Si svolgerà venerdì 31 ottobre, alle ore 21.00 presso palazzo Flaim a Verbania un incontro pubblico su "Federalismo
Fiscale: dalle parole ai fatti?"
Il programma prevede alle ore 21.00 Introduzione di Aldo Reschigna Coordinatore provinciale PD VCO. A seguire sul tema dialogano Enrico Borghi Presidente nazionale Uncem, e Roberto Cota Capogruppo Lega Nord Camera dei Deputati
Saranno presenti Paolo Ravaioli Presidente della Provincia del VCO e Claudio Zanotti Sindaco di Verbania
Potete scaricare l’invito cliccando qui.
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Due incontri alla Festa nazionale sulla montagna a Vilaldossola
I primi due appuntamenti politici alla Festa nazionale dei democratici sulla montagna a Villaldossola saranno:
Venerdì 1 agosto, salone La Lucciola, ore 21.oo
La Montagna il futuro nelle riforme.
Con: Gianfranco Morgando, Senatore e Coordinatore Regionale del PD del Piemonte
Aldo Reschigna, consigliere regionale
Marco Travaglini, consigliere regionale
Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem
Domenica 3 agosto, ore 18.oo
Proiezioni e confronti sul tema: Disabilità, i servizi e il volontariato
Con: Teresa Angela Migliasso, Assessore Regione Piemonte alle politiche sociali
e con CISS Ossola – Anfass – GSH Sempione 82
Il programma completo della festa lo trovate cliccando qui
La festa Democratica a Villadossola
Una tradizione che continua per la 1° Festa Democratica a Villadossola.
Festa nazionale sulla montagna che si terrà quest’anno in due periodi sempre ad Agosto: dall’ 1 al 3 e poi dall’11 al 17 agosto 2008, sempre presso l’area festa La Lucciola a Villadossola.
Saranno dieci giorni di festa con le Iniziative, la Cultura, la Politica, i Dibattiti, le presentazioni di libri, la Libreria, la Mostra Fotografica sulla montagna (a cura di G. Taccani), le Bancarelle di hobbistica e antiquariato, le Bancarelle della solidarietà, l’Animazione e i giochi per bimbi, la Balera, il Piano Bar, il Palco Spettacoli e il Grande Banco Sottoscrizione.
Una grande festa per questo primo appuntamento con la festa del partito democratico.
Potete leggere o stampare il programma cliccando qui. I primi due appuntamenti politici con due incontri saranno:
venerdì 1 agosto, salone La Lucciola, ore 21.oo
La Montagna il futuro nelle riforme.
Con: Gianfranco Morgando,
Coordinatore Regionale del PD del Piemonte
Aldo Reschigna, consigliere regionale
Marco Travaglini, consigliere regionale
Enrico Borghi, presidente nazionale Uncem
Domenica 3 agosto, ore 18.oo
Proiezioni e confronti sul tema:
Disabilità, i servizi e il volontariato
Con: Teresa Angela Migliasso
Assessore Regione Piemonte alle politiche sociali
e con CISS Ossola – Anfass – GSH Sempione 82
MARTEDI’ 15 LUGLIO ORE 22: LE COMUNITA’ MONTANE DEVONO MORIRE
Cronaca di una seduta parlamentare che colpisce la montagna italiana.
Ricordate il titolo di un libro di Giulio Andreotti? "Ore 13: il ministro deve morire".
Parafrasando l’opera andreottiana, l’altra sera alla Camera è andata in onda una piece che potrebbe intitolarsi: "ore 22 di martedì 15 luglio: le comunità montane devono morire".
A quell’ora, infatti, il relatore al disegno di legge 112 (la cosiddetta finanziaria anticipata), l’onorevole Marino Zorzato (Forza Italia-Pdl) da Padova, presenta in commissione bilancio un sub-emendamento a sorpresa con il quale si stabilisce che "sono ridotti dell’importo di 30 milioni di euro per ciascuno degli anni 2009, 2010 e 2011 i trasferimenti erariali a favore delle comunità montane. Alla riduzione si procede iniziando prioritariamente dalle comunità montane il cui territorio si trovi a un’altitudine media inferiore a 750 metri sul livello del mare".
Immediatamente il presidente dell’Uncem, Enrico Borghi, accompagnato dal direttore generale Tommaso Dal Bosco raggiunge palazzo Montecitorio.
