETE 

Con riferimento alla lettera inviata dal Presidente della Provincia del VCO, Stefano Costa, nella quale si adombra il rischio di chiusura delle strade provinciali nei prossimi giorni, il parlamentare democratico Enrico Borghi nella giornata di oggi a Roma ha avuto colloqui specifci con il sottosegretario alla presidenza Graziano Delrio e con il sottosegretario agli affari regionali e autonomie Gianclaudio Bressa.
Nel corso dei colloqui, è stato acclarato che l’Amministrazione Provinciale è tenuta in ogni caso a garantire l’erogazione del servizio di pulizia neve e di viabilità e che non è possibile dare corso a nessun tipo di interruzione del servizio pubblico.
Nelle prossime ore, il sottosegretario Delrio invierà al Presidente Costa una comunicazione specifca, con l’indicazione delle modalità tecniche con le quali la Provincia potrà assicurare la prestazione del servizio.
A tale proposito, l’onorevole Borghi dichiara: “Ho avuto un colloquio col presidente Costa, preannunciandogli l’esito dei miei colloqui di oggi e l’imminente invio della lettera da parte del
sottosegretario Delrio con la quale saranno indicate tutte le modalità con le quali sarà possibile continuare a garantire la prestazione del servizio di viabilità per le strade provinciali, non
interrompibile in alcun modo.
Di questa vicenda trovo assolutamente stucchevoli due aspetti. Da un lato la strumentalizzazione sul piano politico, compiuta proprio da chi negli anni scorsi ha avuto rilevanti responsabilità della gestione della Provincia e ha creato le condizioni di predissesto
finanziario non riducendo in alcun modo la spesa corrente dell’ente nonostante l’avvio dei tagli avvenuto nel 2010 e contemporaneamente spendendo risorse che non erano nè state imputate nel bilancio regionale nè trasferite all’ente Provincia . E dall’altro l’atteggiamento della burocrazia provinciale, che oggi scarica sulla politica responsabilità che sono proprie della dirigenza, dopo che per anni hanno assistito inerme a quanto avveniva anche a fronte degli allarmi lanciati a suo tempo
anche dal sottoscritto”.

On. Enrico Borghi

Strade Provinciali: non accuse, ma spiegazioni

Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO
Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO

Per alcuni questi sembrano i giorni delle provocazioni, ma per noi questo è il momento della serietà e dell’impegno. Mi riferisco, in particolare, alla comunicazione che il Presidente Costa ha trasmesso ai sindaci ossolani, illustrandogli le difficoltà di dar corso ad un servizio essenziale quale quello della pulizia e salatura delle strade.
Di fronte ad una esplicitata difficoltà, l’ex presidente della Provincia del VCO, Alberto Preioni, gioca a fare il  provocatore.  Si fa anche delle domande: “ Mi chiedo come mai per la montagna, lo Stato non e’ in grado di versare 1-2 milioni di euro” legittima e condivisibile domanda, ma da ex vice Presidente dovrebbe essersi già dato una risposta visto che la sofferenza dell’ente non è imputabile a questa sola stagione e che lui è stato amministratore negli ultimi cinque anni.
Non ricordo che volesse restituire la fascia quando iniziarono i primi tagli o quando era diventato ormai chiaro che la provincia sarebbe andata incontro a gravi difficoltà economiche, se non al fallimento.  Forse ha nel cassetto un’altra lettera farlocca che impegna la Regione Piemonte o lo Stato a darci dei milioni?
O, ancora meglio, potrebbe andare dall’ex assessore regionale Quaglia a farsi dare i famosi 4 milioni dei canoni idrici (non risultanti in nessuna voce del bilancio regionale) o dai suoi ex colleghi di giunta provinciale per cercare gli altro otto milioni iscritti nel bilancio della provincia ma privi di copertura?
Questo solo per far riflettere il sindaco di Seppiana sulle sue specifiche responsabilità e magari pensare non solo a restituire la fascia, ma anche il mandato di Sindaco visto che non ebbe il coraggio di restituire quella azzurra della provincia dopo averla accompagnata verso il fallimento!
C’è bisogno di impegno in questa difficile fase di cambiamento, quale ad esempio quello messo in atto dall’On. Borghi che si è attivato per trovare soluzioni percorribili ed efficaci. Allora, invece di pensare solo alle proteste è necessario mettere in atto qualche proposta, ma ci rendiamo conto che questa è la strada più difficile e che magari non produce un immediato consenso.
Il presidente Costa e la sua squadra non stanno solo cercando di mantenere i servizi, ma anche di riparare ad un bilancio disastrato, e non per causa della riforma in atto, ma per una gestione “fantasiosa” delle risorse pubbliche attuata nella precedente amministrazione.
Di fronte a questo sforzo, registriamo che gli attacchi maggiori sono giunti da ex componenti della giunta Nobili che più di altri sanno e conoscono la macchina provinciale, il suo funzionamento e lo stato economico, ma comprendiamo che se non sono stati in grado di trovare soluzioni prima, non possiamo certo illuderci che lo facciano oggi. Purtroppo, nella concreta possibilità che questo caparbio tentativo del Presidente Costa possa fallire e che la nostra provincia si trovi presto in condizioni di dissesto dichiarato, mi auguro che chi ha le responsabilità maggiori si prepari a risponderne.
Nel frattempo è giusto che il territorio possa trattenere parte di quelle tasse che oggi vengono gestite direttamente da Torino, ma attraverso non la pressione e la vicinanza politica dei governati,  ma con un accordo durevole che non sia oggetto di contrattazione ad ogni bilancio ma un atto formale e vincolante tra gli enti. Questa è la strada che si stà percorrendo, per il Vco e in prospettiva per la montagna piemontese in generale.

