In commissione Sanità lunedì a Torino il Pd ha chiesto di procedere con audizioni al presidente dell’ordine dei medici del Vco e ad alcuni sindaci. I democratici chiedono di ascoltare voci del territorio per approfondire la questione su cui il Consiglio regionale è chiamato a esprimersi in merito alla riorganizzazione sanitaria nel Verbano Cusio Ossola.
Una delibera di giunta dà preferenza all’opzione di ristrutturazione degli ospedali di Verbania e Domodossola, ma la maggioranza dei sindaci il 1° luglio di un anno fa aveva votato per la costruzione di uno nuovo, dove concentrare risorse umane e tecnologiche. In commissione Sanità la Lega ha detto no. I democratici ci hanno riprovato l’altro ieri nella riunione dei capigruppo.
Hanno chiesto un Consiglio regionale aperto, in cui possano prendere la parola portatori d’interesse della piccola provincia dalla specificità montana. «Il capogruppo della Lega Alberto Preioni sta valutando cosa risponderci» riporta Domenico Rossi, consigliere e segretario regionale del Pd. «Si vedrà» dichiara laconico l’ossolano Preioni, primo promotore dell’opzione fatta propria dalla giunta regionale, nella consapevolezza che una quadra su una collocazione davvero condivisa del nuovo e unico ospedale non si trova.
I sindaci dei centri più grandi (a eccezione di Cannobio) restano ancora dell’idea, come gli addetti ai lavori, che quella dell’ospedale unico è la sola strada per garantire ai cittadini una sanità locale che non costringa a rivolgersi altrove, soprattutto perché non si ha personale sufficiente per i due ospedali.
Intanto Gianni Morandi, presidente della Conferenza degli 81 sindaci dell’Asl Vco, l’ha presa male. «Sono sempre moderato nei toni, ma la risposta che ho avuto dalla direzione generale dell’Asl è un insulto: a me, ai colleghi e ai cittadini che rappresento». Tre giorni fa alla direttrice Chiara Serpieri ha inoltrato quella che definiva «la madre di tutte le domande» in merito alla decisione regionale. «Chiedevo lumi sulla possibilità di deroga alla normativa tuttora in vigore, senza la quale nel Vco non possono esserci due Dea» ricorda Morandi. La risposta dell’Asl ribadisce che la scelta finale spetta al Consiglio regionale e se l’assemblea si esprimerà per la demolizione e la ricostruzione di San Biagio e Castelli, il presidente del Piemonte Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Luigi Icardi negozieranno con il ministero per ottenere la deroga.
«Mettiamo che venga concessa, l’Asl sarebbe in grado di assicurare a ciascuno dei due ospedali tutti i reparti necessari per un vero Dea?
» chiede Morandi. La risposta dell’Asl è stata: si valuterà come adeguare l’organizzazione in base a legislazione vigente, sostenibilità economica e gestionale.
«E’ così fumosa – dichiara Morandi – da risultare irrispettosa anche per il presidente Cirio che aveva chiesto di darci riscontro con chiarezza. Tra le righe si legge ciò che è evidente. Non si facciano illusioni i sostenitori della riproposizione dell’ospedale plurisede: uno dei due forse avrà un Dea di primo livello, l’altro poco più di un pronto soccorso».
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19 maggio 2023
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Sulla sanità da Cirio e Preioni una proposta irricevibile e senza alcuna certezza. Servizi ospedalieri e territoriali in enorme difficoltà.
Comunicato Stampa
Sulla sanità da Cirio e Preioni una proposta irricevibile e senza alcuna certezza. Servizi ospedalieri e territoriali in enorme difficoltà.
L’unico dato emerso dalla riunione di ieri, tra il Presidente Alberto Cirio e la rappresentanza dei Sindaci della ASL VCO, è che ancora non ci sono certezze sul futuro della Sanità ospedaliera nel VCO.
Dopo quattro anni di immobilismo assoluto, con la caduta libera della qualità dei servizi sanitari nel VCO, il percorso amministrativo prospettato ai Sindaci è una delibera di Giunta regionale che contiene sia l’opzione di un nuovo e unico ospedale sia l’opzione di una ipotetica demolizione e ricostruzione dei due presidi attuali. La decisione sarebbe però demandata al Consiglio Regionale.
Insomma, si butta ancora la palla in tribuna per tirare a campare e arrivare a fine legislatura senza di fatto aver mosso un dito.
Tra l’altro la seconda proposta, quella di mantenere i due ospedali (perseguita da Cirio e Preioni) dovrebbe passare attraverso una richiesta di deroga al ministero per avere i due DEA. Insomma, un percorso burocratico molto lungo e che vedrebbe l’ipotetica operazione di demolizione e ricostruzione dei due complessi, passare attraverso difficili fasi progettuali, come ammesso anche dalla Direzione Generale dell’ASL, con la difficoltà legata al fatto che dovrebbe avvenire senza pregiudicare il funzionamento dei reparti.
E si prospettano molti anni, almeno sette o otto per vedere questo progetto eventualmente realizzato. Un’eternità.
