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Per un pd-pd: partito democratico per davvero

image Sono passati alcuni giorni dalla nostra decisione di dimetterci dall’esecutivo provinciale del Pd del Verbano Cusio Ossola, e riteniamo di dover fissare alcuni punti politici che da un lato caratterizzino la nostra decisione e dall’altro la configurino come un contributo alla crescita e al radicamento del partito.
1- Crisi della destra, afasia del Pd
Stiamo vivendo il momento di maggior crisi del centro destra italiano degli ultimi quindici anni. La rottura, ormai sempre più evidente e destinata a sfociare a breve, tra Silvio Berlusconi e Gianfranco
Fini non è una impuntatura personale o un capriccio tra persone. E’ la traiettoria finale di uno scontro tra due visioni alternative di come costruire il partito della destra conservatrice italiana, tra un modello populista e oligarchico e un’ idea che conserva un proprio ancoraggio al concetto della democrazia rappresentativa. (segue)l tutto mentre sullo sfondo di un governo incapace di progettare il futuro e di far imboccare al paese un modello di crescita e di sviluppo prendono corpo le peggiori espressioni di una fase politica nella sua fase finale e decadente: corruzioni, consorterie, intrighi di palazzo e giochi di potere, che arrivano a lambire le stesse autorità di garanzia della Repubblica e minano profondamente la credibilità delle istituzioni agli occhi dei cittadini.
Se ci spostiamo sul piano regionale, la vicenda clamorosa dei ricorsi elettorali e delle pronunce delle magistrature amministrative ci consegnano una destra che, dopo aver declamato nelle piazze la sua immagine di novità e di cambiamento, si è poggiato sul piedistallo delle firme false e delle liste farlocche, come il gigante con i piedi d’argilla del sogno biblico di Nabucodonosor interpretato da Daniele.
Il “partito del predellino” muore nello scontro finale tra i due co-fondatori, mentre il governo di destra porta il Paese su livelli di declino economico ed etico mai toccati nell’intera storia repubblicana.
E se scivoliamo ancora di più nel locale, e andiamo a constatare l’effetto di governo della destra ad un anno dalle elezioni amministrative del giugno del 2009, ci accorgiamo che nella migliore delle ipotesi si segna il passo (vedi l’amministrazione provinciale) e nella situazione più declamata e sbandierata (il Comune di Verbania) si imbocca una clamorosa retro marcia con la diminuzione dei servizi, lo stallo degli investimenti e la telenovela del teatro che si preannuncia gravida di puntate sterili per l’intera legislatura. Il tutto mentre incombe l’ombra sempre più concreta di un radicale taglio sui servizi sociali, di una rinnovata tensione nel mondo della sanità che farà riesplodere sopite tensioni territoriali, di un futuro stesso dell’autonomia provinciale affidata ad un riassetto dei poteri locali nei quali Novara (dall’acqua, ai rifiuti, alla sanità) sta acquistando un ruolo preponderante che presto si trasformerà in tentativo di eliminazione della sovranità del Verbano Cusio Ossola. Tutto questo mentre la crisi economico-produttiva più stressante degli ultimi trent’anni mette sotto scacco il tradizionale modello di sviluppo del VCO, e i suoi ceti più poveri, senza che arrivi dalla destra un autentico modello alternativo che non sia il ricorso alla spesa pubblica, in piena contraddizione con le prediche tremontiane e il modello reaganiano che Berlusconi di quando in quando ci propina.
Stiamo registrando il sostanziale fallimento dell’esperienza di governo della destra che cristallizza un’Italia sempre più povera e sempre meno competitiva in cui si chiudono gli spazi delle opportunità e delle speranze e in cui il ceto medio scivola sempre più verso la povertà, in cui l’antica divisione fatta da Glotz della società dei due terzi di abbienti e di un terzo di esclusi si va trasformando nella società dove un terzo possiede ed ha il benessere e due terzi sono esclusi, diventano outsiders da abbandonare a sé stessi e al conservatorismo compassionevole.
Eppure…. Eppure dentro questo scenario non emerge –a Roma, a Torino e nel VCO- un’alternativa politica nettamente percepibile dai cittadini, sui quali far confluire i consensi dei delusi e costruire un processo di modernizzazione del Paese nel quale sviluppo economico e allargamento della sfera delle opportunità marcino insieme.
l’afasia è diventato il tratto caratterizzante del Partito Democratico, e dietro questa condizione si affastellano i populismi destrorsi di Di Pietro e quelli sinistrorsi di Vendola, uniti da un unico comune denominatore: fare a brandelli la scommessa dei Democratici, per spartirsi le spoglie elettorali e politiche del riformismo italiano e condurre l’alternativa al berlusconismo verso lidi fatti di un impasto tra un leaderismo alla Chavez e uno alla Masaniello.
Oggi il vero rischio, la vera partita politica dei tempi che viviamo e di quelli che vivremo, è il tentativo che è in atto di trasformazione del modello di democrazia da rappresentativa ad oligarchica, in cui il reale controllo dei governi non è del cittadino ma degli ottimati inseriti nel sistema.
Per noi il meglio della stessa democrazia consiste nella possibilità dei cittadini di esprimere la rappresentanza politica, attraverso periodiche elezioni, in un sistema istituzionale fatto di pesi e contrappesi, di poteri e di limiti. Come ci insegnava Tocqueville nella “Democrazia in America”. Un sistema liberale, insomma.
Mentre oggi sul campo –a destra come a sinistra- ci sono opzioni nelle quali si vuole affidare al leaderismo e al populismo il compito messianico di traghettarci oltre il mar Rosso, verso la terra promessa dove scorre il latte e il miele ma dove in realtà la democrazia rappresentativa involve verso la democrazia della subordinazione.
Oligarchie economiche, dominio della finanza e dell’industria sui mass media e sulla comunicazione e aumento delle disuguaglianze sono tutte facce di un unico prisma, nel quale i big players economico-finanziari stanno svuotando la democrazia dall’interno, e nel quale lo “spettro” che si aggira per il mondo non è quello evocato da Marx nel 1848 ma è il controllo totale della grande finanza sulle dinamiche politiche.
Su questo, e sui suoi effetti fino all’ultimo anello periferico d’Italia, noi facciamo silenzio.
Questo silenzio viene percepito dai cittadini, che guardano altrove, mentre al nostro interno, avendo interrotto l’elaborazione culturale che traghettò le culture storiche del riformismo italiano dalla Prima Repubblica fino al PD, discutiamo di cose surreali e totalmente autorefenziali. Cose da ceto politico e da burocrazie di partito: primarie, tesseramento, regole (possibilmente da applicare sempre agli altri e mai iniziando da se stessi). E la politica?