Antonella Trapani
Segretario Provinciale PD

IMU: RESTITUITO MEZZO MILIONE DI EURO AL VCO

On. Enrico Borghi
On. Enrico Borghi

Ammonta complessivamente a MEZZO MILIONE DI EURO  euro la somma complessiva che verrà restituita ai Comuni del Verbano Cusio Ossola, a seguito del decreto correttivo emanato venerdi
scorso dal Consiglio dei Ministri in materia di Imu agricola che esenta totalmente dal pagamento i terreni agricoli dei comuni classificati totalmente montani ai sensi della normativa statale (legge 991/52).
La somma era stata tagliata ai Comuni a fine novembre, a seguito di un precedente decreto che tratteneva sui trasferimenti statali alle municipalità (cosidetto “fondo di solidarietà”) la quota corrispondente al dato di gettito stimato da Ministero dell’Economia sulla base di parametri altimetrici.
Tale modalità, realizzata a bilanci ormai chiusi e sulla scorta di parametri fortemente discutibili, aveva determinato la protesta dei sindaci, di cui si è fatto prontamente interprete l’intergruppo parlamentare per lo sviluppo della montagna, presieduto dal deputato del VCO on. Enrico Borghi, che lo scorso 12 gennaio ha organizzato alla Camera una riunione tra una nutrita delegazione composta da centinaia di sindaci e il governo per risolvere la situazione.
Al termine di giorni di serrato confronto tra Parlamento e Governo, alla fine è giunto il decreto che ripristina l’esenzione dei terreni montani dal pagamento Imu, e quindi per la montagna ciò si configura come doppio vantaggio: da un lato i cittadini non saranno
chiamati a pagare nessuna imposta, e dall’altro i Comuni si vedranno restituite le somme che gli erano state trattenute.
Siamo soddisfatti per l’esito della vicendacommenta l’on. Enrico Borghiin quanto da un lato assicuriamo nei confronti dei nostri cittadini, già provati da maggiori sovracosti rispetto ai residenti di città, una condizione minima di equità evitando di applicare quella che abbiamo da subito definito la tassa sui rovi, e dall’alto restituiamo al territorio quel gettito che lo Stato si era indebitamente trattenuto.
Si è dimostrata sul campo l’importanza degli strumenti della rappresentanza comunale, nonchè il ruolo del Parlamento come soggetto legislativo primario che ha saputo alla fine vincere le resistenze delle burocrazie romane“.
Di seguito l’elenco degli importi distinti per Comune:
– Anzola D’Ossola 12.708, 56
– Arizzano 1.635,94
– Baveno 8.247,97
– Bee 2.752,55
– Beura Cardezza 13.448,73
– Brovello Carpugnino 13.445,15
– Cambiasca 4.659,11
– Cannero Riviera 3.531,07
– Cannobio 17.998,87
– Caprezzo 3.081,69
– Casale Corte Cerro 10.294,41
– Cesara 10.750,041
– Cossogno 49.902,44
– Crevoladossola 22.870
– Domodossola 22.557,88
– Gravellona Toce 13.767,01
– Ghiffa 5.145,26
– Masera 16.697,95
– Mergozzo 21.743,53
– Montecrestese 22.510,64
– Montescheno 3.989,06
– Nonio 7.088,97
– Oggebbio 6.069,53
– Omegna 23.734,56
– Ornavasso 18.240,36
– Pallanzeno 2.128,95
– Piedimulera 6.500,74
– Pieve Vergonte 14.373,39
– Premosello – Chiovenda 18.819,60
– San Bernardino Verbano 9.165,59
– Stresa 819,01
– Trontano 18.613,15
– Valstrona 15.108,32
– Varzo 28.216,95
– Viganella 6.697,13
– Vignone 5.377,16
– Villadossola 17.680,74
– Vogogna 11.298,83

