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Rischio dissesto VCO. Paolo Furia: “Non dimentichiamoci delle province”

Non ci sarà il dissesto in Provincia di Verbania, ma la situazione delle province richiede ben altra attenzione nonché interventi di carattere strutturale che abbiano l’obiettivo di sanare anni e anni di tagli.
I tagli sono iniziati con il Governo Berlusconi, di cui la Lega era socio di maggioranza. Una delle cose che possono essere fatte per alleviare la situazione è consentire di spalmare i debiti degli enti con cassa depositi e prestiti. Una cosa che il Governo Gentiloni ha fatto ma che adesso non è stata fatta da Lega e 5stelle. Si aggiunga che le risorse stanziate nell’ultima Legge di Stabilità, circa 250 milioni di euro sono meno di quanto è costato al governo Gentiloni rinunciare ai tagli previsti per l’anno precedente. In ogni caso, risorse ampliamente insufficienti, a mettere in sicurezza le situazioni degli enti.
Il Disegno della legislatura precedente era di abolire le province riassegnando le loro preziose funzioni ( strade provinciali, edifici scolastici) ad altri enti. Il fallimento del Referendum 2016 ci consegna un quadro in cui le province non sono state abolite. Quali sono le idee del Governo per valorizzarle e per dare dignità a quei tanti presidenti della provincia e consiglieri provinciali pro tempore che offrono il loro tempo per svolgere il loro incarico?

Paolo Furia, Segretario regionale PD Piemonte

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Paolo Furia

Provincia: ora si lavori tutti insieme per far intervenire il Governo!

A seguito dell’assemblea dei sindaci riunitasi presso il Tecnoparco non possiamo che essere soddisfatti rispetto alla decisione della maggioranza di Lincio di non procedere più verso la strada del dissesto, come invece precedentemente annunciato.
Abbiamo ascoltato dal Presidente, e dal suo consigliere delegato Albertella, cifre molto diverse riguardanti i debiti dell’ente, rispetto alla cifre fatte circolare nelle scorse settimane, che tanto hanno allarmato il territorio e le imprese.Consigliamo quindi maggior prudenza e una più alta capacità di gestire le situazioni, anche complesse e difficili come è effettivamente amministrare la Provincia.
La nostra maggioranza in 4 anni è stata molte volte vicino a scelte drastiche, ma hanno sempre prevalso, soprattutto nella comunicazione esterna, senso della misura e della responsabilità.L’esito dell’incontro di ieri è positivo dal punto di vista delle imprese che, grazie ai trasferimenti di cassa della Regione, potranno incassare parte delle fatture dovute.
Rimane  ancora gravoso il lavoro di analisi dei bilanci da parte di Provincia e Regione e ribadiamo la nostra disponibilità a partecipare alla cabina di regia che si sta occupando di gestire questa analisi. Ad oggi il Presidente Lincio non ci ha ancora invitati. 
Sullo sfondo di questa complessa situazione tornano sempre le responsabilità di chi ha amministrato l’ente dal 2009 al 2014, con i “famosi” 12 milioni di canoni idrici mai messi a bilancio dalla Regione e invece inseriti e spesi dalla Provincia (nel 2012-2013-2014).
Aldilà di questo è stato importante il rinnovato impegno di ieri da parte del Vicepresidente Reschigna che ha confermato la volontà della Regione di stare al fianco della Provincia del Verbano-Cusio-Ossola.
L’impegno del governo invece tarda ad arrivare, latita. Un po’ come il senatore Montani che abbiamo visto molto impegnato a fare polemiche sui giornali nelle scorse settimane, ma che invece ora, nella fase in cui occorrerebbe risolvere i problemi con interventi pragmatici, vediamo assente sia alle riunioni che nel dibattito pubblico.
In conclusione facciamo nostre le richieste dell’on.Borghi verso il Governo, che ribadirà con un’interpellanza il prossimo venerdì a Montecitorio:
1) serve la proroga della moratoria sui mutui, fatta per 4 anni dai governi di centrosinistra e inspiegabilmente azzerata dal governo del cambiamento;
2) serve istituire un fondo per le province in pre-dissesto, che l’Unione Province Italiane ha stimato in 30 milioni (una inezia per lo Stato) evitando che esse cadano in dissesto;
3) serve una misura che consenta alla provincia di tornare ad avere entrate proprie (IPT e RCAuto)
4) serve ridare alla provincia i 2 milioni di trasferimenti che il D.L. 66 aveva tagliato e che con il 2019 dovevano venir meno.

Il Gruppo Consiliare“Progetto VCO”
Gianni Morandi, Riccardo Brezza, Silvia Tipaldi, Fabio Pizzicoli, Flavia Filippi

Tecnoparco

Irresponsabile il dissesto in Provincia dopo 15 giorni di governo del centro destra.