2 – La torre eburnea del VCO
Gli effetti di questa afasia si scontano in particolare nel Verbano Cusio Ossola, dove il partito è ormai chiuso in una torre eburnea. Un luogo nel quale al faticoso lavoro di analisi della società, delle sue dinamiche e delle sue esigenze, si preferisce il tranquillo e consolatorio rito del partito tradizionale.
Poco importa se fuori dalle porte della sezione il mondo va per conto suo. E’ scattata la dinamica che trova in una corteccia rettile a metà strada tra la concezione leninista (“l’unico programma politico: prendere il potere”) e quella togliattiana (flessibilità tattica, integrità ideologica) la sua giustificazione.
Una concezione nella quale il Partito, e il suo ufficio politico (quello che in russo si dice “politbjuro”), dà la “linea”, alla quale si uniformano le organizzazioni periferiche del partito secondo una logica piramidale e gerarchica.
Sarebbero troppi gli esempi da citare che in tal senso si sono susseguiti nel Pd del VCO in questi ultimi mesi, e vogliamo mantenere la nostra riflessione sul piano dell’analisi politica e non farla degradare sulle polemiche da cortile o sui pettegolezzi da ballatoio come troppe volte è finito il nostro dibattito interno.
Ma un esempio valga per tutti: l’atteggiamento tenuto sul tema dell’acqua. Il Partito “convoca” gli amministratori per ratificare un verbale già scritto e redatto da parte del solerte responsabile (che nel merito ripropone tesi ormai superate dalla realtà, come se Berlinguer negli anni ’70 avesse riproposto il frontismo in luogo della solidarietà nazionale), e poi –senza una discussione che parte dal basso, che coinvolge e si prende i luoghi e i tempi di una discussione impegnativa e condivisa- dirama “la linea” (letteralmente definita cosi’!!!) ai circoli e ai componenti dell’assemblea provinciale! Era una modalità che a fatica funzionava negli anni ’50, e che oggi è completamente al di fuori della realtà e della storia. Ma evidentemente è la comoda placenta nella quale si albergano le tetragone certezze di chi preferisce barricarsi nella cittadella piuttosto che affrontare l’ignoto fuori dalle mura della fortezza, nella illusoria speranza che così presto il mondo fuori dalla porta tornerà ad essere quello che era un tempo.
I sintomi di questa azione sono tutti visibili a chi ha gli occhi per vederli: il tesseramento langue, l’iniziativa politica del partito non è percepita dall’opinione pubblica, i circoli sono abbandonati a se stessi e chi pone questi argomenti viene circoscritto al rango di disturbatore di turno. A quando anche l’istituzione della Commissione Centrale di Controllo per la decisione sulla correttezza ideologica delle posizioni dei singoli?
La discussione interna, non più finalizzata alla costruzione di una piattaforma politica (neanche un documento discusso e votato in questi mesi) scivola sempre più verso forme di personalismo, di rivendicazione sterile, di volontà di potere dei singoli. In cui la politica muore.

