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Bando per l’editoria locale

Segnaliamo il bando emesso dalla Regione Piemonte, Assessorato alla Cultura, in merito agli “Interventi a sostegno dell’editoria piemontese e dell’informazione locale” Capo II – Interventi per la piccola editoria per gli anni 2009 – 2010”. – L.R. 25 giugno 2008 n. 18.
UN utile bando anche per il nostro territorio Assessorato alla Cultura – Direzione DB18.01 Biblioteche – Archivi ed Istituti Culturali
Via Bertola, 34
10122 Torino – tel. 011/432 1559 – fax 011/432 3798
Assessore di riferimento: Gianni OLIVA

Bollettino Ufficiale n. 28 del 16/07/2009 – D.G.R. 13 luglio 2009, n. 25-11744

“Interventi a sostegno dell’editoria piemontese e dell’informazione locale” Capo II – Interventi per la piccola editoria per gli anni 2009 – 2010”. – L.R. 25 giugno 2008 n. 18

Linee di interventi:
Il programma degli interventi verte sui seguenti ambiti:
§ Conoscenza e studio
§ Promozione, distribuzione e diffusione
§ Interventi formativi e promozionali

INTERVENTI A REGIA REGIONALE

Rientrano in queste categorie le azioni intraprese direttamente dall’amministrazione regionale finalizzate al raggiungimento degli obiettivi strutturali previsti dalla legge.

Ambito 1) Conoscenza e studio
Ricognizione sullo stato delle attività editoriali in Piemonte e costituzione albo degli editori piemontesi

Ambito 2) Promozione, distribuzione e diffusione
1) Partecipazioni a rassegne librarie
2) Libreria del Piemonte
3) Catalogo della produzione editoriale piemontese
4) Acquisto di pubblicazioni da parte delle biblioteche civiche piemontesi
5) Promozione dell’editoria piemontese
6) Incremento dei rapporti tra l’editoria periodica e quella libraria
7) Marchio di produzione regionale

Ambito 3) Interventi formativi e promozionali
1) Giornate di studio, conferenze, seminari
2) Aggiornamento professionale

Destinatari:
Aziende editrici aventi i seguenti requisiti:
§ essere iscritte nel registro delle imprese della Regione Piemonte da almeno 2 anni che abbiano prodotto o distribuito, anche al di fuori del territorio regionale, almeno 5 titoli e non più di 500 a catalogo corrente (opere in commercio);
§ avere sede legale ed attività produttiva in un comune del Piemonte;
§ essere un editore indipendente, non appartenente ad un grande gruppo editoriale.

INTERVENTI DIRETTI

La Regione si impegna a sostenere finanziariamente, tramite l’erogazione di appositi contributi, la produzione editoriale piemontese, seconde le seguenti linee d’intervento:
1) Contributi finalizzati alla realizzazione di opere editoriali prodotte, anche in eventuale condizione, da editori piemontesi
Sono considerate ammissibili le spese di:
§ progetto grafico/editoriale;
§ i costi di impaginazione, carta, stampa e confezionamento;
§ i costi di redazione e editing;
§ i costi relativi ai compensi dovuti all’autore/autori e all’eventuale curatore
Finanziamenti:
Il contributo non potrà superare il 40% dei costi di produzione ritenuti ammissibili e comunque non potrà essere superiore alla somma di € 20.000,00

2) Contributo regionale per le traduzioni di opere realizzate da editori piemontesi
Ciascun editore avente i requisiti previsti dalla legge, può presentare richiesta di contributo per un numero massimo di 2 iniziative editoriali quale sostegno per la traduzione di una propria opera a stampa successivamente pubblicata da un editore straniero nell’anno di richiesta di contributo.
Le opere ammesse a contributo potranno contemplare qualsiasi ambito tematico e carattere (saggistica, narrativa, poesia, arte, prosa, letteratura, ecc.).

Finanziamenti:
§ € 2.000 per ogni opera avente un numero di pagine inferiore alle 150
§ € 3.000 per ogni opera avente un numero di pagine superire alle 150
Nel caso in cui il numero delle opere dovesse esaurire le risorse stanziate a tale scopo, il contributo verrà ridotto in misura proporzionale.

