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Sentenza del TAR su ospedale nuovo: irresponsabile la scelta della regione Piemonte che ha bloccato un progetto che aveva trovato il consenso dei Sindaci del VCO.

La sentenza di oggi che respinge il ricorso al Tar avanzato dal Comune di Domodossola contro il progetto dell’ospedale nuovo a Ornavasso evidenza, ancora una volta, quanto sia stata irresponsabile la scelta, della regione Piemonte, di aver bloccato un progetto che aveva trovato il consenso dei Sindaci del VCO senza un valido motivo.

Una scelta che ha fermato le procedure per la realizzazione di un nuovo ospedale, la cui necessità si evince oggi più che mai dai numerosi e gravi ritardi e disservizi che i cittadini del VCO stanno subendo, per la gestione sanitaria sciagurata da parte della Regione Piemonte.

Una gestione che non solo non sa guardare al bisogno di sanità per il futuro ma che non è in grado di gestire neanche quella presente proponendo un progetto di presunto mantenimento dello stato attuale senza di fatto essere già ora in grado di garantirlo. Sono noti, infatti, i problemi di bilancio dell’ASL (bilancio non approvato nemmeno dagli stessi revisori dei conti), la grave carenza di personale che determina un uso smodato ed antieconomico di gettonisti e i ritardi per visite mediche che inducono i cittadini del VCO ad andare fuori provincia o a rivolgersi ai privati.

Una situazione insostenibile che ha come unico responsabile la Giunta Cirio, che ha subito e accettato con passivo disinteresse le miopi, divisive e poco lungimiranti posizioni tenute dal capogruppo leghista in regione Preioni e dal sindaco di Domodossola Pizzi e che tutti noi cittadini del VCO, purtroppo, paghiamo e pagheremo pesantemente.

Alice De Ambrogi
Segretaria Provinciale
e Segreteria Provinciale

Partito Democratico
Coordinamento provinciale Verbano Cusio Ossola
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Preioni e Icardi basta assenze e annunci: cosa è stato fatto in tre anni per la sanità? Nulla!

È da quasi tre anni che la Regione Piemonte sul tema sanità e Ospedale, nella Provincia del VCO, non decide e mette in campo annunci senza nessun fondamento e senza nessun documento approvato, generando solo caos.
Il consigliere regionale Alberto Preioni e l’assessore alla sanità regionale Luigi Icardi, sono stati assenti e hanno fatto annunci senza costruire un solo fatto concreto: ora basta. Devono spiegare a questo territorio cosa è stato fatto in tre anni.
Perché, nel frattempo, i tempi di attesa per visite ed interventi non si sono ridotti anzi, sono clamorosamente aumentati.
Perché vi è stato un dirottamento sistematico verso la sanità privata.
Perché continua la fuga dei professionisti con un esponenziale ricorso a medici gettonisti “mordi e fuggi” che non sopperiscono alla cronica carenza di personale sanitario.
Perché il nostro territorio vede un calo drammatico della qualità dei servizi e delle prestazioni sanitarie.
Perché il bilancio ASL è in clamoroso passivo con un debito importante.
Tutto questo supportato da una serie di “perle” del duo Preioni /Icardi: come l’annuncio nel giugno 2019 della privatizzazione dell’Ospedale di Verbania e del DEA, seguito nell’ottobre 2019 dall’annuncio  del nuovo ospedale a Domodossola da 250 posti con Dea e un Ospedale a Verbania da 100 posti con Pronto Soccorso.
E poi dopo due anni di silenzio il 29 aprile 2021 si annuncia un piano IRES che conferma a posteriori il progetto del nuovo ospedale a Domodossola sino ad oggi, aprile 2022, dove nulla è ancora stato fatto e gli annunci sembrano essere stati sconfessati!
Nel frattempo politicamente a Verbania si è avuto il Consiglio Comunale aperto nel 2019 che ha visto la spaccatura della Lega (con la perdita di tre consiglieri) e l’ex candidato Sindaco Albertella a fianco del sindaco Marchionini, fino ad arrivare ad oggi dove il neoconsigliere della Lega Giovanni Brigatti abbandona il gruppo ed il partito in aperta polemica sulla politica sanitaria.
In tutti questi anni il consigliere Preioni e l’assessore Icardi hanno sempre rifiutato il confronto pubblico più volte richiesto dal territorio e dai Sindaci.
I cittadini del VCO non si meritano questa fallimentare gestione che pesa sulla pelle dei cittadini. Improvvisazione e incompetenza si associano a un disegno scientemente premeditato che vuole azzerare la sanità pubblica.
Questo è il risultato di tre anni di “lavoro” della regione Piemonte. Verbania e il VCO si meritano altro.

