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Giovani e politica: incontro a Verbania venerdì 19 giugno

giovaniContinua la rassegna di incontri legata alla campagna del circolo PD “A Verbania facciamo il punto. Anzi 6” che arriva così al suo terzo appuntamento.
Venerdì 19 giugno alle 20.45 presso la Biblioteca Civica a Verbania parleremo di giovani e politica, di partecipazione nei partiti e problematiche. Interverranno:
l’On. Davide Mattiello (Deputato PD);
il Dott. Riccardo Grassi (Sociologo);
Alessandro Rondinelli (membro segreteria PD di Omegna).
Modererà la serata il segretario del PD di Verbania, Riccardo Brezza.
Vi aspettiamo tutti, venerdì 19 giugno alle ore 20.45 presso la Biblioteca Civica Pietro Ceretti di Verbania in Via Vittorio Veneto 138.
Cordiali saluti
La Segreteria PD Verbania

Tesseramento PD 2015

tessera pd 2015Cari democratici,
vi scrivo per invitarvi a rinnovare la tessera 2015 al Partito DemocraticoPer farlo potete rivolgervi ai  democratici del Circolo Pd del vostro territorio, a partire dai  Segretari di Circolo.
La campagna di tesseramento si avvale di un nuovo modello di tessera che conterrà un codice unico per ogni singolo iscritto e che sarà valido per sempre. E’ un importante innovazione dal punto di vista tecnologico, che permette di migliorare gli strumenti di partecipazione consentendo di rafforzare il rapporto con gli iscritti al nostro partito.
 Per qualsiasi informazione potete telefonare allo 0323 401272 nei seguenti orari:
– dal lunedì al venerdì dalle ore 14.00 alle 17.50, 
-mercoledì, anche la mattina dalle ore 08.40 alle 12.30. 
 Vi aspettiamo per il rinnovo, cordiali saluti
Antonella Trapani 
Segretario provinciale

Codice del Vino ed aree interne: incontro lunedì 1 giugno a Domodossola

vini ossolaCodice del Vino ed aree interne: per il rilancio della viticoltura ossolana.
Questo il titolo di un importante convegno organizzato dall’On. Enrico Borghi in collaborazione con l’Associazione Produttori Agricoli Ossolani per lunedì 1 Giugno alle ore 20.30 a Domodossola presso la sede dell’Unione dei Comuni (via Giuseppe Romita 13).
Al centro della discussione il rilancio della viticoltura ossolana attraverso le importanti prospettive aperte dal ricoscimento dell’Ossola all’interno del Programma Aree Interne e da quanto previsto dal Codice del Vino, in queste settimane in discussione alla Camera dei Deputati.
A discuterne saranno l’On. Massimo Fiorio (Commissione Agricoltura della Camera, nonché relatore del provvedimento), l’On. Enrico Borghi (Commissione Ambiente), Aldo Reschigna
(Vicepresidente Regione Piemonte) e Giorgio Ferrero (Assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte).
Interverranno ai lavori anche il Presidente dell’Unione dei Comuni Marzio Bartolucci, il Presidente dell’Associazione dei Produttori Agricoli Ossolani Pier Franco Midali e il Presidente della Provincia
Stefano Costa.

Europa al bivio: incontro pubblico ad Omegna

Mercedes Bresso
Mercedes Bresso

Europa al bivio: immigrazione, crisi ucraina e polveriera mediorientale.
E’ questo il titolo dell’incontro pubblico sul tema del ruolo dell”Europa al bivio tra protagonismo e subalternità.
Incontro che si svolgerà venerdì 22 maggio alle ore 21.oo, presso Villa Liberty (area Forum) ad Omegna.
Partecipa l’europarlamentare del PD Mercedes Bresso.
Organizza il circolo PD di Omegna/Cusio