3) Premio annuale regionale per le riviste di particolare valore culturale
Verranno premiate le riviste che meglio hanno saputo interpretare la realtà socio/culturale ed economica del Piemonte

Finanziamenti:
I premi hanno un valore unitario di € 5.000

4) Interventi per favorire l’accessibilità alla lettura
La Regione Piemonte intende sostenere iniziative di carattere editoriale nonché di informazione e sensibilizzazione volte a favorire l’accesso ai mezzi di informazione e di divulgazione della cultura anche ai soggetti con disabilità sensoriale o comunque inerenti le capacità di lettura, come ad esempio, la dislessia.
Non sono comprese in questa voce le attrezzature o strumenti di carattere tecnologico per le quali si rimanda ai settori di specifica competenza.

Destinatari:
Aziende editrici aventi i seguenti requisiti:
§ essere iscritte nel registro delle imprese della Regione Piemonte da almeno 2 anni che abbiano prodotto o distribuito, anche al di fuori del territorio regionale, almeno 5 titoli e non più di 500 a catalogo corrente (opere in commercio);
§ avere sede legale ed attività produttiva in un comune del Piemonte;
§ essere un editore indipendente, non appartenente ad un grande gruppo editoriale.

Procedura:
Il bando ed il modulo di domanda sono scaricabili dal sito:

www.regione.piemonte.it/cultura/interventi/index.htm

La domanda compilata in ogni sua parte, deve essere spedita, in forma cartacea, ed unicamente utilizzando il modulo approvato in allegato al presente bando,

entro il 15 settembre 2009, esclusivamente per l’anno corrente.

Per l’anno 2010 i termini di presentazione delle domande di contributo sono quelli previsti dall’art. 12 della l.r. 18/2008, ossia il 31 gennaio ed il 31 luglio di ogni anno.

Riferimenti:
Segreteria tel. 011/432 1561

Assessorato alle Politiche Sociali – Direzione DB19.01 Sviluppo di politiche per la famiglia e la persona e formazione del personale socio – assistenziale
Corso Stati Uniti, 1
10128 Torino – tel. 011/432 1543 – fax 011/432 5647
Assessore di riferimento: Teresa Angela MIGLIASSO

Bollettino Ufficiale n. 28 del 16/07/2009 – D.G.R. 6 luglio 2009, n. 17-11714

Bando per la concessione di contributi a sostegno di progetti e iniziative nel settore del contrasto alla devianza e alla criminalità e a favore delle persone in esecuzione penale o ex detenuti – area adulta – anno 2009 – L.R. 1/2004

Interventi:
Verrà riconosciuta la priorità ai progetti che prevedono:
1. Interventi di orientamento all’accesso al sistema dei servizi e di diffusione di informazioni per le persone in esecuzione penale;
2. Attività formative brevi collegate al sistema della formazione professionale attraverso il sistema dei crediti, rivolte alle persone detenute;
3. Progetti mirati a favorire l’inserimento lavorativo di persone in esecuzione penale e/o mirati ad avviare attività lavorative interne agli Istituti in grado di garantire la propria autosostenibilità futura;
4. Interventi mirati a sostenere la persona inserita in un percorso di reinserimento lavorativo e per il raggiungimento di una piena autonomia;
5. Progetti rivolti a particolari fasce di popolazione in esecuzione penale: giovani adulti, (fascia d’età dai 18 ai 21 anni), stranieri, sex – offenders, persone con problemi di dipendenza, persone con disabilità;
6. Interventi di sostegno alla genitorialità delle persone in esecuzione penale e a favore delle loro famiglie;
7. Progetti rivolti alla popolazione femminile detenuta e ai bambini presenti negli Istituti penitenziari;
8. Progetti di formazione congiunta rivolti a operatori pubblici, dell’Amministrazione Penitenziaria e del privato sociale, e in particolare ai componenti dei Gruppi Operativi Locali;
9. Attività sportive rivolte a persone in esecuzione penale;
10. Iniziative culturali rivolte a persone in esecuzione penale.

Destinatari:
§ Comuni, Unioni di Comuni e Consorzi, comunità Collinari, comunità Montane, Enti Gestori delle funzioni socio assistenziali e Province della Regione Piemonte;
§ Associazioni, Enti, Agenzie Formative, Cooperative e loro Consorzi, che svolgano la loro attività sul territorio della Regione Piemonte.