Marco Magni
Segretario PD Circolo di Verbania
Raffaele Allevi
Capogruppo Consiliare PD Verbania

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Presidio a sostegno dell’ospedale Castelli di Verbania sabato 24 aprile alle ore 15.00

Il Partito Democratico, circolo di Verbania, aderisce alla manifestazione a sostegno dell’ospedale Castelli di Verbania, e invita a partecipare al presidio di sabato 24 aprile alle ore 15.00 presso l’entrata dell’Ospedale.

Di seguito l’appello.

LIBERIAMO IL CASTELLI. Giunge dai consiglieri Laura Sau, Giovanni Battista Finocchiaro e Giovanni Alba il seguente invito rivolto a sindaco e consiglieri comunali a mettere in atto tutti insieme un’importante mobilitazione di difesa dell’Ospedale Castelli a partire dal 24 aprile.——-

Al Sindaco di Verbania
Ai Consiglieri Comunali del Comune di Verbania“LIBERIAMO IL CASTELLI! “
L’emergenza pandemia tuttora persiste e non dà tregua e tutto il sistema sanitario fatica a reggere lo sforzo richiesto; il personale sanitario preposto, da più di un anno, si prodiga per affrontare al meglio le necessità, ma, a dire il vero, si ritrova a lavorare in un sistema sanitario che ha messo in luce tutti i suoi limiti proprio in condizioni emergenziali.Il Consiglio Comunale di Verbania, all’unanimità, dopo che la rappresentanza della Lega ha vergognosamente abbandonato la riunione per non votare a favore dell’ospedale Castelli, ha approvato il giorno 11 marzo 2021 un ordine del giorno che chiede alla Regione Piemonte e all’ASL VCO di riportare alla funzionalità l’attività urgente e quella oncologica e chirurgica, come da prescrizione regionale (DIRMEI); e di ristabilire, terminata l’ondata pandemica, così come negli altri presidi ospedalieri del VCO , tutte le attività precedenti, investendo le risorse necessarie per recuperare e potenziare in tempi rapidi il ritardo che si è accumulato in seguito al blocco di tutte le attività programmate sia nei reparti che negli ambulatori.Lo stesso ordine del giorno chiede rassicurazioni sul rispetto della direttiva regionale del 27 gennaio 2021 che disponeva il ripristino dei posti letto dedicati alle attività chirurgiche e all’ unità di terapia intensiva coronarica presso il Castelli.I cittadini verbanesi stessi, attraverso mail e lettere ai consiglieri comunali, hanno espresso chiaramente il disagio che devono affrontare per cure periodiche a e altre prestazioni sanitarie non disponibili a Verbania.Non da oggi è apparso velato l’orientamento di privatizzazione del nostro nosocomio, e la Regione Piemonte non ha certamente rassicurato la cittadinanza verbanese e quella limitrofa (parliamo di 100 000 abitanti che nella stagione estiva ordinaria si moltiplicano per 10) su quali siano le sue reali intenzioni in merito alla organizzazione o riorganizzazione ospedaliera.Per questo e altri motivi abbiamo deciso di organizzare un presidio davanti all’ospedale Castelli il giorno 24 aprile 2021 alle ore 15, , invitando i consiglieri comunali che hanno approvato l’ordine del giorno ad unirsi a noi nel manifestare una pressante richiesta di attenzione su questo tema.Vi ringraziamo dell’attenzione e v’invitiamo a mettere in atto insieme a noi un’importante mobilitazione di difesa del nostro ospedale “Castelli”, a partire dal 24 aprile.
Laura Sau
Giovanni Battista Finocchiaro
Giovanni Alba