3 – Rilancio, non fuga
Noi –insieme a tanti altri- abbiamo fondato il Partito Democratico. Nel VCO, e anche in Piemonte e in Italia. Gli vogliamo bene e guardiamo a lui come la speranza per il domani dei nostri figli. Un domani più giusto e più bello. Crediamo che il partito sia lo strumento con il quale anche gli esclusi dal sistema delle opportunità e delle garanzie possano incidere sul proprio futuro e sul proprio destino.
Non possiamo accettare silenti che questo Partito evapori tra il nostalgismo e i furori novisti che nel predicare un rinnovamento senza alcuna base culturale rievocano in realtà il modello di Robespierre.
Proprio perché vogliamo bene al Partito Democratico abbiamo rassegnato le nostre dimissioni dagli organi politici provinciali. Per aprire una discussione, un dibattito e una larga riflessione sul futuro del Pd, in questa Italia che ha bisogno di un’alternativa vera, popolare e democratica alla situazione stagnante che vive.
In politica le cose non si ottengono con la declamazione, ma con la riflessione a cui segue l’azione. Il resto sono cose per filosofi, se sono alte, o per demagoghi, se sono basse.
Non ci interessano entrambe le categorie.
Vogliamo un Partito Democratico Per Davvero. Non ci siamo lasciati alle spalle le vecchie navi, bruciandole definitivamente sulla spiaggia per non avere neppure più la tentazione del ritorno ad una patria che non c’è più, per assistere alla regressione in atto.
Vogliamo un Partito Democratico Per Davvero, che parta dal basso, dal coinvolgimento e dall’ascolto per mettere in campo azioni modernizzatici e innovative. Un progetto chiaro e percepibile, perché l’opposizione non si fa dicendo solo dei “no” o facendo il controcanto ideologico e forzato, ma praticando sul campo una idea alternativa che venga percepita come credibile dalla gente, dai cittadini, dagli elettori.
Così torneremo a vincere. Altrimenti la strada delle prossime amministrative (a cominciare da Domodossola) e delle prossime tornate elettorali è già segnata.
Vogliamo un Partito Democratico Per Davvero, nel quale tutte le culture politiche vengano rispettate e facciano un passo in avanti, e nel quale quando si pongono problemi politici (è o non è oggi un problema politico quanto sta avvenendo nel moderatismo italiano con la crisi del berlusconismo e di come il Pd si rapporta ad esso?) non si venga derubricati da qualche consueto maitre a penser locale come “patetici”. E nel quale chi ha incarichi –anche elevati- di responsabilità politica non si ammali di ponziopilatismo, ma abbia il gusto della guida e dell’assunzione delle responsabilità che competono alle leadership.
Vogliamo un Partito Democratico Per Davvero, nel quale ci si possa confrontare su tutti gli argomenti, e che sia un luogo in cui chi ha delle idee possa essere messo alla prova e giudicato per quello che fa, per quello che ha fatto e per quello che è in grado di fare.
Vogliamo un Partito Democratico Per Davvero, che al piccolo cabotaggio sostituisca il coraggio. E –perché no- anche il sogno che un’altra Italia, un altro Piemonte, un altro VCO è possibile.
Il motivo delle nostre dimissioni è tutto qui: il rilancio di un progetto e di un’idea, e non la fuga. Lo facciamo con la speranza che siano in tanti a condividere questa prospettiva, e che il dibattito congressuale che è alle porte sia l’occasione per una crescita comune condivisa.
Altro non ci interessa.