Una proposta, quella dei due ospedali, senza che sia minimamente chiaro (non c’è infatti uno straccio di documento in proposito) quali reparti si manterranno, oltre ai 150 posti letto per presidio genericamente indicati.
Ed è proprio su questi contenuti che durante la riunione di ieri si sono “ascoltati” i silenzi più imbarazzati dalla Giunta regionale di destra: saranno mantenuti due veri Dea con tutti i reparti che devono avere per poter funzionare? O sarà mantenuto il modello dell’ospedale unico plurisede con mezzo Dea a Verbania e mezzo a Domodossola, come sta avvenendo da anni, con tutte le difficoltà ben note?
A giudicare dal silenzio a queste domande vi è il rischio concreto di ritrovarsi ad un certo punto a dover scegliere se rinunciare al Dea di Verbania o a quello di Domo. Non solo per una questione normativa, bisogna ottenere una deroga nazionale che ancora non c’è, ma di funzionalità perché tutti sanno che non basta mettere un’insegna recante la dicitura DEA per averne l’operatività; devono esserci tutta una serie di reparti con personale e attrezzature idonee che al di sotto di certi bacini di utenza perdono di capacità di risposta, non solo in termini di costi, ma purtroppo anche di qualità.
Per questo ribadiamo che la scelta della destra di Cirio e Preioni, di abbandonare la strada della costruzione di un nuovo ospedale baricentrico (richiesto a gran voce dalla maggioranza dei Sindaci, operatori sanitari ecc.), affiancato da una forte presenza della medicina territoriale e delle Case della Salute, per noi è un clamoroso errore.
I servizi disastrosi (nonostante il generoso impegno di chi ci lavora), le visite per cui si aspettano mesi se non anni, l’impiego massiccio e sempre più forte dei medici gettonisti sono l’allarme che ormai da anni suona forte e chiaro.
Cirio e Preioni fanno finta di niente e presentano un progetto senza contenuti!
Alice De Ambrogi
Segretaria Provinciale PD e Segreteria Provinciale
Così si affossa la sanità del Vco: dalla rappresentanza dei Sindaci Asl un coro unanime.
Marchionini, Pizzi, Quaretta, Archetti e Morandi, critici su quanto prospettato dalla Regione
Non sono mancati gli scontri a distanza nella riunione in videoconferenza con i vertici della Regione ed i tecnici nella seduta della rappresentanza dei sindaci Asl che si è riunita a Palazzo Beltrami.
Botta e risposta acceso prima tra il sindaco di Quarna Sopra Augusto Quaretta e il presidente Cirio e poi tra lo stesso governatore e la sindaca di Verbania Silvia Marchionini. Sostanzialmente è stato annunciato quanto si sapeva: sarà il consiglio regionale che dovrà esprimersi sulla delibera di giunta che prevede la rigenerazione degli ospedali di Verbania e Domodossola, con 200 milioni di euro complessivi e 150 posti letto per ciascun nosocomio.
“Un passaggio francamente che si potrebbe anche evitare, dall’esito scontato” hanno ironizzato sia Marchionini che Pizzi, sottolineando che sia impossibile come il consiglio regionale voti contro la soluzione esposta dalla maggioranza.
“Sono risorse certe quelle che mettiamo in campo, non promesse e demagogia: 190 milioni dallo Stato a fondo perduto e la restante parte in carico alla Regione. Bisogna capire e rendersi conto che il Covid ha cambiato il mondo e di riflesso anche la sanità, specialmente nei territori più periferici. Il Dea? Chiederemo una deroga, anche perchè possiamo utilizzare i 15 milioni risparmiati” ha spiegato Cirio.
“E’ una soluzione quella che viene prospettata – così la direttrice dell’Asl Chiara Serpieri – che avrebbe dei tempi più lunghi rispetto ad una realizzazione ex novo ma che ha delle ragioni d’essere. Nello specifico ci sarebbero due edifici più grandi rispetto a quelli attuali, ma senza ulteriore consumo di suolo. Si andrebbe a demolire e ricostruire gli esistenti, senza pregiudicare però i servizi”.
Un coro di critiche però si è levato subito dopo la presentazione da parte dei tecnici. “Io rispetto il lavoro che è stato fatto- così il sindaco di Gravellona Gianni Morandi- ma questa non è la soluzione giusta per il Vco. Si sceglie di non decidere, si sceglie di affossare la sanità nel nostro territorio”.
Duro il commento di Silvia Marchionini. “Tante belle parole, ma concretezza e risposte certe sono assenti. Non si sa nulla, al di là di promesse che offendono la nostra intelligenza, dei Dea, non si quali reparti andrebbero dove e come, non di dicono nulla della organizzazione ospedaliera. Siamo nel classico binario morto, proprio a un anno dalle elezioni regionali- ha tuonato la sindaca di Verbania. Ironico il sindaco di Quarna Sopra Quaretta.