IMU agricola: nel 2015 ripristino dell’esenzione

agricoltura in montagnaCon riferimento alla nota questione dell’Imu agricola nei terreni montani, a seguito dell’iniziativa assunta dal responsabile nazionale agricoltura del Partito Democratico on. Sabrina Capozzolo, si è tenuta stamattina a Montecitorio una riunione con il sottosegretario al ministero dell’economia e delle finanze, on. Pier Paolo Baretta, con l’on. Capozzolo e i capigruppo Pd in commissione agricoltura (on. Nicodemo Oliverio), ambiente (on. Enrico Borghi) e finanze (on. Marco Causi) al fine di rappresentare al governo l’esigenza di riscontrare alle iniziative parlamentari assunte in tal senso nei giorni scorsi dal Pd.
Al termine del confronto, i parlamentari democratici hanno preso atto positivamente dell’annunciata intenzione del governo di stabilire dall’anno 2015 in poi il ripristino dell’esenzione ai fini del pagamento dell’Imu dei terreni agricoli montani, avendo come base di riferimento l’elenco dei comuni della cosiddetta “montagna legale” elaborato dall’Istat ai sensi della legge 991/1952, e quindi ripristinando la situazione originaria di totale esenzione dal pagamento dei terreni agricoli montani, escludendo dal pagamento altresì gli agricoltori professionali nei comuni parzialmente montani ai sensi della predetta normativa.
A tale proposito, i parlamentari democratici hanno espresso al governo l’opportunità di recepire gli stessi criteri ai fini della definizione del contenzioso in atto relativamente all’annualità 2014, esprimendo apprezzamento nei confronti dell’esecutivo che ha saputo tener conto delle numerose istanze in tal senso emerse nel corso di queste settimane dal mondo dell’associazionismo, dei comuni e dal Parlamento.
Ufficio stampa on. Enrico Borghi

Frontalieri: Borghi incontra capo negozazione Ceriani

frontalieri-frecciaNella giornata del 16 gennaio si è tenuto presso la sede del Ministero dell’Economia e delle Finanze a Roma un incontro tra il capo negoziatore Vieri Ceriani e una delegazione di parlamentari del Partito Democratico composta dagli onorevoli Chiara Braga, Daniele Marantelli ed Enrico Borghi.
Nel corso della riunione sotto state affrontate una serie di importanti questioni relativamente al negoziato fiscale tra Italia e Svizzera in fase di definizione in queste ore.
Per quanto attiene l’imposizione fiscale dei lavoratori frontalieri, essa sarà oggetto nei prossimi giorni di un accordo politico tra i due paesi che rimanderà ad uno specifico e successivo atto da definirsi nei prossimi mesi, sganciato sotto il profilo operativo e giuridico dalla modifica della Convenzione per la doppia imposizione a seguito della legge sulla regolarizzazione spontanea dei capitali
detenuti all’estero (“volontary disclosure”).
I principi base di tale accordo politico -basato sul principio di reciprocità tra Italia e Svizzera, per cui le norme per i frontalieri italiani occupati in Svizzera varranno anche per gli Svizzeri che lavorano in Italia- risultano essere:
1. L’assoggettamento dei lavoratori frontalieri ad una imposizione limitata nello Stato in cui esercitano la loro attività lavorativa e anche all’imposizione nello Stato di residenza, mediante suddivisione del gettito fiscale derivante in ragione di un massimo del 70 per cento del totale dell’imposta prelevabile alla fonte da
parte dello Stato del luogo di lavoro.
2) Il carico fiscale totale sui frontalieri non sarà ne’ inferiore ne’ superiore a quello attuale. L’allineamento con la legislazione domestica dovrà essere molto graduale. Sul piano svizzero la tassazione del moltiplicatore dovrà essere a livello medio cantonale, escludendo applicazioni di maggiorazioni in relazione
alla cittadinanza dei lavoratori.
3) Sulla base di tale regime, lo Stato italiano assicurerà ai Comuni di confine l’ammontare delle quote oggetto dell’attuale ristorno da parte elvetica delle tasse dei frontalieri, secondo modalità e forme che saranno oggetto della legge nazionale di ratifica dell’accordo fermo restando che tale gettito non sarà in alcun modo diminuito ne’ sarà modificato l’elenco dei Comuni beneficiari.
4) Italia e Svizzera negozieranno un’intesa di possibile accordo bilaterale relativo alla sicurezza sociale dei frontalieri (trattamenti pensionistici, indennità di disoccupazione, ecc) da applicarsi eventualmente anche in caso di modifiche delle normative di libera circolazione delle persone tra Svizzera e Unione Europea
5) La validità giuridica del nuovo accordo avverrà esclusivamente ad avvenuta ratifica da parte dei relativi Parlamenti. “Il governo italiano -osservano i parlamentari democratici- ha tenuto conto
dell’esigenza da noi espressa di evitare che la questione dei lavoratori frontalieri venisse compressa nella più ampia vicenda delle black list e al tempo stesso che i Comuni italiani di frontiera venissero penalizzati. Siamo ora in condizione di poter entrare nel merito senza elementi di possibile perturbazione, e Si apre
quindi una fase di lavoro di dettaglio specifica, per la quale ci rendiamo fin da ora garanti di un confronto ampio e aperto ai territori e tutte le parti sociali per giungere al miglior risultato possibile” .
Ufficio Stampa PD VCO