30 luglio 2010

Enrico Borghi – Rosa Rita Varallo – Stefano Costa

Per il partito del NOI. Documento aggiornato al 13 settembre

image In vista del congresso provinciale di ottobre un gruppo di iscritti al PD del VCO ha scelto di affrontare questo appuntamento all’insegna del rinnovamento e al di là delle mozioni congressuali. (infatti il documento è sottoscritto da iscritti delle diverse mozioni congressuali dello scorso anno). A partire dai contenuti.
Cliccando qui puoi scaricare la bozza di documento (Per il partito del NOI) . Una quarta versione, aggiornata al 13 settembre, che tiene conto dei suggerimenti, porposte, critiche arrivate- Il documento riassume alcune nostre idee con le quali ci siamo confrontati con iscritti e i simpatizzanti in alcuni incontri sempre aperti e resi pubblici a tutti gli iscritti.
Se vuoi puoi aderire al documento scrivendo a questa email ilpartitodelnoi@gmail.com
I congressi di circolo si volgeranno nel week end dell”8/9/10 ottobre e vedranno l’elezione diretta da parte degli iscritti dei coordinatori di circolo, del segretario provinciale e dell’assemblea provinciale del PD. Un voto diretto, un innovazione importante. Potete vedere e scaricare cliccando qua il regolamento congressuale. Di seguito il già nutrito elenco (oltre le 100 adesioni) dei sottoscrittori al documento. Primi firmatari del documento
Giovanni Alba (coordinamento circolo Verbania)
Mario Allegri (coordinamento circolo Crevoladossola)
Ezio Allevi (coordinatore circolo Ghiffa)
Raffaele Allevi (coordinamento circolo Verbania)
Saverio Angiulli (coordinamento circolo Verbania)
Erica Arioli (coordinamento Villadossola)
Dario Azzini (iscritto S.Bernardino Verbano)
Marzio Bartolucci (sindaco di Villadossola)
Giuseppe Battro Statuto (iscritto Valle Antrona)
Roberto Bindella (iscritto Arizzano)
Silvano Bionda (iscritto Ornavasso)
Roberto Boghi (iscritto Domodossola)
Giordano Bruno (iscritto Domodossola)
Roberto Birocco (coordinatore circolo Gravellona Toce)
Davide Bolognini (coordinamento circolo Domodossola)
Monia Bonzani (iscritto Villadossola)
Riccardo Brezza (iscritto Verbania)
Donatella Buratti (assemblea provinciaòle – Baveno)
Ottavia Camona (coordinamento circolo Gravellona)
Alessio Capocchia (iscritto Domodossola)
Fedele Cappelletti, iscritto Domodossola
Aristide Caroccia (coordinamento circolo Pieve V.)
Nunzia Cazzetta (iscritto Pd Verbania)
Marisa Chemello (iscritto Valle Antrona)
Luca Ciminelli (iscritto Ornavasso)
Giuseppe Colombo (sindaco di Viganella)
Marco Coppola (iscritto Verbania)
Leonora Corsini (coordinamento circolo Villadossola)
Germano Cossalter (consigliere comunale Ghiffa)
Francesco Cotti (coordinatore circolo Arizzano)
Federica Covre (assemblea provinciale – Verbania)
Gabriele Cunsolo (iscritto Verbania)
Martina Danda (coordinatore circolo Varzo)
Giovanni David (coordinatore circolo Stresa)
Andrea De Biasi (iscritto Domodossola)
Milena De Boni (iscritto Valle Anrona)
Fausta De Rosa (assessore comune Villadossola)
Enza Di Giorgio (consigliere com. Montescheno)
Michele Di Lonardo (iscritto Crevoladossola)
Giovanni Di Paola (coordinamento circolo Domodossola)
Anna Di Titta (coordinamento circolo Gravellona)
Maria Domenico (iscritto Domodossola)
Bruno Ferrante (coordinatore circolo Piedimulera)
Chiara Ferro (coordinamento circolo Mergozzo)
Giorgio Ferroni (assessore Crevoladossola)
Cassandra Femminis (assemblea provinciale – Crevoladossola)
Flavia Filippi (coordinamento circolo Belgirate)
Gianluca Folchi (consigliere com. Montescheno)
Fabio Fortina (coordinamento circolo Ghiffa)
Renata Gallacci (assemblea provinciale, Domodossola)
Annamaria Gaudio (coordinamento circolo Villadossola)
Giulia Giacchetto (iscritto Villadossola)
Moreno Giacchetto (iscritto Villadossola)
Gian Maria Giani (assemblea provinciale)
Sara Gasparro (iscritta Villadossola)
Lilliana Graziobelli (segretario provinciale)
Mauro Giudici (coordinatore circolo Casale Corte Cerro)
Nino Leopardi (coordinatore circolo Domodossola)
Armando Leonardi (iscritto Verbania)
Monica Lomazzi (coordinamenti circolo S.Bernardino V.)
Leda Maiorca (iscritto Gravellona Toce)
Lorenzo Maffioli (coordinatore circolo Mergozzo)
Angelo Marasco (coordinamento circolo Baveno)
Allesandro Marino (capogruppo cons. Villadossola)
Rosario Mauro (coordinamento circolo Domodossola)
Tommaso Merlo (iscritto GhiffaOggebbio)
Francesco Miguidi (coordinamento circolo Domodossola)
Moreno Minacci (assemblea provinciale, Valle Antrona)
Luigi Minioni (iscritto Verbania)
Federico Minioni (coordinamento circolo Verbania)
Maria Morabito (iscritto Omegna)
Gianni Morandi (coordinamenti circolo Gravellona)
Giuseppe Natoli (iscritto Verbania)
Alfredo Nicolin (iscritto Domodossola)
Alberto Nobili (assemblea provinciale, Gravellona Toce)
Damiano Oberoffer (coordinamento circolo Valle Anzasca)
Alessandro Papini (coordinamento circolo Verbania)
Giovanni Passera (iscritto Verbania)
Giovanni Perriccioli (coordinamento circolo Domodossola)
Roberto Pattoni (coordinamentio circolo Casale C.C.)
Sergio Pereno (coordinamento circolo Domodossola)
Francesco Pesce (coordinatore circolo Omegna)
Pascal Preioni (consigliere com. Montescheno)
Giorgio Quaglia (iscritto Villadossola)
Aldo Rodella (iscritto Verbania)
Lorenzo Rolando (iscritto Valle Antrona)
Maria Romeo (iscritta Domodossola)
Enrico Ruffini (coordinamento circolo Cambiasca)
Paolo Ruggeri (coordinamento circolo Verbania)
Maurizio Sanavio (coordinamento circolo Verbania)
Stefano Salerno (iscritto Verbania)
Antonio Specchia (iscritto PD Domodossola)
Francesco Squizzi (coordinatore circolo Villadossola)
Carlo Squizzi (assessore Villadossola)
Massimo Svilpo (coordinamento circolo Villadossola)
Marco Tagliaferri (coordinamento circolo Omegna)
Mario Tamini (iscritto Gravellona Toce)
Paolo Temistocle (iscritto Villadossola)
Damiano Tradigo (direzione regionale, Verbania)
Marco Tartari (assemblea provinciale, Verbania)
Silvia Tartari (iscritto PD Verbania)
Antonella Trapani (coordinatore circolo Crevoladossola)
Francesco Valenti (iscritto Varzo)
Irene Vesci (coordinamento circolo Crevoladossola)
Vincenza Vinci (coordinamento circolo Verbania)
Francesca Zammaretti (iscritto Alto Verbano)
Giovanni Za (coordinamento circolo Verbania)
Giorgio Zaniboni (coordinamento circolo Alto Verbano)
Sauro Zani (coordinamenti circolo Domodossola)