Sanità nel VCO: Icardi e la regione Piemonte ancora una volta senza uno straccio di documento per una scelta che vuole privatizzare parte dei servizi ospedalieri

La riposta dell’assessore alla sanità piemontese Icardi, e dei dirigenti della lega del VCO Preioni e Montani, sul tema della sanità nel VCO ancora una volta rimane generica e scritta sul “nulla”.
La loro scelta di abbandonare la strada della costruzione di un nuovo ospedale baricentrico affiancato da una forte presenza della medicina territoriale e delle Case della Salute (progetto approvato a suo tempo dalla larga maggioranza dei Sindaci del VCO) per noi è un errore.
La loro proposta di un nuovo piccolo ospedale a Domodossola, la privatizzazione di quello di Verbania senza DEA e con molti meno servizi e reparti, la mancanza di un potenziamento della medicina territoriale e delle Case della Salute (progetto respinto dalla maggioranza dei Sindaci del VCO) rimane una scelta sbagliata e ad oggi, nei fatti, solo un annuncio.
Un progetto sbagliato perché si ispira al modello lombardo, con la scelta di voler privatizzare l’ospedale Castelli di Verbania (senza DEA e senza molti servizi e reparti) e senza investire sulla medicina territoriale e di prossimità per i cittadini con le Case della Salute. Un modello, quello lombardo che, ad esempio, sull’emergenza Covid si è dimostrato non all’altezza della sfida perché penalizza la parte pubblica; proprio come vuol fare la regione Piemonte nel VCO.
Dall’altra parte il loro progetto è ancora, dopo un anno di annunci, solo tale.
Dove sono le delibere caro Assessore? Le lettere? Dove è il progetto? Dove sono i documenti da leggere e approfondire?
Una sola cosa è certa. Il progetto dell’ospedale nuovo baricentrico, come annunciato nei giorni scorsi dal nostro Deputato Enrico Borghi, aveva e ha i soldi per essere realizzato (i 60 milioni di euro stanziati dal Governo e confermati in questi giorni, quelli dell’INAIL e la quota parte della Regione) e aveva già un iter avviato con le scelte urbanistiche compiute dal comune di Ornavasso.
Il tema rimane sempre quello: la proposta del centro destra guarda alla privatizzazione dei servizi e rischia di rendere ancor di più marginale la qualità dei servizi ospedalieri nel VCO.

Alice De Ambrogi
Segretaria Provinciale PD VCO
e Segreteria Provinciale

Ospedale unico Vco: a Roma confermate le risorse per Ornavasso, Regione Piemonte non ha dato nessuna comunicazione contraria al Ministero in più di un anno dall’annuncio dell’ipotesi Domodossola

Ha del clamoroso la notizia emersa nelle ultime ore dal Ministero della Coesione Territoriale. Da una comunicazione ufficiale pubblicata sul sito del Ministero, nell’aggiornamento delle risorse allocate sui fondi FSC (Sviluppo e Coesione),è emerso come siano stati formalmente stanziate le risorse economiche per la realizzazione del nuovo ospedale Unico di Ornavasso, ad oggi disponibili per Regione Piemonte per poter essere utilizzate nella realizzazione del nuovo presidio ospedaliero.