“Ci dicono che ci vorranno dieci anni per queste rigenerazioni, ma nel frattempo ne sono passati più di venti. Non si ascolta chi sta in trincea tutti i giorni, medici, infermieri, operatori, che da sempre urlano la necessità di una struttura nuova”
Duro anche il commento del primo cittadino domese: “Ho ascoltato senza pregiudizi. Sono arrivato che il San Biagio doveva chiudere e ora ci spendono 100 milioni di euro. Ma chiedo: i 200 milioni di euro potrebbero essere usati per un ospedale nuovo? Si. Con circa 150 milioni di euro potremmo farlo, con 300 posti. La spesa governativa per la sanità sarà in discesa. Risparmieremmo 50 milioni. Ma al di là delle deroghe DEA quello che noi non abbiamo sentito è cosa ci va in questi ospedali. Per un DEA la normativa prevede una serie di requisiti. Significa avere due doppioni, due ospedali veri e non due mezzi ospedali come quelli prospettati. Personale compreso. Dove lo troviamo? E poi c’è il problema della tempistica. Con le difficoltà logistiche di lavorare in quelle aree. Non ci credo che si possa fare in 6 anni”.
Articolo da VCO NEWS https://www.vconews.it
Sanità: 51 Sindaci hanno votato come il sindaco di Verbania. Albertella non se ne è accorto e continua a fare polemiche politiche mente i servizi sanitari nel VCO sono un disastro!
L’uscita di un volantino e dei comunicati dal titolo assurdo sul tema sanità del gruppo consiliare Verbania Futura, guidato del perenne candidato sindaco di Verbania Albertella, necessitano una risposta.
Nel suo livore verso il Sindaco di Verbania, che sul volantino viene accusato di aver votato il primo luglio per la chiusura dell’Ospedale Castelli, Albertella e il suo gruppo volutamente dimenticano che, insieme a lei, hanno votato altri 51 Sindaci del territorio per respingere la proposta fuori da ogni logica avanzata dalla regione Piemonte, chiedendo anche un ospedale nuovo e unico per il VCO.
Una batosta politica per Albertella che, lo ricordiamo, più volte ha cambiato idea sul tema a partire dal voto come Sindaco di Cannobio per l’ospedale unico (sì proprio quello che adesso osteggia). Se n’è dimenticato?
Rimaniamo colpiti dalla demagogia e dagli attacchi personali contro il sindaco di Verbania. Gli ricordiamo inoltre l’impegno del Sindaco e di questa Amministrazione sul tema: le manifestazioni pubbliche, i consigli comunali aperti, gli incontri pubblici (ai quali Albertella si è sempre sottratto).
Bisogna pensare a come risolvere i problemi della sanità, ad incalzare la Regione Piemonte che lui sostiene per intervenire su un presente fatto di disservizi, anche per fare banali esami, e di un disastro delle prestazioni sanitarie per i cittadini del VCO. Non perder tempo a far polemiche.
Marco Magni
Segretario Circolo PD Verbania
Raffaele Allevi
Capogruppo PD Verbania
Cirio ad Omegna a pochi giorni dal voto. Sicuramente verrà anche all’assemblea sulla sanità a Verbania
Presidente Cirio presente ad Omegna a pochi giorni dal voto. Sicuramente verrà anche all’assemblea sulla sanità a Verbania
La visita di ieri del Presidente della regione Piemonte Alberto Cirio, ad Omegna e a Verbania, ci rasserena in merito alle polemiche sollevate dalla Lega pochi giorni fa, sull’iniziativa promossa dall’Amministrazione Comunale il 4 luglio sul tema sanità a Verbania.
Se il Presidente Cirio ha trovato il tempo per essere ad Omegna a pochi giorni dal voto e a Verbania per la manifestazione enogastronomica organizzata dal nostro Comune, sicuramente troverà anche un piccolo spazio per venire nuovamente a Verbania per confrontarsi con gli amministratori, i cittadini, gli operatori sui contenuti del piano da loro prospettato poche settimane fa.
Lo aspettiamo con più certezze, dopo ieri, per approfondire e capire quale eventuale organizzazione degli ospedali prospettano, la divisione dei reparti, quale emergenza per i DEA, le proposte per la sanità territoriale, gli investimenti, i tempi ecc.
Se ha trovato il tempo per esserci ad Omegna a pochi giorni dal voto, sicuramente lo troverà per il 4 luglio a Palazzo Flaim.
Marco Magni
Segretario cittadino
Raffaele Allevi
Capogruppo consiliare
Partito Democratico Verbania
Sanità: i comunicati dei circoli di Verbania e Domodossola
Continua la telenovela del nuovo assetto ospedaliero del VCO. Il Presidente Cirio (LASCIA), dopo essersi accorto della insostenibilità della proposta da LUI stesso formulata nel 2019, che ricordiamo prevedeva un solo Ospedale sede di DEA a Domodossola e un piccolo Presidio Ospedaliero di 100 posti letto a Verbania di bassa/media intensità di cura. Ora propone per il VCO due ospedali gemelli entrambi da 160 posti letto e con DEA di primo livello (RADDOPPIA).