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PERMESSI DI LAVORO DEI FRONTALIERI: BORGHI,INTERROGAZIONE AL MINISTRO DEGLI ESTERI

frontalieri-frecciaL’On. Enrico Borghi ha presentato questo pomeriggio una interrogazione parlamentare al Ministro degli Esteri Paolo Gentiloni per fare chiarezza sulla situazione legata al rinnovo dei permessi di lavoro e di dimora in territorio elvetico dei cittadini italiani.
Da aprile, infatti, è stato introdotto l’obbligo di presentare, contestualmente alla richiesta di rilascio o di rinnovo del permesso, il certificato penale del casellario giudiziario.
Nelle ultime settimane le autorità elvetiche hanno richiesto anche il certificato dei carichi pendenti, una procedura gravosa per i lavoratori frontalieri e per i cittadini italiani che per vari motivi dimorano in territorio svizzero.
“Ho investito direttamente il Ministro Gentiloni affinchè il Governo possa intervenire in questa situazione che appare un ingiustificato accanimento nei confronti dei cittadini e lavoratori frontalieri
italiani – commenta il parlamentare del Partito Democratico – in particolare ho chiesto che venga fatta una verifica formale se tali procedure siano conformi con quanto previsto dai trattati vigenti tra i nostri due Paesi”
“Visto l’atteggiamento ostile tenuto negli ultimi anni nei confronti dei nostri concittadini che lavorano in Svizzera – continua Borghi – non vorrei che questo evento sia l’ennesimo tentativo di complicare la vita ai nostri onesti lavoratori che, occorre sottolinearlo e ribadirlo con forza, negli anni non hanno mai creato nessun tipo di problema che possa giustificare un accanimento tale nei loro confronti”
“Sono sicuro che il Ministro Gentiloni – conclude il parlamentare ossolano – saprà intervenire direttamente nei confronti delle autorità elvetiche affinchè tali spiacevoli episodi possano non verificarsi più”

25 Aprile: ricordare la storia per costruire il futuro

repubblica ossola resistenzaPer ricordare, domani, il 70° anniversario della Liberazione, a Verbania la commemorazione ufficiale sarà tenuta dal sindaco, Silvia Marchionini. Interverrà alla cerimonia davanti al monumento ai caduti sul lungolago di Intra al termine del corteo che partirà dalla basilica di San Vittore. Alle 15, visita guidata al Parco della memoria e della pace di Fondotoce. Stasera alle 21 fiaccolata da piazza Cavour al vecchio imbarcadero, poi spettacolo del Coro Volante Cucciolo.
A Omegna l’appuntamento è alle 9,45 in piazza Beltrami per il corteo verso piazza Martiri: qui parlerà Michele Beltrami, figlio del capitano Filippo Beltrami, uno dei capi carismatici della Resistenza. Oggi alle 21 in biblioteca verrà inaugurata una sezione dedicata alla Resistenza.
Sarà l’assessore regionale ai Trasporti, Francesco Balocco, a intervenire a Domodossola dove alle 10,30 in piazza Matteotti verrà reso omaggio ai caduti.
Alle 14,30 a Varzo, sul piazzale della stazione, lo storico Pierantonio Ragozza ricostruirà gli avvenimenti che portarono al salvataggio della Galleria del Sempione che i tedeschi volevano far saltare. Sono previste testimonianze di ex-partigiani.
Interverrà il vicepresidente della Regione, Aldo Reschigna. Al cimitero di Cannero Riviera alle 11,30 sarà ricordato il capitano Nico Lazzaro, comandante partigiano che guidò la liberazione di Cannobio e fu ucciso dai tedeschi, quando ormai la guerra stava per finire, mentre era di ritorno da una visita alla madre.
Tra le diverse iniziative promosse dall’Anpi alle 15,30 è in programma, nella sala comunale «Pietro Carmine», lo spettacolo narrativo-musicale della Brigata Puglisi «La Repubblica dell’utopia». Dalle 14,30 è aperta la mostra «Le donne della Resistenza» allestita nella casa parrocchiale. Sempre da Cannero parte la mostra itinerante «Alto Verbano Culla della Libertà». Questa sera alle 21 nella sala «Pietro Carmine» spettacolo di «Musica resistente» a cura dei Folkamiseria.

Da La Stampa di oggi

 

Specificità montana: il consigliere del centro destra Pizzi è rimasto “indietro”.

Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO
Antonella Trapani, segretario provinciale PD VCO

Dopo l’incontro con il Governatore Chiamparino a Villadossola, sono seguiti commenti di alcuni esponenti della destra locale mirati a far “breccia” nei cuori della gente che non segue abitualmente la politica locale.
I più irritati sono stati alcuni ex assessori provinciali.  Oggi sono sulla cattedra a emettere sentenze e giudizi sul modo di operare degli amministratori regionali, dimenticandosi che fino a qualche mese fa sono stati loro ad amministrare la Provincia e, i loro partiti, la Regione.
E che cosa hanno fatto? Nulla, o meglio, le cose fatte sono aver mandato un ente come la Provincia del Vco in fase di predissesto, mettendo a bilancio soldi che l’amministrazione regionale della Lega Nord aveva promesso solo a parole e che ha erogato solo per un anno.
Per non restare escluso oggi è stata la volta del consigliere provinciale, Lucio Pizzi, anche lui già assessore del medesimo ente che accusa Chiamparino e il PD di incoerenza.  (cliccare qui per dichiarazioni Pizzi)

Innanzitutto e con un po’ di ironia, comunichiamo al consigliere Pizzi che l’intervista messa in onda domenica sera dalla trasmissione Report, era stata rilasciata da Sergio Chiamparino oltre 4 mesi fa, mentre sono atti concreti e pubblici quelli votati, nelle ultime settimane, dalla giunta e dalla commissione che hanno individuato il Verbano Cusio Ossola come provincia interamente montana.
Un atto che la precedente giunta non riuscì o non volle fare, ma che Pizzi e tutta la compagine al seguito, ha sempre nascosto e difeso, loro sì prendendo in giro i cittadini.
Invitiamo Pizzi a leggersi bene anche  la legge n. 56/2014, la cosiddetta Del Rio, che ha riconosciuto al Vco lo status di area vasta montana. Risultato non riuscito nonostante i proclami dei politici di destra del Vco che per anni hanno rivestito incarichi importanti in tutti i livelli istituzionali.
Basti ricordare che il centro destra ha avuto tre parlamentari e tre consiglieri regionali tra il 2010 e il 2013, senza ottenere nulla di tutto ciò, solo fumo e parole al vento.
Eppure oggi, pur di prendere qualche titolo sul giornale, il consigliere Pizzi attacca l’on. Borghi, il vicepresidente Reschigna, il presidente Costa e il PD. Certo che di coraggio ce ne vuole!
Il progetto di riordino della Regione Piemonte avrà come obiettivo quello di costruire un sistema degli enti locali capace di affrontare le sfide del futuro, per questo oltre a funzioni che la nostra area avrà in più, ci saranno funzioni che saranno gestite come quadrante. Sarà la provincia stessa insieme alla Regione a stabilire quali funzioni saranno prerogativa del Vco e quali invece saranno gestite con Novara, Vercelli e Biella.
Come già affermato il Partito Democratico si prende la responsabilità delle decisioni che nei vari livelli di governo si prenderanno per riformare un sistema che negli anni ha creato molte disfunzioni e inefficienze allo scopo di avere un sistema efficiente ed efficace.
Responsabilità che in questi anni nessuno si è mai assunto, nella speranza che le cose si risolvessero da sole.
E’ finito il tempo dei rinvii, delle difese localistiche di ogni cosa, ogni ufficio salvo poi criticare gli sprechi di denaro dei vicini di casa.
Lucio Pizzi oggi si fa paladino non dei cittadini, ma della difesa dello status quo di quelli che non vogliono cambiare nulla in coerenza con la linea politica di questi anni del centro destra e del più cieco conservatorismo.

Antonella Trapani
Segretario provinciale PD

M20 il codice per sostenere il Pd nella dichiarazione dei redditi

“M20 colpito e affondato finanziamento pubblico! Ecco il codice 2×1000 per sostenere @pdnetwork. Scrivilo in dichiarazione non ti costa nulla”.
Così, il tesoriere del PD Francesco Bonifazi ha comunicato su twitter il codice necessario a destinare, in forma volontaria e trasparente, il 2×1000 della dichiarazione dei redditi al PD.
Infatti con l’abolizione del finanziamento pubblico ora la possibilità di sostenere i partiti è affidata alla scelta dei singoli cittadini.
Ovviamente (come per il 5 e l’8 per mille) non ha un costo per i cittadini.
Invitiamo tutti gli iscritti e i simpatizzanti, nel momento della compilazione della dichiarazione dei redditi, a compiere un gesto per aiutare il PD a costruire le politiche per cambiare questo paese, scrivendo il codice M20 nell’apposito spazio presente sui moduli della dichiarazione.

E’ legge la specificità monta del VCO

Aldo Reschigna
Aldo Reschigna

E’ legge la specificità montana del VCO. Oggi la Commissione regionale l’ha varata in sede legislativa. “E’ un passo molto importante”, commenta Aldo Reschigna.
Oggi la Prima Commissione regionale ha approvato in sede legislativa la legge che riconosce la specificità montana della Provincia del VCO, “in considerazione del suo territorio interamente montano e confinante con paesi stranieri”.
Con questo atto la Regione riconosce alla Provincia del VCO forme
particolari di autonomia che verranno definite nell’ambito della legge regionale che riordina funzioni e competenze delle Province e della Città metropolitana, in discussione nelle prossime settimane.
E’ un passo molto importante”, commenta il vicepresidente Aldo Reschigna, “che consegna al VCO opportunità interessanti, a partire dalla gestione del personale attuale, e nuove forme di autonomia che aiuteranno lo sviluppo delle sue potenzialità socio-economiche”.