Procedura:
I soggetti che intendono presentare domanda devono utilizzate l’apposita modulistica reperibile sul sito:
http://www.regione.piemonte.it/polsoc/contrasto/gol.htm
Le domande di contributo, corredate di tutta la documentazione richiesta, devono essere inoltrate esclusivamente (non saranno accettate altre forme di consegna) con raccomandata con ricevuta di ritorno alla Regione Piemonte – Direzione Politiche Sociali e Politiche per la famiglia – Settore Sviluppo di politiche per la famiglia e la persona e formazione del personale socioassistenziale – Corso Stati Uniti, 1 – 10128 Torino – entro il 14 settembre 2009

Finanziamenti:
Le iniziative promosse potranno usufruire di un contributo massimo di € 30.000,00

Referenti:
Segreteria tel. 011/432 1542 – 011/432 1543
e-mail: politichesociali.web@regione.piemonte.it

I quesiti referendari: si vota domenica 21 e lunedì22

Si vota domenica 21 (dalle 07 alle 22) e lunedì 22 giugno (dalle 07.00 alle 15.00) per i tre refeferendum sui quesiti elettorali.
Di seguito riportiamo i contenuti dei tre quesiti.
Il 1° e il 2° quesito: premio di maggioranza alla lista più votata e innalzamento della soglia di sbarramento.
Le attuali leggi elettorali di Camera e Senato prevedono un sistema proporzionale con premio di maggioranza. Tale premio è attribuito su base nazionale alla Camera dei Deputati e su base regionale al Senato. Esso è attribuito alla “singola lista” o alla “coalizione di liste” che ottiene il maggior numero di voti.
Il fatto che sia consentito alle liste di coalizzarsi per ottenere il premio ha fatto sì che, alle ultime elezioni, si siano formate due grandi coalizioni composte di numerosi partiti al proprio interno. E la frammentazione è notevolmente aumentata.
Il 1° ed il 2° quesito (valevoli rispettivamente per la Camera dei Deputati e per il Senato) si propongono l’abrogazione del collegamento tra liste e della possibilità di attribuire il premio di maggioranza alle coalizioni di liste.
In caso di esito positivo del referendum, la conseguenza è che il premio di maggioranza viene attribuito alla lista singola (e non più alla coalizione di liste) che abbia ottenuto il maggior numero di seggi.
 Un secondo effetto del referendum è il seguente: abrogando la norma sulle coalizioni verrebbero anche innalzate le soglie di sbarramento. Per ottenere rappresentanza parlamentare, cioé, le liste debbono comunque raggiungere un consenso del 4 % alla Camera e 8 % al Senato.
In sintesi: la lista più votata ottiene il premio che le assicura la maggioranza dei seggi in palio, le liste minori ottengono comunque una rappresentanza adeguata,
All’esito dell’abrogazione, resteranno comunque in vigore le norme vigenti relative all’indicazione del “capo della forza politica” (il candidato premier) ed al programma elettorale.
Gli effetti politico-istituzionali del 1° e del 2° quesito
Il sistema elettorale risultante dal referendum spingerà gli attuali soggetti politici a perseguire, sin dalla fase pre-elettorale, la costruzione di un unico raggruppamento, rendendo impraticabili soluzioni equivoche e incentivando la riaggregazione nel sistema partitico. Si potrà aprire, per l’Italia, una prospettiva tendenzialmente bipartitica. La frammentazione si ridurrà drasticamente. Non essendoci più le coalizioni scomparirà l’attuale schizofrenia tra identità collettiva della coalizione e identità dei singoli partiti nella coalizione. Con l’effetto che i partiti sono insieme il giorno delle elezioni e, dal giorno successivo, si combattono dentro la coalizione.
Sulla scheda apparirà un solo simbolo, un solo nome ed una sola lista per ciascuna aggregazione che si candidi ad ottenere il premio di maggioranza.
Le componenti politiche di ciascuna lista non potranno rivendicare un proprio diritto all’autonomia perché, di fronte agli elettori, si sono presentate come schieramento unico, una cosa sola. Nessuno potrà rivendicare la propria “quota” di consensi. E sarà molto difficile spiegare ai cittadini eventuali lacerazioni della maggioranza. Lo scioglimento del Parlamento una volta che è entrata in crisi una maggioranza votata compattamente dagli elettori potrebbe essere politicamente molto probabile.
l’eliminazione di composite e rissose coalizioni imporrà al sistema politico una sterzata esattamente opposta all’attuale. Piuttosto che l’inarrestabile frammentazione in liste e listine, minacce di scissioni e continue trattative tra i partiti, il nuovo sistema imporrà una notevole semplificazione, lasciando comunque un diritto di rappresentanza anche alle forze che non intendano correre per ottenere una maggioranza di Governo, purché abbiano un consenso significativo e superino la soglia di sbarramento.

