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LA LEGA NORD CHE SCAPPA!

Le dichiarazioni degli esponenti della Lega Nord locale in merito alla loro mancata partecipazione al consiglio comunale di Domodossola – esordisce Antonella Trapani segretario provinciale del PD – sono davvero incredibili e testimoniano il fallimento del loro progetto politico”.
Il consigliere regionale leghista Michele Marinello e il capogruppo in consiglio a Domodossola Riccardo Galvani hanno giustificato la loro assenza affermando: “andremo in consiglio quando si comincerà a parlare di Domodossola: sino ad ora non si sono trattati i veri temi che interessano la città”.
Peccato che in consiglio comunale si discutesse dei tagli del governo agli enti locali: con l’ultima manovra votata in questi giorni da Bossi, Maroni e dal senatore del VCO Montani si aggiungono, ai tagli già fatti, altre mazzate: a Verbania un milione e 333 mila euro in meno, 630 mila euro in meno a Domodossola, 659 mila in meno ad Omegna, 289 mila a Gravellona Toce, 273 mila a Villadossola, 222 mila a Cannobio e 148 mila a Stresa.
“E quindi, secondo questi autorevoli dirigenti leghisti – prosegue Antonella Trapani segretario provinciale del PD – discutere di un taglio di oltre 800 mila euro al comune di Domodossola non è parlare dei problemi della città? Incredibile!
Una domanda: ma senza soldi un comune, un sindaco, una giunta che fanno?
E’ ovvio che questi tagli, come già sta avvenendo, si ripercuoteranno sui cittadini e sulle famiglie con il taglio di servizi essenziali.
Invece per Marinello e Galvani parlare di tagli non è occuparsi dei problemi della città.
Invece i leghisti si sottraggono al confronto, perché sono incapaci di sostenere un dibattito pubblico in cui appare evidente a tutti il fallimento del loro modello di federalismo.
Ma non dovevano arrivare più soldi ai comuni? Le tasse pagate non dovevano rimare sul territorio? Tutte promesse. La realtà, drammatica, è un’altra.
Se vogliono impegnarsi per la loro città (Domodossola, Verbania o Omegna che sia) – conclude Antonella Trapani – cambino radicalmente questa manovra se ne sono capaci. A Domodossola sono scappati di fronte alle loro responsabilità. Questa è la verità.”

PD VCO
Ufficio stampa

“ART.16, NORMA PALESEMENTE INCOSTITUZIONALE. PROMUOVEREMO RICORSO”

“Nonostante gli appelli di tutto il fronte unitario degli enti locali, si procede con sordità all’approvazione dell’articolo 16 della manovra che presenta evidentissimi profili di incostituzionalità, oltre che apparire insostenibile (per la creazione della nuova categoria dei “comuni ghetto” sotto i 1000 abitanti) e di difficilissima attuazione.
Appare chiarissima la violazione dell’articolo 114 della Costituzione, che annovera i Comuni tra gli enti autonomi e pari ordinati allo Stato, senza alcun vincolo gerarchico, costitutivi della Repubblica, con propri statuti, poteri e funzioni. Se l’articolo 16 diventerà legge, il Comune sotto i 1000 abitanti resta totalmente privo di funzioni e di proprio bilancio, e non si capisce che fine faranno i beni e il patrimonio dello stesso ente né dove saranno convogliati i proventi derivanti dall’impiego del patrimonio medesimo.
Appare evidente, inoltre, la violazione dell’art. 133, secondo comma, della Costituzione, a seguito della fusione impropria alla procedura stabilita in tale articolo, che non solo affida alla Regione la competenza legislativa in materia, ma che prevede l’obbligatoria consultazione delle popolazioni interessate. Con la creazione di questa strana “Unione dei Comuni ghetto” si finisce per istituire un ulteriore ente locale, che viene a sovrapporsi e a sfasciare senza alcun coordinamento all’attuale assetto delle forme associative intercomunali (in particolare, le Unioni di Comuni e le Comunità Montane) e della relativa legislazione regionale.
Infine, è evidente la violazione del principio costituzionale di sussidiarietà, che si concretizza ogni qualvolta lo Stato pretenda dal centro di articolare il mondo delle autonomie locali, unilateralmente e in maniera imperiosa senza rispetto del principio di leale collaborazione.
Per questo motivo insistiamo per lo stralcio. In caso contrario, promuoveremo il ricorso alla Corte Costituzionale, e per i Comuni si aprirà una stagione confusissima sotto il profilo normativo e ordinamentali in cui non sarà più chiaro chi fa cosa”.
Enrico Borghi

Enti Locali: le proposte del pd nazionale.

Ieri, il segretario nazionale dle PD Bersani ha presentato le proposte alternative del PD all’attuale manovra di Ferragosto presentata dal governo.
Pubblichiamo la parte relativa alla riforma degli enti locali visto il dibatttito che si è acceso nel VCO. (la proposta completa è scaricabile cliccando qui).
Istituzioni più snelle e taglio ai costi della politica.
Interventi per riorganizzare e ristrutturare l’assetto istituzionale centrale e territoriale e le pubbliche amministrazioni. In particolare: dimezzamento del numero dei
parlamentari; interventi sistematici e coordinati su Regioni, Province, Comuni per lo snellimento degli organi di rappresentanza e di governo, per l’obbligo della gestione associata di tutte le funzioni nei comuni con meno di 5000 abitanti (e profonda revisione dell’articolo 16 del Decreto che limita la rappresentanza democratica e non produce reali risparmi di spesa), il dimezzamento delle Province o, in alternativa, la loro trasformazione in enti di secondo livello; accorpamento degli uffici periferici dello Stato, radicale riduzione delle società partecipate da Regioni, Province e Comuni ed eliminazione degli organi societari per le società “in house” (oltre 50 mila incarichi), soppressione di enti, agenzie ed organismi, intermedi e strumentali, (consorzi di bonifica, bacini imbriferi montani, enti parco
regionali) con attribuzione delle funzioni a Regioni province e comuni, centrale unica per gli acquisti di beni e servizi per ogni articolazione delle pubbliche amministrazioni; riavvio della spending review, per realizzare, per ciascuna amministrazione, veri e propri piani industriali, introdurre best practices e costi standard; revisione delle norme sugli appalti, in particolare per una drastica riduzione del numero delle stazioni appaltanti.