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La festa Democratica nazionale sulla montagna a Villadossola

image Parte con la presenza del segretario regionale Gianfranco Morgando la Festa democrativa a Villadossola. Sarà presente infatti giovedì 6 agosto, giorno di apertura, dalle 18 presso l’era dibattiti per un saluto.
La Festa si svolgerà dal 6 al 17 agosto a Villadossola la Festa Democratica Nazionale della Montagna, presso l’area festa La Lucciola.
Dodici giorni di festa con le Iniziative, la Cultura, la Politica, i Dibattiti, le presentazioni di libri, la Libreria,
le Bancarelle di hobbistica e antiquariato, le Bancarelle della solidarietà, l’Animazione e i giochi per bimbi,
la Balera, il Piano Bar, il Palco Spettacoli e il Grande Banco Sottoscrizione. Il depliant con il calendario completo degli eventi è visibile cliccando qui.
Da segnalare il "VillaRock Music Contest", sfida a suon di concerti dall’11 al 13 – Finale: 15 agosto.
Ovviamente si mangia e si beve: tutti i giorni un Menu regionale diverso, e poi la Pizzeria, la Pescheria, il Self Service, la Griglia, la Piadineria, il Baretto, la "Toppia"
Tutti i giorni nello Spazio libreria: mostra fotografica dei Giovani Democratici Vco: “Il Pd: nuovo compromesso storico, a 25 anni dalla morte di Enrico Berlinguer”
Tutti i giorni nello Spazio giovani: “Creativamente” brainstorming artistico-sociale-politico. Segnaliamo inoltre le principali iniziative politiche:
Giovedì 6 agosto, ore 18 Apertura della festa con Gianfranco Morgando, Segretario Regionale PD
Venerdì 7, Spazio Dibattiti ore 20 “Verso le nuove Comunità Montane”.
Incontro con Enrico Borghi, Presidente nazionale Uncem e Marco Travaglini, consigliere regionale PD
Sabato 8, Spazio Dibattiti ore 20 “Studiare e vivere in montagna? Impossibile. Grazie Gelmini” incontro organizzato dai Giovani Democratici Vco con Rete Studenti Medi,Unione degli Studenti-
– Lunedì 10
, Spazio Dibattiti ore 20 “La Nuova legge regionale sulle aree protette”.
Incontro con: Marco Traviglini, consigliere regionale e Silvia Fregolent, presidente degli ecologisti democratici del Piemonte
– Martedì 11, Spazio Dibattiti
ore 10 SPI CGIL-FNP CISL-UILP UIL provinciali organizzano una tavola rotonda: “Invecchiamento attivo e la non autosufficienza. Come affrontare il problema”
ore 20 Proiezione film-documentario “FUORI LE MURA” di Stefano Stoto. Seguirà tavola rotonda coordinata da Gianni Desanti su Bonifica Enichem di Pieve Vergonte
– Domenica 16, Spazio Dibattiti ore 20 “La Repubblica antidemocratica fondata sulla precarietà” incontro organizzato dai Giovani Democratici Vco sui temi del lavoro precario e sulla proposta Ichino, con Federico Biancotti, Alessandro Buzio e Marco Tartari
– Lunedì 17, Spazio Dibattiti ore 20 ”Il Pd per un’Italia nuova: confronto tematico per il congresso” incontro con i referenti delle mozioni Bersani, Franceschini e Marino; coordina Aldo Reschigna.

Travaglini e Reschigna: “Avevamo ragione. Della Regione la competenza sulle Comunità Montane”