<E’ d’obbligo un senso di responsabilità nei confronti dei cittadini del VCO, delle imprese creditrici, dei dipendenti dell’ente>.
Così il segretario provinciale del PD Pino Grieco ai nostri microfoni nel corso di una conferenza stampa convocata (sabato 12 gennaio 2019) a Verbania sul dissesto della Provincia del VCO. <E’ stato difficile anche per Stefano Costa governare in questi anni ma arrivare al dissesto 15 giorni dopo l’insediamento della nuova amministrazione a noi sembra un pò irresponsabile> conclude Grieco.
C’era anche l’ex presidente Stefano Costa che sugli incerti numeri del dissesto (si è parlato prima di 32 e poi di circa 50 milioni di euro) afferma: < E’ un problema di lettura, ma la verità è una sola: l’unico debito effettivo riscontrabile già dal 2014 perché relativo agli anni 2012,2013 e 2014 di presidenza Nobili è quello dei canoni demaniali mai previsti in uscita in Regione ma spesi dalla Provincia>.

Nomina di Spadone a vicepresidente della Provincia del VCO: ecco il primo mirabolante risultato del Referendum pro Lombardia

L’avevamo scritto, e il tempo ci sta dando -ahimè- ragione: il Referendum per la Lombardia, costato QUATTROCENTOMILA euro ai contribuenti del Vco, è stata solamente una operazione di potere interna al centro-destra.
Il primo mirabolante risultato non è tardato ad arrivare: la nomina a Vicepresidente della Provincia targata Arturo Lincio a Luigi Spadone, indefesso promotore del Comitato per il Sì al Referendum. 
Una operazione di potere dai contorni molto chiari, che ha visto sacrificare per le stesse logiche di partito la candidatura a Presidente della Provincia del Sindaco di Premosello Giuseppe Monti, reo di esprimere quella libertà di pensiero e di voto sul Referendum che alcuni partiti hanno applicato, altri solamente sbandierato per non correre il rischio di intestarsi una sconfitta.
Vecchia politica, insomma.

La sEGRETERIA

Partito Democratico
Coordinamento provinciale VCO

Assemblea Provinciale PD: referendum sul passaggio alla Lombardia demagogico e strumentale

Pubblichiamo il documento approvato dall’Assemblea Provinciale del Partito Democratico del VCO (riunitasi in data 26 ottobre 2017) sul tema della raccolta firme per il referendum “Diamoci un taglio” per il passaggio del VCO dal Piemonte alla Lombardia.

Le province italiane, e quella del Verbano Cusio Ossola in particolare, stanno vivendo momenti di grave difficoltà.

In un arco di tempo molto breve abbiamo assistito all’affermarsi della volontà di abolire l’ente trasferendone le funzioni a regioni, comuni ed unioni di comuni; nello stesso periodo è stato respinto, con referendum, il testo di riforma istituzionale che prevedeva – tra l’altro – la rimozione dalla Carta Costituzionale del riferimento alle province; solo pochi giorni fa – il 18 ottobre –il Consiglio d’Europa ha chiesto all’Italia di “rivedere la politica di progressiva riduzione e di abolizione delle province, ristabilendone le competenze, e dotandole delle risorse finanziarie necessarie per l’esercizio delle loro responsabilità”.

In questo contesto nasce, con insufficiente approfondimento, priva di propedeutico dibattito, sicuramente intempestiva, la petizione “Diamoci un taglio” avente il fine di far svolgere un referendum per il passaggio dal Piemonte alla Lombardia delle provincie di Verbano Cusio Ossola e Novara.

Mai in Italia si è assistito al passaggio di una provincia da una regione all’altra. Dal 2005, grazie all’opportunità data dall’art 132 della costituzione 48 comuni hanno indetto referendum per cambiare la regione di appartenenza quasi sempre per emigrare verso una regione a statuto speciale e solo in 7 casi vi è stato l’effettivo passaggio di regione: si è trattato di 7 comuni della provincia di Pesaro Urbino passati alla provincia di Rimini.

Nonostante i quasi 300 anni di appartenenza del nostro territorio al Piemonte è innegabile la fitta rete di relazioni che il Verbano Cusio Ossola ha costantemente sviluppato con la Lombardia e con Milano in particolare.

L’appartenenza ultrasecolare alla regione Piemonte non ha mai limitato le relazioni con le popolazioni ed il territorio lombardo, a titolo di esempio, molti di noi hanno frequentato università lombarde (e molti lombardi frequentano istituti superiori della nostra provincia).

La petizione “Diamoci un taglio”, è presentata da un manifesto raffigurante il Verbano Cusio Ossola ed il territorio di Novara in transito verso la Lombardia: il Partito Democratico si interroga riguardo la condizione di enclave Lombarda in territorio piemontese che caratterizzerebbe la nostra provincia nell’ipotesi di passaggio in Lombardia del solo nostro territorio e non anche della provincia di Novara.

L’assemblea del Partito Democratico ritiene, vista l’importanza della questione, che prima di sottoporre all’autorevole giudizio dei cittadini il quesito referendario siano necessario un supplemento di indagine al fine di valutare anche alla luce della trattativa che la regione Lombardia avvierà con il governo dopo il referendum sull’autonomia.