Il 3° quesito: abrogazione delle candidature multiple e la cooptazione oligarchica della classe politica
Un terzo quesito referendario colpisce un altro aspetto di scandalo. Oggi la possibilità di candidature in più circoscrizioni (anche tutte!) dà un enorme potere al candidato eletto in più luoghi (il “plurieletto”). Questi, optando per uno dei vari seggi ottenuti, permette che i primi dei candidati “non eletti” della propria lista in quella circoscrizione gli subentrino nel seggio al quale rinunzia. Egli così, di fatto, dispone del destino degli altri candidati la cui elezione dipende dalla propria scelta. Se sceglie per sé il seggio “A” favorisce l’elezione del primo dei non eletti nella circoscrizione “B”; se sceglie il seggio “B” favorisce il primo dei non eletti nella circoscrizione “A”. Nell’attuale legislatura, questo fenomeno, di dimensioni veramente patologiche, coinvolge circa 1/3 dei parlamentari. In altri termini: 1/3 dei parlamentari sono scelti dopo le elezioni da chi già è stato eletto e diventano parlamentari per grazia ricevuta. Un esempio macroscopico di cooptazione!
E’ inevitabile che una tale disciplina induca inevitabilmente ad atteggiamenti di sudditanza e di disponibilità alla subordinazione dei cooptandi, atteggiamenti che danneggiano fortemente la dignità e la natura della funzione parlamentare. Inoltre i parlamentari subentranti (1/3, come si è detto) debbono la propria elezione non alle proprie capacità, ma alla fedeltà ad un notabile, che li premia scegliendoli per sostituirlo.
Con l’approvazione del 3° quesito la facoltà di candidature multiple verrà abrogata sia alla Camera che al Senato.

Legge 4 sul turismo altri finanziamenti dalla Regione Piemonte al Vco

imageAssegnati dalla Regione Piemonte finanziamenti per Euro 4.269.060,22 per progetti legati allo sviluppo turistico della Provincia del VCO.
"Sono finanziamenti importanti – dichiarano Aldo Reschina e Marco Travaglini – che in gran parte sono frutto di una concertazione tra la Regione Piemonte e la Provincia del Vco. Questa è la prima volta che avviene dimostrando che la Amministrazione Regionale vuole decidere assieme alla espressione del territorio.
Sono finanziamenti che ricadono anche al di fuori delle aree forti turistiche del nostro territorio a riprova del fatto che Regione Piemonte e Provincia del Vco credono che per rendere ancor più forte il turismo nella nostra Provincia occorra anche ampliare gli spazi e le opportunità di interesse nel nostro territorio.
Sono finanziamenti che in parte ricadono anche su aree turistiche forti con l’obiettivo di rafforzare anche in quelle aree l’offerta e la qualità del turismo.
In un momento di crisi occorre guardare avanti , investire risorse e cercare di rafforzarsi sui mercati turistici , è questo il senso profondo dell’impegno con cui Regione e Provincia guardano ed intervengono su una componente importante della nostra economia". (segue)
 In particolare sono stati finanzianti:

In particolare risultano finanziati:
· Euro 258.749,80 alla Provincia del Vco per interventi sulla linea Cadorna nei Comuni di Oggebbio, Trarego, Aurano;
· Euro 135.384,00 al Comune di Cannero per la realizzazione del Parco degli agrumi;
· Euro 147.386,66 al Comune di Corsolo Orasso per percorso turistico lungo la Mulattiera Borromea;
· Euro 196.110,00 al Comune di Formazza per intervento sulla pista di Fondo a Riale;
· Euro 210.702,24 alla Comunità Montana Valle Strona per percorsi in area fluviale;
· Euro 387.000,00 al Comune di Santa Maria Magiore per realizzazione campo da golf a nove buche;
· Euro 76.900,00 all’Associazione Solidarietà fraterna Onlus per ristrutturazione e ampliamento treno dei Binbi a Osso di Baceno;
· Euro 402.870,00 al Comune di Premeno per intervento sulla Villa Bernocchi;
· Euro 705.569,20 alla Opera Diocesana per la pReservazione della Fede per progetto il cortile a Verbania ex Convento Francescano;
· Euro 368.642,20 al Comune di Stresa per interventi al Lido di Carciano;
· Euro 466.800,00 al Comune di Macugnaga per interventi sul comprensorio sciistico;
· Euro 213.944,60 alla Comunità Montana Antigorio per interventi sul fondo;
· Euro 110.016,00 alla Riserva del Sacro Monte di Domodossola per completamento orto botanico;
· Euro 256.350,00 al Comune di Cesara per realizzazione centro ricettivo culturale;
· Euro 224.340,00 al Comune di Omega per interventi al Centro Lido Comunale;
· Euro 108.295,32 al Comune di Premia per interventi centro termale.

il consiglio regionale approva la legge sulle minoranze linguistiche

image Il Consiglio regionale, nella seduta del 31 marzo 2009, ha approvato la legge “Tutela, valorizzazione e promozione del patrimonio linguistico del Piemonte”, testo unificato di una serie di proposte di legge e risultato di un intenso lavoro in Commissione che ha visto il coinvolgimento di tutti i partiti di entrambi gli schieramenti politici.
Il Consigliere regionale del Partito Democratico, Marco Travaglini, relatore in aula del testo unificato, illustrando il provvedimento, sostiene che: “Il Piemonte, per evidenti ragioni connesse alla sua collocazione geografica ed alla sua storia, presenta un ricco e variegato patrimonio linguistico e, nello spirito della Costituzione italiana ed in attuazione dello Statuto regionale, questa legge mira a tutelare e a valorizzare l’originale patrimonio linguistico piemontese, nonché quello delle minoranze occitana, franco-provenzale, francese e walser, promuovendone la conoscenza. In particolare, nel Verbano-Cusio-Ossola ha diffusione la lingua walser, di ceppo germanico, la cui presenza sul territorio piemontese deriva dalle migrazioni vallesane protrattesi dal XIII al XVIII secolo e che è parlato in sei Comuni: Formazza, Baceno, Premia, Ornavasso, Macugnaga e Valstrona”. “La legge che abbiamo approvato – afferma Travaglini – prevede azioni di sostegno ad iniziative condotte da Enti Locali, istituzioni, organismi ed associazioni, eroga contributi a Comuni singoli ed associati per ricerche finalizzate all’eventuale ripristino delle proprie denominazioni storiche, promuove e sostiene indagini sulla toponomastica locale ed eroga contributi in conto capitale a fondo perduto per l’apposizione dei segnali stradali di localizzazione territoriale che utilizzino idiomi locali storicamente presenti nella zona di riferimento, in aggiunta alla denominazione nella lingua italiana ”.

“E’ prevista, inoltre – continua Travaglini – l’istituzione di un Registro regionale delle associazioni di tutela e valorizzazione dell’originale patrimonio culturale e linguistico del Piemonte, tenuto presso la Giunta regionale, l’iscrizione al quale rappresenta una condizione necessaria per accedere ai contributi regionali ed, altresì, viene creata una Consulta permanente incaricata di formulare proposte per l’individuazione dei criteri per definire la valenza regionale o locale delle iniziative di tutela e valorizzazione del patrimonio culturale e linguistico”.

“Per l’attuazione della presente legge – conclude Marco Travaglini – per l’anno finanziario in corso è autorizzata una spesa complessiva di 2.000.000 di  euro”.

Sondaggio del Sole 24 ore: bene Ravaioli e Zanotti che guadagnano consensi rispetto al 2007.