imageLa Regione presenterà ricorso al Consiglio di Stato contro l’ordinanza del Tar Piemonte che ha sospeso il provvedimento applicativo della legge regionale di riforma delle Comunità montane, in cui sono stabiliti gli accorpamenti degli enti, ridotti da 48 a 22.
Nel frattempo è arrivata anche un’altra sentenza molto attesa dagli enti montani piemontesi. Si tratta della risposta della Corte Costituzionale al ricorso presentato dalle Regioni Veneto e Toscana sulla legittimità costituzionale della Finanziaria 2008 in merito al riordino delle Comunità montane, ribadendo la competenza regionale sulla riforma.
Il parere della Consulta ribadisce ancora una volta il riparto di competenze Stato-Regioni in tema di Comunità Montane e rafforza le basi attorno cui è stata costruita la legge regionale di riforma delle Comunità montane del Piemonte – in cui si definiscono competenze (agenzia dello sviluppo territoriale ed ente cui affidare da parte dei comuni le gestioni associate), assetto e sistema d’elezione degli organi rappresentativi – confermandone la piena legittimità. (segue)Con la sentenza della Corte costituzionale viene dunque meno uno dei presupposti su cui il Tar aveva fatto leva per emanare, la scorsa settimana, l’ordinanza di sospensiva degli accorpamenti. E’ evidente la nostra soddisfazione per questo chiaro pronunciamento e siamo convinti che si possa procedere con la massima celerità alla nomina dei commissari delle Comunità Montane, individuandoli negli attuali presidenti.
Se da una parte è confermato il percorso per la nascita delle nuove comunità montane, la sentenza della Corte Costituzionale afferma un principio molto importante: liquidare le Comunità montane con legge dello Stato è incostituzionale.
E’ la tesi che abbiamo sempre sostenuto con energia e coerenza. Ci auguriamo che la sentenza della Corte Costituzionale faccia comprendere a tutti che il tema del riordino degli enti locali non può avvenire con colpi di mano, sulla testa delle popolazioni montane, ledendone i diritti. La sentenza boccia inoltre la disciplina di dettaglio per la definizione della montanità, che nella Finanziaria 2008 si rifaceva a parametri fisici e geografici elaborati e proposti dall’Ente Italiano per la Montagna, riportando anche questa competenza in capo alle Regioni.
Un verdetto, questo della Corte Costituzionale, che riapre la questione Comunità montane anche sul versante del Ddl sul nuovo Codice delle Autonomie, approvato in prima lettura dal Governo, che all’articolo 17 prevede la soppressione tout-court di questi enti richiamando espressamente proprio il comma 22 dell’articolo 2 della scorsa Finanziaria, che è stato cancellato. E’ augurabile che, d’ora in poi, si evitino le forzature e si riparta dal riconoscimento e dall’applicazione dell’ottima legge di riforma regionale varata in Piemonte che, a giudizio dei più, è la migliore d’Italia.

Marco Travaglini ed Aldo Reschigna, consiglieri regionali Pd

La scure del governo si abbatte sulle Comunità Montane

imageLa Maggioranza governativa, con l’adozione del Codice delle Autonomie Locali, ha proposto l’abolizione delle Comunità montane. Si tratta di una decisione conseguente alla volontà della Lega, a livello nazionale, di difendere le Province, di cui il Partito del Popolo delle Libertà, alle elezioni politiche dello scorso anno, aveva proposto l’abolizione.I partiti che sostengono il Governo hanno trovato l’accordo proponendo il mantenimento delle Province e l’abolizione totale delle Comunità montane, senza alcun riguardo per le zone montane e marginali che, dagli Anni Settanta, hanno trovato proprio in queste Comunità l’Ente politico-amministrativo di rappresentanza dei residenti e dei territori della montagna. Se la proposta del Governo, come è probabibile, sarà approvata dalla Maggioranza di centro-destra in Parlamento, le Comunità montane non faranno più parte del sistema nazionale degli Enti Locali, ma questo non significa che, perlomeno in Piemonte, non esisteranno.
La materia rientra anche nelle competenze delle Regioni che possono, autonomamente, decidere di mantenere o di istituire Enti di rappresentanza politica-territoriale dei territori montani che, con l’abolizione del fondo nazionale per la montagna, saranno totalmente a carico del bilancio regionale. (segue)
La Regione Piemonte questa scelta l’ha già fatta con l’approvazione della Legge regionale di Riforma delle Comunità montane, che ne riduce il numero e ne definisce una nuova organizzazione, le funzioni e le competenze. Tant’è che la Giunta regionale sta predisponendo i decreti per il commissariamento delle attuali Comunità ed è già stata fissata la data per l’elezione dei Presidenti e dei Consigli delle nuove Comunità montane per il 7 novembre prossimo.
Gli Enti montani in Piemonte sono stati ridotti da 48 a 23 e gli amministratori saranno meno della metà e saranno eletti dai Consiglieri comunali; questo per creare organismi snelli e funzionali che possano operare con rapidità ed autorevolezza. Le Comunità montane, come sono state definite nella Legge regionale, oltre che dare rappresentanza politica-territoriale alle nostre valli e continuare a svolgere i servizi associati fra i Comuni, saranno soprattutto Enti che si occuperanno della manutenzione del territorio e di promuovere, realizzare e gestire iniziative e strutture per lo sviluppo economico-sociale delle aree montane di competenza. Saranno in sintesi “Agenzie di sviluppo” che dovranno vedere la partecipazione e la gestione unitaria di tutti gli amministratori che, a prescindere dalle collocazioni politiche, hanno a cuore il futuro delle nostre valli e di coloro che, tra mille difficoltà e problemi, continuano a viverci e a crederci.
 
 

Verbania: la montagna ha partorito il topolino.