ACCORDO FISCALE ITALIA-SVIZZERA: MASSIMA ATTENZIONE PER I FRONTALIERI

borghiLa dirittura d’arrivo dell’accordo fiscale tra Italia e Svizzera è una buona notizia, e consente di affrontare il tema delle relazioni tra territori di confine e lavoratori frontalieri in un quadro migliore”.
Così Enrico Borghi, capogruppo del Partito Democratico in commissione ambiente, territorio e lavori pubblici della Camera e deputato del Verbano Cusio Ossola, commenta le recenti notizie che darebbero imminente la chiusura dell’accordo fiscale tra Italia e Svizzera per consentire il rientro di capitali dall’estero sulla base della nuova legge varata dal Parlamento.
Intanto un primo risultato è stato ottenuto –osserva l’on. Borghi- e cioè che la questione fiscale non si è sovrapposta alla questione dello status dei lavoratori frontalieri, come volevano numerose forze politiche ticinesi come arma negoziale.
Dalla chiusura dell’accordo fiscale è previsto un gettito maggiore per le casse 
italiane, che ora dobbiamo impegnarci a finalizzare soprattutto per la sistemazione e il miglioramento delle infrastrutture di collegamento tra Italia e Svizzera. Il caso recente della frana di Cannero Riviera, sulla Strada Statale 34 del Lago Maggiore, conferma che i territori italiani e svizzeri sono interconnessi per economia e
relazioni e per parte italiana dobbiamo assolutamente intervenire sul versante infrastrutturale.  Propongo pertanto che una aliquota del maggiore gettito fiscale, derivante dall’applicazione dell’accordo fiscale, sia devoluta ad Anas per un piano straordinario di sistemazione delle arterie di collegamento tra Italia e Svizzera”.
Il deputato piemontese si sofferma inoltre sull’aspetto dei frontalieri: “La questione del trattamento fiscale dei nostri connazionali che lavorano in Vallese, nei Grigioni e soprattutto in Ticino è molto delicata, e noi riteniamo che occorra evitare che questo tema venga ogni volta brandito come arma contundente. Occorre armonizzare tale trattamento, evitando penalizzazioni per questi lavoratori che sono un pezzo decisivo del prodotto interno della Svizzera, senza i quali i nostri amici elvetici avrebbero bisogno di aumentare i flussi di immigrazione in entrata per far fronte alla domanda di lavoro, ed evitando penalizzazioni per i comuni di
confine che oggi assicurano importanti servizi e infrastrutture grazie ai ristorni. Anche per questo, come Pd stiamo organizzando uno specifico convegno che si terrà a Verbania il prossimo 7 febbraio, nel quale confrontarci con i lavoratori e amministratori locali e mettere a fuoco proposte e iniziative”.
Roma, 8 gennaio 2014