Torino, 16 aprile 2015

La legge elettorale e noi

Marco Travaglini
Marco Travaglini

L’assemblea del gruppo Pd alla Camera ha approvato all’unanimità la linea del premier Matteo Renzisulla legge elettorale: avanti senza modifiche al testo.
Al momento del voto arrivato nella notte però, la minoranza non ha partecipato: su 310 componenti del gruppo, i sì sono stati 190. Il capogruppo alla Camera, Roberto Speranza, esprimendo le ragioni del dissenso, ha rimesso il suo mandato. Gianni Cuperlo a quel punto ha proposto una sospensione della riunione, proposta che è stata messa ai voti e bocciata a maggioranza. Ora, dopo il 25 aprile, si andrà in aula.
Credo sia opportuno fare alcune considerazioni. E’ vero che questa legge elettorale recepisce alcune richieste avanzate dalla minoranza oltre un anno fa. E  nessuno nega che una legeg elettorale vada approvata, e in fretta. Restano aperte però due questioni che non sono di lana caprina, più volte richiamate nella loro criticità anche da autorevoli giuristi e costituzionalisti di diverso orientamento.
Da un lato il fatto che avremo un Parlamento (tra Camera e Senato) composto per la maggioranza di “nominati” venendo meno a una delle raccomandazioni della Corte Costituzionale nella sentenza con cui ha bocciato il Porcellum.
Dall’altro l’assenza di apparentamento al ballottaggio che rischia concretamente di assegnare un premio di maggioranza smisurato e tale da invalidare il principio della rappresentatività (e anche su questo la Consulta ha speso parole chiare). Per fare un esempio, una forza che va al ballottaggio col 20% dei voti al primo turno potrebbe vincere il secondo turno e ottenere 35 punti di premio (in seggi), cosa che – come dicono esperti e studiosi – non esiste in alcuna democrazia.
Esistono anche altri aspetti critici ma basterebbe correggere queste due cose (aumentando il numero dei collegi e consentendo l’apparentamento) per ottenere questi risultati: si miglioreremmo la legge, allargheremmo il campo di forze che in Parlamento si schiererebbe a suo sostegno (coinvolgendo anche alcuni gruppi dell’opposizione), uniremmo tutto il Pd che oggi è diviso e accelereremmo il percorso delle altre riforme (superamento del bicameralismo e riforma del Titolo V).
L’alternativa qual è? Votare questa legge senza ritocco alcuno e praticamente da soli? Cioè con la sola maggioranza di governo (e neppure a ranghi completi), un dissenso evidente nel Pd e tutte (sottolineo, tutte) le opposizioni su una frontiera di critica aspra per il merito e il metodo. Ci conviene? Conviene al clima e alla qualità della nostra democrazia?

Si sente ripetere che toccare il testo attuale equivale a istradarlo su un binario morto. Ma perché mai? Si capirebbe questo argomento se le elezioni fossero alle porte, ma la legislatura scade nel 2018 e noi potremmo approvare la legge elettorale definitivamente entro alcuni mesi.
Accelerare e chiudere la pratica qui e ora (magari ponendo la questione di fiducia) sarebbe il contrario di ciò che abbiamo sempre detto, come Pd: che le regole si scrivono assieme e poi ci si divide sulla politica. In questo caso, invece, produrremmo una ferita destinata a durare nel tempo con l’effetto di avvelenare il clima dentro e fuori il Parlamento e di attivare nei partiti di opposizione uno spirito di rivalsa teso unicamente a “restituire” la forzatura alla prima occasione utile.
Si sprecano anche gli appelli alla disciplina di gruppo e di partito, ma perché contrapporre quel principio (che, per inciso, dovrebbe valere sempre e per tutti: per dire anche quando la maggioranza dell’epoca decise di votare Franco Marini presidente della Repubblica. O no?) alla necessità di discutere sino all’ultimo le regole fondamentali della rappresentanza, della Costituzione, della competizione per il governo, dei pesi e contrappesi fondamentali in una democrazia matura?
In modo serio c’è chi ha provato e sta provando a fare questo. E’ giusto? E’ sbagliato? Quello di cui sono convinto è che sia il modo più giusto e onesto per aiutare il partito a fare delle buone scelte. Se non sarà possibile bisognerà prenderne atto e ognuno si assumerà le sue responsabilità. Questi, amici e compagni, sono i fatti. Il resto sono solo parole.

Marco Travaglini

Sinistradem Piemonte