La posta in gioco, infatti, è alta: si sa che ciò che uscirà dalla commissione bilancio verrà trasferito automaticamente nel maxiemendamento che il governo sta predisponendo, e sul quale metterà la fiducia. Come dire: possibilità di modifica in aula pari a zero. La proposta del relatore riceve il parere favorevole del governo, presente in commissione con il sottosegretario all’economia Giuseppe Vegas.
È una sconfessione dell’impegno che lo stesso Vegas, unitamente al ministro Fitto, si era assunto con l’Uncem in conferenza unificata. "Non si toccherà nulla fino a settembre" era stato l’accordo fatto appena due settimane fa in via della Stamperia.
Invece si tocca, e si tocca eccome: al taglio di 33,4 milioni per il 2008 e di 66,8 per il 2009 già operato dal governo Prodi se ne aggiungono ora altri 30 per lo stesso anno, più altrettanti per gli altri due anni a seguire.
Se si considera che il fondo ordinario nel 2007 era di 190 milioni di euro, i conti sono presto fatti: 100 milioni di euro azzerati in due anni, e fondo portato a circa 30 milioni di euro alla fine della "cura".
Soldi che lo Stato reincamera, visto che il taglio viene assorbito nel mega fondo per lo sviluppo economico istituito presso il ministero dell’economia, fondo che i beneinformati sostengono sia stato istituito dal ministro Tremonti per far cassa sugli enti locali per poi arrivare al tavolo del federalismo fiscale con risorse finanziarie "fresche".
Il relatore presenta laconico e succinto l’emendamento, e subito la discussione in commissione bilancio si accende.
Parte il deputato del Pd Antonio Misiani, bergamasco, che subito bolla il provvedimento come "inaccettabile", ricordando come "le comunità montane hanno fatto fino in fondo la loro parte e sono stati una delle poche realtà che hanno prodotto risultati effettivi sui costi della politica" e per questo chiede il ritiro del subemendamento.
Incalza anche un altro parlamentare democratico, il marchigiano Vannucci: "Questo emendamento è un boomerang, perché condurrà al dissesto numerose comunità montane e aumenterà i costi dello Stato. Lo dico al sottosegretario Vegas che ne è responsabile: è una norma sbagliata e pericolosa".
Anche Francesco Boccia (Pd) chiede il ritiro: "non possiamo sostituirci alle regioni che stanno legiferando in materia, e colpendo tra l’altro gli unici livelli istituzionali che fanno il loro dovere sul contenimento dei costi della politica. Le comunità montane sostituiscono i comuni laddove essi non ce la fanno, e se penso alla Lombardia mi chiedo cosa accadrà in alta Valtellina o nel Luinese senza l’opera delle comunità montane".
Anche nelle file della maggioranza affiora qualche dubbio. "Non possiamo fare il gioco al massacro sugli amministratori locali" dice Marco Marsilio del Pdl, seguito a ruota da Maria Teresa Armosino, già sottosegretario all’economia e ora presidente della Provincia di Asti oltre che esponente del Pdl: "ho forti perplessità su questa proposta".
Ma la sorpresa arriva dall’intervento di Antonio Borghesi, portavoce dell’Italia dei Valori in commissione bilancio che dimentico dell’intemerata di Antonio Di Pietro del pomeriggio ("noi non faremo mai pappa e ciccia con Berlusconi, come fa il Pd") arriva in soccorso al governo: "Come Idv avremmo preferito l’abolizione delle Comunità Montane, ma in ogni caso voteremo a favore visto che si raggiunge comunque l’obiettivo".
L’ex presidente della provincia di Varese, il leghista Reguzzoni, prova a mitigare: "è una norma ponte verso il federalismo fiscale, poi saranno i cittadini a decidere come finanziare e se finanziare i livelli di governo locali", ma non convince l’ex presidente della commissione Duilio (Pd) che parla di "norma poco lungimirante" né il democratico modenese Maino Marchi, che attacca: "Qui non ci saranno risparmi effettivi, ma si apre la strada al dissesto delle comunità montane. Oltre tutto non rispettando le competenze costituzionali, e si realizza un intervento centralistico in modo non condivisibile e grave".
Il dibattito ormai scivola verso la conclusione, e il presidente della commissione Giorgetti (Lega Nord) mette ai voti.