Dopo l’Italicum, il Pd e la sinistra

Marco Travaglini
Marco Travaglini

Viviamo un periodo difficile per tutti, certamente di più per chi ha scelto di non votare la fiducia al governo sulla legge elettorale.
Non si tratta della “sinistra masochista”, espressione che lascia il tempo che trova e che qualifica ( non bene) chi l’ha pronunciata. Semmai si tratta di donne e uomini che  vogliono dare una mano per un coraggio maggiore nel fare leggi buone, dare un senso al cambiamento del paese e affrontare le tante emergenze davanti a noi. A cominciare dalla tragedia del Mediterraneo.
Persino l’Europa con il presidente della Commissione, Juncker, ha dichiarato che sospendere Mare Nostrum è stato un errore. Si potrebbe dire che è un riconoscimento tardivo e non restituirà la vita a qualche migliaio di donne e uomini disperati.
C’è il Mediterraneo, cimitero a cielo aperto, ma ci sono anche i problemi di milioni di famiglie che non reggono l’urto della crisi. I dati dell’economia reale non spingono all’ottimismo e questo rende ancora più urgente il varo di un provvedimento mirato contro la povertà e per una integrazione al reddito di chi è rimasto più solo e più indietro.
In questi giorni  c’è anche l’emergenza scuola con una riforma che va discussa e rivista in tante sue parti. Ma è chiaro che il voto sull’Italicum ha lasciato delle ferite ed è giusto tornarci sopra. La minoranza del Pd ha sempre detto che le riforme andavano fatte e nei tempi previsti.
Fino dal giorno successivo al “patto del Nazareno” si è sostenuto che era giusto cercare l’accordo con una parte almeno delle opposizioni (quella disponibile) e che però quell’accordo non poteva impedire al Parlamento di discutere e migliorare le riforme anche come garanzia di una condivisione larga delle scelte che si andavano a fare.
Purtroppo, e per mesi, la risposta è stata che nulla di quelle riforme (della Costituzione e della legge elettorale) si poteva cambiare senza un accordo preventivo con Berlusconi. Il risultato è stato che il Parlamento ha finito col ratificare, passo dopo passo, decisioni e scelte assunte altrove.
Questo fino alla rottura del patto con Forza Italia quando abbiamo pensato che fosse finalmente possibile trovare i contrappesi dovuti per una riforma destinata a cambiare la nostra forma di governo con uno slittamento del potere legislativo dal Parlamento all’Esecutivo. Invece, ancora una volta si è risposto che nulla si poteva modificare e che la legge elettorale andava approvata com’era.
Sino all’ultimo dalla minoranza è venuta una dimostrazione di lealtà, fino al punto di aver garantito il numero legale nell’Aula della Camera la notte in cui tutte le opposizioni hanno abbandonato i lavori sulla riforma costituzionale. In quelle ore la minoranza ha rispettato con rigore la disciplina del gruppo respingendo anche gli emendamenti che si condividevano.
Poi, nelle settimane successive, c’è stato chi, come Gianni Cuperlo e tanti altri, si sono sgolati nel provare a trovare il giusto equilibrio correggendo la riforma del Senato dal momento che ad oggi non siamo in presenza né di una vera Camera delle garanzie e neppure di una coerente Camera delle autonomie.
Modificando la riforma costituzionale, si sosteneva, era possibile compensare i limiti e le storture dell’Italicum (che a quel punto si sarebbe potuto votare senza modifiche come richiesto dal premier). Si sarebbe ottenuto in un colpo solo di migliorare le riforme, unire il Pd e allargare lo schieramento a favore della nuova Costituzione e della legge elettorale.
Si è fatta la scelta opposta: mettere la fiducia sull’Italicum nonostante lo strappo istituzionale che questa scelta comporta e approvare la nuova legge fondamentale della rappresentanza con i soli voti della maggioranza di governo, neppure a ranghi completi e con un dissenso dentro il Pd.