image Come ogni gennaio, da qualche anno ormai, il quotidiano “Il Sole 24 ore” pubblica un sondaggio condotto dall’autorevole Ipr marcketing che da il voto ai governatori delle Regioni, ai Presidenti delle province e ai sindaci delle città capoluogo rispetto al loro operato dell’anno precedente.
Ebbene, leggendo i risultati possiamo dire che, per quanto riguarda le realtà locale, il gradimento nei confronti del Presidente della Provincia Paolo Ravaioli e del sindaco di Verbania Claudio Zanotti è più che soddisfacente.
Claudio Zanotti si è classificato alla 34a posizione con un gradimento del 56%, più 3% rispetto al 2007 (eletto con il 51.1%).
Paolo Ravaioli si classifica al 55° posto con un gradimento del 54.3 %, più 0,3% rispetto allo scorso anno (eletto con il 51.3 %).
Entrambi i casi testimoniano il buon lavoro che queste due amministrazioni stanno facendo sul territorio e come questo sia riconosciuto dai loro concittadini.
Ultima nota riguarda la Presidente Mercedes Bresso anche lei premiata da questo rilevamento. La sua posizione in classifica è al 7° posto con un incremento di gradimento del 2%, 53,5% contro il 51,3 del 2007, eletta nel 2005 con il 50.9% dei voti. PD Ufficio Stampa

SEI AZIONI DI GOVERNO PER LA MONTAGNA

image Dopo tanto clamore attorno alle comunità montane, soprattutto sul piano nazionale, ora sembra che stia calando nuovamente un sipario di silenzio sui problemi e le aspettative delle "terre alte". Eppure servirebbero delle scelte – soprattutto a livello nazionale – per promuovere almeno sei azioni. Eccole, in sintesi..
1) Sostegno all’agricoltura di montagna e alle pluriattività rurali. l’agricoltore montano svolge una funzione di carattere generale, perché la sua attività preserva l’ambiente e tutela la tenuta idrogeologica dei versanti. Esso deve perciò essere sostenuto sia con norme che ne agevolino la pluriattività aziendale sia con la sburocratizzazione di molte procedure connesse alla loro attività. In tale contesto idonee misure devono essere previste per le cooperative di produzione agricola e di lavoro agricolo-forestale che abbiano sede e che esercitino prevalentemente le loro attività nei comuni montani.2) Eliminazione dei vincoli burocratici per l’impiego delle risorse naturali montane. Troppo spesso imprese che intendono lavorare in montagna e sfruttarne in maniera sostenibile le sue risorse incappano in assurde trafile burocratiche che aumentano a dismisura costi e tempi per avviare imprese e investimenti. Occorre un disboscamento normativo e legislativo e la definizione di procedure e tempi certi e fissati per il rilascio delle autorizzazioni connesse con le attività produttive ed edilizie.
3) Incentivazione del turismo montano. Occorre semplificare i livelli amministrativi di promozione del turismo montano, destinare risorse a sostegno dell’ammodernamento delle strutture ricettive, dei rifugi e della sentieristica. Il Piemonte si sta muovendo bene con il piano strategico per il turismo montano ed una serie di leggi – a partire da quella della sicurezza sulle piste da sci ed a sostegno all’innevamento programmato – in grado di rafforzare l’offerta.
4) Valorizzazione del patrimonio forestale e dei terreni incolti a fini produttivi. Il nostro è un paese “ricco di boschi poveri” e per questo è costretto ad importare dall’estero il legname per la propria industria del legno. Occorre ribaltare il concetto, anzitutto impiegando al meglio i fondi già stanziati dal governo per il Piano Nazionale della Forestazione, e da qui avviare una fortissima valorizzazione del nostro patrimonio forestale anche ai fini dell’applicazione del protocollo di Kyoto, valorizzando al contempo i terreni montani incolti sottraendoli alla loro parcellizzazione per farli diventare produttivi sotto il profilo economico. La legge forestale che sta per essere varata in Piemonte va in questa direzione.
5) Protezione civile e dissesto idrogeologico. Occorre sostenere e potenziare le attività di protezione civile nel territorio montano, anche attraverso la formazione e la messa in rete del mondo del volontariato, e realizzare a livello statale un “piano straordinario di manutenzione ordinaria dei versanti montani” per prevenire le cause di dissesto idrogeologico che comportano danni e costi all’intera collettività nazionale.
6) Riforma del Fondo Nazionale per la Montagna. Le risorse finanziarie che lo Stato destina alla montagna – sempre più esigue –  seguono un percorso centralista ormai inadeguato. Occorre riformare questo meccanismo, legando l’alimentazione del Fondo alle disponibilità fiscali derivanti dallo sfruttamento delle risorse montane e applicando criteri federalisti di ripartizione degli stanziamenti, introducendo criteri di premialità per le amministrazioni in grado di realizzare progetti innovativi, efficienti e di qualità.
Marco Travaglini, consigliere regionale PD