"È approvato" dice sbrigativamente. Urla in sala. Si procede ad una nuova votazione.
"È approvato". Mancano 24 minuti alle due del mattino.
Un’altra pagina buia della politica italiana sulla montagna è andata in scena.
Enrico Borghi, Presidente nazionale UNCEM
La riforma delle comunità montane è legge.
Il Consiglio regionale ha approvato la riforma delle Comunità montane del Piemonte. Attualmente sono 48, con la riforma verranno ridotte a un numero massimo di 23. Tra VCO e novarese passeranno da 11 a 4, di cui una interprovinciale. Il Consiglio regionale, con apposita delibera, ridefinirà entro 4 mesi gli ambiti territoriali delle nuove comunità. Il provvedimento non ne riduce solo il numero, ma ridefinisce, rafforzandoli, compiti e ruolo delle Comunità, e riforma le procedure di elezione dei membri, riducendone il numero ma garantendo rappresentatività e democrazia. Le nuove comunità vedono rafforzato il ruolo di gestore associato dei servizi comunali presenti, e assumono anche il compito di “agenzia per lo sviluppo” del territorio montano che rappresentano. Avranno anche funzioni proprie nell’artigianato artistico, nell’energia, nel patrimonio forestale, nelle produzioni tipiche e nel turismo. Sul piano istituzionale viene introdotta l’assemblea dei sindaci e l’ elezione diretta del presidente svolta dai consigli comunali che ne fanno parte. Ridotte anche le indennità di presidente e dei componenti dell’organo esecutivo. “Con questo provvedimento – dichiarano Marco Travaglini e Aldo Reschigna – abbiamo rispettato i termini temporali definiti dalla finanziaria e l’impegno a ridurre i costi delle comunità montane. Ma abbiamo anche riconosciuto e rafforzato il ruolo di enti che svolgono un’azione fondamentale di salvaguardia e sviluppo dei nostri territori montani. (continua)Speriamo che questa riforma piemontese possa essere da modello per un ridisegno più generale dell’ente, e soprattutto serva a scongiurare la minaccia di abolizione delle comunità montane e di cancellazione delle risorse finora erogate, ribadita più volte dal nuovo esecutivo nazionale”.
E, sempre a proposito del riordino varato oggi in Consiglio Regionale, il presidente nazionale dell’Uncem, l’ossolano Enrico Borghi, commenta: “Non è retorica definire storico questo momento, nel quale la regione nella quale venne scritta la carta di Chivasso, che ha dato i natali ai primi Consigli di Valle e nella quale nacque l’Uncem, riordina il sistema delle Comunità montane piemontesi con un provvedimento che ci auguriamo possa fare scuola sull’intero territorio nazionale.
La scelta di diminuire drasticamente il numero degli enti per attribuir loro funzioni proprie nel campo della gestione delle risorse montane e di supporto dei piccoli Comuni apparirà presto come coraggiosa e lungimirante. Desidero esprimere in questo momento il ringraziamento dell’Uncem nazionale al presidente della Regione Piemonte Mercedes Bresso , all’assessore alla Montagna Bruna Sibille, al presidente del Consiglio regionale Davide Gariglio e all’intero consiglio regionale per avere operato secondo le aspettative e le attese degli amministratori della montagna piemontese, che da oggi nelle nuove e riformate Comunità montane hanno uno strumento fondamentale per il riscatto delle popolazioni montane piemontesi”.
Dal sito di televco
Borghi entra nella Direzione Nazionale del PD
Il presidente nazionale dell’Uncem, Enrico Borghi, È stato eletto membro della direzione nazionale del Partito Democratico. L’organismo, composto da 120 membri, sara’ il "parlamentino" che guidera’ il PD e nel quale verranno definite le linee politiche del principale partito d’opposizione. Borghi entra come membro di diritto, in quanto l’assemblea nazionale ha stabilito che i presidenti di Anci, Upi ed Uncem aderenti al partito entrino nell’organismo.
"Questa decisione assunta dall’assemblea nazionale – commenta Borghi – assume un valore politico di rillievo in un momento in cui gli enti locali della montagna vengono messi in discussione da scelte politiche centraliste della destra. Ringrazio il partito per la fiducia accordata, che mi impegnero’ a corrispondere al meglio".