E’ legittimo continuare a chiedere il perché. Perché si è voluto questo sbrego della prassi? Perché si è scelto di ridurre il campo delle forze a sostegno delle riforme? Non siamo sempre stati noi (il Pd e Renzi per primo) a dire che le regole si scrivono assieme? Non aver partecipato al voto di fiducia è stata la risposta che in 38 deputati hanno dato a questo strappo. Sono pochi? Sono molti? Ciascuno può e deve giudicare, magari chiedendosi cosa avrebbe fatto al loro posto ( per quanto mi riguarda, avrei fatto esattamente come loro).
Poche certezze e molti dubbi sono legittimi, tanto più in un passaggio così complesso e carico di significato. Però tutti – anche la maggioranza che oggi guida il Pd – forse dovrebbero chiedersi cosa vuol dire la scelta di non partecipare al voto da parte di persone che appartengono a generazioni e storie diverse. Cosa significa votare contro le scelte, ritenute sbagliate, della propria parte.
Qual è lo strappo? Quello di chi reagisce a una decisione (la fiducia) ingiustificabile anche perché non c’era da parte delle opposizioni alcuna volontà di usare le armi dell’ostruzionismo? O quello di chi ha sottratto al Parlamento il diritto di discutere ed eventualmente emendare una legge che secondo molti conserva ancora gravi limiti? Alcune volte dire dei No costa più di un Sì. Ma è necessario, per non scadere nell’ipocrisia. E adesso? Si rimane nel Pd? Si guarda altrove?
La prima risposta, da parte dei più,  è che si resta nel Pd. Questo è il nostro partito e anche se oggi non è ciò che abbiamo pensato e che avremmo voluto. Dunque, in molti sceglieranno di continuare a battersi dentro. Ma anche quelli che hanno fatto o faranno la scelta di lasciare, meritano rispetto.
Per questo è giusto discutere su cosa rischiamo di diventare e su come correggere un profilo e uno stile che ci stanno allontanando da tante e tanti che non capiscono più il senso di una forza dove nessuno si agita se una parte degli iscritti e dei militanti se ne va e pochi si interrogano se alle primarie di Agrigento vince un esponente vicino a Forza Italia, se si fanno alleanze in Campania con personaggi dubbi per poi dire che sono “impresentabili”.
Avere diverse idee è una ricchezza e circondarsi di “fedeli” non è mai una buona scelta. Per questo molti sono ancora in campo. Al governo e al Pd la richiesta è non solo di “dire” ma di “fare” delle cose giuste: per i profughi in mare, i poveri senza rispetto, chi lavora senza diritti e chi un lavoro lo cerca senza garanzie. Si chiede al governo più coraggio sui diritti civili, per le donne e sulla qualità della democrazia.
E’ difficile, molto difficile ma, per chi se la sente, è ancora possibile ( necessario lo è sempre stato) lavorare per tutto questo sapendo che un Pd dove la sinistra, i suoi valori e principi, non sia di casa, semplicemente non sarebbe più il Pd.

Marco Travaglini

Y: La città dei laghi e le politiche urbanistiche europee

verbaniaContinua la rassegna di incontri legata alla campagna del circolo PD “A Verbania facciamo il punto. Anzi 6”
Il tema della prossima serata, lunedì 18 maggio alle ore 20.45 (presso la Società Operaia di Intra – Via De Bonis 36), sarà l’urbanistica come strumento per il rilancio del “fronte lago”.
Analisi di politiche urbanistiche europee calate nel nostro territorio, progettate su una visione intercomunale. Un’intera città, a forma di Y, dal Verbano al Cusio: la Città dei laghi.
Interverranno:
– Prof. Giuseppe Grieco, ex vicesindaco di Verbania e membro segreteria PD.
– Ing.re Stefano Rondo, esperto di progettazione sostenibile e smart city.
– Ing.re Pietro Agnelli, responsabile di un progetto di rigenerazione urbana nel quartiere di Lambrate.
Modererà la serata il capogruppo PD Verbania Davide Lo Duca. Durante la serata interverranno il Sindaco Silvia Marchionini e il segretario del PD Riccardo Brezza.
Vi aspettiamo lunedì 18 maggio alle 20.45 presso la Società Operaia di Verbania-Intra in Via De Bonis 36.