Festa nazionale dei Democratici sulla Montagna a Villadossola: Il programma

image Organizzata dal Partito Democratico – Circoli di Villadossola e Domodossola – si svolgerà a Villadossola dal 5 al 16 agosto 2010, presso l’area feste La Lucciola l’appuntamento con la festa nazionale del PD sulla montagna.
Cliccanqo qui potete visualizzare e stampare il PDF con il depliant dell’intero programma della festa.
Ricordiamo tra i dibattiti gli incontri con Beppino Englaro (il papa di Eluana), Sergio Chiamparino sindaco di Torino e Stella Bianchi Responsabile Nazionale PD acqua e ambiente.
Tutti i giorni Menu Regionali diversi al Sel-service più gli altri spazi per il cibo: la Pizzeria, il Pesce, la Griglia, la Panineria e il Kebab.
Musica con le più rinomate orchestre tutte le sere alla balera, il piano bar al PD WineBar con piadineria ed importanti artisti come Vittorio Bonetti, la musica per i più giovani al palco spettacoli con il " Lucciola Muzic Contest", sfida a suon di concerti dal 9 all’11 e finalissima il 16 agosto.
E poi area mercatini, la Birreria, il Baretto, il famoso Banco di beneficenza, la Toppia, il campo di Beach Volley, lo Spazio
Dibattiti, la Libreria e l’Area Giovani. Vi aspettiamo

EIM? AMEN!