“Ad oggi, a un anno di distanza dall’annuncio rispetto alla volontà regionale di realizzare un nuovo ospedale nella piana tra Domodossola e Villadossola – commenta l’On. Enrico Borghi – nessuna comunicazione ufficiale, nè nessun tipo di atto, sono stati inviati da Regione Piemonte per smentire l’opzione Ornavasso. Ovviamente, e giustamente, il ministero è andato avanti con la allocazione delle risorse statali, che ora sono ufficialmente a disposizione della Regione e del territorio. Da oggi, insomma, i 60 milioni dello Stato per il nuovo ospedale del VCO sono ufficialmente sul tavolo. La vicenda è paradossale, agli annunci non è seguito nessun tipo di atto concreto dall’assessorato alla Sanità della Regione Piemonte e, per di più, ad oggi le risorse sono già stanziate e non vengono spese per un’opera di fondamentale importanza per il nostro territorio.”
“Icardi e la Giunta Regionale facciano immediata chiarezza sulla vicenda – conclude il parlamentare Ossolano – ad oggi la sensazione è che l’unica cosa che a Torino hanno pensato di fare è quello di buttare la palla in tribuna, facendo perdere tempo e risorse per non dover affrontare i problemi della sanità del Verbano Cusio Ossola. Col rischio, in caso di inazione, di perdere queste risorse qualora una volta impegnate non venissero spese “

La sanità del futuro. Le proposte del PD VCO

La sanità del FUTURO

La recente, e non ancora conclusa, pandemia per covid-19 ha messo a nudo nuove criticità ma anche inedite opportunità per il nostro sistema sanitario.

Per questo, sin da ora, è utile e necessario pensare alle strategie di breve periodo, per eventuali ondate di ritorno del virus ipotizzabili nel prossimo autunno così come, e di prospettiva, a seguito di un’esperienza che ha posto l’intero sistema sotto un altissimo livello di stress, con un ambizioso programma di riorganizzazione delle strutture e dell’offerta sanitaria facendo tesoro di quanto abbiamo imparato e mettendo queste nozioni a servizio di un futuro in cui si ipotizza un graduale ritorno alla normalità ma che, tuttavia, non potrà essere la stessa che conoscevamo prima.

COSA FARE SUBITO

La Regione in questi giorni ha deliberato, sulla base delle richieste e dei parametri del Ministero della Salute, la quantificazione e la relativa distribuzione dei posti letto di terapia intensiva e sub intensiva nonché gli investimenti necessari per creare percorsi differenziati di accesso ai DEA ed ai pronti soccorso.

La priorità, ora, è investire sulle persone. È evidente che senza un adeguamento del personale non si possa andare molto lontano, pertanto, nuove assunzioni e stabilizzazioni degli operatori sanitari assunti durante l’emergenza sono l’unica strada per onorare le promesse fatte.

La parola d’ordine del prossimo periodo dovrà essere FLESSIBILITA’.

Solo attraverso l’innesto di meccanismi di elasticità del sistema sanitario nella sua interezza (Ospedali, medicina territoriale, USCA, Medici di Famiglia, RSA) sarà possibile contenere le eventuali ondate d’urto a cui il virus potrebbe sottoporci nei prossimi mesi. Questo vuol dire predisporre le strutture ad essere pronte ad eventuali cambiamenti “in itinere” e potranno farlo soltanto con una organizzazione regionale ben definita e organica.

Infine, l’impatto del virus ha dimostrato che sono probabili livelli di cronicità più alti per alcune patologie legate a cuore, reni, polmone. Per questo, la necessità di investire su centri riabilitativi potrà dare una risposta efficace a questa nuova prospettiva.

LE RISORSE: come usarle?

Il Governo, con il Partito Democratico in prima linea, ha richiesto ed ottenuto che lo sforzo dell’Europa si orientasse, come non lo era mai stato prima, nella direzione di un futuro più giusto, meno ragionieristico e più sociale della gestione delle risorse disponibili per investimenti degli Stati membri.

Da qui è nata la rinegoziazione del cosiddetto MES, che non è altro che il metodo attraverso il quale gli Stati regolano i propri equilibri di stabilità, che ha definito una maggiore flessibilità nell’utilizzo dei fondi (36/37 miliardi circa di prestito disponibili per il nostro Paese ad un tasso di 0,115% da rimborsare in 10 anni e che non grava sul rapporto deficit/PIL) che potranno essere utilizzati per strutture edilizie, dotazioni tecnologiche, infrastrutture digitali, in particolare per potenziare:

●          Struttura e rete ospedaliera nazionale

●          Centri di cura e strutture di prossimità

●          Laboratori e rete diagnostica

●          Lungo degenza e centri riabilitativi

Non è difficile capire che si tratta di un’occasione straordinaria per rendere davvero efficiente e tecnologicamente avanzato il sistema sanitario, trovando un giusto equilibrio tra ospedalizzazione, assistenza territoriale e prevenzione.