La montagna ha partorito il topolino. Il varo da parte della Giunta Zacchera del cosiddetto “bonus bebè” si configura come un’iniziativa di natura socio-assistenziale che si affianca ad altre analoghe già da tempo attivate sia dal Comune di Verbania (bonus per pannolini ecologici) sia dal Consorzio Servizi Sociali (assegni per sostegno alla natalità e per le famiglie numerose)
“Nessun bonus bebè – spiegano i consiglieri comunali Angelo Rolla, capogruppo Pd, e Claudio Zanotti – ma semplice contributo socio-assistenziale legato al reddito, simile a molti di quelli già erogati da anni e senza nessuna grancassa mediatica dagli enti pubblici territoriali. Piuttosto, preoccupa molto il fatto che un contributo economico di natura sociale come quello varato dalla Giunta sia subordinato a criteri discriminatori come quello dei tre e dei cinque anni di residenza a Verbania e soprattutto come quello della condizione di cittadino italiano o comunitario e cittadino extracomunitario. Un sostegno assistenziale non può essere legato a criteri come quelli della durata di residenza in città o della nazionalità, che nulla hanno a che vedere con il bisogno sociale. Si tratta di una scelta grave, che penalizza proprio chi – regolarmente residente a Verbania – avrebbe più bisogno d’aiuto e che rivela in ciò il consueto sigillo discriminatorio della Lega.
Altro fatto negativo è rappresentato dalla confusione che si creerà tra sussidi del Comune e sussidi del Consorzio Servizi Sociali: diversi criteri d’accesso, diversi requisiti economico-reddituali, diversi uffici competenti, diverse modalità amministrative e gestionali.”

Verbania, 7 luglio 2009

Accolto il ricorso al decreto Gelmini

imageLa Corte Costituzionale ha accolto il ricorso, presentato da otto Regioni, fra le quali il Piemonte, contro alcuni articoli del decreto legge del Ministro dell’Istruzione Gelmini, poi convertito in legge, sul dimensionamento del servizio scolastico.
La Corte Costituzionale ha bocciato in particolare gli articoli che riguardano l’accorpamento degli istituti e la chiusura delle scuole con pochi alunni ed ha stabilito che non può essere il Governo a dettare i criteri per il dimensionamento della rete scolastica, trattandosi di una competenza esclusiva delle Regioni.
Si tratta di una vittoria importante nella battaglia condotta dalla nostra Regione e dall’Uncem in difesa di un servizio adeguato alle esigenze dei nostri territori ed, in particolare, del mantenimento del servizio scolastico nei piccoli Comuni di montagna e di collina, dove la chiusura delle sedi scolastiche comporterebbe gravi disagi per gli alunni e le loro famiglie.
Rimane aperta la grave situazione del taglio agli organici del personale insegnante e di servizio, decisa dal Governo ed in attuazione già dal prossimo anno scolastico, che rischia di vanificare l’importante pronunciamento della Corte Costituzionale.
La nostra Regione continuerà il suo impegno per ottenere dal Ministero le dotazioni di insegnanti necessarie a mantenere le scuole anche nei territori più disagiati e per avere dovunque un servizio scolastico con un numero di alunni, per classe, che consenta una proficua attività didattica.

    Aldo Reschigna e Marco Travaglini
    Consiglieri regionali del Partito Democratico

Autonomia del VCO: altro passo verso la legge.

image Nella giornata di ieri lunedì 4 maggio l’ottava commissione del Consiglio Regionale  ha licenziato il testo del Disegno di Legge della Giunta Regionale  che riconosce particolari forme di autonomia amministrativa alla Provincia del VCO, nella stessa seduta  è stato nominato relatore del Disegno di Legge il consigliere Aldo Reschigna.
Hanno votato a favore il Partito Democratico , Rifondazione Comunista , Sinistra Democratica, Italia dei Valori e SDI, ha votato contro il gruppo dei Moderati  e si sono invece riservati di decidere in aula il voto  Forza Italia, Alleanza Nazionale  e Lega Nord. Ora il testo del disegno di legge giungerà in aula per potere velocemente, ci auguriamo , diventare legge della Regione Piemonte. “Siamo soddisfatti – affermano i consiglieri Reschigna e Travaglini – dell’esito della ottava commissione, è stato un impegno non semplice, che a volte abbiamo in Regione condotto con qualche difficoltà, ma oggi ripetiamo siamo soddisfatti.
Ricordiamo che il disegno di legge trasferisce risorse economiche alla Provincia del Vco, circa otto milioni di Euro, e competenze su molte materie soprattutto legate alla montagna.
Tutto ciò consentirà al VCO di potere decidere in autonomia su molte questioni e di potere cogliere le nostre specificità per costruire un nuovo futuro.
E’ un risultato importante”.