image Qualche cittadino del Verbano Cusio Ossola si ricorderà forse di una vicenda nella quale solo qualche mese fa il centro destra locale aveva dato il meglio della propria capacità comunicativa, enfaticamente presentando il varo del nuovo Ente Italiano della Montagna (EIM), nel quale veniva chiamato a far parte il sindaco di Trasquera, Arturo Lincio.
Il nuovo consiglio di amministrazione dell’Ente (presieduto da un ex deputato siciliano di Forza Italia originario di Capo d’Orlando, in provincia di Messina, l’on. Massimo Romagnoli) si era addirittura insediato a Domodossola lo scorso 18 gennaio, e il comunicato rilasciato nella circostanza era di quelli che non ammettevano repliche e si aprivano a squarci di magnifiche e progressive sorti.
Il “nuovo soggetto nazionale voluto dal Consiglio dei Ministri” si autodefiniva “importantissimo per il futuro della montagna”, visto che avrebbe addirittura dovuto ridefinire il concetto di “montanità”. Terminati i lavori del primo consiglio di amministrazione ai tre componenti del consiglio di amministrazione–continuava il comunicato-“ è stato riservato un giro di elicottero per ammirare il territorio dall’alto e quindi un tour all’insegna delle eccellenze enogastronomiche, alla latteria antigoriana di Crevoladossola e presso le cantine che custodiscono i nostri vini”. Terminate le libagioni, al coro degli osanna per il nuovo Ente insediatosi a Domodossola si erano uniti anche l’allora sindaco di Domodossola Marinello (che però con un punta di veleno aveva aggiunto “la montagna non si può governare, conoscere e capire stando a Roma”) e il senatore Valter Zanetta, che nel frattempo –come ci informa il sito dell’Eim- si era anche peritato di risultare primo in una delle essenziali iniziative organizzate dall’Eim per il futuro della montagna italiana, il “I° criterium della neve per parlamentari”, gara di slalom speciale sulla pista della Beccadella nel comprensorio sciistico del Cimone nell’Appennino Modenese, premiato addirittura dal ministro dell’economia in persona Giulio Tremonti, al quale nella circostanza era stato consegnato il diploma di maestro di sci ad honorem.
Mentre avveniva questo, sulle pagine di Eco Risveglio si assisteva ad un siparietto tra il nuovo consigliere di amministrazione dell’Ente, Arturo Lincio, e il consigliere provinciale democratico Stefano Costa. Rispondendo ai dubbi di quest’ultimo sull’effettiva utilità di un ente siffatto, Lincio partiva all’attacco proclamando ai quattro venti l’indispensabilità dell’Eim “unico punto di riferimento per le politiche montane” nato per rifondare la montagna italiana, prendendosela con “i parassiti” di Amalfi che sarebbero stati estromessi dalla classificazione montana grazie all’azione moralizzatrice e illuminata del nuovo istituto governativo.
Volete sapere come è finita la storia? E’ finita con “il nuovo corso dell’Ente Italiano della Montagna” presentato sulla rivista ufficiale dell’Ente con un articolo del consigliere Lincio sui “terrazzamenti artificiali in ambiente montano” al quale seguono ampie illustrazioni dei terrazzamenti delle Cinque Terre, di Ischia, dell’isola di Ponza, del Gargano e della Costiera Amalfitana, che evidentemente non erano più “parassiti” ma al contrario “paesaggi costruiti, paesaggi del lavoro e della quotidianità con valenze identitarie di spazi rurali preservati dalle dinamiche dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione”. Il tutto su una rivista emblematicamente intitolata: “SLM-Sopra il Livello del Mare. La rivista dell’Ente Italiano della Montagna”.
E soprattutto è finita con il ministro Tremonti che ha tirato le somme, ha messo in soffitta il suo diploma ad honorem e ha ordinato la soppressione dell’Ente Italiano Montagna nella manovra finanziaria, votata giovedì naturalmente anche dal senatore Zanetta.
E così sull’Eim è calata rapida la parola Amen! Facciamo le nostre condoglianze agli interessati…
PD VCO
Ufficio stampa

Lunedìin consiglio provinciale in discussione proposte del PD su personale, catasto e scuola!

image – La prima interpellanza riguarda il delicato tema di un’assunzione, che a parere nostro, solleva molti dubbi e perplessità.
Infatti, di recente l’Amministrazione provinciale ha pubblicato due bandi ai quali hanno partecipato decine e decine di giovani diplomati e laureati con la speranza di affacciarsi al mercato del lavoro.
La Provincia ha scelto di procedere ad un’assunzione attingendo non dalla graduatoria dei giovani che vi hanno partecipato, ma seguendo un’altra strada, che a noi non appare giustificata, ovvero di un trasferimento di un dipendente dall’ufficio delle Entrate alla Provincia stessa.
Oltre al fatto che questa persona non risulta in possesso di particolari competenze che giustifichino tale scelta, egli ha già un lavoro, elemento questo che non dovrebbe avvantaggiarlo ma semmai porlo quanto meno in una posizione di attesa rispetto a chi è in cerca di prima occupazione.
Per questo chiediamo alla Presidenza della provincia di sapere le motivazioni di questa scelta. La seconda interpellanza si riferisce ad una scelta del governo centrale che con un disegno di legge costringe all’accatastamento anche i ruderi di montagna, con una spesa in più per i cittadini (dai 300 ai 600 euro!) oltre che di spreco di tempo per la conseguente burocrazia.
Insomma un’altra gabella che va a colpire i territori marginali e di montagna che aggiunge burocrazia e va in una direzione diametralmente opposta alla necessità di agevolare gli accorpamenti fondiari in montagna.
Per questo chiediamo alla giunta di saper quali atti intendono intraprendere per impedire che questo articolo, così penalizzante per il nostro territorio e i suoi cittadini, venga convertito in legge.

l’ordine del giorno riguarda il taglio annunciato, dall’ufficio scolastico provinciale, del tempo pieno in oltre 18 scuole del VCO.
Nell’ordine del giorno si chiede alla Provincia se corrispondono a realtà tali affermazioni che se confermate rimarcano, in tutta la sua gravità, che nel VCO il taglio al tempo prolungato nelle scuole, al di la di tutte le rassicurazioni arrivate in questi mesi dal Governo nazionale, è un problema serio e pesante e che incide in maniera negativa sulle spalle di molte famiglie.
Se approvato l’odg impegna il Presidente della Provincia ad attivarsi in tutte le sedi per evitare che questo taglio avvenga e chiede di relazionare al prossimo consiglio provinciale dei risultati ottenuti.