Ciò vuol dire che la Regione si troverà nel giro di pochi mesi a dover iniziare una profonda riflessione sul loro utilizzo, e che molto dipenderà dall’impostazione concettuale che intenderà dare: conservativa oppure di svolta e modernità. Noi pensiamo che queste risorse, dedicate esclusivamente alla sanità, debbano essere utilizzate con efficacia e coraggio.

In primo luogo, con un piano di assunzioni straordinario sulla falsa riga di quanto fatto nella scorsa legislatura nel 2018 deliberando l’assunzione di 1400 persone su tre anni. Ora i tre anni sono passati e bisogna assumere almeno altre 1500 persone.

Inoltre, scegliere di non investire in innovazione tecnologica, in strutture ospedaliere nuove, non far partire per davvero la medicina territoriale sarebbe un errore che pagherebbero le generazioni future e che segnerebbe l’inadeguatezza ad affrontare le sfide più importanti della classe politica di oggi.

COSA FARE NEL VCO

La nostra Provincia trova spesso motivi di grande divisione sulle questioni legate alla Sanità. Pensiamo che sia il momento di fare un passo avanti e di assumere decisioni importanti e lungimiranti, non divisive (ascoltando tutti Sindaci, Tecnici, operatori, sindacati) senza posizioni ideologiche, risolvendo definitivamente questa situazione che perdura ormai da troppi anni.

Noi proponiamo:

●          Edilizia sanitaria: si riapra un tavolo di concertazione serio con il territorio. La soluzione proposta dalla Regione non sta in piedi, e tutto ciò è ancora più evidente dopo la dolorosa esperienza della pandemia. Le Regioni che avevano una medicina territoriale strutturata (Emilia-Romagna e Veneto, per esempio) sono quelle che hanno retto meglio la fase acuta. Davvero il nostro modello deve essere la Lombardia? L’attivazione della medicina territoriale (con le Case della Salute, le Unità speciali di continuità assistenziale, la collaborazione stretta coi medici di famiglia ecc.) insieme ad un ospedale nuovo, baricentrico e tecnologicamente avanzato rappresenterebbe il vero salto di qualità per il territorio. Il progetto immaginato dalla Regione (Ospedale nuovo ma depotenziato a Domodossola, declassamento del Castelli, nessun cenno alla medicina territoriale) non risponde a nessuna delle necessità reali della nostra Provincia: cosa sarebbe successo se il Castelli fosse stato senza DEA ed in mano ai privati e senza nessuna sanità territoriale? Il progetto del centro destra rappresenta, ancor di più alla luce del covid-19, un autogol clamoroso di cui le generazioni future pagheranno pesantemente le conseguenze

●          Ricerca: si investa in ricerca ed innovazione tecnologica, nuovi macchinari, si rifletta davvero su come spendere le risorse.

●          Personale: alcune delle inefficienze del nostro sistema sanitario sono, da tempo, neutralizzate dalla straordinaria professionalità ed abnegazione del personale. L’emergenza Covid-19 ha accentuato lo sforzo degli operatori ed ora vi è il problema del recupero delle prestazioni rinviate nella fase acuta che li costringerebbe ad uno sforzo ulteriore e prolungato. La Regione riprenda in mano il piano di assunzioni previsto dalla Giunta Chiamparino e proceda velocemente a stabilizzare il personale assunto durante il periodo di emergenza perché il potenziamento delle rianimazioni è giusto e conforme alle direttive del Governo ma impossibile senza il personale adeguato.

●          CUP: arrivano molte proteste da utenti del VCO perché il servizio di prenotazione centralizzato risulta inefficiente e con scarsa conoscenza della nostra realtà territoriale, le Regione trovi una soluzione, non è accettabile che i cittadini perdano ore per una semplice prenotazione di una visita.

Segreteria Provinciale
Partito Democratico Verbano Cusio Ossola

Giugno 2020