Per queste ragioni il Partito Democratico del Verbano Cusio Ossola non favorirà la raccolta di firme dell’iniziativa “Diamoci un taglio” e agirà sul piano politico per realizzare un sistematico confronto tra i contenuti amministrativi e finanziari della regione Lombardia e della regione Piemonte in ordine ai servizi e alle risorse erogate alle province, in assenza del quale l’iniziativa “Diamoci un taglio” manifesta tutta la sua natura demagogica e strumentale.

L’Assemblea Provinciale del Partito Democratico del Verbano Cusio Ossola

Verbania li 26.10.2017

Approvata alla Camera mozione che impegna il Governo su finanziamento Province

E’ stata approvata nella giornata di ieri dalla Camera una mozione che impegna il Governo a risolvere le problematiche connesse al finanziamento integrale delle funzioni fondamentali delle Province.
Si tratta di un passaggio politico, essenziale importanza per aprire la strada a un decreto in tal senso da parte dell’esecutivo.

Approvata una mozione sottoscritta anche dall’on. Borghi: “La Camera ha impegnato formalmente il governo a risolvere il problema del finanziamento delle funzioni fondamentali delle Province italiane. E’ accaduto nella giornata di martedi 4 luglio, con l’approvazione di una mozione del Partito Democratico (sottoscritta anche dall’onorevole Enrico Borghi, capogruppo democratico in commissione ambiente, territorio e lavori pubblici) che nel rilevare le criticità da più parti sollevate circa la difficoltà di chiusura di bilancio da parte delle Province, e sulla scorsa dell’esito referendario del 4 dicembre che ha bocciato l’abrogazione di tali enti, ha impegnato l’esecutivo sui seguenti punti:

1) a proseguire nello sforzo intrapreso al fine di garantire le risorse necessarie ad assicurare l’effettivo esercizio delle funzioni fondamentali da parte delle province e delle città metropolitane, anche promuovendo le opportune modifiche alla legislazione vigente;

2) ad individuare le risorse adeguate a copertura delle funzioni statali assegnate in base all’analisi reale dei fabbisogni standard, nel rispetto dell’articolo 119 della Costituzione;

3) a verificare, per quanto di competenza, che il processo di riordino delle funzioni regionali assegnate dalle regioni alle province e città metropolitane sia garantito da una copertura finanziaria in base all’analisi dei fabbisogni standard; 

4) ad adottare ogni iniziativa di competenza utile a favorire il ripristino dell’autonomia organizzativa degli enti, anche attraverso l’abrogazione delle disposizioni di cui all’articolo 1, comma 420, lettere c), d) ed e), nei limiti di quanto previsto dal comma 421, della legge n. 190 del 2014; 

5) ad adottare ogni utile iniziativa di competenza che consenta, a partire dal 2018, di ristabilire la piena autonomia economica, finanziaria e organizzativa delle province e delle città metropolitane attraverso la garanzia della piena copertura delle funzioni fondamentali, superando la logica emergenziale del bilancio annuale e garantendo la corretta programmazione prevista dall’articolo 151 del Testo unico sugli enti locali; 

6) ad adottare ogni iniziativa di competenza volta a favorire le modifiche più opportune della legge n. 56 del 2014 e un adeguamento del Testo unico sugli enti locali e delle conseguenti leggi regionali in materia di funzioni provinciali e metropolitane, salvaguardando il principio della natura di enti di secondo livello degli organi delle province (« casa dei comuni ») – la cui legittimità è stata confermata dalla Corte costituzionale – e valorizzando ulteriormente il modello di cooperazione orizzontale tra istituzioni locali, nel riconoscimento a province e città metropolitane del compito di attivare pratiche di collaborazione che favoriscano un nuovo modello di cooperazione anche tra i comuni.

Sulla scorta di questo importante atto di indirizzo, nelle prossime settimane il Governo dovrà emanare una serie di provvedimenti attuativi che consentano l’applicazione dei disposti forniti dal Parlamento.

Soddisfazione viene espressa dall’onorevole Enrico Borghi, che ha operato in prima persona nella definizione della mozione approvata: “Il Parlamento -osserva- ha recepito il giusto grido d’allarme che è giunto in queste settimane dai territori italiani, circa l’impossibilità delle Province di poter far fronte alle loro funzioni fondamentali in materia di viabilità e di edilizia scolastica a fronte della dotazione finanziaria attribuita nelle leggi di bilancio. Appare chiaro che all’indomani del 4 dicembre occorre dare una risposta strutturale alla finanza delle Province, soprattutto per non lasciare soli gli amministratori provinciali che con grande abnegazione e spirito di servizio di cui va dato atto e ringraziamento stanno assicurando un governo di tali enti erogando servizi indispensabili alla collettività in condizioni di oggettiva difficoltà. L’indirizzo che abbiamo fornito, come Parlamento, è molto preciso, ed ora sarà nostra cura fare in modo che tali indirizzi vengano attuati dal governo nel più breve tempo possibile per fornire un quadro di certezze ai territori italiani”.

Da ossola 24