PD Ufficio Stampa
Di seguito il testo completo

Al . Presidente del Consiglio Provinciale
Sig. Rino Porini
Al . Presidente della Provincia
del Verbano Cusio Ossola
Sig. Massimo Nobili

Oggetto: Interpellanza

Di recente l’Amministrazione provinciale ha pubblicato due bandi, ha svolto le relative selezioni e approvato le graduatorie finali per selezionare degli impiegati, da inquadrare in categoria C e D, per sostituzioni a tempo determinato di personale di ruolo che per vari motivi (ad esempio la maternità) si assenta per lungo periodo dal lavoro.
A tale selezione hanno partecipato decine e decine di giovani diplomati e laureati, che è facile credere siano stati spinti a prender parte alle prove concorsuali anche dalla difficile congiuntura vissuta dal Verbano Cusio Ossola e dalla difficoltà, per un neodiplomato o un neolaureato, di affacciarsi proficuamente sul mercato del lavoro, tanto da far apparire “appetibile” anche un’occupazione a tempo determinato come quella prevista nei due bandi citati.
La regolare conclusione delle procedure selettive, terminata con l’elaborazione delle due graduatorie, ha di sicuro ingenerato delle legittime aspettative nei concorrenti che hanno dimostrato sufficiente perizia per essere inseriti in graduatoria, soprattutto coloro i quali si trovano nei primi posti nella lista degli idonei all’assunzione.
Ad oggi risulta però che tali graduatorie siano “ferme”, con l’aggravante che, invece di procedere almeno ad un’assunzione attingendo dalla graduatoria per i posti di categoria D, con Delibera di Giunta n. 161 in data 28 giugno 2010, si sia preferito seguire una diversa strada che non appare giustificata.
Entrando nello specifico della citata delibera, risulta infatti che per sostituire una dipendete in maternità del II° Settore – Politiche del Lavoro, Formazione e Pari Opportunità – invece di attingere alla graduatoria di categoria D si è dato seguito alla domanda di comando presso l’Amministrazione Provinciale di un dipendente dell’Agenzia delle Entrate.
Quest’ultimo non risulta in possesso di particolari competenze che giustifichino né l’attivazione dell’istituto del comando ne, soprattutto, l’inserimento nel II° Settore in via preminente rispetto alle persone inserite nella graduatoria di categoria D; risulta invece già in possesso di un posto di ruolo presso l’Agenzia delle Entrate, elemento questo che non dovrebbe avvantaggiarlo ma semmai porlo quanto meno in una posizione di attesa rispetto a chi è in cerca di prima occupazione.
E più in generale, con la DGP 161/2010, oltre a dare priorità al comando sopra citato si limita la validità delle ricordate graduatorie all’anno 2010, riferendole così ai soli posti a tempo determinato che si prevede di coprire in corso di esercizio
Tutto ciò premesso e considerato

SI INTERROGA LA S.V.

per sapere le motivazioni che hanno portato a dare priorità immediata al comando del dipendente dell’Agenzia delle Entrate, come previsto dalla DGP 161/2010, rispetto alla chiamata delle persone iscritte nella graduatoria finale delle procedure selettive citate in premessa;
per sapere inoltre le motivazioni che hanno portato a limitare all’anno 2010 la validità delle ricordate graduatorie, mortificando così le aspettative di giovani diplomati e laureati che hanno considerato la partecipazione ai concorsi come un valido strumento per cercare uno sbocco occupazionale in questi tempi di crisi;
per sapere se – pur ammettendo che all’Amministrazione Pubblica che bandisce un concorso poi non segue un obbligo giuridico all’assunzione – non si ritenga sussistere comunque un “obbligo morale” a dare seguito alle attese di chi si è preparato per affrontare al meglio le prove selettive nella prospettiva di ottenere un posto di lavoro.

Per il Partito Democratico
Lilliana Graziobelli
Consigliere provinciale

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Al presidente del Consiglio Provinciale
Al Presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola

OGGETTO: INTERPELLANZA
Premesso che l’articolo 19 comma 14 del Decreto Legge del 31 maggio 2010 n° 78, in merito alla conformità dei dati catastali di fabbricati oggetto di atto notarile, ha sancito, a partire dal 1° luglio 2010, l’obbligatorietà di denunciare al Catasto Fabbricati tutti i fabbricati rurali oggetto di compravendita, permuta, donazione, divisione, cessione di quote, costituzione di servitù ecc.
Sottolineato che tutti significa anche i ruderi o quei fabbricati ancora in piedi, numerosissimi in ogni comune della nostra Provincia, ubicati in aree marginali boscate, non raggiungibili da strade e difficilmente recuperabili anche in futuro ma oggetto, in particolare, di atti di divisione ereditaria”.
Ferma restando l’esenzione da imposte e da dichiarazione al Catasto Urbano precisata dall’Agenzia del Territorio, dopo l’invio dei numerosi avvisi di accertamento degli scorsi mesi, in questo caso l’obbligatorietà risulta invece inevitabile ogni qual volta ruderi o vecchie stalle in luoghi remoti saranno oggetto di atto notarile.
Ne consegue che, volendo procedere comunque all’atto in questione, il proprietario o i proprietari dovranno farsi carico, oltre che delle spese notarili già cospicue, di spese tecniche aggiuntive orientativamente tra i 300 (per i ruderi) ed i 600 euro (per stalle e casere ancora in piedi) in più per ogni fabbricato oggetto dell’atto notarile in questione.
Considerato che questa è di fatto un’altra gabella che va a colpire i territori marginali e di montagna che aggiunge burocrazia e va in una direzione diametralmente opposta alla necessità di agevolare gli accorpamenti fondiari in montagna,
SI INTERPELLA LA S.V.
per saper quali atti Lei e la Sua Giunta intendono intraprendere per impedire che questo articolo, così penalizzante per il nostro territorio e i suoi cittadini, venga convertito in legge.
I consiglieri provinciali
Lilliana Graziobelli
Stefano Costa

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Al presidente del Consiglio Provinciale
Al Presidente della Provincia del Verbano Cusio Ossola
OGGETTO: ORDINE DEL GIORNO

Premesso che nei giorni scorsi sulla stampa locale (La Stampa) è comparso un articolo in cui, virgolettato, compariva la seguente dichiarazione del dirigente dell’ufficio provinciale scolastico “questa di Domodossola non è la sola scuola a cui sono state negate le 40 ore. Nella stessa situazione ci sono nel Vco altre 18 scuole. Il tempo pieno poteva essere accolto compatibilmente con le risorse disponibili”.
Se corrsipondono a reltà tali affermazioini appare evidente, in tutta la sua gravità, che nel VCO il taglio al tempo prolungato nelle scuole, al di la di tutte le rassicurazioni arrivate in questi mesi dal Governo nazionale, è un problema serio e pesante e che incide in maniera negativa sulle spalle di molte famiglie.
Ciò premesso il Consiglio Provinciale
chiede
al Presidente della Provincia di attivarsi per sapere quali sono le 18 scuole del VCO in cui è stato tagliato il tempio pieno e quanti sono gli alunni coinvolti.
Impegna
IL Presidente della Provincia ad attivarsi in tutte le sedi per evitare che questo taglio avvenga e chiede di relazionare al prossimo consiglio provinciale dei risultati ottenuti
Il consigliere provinciale
Lilliana Graziobelli

I tagli della finanziaria di Tremonti ai principali comuni del VCO: ecco il calcolo di quanto costa

Clicca qui per vedere il servizio televisivo. Riportiamo una tabella con uno studio realizzato da un gruppo di deputati del Partito Democratico, in collaborazione con il Centro Studi dell’ANCI, nel quale si vedono gli effetti della manovra del governo Berlusconi sui bilanci dei 7 comuni del Vco con oltre 5 mila abitanti.
Per capire meglio i dati, nella colonna “nuovo obiettivo 2011" sono calcolate le somme che ogni comune dovrà risparmiare per rispettare il patto di stabilità, nella terza colonna "valore manovra" sono calcolati i minori trasferimenti da parte dello stato ai comuni, nella quarta colonna "valore manovra pro-capite" troverete la cifra che ogni abitante dovrà pagare per coprire gli effetti dei tagli, nella quinta colonna "taglio implicito della spesa" troverete la percentuale del taglio sui bilanci.
Come si può notare anche nel VCO i tagli ai bilanci saranno davvero pesanti, dal 1,4% di Stresa al 9,6% di Domodossola, in termini assoluti da 100 mila euro in meno per Stresa sino al 1 milione e 700 mila di Domodossola.
Ovviamente i comuni saranno costretti o a tagliare i servizi ai cittadini o a far ricadere sulle loro teste il costo aggiuntivo di questi tagli effettuati dal governo Berlusconi.
I calcoli sono presto fatti.
Per una famiglia media di 4 persone i tagli incidono per 220 euro a Cannobio, 336 euro a famiglia a Domodossola, 120 euro a Gravellona Toce, 120 euro ad Omegna, 100 a Stresa, 128 a Verbania, 284 euro a Villadossola.

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Comune

Popolazione

Nuovo Obiettivo 2011

Valore Manovra

Valore Manovra pro-capite

Taglio implicito della spesa

Euro

%

CANNOBIO

5.132

278.000

283.000

55

4,5%

DOMODOSSOLA

18.452

1.696.000

1.554.000

84

9,6%

GRAVELLONA TOCE

7.781

518.000

233.000

30

3,9%

OMEGNA

16.074

478.000

479.000

30

3,6%

STRESA

5.179

54.000

103.000

20

1,4%

VERBANIA

31.134

1.154.000

1.000.000

32

3,1%

VILLADOSSOLA

6.909

475.000

491.000

71

7,7%